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Catalogo 2010.pdf - Libreria Antiquaria Alberto Govi

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veneziane del 1538 venivano dichiarate sul frontespizio<br />

“nuovamente corrette”, mentre l’officina aldina rispose nel 1547<br />

con un’edizione che si diceva essere stata nuovamente collazionata<br />

sul manoscritto autografo dell’autore.<br />

Giolito rispose nel 1552 con la presente edizione curata da Ludovico<br />

Dolce, che fu più volte ristampata fino al 1562 (cfr. B. Richardson,<br />

Print Culture in Renaissance Italy. The Editor and the Vernacular Text,<br />

1470-1600, Cambridge, 1994, pp. 124-125; inoltre C. Ossola, Il Libro<br />

del Cortegiano: esemplarità e difformità, in: “La corte e il ‘Cortegiano’”,<br />

a cura di C. Ossola e A. Prosperi, Roma, 1980, I, pp. 43-50).<br />

L. Dolce, di antica famiglia veneziana, rimase orfano in giovane<br />

età. Compiuti i primi studi a Padova, fece ritorno a Venezia, dove<br />

visse per il resto della sua vita coi proventi delle sue numerose<br />

pubblicazioni e della sua attività di revisore editoriale presso Giolito<br />

de’ Ferrari, con cui collaborò per quasi trent’anni. Fece parte dell’Accademia<br />

dei Pellegrini, fra i cui membri figuravano A.F. Doni,<br />

F. Sansovino, G. Denores, E. Bentivoglio e tanti altri. Traduttore dal<br />

greco e dal latino, fu autore anche di satire, poemi, commedie e<br />

trattati sulla lingua e sull’arte (cfr. R.H. Terpening, Lodovico Dolce.<br />

Renaissance Man of Letters, Toronto, 1997, pp. 2-24).<br />

Edit16, CNCE10080. Index Aureliensis, 133.602. P. Burke, Fortunes of<br />

the ‘Courtier’. The European Reception of Castiglione’s ‘Cortegiano’,<br />

Cambridge, 1995, pp. 41-43 and p. 160, no. 58. B. Richardson, op.<br />

cit., p. 246. € 2.200,00<br />

42) [CAVALCANTI, Bartolomeo (1503-1562)]-SPERONE, Speroni (1500-1588). Giuditio<br />

sopra la Tragedia di Canace et Macareo con molte utili considerationi circa l’arte Tragica, et di altri<br />

poemi con la Tragedia appresso. Lucca, Vincenzo Busdraghi, 4 maggio 1550.<br />

In 8vo (cm 15,5); pergamena rigida del XVIII secolo, dorso a quattro nervi con tassello e titolo in oro, tagli<br />

spruzzati; cc. 95. Manca l’ultima carta bianca. Bel frontespizio xilografico con al centro la marca tipografica<br />

del Busdraghi, ripetuta più in grande ed entro cornice anche al verso della carta 95 e, in controparte, al<br />

recto della carta 55. Capilettera ornati. Ottima copia di questa raffinata edizione dall’elegante carattere<br />

corsivo.<br />

Il Giuditio, attribuito anche a G.B. Giraldi (cfr. S. Speroni, Canace<br />

e scritti in sua difesa, a cura di C. Roaf, Bologna, 1982, pp. XXIV-<br />

XXIX), è in prima edizione, mentre la Canace dello Speroni, il<br />

cui testo è qui riprodotto dalla pagina 55 con frontespizio a sé,<br />

apparve per la prima volta presso il Valgrisi nel 1546.<br />

Benchè il primo libro stampato dal Busdraghi (1524-1601) siano<br />

le Quattro novelle del Molza, uscite nel 1549 e conosciute in<br />

un solo esemplare, da quanto egli afferma nella dedica a G.B.<br />

Giraldi («Sendo ridotta la mia stampa [ossia stamperia] a termine<br />

ch’io comincio a servirmene, et insieme capitatomi alle mani<br />

il presente giuditio… di occulto autore, l’ho impresso a un pari<br />

con l’intera tragedia benché in carattere assai humile», c. 1 verso)<br />

si può congetturare che questa edizione sia il primo progetto<br />

editoriale del Busdraghi, già da tempo in preparazione, ma licenziato<br />

solo in seguito per motivi ignoti. Questa ipotesi sembra<br />

trovare conferma nel fatto che il Giuditio, datato «il primo di<br />

luglio MDXLIII», circolò dapprima in forma manoscritta (cfr.<br />

Speroni, op. cit., pp. XXXIII-XXXVII).<br />

Scritto in forma di dialogo, il narratore vi afferma di voler riportare,<br />

quanto più fedelmente possibile, alcuni pareri intorno ad<br />

una tragedia da poco scritta, che egli aveva udito esprimere a<br />

Bologna e Venezia da dotti uomini intenti a discorre di cose alte<br />

sotto i portici ed in gondola. La Canace fu composta infatti nel<br />

1542 e letta a Padova davanti all’Accademia degli Infiammati.<br />

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