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Emilio Pistilli, Il privilegio di papa Zaccaria del - Studi Cassinati

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la più antica è quella scritta in una pergamena <strong>del</strong> Xi secolo. la prima scrittura<br />

che faccia menzione <strong>del</strong> <strong>privilegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong> è il precetto <strong>di</strong> Carlo<br />

magno pub blicato dal muratori (Antiqu. Ital. Med. Aevi. tom. 5, <strong>di</strong>ss. 69,<br />

pag. 837 – n.d.a.), col quale conferma alla Chiesa romana le donazioni <strong>di</strong><br />

pipino; in questo leggesi: ‘igitur Casinense monaste rium B. p. Bene<strong>di</strong>cti nullius<br />

<strong>di</strong>tioni vel juri est sub<strong>di</strong>tum: habet tui tionem ab apostolica sede, a cujus<br />

ponti fice Zacharia per petronacem virum dei restauratum est ... Habet<br />

privilegia (mona sterium Casinense) suae tuitionis a romanis pontificibus et<br />

Zacharia ... ‘. Bello argomento si è questo <strong>del</strong>l’autenticità, <strong>di</strong> quel <strong>privilegio</strong>:<br />

perocché, scorso non molto tempo da che venne emanato, era tenuto come<br />

vera scrittura <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong>, ed erano riconosciuti quei privilegi che con la<br />

scritta ponti ficia furono concessi ai Cassinesi. onorio iii, volendo che i<br />

monaci <strong>di</strong> san martino <strong>di</strong> ungheria go dessero <strong>di</strong> quelli stessi privilegi, in una<br />

bolla che emanò a favore <strong>di</strong> loro inserì de verbo ad verbum, il <strong>privilegio</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Zaccaria</strong> “(vin<strong>di</strong>ciae <strong>di</strong>plomatis quo s. stephanus monasterium s. martini<br />

de sacro monte pannoniae ord. s. Bene<strong>di</strong>cti anno mi fundaverat, a p.<br />

Chrysostomo novak ad amicum contra anonymam epistolam nuper sparsam<br />

con scriptae.” Budae 1780, n. 8).<br />

la scritta originale <strong>di</strong> quel <strong>privilegio</strong> esisteva nel Xiii secolo im perocché,<br />

essendo rosa questa dal tempo, i monaci Cassinesi, a per petuarne la memoria,<br />

pregarono <strong>papa</strong> Gregorio iX che tutta la scri vesse in una sua bolla.<br />

Gregorio così fece, e quella bolla contenente il <strong>privilegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong> esiste<br />

originale nell’archivio vaticano. (Re gest. Greg. IX anno V., nnm. XXXi fol.<br />

76 a tergo – n.d.a.). ed eccone il principio in volgare. ‘Gregorio vescovo<br />

servo dei servi <strong>di</strong> <strong>di</strong>o all’abate e congrega zione cassinese, <strong>di</strong>letti figliuoli,<br />

salute ed apostolica bene<strong>di</strong>zione. avendoci non ha guari devotamente ed<br />

umilmente richiesti con molta istanza <strong>di</strong> preghiere, perché noi comandassimo,<br />

venisse inscritta iu una nostra bolla il <strong>privilegio</strong> <strong>del</strong>la buona memoria <strong>di</strong><br />

<strong>Zaccaria</strong> nostro pre decessore concessa al vostro monastero, a cagione <strong>del</strong>la<br />

sua vecchiezza, massime perché logoro in maggior parte il filo cui era legato,<br />

la Bolla e perché non era il formato de’ caratteri come il moderno: noi<br />

<strong>di</strong>ligen temente esaminato l’anzidetto <strong>privilegio</strong>, perché non vadano perduti i<br />

<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> quel monistero, lo facemmo trascrivere de verbo ad verbum, dandogli<br />

tale un vigore, che per questo non si conceda a quel monistero un <strong>di</strong>ritto<br />

maggiore <strong>di</strong> quello che gli viene dal detto <strong>privilegio</strong>, es sendo nostra mente<br />

conservare l’antico <strong>di</strong>ritto, non concederne nuovo’. non so poi come angelo<br />

<strong>del</strong>la noce nella chiosa alla cronica <strong>di</strong> leone, pag. 103, si avvisi essere nell’archivio<br />

cassinese l’originale scrittura <strong>del</strong> <strong>privilegio</strong> <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong>. e non<br />

s’avvide il valentuomo che i caratteri <strong>del</strong>la pergamena che lo contiene sono<br />

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