Emilio Pistilli, Il privilegio di papa Zaccaria del - Studi Cassinati
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<strong>Zaccaria</strong>. “È forse questo il primo errore incorso nelle date <strong>del</strong>le lettere e dei<br />
<strong>di</strong>plomi? altre let tere <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong> hanno la data erronea” 44 . Bartolini ne enumera<br />
cinque e fa notare che nessuno ha mai pensato <strong>di</strong> definirle false solo per<br />
questo: inoltre (e qui segue il troya) nella trascrizione <strong>del</strong>l’originale, avvenuta<br />
alcuni secoli dopo, era molto facile leggere primo per sptimo; infine <strong>di</strong><br />
meo molto severo nei confronti <strong>del</strong>la bolla <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong>, non usa la stessa<br />
severità verso un autografo cassinese <strong>del</strong> 1020, in cui trovava un errore nella<br />
tra scrizione <strong>di</strong> una carta <strong>del</strong> 745 e notava il decimonono anno <strong>di</strong> Gisulfo ii<br />
che in realtà non governò oltre il decen nio il ducato <strong>di</strong> Benevento.<br />
2° - La prolissità: la lunghezza o la brevità degli atti pubblici non hanno<br />
mai formato argomento <strong>di</strong> falsità o sin cerità; “troya riflette che brevi sogliono<br />
essere le lettere <strong>di</strong> s. Gregorio il Grande, ma che non pertanto dovran no<br />
ritenersi per false le lettere più lunghe e lunghissime” 45 ; Bartolini inoltre<br />
elenca cinque lettere autenti che e lunghissime <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong> 46 .<br />
3° - L’affettazione <strong>del</strong>la narrativa. (questo argomento non è contenuto nelle<br />
risposte <strong>del</strong> troya): il pontefice Zacca ria ha voluto esporre brevemente la storia<br />
<strong>del</strong> monastero cassinese secondo la prassi con cui si motivava la conces -<br />
sione <strong>di</strong> benefici: ma ciò non è piaciuto “agl’impugnatori ipercritici <strong>del</strong><br />
<strong>di</strong>ploma” 47 .<br />
4° - Gregorio II, e non il III, mandò Petronace a Monte Cassino: è vero che<br />
Gregorio ii mandò petronace a ricostruire quel cenobio, ma i lavori furono<br />
ultimati sotto Gregorio iii e <strong>Zaccaria</strong> poteva dunque <strong>di</strong>re “a reveren<strong>di</strong>s simo<br />
Gregorio tertio praedecessore nostro petronax est ad restaurandum <strong>di</strong>rectus”<br />
(qui Bartolini non ha aggiunto al tro a quanto <strong>di</strong>ce troya).<br />
5° - <strong>Il</strong> titolo <strong>di</strong> “Reveren<strong>di</strong>ssimo” dato a Gregorio III non è proprio <strong>di</strong> un<br />
<strong>papa</strong>: troya ipotizza che nella trascrizione <strong>del</strong>l’originale si sia letto<br />
“reveren<strong>di</strong>ssimo” an ziché “sanctissimo” od altro titolo più convenevole, a<br />
43 d. Bartolini, Commentari storico-critici, cit. pag. 259-291.<br />
44<br />
d. Bartolini, op. cit., pag. 264.<br />
45 d. Bartolini, op. cit., pag. 266; C. troya, Co<strong>di</strong>ce plomatico Longobardo, cit. pag. 314.<br />
46 d. Bartolini, op. cit., pag. 266: “la lettera a Boni facio che principia ‘susceptis sanctissimae<br />
fraternitatis tuae litteris’ è molto prolissa. Così la lettera decreta le <strong>di</strong> questo pontefice a<br />
pippino, vescovi, abbati, e magnati <strong>del</strong>la Francia che comincia ‘Gau<strong>di</strong>o magno gaudemus<br />
in domino’ è lunghissima. parimenti la lettera <strong>di</strong> <strong>Zaccaria</strong> a Bonifacio, che principia “Cum<br />
nobis sanctissimee fraternitatis tuae syllabae” è molto lunga. l’altra ezian<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo<br />
<strong>papa</strong> a Bonifacio che comincia ‘sacris liminibus beati apostolorum principis’ è lunghissima.<br />
pure una quinta scritta a Bonifacio che principia ‘Bene<strong>di</strong>ctus deus pater domini<br />
nostri Jesu Christi, qui <strong>di</strong>spersa congregat’ è quanto mai prolissa”.<br />
47<br />
d. Bartolini, op. cit., pag. 267.<br />
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