ARiminUm - Emilia Romagna Turismo
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In alto<br />
veduta di Pennabilli.<br />
In basso<br />
il promontorio<br />
di Gabicce.<br />
ha legato l’attività ceramica e laterizia, trasformando poi quest’ultima<br />
nella tradizione artistica medievale e nell’industria moderna. E se<br />
all’interno del Museo le fornaci illustrano la lavorazione dell’argilla,<br />
la documentazione sulle villae rustiche apre squarci sull’economia dei<br />
campi incentrata, oltre che sulla vite, sui cereali, sugli ortaggi e sull’ulivo.<br />
Anche oggi, a esaltare il gusto dei cibi è l’olio dei nostri colli, frutto di un<br />
lavoro sapiente che valorizza un prodotto d’eccellenza. Ovunque si spande<br />
il profumo della piada, la semplice focaccia cui l’aggiunta di strutto o di<br />
olio conferisce morbidezza: cotta sulle tipica teglia in terracotta refrattaria,<br />
ricordo del testum già in uso presso i Romani, la piada si sposa alle erbe<br />
di campo o accompagna i pregiati salumi e i formaggi romagnoli.<br />
Fra questi ricordiamo il molle squacquerone, il morbido raviggiolo, ma<br />
anche il pregiato formaggio di fossa, prodotto a Talamello e a Sogliano<br />
al Rubicone così come a Sant’Agata Feltria e a Mondaino. Tipici delle<br />
vallate fra <strong>Romagna</strong>, Toscana e Marche, costituiscono un omaggio<br />
all’economia agro-pastorale e a una tradizione casearia che affonda le<br />
sue radici addirittura in età preistorica. L’allevamento di ovini ha infatti<br />
da sempre costituito una delle maggiori risorse del territorio, con note di<br />
vanto anche in epoca classica: come non ricordare il formaggio “doc” di<br />
Sarsina, di pliniana memoria, di cui è erede la caciotta romagnola?<br />
L’ambiente boschivo e l’abbondante produzione di cereali favorirono<br />
già in età romano-repubblicana, sulla scia della tradizione gallica,<br />
l’allevamento del maiale, oggi una vera e propria “industria” che ha<br />
come prodotto d’eccellenza il prosciutto del Montefeltro.<br />
Dai campi e dagli orti continuano a provenire erbe selvatiche e i<br />
teneri ortaggi, quali gli asparagi, già apprezzati dai Romani. Sagre<br />
paesane crescono per far festa intorno a prodotti locali come il miele<br />
(celebrato a Montebello di Torriana) o le castagne, un tempo nutriente<br />
cibo dei poveri, ora regine di calde atmosfere autunnali.<br />
Un territorio, quello riminese, legato alla terra e nel contempo affacciato<br />
sul mare: rinomato per la sua alta pescosità fin dall’antichità, l’Adriatico<br />
offre gustose varietà di pesci che fanno la gioia di allegre grigliate,<br />
fresche insalate, sapidi brodetti…<br />
Nella Rimini contemporanea, in una società in cui l’industria insieme al<br />
terziario ridisegna il rapporto uomo/ambiente, sorprende scoprire che<br />
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