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ARiminUm - Emilia Romagna Turismo

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Sulle tracce dell’uomo primitivo<br />

La storia di Rimini inizia proprio sulla spiaggia! Proviamo a<br />

lasciarci risucchiare dal tempo, a chiudere gli occhi per riaprirli… un milione<br />

di anni fa: ci ritroveremmo su di un lido sabbioso mosso da dune e<br />

interrotto dalle foci ghiaiose di fiumi e torrenti. Alle nostre spalle macchie<br />

di conifere alternate a una fitta vegetazione erbacea, e poi querce, pioppi,<br />

betulle e ampie radure, indici di un clima temperato e umido: un ambiente<br />

in cui si muovono grandi mammiferi (elefanti, rinoceronti, bisonti), inseguiti<br />

da gruppi di uomini “cacciatori”.<br />

Il viaggio alla scoperta del più antico popolamento ci proietta<br />

sull’attuale colle di Covignano, laddove, circa un milione di anni fa, si<br />

stendeva la costa lambita dal mare che invadeva la pianura in cui sarebbe<br />

cresciuta la città di Rimini. Fra avanzamenti e regressioni le acque hanno<br />

disegnato la morfologia e la geologia del luogo, stratificata in sedimenti<br />

sabbiosi e ghiaiosi.<br />

In questo scenario riscontriamo le tracce dell’uomo vissuto<br />

nel Paleolitico inferiore: ad offrircele, il giacimento di ciottoli scheggiati<br />

scoperto nel 1968 da Stefano Sabattini e quindi oggetto di indagini da<br />

parte di insigni studiosi. Un ritrovamento che presenta aspetti coerenti<br />

con il panorama dei siti regionali, primo fra tutti quello di Monte Poggiolo,<br />

nel forlivese.<br />

I ciottoli scheggiati su una o due facce (choppers e choppertools)<br />

sono il frutto di una vera e propria “industria” messa in atto dall’homo<br />

erectus, abile nel lavorare la selce raccolta lungo i fiumi e i torrenti<br />

incrociati nei suoi spostamenti: lo dimostrano le numerose schegge, frutto<br />

di colpi inferti da mani esperte nel trasformare semplici sassi in efficaci<br />

strumenti di caccia e in utensili rudimentali.<br />

Segni della frequentazione umana nel territorio riminese attraversano<br />

tutta l’età della pietra, un immenso arco temporale scandito<br />

da mutamenti climatici e ambientali. I reperti rinvenuti fra Riccione e la<br />

Valconca, riferibili a una fase avanzata del Paleolitico inferiore (da 200<br />

a 150 mila anni fa), testimoniano tecniche di scheggiatura più evolute ad<br />

ottenere strumenti differenziati per le attività quotidiane: dalla caccia alla<br />

macellazione delle carni, dalla frantumazione delle ossa alla lavorazione<br />

delle pelli, dalla raccolta di frutti e radici all’allestimento dei primi ripari…<br />

La nuova età della pietra (Neolitico) che, dalla metà del V<br />

millennio a.C. viene ad interessare anche l’area romagnola risalendo le<br />

sponde adriatiche, accompagna la rivoluzione culturale attuata da modi<br />

innovativi di procacciarsi il cibo, da più avanzate tecniche di lavorazio-<br />

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