Ariminum, il territorio al microscopio - Romit.org

dei Celti, per paura dei Romani, furono quindi costretti a lasciar a guardia del territorio parte
dell’esercito; essi stessi, avendo levato il campo, cominciarono ad avanzare coraggiosamente,
dirigendosi verso l’Etruria con circa cinquantamila fanti e ventimila fra cavalieri e carristi. I
Romani, dal canto loro, non appena seppere che i Celti avevano superato le Alpi, inviarono il
console Lucio Emilio con un esercito a Rimini, allo scopo di difendere la città dall’assalto
nemico, e un pretore in Etruria. L’altro console, Gaio Attilio, si trovava in Sardegna con le
sue legioni: a Roma tutti erano in preda al panico, sospettando l’imminenza di un pericolo
enorme e terribile.
Nel 225 a.C. una nuova invasione di Galli transalpini, i Gesati, valicò le Alpi. Più di dieci anni dopo
i fatti del 236, quando gli scontri all’interno dello schieramento celtico avevano fatto fallire la
spedizione, fu trovata un’intesa con le tribù stanziate in area padana: in particolare con Insubri e
Boi, che occupavano rispettivamente la regione attorno a Milano, loro capitale, e il territorio
dell’attuale Emilia a nord di Bologna. Rimasero invece fedeli ai patti stipulati con Roma i Veneti e i
Cenomani.
Spintisi al di là dell’Appennino sino a Chiusi, i Galli incontrarono la resistenza delle truppe romane
dei consoli Lucio Emilio Papo e Gaio Attilio Regolo: nello scontro presso Talamone, nella
Maremma toscana, tuttavia, essi furono completamente sbaragliati (Polyb. II 25-31). Era ormai
chiaro che la minaccia costituita dalle popolazioni galliche stanziate in area padana andava
affrontata con determinazione: la colonia di Rimini sarebbe stato l’avamposto per la penetrazione in
Cisalpina.
Plut. Marc. 4, 3
OiJ me;n ou\n prw'toi tw'n ajgwvnwn nivka" te megavla" kai; sfavlmata toi'" ÔRwmaivoi"
ejnevgkante" eij" oujde;n ejteleuvthsan pevra" bevbaion: Flaminivou de; kai; Fourivou tw'n
uJpavtwn megavlai" ejkstrateusavntwn dunavmesin ejpi; tou;" “Insombra", w[fqh me;n
ai{mati rJevwn oJ dia; th'" Pikhnivdo" cwvra" potamov", ejlevcqh de; trei'" selhvna" fanh'nai
peri; povlin jArivminon, oiJ dæ ejpi; tai'" uJpatikai'" yhfoforivai" parafulavttonte" tou;"
oijwnou;" iJerei'" diebebaiou'nto mocqhra;" kai; dusovrniqa" aujtoi'" gegonevnai ta;" tw'n
uJpavtwn ajnagoreuvsei". Eujqu;" ou\n e[pemyen hJ suvgklhto" ejpi; stratovpedon gravmmata
kalou'sa kai; metapempomevnh tou;" uJpavtou", o{pw" ejpanelqovnte" h/| tavcista th;n
ajrch;n ajpeivpwntai kai; mhde;n wJ" u{patoi fqavswsi pra'xai pro;" tou;" polemivou". Tau'ta
dexavmeno" ta; gravmmata Flamivnio" ouj provteron e[lusen h] mavchn sunavya" trevyasqai
tou;" barbavrou" kai; th;n cwvran aujtw'n ejpidramei'n. ÔW" ou\n ejpanh'lqe meta; pollw'n
lafuvrwn, oujk ajphvnthsen oJ dh'mo", ajllæ o{ti kalouvmeno" oujk eujqu;" uJphvkousen
oujdæ ejpeivsqh toi'" gravmmasin, ajllæ ejnuvbrise kai; katefrovnhse mikrou' me;n ejdevhsen
ajpoyhfivsasqai to;n qrivambon aujtou', qriambeuvsanta dæ ijdiwvthn ejpoivhsen,
ajnagkavsa" ejxomovsasqai th;n uJpateivan meta; tou' sunavrconto". Ou{tw pavnta ta;
pravgmata ÔRwmaivoi" eij" to;n qeo;n ajnhvgeto, manteiw'n de; kai; patrivwn uJperoyivan
oujdæ ejpi; tai'" megivstai" eujpraxivai" ajpedevconto, mei'zon hJgouvmenoi pro;" swthrivan
povlew" to; qaumavzein ta; qei'a tou;" a[rconta" h] to; kratei'n tw'n polemivwn.
I primi combattimenti portarono ai Romani vittorie e sconfitte, entrambe di notevole peso,
senza che tuttavia si giungesse ad alcun risultato certo: durante la campagna dei consoli
Flaminio e Furio contro gli Insubri, condotta con truppe ingenti, il fiume che scorre nel
Piceno fu visto colorarsi di sangue e si disse che tre lune sarebbero apparse nel cielo di
Rimini; osservando il volo degli uccelli nel corso dei comizi consolari, gli auguri assicurarono
che le designazioni presentavano dei vizi di forma ed erano contrarie agli auspici. Il Senato,
allora, inviò subito dei messaggi all’esercito, richiamando indietro i consoli, affinché questi,
rientrati il più presto possibile, rinunciassero alla carica, senza prendere, in qualità di consoli,