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la gravidanza e la perdita - Associazione Andria

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Sin dall’ antichità si dice che un bambino ha bisogno di almeno quaranta settimane di<br />

gestazione per formarsi completamente ed essere pronto al<strong>la</strong> nascita, a volte però, accadde<br />

che viene al<strong>la</strong> luce prima del tempo. Naturalmente non sto par<strong>la</strong>ndo di quei neonati che<br />

vengono al<strong>la</strong> luce una o due settimane prima del<strong>la</strong> data presunta, ma di tutti quelli che<br />

nascono senza avere fisiologicamente i mezzi per cavarse<strong>la</strong> da soli, e di quei piccoli che<br />

abbandonano il calore del<strong>la</strong> madre quando ne hanno ancora tanto bisogno (Jean-Pierre Relier,<br />

1994).<br />

Durante <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> esiste un vincolo che unisce una madre al proprio figlio e viceversa. Le<br />

attuali conoscenze in Neonatologia hanno portato a pensare che questo legame non è solo di<br />

tipo biologico, ma anche ricco di tanti sentimenti, di amore, d’affetto, di angoscia, che possono<br />

attivare meccanismi volti a produrre determinate sostanze.<br />

Nel legame materno-fetale si possono riconoscere tre dimensioni che interagiscono tra loro: <strong>la</strong><br />

componente affettiva ( comprende sentimenti di paura, di angoscia, di gioia), che condiziona<br />

a sua volta <strong>la</strong> componente biologica, sotto forma di secrezioni ormonali; le secrezioni<br />

ormonali, d’altro canto, determinano sentimenti diversi di angoscia, depressione, euforia, ecc.<br />

Se dovesse verificarsi qualsiasi alterazione a livello di questo legame, si determinerebbe un<br />

aumento del rischio di parto pretermine. Un esempio può essere dato da uno stress cronico<br />

che viene vissuto dal<strong>la</strong> madre per qualche ragione di tipo sentimentale o professionale, come<br />

un eccessiva fatica, o un attacco di angoscia.<br />

Conseguenze dello stress e dell’angoscia materna sul prodotto del concepimento<br />

Lo stress, l’angoscia, i sentimenti di rifiuto dovuti a squilibri ormonali del<strong>la</strong> madre, possono sin<br />

dal<strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> indurre delle modificazioni che si ripercuotono sul<strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa, sul feto e<br />

soprattutto sul suo stato psico-fisiologico che pian piano si sta formando. È anche vero che al<br />

contrario, le ma<strong>la</strong>ttie o sofferenze fetali possono modificare lo stato di salute materna; per<br />

questo è importante sapere quale sia <strong>la</strong> causa per poter<strong>la</strong> scindere dall’effetto (Jean-Pierre<br />

Relier, 1994). La recente esperienza clinica in neonatologia ha mostrato che lo stress vissuto<br />

dal<strong>la</strong> gestante provoca a livello cellu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> produzione di cateco<strong>la</strong>mine, sostanze che sono in<br />

grado di raggiungere il feto passando attraverso <strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa. Sotto l’effetto di questo “ormone<br />

dello stress”, il feto manifesta a sua volta, i segni dell’emozione più viva: tachicardia e<br />

movimento anormale.<br />

L’impatto di uno shock psicologico subito dal<strong>la</strong> madre e percepito dal bambino, e le reazioni<br />

biologiche che avvengono di conseguenza, si trasmettono a entrambi i soggetti. Questo<br />

fenomeno può perdurare anche dopo <strong>la</strong> nascita del bambino, quando è già avvenuta <strong>la</strong><br />

separazione organica.<br />

Accadde che talvolta, malgrado una <strong>gravidanza</strong> sia problematica, le donne si rifiutano di<br />

riposarsi a letto o semplicemente di condurre una vita più tranquil<strong>la</strong>, perché si sentono attive e<br />

in buona salute. Queste donne dovrebbero essere informate delle possibili conseguenze<br />

materno-fetali, in caso di un riposo inadeguato.<br />

In compenso, una madre che vive tutta <strong>la</strong> sua <strong>gravidanza</strong> conducendo una vita sana,<br />

equilibrata, affettivamente felice, attiva, ma senza eccessi, e nel rispetto del suo bambino<br />

(riposandosi quando <strong>la</strong> fatica si fa sentire, mangiando rego<strong>la</strong>rmente e astenendosi da sforzi<br />

eccessivi…) offre al “suo piccolo” un ambiente ideale per crescere.<br />

L’influenza del<strong>la</strong> vita materna sullo sviluppo fetale<br />

La vita condotta dal<strong>la</strong> donna durante <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> influisce molto sullo sviluppo del bambino.<br />

Infatti i periodi di attività e di riposo vengono convenientemente ripartiti tra <strong>la</strong> diade: il bambino<br />

alterna momenti di calma e di movimento inversamente da quelli del<strong>la</strong> madre, e in questo si<br />

sviluppa un circolo armonioso. Al contrario una donna iperattiva offre a suo figlio meno<br />

possibilità di movimento.<br />

Ovviamente questi teorie se pur ritenute valide, non sempre si riflettono nel<strong>la</strong> realtà. A molti<br />

sarà capitato di veder donne tranquille di animo che durante <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> si sono riposate<br />

rego<strong>la</strong>rmente, ma purtroppo vengono ricoverate in ospedale perché <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> non

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