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la gravidanza e la perdita - Associazione Andria

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solitudine. I risultati dello studio appoggiavano le affermazioni precedenti di Mercer e Ferketich<br />

(1988) e quelle di Heaman (1992), i quali scoprirono che: le donne ospedalizzate con una<br />

<strong>gravidanza</strong> a rischio sono depresse e ansiose durante <strong>la</strong> degenza in ospedale.<br />

Il fattore che scatena <strong>la</strong> disforia non è ancora chiaro. La disforia che si manifesta durante<br />

l’ospedalizzazione non è comunque corre<strong>la</strong>ta: all’età gestazionale del feto al momento del<br />

ricovero, al<strong>la</strong> durata del precedente riposo a letto a casa, al riposo a letto in ospedale o allo<br />

stato di rischio di Hobel e Creasy.<br />

La disforia antepartum può essere causata da un evento che è avvenuto prima del ricovero in<br />

ospedale, o essere stimo<strong>la</strong>ta dall’ospedalizzazione.<br />

Heaman (1992) scoprì che <strong>la</strong> depressione e l’ansia erano significativamente più basse nelle<br />

donne che stavano a riposo a letto a casa, contro quelle a cui era stato prescritto il riposo a<br />

letto in ospedale. E’ possibile che il trattamento di riposo a letto si sommi ai problemi che<br />

comporta una <strong>gravidanza</strong> ad alto rischio; ma è anche possibile che le donne “disforiche”<br />

tendano ad avere gravidanze più a rischio (Hedegaard et al., 1993; Orr e Miller, 1995).<br />

Comunque, il significato delle conseguenze del<strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> spesso sono comunicati da chi si<br />

prende cura del<strong>la</strong> salute delle donne all’inizio del<strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong>, e questo può influenzare lo<br />

sviluppo del<strong>la</strong> disforia.<br />

Bisognerebbe effettuare ulteriori studi riguardo lo sviluppo delle influenze negative del<strong>la</strong><br />

<strong>gravidanza</strong>, prima dell’ospedalizzazione.<br />

La diminuzione dei livelli di disforia durante l’ospedalizzazione non deve sorprende, in quanto è<br />

conseguenza di un aumento parallelo di influenze positive che scaturiscono dal<strong>la</strong> degenza<br />

stessa. Le donne che riposano a letto comprendono che trascorrere un giorno in più in<br />

ospedale, favorisce lo sviluppo del feto e diminuisce <strong>la</strong> morbilità e <strong>la</strong> mortalità fetale. Questo<br />

spiegherebbe l’aumento dell’influenza positiva durante <strong>la</strong> prosecuzione del<strong>la</strong> degenza.<br />

Inoltre, alcune donne riferiscono di sentirsi più tranquille in ospedale che a casa perché, se<br />

dovessero subentrare delle complicazioni, l’assistenza medica è subito a loro disposizione<br />

(Maloni e Kutil, 2000).<br />

Concentrarsi su aspetti positivi del<strong>la</strong> gestazione potrebbe essere un modo per affrontare<br />

meglio <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> ad alto rischio.<br />

E’ anche possibile che durante lo svolgimento dello studio, i soggetti che <strong>la</strong>vorano fungono da<br />

intervento, visto che i contatti con le donne per <strong>la</strong> raccolta dati sono abbastanza frequenti.<br />

Molte donne riferiscono spontaneamente che gradiscono <strong>la</strong> raccolta dati e interpretano le<br />

domande, che gli vengono rivolte, come se lo staff di ricerca capisse <strong>la</strong> loro partico<strong>la</strong>re<br />

situazione (empatia).<br />

La stabilizzazione del<strong>la</strong> disforia o dell’influenza positiva al<strong>la</strong> nascita del bambino, conferma che<br />

questo momento è chiaramente un punto focale per le donne ad alto rischio.<br />

Durante l’ospedalizzazione le donne sono spesso incerte per <strong>la</strong> salute del bambino, ma <strong>la</strong><br />

nascita di un neonato sano elimina molte preoccupazioni circa <strong>la</strong> mortalità fetale.<br />

L’età gestazionale del bambino al<strong>la</strong> nascita è un forte indicatore del<strong>la</strong> sua salute, e potrebbe<br />

spiegare perché <strong>la</strong> disforia nel postpartum è sempre collegata a questa variabile.<br />

Durante <strong>la</strong> <strong>gravidanza</strong> le donne costrette al riposo a letto sono esposte ad un’improvvisa<br />

ospedalizzazione, ad una sensazione di minaccia per <strong>la</strong> loro vita o a quel<strong>la</strong> del feto, e spesso<br />

rispondono con un’intensa sensazione di paura o di disperazione.<br />

Dopo il parto <strong>la</strong> felicità per <strong>la</strong> nascita del neonato è spesso temperata dal<strong>la</strong> emergente presa di<br />

coscienza che avere un bambino prematuro presenta nuove sfide. Pertanto <strong>la</strong> corre<strong>la</strong>zione tra<br />

lo stato di rischio e <strong>la</strong> disforia sono comprensibili e sono anche coerenti con le osservazioni<br />

cliniche di una prolungata instabilità emotiva e di uno stato d’animo depresso in alcune donne.<br />

Ulteriori studi longitudinali sullo stato psicologico postpartum di queste donne potrebbero<br />

essere preziosi.<br />

La valutazione dello stato psicologico è partico<strong>la</strong>rmente indicata al momento del ricovero e<br />

forse perfino prima, quando <strong>la</strong> donna apprende di avere una <strong>gravidanza</strong> a rischio. Anche

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