14.04.2013 Views

Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici

Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici

Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Il</strong> <strong>Chimico</strong> <strong>Italiano</strong> • n. 5-6 • ott/nov/dic 2006<br />

DAGLI ISCRITTI« 9<br />

Gli improbabili elementi<br />

di un signorotto di campagna<br />

di MARCO FONTANI a1 e MARIAGRAZIA COSTA b<br />

Nell’anno di grazia 1886, mentre<br />

buona parte dell’upper-class di<br />

quell’Inghilterra vittoriana opulenta e<br />

puritana, seguiva con il fiato sospeso il<br />

triplice e altalenante cambio alla guida<br />

del Governo della Corona tra Robert<br />

Arthur Talbot Gascoyne-Cecil terzo marchese<br />

di Salisbury (1830-1903) e William<br />

Ewart Gladstone (1809-1898), un signorotto<br />

della contea di Selkirk era alle<br />

prese con problemi ben più terreni.<br />

Alexander Pringle era un facoltoso proprietario<br />

terriero le cui proprietà si<br />

estendevano lungo le rive del fiume<br />

Tweed nel sud della Scozia. Buona<br />

parte del suo appezzamento di terra<br />

era brullo e roccioso: gli antichissimi<br />

rilievi montuosi erano stati levigati ed<br />

addolciti dalla perpetua azione degli<br />

agenti atmosferici.<br />

Pringle, nella sua prosa lontana dal<br />

mondo accademico ma al contrario<br />

aneddotica e colorita, raccontò di aver<br />

trovato <strong>dei</strong> metalli sconosciuti2 in alcuni<br />

campioni di rocce risalenti all’èra<br />

paleozoica e più precisamente al periodo<br />

siluriano. La ricerca di Pringle evidenziata<br />

da una immensa dispendiosità<br />

di mezzi aveva come unico desiderio<br />

quello di “getting of the rarer ones [elements]<br />

in a small quantity, such as might<br />

suffice to please a chemist if he found<br />

them upon his own estate” 3 . Questo elogio<br />

della vaghezza e della futilità tratteggia<br />

pienamente la ritrosia che l’uomo<br />

vittoriano provava per tutto ciò che<br />

fosse legato all’evoluzione tecnologica<br />

e non rientrasse nella sfera del dilettantismo<br />

quasi al limite dell’hobby.<br />

Alexander Pringle iniziò con il racco-<br />

gliere una grande quantità di quarzo<br />

formatosi in ampie vene e ben visibile<br />

ai margini di rocce esposte ai piedi di<br />

un ghiacciaio, che per la sua conformazione<br />

avrebbe convogliato, come un<br />

imbuto, tutto il materiale a lui indispensabile<br />

per la ricerca. Secondo il ricco<br />

inglese i cristalli di quarzo avrebbero<br />

agito da filtro trattenendo, durante i<br />

dilavamenti dovuti alla pioggia e alla<br />

neve, tracce della roccia sovrastante.<br />

Sebbene egli si rammaricasse, affermando<br />

che la quantità di materiale da<br />

raccogliere, frantumare e trattare fosse<br />

superiore ad ogni sua aspettativa e la<br />

roccia sconosciuta, inglobata nel quarzo,<br />

inferiore alla sua peggior ipotesi, il<br />

risultato che ottenne fu pari all’asprezza<br />

e all’immensità del suo sforzo: ben<br />

quattro nuovi elementi videro la luce!<br />

Pringle descrisse con accuratezza unicamente<br />

uno <strong>dei</strong> quattro presunti<br />

nuovi elementi ed esattamente “the<br />

one that has given me the most trouble” 4 .<br />

Prima di passare ad esporre i dati relativi<br />

alla scoperta Alexander Prigle ritenne<br />

opportuno battezzare il nuovo metallo:<br />

“As I required to give a name, even for my<br />

own convenience in making notes, I called<br />

Polymnestum (Pm), because its compounds<br />

combined with those of several<br />

other elements all at one time, and I had a<br />

difficulty in getting them away in combination<br />

with any one in particular, either<br />

as precipitate as in solution” 5 .<br />

<strong>Il</strong> polymnestum si presentava come un<br />

metallo scuro non facilmente fondibile<br />

e con un peso equivalente che si aggirava<br />

intorno a 74. Pringle sostenne di<br />

aver isolato due solfuri e quattro distin-<br />

ti ossidi: PmS, PmS 2, PmO, PmO 2 , PmO 3<br />

e PmO 5 .<br />

Lo stesso Pringle quasi rifiutò di credere<br />

che un equivalente di polymnestum<br />

potesse combinarsi con cinque equivalenti<br />

di ossigeno per formare il pentossido.<br />

Per questo motivo egli ripeté gli<br />

esperimenti più volte; tutte le prove<br />

confermarono la sua ipotesi ed alla fine<br />

egli stesso dovette ammettere l’esistenza<br />

di PmO 5 dalle delicate sfumature<br />

rosa. Grazie a queste misure ripetute<br />

più e più volte, Pringle fu in grado di<br />

determinare il peso atomico del metallo<br />

(74,01) con più precisione di quanto<br />

non avesse potuto fare con altri presunti<br />

elementi. Di tutti gli ossidi che preparò,<br />

il più caratteristico si rivelò il triossido,<br />

ottenuto con facilità attaccando il<br />

metallo in ambiente acido, mentre il<br />

monossido possedeva una particolarissima<br />

colorazione verde che colpì molto<br />

la fantasia del chimico dilettante. Dopo<br />

aver compiuto molti test chimici qualitativi,<br />

Pringle sottopose il polymnestum<br />

a alcune semplici prove di natura fisica.<br />

Egli si accorse che il polymnestum aveva<br />

proprietà simili al ferro, in quanto veniva<br />

attratto da una calamita posta nelle<br />

immediate vicinanze. Molte altre prove<br />

e test sembravano indicare l’intima<br />

somiglianza di questo metallo con il<br />

ferro, eccetto la più decisiva: il test con il<br />

ferrocianuro di potassio.<br />

Un altro elemento isolato da Pringle fu<br />

l’erebodium per il quale propose come<br />

simbolo le lettere Eb. Questo metallo si<br />

presentava nero come il carbone ed il<br />

suo peso atomico fu indicato come<br />

95,4. L’unico ossido che riuscì a caratte-<br />

(a) Dipartimento di chimica organica dell’università di Firenze<br />

(b) Laboratorio di ricerca educativa in didattica chimica e scienze integrate dell’università di Firenze.<br />

1 E-mail: marco.fontani@unifi.it<br />

2 Pringle A., Chem. News, (1886), 54, 167<br />

3 [Ho la debole] speranza di ottenere una piccola quantità di quegli [elementi] più rari, che potrebbe bastare a soddisfare [la curiosità di] un chimico se li trovasse<br />

nella proprie terre.<br />

4 Quello che mi ha creato più problemi.<br />

5 Necessitavo di dargli un nome, anche per la mia propria convenienza nel riportarlo negli appunti, l’ho denominato Polymnestum (Pm), perché i suoi composti si univano<br />

contemporaneamente a quelli di parecchi altri elementi ed ho avuto una notevole difficoltà nell’ottenerli esenti da impurità, sia come precipitati che in soluzione.<br />

In relazione alle norme di pubblicazione di contributi di interesse scientifico-professionale su “<strong>Il</strong> <strong>Chimico</strong> <strong>Italiano</strong>” il presente articolo è stato ricevuto il 15 novembre 2006<br />

ed è stato accettato per la pubblicazione il 24 novembre 2006

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!