Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici
Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici
Il Chimico Italiano - Consiglio Nazionale dei Chimici
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Il</strong> <strong>Chimico</strong> <strong>Italiano</strong> • n. 5-6 • ott/nov/dic 2006<br />
da introdurre; ciò facendo, si introduce<br />
anche tot 1 di K 2 O e tot 2 di Al 2 O 3 (per<br />
tot 1 etot 2 si intende la quantità di sabbia<br />
introdotta moltiplicata per 1,75% e<br />
rispettivamente per 0,92 %); il resto di<br />
allumina lo si può introdurre con l’idrato<br />
di alluminio, guardando al fattore<br />
moltiplicativo. Cioè: ricavati i grammi<br />
degli ossidi, li si moltiplica per i fattori<br />
moltiplicativi ed i fattori percentuali<br />
(del percento di purezza); si cercano le<br />
materie prime sufficienti a dare l’intera<br />
quantità, secondo i criteri voluti; infine<br />
si porta a 100.<br />
Da formula chimica a mineralogica: la<br />
strada è la stessa già detta per il caso<br />
suddetto, partendo dai grammi %.<br />
Al computer va data la memoria per la<br />
scelta delle materie prime secondo i<br />
criteri detti, anteponendo la convenienza<br />
alla grande qualità o viceversa,<br />
stabilendo delle priorità nei criteri della<br />
scelta <strong>dei</strong> materiali da adottare. Ciò sia<br />
per gli impasti argillosi che per le fritte.<br />
Viceversa da formula mineralogica a chimica:<br />
la strada la si è già vista per il caso<br />
da mineralogica a Seger. Per gli impasti<br />
argillosi è come per le fritte (ma- si è<br />
detto- non esiste per essi la Seger).<br />
» 2 - Media di analisi<br />
granulometriche<br />
di atomizzati<br />
per ricavarne istogrammi<br />
2.1 - Premessa<br />
Si esegue il controllo della distribuzione<br />
granulometrica prelevando l’atomizzato<br />
in genere al reparto atomizzatori,<br />
dal nastro trasportatore, dopo presetacciatura.<br />
Lo si essicca in stufa a<br />
105°C, fino ad umidità zero, indi se ne<br />
prelevano in genere 200 g secchi e li si<br />
introduce nel setacciatore elettromagnetico<br />
sul setaccio più alto di quelli in<br />
cascata, sotto al coperchio.<br />
Si fa uso di 6-8 setacci, sovrapposti; dall’alto<br />
in basso si va in ordine decrescente<br />
di luce netta e sotto vi è il raccoglitore<br />
del residuo (della parte che oltrepassa<br />
il setaccio più in basso nella cascata).<br />
<strong>Il</strong> primo setaccio può essere ad esempio<br />
il 500 Ìm, o una triade di setacci, ad<br />
es. 800-650-500 μm, o 1000-750-500<br />
μm; seguono tre setacci quali ad esempio<br />
il 315, il 180, il 125 μm; infine due<br />
setacci quali ad esempio il 90 ed il 63<br />
μm; seguiti dal raccoglitore detto di ciò<br />
che passa oltre il 63 μm. Avendo setacci<br />
in tela d’acciaio inox AISI 304 da:<br />
500/315/180/125/90/63 μm di apertu-<br />
ra maglie o luce netta, le maglie/cm 2<br />
possono essere per esempio di 130/<br />
246 /1119/2225/4504/8900 (valori ricavati<br />
dal catalogo di una delle ditte che<br />
operano nel settore). Poiché dalla radice<br />
quadrata <strong>dei</strong> valori precedenti i<br />
fili/cm risultano essere (lasciando una<br />
decimale) di 11,40/15,7/33,4 5 /47,2/<br />
67,1/94,3, ne segue che il diametro del<br />
filo sarà in tal caso, rispettivamente, di<br />
377/323 /119/87/59/43 μm circa (10).<br />
Occorrono un setacciatore elettromagnetico<br />
che operi a secco, da reperire<br />
presso fornitori specializzati (11)(12)<br />
(13)(14), una bilancia analitica di precisione,<br />
una stufa ventilata (13)(14)(15). Si<br />
pongono i 200 g sul primo setaccio<br />
della serie, si sovrappone il coperchio, si<br />
stringe la cascata di setacci, si mettono<br />
ad esempio l’impulso e l’intensità di<br />
corrente al massimo (le ditte suggeriscono<br />
talora un loro innalzamento graduale)<br />
e si opera per 11 – 13 min.<br />
Occorre un buon controllo periodico<br />
della pulizia, integrità e funzionalità <strong>dei</strong><br />
setacci. Quando si devono intraprendere<br />
studi speciali, oltre al controllo stesso<br />
dell’apparecchiatura conviene eseguire<br />
(oltre alla setacciatura detta) anche<br />
un’ulteriore setacciatura a mano, procedendo<br />
finchè non passa più alcunchè<br />
ai vari setacci e portando al setaccio<br />
successivo ciò che è passato ad<br />
ogni setaccio. Operando su 200 g, i<br />
risultati andranno poi chiaramente<br />
divisi per due, per averli a 100. In genere<br />
è conveniente dividere i setacci in tre<br />
gruppi, il 500 μm (o i tre compreso<br />
esso), i tre da 315 a 125 μm e quelli da<br />
questo al raccoglitore del residuo finale.<br />
Venendo così ad interpretare i risultati<br />
in: maggiore di 500 μm, compreso<br />
DAGLI ISCRITTI« 7<br />
tra 315 e 125 μm ed inferiore a 125 μm.<br />
A volte interessa invece dettagliare il<br />
fine, a volte l’intermedio. <strong>Il</strong> controllo<br />
può essere fatto anche alle presse, per<br />
vedere se le miscele con poca polvere<br />
di recupero da smaltire sono fatte in<br />
stabilimento in modo adeguato (o se la<br />
polvere eccede la quantità prevista<br />
come massima), se la triturazione <strong>dei</strong><br />
granuli è modesta, è quella inevitabile,<br />
per controllare inoltre che per inconvenienti<br />
meccanici non si formi molta<br />
polvere e meno granuli del normale.<br />
Con la granulometria si controlla il funzionamento<br />
degli atomizzatori e ci si<br />
assicura che il materiale che va da essi<br />
al reparto presse sia ottimale.<br />
Tralasciamo (rimandando ai testi appositi<br />
ed agli studi speciali <strong>dei</strong> fabbricanti<br />
di stampi) di occuparci: dell’importanza<br />
delle varie frazioni granulometriche; del<br />
vantaggio del “fine” (ma solo fino ad un<br />
certo valore); della svantaggiosità economica<br />
che ha per l’azienda l’avere una<br />
parte rilevante di materiale scartata al<br />
presetaccio o - specie per certi prodotti<br />
smaltati con smalto “non coprente”- di<br />
avere granulometria grossolana.<br />
In Tab. 7 ed 8 riportiamo un esempio di<br />
come registrare i risultati della granulometria.<br />
2.1 - Media delle analisi<br />
ed istogrammi<br />
Dopo aver eseguito vari controlli sull’atomizzato,<br />
può essere interessante<br />
Tabella 6 - Passaggio viceversa da formula Seger a mineralogica (per l’esempio visto)<br />
PbO = 0,99 x 223,21 = 220,98 g<br />
K2O = 0,01 x 94,192 = 0,942 g<br />
Al2O3 = 0,11 x 101,94 = 11,22 g<br />
SiO2 = 1,83 x 60,06 = 109,91 g<br />
TOT. = 343,05 g<br />
PbO: 220,98/0,977=226,17 g Minio; SiO2:109,91/0,97 = 113,31 g<br />
Sabbia SIRO n°5 100:0,92=113,31:X (cioè 113,31 x 0,0092 visto)<br />
X=1,042 g di K2O (come si è detto, senza approssimazioni nella Seger,<br />
tornerebbe questo valore, anzichè 0,942); da 100:1,75=113,31:X,<br />
cioè 113,31 x 0,0175 visto, risulta: X=1,983 g di Al2O3;<br />
mancano (11,22-1,983 =) 9,237 g di Al2O3; 9,237/0,6536 = 14,13 g<br />
di Al(OH) 3.Ora:<br />
Minio = 226,17 Sabbia SIRO n° 5 = 113,31<br />
Idrato di alluminio = 14,13 Totale = 353,61<br />
Portando a 100,<br />
esce:<br />
Minio=63,96%<br />
Siro = 32,05%<br />
Al(OH) 3=3,99%<br />
Tabella 7 - Esempio di registrazione giornaliera <strong>dei</strong> risultati dell'analisi granulometrica<br />
Data: Atomizz.n° Umidità%: CaCO3 %: Ora prelievo: Silo di raccolta: Presetaccio:<br />
…/…/…… ……… ……… ……… ……… ……… ………<br />
› 500μ: …… › 325μ: …… › 180μ: …… › 125μ: …… › 90μ:…… › 63μ:…… ‹ 63μ:……<br />
Data: Atomizz.n° Umidità%: CaCO3 %: Ora prelievo: Silo di raccolta: Presetaccio:<br />
…/…/…… ……… ……… ……… ……… ……… ………<br />
› 500μ: …… › 325μ: …… › 180μ: …… › 125μ: …… › 90μ:…… › 63μ:…… ‹ 63μ:……<br />
Data: Atomizz.n° Umidità%: CaCO3 %: Ora prelievo: Silo di raccolta: Presetaccio:<br />
…/…/…… ……… ……… ……… ……… ……… ………<br />
› 500μ: …… › 325μ: …… › 180μ: …… › 125μ: …… › 90μ:…… › 63μ:…… ‹ 63μ:……<br />
tracciare per esempio un istogramma<br />
mensile. Operando ad esempio con l’atomizzatore<br />
n° 15 SACMI (16), già citato<br />
in precedente lavoro, si ottengano ai<br />
sei setacci citati in precedenza e come