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HIMed - Anno 3, numero 2 - Novembre 2012 - SIOMI

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CONTRIBUTI ORIGINALI<br />

La linearità della classificazione di Bernard ha il duplice<br />

pregio di rispettare la realtà clinica e di essere confrontabile<br />

con le classificazioni costituzionali di scuola non<br />

omeopatica. Inoltre, cosa di non poco conto, Bernard<br />

stabilisce un rapporto stretto e logico tra la costituzione<br />

e la Materia Medica, parlando per primo di rimedi costituzionali:<br />

"Quando un individuo la cui costituzione<br />

morfologica è ben determinata vede rompersi il suo equilibrio<br />

biologico, egli aggiunge ai suoi caratteri costituzionali<br />

normali dei sintomi morbosi che formano degli<br />

insiemi patogenetici particolari e, di conseguenza, evocano<br />

dei rimedi corrispondenti a queste patogenesi [...]<br />

Non è raro vederlo passare, nel corso della sua esistenza,<br />

per una successione di stati [...] Questo malato avrà dunque<br />

bisogno successivamente di tutta una serie di rimedi<br />

che avranno dei sintomi comuni in rapporto alla costituzione.<br />

Essi si imparenteranno così gli uni agli altri per<br />

questo fondo costituzionale che non cambia mai. Allorché<br />

avremo analizzato i sintomi presentati in ciascun<br />

stato e avremo stabilito la corrispondenza farmacologica,<br />

saremo colpiti dal fatto che i rimedi così determinati<br />

sono sali differenti di uno stesso acido. Saremo dunque<br />

portati a concludere che è l'elemento acido a fornire i<br />

sintomi costituzionali comuni e che i differenti stati sono<br />

caratterizzati dagli elementi basici. Prendiamo l'esempio<br />

di un individuo che presenta la patogenesi del carbonato<br />

di calcio (Calcarea carbonica). Quando questo individuo<br />

vedrà accentuarsi i suoi disturbi, diverrà successivamente<br />

comparabile al carbonato di magnesio (Magnesia carbonica),<br />

poi al carbonato di potassio (Kalium carbonicum),<br />

quindi al carbonato di sodio (Natrum carbonicum), etc.<br />

L'elemento costante rimane l'acido carbonico (elemento<br />

costituzionale) mentre l'elemento variabile ad ogni stato<br />

è la base. E' per questo che designeremo questa costituzione<br />

con il termine di carbonica. Sarà lo stesso per le<br />

altre costituzioni, e potremo distinguere le costituzioni<br />

sulfurica (grassa e magra) e fosforica. [...] In ogni costituzione<br />

esistono degli stadi (calcico, magnesiaco, potassico,<br />

sodico, etc.), che presentano, oltre ai tratti essenziali della<br />

costituzione, dei caratteri peculiari a ciascuna delle basi<br />

combinate con l'acido costituzionale. Lo stadio calcico<br />

è quello che più si avvicina all'equilibrio biologico [...]<br />

Di conseguenza, i rimedi calcici sono indicati più spesso<br />

nel bambino, che sta edificando la sua struttura" (Bernard,<br />

1985: 139-141; tr. nostra).<br />

Non ci potrebbe essere critica più radicale alle posizioni<br />

di Nebel. Secondo l'ipotesi di Bernard degli stadi costituzionali,<br />

difatti, esiste - ed è basilare - uno stadio calcico<br />

in ogni costituzione; ma non si può parlare di costituzioni<br />

calciche, come invece proponeva Nebel. "Non è la<br />

base che fa la costituzione, ma l'acido" (Bernard, 1985:<br />

136; tr. nostra).<br />

Nella sua monumentale Matière Médicale Homéopathique<br />

Constitutionelle, Roland Zissu assume la classificazione<br />

e la concezione evolutiva di Henry Bernard,<br />

aggiungendo la distinzione, all'interno di ogni biotipo<br />

costituzionale, di uno stadio stenico, di difesa, e di uno<br />

stadio astenico, di invasione e cedimento. Per Zissu la<br />

costituzione fluorica non è una costituzione di base bensì<br />

una costituzione secondaria. Inoltre egli dedica la terza<br />

parte (circa centocinquanta pagine) del quarto volume<br />

HOMEOPATHY AND INTEGRATED MEDICINE | novembre <strong>2012</strong> | vol. 3 | n. 2<br />

della sua opera alla sicosi, unico modello reattivo a cui è<br />

destinata una sezione autonoma. "La sicosi non è una<br />

costituzione. [...] Se le conferiamo un'importanza tale<br />

da darle un intero spazio del presente volume, è da una<br />

parte in ragione di un'autonomia nosologica originale di<br />

cui tenteremo di dimostrare l'esistenza, dall'altra a causa<br />

dell'allargamento considerevole che l'attuale nozione di<br />

sicosi ha subito dai tempi della concezione miasmatica<br />

di Hahnemann" (Zissu, 1960: IV, 313; tr. nostra).<br />

La sistematica di Bernard e quella, ancora più articolata,<br />

di Zissu costituiscono uno dei tentativi concettualmente<br />

più originali e clinicamente più fecondi di dare un assetto<br />

razionale alla Materia Medica, che viene così sottratta<br />

all'arido ordine alfabetico per divenire la trama di<br />

un'intelaiatura clinico-terapeutica. Nelle opere di questi<br />

autori, la costituzionalistica omeopatica consente di gettare<br />

un ponte tra semeiotica e terapia.<br />

Come ogni sistematica, essa è utile se non diventa scopo<br />

a se stessa. In altri termini, non si può contestare il fatto<br />

che certi rimedi trovano indicazione con un massimo di<br />

frequenza presso certi tipi costituzionali; ma negare la<br />

prescrizione di un rimedio della serie costituzionale carbonica<br />

soltanto perché il paziente è longilineo, nonostante<br />

egli sia portatore dei sintomi caratteristici della<br />

patogenesi del rimedio, significa avere abdicato al principio<br />

di similitudine, che costituisce un fatto empirico e<br />

sperimentale, a favore di un dogma, che costituisce invece<br />

una camicia di forza ideologica.<br />

La definizione del tipo costituzionale ha un'importanza<br />

difficilmente trascurabile: innanzitutto nell'atto di comprensione<br />

generale del paziente; poi nell'affinare la diagnosi,<br />

nel precisare la prognosi e nell'orientare la terapia.<br />

Dunque il primato, nella scelta del rimedio omeopatico,<br />

deve restare alla similitudine, che sarà stabilita tramite<br />

l'esercizio di un'attenta semeiotica.<br />

La posizione eccentrica e allo stesso tempo virtualmente<br />

ubiquitaria della costituzione fluorica ne evidenzia la potenzialità<br />

di combinarsi con una qualsiasi delle costituzioni<br />

di base ma anche la mancanza di autonomia.<br />

D'altra parte, il modello reattivo sifilitico contrae così<br />

stretti rapporti con la costituzione fluorica, arrivando i<br />

due quadri a sovrapporsi, che mantenerli separati ingenera<br />

soltanto confusione. Infatti, presso ogni costituzione<br />

il giuoco combinatorio dei diversi modelli reattivi<br />

rende ragione della fisiopatologia del tipo; ma presso la<br />

costituzione fluorica l'unico modello reattivo ravvisabile<br />

è quello luesinico. Nel mio lavoro Biotipologia<br />

(1997/2006) ho fuso il quadro del modello reattivo e<br />

quello della costituzione, abolendo nel contempo il termine<br />

sifilitico, quanto mai equivoco. Sorge a questo<br />

punto un problema: qual è il posto di questa nuova entità,<br />

nata dalla fusione di un modello reattivo e di una<br />

costituzione? Per la sua potenzialità di movente fisiopatologico,<br />

essa meriterebbe di essere inserita tra i modelli<br />

reattivi; nessun modello reattivo, però, comprende modificazioni<br />

del tessuto elastico e del tessuto osseo, e addirittura<br />

peculiari stigmate scheletriche come quelle<br />

descritte a proposito della costituzione fluorica. Tuttavia<br />

non si tratta neppure di una costituzione stricto sensu, dal<br />

momento che ogni costituzione è, per definizione, in-<br />

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