HIMed - Anno 3, numero 2 - Novembre 2012 - SIOMI
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Il soggetto in buona salute si caratterizza per il suo amore<br />
per la vita, il suo gusto per l’azione, la sua giovialità, il suo<br />
ottimismo, la sua generosità... (Demarque). Geniale e creativo,<br />
è dotato di intelligenza prevalentemente sintetica.<br />
L’apprendimento comunque è di solito molto rapido e non<br />
gli costa particolare impegno: cosa che in certo senso sollecita<br />
ulteriormente l’innato ottimismo, che lo persuade di avere<br />
talenti innati che non hanno bisogno di impegno per essere<br />
sviluppati. Il rendimento scolastico viene compromesso principalmente<br />
dalla pigrizia, dall’indolenza, dall’incapacità<br />
di applicarsi secondo un metodo regolare e programmato e<br />
dalla tendenza a sottovalutare le difficoltà. Fa volentieri il<br />
pagliaccio in classe. Un’educazione permissiva è decisamente<br />
controproducente, rendendolo ancor più disubbidiente e indolente.<br />
Necessita di un “contenimento” fermo e deciso.<br />
L’emotività è abbastanza contenuta. Uno scarso coinvolgimento<br />
affettivo è lo scudo con cui si difende nelle circostanze<br />
avverse, mostrando imperturbabilità. La sua apparente stabilità<br />
è opera di una massiccia negazione che lo porta spesso<br />
a una rara autentica comunicazione con gli altri.<br />
Attraverso la descrizione del temperamento che il rimedio<br />
evocava, io... rilessi mio figlio! E questo piano piano sciolse...<br />
il ghiaccio che si era formato tra noi. Nessuno era mai riuscito<br />
a leggere oltre al suo comportamento e nemmeno noi.<br />
Giudizi distorti e dispregiativi soffocavano il profumo della<br />
sua anima asfissiando la sua vitalità e la vitalità di quel<br />
fluire dinamico e vitale che la relazione, quella “buona”,<br />
permette...<br />
Importante fu per me comprendere che era parte di sé quel<br />
“bisogno di muoversi”, che era parte di sé “quel fare il pagliaccio<br />
in classe”, che era parte di sé “quell’innato ottimismo<br />
che può portare alla superficialità.. “e che proprio<br />
perché parte di sé niente e nessuno aveva il diritto di castrare,<br />
ma semmai accompagnare verso un riequilibrio della<br />
propria e sana unicità. Non fu certo indifferente per me<br />
comprendere che se la mia piccola Silicea doveva essere attrezzata<br />
di incoraggiamenti continui, con l’esplosivo Sulphur<br />
era necessario relazionarmi con una educazione più<br />
ferma e spesso decisa per contenere l’energia di quel fiume<br />
in piena... un fiume che quando straripa mortifica anche<br />
se stesso.... Quella che io leggevo come indifferenza non era<br />
altro che “lo scudo con cui Sulphur si difende dalle circostanze<br />
avverse”...<br />
Come disse un tempo il grande Viktor Frankl “...se capisci<br />
il perché... riesci a sopportare meglio il come...” E ora con<br />
l’omeopatia riuscivo dare un senso a quel “come”! Quel<br />
“come” spesso scomodo e fastidioso perché spesso ripesca nel<br />
bailame dei conflitti non risolti e ancora vivi dentro di noi,<br />
quel “come” sintomo importante...”.<br />
CONTRIBUTI ORIGINALI<br />
Per concludere, alcune precisazioni<br />
E’ importante precisare che, soltanto la pratica psicoanalitica,<br />
o comunque la riflessione sul proprio mondo<br />
interno, può condurre a modificazioni psicologiche, e<br />
non oltre certi limiti e l’omeopatia non può certo sostituirsi<br />
a un percorso individuale di presa di coscienza.<br />
Inoltre il rimedio simillimum mira a ritrovare le tendenze<br />
naturali del soggetto e a ristabilirle, non riferendosi a un<br />
prototipo standard di uomo sano, ma alla sua personale<br />
individualità, definita dalla sintomatologia del suo temperamento<br />
e della sua costituzione. Il tratto temperamentale<br />
del simillimum servirà unicamente da guida di<br />
una dinamica presa di coscienza e comunque lungi dal<br />
cristallizzare il soggetto in confini rigidi e statici. Questo<br />
vuol dire che il carattere può essere solo un segno di richiamo<br />
che conduce alla prescrizione di un determinato<br />
rimedio e, dunque, alla possibile guarigione di una malattia<br />
in quel determinato tipo, ma non può essere fatto<br />
oggetto di terapia omeopatica: esso ha valore di indicatore,<br />
non di indicazione. 6<br />
Questa precisazione che potrebbe apparire banale, è doverosa<br />
là dove pericolose aspettative deluse, soprattutto<br />
genitoriali, offuscassero il reale ruolo dell’educatore che<br />
è quello in primis di rispettare l’unicità del ragazzo e la<br />
sacralità della sua vita. In quest’ottica l’omeopatia deve<br />
essere considerata unicamente uno strumento al servizio<br />
dell’individuo ossia strumento di equilibrio delle sue<br />
qualità. g<br />
Bibliografia<br />
1. Martello M. Oltre il conflitto, dalla mediazione alla<br />
relazione costruttiva, McGraw-Hill, Milano, 2002.<br />
2. Demarque D. 1981. L’omeopatia, medicina dell’esperienza,<br />
Edizioni Boiron, Milano, 2003.<br />
3. Hahnemann S. 1921, Organon dell’arte di guarire,<br />
6 ed., Edi-lombardo, Roma, 2004.<br />
4. Gasparini L. Studio di Materia Medica Omeopatica,<br />
Salus Infirmorum, Padova, 2000.<br />
5. Barbancey J. La psicopatologia nella prassi omeoaptica,<br />
Vol. I e Vol. II, CEA, Casa Editrice Ambrosiana,<br />
Milano, 2000.<br />
6. Turinese L. Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale<br />
alla clinica, Elsevier Masson, Milano, 2009.<br />
HOMEOPATHY AND INTEGRATED MEDICINE | novembre <strong>2012</strong> | vol. 3 | n. 2