ONCOLOGIA 48 QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA con agopuntura in malati di cancro con la seguente raccomandazione: “Alla luce della nostra attuale comprensione dell'agopuntura e della sua efficacia, è ragionevole suggerirne l'uso per pazienti con difficile controllo degli effetti collaterali della terapia, come dolore, fatica, nausea e vomito e disturbi dell'umore”. Le prove più attendibili sugli effetti dell’agopuntura sono state fornite da esperimenti clinici relativi all’uso di questo metodo per alleviare la nausea e il vomito. L’agopuntura fa diminuire la nausea e il vomito causati dalla chemioterapia e dagli interventi chirurgici. Una ricerca relativa all’uso (anche contemporaneo) dell’agopuntura e delle iniezioni di vitamina B6 per la terapia della nausea e del vomito nelle pazienti in chemioterapia per tumore alle ovaie ha dimostrato che l’uso combinato dell’agopuntura e della vitamina B6 è più efficace contro il vomito che non l’agopuntura o la vitamina B6 singolarmente. Uno studio randomizzato condotto su pazienti che lamentano stanchezza provocata da un tumore ha evidenziato che chi si è sottoposto a una serie di sedute di agopuntura è meno affaticato rispetto alla somministrazione di placebo. Lo scopo della maggior parte delle osservazioni e degli esperimenti clinici relativi all’uso dell’agopuntura nei pazienti oncologici è quello di studiare gli effetti dell’agopuntura sui sintomi del tumore e sugli effetti collaterali causati dalle terapie antitumorali. Tra gli effetti collaterali ricordiamo: dimagrimento, emottisi (tracce di sangue con la tosse), secchezza delle fauci, proctite (infiammazione del retto), disturbi della parola, ostruzioni dell’esofago, singhiozzo, edema agli arti, ansia e depressione, tosse. Già nel 1997 l’NIH Consensus Conference concludeva che “vi sono risultati promettenti sull’efficacia dell’agopuntura nel trattamento di nausea e vomito postoperatorio e da chemioterapia”. Da allora sono stati condotti <strong>numero</strong>se altre sperimentazioni cliniche, i cui risultati sono stati sintetizzati in due review Cochrane. Nella prima, Ezzo JM (2006) conclude affermando che esiste un effetto biologico della stimolazione degli agopunti. L’agopuntura ha dimostrato beneficio per il vomito immediato post chemioterapia. Nella seconda, Lee (2009) conferma che la stimolazione del punto di agopuntura PC6-neiguan previene nausea e vomito post operatorio, mostrando la stessa efficacia dei farmaci antiemetici. In altri lavori scientifici l’agopuntura ha dimostrato la sua efficacia in oncologia pediatrica e nel vomito secondario all’utilizzo di cisplatino. L’American College of Chest Physicians (2007) raccomanda l’utilizzo dell’ agopuntura nei pazienti con cancro polmonare per la nausea o il vomito. La xerostomia, o secchezza della bocca, rappresenta uno dei maggiori problemi nei pazienti sottoposti a radioterapia del cavo orale o della regione del collo. Studi clinici hanno già dimostrato come l’agopuntura sia in grado di aumentare il flusso salivare in volontari sani, nei pazienti affetti da sindrome di Sjogren o da danno post attinico delle ghiandole salivari. L’agopuntura migliora la qualità di vita e la soggettiva sensazione di xerostomia in pazienti irradiati per tumori della testa o del collo. Le “vampate di calore” sono disturbi che possono presentarsi nelle donne affette da tumore al seno sottoposte a chemioterapia o a trattamenti con farmaci ad azione antiestrogenica, oppure in pazienti maschi affetti da cancro della prostata sottoposti a trattamenti ormonali. In uno studio 167 donne affette da tumore al seno e 11 maschi con neoplasia prostatica già trattati con altre metodiche sono stati sottoposti ad agopuntura e controllati a distanza di tempo; le principali cause delle “vampate” erano l’uso di tamoxifene, la sospensione di ormonoterapia sostitutiva e l’utilizzo di analoghi del LHRH. L’agopuntura si è dimostrata utile nel controllo dei sintomi con un periodo di osservazione di ben sei anni. Frisk et al (2008) hanno effettuato una ricerca su donne con tumore mammario osservando una sensibile riduzione della frequenza di disturbi vasomotori con 12 settimane di trattamento con agopuntura. Hervik et al (2008) hanno sottoposto ad agopuntura vera e falsa (sham) 59 donne in trattamento con tamoxifene; sono stati ottenuti miglioramenti significativi delle vampate solo nel gruppo trattato con agopuntura vera. Walker et al (2010) hanno condotto un RCT confrontando il trattamento con Venlafaxina con l’agopuntura su 25 donne per gruppo. L’agopuntura ha fornito risultati uguali al farmaco, ma non ha mostrato alcun evento avverso contro 18 casi nel gruppo trattato con venlafaxina (nausea, bocca secca, vertigine, ansia). L’agopuntura ha provocato anche un aumento del desiderio sessuale nelle donne ed un aumento soggettivo del senso di benessere, dell’energia e della lucidità mentale. Frisk et al (2008) hanno studiato 31 maschi con cancro alla prostata. In questi pazienti, trattati con agopuntura, si è ottenuta una riduzione significativa delle vampate di calore e dei sintomi correlati fino a nove mesi dopo la fine del trattamento. Conclusioni Gli studi finora condotti forniscono dati sufficienti per suggerire l'utilizzo dell'agopuntura nei pazienti affetti da cancro, come integrazione alle terapie convenzionali, sia per contrastare i sintomi della malattia, sia per attenuare gli effetti avversi delle terapie antitumorali. Le complicazioni a seguito di un trattamento di agopuntura se eseguito da medici esperti sono rarissime così come gli effetti collaterali. I pazienti possono lamentare dolore e fastidio durante la seduta, stanchezza, capogiri, sonnolenza, o a volte si può notare la presenza di ecchimosi nella zona di infissione dell’ago e in rarissimi casi è stata segnalata la possibilità di infezione. Alla luce di questi dati diventa sempre più improcrastinabile l’apertura di centri di medicina integrata in tutto il territorio nazionale affinchè la collaborazione tra specialisti delle diverse branche (oncologi, internisti, chirurghi, anestesisti ed esperti di medicina complementare) possa favorire il miglioramento non solo della prognosi ma anche della qualità della vita di persone che vivono un drammatico momento della loro esistenza. g HOMEOPATHY AND INTEGRATED MEDICINE | novembre <strong>2012</strong> | vol. 3 | n. 2
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