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Semeiotica Faccini.pdf - AppuntiMed

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SEMEIOTICA<br />

La diagnosi serve a riconoscere una malattia (categoria) in base ai “sintomi” o ai “segni”, che sono i fenomeni che<br />

il paziente presenta, o che vengono in qualche modo rilevati dal medico. Segni e sintomi vanno sotto il nome del<br />

quadro clinico (raccolta dei rilievi clinici). Per una buona diagnosi bisogna basarsi su un’accurata anamnesi, ma<br />

soprattutto dalla conoscenza.<br />

Gli esami clinici possono confermare l’ipotesi; come tali questi esami devono essere mirati.<br />

Nella diagnosi entra in modo preponderante la semeiotica fisica, che permette di rilevare quelle variazioni dal<br />

normale che il paziente possibilmente presenta.<br />

Nb: La semeiotica si divide in:<br />

• fisica: più o meno stabile nel tempo<br />

• funzionale: sempre in evoluzione (RM, tomografie, endoscopie…)<br />

• di laboratorio<br />

La metodologia è l’insieme di leggi che regolano ciò che il medico deve fare, come deve farlo… come dovrebbe<br />

ragionare, insomma.<br />

Viene a dividersi in due momenti:<br />

1) anamnesi<br />

a. familiare<br />

b. personale / patologica<br />

c. problema attuale ⇒ nella filosofia del 2010 è il più importante<br />

2) esame obiettivo (e.o.)<br />

a. ispezione<br />

b. palpazione<br />

c. percussione<br />

d. ascoltazione<br />

L’importante al termine di tutto ciò è riportare i dati raccolti nella cartella clinica i rilievi clinici:<br />

- sintomi: riferiti dal paziente; possono essere forvianti, in quanto egli può dare più rilievo a sintomi in<br />

realtà meno importanti.<br />

- segni: rilevati dal medico (soffio cardiaco, epatomegalia, alterazione dei suoni arteriosi)<br />

⇒ questi due possono coincidere, a volte, e possono avere…<br />

valore segnaletico: quel sintomo/segno può verosimilmente indicare la presenza di una malattia<br />

valore probativo: capacità dei rilievi clinici di provare la presenza di una determinata malattia<br />

In particolare i rilievi clinici possono essere:<br />

1) patognomonici ⇒ sensibilità 100%: se non c’è, non è detto che la malattia non ci sia, ma se c’è, la<br />

malattia è sicura.<br />

2) obbligatori ⇒ specificità 100%: se non c’è, la malattia non c’è<br />

3) perfetti ⇒ non esistono: specificità e sensibilità 100%<br />

Molte diagnosi si basano più sulla statistica, la positività o negatività quindi ad una determinata diagnosi si<br />

definisce in termini di sensibilità e specificità:<br />

sensibilità: la probabilità che un individuo portatore sia positivo a quel rilievo clinico. (Veri Positivi / tutti)<br />

specificità: la probabilità che il soggetto sano non presenti il rilievo clinico. Il rischio è di falso negativo<br />

(veri negativi / falsi positivi + veri negativi)<br />

Il valore predittivo positivo del test è descritto dalla probabilità che un soggetto positivo sia effettivamente<br />

affetto dalla malattia. Il valore predittivo negativo prevede l’inverso.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 1


Esame Obiettivo<br />

E’ di esclusiva pertinenza medica. Non è necessaria particolare attrezzatura (fonendoscopio, martelletto)…<br />

Si può eseguire tutte le volte che si ritenga necessario; conta di 4 momenti in successione:<br />

1) ispezione ⇒ prettamente visiva: dà il concetto generale dell’insieme del paziente: sesso, facies,<br />

costituzione, camminata, presenza di lussazioni, valutazione, ematomi, porpore palpabili,<br />

lesioni di Janeway (macchie distali nell’endocardite), gozzo, ascite, ittero, linfedema,<br />

esoftalmi…<br />

2) palpazione ⇒ si usano una o due dita (esplorazione rettale / vaginale…)<br />

• conferma e precisa i rilievi dell’ispezione<br />

• delimita gli organi (fegato, milza… normalmente non palpabili): è importante il da cui ci si pone<br />

rispetto al paziente: p.es il rene destro si rileva con la mano sinistra e<br />

viceversa, quella libera si pone a livello lombare<br />

• può rilevare pulsazioni<br />

• eventuali vibrazioni:<br />

- spontanee (nei soffi cardiaci a volte è rilevabile come un fremito)<br />

- provocate (FVT)<br />

3) percussione 1 : è la manovra più difficile forse; Viene eseguita attualmente grazie alle mani… ha<br />

l’obbiettivo di produrre suoni facendo vibrare la parte del corpo in esame: laddove vi sia<br />

aria, il suono sarà profondo, più chiaro.<br />

• diretta: si usa molto raramente<br />

• mediata: digito digitale<br />

4) auscultazione: per quanto discusso, è sempre in auge; i rumori polmonari p.es possono cambiare da un<br />

momento all’altro, e solo l’auscultazione frequente, continua, può rilevare questi<br />

cambiamenti. Rimane la più importante delle quattro<br />

• diretta: appoggiando l’orecchio sulla parte interessata<br />

• indiretta: mediata ovviamente da uno strumento<br />

- stetoscopio: è formato da<br />

diaframma ⇒ amplifica le frequenze elevate e attenua le basse frequenze: va<br />

tenuto premuto contro la cute in maniera ferma, evitando che<br />

strisci, generando rumori fittizi.<br />

campana ⇒ amplifica le frequenze basse e filtra le alte. Questo strumento<br />

riduce le limitazioni dell’orecchio umano (20-20'000 Hz)… p.es le<br />

frequenze basse del terzo e quarto tono sono favorite in questo<br />

modo. Non va premuto, altrimenti la pelle tesa farebbe da<br />

diaframma e si perderebbe l’effetto campana.<br />

E’ lo strumento tradizionalmente utilizzato nella pratica medica, littmann in<br />

particolare è un cardiologo che ha introdotto il tubo flessibile… Esiste la versione a<br />

due tubi: quello di rappaport, che però potrebbe generare sensazioni fasulle date dal<br />

toccarsi dei due tubi. E’ importante che le olivette, appoggiate all’orecchio, siano<br />

rivolte verso l’alto.<br />

In quanto a manutenzione, l’unica cosa è stare attenti che non si consumino le olive, se<br />

si rompe la biforcazione del tubo, è da buttare. La pulizia del diaframma andrebbe<br />

eseguita con alcool. La lunghezza del tubo è importante: il meglio sarebbe tra 56 e<br />

69cm e ∅ 22-27.<br />

1 nasce nel 1761 da Leopoldo Auenbrugger, che scrive il libro “interventum novum”: fin dal 1800 è un’operazione che si<br />

fa mediata, cioè non eseguita direttamente con le mani ma con plessore (da applicare alla zona da percuotere) e<br />

plessimetro (una specie di martelletto)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 2


- fonendoscopio: registra ed amplifica i suoni, è possibile programmarlo anche per<br />

registrare frequenze particolari (che cambiano a seconda del tipo di<br />

auscultazione). E’ possibile oltre che sentire, vedere graficamente il<br />

suono, in alcuni modelli….<br />

Nb: i reperti di auscultazione e percussione non dipendono dalle malattie di per se, ma dalle modificazioni di<br />

tipo anatomico che esse inducono. Questa è la chiave per poter interpretare i dati dell’esame obbiettivo.<br />

Inoltre, malattie completamente diverse possono mostrare gli stessi reperti, contemporaneamente la stessa<br />

malattia può indurre una serie di reperti diversi… la stessa malattia vede un’evoluzione dei suoni<br />

dipendentemente dallo stadio in cui ci si trova: questo dà la possibilità di interpretare i reperti dell’esame<br />

obiettivo.<br />

Anamnesi<br />

Protagonisti<br />

Non ci sono intermediari, o aiuti: sono il medico ed il malato. A prescindere dalla diagnosi il rapporto medico<br />

paziente dipende da questo momento. Bisognerebbe essere il più impersonali possibile, ma non è facile, anzi..<br />

Definizione<br />

Racconto personale del malato delle proprie malattie e non solo! Non è una semplice enumerazione degli eventi<br />

clinici della vita del paziente; si rilevano infatti anche dati sullo stato di salute dei familiari (vivi, morti, patologie<br />

avute…). La storia dovrebbe riportare solo gli elementi positivi (non si dice “non ha vertigini”, “non ha..”), cioè<br />

solo quello che il paziente presenta.<br />

Il rapporto medico paziente è privilegiato, e non c’è spazio per la privacy; contemporaneamente non ci devono<br />

essere pregiudizi da parte del medico (nonostante i sentimenti a pelle). Quindi vanno spiegati gli esami da<br />

eseguire, eventualmente la diagnosi, terapia e prognosi, stando ben attenti a non dare false speranze…<br />

Si distinguono anamnesi…<br />

• euristica ⇒ informazioni finalizzate per problemi, sullo stesso concetto si basa<br />

l’e.o. finalizzato (mal di pancia ? si controlla la pancia)<br />

• sistemica ⇒ ricerca di notizie tutte: teoricamente non bisognerebbe affrontare il paziente con<br />

pregiudizi riguardo la malattia, quindi questo sarebbe concettualmente l’unico<br />

approccio valido…<br />

§<br />

Step da Seguire<br />

Presentarsi al paziente, ed iniziare subito dal problema attuale, in ordine:<br />

a. problema attuale<br />

- che cosa posso fare per lei ?<br />

- perché è venuto in ospedale / ambulatorio ?<br />

- che cosa la preoccupa ?<br />

- che disturbi presenta ? Invitare il malato a dare un racconto il più completo possibile<br />

con parole sue (senza correggerlo), conducendolo cautamente<br />

verso la giusta direzione, valutando man mano la verosimiglianza<br />

del racconto…<br />

Finito il racconto spontaneo è bene (soprattutto se si ha la<br />

sensazione che manchi qualcosa) provare ad insistere un minimo:<br />

qualcos’altro da aggiungere ? e poi ? …<br />

b. precisare il più possibile i sintomi: bisogna sapere cosa cercare, ovviamente…spesso è meglio<br />

frazionare le domande, non andare sul complesso o<br />

dettagliato immediatamente, e cercare di eliminare la<br />

soggettività il più possibile…<br />

- dove, quando, quanto<br />

- se assomiglia ad altro<br />

- se si accentua, si attenua, si modifica o è sempre lo stesso in diverse situazioni<br />

c. storia familiare: è opportuno segnarla, a volte viene ricostruito anche l’albero genealogico<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 3


d. storia fisiologica /personale: di solito è più strutturata e va completamente compilata<br />

e. storia farmacologica<br />

f. storia patologica remota<br />

g. passare in rassegna organi / apparati<br />

<br />

Ricovero d’urgenza<br />

Il medico di guardia p.es ha una cartella molto più libera, dove deve riportare il problema e l’esame<br />

obiettivo specifico (dolore addominale ⇒ esame obiettivo dell’addome), nonché i farmaci assunti,<br />

eventuali esami da eseguire…<br />

La diagnosi sarà approssimativa, diciamo che sarà più un’ipostesi diagnostica.<br />

Problema attuale e suo Approfondimento<br />

<br />

I punti dell’Anamnesi nello specifico<br />

1) Modalità d’inizio e cronologia del sintomo (spesso è un dolore)<br />

• quando è iniziato<br />

• che cosa stava facendo<br />

• dov’era<br />

• circostanze hanno caratterizzato l’inizio del sintomo<br />

• periodicità e la frequenza se il sintomo è intermittente<br />

2) Localizzazione precisa<br />

• indicare chiaramente la sede del sintomo<br />

• individuare la profondità e l’irradiazione dello stimolo doloroso<br />

3) Carattere (qualità) del sintomo: difficile da descrivere, il paziente spesso ricorre a paragoni, anche i più<br />

fantasiosi<br />

• come descriverebbe il suo dolore ?<br />

• che tipo di dolore è ?<br />

• sordo ?<br />

• urente ?<br />

• costrittivo ?<br />

4) Intensità e Quantità<br />

• dolore: scala 1-10… molto soggettivo (precisare al paziente che 10 = parto)<br />

• dispnea: dopo quanti passi, quanti gradini ?<br />

• minzioni: 10 ? 15 ?<br />

• claudicatio: dopo quanti metri, quanti passi ?<br />

5) Fattori che possono Influenzare il Sintomo<br />

• Attenuato: arresto attività fisica<br />

• Aggravato: camminare più in fretta<br />

• Decubito: dolore p.es che si può avere in una pleurite: si attenua se si decombe dalla parte<br />

opposta.<br />

• Farmaci<br />

6) Sintomi Associati: p.es nella dispnea, la difficoltà di respirare può porre in secondo luogo una febbre, un<br />

edema periferico…<br />

• sindromi: il sintomo, assieme agli altri, può descrivere una sindrome clinica<br />

• fattori iatrogeni: farmaci che possono aver avuto una certa importanza<br />

• fattori ambientali<br />

Attenzione: bisogna cercare di essere obiettivi. Non cercare quello che si vuol trovare. Inoltre bisognerebbe<br />

scrivere se mancano sintomi importanti (febbre, disuria…)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 4


Storia Farmacologica<br />

Farmaci assunti sia su consiglio medico che autonomamente.<br />

Condizioni del Paziente<br />

1) Collaborante<br />

§<br />

Riguardo l’Anamnesi<br />

2) Non collaborante: coma, disorientato, gravi turbe mentali e psichiche; politraumatizzati, critico<br />

3) Specialistico<br />

Tipo di Visita<br />

1) Prima visita: bisogna chiedere tutto<br />

2) Visita di Controllo: ha l’obbiettivo di verificare i risultati<br />

3) Visita Specialistica: non farà tutta la storia, ma sarà mirata<br />

Tecnica di Colloquio<br />

Saper colloquiare durante l’anamnesi, porta a<br />

• diagnosi più accurate (il 70% delle diagnosi scaturisce da anamnesi fatte bene)<br />

• si può ottenere un’alleanza terapeutica col paziente…<br />

• dalla fiducia possono emergere ulteriori dati importanti<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 6


Ricordiamo dei punti importanti, come<br />

Torace<br />

Angolo del Louis ⇒ l’incisura tra il manubrio e il corpo dello sterno<br />

C7, vertebra sporgente: molto utile per contare le vertebre<br />

Angolo Costale: non è molto utile praticamente, è quello descritto dal processo xifoideo in<br />

modo tangenziale della parte cartilaginea delle costole.<br />

Sono importanti, ai fini dell’analisi del torace, alcune linee di riferimento verticali:<br />

- medio sternale<br />

- margino sternale<br />

- para sternale<br />

- emiclaveare<br />

- ascellare anteriore<br />

- ascellare media<br />

- ascellare posteriore<br />

- angolo scapolare: passa per i due angoli scapolari<br />

- vertebrale: al centro del dorso<br />

ed orizzontali…<br />

- xifo-sternale: all’altezza della congiunzione tra corpo e processo<br />

xifoideo dello sterno<br />

- angolo sternale: indovina…<br />

- soprascapolare<br />

- della spina<br />

- dell’angolo inferiore della scapola<br />

p.te anteriore<br />

p.te laterale<br />

p.te posteriore<br />

p.te anteriore<br />

p.te posteriore<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 7


Sintomi di disfunzione dell’apparato:<br />

Apparato Respiratorio<br />

§<br />

Tosse<br />

si tratta di c.a 30mln di soggetti annui ricoverati per questo fattore. E’ un atto fisiologico che consente di<br />

espellere ciò che si entrato nelle vie respiratorio, o quelle secrezioni fisiologicamente prodotte 2 e trasportate<br />

dall’apparato ciliare che devono essere eliminate. Si compone di diversi momenti:<br />

• fase inspiratoria<br />

• fase di messa in tensione<br />

• fase espulsiva<br />

E’ un evento mediato da diversi recettori:<br />

• mucosa laringea<br />

• polmone<br />

• pleura<br />

• zone trigeminali e glosso faringee<br />

• orecchio (timpano)<br />

• diaframma<br />

Caratteristiche<br />

1) durata<br />

acuta (< 1 mese)<br />

sub acuta (1/2 mesi)<br />

cronica (+ di 2 mesi)<br />

2) timbro: è legato alle condizioni delle corde vocali<br />

tosse afona o fioca o velata<br />

bitona: segnala una lesione delle corde vocali o di una patologia mediastinica<br />

3) frequenza/ritmo<br />

giornaliera<br />

notturna<br />

diurna<br />

4) produttività<br />

secca o non produttiva<br />

umida o produttiva: si può trattare di escreato più o meno mucoso, purulento o ematico:<br />

materiale proveniente dalle vie respiratorie ed emesso coi colpi di tosse (è<br />

importante), e composto di due porzioni:<br />

- fluida, acquosa ⇒ ghiandole sierose: albumina ed enzimi, più altre proteine quali<br />

lattoferrina, callicreina, lisozima, sIgA… che vengono prodotte<br />

localmente.<br />

- densa, insolubile ⇒ gh. mucipare caliciformi della mucosa: il muco è costituito da<br />

varie proteine (mucine), formanti un fitto reticolo stratificato<br />

sulla superficie dell’epitelio bronchiale con lo scopo di bloccare le<br />

particelle inalate.<br />

5) Associazione con altri Sintomi: è importante per indagare e fare luce…<br />

• febbre<br />

• dispnea<br />

• dolori toracici<br />

• vomito<br />

2<br />

Ricordiamo la presenza di sIgA (secretorie)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 8


La dispnea: è un problema importante, se non altro per la quantità di patologie<br />

associate. Si tratta di respiro cosciente, volontario, penoso. Può originare da<br />

• patologia cardiaca<br />

• patologia respiratoria<br />

• anemie severe<br />

• altri disordini neuromuscolari<br />

Caratteristiche dell’Espettorato<br />

Può comportare cianosi, cioè una colorazione bluastra con<br />

Hb < 5ml/dl, e si vengono a generare le dita a bacchetta di<br />

tamburo o ippocratiche (immagine), derivanti dallo stimolo<br />

ipossiemico; è una manifestazione para neoplastica del<br />

connettivo di mani e piedi.<br />

quantità ⇒ fisiologicamente max 100ml /24h. E’ misurabile con l’utilizzo di sputacchiere graduate.<br />

broncorrea ⇒ 300+ cc /24h di espettorato<br />

modalità d’espulsione: normalmente l’espettorazione si ottiene dopo una serie di colpi di tosse.<br />

odore: può aiutare la diagnosi<br />

tipo<br />

vomica ⇒ singolo colpo di tosse che provoca l’emissione d’abbondante espettorato<br />

a. mucoso: se è bianco si tratta probabilmente di muco puro: ha aspetto vischioso, filante, bianco<br />

traslucido o perlaceo. Lo si trova nelle bronchiti acute e croniche, tipico di uno stato<br />

infiammatorio non settico.<br />

b. sieroso: tipico dell’edema polmonare, ha un aspetto schiumoso, aerato, rosato<br />

(in linea generale tutti i liquidi provenienti dai polmoni sono schiumosi)<br />

c. purulento: di colore giallastro, è praticamente certa l’infezione delle vie respiratorie.<br />

Lasciandolo decantare per qualche tempo si può ottenere una tipica stratificazione su<br />

tre livelli: superiore (muco, prevalentemente), medio (sieroso e semi trasparente),<br />

inferiore (purulento, ricco di detriti cellulari e di ammassi globulari di pus).<br />

d. emorragico: ovviamente se c’è del sangue… l’origine è dalle basse vie respiratorie (cioè al di<br />

sotto della laringe). Si può trattare anche di emorragie gravi:<br />

emottisi: dal muco striato di sangue all’emissione di grandi quantità, fino allo shock,<br />

ma più spesso si usa questo termine se le quantità sono abbondanti.<br />

emoftoe l’espulsione di sangue frammisto muco<br />

Nb: La “gassosità” del sangue è indicativa di provenienza dalle vie aeree. Per DD tra sangue del<br />

tratto GI e del respiratorio vedere semeiotica chirurgica.<br />

e. fibrinoso: si parla di vere e proprie masse di fibrina, con colorito biancastro e forma del bronco<br />

Domande per indagare la tosse<br />

come descriverebbe la sua tosse ?<br />

da quanto tempo?<br />

ha iniziato improvvisamente ?<br />

Fuma (da quanto? quanto?)<br />

Con la tosse ha sputo ?<br />

Quanto ? Di che Colore ? Ha odore (cattivo)<br />

La tosse dura parecchio ?<br />

Compare Dopo i Pasti ?<br />

Peggiora variando le Posizioni ?<br />

Cosa la fa Passare?<br />

Sintomi Associati ?<br />

Ha animali in casa ? Contatti con Tubercolosi ?<br />

La sua tosse è sempre uguale o c’è qualche<br />

caratteristica nuova ?<br />

Neoplasie o infezioni possono modificare la tosse.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 9


Esame Obiettivo del Torace<br />

Per eseguire un EO del torace il paziente deve essere a torace libero, scoperto, completamente. Punto.<br />

<br />

Ispezione<br />

• forma: idealmente un trapezio rovesciato<br />

- simmetria: si valuta tracciando la linea mediosternale e valutando le due metà della gabbia<br />

toracica.<br />

- deformità<br />

• tipo di respiro<br />

- costale<br />

- diaframmatico<br />

- patologico: Kussmaull, Biot, Cheyne Stokes …<br />

• rientramenti costali: quando nella generale espansione del torace, ci sono parti che non si muovono<br />

• cute / sottocutaneo<br />

Malformazioni della Parete Toracica<br />

si tratta di malformazioni che possono essere relative a:<br />

• Colonna Vertebrale<br />

lateralmente: delle curvature fisiologiche che possono essere alterate:<br />

- Cifosi: incremento della curvatura toracica con concavità anteriore.<br />

- Lordosi: incremento o scomparsa della curva lombare con concavità posteriore.<br />

In questo caso il bacino tende all’esterno in modo evidente.<br />

frontalmente risulta rettilinea, alterazioni sono dette scoliosi e possono essere destre o sinistre:<br />

la scoliosi di per se non è pericolosissima, ma le conseguenze possono essere<br />

significative sul piano clinico:<br />

- Si alterano i volumi della gabbia toracica. Si quantifica con<br />

l'angolo di deformazione.<br />

- Si altera la deambulazione per compensare con livelli diversi<br />

delle spalle p.es…<br />

• Sterno (poco frequenti)<br />

petto excavato presente in due forme: (immagine )<br />

- bassa<br />

- estesa<br />

l'angolo è alterato: si vede abbastanza bene. Nelle forme più gravi devono<br />

essere corrette, in caso contrario si possono avere delle turbe della<br />

ventilazione molto significative.<br />

petto carinato: lo sterno assume una forma a carena di nave, si definisce<br />

nelle stesse due forme. si possono avere delle alterazioni<br />

della inserzione delle coste, ma generalmente non danno<br />

problemi. (immagine )<br />

petto arcuato: dove lo sterno acquisisce una angolazione particolarmente<br />

significativa. ( immagine dello sterno)<br />

sindrome di Poland: ipoplasia unilaterale della parete toracica. Si<br />

caratterizza per:<br />

- assenza di cartilagini costali<br />

- ipoplasia o assenza della mammella (immagine )<br />

- assenza del capo sterno costale dei mm gran pettorale e piccolo<br />

pettorale<br />

- brachidattilia dallo stesso lato<br />

sindrome di Jeune: è genetica: le coste sottosviluppate portano ad un<br />

torace a campana, con gravi turbe respiratorie.<br />

distrofia toracica restrittiva acquisita<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 10


• Coste<br />

Palpazione<br />

fratture costali mal riparate<br />

interventi per tubercolosi<br />

• Muscolatura: legate a sviluppo disarmonico delle strutture muscolari<br />

Torace a Botte: il soggetto ha un torace che tende ad essere sempre inspiratorio, in questo caso il<br />

diametro antero posteriore incrementa in modo considerevole<br />

• Ghiandola Mammaria come la ginecomastia, avviene a volte nel Klineferter, ci si accorge a livello di<br />

visita militare, può essere.<br />

bilaterale<br />

monolaterale<br />

• Respirazione: come abbiamo visto si divide in tre parti, due di espiro e una d’inspiro; le varie alterazioni<br />

nella dispensa del prof. Fabris; Per rilevare la frequenza si applica una mano sul torace<br />

e si rileva per un minuto, non frazioni (le definizioni tra tachipnea e bradipnea si<br />

giocano in pochi atti respiratori).<br />

• Cute: ci possono essere lesioni:<br />

da grattamento (dove arriva la mano).<br />

spider nevi<br />

melanoma<br />

zoster<br />

circoli collaterali<br />

edema a mantellina<br />

Permette di valutare<br />

• frequenza respiratoria: mano appoggiata sull’emitorace destro, contare un minuto.<br />

• simmetria del torace: si esegue ponendo le mani alla base dei polmoni, abbracciando il torace<br />

con la mano, coi pollici avvicinati a livello della linea vertebrale. L’indice<br />

da controllare è l’avvicinamento dei pollici, ed eventualmente la pica di<br />

pelle che viene a formarsi tra i due pollici. Può venir eseguito anche<br />

anteriormente, sia a livello della base dei polmoni che a livello clavicolare.<br />

• FVT: Fremito Vocale Tattile evocato: è una vibrazione percepita dal palmo della mano (va<br />

appoggiato tutto), è provocato: bisogna chiedere appunto al paziente di dire qualcosa,<br />

classicamente “trentatré”. Sottende<br />

- corde vocali integre<br />

- pervietà dei bronchi fino agli alveoli<br />

- non alterazioni del contenuto aereo del polmone,<br />

che può influenzare la percezione periferica.<br />

Più aria ⇒ meno fremito, e viceversa.<br />

- non infiltrazioni pleuriche<br />

(un pneumotorace p.es elimina il FVT)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 11


Parlando del FVT ci sono diverse zone del torace anteriore da valutare (si testa anche la simmetria):<br />

A livello toracico è possibile, per indagare zone più ristrette è possibile usare anche la mano di taglio (lato ulnare)<br />

• eventuali punti dolorosi<br />

- di Valleix:<br />

a. forami d’uscita dei rami perforanti dei nn.intercostali<br />

b. spazi intercostali, lungo le linee..<br />

margino sternali (II/III sono frenici)<br />

ascellare media<br />

paravertebrali (VI-XII sono frenici)<br />

- punti frenici<br />

a. tra i capi dello sternocleido mastoideo<br />

b. II / III spazio sulla margino sternale<br />

c. VI-XII costa sulla paravertebrale<br />

<br />

Percussione<br />

topografica: per delimitare apici e basi polmonari; in questa manovra il dito plessore (quello appoggiato) va<br />

posto parallelamente al margine indagato, negli spazi intercostali.<br />

comparativa: anteriore, posteriore o laterale come per la palpazione, vale la<br />

stessa cosa<br />

Una volta veniva eseguita anche in modo diretto: ora si usa quasi solo l’indiretta, con<br />

plessore e plessimetro, in genere usando per entrambi il dito medio. Il movimento è<br />

tipicamente di polso.<br />

Il punto dove cade il plessore (il dito che percuote) è il punto di congiunzione tra<br />

seconda e terza falange. L’unica cosa che appoggia fermamente sul torace, nella<br />

manovra, è il dito che fa da plessimetro, altrimenti si bloccano i suoni.<br />

L’intensità della percussione non deve essere troppo elevata, anche se in questo<br />

modo non si indagano più di 3-4 cm. Aumentando la forza si indaga più in profondità<br />

ma con meno precisione. Quello che si riscontra diffusamente è un suono timpanico:<br />

tipicamente quello che si ha percuotendo lo stomaco, cioè cavità piene d’aria<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 12


Topografica<br />

1) base del polmone<br />

• posteriormente ⇒ X spazio intercostale<br />

• anteriormente ⇒ percepibile solo a sinistra, in quanto a destra a livello del V spazio si ottiene<br />

un suono ottuso dovuto al margine superiore del fegato.<br />

E’ importante percuotere lungo le linee verticali del torace:<br />

- para vertebrale<br />

- angolo spinale<br />

- ascellare posteriore<br />

2) abbassamento delle basi (3-4 cm) nell’inspirazione profonda: si rileva prima il punto d’inizio dell’ottusità,<br />

ci si sposta 3-4 cm più sotto, e si chiede d’inspirare profondamente, se il suono si schiarisce in inspirio e<br />

torna ottuso nell’espirazione, si è rilevata così l’escursione della base. Un’altra tecnica è di scendere<br />

percuotendo durante l’inspirio, invece di scendere prima.<br />

Comparativa<br />

Come sempre bisogna tenere un certo ordine:<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 13


Cosa si può ascoltare:<br />

1) rumori fisiologici (vd. sotto)<br />

2) rumori aggiunti<br />

a. discontinui (10ms)<br />

c. sfregamenti<br />

3) voce<br />

<br />

Auscultazione<br />

Secondo la classica suddivisione di Laennec’s si hanno tutti rantoli:<br />

- umidi o crepitanti<br />

- mucosi o gorgoglianti<br />

- secchi<br />

- fischi<br />

- crepitanti<br />

Sarà anch’essa comparativa, da eseguirsi sempre<br />

con ordine passando per ogni livello da un<br />

polmone all’altro. Raccomandazioni:<br />

• far respirare a bocca aperta, per<br />

evitare che si formino vortici a livello<br />

del naso<br />

• provare dopo un colpo di tosse<br />

• mai attraverso i vestiti<br />

• in diverse posizioni<br />

• bagnare i peli<br />

La traduzione dai testi ha dato luogo a grosse confusioni. Ognuno sente a modo suo, è difficile descrivere, ed in<br />

ogni caso non è possibile associare ad un determinato suono una determinata malattia… Nel 1977 poi<br />

l’International Lung Sound Association ha dato una classificazione semplificata attualmente in uso: prima di tutto<br />

si distingue tra suoni normali o aggiunti.<br />

1) Normali<br />

a. tracheale: è uguale, nel senso che il rapporto tra inspirio ed espirio è di 1:1, con una piccola<br />

pausa tra i due momenti. Lo si ascolta solo a livello tracheale, in altri punti è<br />

patologico.<br />

b. bronchiale: proiettato al livello della divisione tra trachea e bronchi (manubrio / corpo dello<br />

sterno): anch’esso è uguale, e presenta la pausa.<br />

c. bronco alveolare: meno intenso del bronchiale, rilevabile posteriormente.<br />

d. murmori vescicolari: è quasi esclusivamente inspiratorio, in ogni caso è senza pausa<br />

probabilmente è dovuto al passaggio dal moto laminare a turbolento dell’aria<br />

man mano che si scende. Il parenchima aerato del polmone va comunque<br />

ad attenuare i suoni, in quanto mezzi meno densi conducono male.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 14


2) Rumori Aggiunti: in virtù della difficoltà di definizione dei rumori di preferisce distinguere<br />

semplicemente tra continui e discontinui, parametro molto più semplice.<br />

a. Discontinui: determinati dal passaggio dell’aria attraverso secrezioni contenenti bolle, rotte dal<br />

passaggio dell’aria ⇒ scompaiono / si modificano con la tosse.<br />

b. Continui<br />

c. Sfregamenti<br />

d. fisiologici ma in sedi non proprie<br />

3) Ascolto della Voce<br />

Nella pratica però si utilizzano per i Rumori aggiunti ancora termini obsoleti, in particolare si parla di<br />

Rantoli (crackles) / rumori umidi e di Ronchi / rumori secchi, che loro volta poi vanno incontro a ulteriori<br />

suddivisioni.<br />

In particolare andrebbero analizzati per dire se sono<br />

- uguali / disuguali: nelle diverse fasi della ventilazione<br />

- localizzati / diffusi<br />

- forti / deboli<br />

- in / espiratori<br />

L’origine dei rumori è molto probabilmente la trachea, dove si sa esserci molta turbolenza; a meno che non ci<br />

siano rumori aggiunti, fisiologicamente negli alveoli non si crea rumore. Quindi alla fine il murmure<br />

vescicolare è un rumore tracheo bronchiale che si modifica nel tragitto alla periferia, con le stesse modalità<br />

con cui si modifica il FVT. Il polmone è quindi visto come un filtro, che cambia le caratteristiche del suono che<br />

lo attraversa in virtù del suo contenuto aereo.<br />

I rumori aggiunti sono stati suddivisi nel ’76:<br />

1) rantoli grossolani: bassa frequenza. Sono discontinui (modificabili con la tosse)<br />

2) rantoli fini: alta frequenza, sono anche detti crepitanti. Sono legati ad una vibrazione della parete<br />

tracheale che si espande improvvisamente. Evidentemente non si modificano con la tosse.<br />

In particolare nella fibrosi polmonare avrebbero un’importanza clinica.<br />

3) fischi: possono essere mono o poli - fonici. Sono tra i segni più tipici di patologia. Si tratta di rumori<br />

continui e musicali. Sono fisiologici durante l’espirazione forzata massima, in quanto si mettono<br />

in oscillazione le pareti bronchiali. La patogenesi origina da fenomeni stenotici dei bronchi.<br />

a. asma bronchiale:<br />

b. edema polmonare<br />

c. qualsiasi causa di stenosi: tumori, edemi, corpi estraeni….<br />

4) stridor: è tipico da corpo estraneo pervenuto in trachea, inspiratorio, è un’emergenza<br />

5) soffio: rumore quasi uguale a quello tracheale, percepito perifericamente. Indica, nel punto in cui si riesce<br />

ad auscultare, un addensamento parenchimatoso (assenza di aria) pur essendo il bronco pervio. Il<br />

“filtro” costituito da parenchima aerato viene meno e si sente anche a livello periferico il rumore<br />

tracheale.<br />

a. pleurico: espiratorio, ha una intensità dolce e sembra una “E” a livello di tonalità: versamento<br />

b. Anforico: espiratorio, lieve, con tonalità metallica: aria<br />

6) sfregamenti: scorrimenti anormali dei foglietti pleurici, in genere continui ed a bassa tonalità. Si<br />

sentono bene alle basi polmonari, dove c’è più movimento delle pleure, non si<br />

modificano con la tosse.<br />

7) ronchi: suono continuo<br />

Nell’egofonia si fa dire al soggetto una lettera (A), se alla periferia cambia in “E” siamo in condizione<br />

patologica.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 15


1) Pneumotorace:<br />

• auscultazione polmonare nulla<br />

• mancata trasmissione del FVT<br />

<br />

Sindromi Cliniche<br />

2) Versamento Pleurico senza fibrina: il polmone tende a salire<br />

• asimmetria<br />

• decubito dal lato malato (prono preferito)<br />

• FVT non trasmesso dal lato col versamento<br />

• ottusità alla percussione<br />

• soffio pleurico apprezzabile al limite tra ottusità e zona timpanica<br />

3) Versamento pleurico con fibrina: la linea del versamento assume una morfologia per cui si definisce la<br />

linea di Damoiseau - Ellis (imm), inoltre non si modifica col decubito.<br />

Tra questa linea e la vertebrale si definisce così il triangolo di Garland.<br />

4) Enfisema<br />

• torace a botte<br />

• FVT ridotto ovunque<br />

• iperfonesi diffusa alla percussione<br />

• murmure vescicolare ridotto ovunque<br />

5) Asma Bronchiale: come l’enfisema, con l’aggiunta di…<br />

• rumori continui (fischi da stenosi)<br />

6) Atelectasia: p.es nel versamento pleurico o nella chiusura di un bronco, così che la parte a valle perde l’aria<br />

• ottusità<br />

• assenza di murmure vescicolare<br />

• assenza di FVT<br />

7) Fibrosi: i bronchi sono lievemente compressi, per cui si può creare quella situazione per cui si aprono al<br />

passaggio dell’aria generando…<br />

• crepitii: rumori discontinui fini. Si definiscono in particolare i rantolii crepitanti.<br />

8) Caverna Superficiale<br />

• FVT ridotto<br />

• iperfonesi alla percussione<br />

• soffio cavitario<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 16


E.O. del Cuore<br />

Nell’E.O. del cuore bisogna prestare particolare attenzione alla zona precordiale, che si descrive come la zona<br />

compresa tra (linee orizzontali) la xifo-sternale e la angolo-sternale e (linee verticali) tra la emiclaveare e la<br />

medio sternale (ovviamente sinistre). Nella valutazione generale del paziente bisogna osservare sia il polso<br />

periferico, sia la pressione venosa centrale (osservazione del collo). Inoltre va sempre ricercato l’itto della<br />

punta. La parte più importante è l’auscultazione, mentre palpazione ed ispezione sono molto limitate.<br />

§<br />

Ispezione<br />

Come detto si dovrebbe ricercare l’itto della punta; in casi particolari è possibile indagare la bozza precordiale,<br />

che però è tipica di bambini sulla soglia dell’età adulta con un cuore sovradimensionato (patologie fin dalla<br />

nascita).<br />

§<br />

Palpazione<br />

PMI (Point of Maximum Impulse)<br />

Corrisponderebbe all’itto, e dovrebbe essere percepibile con la punta delle dita. In genere lo si trova grossomodo<br />

sul V spazio 1cm interno all’emiclaveare; Quindi si indica lo spazio intercostale dove lo si è individuato,<br />

segnando la distanza in cm dalla medio sternale (in genere 7-9cm).<br />

Questo punto va auscultato, e se non lo si trova nella sede più comune bisogna segnalarlo. Sarebbe opportuno<br />

rilevare contemporaneamente all’auscultazione dell’itto anche un polso<br />

periferico, che dovrebbe essere sincrono.<br />

Sfregamento (thrill)<br />

La palpazione dell’itto andrebbe eseguita coi soli polpastrelli, mentre lo<br />

sfregamento va indagato con tutta la mano a piatto. (imm. )<br />

§<br />

Percussione<br />

E’ praticamente abbandonata, per quanto riguarda il cuore. Infatti la silhouette cardiaca è oscurata dal polmone,<br />

soprattutto a destra. L’aia di ottusità cardiaca è anche detta relativa, in quanto si va appunto a sovrapporre al<br />

polmone; l’area invece assoluta è quella non ricoperta dal polmone.<br />

Angolo Epato-Cardiaco<br />

L’area di ottusità cardiaca si arresta grossomodo a livello<br />

della parasternale destra. Contemporaneamente il fegato<br />

descrive un’area di ottusità a livello (grossomodo) del V<br />

spazio; In questo modo le due aree di ottusità vanno a<br />

definire un angolo (emitorace destro) di 90°. Cambiamenti<br />

di quest’area (ottusità, acuità), indicano che qualcosa si è<br />

spostato, modificato (in genere il cuore dislocato, un’epato<br />

megalia…). Il paziente durante l’esame sarebbe meglio<br />

fosse in ortostatismo, o inclinato a 30°.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 17


§<br />

Auscultazione<br />

E’ utile soprattutto nelle valvulopatie, ma anche in altre situazioni:<br />

Con che cosa<br />

Ovviamente col fonendoscopio. Ricordiamo:<br />

campana ⇒ frequenze basse: va solo appoggiata e non premuta (altrimenti la cute tesa fa da diaframma)<br />

diaframma ⇒ frequenze alte: va tenuto fermamente adeso alla cute<br />

Dove<br />

Le aree di auscultazione classiche: sono fondamentalmente 5.<br />

L’area aortica secondaria (di Herbb) è sul IV spazio di sinistra sulla margino sternale. Sono Aree ovviamente<br />

di proiezione. Durante questa operazione il braccio non utilizzato va appoggiato al cuscino del malato.<br />

La concentrazione è fondamentale. Mai tenere il fonendo per il tubo, mai ascoltare attraverso magliette,<br />

reggiseni.. nulla. Non è importante tanto da dove si inizia, quanto il mantenere un certo ordine.<br />

Cosa<br />

Si possono auscultare diversi suoni/ elementi:<br />

1) toni sistolici: sono discriminabili meglio col polso<br />

periferico, che diventa fondamentale se ci<br />

sono aritmie.<br />

Nb: www.wilkes.med.ucla.edu/intro.html<br />

• S1: determianti dalla chiusura di tricuspide e (in<br />

parte) mitralica, segnano l’inzio di contrazione del ventricolo sinistro<br />

• S2: la aortica e polmonare hanno un leggero disincronismo, che normalmente non è percepito<br />

(immagine). In condizioni normali solo in fase inspiratoria è possible auscultare<br />

fisiologicamente le due componenti del secondo tono, nello “sdoppiamento paradosso”, non<br />

percepibile nell’espirio. Se viene invece percepito anche qua, è<br />

definito sdoppiamento fisso (non si modifica a seconda del<br />

momento inspiratorio o espirtorio).<br />

2) toni diastolici: provocano i ritmi di galoppo…<br />

• S3: è protodiastolico: legato alla fase di rimpimento rapido dei<br />

ventricoli. Può essere percepito fisologicamente raramente, ed in<br />

soggetti giovani (18-25). E’ a bassa frequenza, si sente meglio<br />

- in decubito laterale<br />

- dopo sforzo<br />

- in espirazione<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 18


• S4: precede il nuovo primo tono e rappresenta la sistole atriale. Non si deve avvertire negli<br />

adulti, raramente invece è fisiolofico nei bambini. L’auscultazione è favorita come per S3.<br />

3) clicks: rigorosamente sistolici, sono rumori netti e precisi, di durata inferiore; possono porsi all’inizio a<br />

metà o alla fine della stessa. Potranno essere aortici, tricuspici, mitralici… in genere sono meglio<br />

percepibili in ortostatismo (http://www.youtube.com/watch?v=PsmGx2XMxF8). A parte<br />

l’aortico sono tutti meglio auscultabili sul focolaio della corrispondente valvola.<br />

• aortico<br />

- inizio della sistole<br />

- non influenzato dal decubito<br />

- meglio auscultabile in area mitralica<br />

• polmonare<br />

- inizio della sistole (pochissimo dopo)<br />

- non influenzato dal decubito<br />

- auscultabile meglio in espirio<br />

• tricuspidale<br />

- termine della sistole<br />

- si sente meglio se ↑ritorno venoso↑<br />

⇒ in ortostatismo<br />

⇒ in fase inspiratoria<br />

• mitrale<br />

- metà della sistole<br />

- uguale al tricuspidale<br />

4) schiocco d’apertura (opening snap): Quando la mitrale è stenotica p.es; è auscultabile in sistole:<br />

i lembi hanno una consistenza che non è abituale, da cui viene a generarsi questo<br />

“schiocco”, tipico anche quello di una vela presa dal vento. In genere è ben<br />

auscultabile con soggetto ortostatico, a parte lo schiocco di tricuspide e mitrale che<br />

si ausculta meglio in posizione seduta.<br />

5) Soffi: quando il moto da laminare diventa turbolento.<br />

• sede: soffio sistolico in “area aortica”, “area<br />

polmonare”… indicare dove lo si<br />

percepisce…<br />

• tempo di comparsa: per essere sicuri d’essere in<br />

sistole…<br />

(immagine)<br />

• tipo (immagine)<br />

• timbro<br />

• intensità: si grada da 1-6:<br />

- 1/6: non si sente in tutte le posizioni<br />

- 2/6: non rumoroso ma comunque non difficile da sentire<br />

- 3/6: moderatamente rumoroso<br />

- 4/6: auscultabile molto chiaramente<br />

- 5/6: auscultabile in generale sul torace, anche in<br />

sedi extra cardiache<br />

- 6/6: ascoltabile anche senza fonendo, molto raro.<br />

• irradiazione:<br />

- aortici e polmonari ⇒ vene del collo<br />

- mitralici ⇒ decubito laterale sinistro lungo<br />

l’arteria ascellare<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 19


• modificazione con vari decubiti:<br />

- supino<br />

- laterale sinistro: mette in evidenza S3/4 ed eventuali soffi mitralici<br />

- posizione seduta con i gomiti appoggiati alle ginocchia: evidenziano mitrale e tricuspide<br />

Accorgimenti per Migliorare l’auscultazione<br />

stenosi mitrale<br />

stenosi tricuspidale<br />

stenosi aortica<br />

rigurgito mitrale<br />

rigurgito della tricuspide<br />

rigurgito aortico<br />

Sfregamento<br />

Si possono sentire una, due, o (normalmente) tre fasi. Hanno un suono assimilabile al crepitare dalla neve fresca,<br />

sono variabili, non si irradiano, e variano con la pressione del fonendo, possono essere in tutte le fasi (sistole,<br />

diastole..), inoltre non coprono i toni. (http://depts.washington.edu/physdx/audio/rub.mp3)<br />

Rappresentazione grafica dei toni<br />

• aumento/ diminuzione d’intensità: si aggiunge un - o un +<br />

• sdoppiamenti: si aggiunge la colonnina<br />

• soffi: li si aggiunge alla base, segnalando anche eventuali dinamiche (crescendo/calando…)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 20


• toni aggiunti: vanno segnati dove li si percepisce<br />

• click: stessa rappresentazione dei toni aggiunti.<br />

<br />

Nota<br />

Questa è una raccolta di appunti, sintesi di materiale preso da diversissime fonti e rielaborato; come tale non è<br />

impassibile di errori, ANZI. Quindi inviterei a :<br />

1. non prendere tutto quello che c’è scritto per oro colato<br />

2. contattarmi se c’è qualcosa di sbagliato all’indirizzo<br />

Ho dovuto oscurare alcune immagini tratte e/o modificate dal Netter per ovvi motivi di Copyright. Quelle<br />

rimanenti o sono da siti free o sono nelle slide, motivo per cui esorto a non diffondere questi appunti così come<br />

non diffondete le slide, senza controllo di password e tra colleghi di Trieste.<br />

theshire88@gmail.com<br />

Grazie a tutti e buono studio !!<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> (a.a. 2009 / 2010) 21

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