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Giuseppe Marini : Neurofisiologia I (aa.2009-2010) 1 - AppuntiMed

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<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 1


Introduzione<br />

Le prime mielinizzazioni avvengono verso il terzo mese, solo ad un anno e mezzo si arriva all’autocoscienza,<br />

in pratica si ha l’accensione, l’attivazione di tutto il sistema. L’autocoscienza ci differenzia dagli altri<br />

animali, che sono dotati di sola coscienza : l’autocoscienza include il concetto di sé, così come i concetti di<br />

“cane”, o di qualsiasi altro oggetto. Questa è molto fortemente associata al linguaggio, laddove ogni parola<br />

deve assumere un significato e deve riferirsi a qualcosa.<br />

Coscienza ⇒ formazione reticolare, strutture tronco encefaliche : funzionalità automatica, autonoma..<br />

Autocoscienza ⇒ strutture encefaliche superiori<br />

§<br />

<strong>Neurofisiologia</strong> nella storia<br />

Filosofi Greci : Aristotele poneva la sede dell’anima e della personalità nel cervello e nel cuore, se<br />

andiamo invece a leggere un famoso testo di Ippocrate egli credeva risiedesse tutto<br />

nel cervello: le emozioni, la memoria, le paranoie, la follia.<br />

Jean Ferneils (VI sec) : il primo ad usare il termine “fisiologia”: il discorso sulla natura dell’uomo<br />

Vesalio (1543) : Padova. Descrive per primo le circonvoluzioni cerebrali 1 .<br />

Cartesio (1600), artefice del “dualismo”, della separazione dei concetti di “cervello” e “mente”.<br />

Se la mente non è dentro il cervello ma vi si insinua dall’esterno, lo spiritualismo è<br />

dietro l’angolo. Ancora oggi si ritrova questa tendenza a separare il pensiero, le emozioni,<br />

dalle strutture fisiche, dai processi neurologici cerebrali.<br />

Galvani (1798) : fu il primo a descrivere l’elettricità animale (le attività neuromuscolari delle<br />

rane). L’elettroencefalogramma 2 è la registrazione su carta dell’attività elettrica<br />

del cervello.<br />

Aldini (1800) : suo nipote, che provò ad elettrostimolare la corteccia esposta dei decapitati.<br />

Il problema era che dopo pochi minuti si ha la morte cerebrale, e i neuroni non sono<br />

più responsivi. Anche se fosse stato più veloce, si ha comunque l’instabilità del<br />

punto corticale: in certi momenti l’effetto c’è, ed in altri, no.<br />

Questo a lungo tempo fece credere che il tessuto non fosse stimolabile.<br />

Pierre Broca (1850): individuò nelle aree 44-45 delle lesioni trombotiche in un paziente con<br />

deficienze linguistiche grazie ad una autopsia sul suo cervello. Grazie a questa<br />

prima esperienza si diede il via ad una serie di studi per la localizzazione di altre<br />

aree funzionali.<br />

William James (1870 c.a) : è con lui che comincia la moderna neurofisiologia, sosteneva che la<br />

mente fosse un processo, non una sostanza, alla base della quale stavano i<br />

collegamenti tra i vari elementi.<br />

Wernike (1880) proseguì lo studio di Broca 3 , ma ampliando la filosofia localizzazionistica: secondo<br />

lui era un evento corollario dipendente dall’interconnessione di diverse aree<br />

(è un’impostazione frenologica, che ora sta tornando in auge<br />

Penfield (1900) : gli si deve la definizione di mappe della citoarchitettonica funzionale, allo<br />

scopo di eseguire asportazioni mirate in caso di eventi tumorali. Questi studi ci<br />

iniziarono anche allo studio delle aree cerebrali connesse con i sistemi della<br />

memoria (lobo temporale, sistema limbico..)…<br />

Brodmann (1909) : divise la corteccia nelle famose aree attraverso la citoarchitettonica, ma non<br />

funzionale.<br />

NB: la suddivisione di Brodmann va imparata a memoria<br />

1 Alcuni animali non hanno le circonvoluzioni, e sviluppano molta meno superficie : noi abbiamo 1,5m 2 di corteccia<br />

cerebrale, per 1500g (il cervelletto invece ha 0,75 m 2 per 1 /3 del peso<br />

2 Il merito reale della scoperta dell’EEG è da attribuire a Caiton. Egli scrisse un articolo, ma in mancanza all’epoca<br />

dell’apparecchiatura fotografica i suoi studi non ricevettero particolare attenzione.<br />

3 non è quasi mai stato possibile evocare la parola tramite stimolazione elettrica dell’encefalo, magari solo mediante<br />

stimolazione di nuclei talamici interni, che porta acqua al mulino dell’ipotesi centro-encefalica secondo la quale la<br />

corteccia è “debitrice” dell’azione dei nuclei interni.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 2


Sherrington (1900) : è il punto d’inizio della neurofisiologia moderna.<br />

Nasce il concetto di sinapsi. Ciò genererà una scissione fra…<br />

o neuronismo ⇒ Ramon de Cajal: neurone come un’entità indipendente interconnessa<br />

con le altre; da qui nasce l’idea di una polarità trasmittente e di una ricevente<br />

o reticularismo ⇒ Camillo Golgi: si ha soluzione di continuità tra i neuroni: sinapsi<br />

elettriche. Ad ogni operazione psichica si ha la mozione di tutto il<br />

cervello. Ora si sta tornando a questa scuola di pensiero, con il<br />

neo-reticularismo.<br />

A Charles Sherrington va l’intuizione del concetto di final commmon path:<br />

(via finale comune): sarebbe costituita dal motoneurone.. questo è un concetto<br />

anche filosofico: il motivo d’essere è l’agire, l’azione.<br />

Egli ipotizzò anche le connessioni sinaptiche, i fenomeni d’innervazione<br />

reciproca tra muscoli antagonisti. Fu il primo a stabilire, attraverso lo studio<br />

degli scimpanzé una topografia, una divisione in precisi settori del SNC :<br />

procedette alla stimolazione delle zone prerolandriche, rendendosi conto della<br />

diversa area dedicata a diverse parti del corpo (faccia e mani sono più<br />

rappresentate p.es). Approfondì anche il riflesso di grattamento nel cane,<br />

che è strettamente collegato con la deambulazione (il camminare non è altro<br />

che un alternarsi di flessione/estensione, con processi di inibizione/stimolazione di<br />

antagonisti/agonisti).<br />

Loewi & Dale (1936): scoprono i neurotrasmettitori<br />

Shannon & Weawer (’40): Alla base dell’AI (Artificial Intelligence), della cibernetica.<br />

tra gli anni ’60 e ’70 si ha il fermento di conoscenze : dentriti, neurotrasmettitori,<br />

molecole varie, anche grazie alle immagini computerizzate, i legami della genetica<br />

con le patologie; gli anni ’90 vennero definiti “la decade del cervello”, dove si<br />

sarebbero dovuti risolvere i suoi misteri… ovviamente non è stato così…<br />

§<br />

Richiami di neuroanatomia<br />

Ricordiamo in particolare alcune nozioni:<br />

1) cervelletto: ha una superficie totale di 0,75 m 2 ed 1 /3 della massa del cervello: vi troviamo lobuli (lobulatura),<br />

folia. A differenza dell’encefalo, che presenta invece emisferi, circonvoluzioni…<br />

2) centri pontini: il ponte è un gate, una porta d’accesso ai centri superiori, ma possiede anche<br />

proiezioni frontali, occipitali (riflessi visivo - motori)<br />

3) corpo calloso, importante via inter-emisferica possiede 200 mln di fibre. E’ un elemento<br />

sessualmente dimorfico: nel sesso femminile si presenta del 10% più grande<br />

- Agenesia del corpo calloso consiste nella mancanza del corpo calloso su basi genetiche: questi<br />

soggetti subiscono fenomeni di plasticità: attraverso commessure anteriori/posteriori, corpi<br />

intermedi talamici.. in questo modo si ha lo ristabilimento di queste connessioni per altre vie (si<br />

nota soprattutto nelle popolazioni geneticamente isolate, dove si ha un’incidenza di malattie<br />

genetiche che risulta superiore).<br />

- split Brain (cervello diviso): è la divisione dei due lobi per escissione del corpo calloso, che si<br />

effettuava ancora negli anni ‘60/’70 per evitare l’espansione di focolai epilettici; i due emisferi,<br />

non comunicando tra di loro vanno incontro ad esperienze diverse..<br />

4) diaschisi: l’incrociamento delle fibre, che viene a mancare solo nel nervo olfattivo, che è tralaltro<br />

l’unico a non passare per il talamo. Ferrier fu il primo a individuare questi fenomeni sulle<br />

scimmie, in particolare studiando l’emiplegia : egli sosteneva che fosse incurabile. A<br />

Roma invece, Luigi Luciani provò a mantenere le scimmie vive per mesi, e concluse che<br />

le lesioni potessero subire un recupero (plasticità neuronale), che oggi si applica nella<br />

fisioterapia riabilitativa.<br />

5) somatotopia: permette di tracciare mappe cerebrali (che oggi si sa essere multiple): associandole a<br />

diverse funzioni si può avere una base per la neuroriabilitazione.<br />

Queste mappe, che si basano su specifici collegamenti neuronali si devono probabilmente<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 3


a meccanismi Ag Ab simili, che permette<br />

ai terminali di specifici neuroblasti di<br />

collegarsi selettivamente con i terminali<br />

corretti.<br />

⇒ intelligenza collettiva è alla base del concetto che un<br />

neurone, singolarmente non può nulla, in gruppo è in<br />

grado di assolvere a molte funzione. Vale la stessa cosa<br />

per gli insetti, per esempio (colonie di formiche vs la<br />

singola formica).<br />

6) stereo tassia sarebbe il concetto della fissazione del<br />

cranio durante interventi neurochirurgici :<br />

è stato fondamentale nello studio della<br />

neurofisiologia, ma lo è anche nella neurochirurgia, per avere riferimenti precisi delle<br />

masse cerebrali.<br />

Ci sono quindi diverse Teorie organizzazionistiche<br />

1) localizzatrice ⇒ un’area, una funzione<br />

2) totipotente ⇒ può essere giustificata in fondo grazie alla plasticità neuronale, particolarmente<br />

osservabili nei sordi e/o nei ciechi<br />

3) associazionista e collaborazionista ⇒ diverse aree collaborano attraverso collegamenti neuronali<br />

per giungere ad un particolare risultato<br />

PET (Positron Emission Tomography)<br />

§<br />

tecniche di neuroimmagine<br />

Onde γ prodotte per esempio dall’isotopo radioattivo H2O 15 (iniezione intravenosa, se possibile<br />

interaracnoidea), viaggiano per la struttura cerebrale per tratti di pochi cm, e appena incontrano un elettrone<br />

negativo si annichiliscono producendo fotoni, registrabili da una macchina specializzata,<br />

che li rileva alla massima potenza a patto che si muovano a 180° rispetto al rilevatore.<br />

E’possibile eseguire un esperimento sulla memoria legata ad esperienze visive,<br />

proiettando nel campo visivo sinistro. Bisogna tenere presente che l’integrazione tra i due<br />

campi visivi richiede 4 c.a 30ms.<br />

Si chiede al soggetto: pensa a qualcosa di verde, ma non lo dire. Ciò scatena delle<br />

memorie: si studia quindi come il soggetto richiama mnemonicamente dall’input elementi<br />

corrispondenti alla richiesta.<br />

La cosa interessante è che i localizzazionisti hanno torto: non si attiva una sola area, ma tante zone<br />

discrete: l’ippocampo, il lobo parietale 5 , temporale. i corpi mammillari 6 . Fondamentalmente si parla<br />

dell’emisfero sinistro: quello opposto al campo visivo.<br />

SPET (Single Photon Emission computed Tomography)<br />

4 tecniche tachiscoscopiche possono essere utilizzate per venire a capo delle dominanze emisferiche, utilizzando un<br />

unico campo visivo ed attivando un unico emisfero<br />

5 l’erba, le foglie, fanno parte dello spazio : questo implica anche problemi di localizzazione spaziale, che si risolvono<br />

nel lobo parietale. L’agnosia spaziale può generarsi a partire da lesioni del lobo parietale.<br />

6 Ricevono le Fimbrie dai settori del fornice, quindi dall’ippocampo (è uno dei due output dell’ippocampo, l’altro è<br />

mirato a rafforzare la memoria).<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 4


Legata allo Xenon 133 , che è in grado di liberare singoli fotoni, e non gruppi di essi (per cui la PET rilevava<br />

solo quelli a 180°). Sono le tecniche scintigrafiche, già citate. E’ più semplice e lineare,<br />

legata agli anni ’80.<br />

Si noti la scintigrafia di un uomo a riposo (REST), si dice in veglia tranquilla, nella quale<br />

il lobo frontale è il 20% più irrorato (si lascia vagare la mente..). Le zone nere sono il<br />

60%, le bianche il 40%, e su questa base si notano tutte le mutazioni della distribuzione<br />

della circolazione dipendentemente dall’azione svolta…<br />

ripasso : Vasodilatazione<br />

l’immagine di seguito si riferisce alla teoria classica<br />

della vasodilatazione da metabolismo: gli ioni H<br />

prodotti attivano l’antiporto H + /Ca 2+ ⇒ Ca 2+ int↓.<br />

La teoria moderna prevede l’interazione<br />

CO2 - COX/NOS, e la produzione di PGI. Tutte<br />

queste cose provocherebbero la vasodilatazione.<br />

Anche il potassio ed il calo di ATP hanno un loro<br />

ruolo :<br />

↓ATP, Kcell↑ ⇒ iperpolarizzazione ⇒ chiusura<br />

canali Ca 2+ volt dept ⇒ Ca 2+ cell<br />

MRI (Magnetic Resonance Imaging)<br />

Sfrutta il fatto che ogni atomo è in grado, immesso in un campo magnetico (misurato<br />

in T: Tesla), di modificare lo spin dei suoi atomi. Si parla di 2000 - 3000 T.<br />

Fatto sta che si ha una risposta in radiazioni elettromagnetiche (da cui la<br />

“risonanza”). Le zone ricche di neuroni sono irrorate tre volte le altre, e sono<br />

quindi più ricche di acqua (H2O = 90% del plasma), questo fa si che restituiscano<br />

una maggior risposta in onde elettromagnetiche 7 così ché la sost. grigia appare<br />

bianca 8 .<br />

Facendo risuonare altri atomi che l’idrogeno (quindi l’H2O), si ottengono ovviamente<br />

risultati diversi, e ciò è ottenibile con tecniche radiologiche, o di neuroimmagine.<br />

f MRI (MRI funzionale)<br />

7 La cavità orbitaria, i ventricoli cerebrali, appaiono decisamente scuri, ed infatti sono ricchissimi di acqua, la quale<br />

contenendo l’idrogeno restituisce più energia.<br />

8 bisogna considerare un effetto positivo/negativo : una cosa è la lastra stampata, una la lastra tout court vista<br />

controluce… ovviamente una è il negativo dell’altra… per cui a volte è il contrario<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 5


Non è quella statica, che serve per cercare lesioni, ma serve per monitorare l’attività di certe aree in<br />

relazione all’aumentato flusso (che è metabolismo dipendente).<br />

Le Bold tecniques, sono un’f MRI anche loro, sfruttanti la de-ossigenazione del sangue al passaggio in una<br />

zona particolarmente attiva. La difficoltà sta nel tarare gli strumenti: capire qual è il livello di consumo<br />

basale<br />

NIRS (Near Infra Red Spettropscopy)<br />

Sfrutta, tramite gli infrarossi, i bambini prima del settimo anno d’età, nei quali la scatola<br />

cranica ancora non è completamente ossificata ed è più sottile. Sfrutta la diversa<br />

rifrazione degli infrarossi da zone più o meno de-ossigenate.<br />

Sovrapposizione : si possono usare tecniche come la PET su immagini ottenute con l’MRI,<br />

per esempio per effettuare uno studio campimetrico (per analizzare l’attivazione delle aree<br />

visive sui due emisferi in base che l’attenzione sia dalla parte controlaterale 9 del campo<br />

visivo; immagine ⇒ ⇒ ⇒ ⇒<br />

MEG (Magneto Encefalo Grafia)<br />

Studia i fenomeni magnetici associati all’attività elettrica cerebrale.<br />

Richiede strumenti sensibilissimi, e precise schermature magnetiche:<br />

i campi elettromagnetici generati dall’attività cerebrale si aggirano su<br />

femto-Tesla (x10 -15 ), quindi sarà necessario schermare anche il<br />

campo magnetico terrestre. Poche sono le strutture ad averla, ed è<br />

per esempio un buon strumento per la diagnosi dell’epilessia, oltre<br />

che per studi neurofisiologici.<br />

§<br />

9 la generalizzata diaschisi delle fibre, anche discendenti (come i fasci piramidali), può trovare spiegazione p.es che se<br />

le informazioni visive proveniente da destra richiedono certi riflessi, è opportuno che sia lo stesso lobo a provocare la<br />

mozione dell’arto controlaterale.<br />

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Scariche corollarie<br />

Le scariche corollarie trovano applicazioni in diversi meccanismi nervosi, sostanzialmente consistono in<br />

“copie” di segnali in uscita dal sistema nervoso, che invece che finire all’elemento esecutore (muscoli vocali,<br />

oculomotori…) rimangono all’interno del SNC informandolo di cosa sta avvenendo… hanno diverse<br />

applicazioni, tra cui…<br />

• oculomozione<br />

a. movimenti microsaccadici: avvengono di continuo, e sono utili ad evitare l’esaurimento dei<br />

neurotrasmettitori retinici. Durante il micro-movimento dell’occhio, grazie ad una scarica corollaria,<br />

avviene una temporanea inibizione della trasmissione sensitiva: quando l’occhio si muove è cieco.<br />

b. percezione del movimento reale: se un oggetto si muove nel campo visivo, e quindi sulla retina, i<br />

casi sono due: si è mosso l’oggetto o si è mossa la retina. L’informazione riguardo lo spostamento<br />

dell’occhio è garantito da scariche saccadiche..<br />

• Motion Theory of Speech Perception: scaturisce dal fatto che “percepiamo” una parola solo nel<br />

momento in cui sappiamo dirla: in pratica dicendola, rimane<br />

lo schema motorio nel cervello.<br />

Su questa base, la sequenza di impulsi che corrisponde alla<br />

parola “cane” proveniente dal nervo otico, s’impatta con lo<br />

schema motorio per pronunciarla, e lì avviene il<br />

riconoscimento: ricordiamo infatti che a livello cerebrale, la<br />

sequenza di movimenti per sillabare la parola e le<br />

informazioni derivanti dall’orecchio, sono solamente<br />

sequenze di impulsi elettrici, non parole.<br />

• Active Touch: consiste nell’esplorazione di un oggetto tramite il senso del tatto, grazie ad una serie<br />

di scariche corollarie che prevedono una manipolazione dell’oggetto stesso.<br />

I neuroni specchio, in questo contesto sono importantissimi nell’apprendimento imitativo: questi neuroni,<br />

prodromi dell’area di Broca nella scimmia nell’area F5, ci portano ad imitare i nostri simili (ciò presuppone<br />

quindi un comportamento sociale, che veda l’individuo a confronto con suoi simili).<br />

Fatto sta che fare le cose vuole anche dire impararle, proprio perché il “fare” una cosa, rilascia scariche<br />

corollarie che “istruiscono” il cervello di sequenze di impulsi. Quando poi si rivede qualcun altro eseguire lo<br />

stesso movimento, le informazioni combaciano con i programmi motori che sono stati “registrati” dalla<br />

scarica corollaria.<br />

Il semantic bootstrap sarebbe un’auto catalisi dovuta alle aree di Broca e di Wernike, per cui sequenze<br />

di impulsi corrispondenti ad una parola vengono associati ad un oggetto. Questo porta ad una esplosione<br />

concettuale, che ci porta a “sapere di sapere”, all’autocoscienza.<br />

§<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 7


Il linguaggio del Cervello<br />

Le afferenze somestesiche si sa, fanno riferimento al talamo, che viene ad essere diviso in tre porzioni :<br />

intralaminare o non specifica ⇒ fanno parte del sistema anterolaterale o spinotalamico: risposta<br />

a reclutamento, graduale (come nell’induzione del sonno)<br />

specifica (tt i nuclei esterni: MD, VPM, VPL, VL, VA, LP LD ) ⇒ risposte ad aumento<br />

d’associazione: nuclei posteriore, medialis, pulvinar…<br />

Considerando il sistema<br />

lemniscale (figura ↑), che verrà<br />

trattato nella III dispensa,<br />

mediante microelettrodi (visibili<br />

in figura, ∅ 1µm in punta) posso<br />

misurare l’attività elettrica sia a<br />

livello del primo neurone che di<br />

porzioni superiori della catena.<br />

⇒ l’energia meccanica dell’aria<br />

che flette il pelo viene trasdotta<br />

lungo i nervi come potenziale<br />

elettrico. Il recettore assume<br />

quindi le caratteristiche di un<br />

trasduttore, che trasforma<br />

un’energia in un’altra.<br />

Si tratta di una codificazione<br />

bioelettrica di un segnale<br />

trasdotto.<br />

Gli impulsi vengono quindi<br />

condotti o propagati, NON<br />

TRASMESSI, dove si<br />

parlerebbe di sinapsi.<br />

Le onde quadre (o rettangolari), schematizzate nell’immagine sono inviate da stimolatori a strutture<br />

nervose: la forma rettangolare esprime le due caratteristiche…<br />

- intensità (altezza) 1000-1500 µA<br />

- durata (lunghezza) fino a 1 msec<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 8


La stimolazione elettrica del cervello era eseguita p.es da Penfield. Di recente non c’è più la necessita di<br />

aprire la calotta, ma si sfrutta la TMS (Trans cranic Magnetic Stimulation), che con un meccanismo ad ansa<br />

(a cerchio o a 8) scatena dei campi magnetici, in grado di fornire stimolazione<br />

Il “potenziale d’azione” è l’essenza<br />

dell’impulso : una brusca modificazione del<br />

potenziale di riposo che si propaga.<br />

Nelle cellule eccitabili questo potenziale va<br />

da -70 a -90 c.a. lo “spike” o “overshoot”<br />

rappresenta un capovolgimento del potenziale<br />

di riposo oltre lo zero, che apparirà come una<br />

punta.<br />

Nell’immagine si vedono però una serie di linee<br />

che ne attraversano una isoelettrica. Questo<br />

dipende dal fatto che si sta misurando<br />

extracellularmente (nel volume conduttore) :<br />

ogni neurone infatti si comporta come un bipolo,<br />

l’elettrodo vede quindi un campo elettrico che si<br />

avvicina e chi si allontana, assumendo un<br />

carattere bifasico, e nella registrazione si vede<br />

quindi una linea orizzontale (la porzione sopra la<br />

linea isoelettrica sarà l’avvicinamento, quella sotto l’allontanamento), dovuta alla lenta velocità di scorrimento della<br />

registrazione (si tratta di un oscilloscopio). Eseguendo la registrazione con una velocità superiore il profilo diventerebbe<br />

quello tipico del potenziale d’azione.<br />

La sequenza registrata altro non è che il linguaggio con cui comunica il SNC. Le varie lettere rappresentano i<br />

vari tipi di registrazione effettuabili (tatto, dolore, pressione, calore…): quello che si modifica è il pattern di<br />

scarica, il codice.<br />

Nella sua completezza il potenziale d’azione segue infatti la legge del tutto o nulla, quello che può variare è<br />

la frequenza, che rappresenta il “linguaggio macchina”: un codice binario tecnicamente detto “codice di<br />

scarica”, nel quale ha un’importanza probabilmente anche lo sfasamento temporale di scarica di due<br />

diversi nervi, magari per lo stesso impulso, dato da caratteristiche fisiche della diverse fibre.<br />

§<br />

Struttura della Corteccia<br />

La “gerarchia” è un concetto che a livello di cellule nervose è abbastanza vetusto..<br />

- nel sogno i segnali partono da zone del tronco: elementi filogeneticamente recentissimi come il<br />

sonno REM hanno il loro centro di controllo a livello di elementi centrali creduti “rettiliani”, e quindi<br />

gerarchicamente inferiori<br />

- La teoria centro encefalica, non pone più a livello della corteccia il “vertice” della<br />

gerarchia. La teoria associazionistica attinge a questa filosofia: se non è il singolo neurone<br />

che dà il salto di qualità, l’abilità all’astrazione e al pensiero, le funzioni più avanzate,<br />

è l’insieme dei neuroni, a farlo<br />

struttura laminare<br />

La trilaminarità è alla base di diverse strutture, il cervelletto e l’ippocampo sono un esempio: si<br />

sono sviluppati con significati differenti, ma hanno una struttura tutto sommato comparabile legata a<br />

circuiti di fissamento mnemonico (non di deposito):<br />

cervelletto ⇒ memorie implicito-motorie (sequenze di movimenti)<br />

ipocampo ⇒ memorie esplicite<br />

L’esalaminarità (6 strati) è tipica della neocorteccia, ed è predisposta alla rielaborazione, più che<br />

allo storage delle info, ed è di natura più recente…<br />

La colorazione di Nissl è utile in questo contesto in quanto colora solo il soma, permettendo di<br />

distinguere meglio le varie fasce della stratificazione<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 9


Se dovessimo ricercare una sede per<br />

un’attività neuronale assimilabile a quella di<br />

un calcolatore (si/no), queste sarebbero le<br />

spine dendritiche, che come unità<br />

morfologica sono alla base dei processi<br />

mnemonici, con modalità ancora<br />

sconosciute.<br />

A livello sinaptico divido:<br />

- inibizioni (no) ⇒ soma<br />

- eccitazioni (si) ⇒ dendriti<br />

Nell’immagine è ben rappresentato<br />

(A) l’aumentare delle spine eccitatorie man<br />

mano che ci si allontana dal soma<br />

(B) l’aumentare delle giunzioni GABAergiche<br />

(inibitorie) che ha un profilo inverso.<br />

Ogni neurone può essere considerato un<br />

micro campo elettrico, un micro-dipolo:<br />

con l’arrivo dell’eccitazione a livello<br />

dendritico si ha una depolarizzazione:<br />

quell’area pur rimanendo negativa, sarà<br />

meno negativa delle altre ⇒ dipolo<br />

La geometria dei neuroni risponde specificatamente alla loro funzione:<br />

- forma sferica ⇒ (formata dai dendriti verso il soma) è molto adatta a raccogliere stimoli in<br />

afferenza, come nelle cellule talamiche<br />

- geometria biplanare ⇒ i rami delle purkinje possono così accostarsi (come in una vigna),<br />

contenendo un maggior numero di cellule nello stesso spazio<br />

- cellule piramidali ⇒ nella corteccia: si sviluppano in altezza, trapassando tutti i sei strati.<br />

Sono adatte ad integrare l’attività dei vari livelli<br />

struttura modulare<br />

Negli anni ’60 si sviluppò l’idea della struttura modulare della<br />

corteccia : si parla di “colonne”:<br />

unità i cui elementi (1000c.a) sono disposti lungo un asse ortogonale<br />

rispetto alla superficie, e risultano connessi con lo stesso<br />

meccanismo talamo-corticale.<br />

Si tratta di moduli, dotati di una o poche uscite, vie di output, che<br />

vanno a connettersi ad un altro modulo, non a caso.<br />

L’unità elaborativa si sposterebbe in questo modo dal neurone alla<br />

colonna, contraddicendo il reticularismo. Questo infatti sviò dal<br />

concetto del singolo neurone, dove la superiorità delle funzioni di un<br />

encefalo umano rispetto ad uno felino (p.es) starebbe nel numero<br />

(c.a 100 milioni di elementi contro il singolo milione del gatto),<br />

piuttosto che nella qualità delle singole cellule.<br />

Si individuano micro (∅ 60-90 µm) e macro (∅ 600-800 µm) colonne: elementi che se distrutti<br />

portano ad una perdita di giudizio da parte dell’animale (classica decorticazione: l’animale sarà<br />

governato esclusivamente dagli impulsi più primordiali: p.es se affamato attaccherà automaticamente<br />

anche chi gli porta il cibo…)<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 10


§<br />

Maturazione del SNC<br />

Nell’immagine, la zona più scura è l’area che più velocemente si<br />

mielinizza durante lo sviluppo. Ricordiamo che il cervello è maturo<br />

solo verso i 20 anni. La prima zona è nell’area motrice<br />

(grasping reflex), sempre veloci a maturare sono anche le<br />

aree sensoriali.<br />

Quelle che invece risultano più lente, sono per esempio<br />

le aree super-associative, o quelle per il<br />

riconoscimento dei volti 11 , che maturano<br />

tardivamente. L’instabilità e la fragilità emotiva<br />

dell’adolescenza rappresenta una mancata<br />

mielinizzazione delle aree prefrontali, che vanno a<br />

gestire i segnali, le emozioni che si sviluppano a<br />

livello del sistema limbico (infatti le oscillazioni EEG<br />

della corteccia di questi soggetti ha frequenze assai simili a quelle del<br />

prosencefalo: sist. limbico & co.)<br />

A lato un’altra schematizzazione di<br />

questa diversa velocità a maturare: p.es si<br />

impara a camminare presto, ma la fluidità<br />

arriva solo verso i 3-4 anni, a causa della<br />

maturazione dei peduncoli cerebellari<br />

medi (il cervelletto ancora non è<br />

propriamente attivo).<br />

Dallo schema si nota che il grosso dello<br />

sviluppo avviene tra i 3 mesi e i 3 anni.<br />

Essendo questi fenomeni di plasticità<br />

neuronale, risulta molto importante il<br />

contesto nel quale il bambino viene a<br />

formarsi.<br />

Si parte con 100 miliardi di neuroni alla<br />

nascita, ad 80/90 anni ne sono rimasti<br />

solo 70: in certi individui questo non<br />

provoca particolari decadimenti delle<br />

facoltà, in quanto, come si sa, il flusso è metabolismo dipendente, e più flusso vuol dire più nutrimento e<br />

meno decadimento. Si può dire che il cervello scambi la quantità con la qualità: un cervello attivo subisce<br />

effetti di plasticità neuronale.<br />

Sviluppo delle Scissure<br />

Scissura del Silvio: non è un solco, ma è l’organizzatore di una serie di strutture fondamentali.<br />

Si va sviluppando dai sei mesi di gravidanza e più a sinistra che a destra (almeno nell’80% dei<br />

casi, secondo la teoria del planum temporale). Sarebbe proprio a sei mesi che nascerebbe la<br />

reattività a stimoli esterni, in particolare alla voce della madre, che a partire dal diaframma<br />

avrebbe un accesso privilegiato verso l’utero.<br />

Scissura di Rolandro: è un importante centro organizzatore, che va a generare la dicotomia<br />

fondamentale tra la porzione anteriore, col lobo frontale (atto ad elaborare ed accogliere le nuove<br />

idee e situazioni), e le porzioni posteriori, dove si hanno zone del cervello atte alla memoria, ai<br />

pattern, alla ripetitività…<br />

11 la prosopagnesia è una malattia per cui il paziente non è in grado di riconoscere i volti.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 12


Peso del Cervello<br />

Non dovrebbe mai scendere al di sotto del<br />

kilo, nel qual caso si avrebbe microcefalia,<br />

una situazione patologica.<br />

Anche la forma del viso (a seconda che uno sia<br />

longitipo o brachicefalico) è importante, più<br />

che altro per la localizzazione delle zone<br />

interne: si avranno localizzazioni<br />

stereotassiche diverse tra i vari individui…<br />

(ogni intervento è infatti altamente personalizzato)<br />

Fattori Neurotrofici: Sprouting e Prouning<br />

La carenza di diramazioni osservabile nell’autismo potrebbe essere causata dalla mancanza di<br />

fattori neurotrofici, come l’NGF, l’NT3 il BDNF INT4/5, oppure il glutammato, l’aspartato, la<br />

presenza di semaforine (individuata tra talamo e corteccia), cellule corridoio, in grado di guidare la<br />

direzione di sviluppo dei neuroni.<br />

Infatti esperimenti con fattori neurotrofici hanno dimostrato la capacità di quest’ultimi di indurre lo<br />

sviluppo dei dendriti, e sembrano anche coinvolti recettori di membrana come l’NMDA e l’AMPA,<br />

in grado di indurre lo “sprouting” (l’espandersi dell’albero dendritico).<br />

Quando invece un ramo in crescita involve o muore si ha il “prouning”: questo può avvenire<br />

• per fattori specifici (semaforine)<br />

• come semplice della legge dei frattali di Murray, dove qualsiasi derivazione di troppo non<br />

riceve nutrimento e muore (legge applicabile dalla botanica alla neurobiologia).<br />

Immagine ↓(prouning)<br />

Da un punto di vista dello sviluppo sono importanti i concetti di esuberanza (legato ai prolungamenti) e di<br />

ridondanza (legato al soma), che poi altro non sono che lo sprouting e il prouning.<br />

Un esperimento critico è stato fatto con gli embrioni di<br />

pollo : mediante tecniche di microchirurgia si è<br />

asportato l’abbozzo di una zampa dall’embrione di un<br />

pulcino : sezionando poi il midollo di questo pulcino<br />

(dopo averlo fatto nascere, ovviamente), si nota una<br />

particolare scarsezza di motoneuroni : è mancato il<br />

target, le fibre muscolari da raggiungere, che<br />

avrebbero permesso la sopravvivenza di questi<br />

neuroni.<br />

Al contrario, se impianto un arto in più (formando una<br />

chimera), si ha ridondanza : cioè più fibre muscolare<br />

vuol dire più target, vuol dire più sopravvivenza per<br />

più cellule: difatti il midollo della chimera possiede il<br />

20% in più di motoneuroni. I motoneuroni collegati<br />

infatti tramite il trasporto retrogrado portano al soma<br />

segnali di sopravvivenza: avviene una “sbozzatura”<br />

del materiale in più.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 13


Difetti dello Sviluppo<br />

• sindrome di down: trisomia YXX<br />

• sindrome di Williams: determinata dalla delezione di alcuni geni (Chr6) che causano un’alterata<br />

modalità di rapportarsi con gli altri (eccessivamente espansivi), una facies<br />

tipica, ritardo mentale, ed una serie di altri sintomi…<br />

• autismo (chiusura verso elementi al di fuori dell’individuo stesso): non è uno stato patologico ben<br />

definito ancora, le cui cause prime rimangono ignote; Si sono fatte però diverse ipotesi:<br />

- malformazioni dendritiche<br />

si rilevano chiaramente (carenza di collaterali p.es), andrebbero influire sulle facoltà<br />

interpersonali 12 e sull’apprendimento<br />

- neuroni specchio<br />

sembrano, secondo recenti teorie, sottosviluppati in questi bambini : si ha difficoltà<br />

nell’imitare comportamenti altrui, isolamento.<br />

- geni<br />

l’AHI1 sembra coinvolto in una mancata connessione tra corteccia e midollo<br />

spinale di alcune fibre.<br />

- modifiche strutturali a lungo termine & apprendimento<br />

Avverrebbero inoltre modificazioni legate all’mRNA ed alla sua espressione.<br />

In particolare di proteine legate alla struttura citoscheletrica (MAPP &<br />

neurotubuli), oppure di un’attività di sintesi tesa a rinnovare elementi datati.<br />

⇒ nei dendriti ci può quindi essere anche sintesi proteica.<br />

Diciamo quindi che possono avvenire modificazioni neurochimiche importanti per<br />

l’apprendimento, il comportamento, legate a modifiche strutturali a lungo termine.<br />

Nb: Parlando di Dendriti, bisogna far presente come una disposizione basale o apicale degli stessi possa indurre<br />

reazioni diverse nel neurone; Questo si nota soprattutto nel talamo specifico o aspecifico, che proiettando verso<br />

dendriti posti in sedi diverse è in grado di evocare anche risposte diverse da parte dei neuroni piramidali della<br />

corteccia…<br />

Lesioni & Recupero<br />

Cellule staminali nel SNC si possono individuare nella zona sub ventricolare (SVZ : Sub Ventricolar<br />

Zone), ma anche nell’ippocampo; quantitativamente dovrebbero rappresentare c.a il 3% del totale;<br />

la loro attivazione dipende dall’FGF-2 (Fibroblast GF) e EGF.<br />

La microglia è alla base dell’impossibilità di recupero dei collegamenti: ha una derivazione che<br />

va ricercata a livello mesodermico; difatti non è in grado di riconoscere i neuroni, e rilascia dei<br />

“fattori no go” in grado di inibire il recupero del tessuto.<br />

Infatti il recupero sarebbe permesso dal tessuto che rimane a valle della sezione: questo,<br />

degenerando, rilascerebbe fattori quali l’NGF, attraendo l’assone a monte verso un recupero. Il fatto<br />

è che la microglia, coi fattori no-go pone poi un muro a questa ricrescita, e forma la cicatrice.<br />

Nb: anche le cellule di Schwann hanno un ruolo importante nella rigenerazione, che si vedrà<br />

più avanti (cfr § mielina & nodi di Ranvier)<br />

12<br />

P.es a livello dell’ippocampo, il settore CA3 (Corno d’Annone) smista le afferenze, quindi emette fibre:<br />

ai corpi mammillari, attraverso il fornice<br />

a CA1 attraverso i collaterali di Schaffer : l’info ritorna alla corteccia (fase neurale dell’apprendimento)<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 14


Riguardo i fattori di crescita neuronali si ricordano in particolare (9):<br />

NGF (Nerve GF)<br />

BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor)<br />

NT 3 - 5 (Neuro Trophin)<br />

IL (InterLeuchine)<br />

EGF (Epidermal GF)<br />

Il Famoso NGF è uno degli elementi che possono guidare<br />

verso il target. Le chemorepulsine (SPLIT-2) possono<br />

generare effetti di chemorepulsione.<br />

Questa crescita avviene a partire da un “cono di<br />

accrescimento”, la cui struttura di sostegno ha basi<br />

actiniche, e quindi questa “repulsione” ed “attrazione” si<br />

esplicita proprio nel favorire o meno l’assemblamento di<br />

queste molecole. Anche i microtubuli hanno un ruolo<br />

nell’accrescimento delle fibre.<br />

Le cellule corridoio fanno parte della glia radiata, e<br />

sembrano coinvolte nell’indirizzamento dello sviluppo di<br />

neuroni coinvolti nelle unità colonnari a livello della<br />

corteccia, costituendo una vera e propria guida, per<br />

l’accrescimento e la migrazione.<br />

FGF (Fibroblast GF)<br />

IGF (Insulin-like GF)<br />

NPY (Neuro Peptide Y)<br />

Sostanza P (Pain)<br />

Vi troviamo anche numerosi (10) peptidi che sono coinvolti nella regolazione della fame e della sazietà 13 :<br />

• CCK (CholeCystoKinin)<br />

• GIP (Gastro Intestinal Peptide)<br />

• Gastrina<br />

• GRP (Gastrin Releasing Peptide)<br />

• Glucagone<br />

• GLP (Glucagone Like Peptide)<br />

• Insulina<br />

• Pancratic polipeptide<br />

• Secretina<br />

• VIP (Vasoactive Intestinal Peptide)<br />

La neuroglobina è sempre legata al fissaggio dell’ossigeno (assieme all’Hb ed alla Mb) ed assomiglia alla<br />

mioglobina. Ovviamente è localizzata all’interno del cervello, ed ha più o meno la stessa funzione: in<br />

carenza di O2 è in grado di cederlo.<br />

Neuropilo: la parte dinamica, plastica, del sistema nervoso, firmato dai bottoni sinaptici, dai terminali<br />

assonici, dalle spine dendritiche.<br />

Fenomeni Neuroplastici<br />

Durante l’epoca giovanile si assiste all’esuberanza: un’enorme quantità di sinapsi (misurata in<br />

sinapsi/100µm 2 ), che verrà corretta fino ai 3 anni, fenomeno, la correzione, che avviene anche nella<br />

ridondanza, che è un concetto differente legato al soma, dove chi non è connesso, o chi è connesso<br />

impropriamente, muore.<br />

Questo implica il concetto di morte neurale “programmata”; si tratta di una competizione : chi<br />

primo arriva primo si connette, primo alloggia: il neurone che trova le sinapsi già occupate non si<br />

connette.<br />

Dopo di ché, con la vecchiaia si arriva a perdere fino alla metà dei nostri neuroni (50 miliardi): la<br />

memoria si mantiene probabilmente grazie al concetto di mappe multiple, anche se la memoria<br />

sembrerebbe relegata c.a nelle aree 37-38, probabilmente il tutto è affidato ad una rete molto<br />

distribuita nella corteccia. Il danno, a livello funzionale è contenuto dalla plasticità.<br />

13 trattata nel dettaglio nella terza dispensa<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 15


L’apoptosi si risolve schematicamente :<br />

liberazione di enzimi lisosomiali<br />

liberazione di tanatine (in grado di attaccare diversi elementi cellulari)<br />

[Ca 2+ ] ↑<br />

Lavorando sul midollo spinale ci si è accorti che lo sport aumenta l’attività<br />

neuropilica, quindi è associata ad un’aumentata plasticità. Avviene<br />

quindi un’acquisizione di abilità. Sappiamo infatti che la maturazione<br />

neuronale non è un processo legato all’aumento del numero di elementi<br />

neuronali, ma al numero di ramificazioni (vd.figura ).<br />

Nell’Alzheimer si ha la perdita delle spine: è una situazione<br />

assimilabile p.es alla rimozione di un occhio o del corpo genicolato<br />

laterale (o GL: è solo una delle efferenze retiniche).<br />

La degenerazione neuronale a valle (dendritica) è di gran lunga peggiore rimuovendo l’occhio che ledendo il<br />

GL: rimangono p.es il nucleo soprachiasmatico 14 , le afferenze al cervelletto (tratto ottico accessorio), al<br />

pretetto e quindi al pulvinar (centro talamico di associazione), nel qual caso il paziente è ancora in grado di<br />

distinguere il buio dalla luce, o di accedere ad altre funzioni del sistema visivo, e si ha una minore<br />

degenerazione del tessuto neuronale. Sostanzialmente meno elementi rimangono senza afferenza.<br />

Altresì, un ratto allevato al buio presenta una degenerazione dei dendriti: l’assenza degli stimoli attiva<br />

chinasi che vanno a demolire la struttura dei dendriti: si tratta di cAMP non più reclutato ma libero:<br />

la luce, nell’esempio dell’occhio, grazie alla presenza dei neurotrasmettitori e al funzionamento della sinapsi,<br />

impegna diversamente il cAMP lasciando inattiva la chinasi.<br />

Nell’Alzheimer si ha una demenza precoce, fisiologica verso i<br />

70-80 anni: le circonvoluzioni diminuiscono la loro ampiezza, a<br />

causa della morte degli elementi cellulari.<br />

Come si vede nell’immagine diverse zone hanno diverse<br />

entità di perdita di elementi: in particolare si notino<br />

l’ippocampo, abbastanza conservato (memorie), il nucleo<br />

di Meynert (completamente degenerato nell’Alzheimer),<br />

anche il locus coeruleus viene colpito: viene a mancare<br />

l’unica fonte di catecolammine del SNC, e le cellule di Betz,<br />

che risaltano particolarmente in quanto molto grosse e facili<br />

da studiare 15 .<br />

14 legato ai ritmi circadiani, l’alternarsi di giorno e notte.. attraverso il nucleo sovra chiasmatico.<br />

Osservando al microscopio<br />

elettronico la struttura dendritica,<br />

ci si accorge come siano<br />

composti da elementi filamentosi:<br />

neurotubuli e neurofilamenti<br />

che sono tenuti insieme in<br />

ordine alternato dalle proteine<br />

MAPP.<br />

15 i microelettrodi, per quanto “micro”, sicuramente non permettono lo studio di piccole entità cellulari, che<br />

evidentemente rimangono uccise da un elemento che dal loro punto di vista è troppo grande.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 16


§<br />

Stereotassia e Neurochirurgia<br />

Con tecniche stereotassiche di immobilizzazione del cranio, si può studiare più approfonditamente questi<br />

meccanismi. P.es tramite un microelettrodo, portato fin in una zona particolare del cervello dell’animale, si<br />

può studiare cosa succede in dati neuroni nel momento in cui l’animale esegua un’azione come spingere un<br />

bottone che diventa verde (dietro ricompensa zuccherina: quando si ha la visione di un colore, passano 100ms prima<br />

dell’azione, l’accoppiamento elettromeccanico poi richiede 30ms.. Questo in un contesto si attenzione).<br />

La stereotassi nell’uomo è utile in neurochirurgia: il casco stereotassico viene posto in modo di essere<br />

allineato con determinati punti di repere: per avere i punti di riferimento, viene eseguita un’MRI con una<br />

copia non metallica del casco, ed il piano scelto è quello passante tra i meati acustici e il nasion (posto in<br />

mezzo agli occhi, a livello del seno frontale).<br />

In questo modo vado a millimetrare tutte le strutture cerebrali del soggetto, ed utilizzo le misure<br />

(elaborate in maniera computerizzata, in confronto con quelle stereotassiche classiche) per eseguire<br />

l’intervento col casco (intraoperatorio) d’acciaio e microalluminio, ove si trova un micromanipolatore, che<br />

eseguirà 4 fori nel cranio, e procederà ad inserire il microelettrodo all’interno.<br />

Individuato in maniera assolutamente precisa il punto scelto si può scendere con il microelettrodo: man<br />

mano che avviene la discesa si controllano le reazioni del paziente (formicolii, tremori..)…<br />

Esempio: eliminazione del NST (Nucleo Sub Talamico): quando ci si trova a c.a 5mm dal bersaglio si<br />

comincia a registrare :<br />

attività fasica, con incrementi e decrementi<br />

attività tonica, con scariche regolari<br />

finalmente nel NST si nota un’attività di scarica ad alta frequenza<br />

si prosegue oltre il NST per<br />

individuarne i limiti (SNr)<br />

Sicuri del punto in cui ci si trova, si cuoce il<br />

tessuto (p.es) neoplastico tramite il microelettrodo<br />

(conduce solo in punta).<br />

Nb: L’elettrocoagulazione del NST è una delle<br />

possibili terapie del morbo di Parkinson, la<br />

sua distruzione elimina queste cellule malate<br />

migliorando soprattutto la situazione legata ai<br />

tremori. E’ importante evitare di ledere<br />

eventuali fibre di passaggio all’interno del<br />

nucleo.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 17


Il potenziale, gli Ioni, le Fibre<br />

§<br />

Il Sodio e la Na/K<br />

I neuroni come si sa sono eccitabili e polarizzati elettricamente (dai -90 delle purkinje ai -70 di altre<br />

cellule); le cariche e le variazioni di potenziale, sono date dalla perdita o alla acquisizione di cristalloidi: si<br />

tratta di atomi, ioni, elementi solubili quali Na + , K + , H + , Ca 2+ , Mg 2+ , Cl - , HCO3 - , dei quali solo alcuni sono<br />

rivolti all’attività elettrica a livello nervoso: c’è una compartimentalizzazione quindi attraverso la membrana<br />

cellulare, che è in grado di discriminare, e che vede lo spostamento di questi ioni tramite canali o pompe<br />

ATPasiche (Na + /K + , H + , Ca 2+ , H + /K + , HCO3 - ).<br />

La membrana viene ad essere selettivamente permeabile, cioè permette ad alcuni ioni piuttosto che ad altri<br />

di oltrepassarla, secondo un gradiente di concentrazione (legge di Fick) 16 .<br />

Il potenziale di membrana è calcolabile ovviamente tramite l’equazione di Nernst, che tiene conto della<br />

concentrazione degli ioni più importanti attraverso la membrana: infatti vi si tiene conto sia delle forze<br />

osmotiche che elettriche, in relazione alla concentrazione di uno ione da una parte e dall’altra della<br />

membrana.<br />

Questo permise di calcolare il potenziale a riposo prima di poterlo misurare con elettrodi: ovviamente questa<br />

misura però risultò imprecisa, a causa della presenza delle pompe attive, che provocano un accumulo<br />

intracellulare di sodio, così ché invece che -97mV se ne trovarono (p.es nei neuroni) -70mV. Questi valori<br />

generali sono straordinariamente conservati anche in forme di vita inferiori, assieme allo ione fondamentale<br />

Na + ; questo fa pensare ad un origine dall’ambiente salino marino. Dal momento che il Mg 2+ è bivalente, l’H +<br />

e l’HCO3 - sono coinvolti nell’equilibrio A/B, e così via, sembra che utilizzare Na + per la regolazione elettrica<br />

sia stato un passo obbligato.<br />

Nb : Il potenziale elettrico è creato da un fenomeno passivo (effetto Gibbs Donnan) e mantenuto da uno<br />

attivo (Na/K ATPasi).<br />

Una membrana che perda il suo<br />

potenziale, è di una cellula morta.<br />

Ricordiamo che<br />

canale ⇒ passaggio idrofilico<br />

attraverso cui possono<br />

trovare passaggio gli ioni<br />

pompa ⇒ lega specificamente un<br />

elemento, e può controllare<br />

la quantità che passa la<br />

membrana in un certo tempo<br />

Il fatto di possedere gate, porte<br />

ioniche “chiudibili”, dona un<br />

controllo enorme sul movimento, sul flusso di ioni. Questo da luogo a fenomeni :<br />

• capacitativi: la capacità di aprire la porta nella voltaggio dipendenza, grazie all’accumulo di cariche<br />

ai due lati e la presenza di AA carichi nella struttura del canale<br />

• resistivi: il passaggio di ioni dovuto alle diverse forze descritte dall’equazione di Nernst<br />

K + e Cl - sono circa in equilibrio di Nernst, mentre l’Na + è proprio sbilanciato: tende solo che ad entrare, sia<br />

osmoticamente che elettricamente. Secondo Nernst il punto di equilibrio dell’Na + sarebbe a +67mV<br />

all’interno delle cellule : questo è verificabile tramite voltage clamp e radioisotopi: clampando la cellula a<br />

+67 mV, il sodio radioattivo non penetra più nella cellula.<br />

16 la selettività dei canali si basa sul concetto dell’idratazione: uno ione si idrata in maniera inversamente<br />

proporzionale al suo peso atomico, per cui un Na + ha una dimensione diversa da un Ca 2+ . Si ricorda che la struttura<br />

dell’acqua la rende un elemento dipolare: viene quindi attratta da particelle cariche<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 18


Per mantenere questo gradiente, le pompe Na/K vanno a bruciare c.a 1/3 dell’energia totale delle cellule. Il<br />

mantenimento del potenziale quindi favorisce l’ingresso di substrati a livello intestinale e renale, e il<br />

funzionamento di una miriade di pompe e trasportatori secondari, oltre che impedire la lisi della cellula per<br />

fattori osmotici.<br />

La Na/k è formata da 1021 AA (subunità α), con<br />

una attività di c.a 10’000 cicli/s, maneggiando<br />

3Na + e 2K + attraverso le subunità α e β, dove la<br />

prima, più importante, ha origini ancestrali<br />

batteriche come semplice pompa al K + o al Ca 2+ ,<br />

dove si ritrovano spezzoni peptidici identici<br />

proprio a queste due pompe. Si ricorda che la sua<br />

regolazione è direttamente proporzionale alla<br />

quantità di cAMP.<br />

L’Oubain, o glicoside cardiaco, è utilizzato nelle<br />

cellule cardiache, bloccando la Na/K (con una<br />

certa misura: dosaggio !!), provoca l’inversione<br />

della Ca/Na ⇒ [Ca 2+ ]cell↑ ⇒ contrattilità ↑<br />

L’indagine sulle modalità di funzionamento della<br />

pompa sono state effettuate anche grazie proprio al sito di legame di questa molecola.<br />

Canali Na & K<br />

§<br />

Canali Voltaggio dipendenti<br />

Quello al Sodio (Na + ) è probabilmente il più studiato; La glicoproteina appare infatti formata da<br />

quattro domini transmembrana simili tra loro, contrassegnati da numeri romani, disposti<br />

circolarmente a formare un poro: il IV dominio ha una forte carica positiva, e il suo legame con il<br />

III è implicato con sua funzione voltaggio dipendente. Sono tornati utili al suo studio…<br />

1) Veleni ⇒ quello del pesce palla, la Tetradotossina (TTX), marcata con sostanze fluorescenti<br />

2) Anestetici locali (LA) ⇒ p.es la xilocaina ad uso odontoiatrico, in grado di penetrare fino ai canali<br />

tanto più piccola è la fibra 17 , una volta nel canale bloccherà il flusso ionico, nonostante l’apertura<br />

della porta avvenga.<br />

Quindi questi studi hanno<br />

sottolineato la differenza tra<br />

l’apertura della porta, e il<br />

flusso ionico, tra il fenomeno<br />

capacitativo e il fenomeno<br />

della conduttanza, che<br />

determina l’apertura: in altre<br />

parole, allo stato aperto e<br />

chiuso, si aggiunge quello<br />

inattivato. Questi tre momenti<br />

funzionali sono tipici di molti<br />

altri canali.<br />

17 infatti la sensibilità vibratoria, essendo legata a fibre con ∅ maggiore, in genere rimane: si sente l’azione del trapano,<br />

ma non il dolore.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 19


L’immagine a lato () mostra le reazioni<br />

di un canale di membrana all’Na e al K,<br />

dove dall’alto al basso vediamo l’onda<br />

quadra applcata sulla membrana dallo<br />

strumento, la somma delle correnti degli<br />

ioni attraverso la membrana, e le correnti<br />

nei singoli canali. Si notano:<br />

1) fenomeni di adattamento (Na):<br />

mantenendo l’onda quadra (cioè una<br />

corrente in uscita depolarizzante),<br />

inizialmente s’instaura una corrente in<br />

entrata di ioni Na + , dopo un po’ invece<br />

non ho più risposta: stato inattivato.<br />

2) tutto o nulla: nella natura intima del<br />

tessuto nervoso e dei singoli canali<br />

esiste sempre questo fenomeno, per cui lo stato inattivato è molto simile al chiuso; da un punto di<br />

vista dello funzionale, identico, ragione per cui nei singoli canali si registrano onde quadre.<br />

3) rettificazione ritardata (K): la gK (conduzione al K) infatti si attiva con leggero ritardo, ma sebbene<br />

presenti continue oscillazioni (come si nota nel diagramma), alla fine non si inattiva col<br />

mantenimento della depolarizzazione, e la sua apertura si aggira sulla durata media di 5ms.<br />

Nel plateau dei cardiomiociti ciò è ulteriormente esasperato (200ms), in quanto calcio impedisce<br />

l’ingresso del K.<br />

Canali Ca<br />

Il Calcio è molto poco presente intracellularmente,<br />

e come sappiamo ha<br />

compiti di secondo messaggero.<br />

Anche in questo caso abbiamo una<br />

cinetica che vede 3 stati, ed<br />

un’oscillazione tale da determinare<br />

un’apertura a gruppi.<br />

Alla base il tracciato della corrente<br />

totale.<br />

Iniettando adrenalina 18 ⇒ iCa 2+ ↑<br />

ha quindi un effetto indiretto<br />

metabotropico con apertura del<br />

canale che avviene dall’interno.<br />

Esistono in ogni caso diversi tipi di<br />

canali al calcio, alcuni più veloci,<br />

altri più lenti, quello che è sicuro è<br />

che subisce inattivazione (cfr.<br />

immagine..), ma sicuramente più<br />

lentamente di quello al sodio.<br />

⇒ fenomeni rapidi sodio<br />

⇒ fenomeni a lungo termine (memoria ad es) o periferici (soprattutto nei dendriti) calcio<br />

18 L’esperimento è condotto su cardiomiociti: l’ormone agirà su recettori β1 cAMP dept. Si tratta di un meccanismo<br />

di neuro modulazione che vede anche il coinvolgimento di una G-protein. L’ACh al contrario agisce su recettori<br />

M2 (sempre a livello cardiaco), che provocano l’apertura di canali al K inward rectifier ⇒ rallentamento peacemaker<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 20


Sono importanti i canali al Ca 2+<br />

HVA (High Voltage Activated): si attivano in seguito a depolarizzazione dell’ordine di -20mv, nei<br />

cardiomiociti, nei vasi coronarici, o nei dendriti dei neuroni dove si hanno depolarizzazioni ad<br />

opera del calcio, su stimoli quali:<br />

ingresso Na +<br />

fuoriuscita Cl -<br />

LVA (Low VA): attivati a basso voltaggio (-60/-40mV), sono particolarmente efficaci se si parte da<br />

una iperpolarizzazione, e possono rappresentare una base per arrivare all’apertura di altri<br />

canali, come quelli sodici, che richiedono maggiori depolarizzazioni.<br />

Sembrerebbero coinvolti, a livello del SNC con le scariche di tipo ciclico, burnst...<br />

Anche a livello encefalico infatti il calcio dà luogo a fenomeni di<br />

eccitazione ritmica simile a quelli presenti a livello del muscolo<br />

cardiaco, soprattutto a livello talamico nel caso di tremori, o durante<br />

il sonno, dove gran parte dei neuroni talamici (come si nota in<br />

animali cui venga inoculato uretano, immagine ) passano da un<br />

pattern di tipo tonico (di origine sodica) ad un comportamento<br />

oscillante (di origine calciogena:<br />

Si è abbastanza certi che questo tipo di scariche preveda tre correnti:<br />

a) depolarizzante lenta ⇒ canali Ca 2+ LVA: si tratta infatti di canali aperti anche a potenziali<br />

negativi, che si manterrebbero aperti anche durante la fase di spikes<br />

ravvicinati a causa della loro dinamica lenta (non fanno a tempo a chiudersi)<br />

b) spikes ⇒ di origine forse sodica<br />

c) ripolarizzazione ⇒ canali al K, Ca 2+ dept: man mano che gli spikes di un burst vanno avanti si<br />

accumula calcio intracellulare (LVA), fino a che si aprono i canali al K…<br />

sappiamo che questo ione tende ad uscire, ri-polarizzando la cellula<br />

(meno cariche ⊕ all’interno)<br />

Da un punto di vista dell’evoluzione si è abbastanza sicuri che il primo canale ad essere mai stato prodotto<br />

fosse quello al potassio, ione fondamentale per controllare il potenziale e quindi iper o de - polarizzare la<br />

membrana. Segue quello al calcio (il meccanismo Ca-cAMP dipendente è molto antico) e tutti gli altri canali<br />

sembrano discendere da quest’ultimo. Da notare che il canale che si trova negli assoni è diverso da quello<br />

primordiale. Un altro ancora è il canale al K Ca-dept, che troviamo nei cardiomiociti.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 21


§<br />

la Membrana come un Circuito<br />

La natura ionica (non elettronica) dell’energia biologica dona una caratteristica<br />

fondamentale a questi sistemi: in soluzione gli ioni seguono la direzione<br />

convenzionale 19 .<br />

La membrana nel suo complesso può essere sintetizzata in un circuito :<br />

• membrana bilayer = condensatore 20<br />

Le membrane sono come sappiamo bi laminari, ed in questo risiede la loro capacità di comportarsi<br />

come un condensatore, impedendo per certi versi il passaggio delle cariche attraverso essa e<br />

provocandone un accumulo a livello superficiale (“correnti di capacitanza”).<br />

• canali ionici = resistenze<br />

Si tratta appunto della resistenza al flusso ionico delle cariche: in primo luogo, per avere passaggio<br />

di cariche, bisogna che il canale sia effettivamente aperto;<br />

in un secondo momento si può poi avere il passaggio delle cariche.<br />

Questi due elementi sono interdipendenti: quando la membrana è attraversata da corrente si carica,<br />

proprio come un condensatore: una faccia della membrana diventa positiva, l’altra è negativa, perché il<br />

potassio ancora non riesce ad attraversarla, e si accumula, generando cariche positive in corrispondenza<br />

dell’anodo, a livello superficiale della membrana.<br />

I canali volt dept quindi funzionano grazie ai fenomeni capacitativi della membrana, in grado di<br />

separare per un certo tempo ai suoi due lati le cariche negative e positive.<br />

• stimolo / overshoot = generatore<br />

L’overshoot genera un anodo (corrente entrante): la zona subito avanti, ancora a -70mV, vede<br />

infatti l’instaurarsi di una differenza di potenziale (costituendo il catodo). Quindi ho il generarsi di<br />

un dipolo, tra le zone depolarizzate, e le zone ancora polarizzate. L’overshoot, il potenziale<br />

d’azione, diventa lui stesso il generatore della differenza di potenziale, consentendo la<br />

propagazione. Questo bipolo attira quindi K + a livello del catodo, che a sua volta attira il Cl - sul lato<br />

esterno, azzerando la carica totale e lasciando l’Na + libero di migrare verso l’anodo, che va<br />

accumulando cariche ⊕ all’esterno della fibra.<br />

Il campo elettrico è un concetto fondamentale in questo contesto:<br />

è proprio questo tipo di fenomeno, la<br />

generazione di un campo che provoca<br />

la modificazione degli elementi carichi<br />

trans membrana, in virtù del micro<br />

dipolo che viene a costituirsi quando<br />

una eccitazione scaturisce dalla<br />

periferia e si porta al soma.<br />

19 Normalmente infatti la direzione convenzionale di una corrente è opposta a quella effettiva degli elettroni: i cationi<br />

invece, differentemente dagli anioni, circoleranno nella direzione convenzionale, dal ⊕ verso il .<br />

20 Un condensatore è formato da due conduttori isolati, definiti piatti o armature del condensatore, che viene definito<br />

carico nel momento in cui i suoi piatti possiedano cariche uguali ed opposte, così che quella totale sia zero. Questo<br />

accumulo di carica q provoca una differenza di potenziale ΔV tale che q = C⋅ΔV dove C = capacità dipende dalle<br />

caratteristiche fisico-geometriche del condensatore. (Fondamenti di Fisica, D.Halliday, R.Resnik, J.Walker, 5° ed, Zanichelli © 2001)<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 22


§<br />

Conduzione Passiva: un fenomeno locale<br />

Le membrane non sono grandemente isolate, e sono in grado di condurre passivamente (come un materiale<br />

conduttore passivo, un filo di rame…) un segnale a 4mm di distanza: sembra poco, ma si tratta di 4000µm:<br />

localmente è una distanza ottima per creare potenziali locali elettrotonici, modificazioni di eccitabilità<br />

locali, che caratterizzano le sinapsi neuromuscolari o interneuronali, l’eccitabilità dei recettori, la natura<br />

dell’EEG …<br />

La conduzione si mantiene passiva se la depolarizzazione a livello del catodo non supera la soglia per<br />

l’apertura dei canali dell’Na + , caso in cui si passerebbe alla conduzione attiva (potenziale d’azione):<br />

il primo è un fenomeno puramente fisico, che riguarda canali comunque aperti, il secondo è di natura<br />

squisitamente biologica: la conduzione passiva è rappresentata non già da uno spike poco appuntito, sotto la<br />

soglia, ma da una parziale depolarizzazione, che arrivati appena sotto<br />

alla soglia, raggiunge una distanza, dal punto di applicazione, di 4mm<br />

(che va a definire la costante di spazio, cfr sotto), questa zona di 4 mm<br />

sarà esponenzialmente più reattiva quanto più ci si avvicina al punto<br />

d’applicazione dell’ellettrotono.<br />

τ : costante di tempo della membrana<br />

è legata al fatto che applicando un anodo e un catodo ad<br />

una membrana, occorre del tempo perché questa si<br />

carichi: è dovuta a fenomeni capacitativi della<br />

membrana.<br />

⇒ τ ∝ 1/eccitabilità<br />

λ : costante di spazio<br />

è legata alla diffusione passiva, cioè fino a che distanza viene trasmesso l’elettrotono:<br />

ovviamente poi influenzerà anche la velocità dell’evento biologico attivo di trasmissione.<br />

Questo concetto è strettamente collegato con la proporzionalità inversa che lega la<br />

dimensione di un neurone e la sua eccitabilità. In pratica, applicando un elettrotono in un<br />

punto della membrana, il turbamento del potenziale di riposo si espanderà dal punto di<br />

applicazione dell’elettrotono fino alla periferia, in modo che arrivati in prossimità della soglia<br />

limite tra il fenomeno passivo e il potenziale d’azione, l’area interessata sarà di 4mm, e l’entità<br />

della depolarizzazione aumenterà esponenzialmente avvicinandosi verso l’elettrodo.<br />

§<br />

Potenziale d’Azione<br />

Uno stimolo può trasformare il potenziale di riposo in un potenziale d’azione, che risulta essere:<br />

un evento digitale standard, che va a definire quindi un codice binario<br />

uno spike, una punta: correlato grafico della variazione brusca e successiva della conduttanza a<br />

sodio e potassio che si propaga lungo la fibra nervosa ad una velocità che può raggiungere i 120m/s.<br />

un anodo viaggiante, come un generatore che si sposta lungo la fibra, generando dipoli al livello del<br />

“circuito membrana”, un po’ come un elettrotono, ma che arriva alla soglia di attivare i canali di<br />

membrana<br />

Il sistema di registrazione testimonia una variazione di 1m, con un overshoot: il<br />

potenziale cioè si ribalta oltre lo zero. L’unico ione in grado di dare questo effetto è<br />

il sodio (fenomeno confermato da esperimenti con isotopi radioattivi), in quanto<br />

risulta attratto all’interno da entrambe le forze della formula di Nernst : sia osmotica<br />

che elettrica.<br />

Si ha quindi l’apertura dei suoi canali e l’ingresso ingente di ioni, che prosegue fino<br />

a +35mV: a questo punto avviene l’inattivazione della conduttanza all’Na:<br />

a) meccanismi voltaggio dipendenti che chiudono i canali<br />

b) il potassio esce (di nuovo, verificato con isotopi) secondo gradiente, non più trattenuto dal potenziale<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 23


Facendo riferimento alla figura a lato () si nota<br />

l’andamento delle conduttanze (gK + , gNa + ).<br />

L’apertura del canale all’Na + (gNa↑) dura c.a 0,5ms 21 ,<br />

dopodiché si ha la sua chiusura, mentre i canali al potassio<br />

si aprono e rimangono aperti più a lungo (gK↑)<br />

⇒ ripolarizzazione, fino ad arrivare ad una<br />

“iperpolarizzazione postuma”, durante la quale la cellula<br />

non è in grado di generare un nuovo spike:<br />

• uni direzionalità della propagazione (lo stimolo<br />

non può tornare indietro)<br />

• frequenze di scarica: che teoricamente potrebbero<br />

raggiungere i 1000 Hz, in questo modo si<br />

attestano massimo a 300Hz<br />

I canali all’Na e al K hanno dinamiche cinetiche diverse, nel momento in<br />

cui quelli al K hanno una apertura più lenta, ma più duratura, inoltre la glia<br />

ha tra le sue funzioni quella di restituire il potassio ai neuroni (in seguito al<br />

potenziale d’azione): in questo modo tramite l’omeostasi del potassio ha<br />

un controllo sulla ripolarizzazione e sull’eccitabilità dei neuroni.<br />

E’ possibile misurare e classificare le correnti<br />

legate al potenziale d’azione mediante il controllo<br />

delle correnti ioniche: si tratta di nA. Tramite<br />

bloccanti dei canali:<br />

• tetraetilammonio o TEA<br />

• tetradotoxina o TTX<br />

si è potuto discernere tra le correnti ioniche misurate:<br />

TTX ⇒ scompare la prima fase, che quindi era dovuta<br />

all’Na (cioè allo ione il cui canale viene<br />

ostruito dalla TTX )<br />

TEA ⇒ scompare la seconda fase della corrente,<br />

dovuta evidentemente al K.<br />

Con la tecnica del patch clamp (immagine ) si è potuto misurare addirittura la<br />

corrente (pAmpere 22 ) attraverso il singolo canale: questa rappresenta una evoluzione<br />

degli anni ’90 del voltage clamp (anni ’50), dove si può “risucchiare” una porzione di<br />

membrana con una pipetta (1µm ∅ c.a), e studiare le correnti entro i canali (o il canale)<br />

in quella porzione, oppure rompere la membrana e controllare il voltaggio interno<br />

(come in un patch clamp).<br />

Grazie agli esperimenti col patch clamp (oltre che con quelli mediante tossine) si è associato definitivamente<br />

il ruolo dei canali di membrana nel determinare le conduttanze della membrana a specifici ioni.<br />

21 Bloccando infatti sperimentalmente il canale all’Na (in posizione aperta) lo ione fluisce fino ad arrivare al suo punto<br />

isoelettrico : +65mV, mentre fisiologicamente i canali si richiudono già a +30mV.<br />

22 nano : 10 -9 ; pico : 10 -12<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 24


Nell’immagine si nota un’assone (nello specifico è<br />

gigante: di calamaro). Penetrandovi si registra una<br />

carica negativa, mentre al suo esterno la carica è 0<br />

(“penetrazione nell’assone”).<br />

L’intervallo tra lo stimolo (S) e il potenziale è la<br />

latenza, inversamente proporzionale all’eccitabilità<br />

del tessuto.<br />

Come è già stato detto, gli spikes sono dovuti a ioni positivi:<br />

Il gate si apre quando la corrente è in uscita<br />

(cataelettrotono, opposto all’anaelettrotono, che<br />

rappresenterebbe un’inibizione 23 ). Raggiunta una certa<br />

soglia, si arriva ad un cataelettrotono di una tale intensità da<br />

permettere l’apertura del canale e far fluire il sodio, un<br />

fenomeno biologico attivo. Si nota a lato () la reazione di<br />

una membrana ad una serie di stimoli: alle onde quadre<br />

risponde con una certa lentezza, dovuta a τ (costante di<br />

tempo: § conduzione passiva), prima con iperpolarizzazioni<br />

(E.), poi con due depolarizzazioni successive (U.), che<br />

andandosi a sommare causano un potenziale d’azione.<br />

• cuore (purkinje) / muscolatura liscia ⇒ Ca 2<br />

• resto dell’organismo ⇒ Na + ;<br />

• Il K + invece è deputato alla ripolarizzazione: gK↓ 24 ⇒ iK (in uscita)↓ ⇒ ⊕ eccitabilità<br />

lunghezza d’onda (λ) del potenziale d’azione = segmento di assone coinvolto:<br />

• fronte Na-dept<br />

• coda K-dept<br />

Può trattarsi di tratti anche di 5cm ! Questa coda iperpolarizzata impedisce al potenziale di retrocedere.<br />

I flussi ionici a livello della fronte del potenziale sono favoriti dall’aumentata permeabilità della<br />

membrana dovuta al potenziale, che crea una sorta di “shock” permeabilizzante la membrana, che<br />

favorisce il procedere autonomo dello stimolo.<br />

⇒ conduzione indifferente: dell’assone stimolato al centro: partono due spikes nelle due direzioni. Non<br />

avviene fisiologicamente<br />

⇒ conduzione ortodromica: nel caso si vada dal soma alla periferia. L’unica fisiologica.<br />

⇒ conduzione antidromica: sarà in senso inverso, ma fisiologicamente non avverrà mai<br />

§<br />

Mielina e Nodi di Ranvier<br />

Questi fenomeni sono legati ai nodi di Ranvier: la conduzione è<br />

più veloce perché è saltatoria (la depolarizzazione avviene a<br />

livello dei nodi di Ranvier). La fessura della mielina si aggira sui<br />

100µm massimo. In queste sedi si ha la formazione di un dipolo,<br />

dove le due polarità sono localizzate ai due lati della cellula di<br />

schwann, tra due nodi successivi.<br />

23 come quando l’ACh si lega agli M2, il K + esce, e la cellula si iperpolarizza<br />

24 gK : esprimibile in Siemens, anche se la si può trovare sui testi come “moh”, l’inverso di “hom”.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 25


Nei nodi si ritrova una densità di canali particolarmente alta, questi vanno infatti raccogliendosi in<br />

corrispondenza di questi punti durante lo sviluppo, secondo il concetto di plasticità dei nodi di Ranvier, che<br />

sembrerebbe indotta proprio dalle cellule di schwann:<br />

- fibra originaria: 20 canali/µm 2<br />

- fibra a termine (nel nodo): 2000 canali/µm 2<br />

Si sa che la costante di tempo τ = R ⋅ C<br />

• C ⇒ dipende dalla la guaina mielinica (spessore↑ ⇒ C↓)<br />

• R ⇒ dipende dallo spessore della fibre ( ∅↑ ⇒ R↓)<br />

in sostanza le fibre mieliniche sono più eccitabili, si ha maggior spessore (R↓) e guaine spesse (C↓) e<br />

quindi basse costanti di tempo (τ).<br />

Nelle fibre mielinizzate il diametro può aumentare solo grazie all’aumento di asso plasma<br />

⇒ resistenza longitudinale ↓<br />

La costante di Hursh dimostra che…<br />

basta moltiplicare la costante di 6m/s per le fibre mieliniche, e 2m/s per le amieliniche<br />

per ogni µm di ∅ per ottenere la velocità di conduzione 25 ⇒ non diminuisce la capacità<br />

(C), ma la resistenza trasversale (r).<br />

In pratica il rapporto tra ∅ e velocità è diretto, può essere rappresentato da una retta con una inclinazione<br />

diversa per le fibre mieliniche ed amieliniche (alla base del 6 e del 2).<br />

Le cellule di Schwann in periferia sono indipendenti (ricordiamo che gli oligodendrociti centrali super<br />

avvolgono più elementi nervosi), questo fa si che nel momento in cui venga tranciato un nervo periferico<br />

(p.es durante un’operazione), questi faranno da guida alla fibra in via di rigenerazione (evidentemente il<br />

troncone di assone a valle della lesione andrà degenerando, il troncone collegato al soma sarà in caso in<br />

grado di andare in contro a crescita e rigenerazione. Questo non avverrà nel SNC, per esempio nel midollo,<br />

dove in seguito alla lesione non si potrà avere in nessun caso rigenerazione, in quanto gli oligodendrociti non<br />

comporranno quella specie di “filo d’Arianna”.<br />

§<br />

Classificazione delle Fibre<br />

Le fibre vanno a distinguersi secondo diverse modalità di classificazione; Lloyd individuò 4 classi (I-IV),<br />

mentre Erlanger e Gasser tre classi A, B, C, dove la prima contiene le sottoclassi α β γ δ :<br />

25 tornano i conti, se si considera che il max ∅ è di c.a 20µm per le mieliniche : 6m/s ⋅ 20µm = 120m/s, che sappiamo<br />

essere la velocità di conduzione massima. Al contrario le amieliniche in genere conducono a 10m/s = 2m/s ⋅ 5µm<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 26


Lloyd ⇒ Lavorava a livello anatomico : prendeva le radici dorsali, le sezionava e le catalogava: si accorse<br />

che era possibile individuare quattro “picchi” di frequenza, corrispondenti alle sue classi :<br />

• Ia ⇒ fusi neuromuscolari<br />

• Ib ⇒ organi muscolo tendinei<br />

⇒ Aα<br />

• II ⇒ meccanocettori fini (cutanei) ⇒ Aβ<br />

• III ⇒ sens. tattile grossolana<br />

o dolorifica puntiforme<br />

o termica<br />

• IV ⇒ sensibilità<br />

o dolorifica<br />

o termica<br />

o al prurito<br />

o tattile grossolana<br />

⇒ Aδ<br />

⇒ C (amieleiniche)<br />

Erlanger & Gasser ⇒ Lavoravano a livello fisiologico, stimolando<br />

attraverso un nervo (lo sciatico per esempio) fibre di diverso diametro :<br />

notarono infatti che<br />

1) allontanandosi tra stimolazione (S) e registrazione (mm: 25,<br />

50, 75…) aumentava la latenza, dovuta al tempo impiegato<br />

dall’impulso a percorrere la fibra<br />

2) aumentando ancora la distanza tra Sorgente e Registrazione<br />

apparivano oltre allo spike principale, anche onde successive<br />

(α,β,γ,δ…) che evidentemente erano condotte da fibre con ∅<br />

minore e quindi con velocità di conduzioni decrescenti<br />

Questi, lavorando funzionalmente, individuarono gruppi particolari di<br />

fibre pregangliari.<br />

gruppo A: del SN di relazione: Si dividono in Aα (sensibilità epicritica e motoneuroni), Aβ …<br />

gruppo B: pur essendo mieliniche conducono più lentamente.. (>3µm ∅)<br />

⇒ pregangliari bianche (vago, pelvico, splancnici 26 )<br />

gruppo C: (IV Lloyd) SNA & sensitive post gangliari<br />

(p.es le fibre simpatiche che uscendo dai gangli prevertebrali come post-g si uniscono al<br />

nervo spinale e si portano perifericamente all’organo)<br />

Nb: vantaggi costituiti da avere le fibre dolorifiche caratterizzate da un minor diametro:<br />

a) ernia del disco: si ha uno stimolo compressivo, e in questa sede vengono inibite prima le fibre di<br />

grosso calibro: quelle dolorifiche quindi possono ancora transitare, mettendoci “in<br />

guardia”.<br />

b) anestesia: le fibre dolorifiche sono facilmente infiltrate dagli anestetici locali, proprio per via del<br />

minor calibro<br />

26 I nervi splancnici sono quei rami comunicanti bianchi molto lunghi in grado di servire di fibre pregangliari non i<br />

gangli della catena laterale, ma direttamente l’organo interessato, come nel caso della midollare del surrene: vi<br />

giungono fibre simpatiche pre-g e quindi ACh-ergiche in grado di stimolare in via diretta il rilascio di E/NE<br />

§<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 27


Canali a Porta Chimica<br />

Abbiamo visto quindi i canali voltaggio dipendenti, ancora in Fisio I quelli stretch-dipendeti, come<br />

nell’effetto Bayliss (nel caso del Ca 2+ ). In quelli a porta chimica in particolare, l’apertura può essere:<br />

Metabotropica o indiretta ⇒ delay (qualche ms), con effetti persistenti. Questi tipi di stimoli<br />

possono derivare dall’interno come dall’esterno, ed utilizzare<br />

messaggeri (come il Ca 2+ ) secondari, terziari… lo stesso calcio in<br />

un meccanismo può essere messaggero secondario, in un altro<br />

terziario (come quando si lega a calmoduline) e così via.<br />

In particolare il calcio può essere responsabile della memoria:<br />

o modificazione di proteine<br />

o modificazione dell’espressione genica 27<br />

Ionotropica o diretta, dall’esterno ⇒ immediato, fulmineo, rapido (ACh & recettori nicotinici)<br />

Distinguo quindi due eventi diversi :<br />

Neurotrasmissione: apertura dall’esterno, diretta, ionotropica (ACh su recettori nicotinici)<br />

Neuromodulazione: si parla di un’apertura dall’interno, metabotropica, indiretta<br />

(ACh su recettori muscarinici, adrenalina su β1…)<br />

Canale nicotinico<br />

La Ach ha due tipi di mediatori, due tipi di canali, tra cui il nicotinico, che è appunto a porta chimica.<br />

Presenta due subunità α esposte esternamente con i recettori alla nicotina, poi ci sono la β, γ, δ.<br />

Nb: la nicotina…<br />

1) è termolabile (si libera infatti sulla punta della sigaretta accesa)<br />

2) essendo liposolubile attraversa la barriera alveolo-capillare, e la BBB<br />

3) può legarsi al recettore nicotinico. Non è fisiologico, ma ne ha determinato il nome…<br />

Questo canale si può presentare sotto due forme<br />

• nervoso: SNC, molto presente. Si tratta ovviamente di recettori colinergici.<br />

• muscolare: (sinapsi neuromuscolare) ricordiamo solo che la subunità α è quella cui si lega la Ach:<br />

due ACh provocano l’apertura.<br />

L’apertura è simultanea ai due lati, così che il K + si<br />

sposta all’esterno, l’Na + all’interno, con un rapporto<br />

di 1:2 (l’Na è come al solito spinto da un doppio<br />

gradiente). Si ha una permeabilità contemporanea<br />

per Na e K, al contrario che nel potenziale<br />

d’azione. Questo provoca una parziale<br />

depolarizzazione, non esplosiva, secondo un<br />

fenomeno detto di potenziale di placca, che si<br />

trasmette quindi passivamente a 4mm.<br />

MIR (Main Immunogenic Region) ⇒ è la porzione, la sequenza AAcidica alla quale si legano gli Ab nel<br />

caso di una miastenia gravis, una patologia autoimmune contro le placche neuromuscolari. La terapia<br />

(palliativa) prevede stigmine, anticolesterasici: bloccano la degradazione della ACh potenzio le sinapsi.<br />

Sinapsi<br />

Sono il punto di contatto funzionale dei neuroni dove avviene la trasmissione del segnale. Concettualmente<br />

furono introdotte da Sherrington nel secolo scorso per indicare un rapporto di contiguità tra neuroni.<br />

27 tramite CAM, Calmoduline, le MAP, KAM.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 28


§<br />

sinapsi elettriche<br />

Si connettono tra loro tramite proteine chiamate connessoni, presentano uno spazio sinaptico di 50Å 28<br />

(250Å quelle chimiche). Sono estremamente rapide: non dipendono da un fenomeno di trasduzione<br />

chemo-elettrica (dove si passa da un segnale digitale, ad uno analogico/chimico, a uno digitale).<br />

Sono stereotipate: non prevedono rielaborazioni, non sono plastiche. Sta proprio nel passaggio analogico,<br />

la potenza della sinapsi chimica, la sua plasticità, la sua capacità di trasformare la risposta da un impulso 0/1<br />

in un “forse”. La sinapsi elettrica invece ha una risposta di tipo “go-no go”.<br />

Le GAP junctions in particolare hanno funzioni sincronizzanti.<br />

Il nucleo soprachiasmatico vede una sincronizzazione mediata da questo tipo di giunzioni, p.es, in relazione<br />

ai ritmi circadiani, essendo in collegamento con l’ipotalamo, ha quindi funzioni regolatorie nei livelli<br />

ormonali.<br />

asso dendritiche<br />

§<br />

sinapsi chimiche<br />

asso assoniche : una collaterale assonica fa sinapsi con un altro assone: sono la base strutturale<br />

dell’inibizione pre sinaptica<br />

asso somatiche<br />

somato somatiche & dendro dendritiche ⇒ avrebbero compiti di sincronizzazione, similmente<br />

alle sinapsi elettriche.<br />

l’elemento presinaptico è caratterizzato da mitocondri e vescicole (troviamo da 1000 a 10000 molecole):<br />

o chiare e rotonde ⇒ ACh<br />

o chiare e ovali ⇒ GABA<br />

o scure ⇒ ammine biogene (indistinguibili tra serotonine/NE/Dopamin-ergiche)<br />

L’esocitosi avviene sulla base di moti Browniani come “microsecrezioni spontanee”, quando poi si ha il<br />

potenziale d’azione ciò aumenta esponenzialmente: si ha una amplificazione del fenomeno.<br />

Ovviamente a livello quantitativo questo fenomeno è esacerbato dal calore, dalla quantità di vescicole,<br />

fattori considerati dalle leggi del caso e della termodinamica. Quantitativamente, il potenziale d’azione<br />

richiede la mobilitazione di c.a 100 vescicole, che ovviamente possono vedere una sommazione: in<br />

particolare le microsecrezioni spontanee ne forniscono 5, il potenziale 95. Questo è in grado di trasformare<br />

fenomeni digitalici come i potenziali d’azione (0/1) in fenomeni analogici.<br />

Spine: apprendimento e memoria<br />

Le spine dendritiche, come si è già detto sono state associate a funzioni mnemoniche, suggerite<br />

dalla loro degenerazione nell’Alzheimer.<br />

L’apprendimento e la memoria sono sicuramente collegati a questo<br />

dualismo tra info elettrica e chimica, dove quella chimica, legata alle<br />

spine dendritiche, al calcio, ha la possibilità di immagazzinare, di<br />

rendere qualitativo, analogico, il segnale; Il calcio poi, è stato detto, è<br />

alla base degli spikes a livello dendritico, proprio nelle regioni in cui<br />

troviamo le spine: troppo calcio, troppe spine, possono<br />

essere associate a convulsioni, epilessia, mentre si<br />

nota un mancato sviluppo in aree visive di topi<br />

mantenuti al buio.<br />

Ora, si è visto come stimolando l’ippocampo<br />

mediante stimoli elettrici tetanici, ripetuti (Long Term Potentiation) si ha potenziamento e neoformazione<br />

di spine dendritiche, con un potenziamento della trasmissione (dovuto sia all’aumento della superficie della<br />

spina, sia ad un aumento del loro numero).<br />

28 1 Å = 1x10 -10 metri = 0,1nm<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 29


Quindi anche gli stimoli del mondo esterno, si pensa possano indurre aumenti numerici e di dimensioni,<br />

come si nota nella neuro genesi, dove effetti chemio tropici avvengono tra assoni e spine, quest’ultime in<br />

particolare mostrano un attività filopodiche.<br />

Trasporto assonico<br />

I neuromediatori si formano comunemente nel soma 29 : lo stesso neurone in genere produce sempre<br />

lo stesso neurotrasmettitore tutta la vita (principio di Dale), però soprattutto se si parla di<br />

produzione di ammine biogene (E,NE,5OHTrp) questo è stato in parte smentito. Infatti come ben si<br />

sa la via che dalla tirosina porta alla adrenalina passa anche per la dopamina, ma anche il triptofano<br />

che ha funzioni di per se, può essere rielaborato a serotonina.<br />

Comunque è chiaro come avvenga un trasporto, che è di natura bidirezionale :<br />

• anterogrado ⇒ chinesina<br />

• retrogrado ⇒ dineina<br />

Una volta eseguita l’esocitosi, la struttura proteica, le sinapsine, vengono riportate nel soma e<br />

riutilizzate; Le sinapsine sembrerebbero coinvolte nella regolazione del numero di vescicole<br />

coinvolte nell’esocitosi: ancorerebbero le vescicole al citoscheletro, venendo inattivate in seguito<br />

a fosforilazione ad opera dei complessi Ca-calmodulina (che si formano in seguito a [Ca 2+ ]↑,<br />

durante il potenziale d’azione a livello dendritico 30 ).<br />

Il trasporto (tramite dineine e chinesina), sfrutta una piccola differenza di potenziale (pochi mV)<br />

tra soma () e terminale (⊕), anche se poi ovviamente il trasporto effettivo è sempre ATP dept<br />

su neurotubuli, strutture dell’ordine di 20nm, contenenti la tubulina (55kD), formata da dimeri<br />

dipolari, a carica alternata.<br />

Alterazioni della tubulina sono state associate a degenerazioni neurologiche tipiche<br />

dell’Alzheimer, tali da far pensare che questi dipoli, questa struttura, siano associati al libero<br />

pensiero, all’indeterminazione delle scelte ed alla capacità di intendere e di volere.<br />

Alzheimer<br />

Nelle fasi terminali dell’Alzheimer non c’è nemmeno più il riconoscimento di se stessi, compresi i<br />

ricordi, le facce dei familiari, le cose del mondo.<br />

La malattia ha inizio sulle membrane dei neuroni: la proteina APP (Amyloid β Precurssor Protein)<br />

viene troncata dalla β secretasi: il moncone verrà ulteriormente sezionato (γ secretasi),<br />

generando l’αβ-peptide. Questo andrà a formare aggregati nell’ambiente extraneuronale: si<br />

formano dei filamenti in grado di uccidere (in coltura) i neuroni o di minarne le connessioni.<br />

Da un punto di vista terapeutico si sono provati diversi approcci<br />

immunoterapia: dotare il sistema di Ab in grado di indurre la microglia ad attaccare i<br />

filamenti. Disassemblati questi complessi (sempre in vitro) i neuroni<br />

sopravvivono<br />

inibitori della β o γ secretasi<br />

Agenti anti-aggreganti<br />

La loro azione patologica minerebbe l’azione delle proteine TAU (addette a stabilizzare, tenere uniti<br />

i filamenti di tubulina di tubuli l’uno vicino all’altro) rendendo quindi i neurotubuli instabili e soggetti<br />

a disgregazione.<br />

29 Ci si è resi conto recentemente che nel terminale assonico può effettivamente avvenire rigenerazione delle vescicole<br />

(re sintesi);<br />

30 fonte: WikiENG, non prof.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 30


Le demenze possono essere indotte da diversi elementi (7):<br />

Depressione ⇒ depotenziamento dei sistemi monoaminergici (ACh, NE, E…)<br />

Ictus<br />

Parkinson (Deperimento della SN, sistemi dopaminergici)<br />

Deficit di vit. B12 (cobalamina): il complesso di B1 (tiamina 31 ), B6 (piridossina 32 ), B12 sono neuro<br />

protettivi<br />

patologie tiroidee ⇒ l’ormone tiroideo attiva il metabolismo attivando la Na/K, sue disfunzioni<br />

possono portare a depressione dell’attività di scarica neuronale<br />

carcinomi<br />

neurosifilide (l’insieme delle manifestazioni neurologiche della sifilide, tipicamente dello stadio terziario)<br />

§<br />

Funzionamento delle sinapsi<br />

1) depolarizzazione: l’arrivo dell’impulso.. la sinapsi è infatti un trasduttore elettro-chimico<br />

2) Ingresso Ca 2+ : un fatto importante, si nota che all’arrivo del potenziale d’azione è il primo<br />

fenomeno osservabile nel terminale, attraverso l’apertura di canali specifici.<br />

3) legame Ca-calmodulina<br />

4) Questo fa passare le vescicole da uno stato di gel a uno di sol, si aumenta l’agitazione browniana:<br />

per questo gli animali a sangue caldo sono più attivi (più calore ⇒ più agitazione).<br />

5) docking: “attracco”.. alla membrana, mediato da Rab3, SNARE<br />

6) priming: “preparazione”, è lo step biochimico che precede la fusione della vescicola e la liberazione<br />

del neurotrasmettitore; preparerebbe sembrerebbe il sistema al legame del calcio, mediato<br />

da proteine SNARE, SNAP<br />

7) Fusione: della vescicola con la membrana, che avviene grazie all’esposizione di un dominio<br />

idrofobico, il tutto mediato da proteine CSP e sinaptotagmine.<br />

8) Liberazione neuromediatore (trasmettitore o modulatore che sia); di qui si ha una cascata:<br />

a. volume transmission: teoria che vedrebbe la diffusione del neurotrasmettitore anche al di là<br />

dello spazio sinaptico, fino a 50-100µm.<br />

b. enzimi catalitici possono rielaborare, smaltire il trasmettitore: p.es la sinapsi colinergica<br />

contiene la AChE: inibendola si potenzia l’ACh.<br />

c. reuptake: recettori presinaptici possono legare il neurotrasmettitore; in questo modo viene<br />

ridotta la potenza del neuromediatore di c.a il 20% in media, ma è utile al<br />

darwinismo neurale, per retro informare il neurone sul funzionamento della<br />

sinapsi. Molti psicofarmaci e droghe agiscono, come ben si sa, a questo livello.<br />

Il prozac agisce in questo senso: è un SRI (Serotonin Reuptake Inhibitor).<br />

9) recettori post sinaptici: metabotropici o ionotropici, con relativi effetti a valle<br />

(potenziali -10..-, innesco di cascate metaboliche..-10/11a-)<br />

31 La tiamina pirofosfato (TPP) è il coenzima delle decarbossilasi dei chetoacidi e delle transchetolasi:<br />

decarbossilazione ossidativa del piruvato e dell'α-chetoglutarato nel ciclo di Krebs<br />

reazione transchetolasica nel ciclo dei pentosi fosfato (⇒ NADPH, ribosio 5-fosfato)<br />

32 Anch’essa un coenzima fondamentale per transaminazioni o decarbossilazioni di aa, metabolismo del triptofano,<br />

metabolismo lipidico (importante per la produzione di guaine mieliniche), glicogenolisi, sintesi di vari<br />

neurotrasmettitori.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 31


Le immagini di microscopia della sinapsi sono ricavate da campioni criogenati con azoto liquido e sottoposti<br />

a freezing fracture. La fusione dura 2ms al massimo, entro 5ms dallo stimolo.<br />

meccanismi di trasduzione<br />

sempre i soliti, riassunti qui in un paio di schemi:<br />

Da notare come il calcio faccia, nella cascata del PLC da terzo messaggero.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 32


Neurotrasmettitori<br />

Classici :<br />

aspartato ⇒ simile al GABA<br />

taurina ⇒ interneuroni spinali<br />

glicina ⇒ sostituisce il GABA a livello<br />

spinale<br />

istamina ⇒ alcune aree ippocampiche<br />

noradrenalina<br />

Serotonina<br />

Dopamina<br />

Ach<br />

Glutammato<br />

GABA<br />

Non Classici (Neuropeptidi) :<br />

Queste molecole sono spesso prodotte dalla glia, e rappresentano tutta una serie di modalità di comunicazione<br />

all’interno del SNC finora non considerate..<br />

AT II<br />

CCk<br />

Gastrina<br />

Insulina<br />

endorfine endogene<br />

agiscono su recettori µ<br />

- Dinorfina<br />

- β endorfina<br />

Secretina<br />

Vasopressina (ADH)<br />

sostanza P (Pain): sinapsi tra il primo e il secondo neurone<br />

(periferiacentro), può generare iperalgesia,<br />

e quindi dolori cronici dell’artrite; E’ attivata<br />

dalle prostaglandine.<br />

§<br />

La Glia<br />

astroglia ⇒ BBB: nutre/isola i neuroni. Origine ectodermica<br />

(cresta neurale)<br />

microglia ⇒ di origine connettivale (mesodermica), difatti tende a<br />

cicatrizzare, avendo anche funzioni immunitarie, dal<br />

momento che ha proprietà fagocitiche (nel bene e nel<br />

male).<br />

La specializzazione delle cellule ectodermiche in neuroni piuttosto<br />

che cheratinociti cutanei, per dire, è dovuta ovviamente a fattori di<br />

crescita specifici (cfr immagine ), come il LIF o il BMP.<br />

La glia è quindi parte del sistema extraneuronale, e si trova in una<br />

posizione in grado di esercitare un controllo p.es sul potassio, in<br />

quanto in grado di modificare la propria gK. Hanno potenziali in<br />

DC (corrente continua), con ampiezze di 50-60mV di tipo<br />

elettrotonico. Non possiedono però canali al sodio, il che gli<br />

impedisce di dare luogo a spikes, e in generale non di tipo voltaggio<br />

dept nemmeno per il potassio.<br />

Con l’età tra la BBB e i neuroni si crea un intrico di micro fibrille<br />

che rende più difficile la funzione di trasporto dei nutrienti degli<br />

astrociti (glucosio, aa..): il cervello risulta meno nutrito.<br />

La Glia e le sinapsi<br />

Si diceva una volta che la glia sigillava lo spazio sinaptico. Ma<br />

recentemente si è sviluppato il concetto di trasmissione non<br />

sinaptica: volume transmission. Sarebbe importante per “azioni di<br />

massa”, come il sonno , la fame, l’umore.. L’NO oltre al CO ha a che fare con la LTP (che come si è visto<br />

sarebbe in grado di indurre spine dendritiche), che potrebbero essere coinvolte a loro volta con la volume<br />

transmission. Ci sono oppositori a questa teoria, che propendono a considerare sempre l’ipostesi neuronale,<br />

che prevede, nella comunicazione comunque un contatto sinaptico.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 33


Neurotrasmettitori<br />

§<br />

ACETILCOLINA (ACh)<br />

E’ sintetizzata dalla Choline Acetil Transferase (ChAT): colina + ACoA CoA + ACh. Fisiologicamente è<br />

presente a livello della primo neurone di SNA sia orto che para, e del secondo neurone del para-s.<br />

recettore nicotinico ⇒ sinergico, canale: apre simultaneamente a sodio e<br />

potassio: (nell’immagine si vede solo una carica ⊕ che<br />

entra: è il movimento di carica totale). Ne esistono due<br />

isoforme molto somiglianti:<br />

• NN ⇒ nervosi (centrali)<br />

- Nicotina: simula l’azione dell’ACh, che ha effetti attivanti a livello<br />

di meccanismi mnemonici episodici a livello ippocampale<br />

- Malattie Mentali: Parkinson, Alzheimer, Schizofrenia... si riscontra<br />

un eccesso di ACh 33 , come confermano (1) l’efficacia come farmaco<br />

della rivastigmina, un AChE bloccante, (2) studi scintigrafici<br />

(nicotina marcata con C 11 ) (3) esami PET<br />

• NM ⇒ muscolari (periferici)<br />

recettore muscarinico (M1-5) ⇒ apertura interna metabotropica grazie ad un II messaggero<br />

• Centrali (nel SNC) ⇒ tutti attivanti: chiudono un canale al K ⇒ depolarizzazione<br />

• Periferici ⇒ M1,…,4: quelli pari sono inibitori 34 , quelli dispari eccitatori.<br />

Sistemi Colinergici centrali<br />

a. Basal Forebrain o Proencefalo Basale:<br />

Formato da diversi nuclei, che risultano fortemente compromessi in molte malattie mentali:<br />

a. Meynert<br />

b. banda diagonale di Broca<br />

c. del setto<br />

Rilasciano prolungamenti colinergici che si dirigono<br />

verso la corteccia (senza relè talamico)<br />

verso l’ippocampo (attraverso il fornice), con funzioni anche connesse<br />

con la memorizzazione p.es di stimoli olfattivi..<br />

b. Area Tegmentale Dorso Laterale (LDT)<br />

Si trova nel ponte, da qui (oltre che dal nucleo del peduncolo pontino, PTT) si generano le<br />

così dette onde PGO, che segnano l’inizio, ogni ora e mezza, del sonno desincronizzato<br />

(REM), caratterizzato da una tipica attività elettrica, che è stata riscontrata anche in stati<br />

alterati quali la schizofrenia per esempio (dove si hanno visioni oniriche, appunto). Le PGO<br />

quindi, attraverso il fascicolo tegmentale proiettano al talamo (precisamente al GL).<br />

Il soggetto vede quindi una attivazione elettrica della corteccia: gli occhi si muovono a<br />

causa di collaterali delle PGO che si stanno dirigendo verso il talamo (e quindi la<br />

corteccia), che deviano verso i centri oculomotori.<br />

c. Nucleo Paragiganto Cellulare (PGN)<br />

Sempre colinergico, tipico centro REM-OFF (inattivo nella fase REM). Ha anche funzioni<br />

attivanti il locus coeruleus.<br />

33 Ovviamente non è l’unica teoria, alcuni pensano che abbia un pesante ruolo la dopamina o il glutammato (per cui in<br />

clinica si useranno diversi farmaci).<br />

34 l’innervazione vagale è ACh su M2 ⇒ [K + ]cell ↓ ⇒ iperpolarizzazione ⇒ effetto cronotropo negativo<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 34


agiscono sulle sinapsi monoaminergiche:<br />

cocaina: agisce collateralmente potenziando la sinapsi, sempre inibendo il reuptake.<br />

corticosterone: come la cocaina, agisce sul reuptake<br />

yohimbina ⇒ β2 bloccante usato come coadiuvante sessuale negli anni ’50: si ricorda che<br />

solo le prime fasi delle relazioni sessuali sono di natura simpatica, la fase<br />

legata all’orgasmo però è parasimpatica. Ha un po’ lo stesso effetto<br />

dell’alcool quindi: stimola il desiderio ma diminuisce la prestazione.<br />

Catecolamine e memorizzazione cerebellare<br />

Sappiamo che il cervelletto è l’elaboratore di memorie motore, che vengono poi proiettate nell’area<br />

prefrontale (6). Si tratta di memorie legate p.es all’abilità ciclistica, o sciistica.<br />

Il sistema β1 sembrerebbe quindi coinvolto nel ruolo da terzo messaggero del calcio nei sistemi<br />

mnemonici del cervelletto, per l’elaborazione di sequenze motorie di tipo implicito.<br />

§<br />

Serotonina (5HT)<br />

E’ una ammina biogena (solita azione inibente della reserpina) derivante dal Triptofano, importante nel<br />

sogno e negli stati alterati di coscienza ma non solo: avrebbe anche funzioni antidepressive (5-HT6):<br />

diminuiti livelli di serotonina comportano depressione: in questo caso il reuptake può essere bloccato da<br />

diversi farmaci, tra cui:<br />

• Imipramina (che ha effetto su numerosi neurotrasmettitori)<br />

• Fluoxetina (Prozac): un SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitor)<br />

Nb: è riconosciuta nella patogenesi anche una depressione dei<br />

sistemi dopaminergici e noradrenergici).<br />

Può avere funzione di neurotrasmettitore o neuromodulatore,<br />

dipendentemente dal recettore:<br />

- 5HT1 (a,b…) ⇒ azione inibente indiretta, come<br />

neuromodulatore, interessati nei meccanismi sonno<br />

- 5HT2 ⇒ effetto eccitante, con apertura di canali al Ca 2+<br />

- 5HT3,4,…,7 ⇒ potrebbero eccitare, agendo da antidepressivi, in<br />

particolare il 6 sembrerebbe modulare la trasmissione<br />

Dopaminergica.<br />

l’LSD è un allucinogeno, il cui effetto esaltante è dovuto al sistema serotoninergico: la 5HT sembra coinvolta<br />

negli stati modificati di coscienza, come nella meditazione e nell’ipnosi. Questo si è visto anche tramite<br />

EEG (cfr. dispensa III).<br />

Sistemi Serotoninergici Centrali<br />

a. Nucleo magno del raphe (sempre parte del fascio telencefalico centrale)<br />

⇒ proiezioni cerebellari (effetto modulante, e anche coinvolto nel sonno)<br />

⇒ ha proiezioni endorfinergiche 35 per la sostanza gelatinosa di Rolandro, alla base<br />

dell’analgesia che si può indurre con l’ipnosi<br />

b. fascicolo telencefalico<br />

⇒ investe di serotonina tutti i sistemi talamici intralaminari e l’ipotalamo ant, non come<br />

relè, ma come bersagli finali; sono vie coinvolte nel sonno..<br />

Nb: i barbiturici: potenzierebbero l’azione serotoninergica, inducendo il sonno, ma un sonno senza fase<br />

REM, non realmente ristoratore.<br />

35 Negli animali che sono tipicamente prede (erbivori, maiali..) questi sistemi di riduzione del dolore sono stranamente<br />

più sviluppati (natura provvida ??)<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 36


si avvale di recettori metabotropici<br />

D1 ⇒ eccitatori: Gs ⇒ ⊕ adenilato ciclasi ⇒ cAMP↑<br />

§<br />

Dopamina<br />

D2 ⇒ inibitori: Gi ⇒ adenilato ciclasi ⇒ cAMP↓<br />

azione diretta (apertura) su canale: K + cell↓<br />

Sistemi Dopaminergici centrali<br />

- Nigro Striatale (SNc)<br />

Reserpina: stesso effetto di inibizione alla sintesi e storage<br />

dell’E e NE; Infatti la via di sintesi è sempre<br />

quella della ammine biogene.<br />

CCk: un potenziatore della sinapsi dopaminergica; molti<br />

sostengono che la dieta onnivora sia molto importante:<br />

una dieta con una porzione proteica importante<br />

fornisce la tirosina necessaria per la produzione<br />

della dopamina.<br />

Apomorfina: D1/2 agonista: potenzia la sinapsi agendo<br />

tipicamente sul reuptake.<br />

Il centro di produzione è la Substanzia Nigra, che si divide in:<br />

- Mesolimbico<br />

Aldoperidolo: D2 bloccante è in grado di ridurre i<br />

comportamenti violenti, viene utilizzato nelle<br />

psicosi<br />

pars compacta (SNc) ⇒ Dopamina (regolazione dei nuclei della base)<br />

pars reticolata (SNr) ⇒ GABA, inibitoria<br />

Troviamo l’Area tegmentale ventrale che col fascicolo telencefalico mediale (o fascio pro<br />

encefalico) si proietta nelle aree frontali sovra orbitarie (11, 12, 47) o associative<br />

frontolimbiche (caratteristiche comportamentali del soggetto 36 ), attraverso il nucleo accumbens,<br />

parte dei basal ganglia, importante centro di regolazione dell’appagamento, del piacere, che vede<br />

l’interferenza di droghe:<br />

- cocaina si lega ai pre-s della dopamina, bloccando il reuptake<br />

⇒ potenzia senza sbilanci se usata “correttamente”, perché si<br />

lega sia ai D1 che ai D2.<br />

- eroina invece blocca il GABA<br />

⇒ disinibisce<br />

⇒ crea una iperproduzione<br />

⇒ esalta: D2: viene a mancare l’azione regolatoria inibente di<br />

questa classe di recettori<br />

Rende quindi la droga più appetibile ma altamente sbilanciante. La<br />

dipendenza è data dal fatto che senza il GABA si “bruciano le<br />

scorte”, e poi i neuroni hanno bisogno tempo per recuperare..<br />

36 infatti ricevono afferenze anche dal limbico ⇒ valutazione fattori emozionali, istinti primordiali che si uniscono a<br />

quelli dell’attività decisionale razionale dell’area frontale<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 37


§<br />

Glutammato<br />

Se il GABA è l’inibitore per eccellenza, il glutammato è l’eccitatore: questi vanno a generare infatti<br />

rispettivamente IPSP e EPSP. Tutte le vie di uscita della corteccia sono glutamminergiche, eccitanti: si<br />

tratta quindi dei fattori “GO”. I fattori “NO-GO” invece sarebbero GABAergici.<br />

Ovviamente poi esistono circuiti brevi, dove proiezioni eccitanti sono rivolte ad interneuroni inibitori.<br />

Ci sono diversi recettori:<br />

AMPA (attivati dall’Amino Metil Propionic Acid, omologo del glutammato) detti anche NON-NMDA<br />

- sono come i nicotinici, solo depolarizzanti ionotropici (tramite iNa e iK)<br />

altri NON-NMDA:<br />

- all’Acido Cainico<br />

- al quisqualatoB: ancora oggetto di ricerca, potrebbe giustificare sempre un’attivazione dei<br />

meccanismi del calcio da parte del glutammato, bypassando però lo ione (attiva<br />

direttamente la cascata che porta alla PKC… vd. dopo)<br />

NMDA (bloccati dall’N-Metil Di Aspartato)<br />

- normalmente bloccati da ioni Mg 2+ , smaltiti solo da una lieve depolarizzazione, in genere<br />

fornita dagli AMPA (20/30 mV)<br />

- permettono il passaggio di Na + , K + e Ca 2+ , che ha un grande potere come secondo<br />

messaggero ⇒ sono quindi parte integrante del sistema di conversione della memoria<br />

da breve a lungo termine:<br />

- frequenti nel sistema cortico-limbico<br />

- se inibiti danno effetti tipici della schizofrenia (psicosi 37 )<br />

§<br />

teoria del SINK SOURCE<br />

Ci sono segnali analogici derivanti da stimoli elettrici, generati dall’apertura contemporanea di canali Na<br />

e K, come abbiamo visto; Non avvenendo processi di picco (spikes) non si ha trasduzione attiva, ma solo un<br />

elettrotono locale che si diffonde per 4mm al massimo, generando EPSP o IPSP: iper o ipopolarizzazione.<br />

Non c’è un comportamento esplosivo, il tutto è regolato da costanti di spazio e tempo del tutto analoghe<br />

dell’eccitamento fisico (λ e τ : 4mm al culmine, degradanti, max per 50ms).<br />

Ricordiamo che gli spikes elettrici, i potenziali d’azione richiedono canali voltaggio dipendenti successivi e<br />

selettivi. All’arrivo del potenziale, il neurone viene a comportarsi (già detto) come un micro-dipolo, dove i<br />

dendriti hanno una carica ⊕ ed il soma e il muticolo assonico ;<br />

⇒ corrente eccitante in uscita al livello del muticolo, con conseguente eccitazione all’apertura di gate<br />

voltaggio dipendenti e prosecuzione dell’impulso. Questo risponde alla TEORIA DEL SINK SOURCE, che vede<br />

la generazione di un campo elettrico a livello del soma neuronale che vede cariche positive (⇒ correnti in<br />

uscita) a livello del muticolo dove troviamo un’alta densità di canali al sodio voltaggio dipendenti<br />

(correnti capacitative, cui seguono quelle resistive -già trattato-).<br />

37 ricordiamo che per nevrosi s’intendono patologie meno gravi, tipicamente ossessive.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 39


Quindi è importante considerare che l’ordine di eccitazione NON E’ dendrita - soma - muticolo, bensì:<br />

1) dendrita (depolarizzazione)<br />

⇒ bipolo, campo elettrico<br />

2) muticolo assonico (depolarizzazione)<br />

⇒ evento retroattivo di correnti<br />

3) soma (depolarizzazione)<br />

⇒ evento somato dendritico in via retrograda;<br />

4) dendrita (anaelettrotono iperpolarizzante ⇒ inibizione verso<br />

uno stimolo che si ripresenti troppo presto).<br />

Ora, questa depolarizzazione “dipoliforme” può originare anche a livello<br />

sinaptico, tramite EPSP, fenomeni elettrotonici: se poi si arriva almeno a<br />

10mV ⇒ pot. d’azione. EPSP non sufficienti ma consecutivi possono<br />

sommarsi, portando ad una depolarizzazione totale sufficiente da<br />

generare i 10mV limite. Questo è alla base della analogicità del<br />

potenziale sinaptico: l’intensità del “bombardamento sinaptico” può<br />

segnare il grado di depolarizzazione, a seconda che venga attivato un<br />

singolo bottone (SB) o una intera singola fibra (SF) o se si hanno tutte le<br />

afferenze (COMPOSITE). Si noti, nell’immagine, l’unità di misura: µV,<br />

non mV. Si tratta infatti di una terminazione sinaptica. A livello della fibra nervosa ci si trova sui mV, e<br />

sempre di µV si parla nell’EEG, dove al massimo si arriva a 500µV.<br />

Questo ci porta a separare i concetti di inibizione pre o post sinaptica:<br />

- inibizione presinaptica ⇒ selettiva, si limita ad inibire solamente le afferenze contattate,<br />

costituendo un vantaggio evolutivo. Può avvenire una parziale<br />

depolarizzazione inibitoria: livello sinaptico un parziale<br />

ingresso di sodio ⇒ gradiente Na↓ ⇒ all’arrivo del potenziale<br />

d’azione si ha diminuzione dell’ampiezza dello spike<br />

⇒ meno ingresso di calcio ⇒ meno vescicole da gel a sol.<br />

Non si è sicuri di questa diminuzione dell’ampiezza dello spike,<br />

ci sono diverse teorie al riguardo, collegate al cloro & GABA,<br />

ma quello che conta è l’ultimo passaggio: meno calcio, meno<br />

vescicole ⇒ inibizione.<br />

- inibizione post sinaptica ⇒ generalizzata, è riferita al soma. Tutte le afferenze ne<br />

subiranno l’effetto: meno fine.<br />

Le cellule con grandi dendriti, tendono a generare potenziali d’azione calcio dipendenti, tipici di quel tipo di<br />

struttura. Il Ca 2+ produce quindi segnali meno stereotipati, grazie alla sua funzione contemporanea di<br />

secondo messaggero, mentre il sodio tende a generare, appunto, un segnale meno complesso, di sicuro non a<br />

burst p.es. In particolare, è proprio il calcio che sarebbe alla base della coerenza che scaturisce dall’unione di<br />

miliardi di neuroni, laddove il singolo elemento è invece assolutamente incoerente:<br />

si parla di un comportamento goal directed: anche il comportamento di una zanzara, con il suo SNC<br />

elementare ha un’azione goal directed. Vuole semplicemente dire che ogni cervello ha un’azione diretta ad<br />

uno scopo, e quindi ha una coerenza, questo è possibile grazie alla plasticità che caratterizza le strutture<br />

nervose, che si plasmano in modo da dare poi una funzionalità.<br />

A determinare la plasticità sarebbero elementi come il NGF e altri, stimolati a livello genetico da un<br />

secondo messaggero quale il calcio.<br />

Contemporaneamente ci può essere il fatto che una fonte di energia può condizionare degli elementi che si<br />

comportino in modo casuale, in una serie di elementi con una direzione precisa (come la neve che cade ed<br />

un colpo di vento). Quindi, quando siamo sottoposti ad un bisogno, un desiderio, ci “riapproprieremmo del<br />

nostro cervello”, sincronizzandolo (non in senso EEG) rendendo coerente una situazione non tale a riposo.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 40


Placca Neuromuscolare<br />

Il movimento, l’atto motorio è anche fondamentale per l’apprendimento: s’impara facendo (scariche<br />

corollarie…): il motoneurone α rappresenta una via finale comune, è una sorta di convergenza, laddove<br />

l’attività motoria rappresenta in ultima analisi l’unico vero oggetto dell’essere, e a ragione, della via motoria,<br />

e si fa anche elemento conoscitivo (ipotesi di Sherrington).<br />

• componente presinaptica ⇒ motoneuroni<br />

• componente postsinaptica ⇒ placca neuromuscolare: specializzazione del sarcolemma.<br />

• recettori ⇒ nicotinici muscolari: MN<br />

o insensibili alla nicotina (diversamente da quelli centrali)<br />

o leganti invece il curaro 38<br />

Quindi si ha un’azione tipica della sinapsi, con Ca 2+ (eccitante) e Mg 2+ a livello presinaptico 39 . Il Ca 2+<br />

provoca il rilascio di vescicole contenenti quantità piuttosto costanti di ACh (“quanti”), che si porterà a<br />

livello post sinaptico entro 1ms: nella placca si avrà non già un Pot. d’Azione, ma un tipico EPSP, dovuto<br />

all’aumento contemporaneo di gK e gNa: l’Na, spinto dal doppio gradiente, genererà un flusso netto.<br />

⇒ si otterrà un potenziale elettrotonico di placca<br />

EPSP, 3 volte più intenso di quello delle sinapsi<br />

centrali 40 (30mV), quindi:<br />

#1 è una sinapsi sicura, non c’è mai un potenziale<br />

di placca che non diventi potenziale d’azione<br />

#2 s’annulla l’importanza della micro<br />

secrezione spontanea 5 vescicole costitutive, su<br />

30mV necessari (invece che 10mV), non sono nulla..<br />

Inattivando una parte di recettori NM (curarizzando) è possibile indagare il funzionamento della placca:<br />

in quella non curarizzata appare un piedino che precede il potenziale: rappresenta il fenomeno locale che<br />

poi si evolve in uno spike. Questo evento è visibile da solo, senza il successivo spike, a sinistra, dove<br />

sostanzialmente ho solo il potenziale di placca: un fenomeno non esplosivo.<br />

Il potenziale d’azione muscolare è molto simile a quello della fibra nervosa, solo che dura il doppio: 2ms.<br />

Le prove del funzionamento della placca furono fornite tramite esperimenti di ionoforesi: iniettando Ach<br />

all’interno della fibra non si otteneva nulla, al contrario iniettandola all’esterno in modo da portarla fino ai<br />

recettori muscarinici si otteneva il potenziale.<br />

Inibitori / bloccanti delle giunzioni neuromuscolari<br />

1) TTX, anestetici locali ⇒ inibiscono il nervo, impedendo l’arrivo del potenziale d’azione.<br />

2) Tossina Botulinica: inibisce il rilascio del neurotrasmettitore: assunta a livello GI, accede alla<br />

grande circolazione, internalizzata nella sinapsi, si porta ai lisosomi: divisione<br />

catena pesante / leggera ⇒ la catena leggera ha un’azione endopeptidasica su<br />

elementi fondamentali al rilascio dell’Ach. A parte l’utilizzo in estetica, può<br />

essere utilizzata in oculistica per curare strabismo.<br />

3) Curaro / Alcaloidi (competitori dell’ACh)<br />

4) Succinilcolina e simili (decametonio, esametonio): depolarizzano la membrana presinaptica,<br />

che diventa meno eccitabile (cfr inibizione presinaptica); Sono quindi rilassanti<br />

muscolari depolarizzanti (portano infatti il potenziale da 100 a 70mV).<br />

38<br />

principio attivo del veleno di origine vegetale utilizzato dagli indios. E’ anche un anestetico (nella necessità di<br />

rilassare completamente il paziente), e va usato con il supporto evidentemente di una respirazione artificiale.<br />

39<br />

che è un competitore del calcio: sono due cationi, uno intra e uno extra cellulare: si instaura quindi una competizione;<br />

più Ca 2+ c’è più ACh si libererà, l’inverso con il Mg 2+ .<br />

40<br />

si tratta delle post giunctional folds : più recettori all’ACh che generano quindi una reazione decisamente più intensa<br />

alla stessa quantità di ACh.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 41


§<br />

Accoppiamento Elettro Calcio Meccanico<br />

Il potenziale d’azione scorre lungo il sarcolemma; Qui, i tubuli trasversi hanno l’effetto di generare eventi<br />

elettrotonici; a livello delle triadi si trova quindi l’accesso ai depositi si calcio (reticolo sarcoplasmatico)<br />

che liberandosi genera la contrazione. Quindi ci deve essere il rientro del calcio nel reticolo.<br />

Il calcio infatti sblocca il sito occupato dalla troponina e tropomiosina. Ogni 400Å si trova infatti il sito di<br />

attacco delle troponine (-I,C,T) e tropomiosine<br />

1) potenziale d’azione lungo i tubuli T contattano il reticolo sarcoplasmatico ⇒ Ca 2+ ↑↑<br />

2) legame Ca 2+ - troponina (la I in particolare) ⇒ la troponina sposta la tropomiosina dal sito di<br />

legame della miosina con l’actina:<br />

3) attacco ⇒ la meromiosina pesante è un enzima ATPasico, legata a ADP + P a riposo<br />

⇒ affine all’actina e piegata a 90° (ma non si attacca per via della troponina)<br />

4) rotazione della testa (45°) ⇒ il distacco dell’ADP e del P fa cambiare la conformazione<br />

⇒ messa in tensione dei SEC, componenti elastici in serie:<br />

• titina<br />

• tubulina<br />

5) distacco ⇒ dovuto al sopraggiungere di nuovo ATP ⇒ la miosina perde affinità per l’actina.<br />

Quindi la meromiosina pesante agirà com’è sua natura idrolizzando l’ATP, che rimarrà<br />

come ADP + P: è la situazione di partenza. ne consegue che<br />

• se non c’è più ATP, non c’è distacco (come nel rigor mortis)<br />

• se c’è sufficiente Ca 2+ , in presenza di ATP s’innescherà un nuovo ciclo<br />

Si distinguono nel muscolo:<br />

a) fibre bianche ⇒ movimenti esplosivi, fasici (mm. oculomotori p.es)<br />

b) fibre rosse ⇒ sforzi posturali, resistenza alla fatica<br />

Un tipo di resa tipicamente posturale vede un gran numero di fibre rosse e un tipo di scarica elettrica che si<br />

definisce tetanica: si ha la sommazione di scosse semplici, fino a quattro stimoli. (immagine ↓)<br />

E’ la sommazione meccanica di scosse semplici dovuta al fatto che<br />

ulteriori scosse sopraggiungono prima dell’esaurirsi dell’evento<br />

meccanico. Questo non fa altro che reclutare sempre più SEC 41 ,<br />

fino alla messa in tensione di tutti gli elementi elastici. Non si<br />

può andare oltre, altrimenti si hanno stiramenti 42 e rotture.<br />

clono: quando le scosse non sono abbastanza ravvicinate da<br />

dare una sommazione completa ed armonica (la linea 2<br />

dello schema).<br />

Queste curve sono osservabili tramite elettromiogramma (EMG), che se viene riferito all’attività di<br />

un’unica unità motoria (fibre innervate da uno stesso motoneurone: da 3 a più di 1500), viene definito<br />

SMU (Single Motor Unit).<br />

41 La telediastole cardiaca rappresenta proprio la restituzione, durante la contrazione del cuore, dell’energia<br />

accumulata durante il riempimento dagli elementi viscoelastici passivi<br />

42 come la dilatazione acuta del cuore, vede un completo distacco dei ponti trasversi dovuto all’eccessivo<br />

allungamento del muscolo<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 42


Recettori<br />

I recettori sono dei trasduttori e codificatori: sono in grado di tradurre varie forme di energia in quella<br />

bioelettrica, interpretabile poi dal cervello, con il supporto di variazioni di frequenza.<br />

Si trasforma, anche in questo caso, un evento analogico in uno digitalico, la cui modulazione è<br />

rappresentata dalla frequenza.<br />

La determinazione della frequenza non è quantitativa, ma si basa sull’ampiezza degli intervalli: mettiamo<br />

che una fibra stia trasmettendo a 100Hz:<br />

• analisi quantitativa ⇒ conto gli stimoli per un secondo e conosco la frequenza: troppo lento!<br />

(non posso aspettare che passi 1 sec per essere informato che un<br />

recettore sta scaricando a 100Hz)<br />

• analisi degli intervalli ⇒ se il secondo stimolo giunge dopo solo 1 centesimo di secondo,<br />

sta scaricando a 100Hz, e lo so dopo 1/100 di secondo.<br />

Classificazione Anatomica<br />

Recettori di I tipo: espansioni periferiche delle cellule a T. Il ramo periferico di queste cellule assume<br />

una modificazione denominata “recettore”: le cellule trasmetto l’informazione<br />

direttamente come un potenziale generatore<br />

• corpuscoli di Pacini<br />

• fusi neuromuscolari<br />

• fibre sensitive di tipo Ia, II<br />

• …<br />

Recettori di II tipo: potenziale generatore fornito tramite una sinapsi da una cellula specializzata<br />

che faccia da recettore, e non direttamente da essa, tramite un potenziale di<br />

recettore (PR)<br />

• recettori guastativi<br />

• vestibolari<br />

• cocleari<br />

• …<br />

Recettori di III tipo: si tratta unicamente dei fotorecettori, che nello spessore dell’epitelio sensitivo<br />

stesso presentano elementi bipolari che ritrasmettono l’informazione al cervello.<br />

Classificazione di Sherrington:<br />

Telecettori: vista, udito o olfatto. Lo stimolo quindi origina da lontano<br />

Propecettori o esterocettori: di superficie. P.es il gusto (che sono tecnicamente chemocettori),<br />

temperatura, pressione, dolore…<br />

Propriocettori: muscolo-tendinei, articolari, vestibolari… sono fondamentali per postura<br />

equilibrio…che si riferirebbero al così detto sesto senso 43 .<br />

Enterocettori: viscerali, p.es i barocettori, oppure quelli presenti nel peritoneo, quelli viscerali di<br />

tensione (che possono produrrei i riflessi della respirazione p.es)<br />

43 il settimo senso o navigation sense sarebbe quello tipico dei volatili, che gli permetterebbe di orientarsi negli<br />

spostamenti trans continentali.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 43


Si parla in generale di sensibilità tattile:<br />

§<br />

Recettori Cutanei<br />

- anatomici un tipo di corpuscolo, un tipo di stimolo (caldo, freddo…)<br />

- fisiologi i corpuscoli sono abbastanza simili, quello che conta è il pattern di scarica:<br />

diminuzioni ⇒ freddo..<br />

aumenti ⇒ caldo, gran fracasso ⇒ compressione profonda<br />

- Epidermici (solo terminazioni libere 44 dolorifiche)<br />

- Dermici (Messner, Krause, Golgi…)<br />

- Ipodermici, in particolare…<br />

Pacini (↓immagini )<br />

E’ un pressocettore (tatto profondo): c.a di 2mm, è formato da una parte<br />

interna ed esterna, con delle capsule disposte a strati, come<br />

in una cipolla. La fibra nervosa penetra all’interno del<br />

corpuscolo, in un core più ricco di liquido. Gli strati<br />

sovrapposti possono scorrere tra di loro, di modo che la<br />

deformazione delle lamine provoca uno stimolo iniziale,<br />

quindi il “riarrangiamento del core”, che ritorna nella posizione iniziale provoca<br />

l’adattamento.<br />

Meccanocettori Piliferi<br />

All’interno la fibra è nuda: si genera un’apertura non specifica di canali in<br />

seguito all’evento meccanico ⇒ elettrotono (anodo) che porterebbe ad un<br />

fenomeno di Sink Source, con effetto a livello del primo nodo di Ranvier<br />

(catodo). Dal corpuscolo fuoriescono quindi fibre Aβ (II di Lloyd).<br />

Sono uno dei serbatoi di cellule staminali (assieme a distretti come<br />

il cordone ombelicale e la SVZ). La presenza di queste cellule nel<br />

bulbo premette la rigenerazione della cute lesa, a patto non venga<br />

distrutto anche il bulbo stesso; si trovano precisamente nel punto<br />

d’inserzione del muscolo erettore pilifero.<br />

§<br />

Propriocettori Neuromuscolari<br />

L’equilibrio, la stazione eretta, si deve a questi elementi (immagine )<br />

Fusi Neuromuscolari<br />

Sono assenti nei muscoli mimici, ma li si trova nel massetere p.es, che è un<br />

muscolo antigravitario. Sono presenti in tutti i tetrapodi (animali che camminano<br />

su 4 arti), in quanto è alla base del riflesso di stiramento miotatico, che<br />

garantisce l’incosciente mantenimento della postura.<br />

Si va da 10 a 10mila elementi dipendentemente dalla dimensione del muscolo.<br />

44 Ricordiamo che le terminazioni libere, come quelle dolorifiche, non hanno adattamento, a contrario di quelle<br />

corpuscolate. Inoltre, il fatto di essere libere, le rende sensibili a stimoli di tipo chimico (dall’acidosi alle citochine<br />

dolorifiche). In particolare i barocettori del seno carotideo sono diversi dai barocettori come i corpuscoli di pacini,<br />

in quanto sono appunto terminazioni libere non adattabili.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 44


Organi tendinei del Golgi<br />

componenti afferenti ⇒ Sensibili allo stiramento ⇒ contrazione: mantenere la<br />

lunghezza costante. Possono essere a fiorami (Aα)<br />

o spiraliformi (Aβ)…<br />

• term. primarie ⇒ componenti dinamiche dello stiramento: info sulla<br />

velocità dell’evento, anche con una valenza<br />

riguardo il controllo<br />

• term. secondarie ⇒ componente statica dello stiramento; p.es stiramenti<br />

mantenuti<br />

componenti efferenti ⇒ fibre muscolari intrafusali: durante l’accorciamento<br />

(contrazione), non si hanno efferenze. Avviene quindi una<br />

dinamica unica per un recettore periferico: un controllo<br />

efferente γ (originato dai γ motoneuroni 45 ), detto<br />

coattivazione.<br />

⇒ Sincronizza la lunghezza delle fibre del fuso con quelle del resto del<br />

muscolo. Questa innervazione è garantita dalla FR: solo i fusi, del<br />

trio della propriocezione, hanno questa componente centrifuga.<br />

anello α γ ⇒ si viene quindi a definire un anello: lo stiramento di un muscolo (α)<br />

vede la contrazione sincrona delle fibre intrafusali (γ), ed attiva i fusi<br />

dell’antagonista (che vengono stirati). Contemporaneamente, a riposo<br />

si avrà un tono liminale garantito da questo stesso meccanismo, che<br />

scatena una risposta meno intensa, con il contributo di una scarica<br />

tonica basale dei γ motoneuroni. (vd. più in basso)<br />

Si tratta di sensibilità alla tensione del tendine (SEC). Si attiva quindi in seguito alla contrazione<br />

muscolare. Hanno una soglia più alta dei fusi, e a riposo sono silenti.<br />

1) Condizione di riposo: Il fuso scarica continuamente; Sappiamo che i γ motoneuroni sono controllati<br />

dalla FR, che dà una efferenza tonica. Se si ha un aumento di scarica dei γ motoneuroni<br />

si può avere contrazione dei fusi a prescindere dalle fibre extrafusali (ovviamente il loro<br />

numero non permette un accorciamento reale del muscolo). Gli organi tendinei sono<br />

invece silenti, in quanto hanno una soglia più alta.<br />

Nb: lo stiramento fusali dovuto ai γ motoneuroni, indipendente da quello delle fibre<br />

extrafusali provoca la contrazione delle fibre equatoriali: sulle porzioni estreme del<br />

fuso ha lo stesso effetto di uno stiramento generale del muscolo (che è passivo, e<br />

causa una contrazione reale, e non tono liminale del muscolo).<br />

Il tono muscolare garantisce quindi un punto di partenza per le eventuali contrazioni: si<br />

ha una basale, minima, contrazione costante. Si possono avere pazienti ipertonici,<br />

atonici, spastici…queste patologie sono dovute a difetti di regolazione centrale.<br />

2) Stiramento: provoca un aumento di scarica rispetto a quella tonica.<br />

Se si eliminano i motoneuroni γ si elimina il controllo centrale, e il fuso diventa un<br />

organo da stiramento passivo, che si attiva solo quando le fibre extrafusali antagoniste<br />

si attivano.<br />

A partire dalla via vestibolo spinale si attiva direttamente il motoneurone antagonista<br />

(generalmente antigravitario) generando un tono. Ma se il muscolo viene stirato, per<br />

mantenere la lunghezza del muscolo costante, si attiva il fuso e ne causa la contrazione.<br />

3) Contrazione: l’organo tendineo del Golgi scarica. Se non fosse per i γ motoneuroni il fuso si<br />

deformerebbe e sarebbe silente. (B: paralisi dei γ, C: normalmente).<br />

45 i β motoneuroni esistono, ma hanno caratteristiche intermedie tra gli α e i γ difficili da definire e da studiare.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 45


Nb: nell’immagine C comunque si nota all’inizio della contrazione<br />

a. una scarica ritardata, causata dalla non subitanea contrazione tonica delle fibre fusali<br />

b. una scarica accelerata subito dopo, durante lo stiramento.<br />

Sono in grado di captare :<br />

§<br />

Propriocettori cocleari<br />

• Accelerazioni lineari (utricolo e sacculo, ortogonali tra loro) ⇒ macule.<br />

La macula rappresenta il punto in cui la branca vestibolare dell’VIII prende<br />

contatto. In questa sede troviamo una struttura gelatinosa che ingloba le ciglia,<br />

sormontata da depositi di otoliti. Oltre alle accelerazioni (fasiche, ad<br />

adattamento), questo apparato fornisce scariche (toniche) di origine gravitaria.<br />

Nb: i due organi sono stimolati diversamente: sacculo ⇒ posizione eretta<br />

utricolo ⇒ piegati avanti 90°: l’unico ad attivarsi nei riflessi collici durante il gattonamento<br />

• Accelerazioni angolari (canali semicircolari) ⇒ movimenti dell’endolinfa opposti alla rotazione,<br />

ovviamente: per inerzia l’endolinfa tende a rimanere ferma, portando alla<br />

sollecitazione delle creste ampollari nei canali:<br />

o posteriore ⇒ movv. antero posteriori ⇒ sollecitazione<br />

simmetrica di muscoli antigravitari (vie vestibolari)<br />

o ant o super. ⇒ rollìo: sollecitazione dei muscoli antigravitari del<br />

lato verso cui si è girata la testa, ed una inibizione di<br />

quelli controlaterali (vie vestibolari)<br />

o lat o orizz ⇒ movv. latero laterali (guardarsi a dx e sx, come dire)<br />

# mov. ampollifugo anaelettrotono (chinociglio verso stereociglia) ⇒ (iperpolarizz)<br />

# mov. ampollipeto cataelettrotono (chinociglio verso lato libero) ⇒ ⊕ (stimolo)<br />

In entrambi i casi si hanno cellule cappellute e cellule cigliate, che possono essere cilindriche (tipo II)<br />

o ampollari (tipo I) che presentano un chinociglio più grande e stereociglia, formanti nel complesso il pelo<br />

acustico. L’endolinfa che bagna le cellule cigliate è ricca di potassio (più del citoplasma cellulare), grazie<br />

ad una Na/K invertita presente sulla stria vascolare, dove si sottrae sodio e si fornisce potassio. La<br />

perilinfa, al contrario,presente tra il labirinto osseo e quello membranoso, ha [ioniche] simili al citosol.<br />

In quest’ottica l’eccitazione delle cellule (cataelettrotono) è dovuta a meccanismi potassio calcio<br />

dipendenti:<br />

• sink ⇒ ingresso di potassio nella cellula<br />

• source ⇒ canali al Ca 2+ - K + dept, che portano alla stimolazione<br />

Le stereociglia sono collegate tra loro tramite filamenti actinici formanti i “tip links”, che se stirati<br />

provocano l’apertura dei canali al potassio, evento non collegato con la base, ma con la sommità delle<br />

ciglia: evento meccano-elettrico.<br />

La gravità fa un po’ il ruolo del motoneurone γ nel fuso: infatti procura una scarica a riposo. Si tratta<br />

anche qua di meccanismi tonici. Il tono muscolare in ultima analisi dipende da una cooperazione di sistemi<br />

- vestibolo spinali (α motoneuroni)<br />

- reticolo spinali (anello αγ).<br />

Nb: al contrario, un movimento angolare costante, provoca uno stimolo solo nella fase accelerativa iniziale,<br />

poi si va in contro ad adattamento.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 46


Siamo in presenza di diversi sistemi:<br />

afferente (centripeto) ⇒ sensitivo<br />

efferente (centrifugo) ⇒ vie vestibolari inibitorie: permettono di adattarsi<br />

(p.es ad atleti o piloti) a situazioni che normalmente darebbero chinetosi,<br />

cioè disturbi che possono portare ad emesi in individui non adattati.<br />

La corteccia parietale, responsabile dell’analisi spaziale, presenta anche<br />

collegamenti (tramite il talamo) con i nuclei vestibolari, che anche sono<br />

coinvolti nella gestione di movimenti atletici complicati.<br />

Fascicolo Longitudinale Mediale ⇒ detto FLM: grosso fascio di fibre ascendenti e discendenti<br />

che incrocia il controllo della muscolatura del collo<br />

(Accessorio) e quello dell’oculomozione con i sistemi della<br />

propriocezione legati all’accelerazione.<br />

- interazioni vestibulo colliche: connesse col nucleo del nervo XI<br />

- interazioni vestibolo oculari: connesse con i nuclei dei nervi III, IV, VI<br />

I nuclei vestibolari sono divisi in superiore, inferiore, mediale, laterale:<br />

nucleo laterale (di Deiters)<br />

⇒ fascio vestibolo spinale motoneuroni α (80%), o γ (20%).<br />

Riceve fibre dirette delle purkinje cerebellari: viene considerato il 5° nucleo cerebellare fuori dal<br />

cervelletto, e testimonia l’origine vestibolare del cervelletto.<br />

Nucleo superiore di Dectered<br />

⇒ fibre ascendenti dirette ai motoneuroni (III, IV, VI). Determina il nistagmo:<br />

a. rotatorio: presenta due componenti…<br />

- lenta ⇒ rotazione opposta; mediata dai nuclei vestibolari, le segue quella…<br />

- rapida, saccadica ⇒ ritorno degli occhi nella posizione a riposo: interazione tra<br />

collicolo superiore e FR bulbo ponto mesencefalica.<br />

b. per stimolazione termica: iniettando nel meato acustico esterno acqua tiepida e fredda<br />

(tenendo conto della t° corporea: 38°c e 20° c.a), si<br />

generano correnti convettive nell’endolinfa, che<br />

stimolano i canali semicircolari.<br />

Nb: il nistagmo può essere indotto anche da altre<br />

fondi di stimolazione del collicolo superiore,<br />

anche ad opera di varie aree corticali: se ne<br />

parlerà nel capitolo sulle vie visive (III dispensa)<br />

Nb: soppressione saccadica: si ricorda anche la<br />

presenza, a riposo, di movimenti saccadici<br />

nascenti dal collicolo superiore utili a<br />

continuare a spostare i recettori su cui cade la<br />

stimolazione luminosa. Se non succedesse si<br />

avrebbe sbiancamento, per consunzione del<br />

fotopigmento.<br />

Negli attimi di spostamento, si ha appunto<br />

una inibizione sulla corteccia occipitale (quindi<br />

della visione) data dalla scarica corollaria che<br />

si origina dai nuclei dell’oculomozione.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 47


Nuclei mediale (di Schwalbe) e inferiore (di Roller)<br />

es: gli occhi devono spostarsi entrambi a sinistra:<br />

• occhio sinistra ⇒ (VI) retto laterale<br />

• occhio destro ⇒ (III) retto mediale<br />

Trasferiscono ai flocculi e al nodulo del cervelletto (archicerebello)<br />

informazioni vestibolari.<br />

Il nucleo vestibolare in particolare genera efferenze inibitorie (regolative)<br />

a feed forward 46 basato su scariche corollarie, importanti nella stabilità del<br />

campo visivo durante il movimento del capo.<br />

In congiunzione quindi, aggiustano e controllano il VOR: Vestibular Ocular<br />

Reflex, cioè una coordinazione oculare mediata dal cervelletto, su info<br />

derivanti dai nuclei vestibolari.<br />

Si è parlato come spostare la testa sposti il baricentro ⇒ mentre l’occhio deve<br />

contro controruotare, a irrigidirsi devono essere i muscoli antigravitari<br />

ipsilaterali.<br />

Si tenga presente, in questo contesto dell’innervazione dei muscoli oculomotori:<br />

III. oculomotore ⇒ retto superiore, retto mediale, retto inferiore, piccolo obliquo (o inf)<br />

IV. trocleare ⇒ grande obliquo<br />

VI. abducente ⇒ retto laterale<br />

Riflessi vegetativi<br />

I nuclei vestibolari rilasciano collaterali per il nucleo motore dorsale del vago (ricordiamo che il<br />

vago è sottodiaframmatico, innerva fegato, pancreas, intestino, stomaco..)…<br />

Infatti le chinetosi provocano nausea ed emesi: ⊕⊕⊕vago ⇒ stomaco.<br />

Ricordiamo come questo è diviso in due segmenti come una clessidra (tra antro e corpo dello<br />

stomaco), con l’abbassamento del diaframma apre lo sfintere esofageo inferiore e si ha l’atto<br />

emetico.<br />

Nb: il vomito è un sintomo. Può essere dovuto ad aumenti di pressione intracranica (emorragia cerebrale,<br />

ictus.. che possono dare anche nistagmo, vertigini), intossicazione (alcool p.es), ecc..<br />

46 contrario di feedback: si ha un doppio ruolo dell’input in grado di autopotenziarsi<br />

attraverso una stazione intermedia.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 48


Riflessi del bambinello<br />

- Tonic Neck Reflex: da disteso, si porta la testa al centro, rilasciandola, il bambino volta in<br />

genere la testa a destra ⇒ estende il braccio e la gamba destre. E’ un<br />

riflesso vestibolare. Di solito quelli che scelgono la destra saranno<br />

destrimani.<br />

- Walking Reflex: tenendolo sotto le ascelle e portando i piedi sul piano, il bambino simula la<br />

camminata<br />

- Start Reflex (d’allerta) ⇒ attraverso vie tetto spinali, gli stimoli dal collicolo inferiore<br />

provocano il sobbalzo (sbattendo una mano sul tavolo p.es)<br />

- Grasp Reflex: il bambino afferra il dito estendendo arto superiore ed inferiore omolaterali.<br />

Presentato da pazienti con lesione extrapiramidale 48 dell’area premotoria<br />

(area 6), che nel bambino non è ancora mielinizzata.<br />

- Babinski Reflex: si ha l’estensione della mano o del piede alla<br />

stimolazione del palmo (o della pianta): questo è<br />

sintomo di non ancora avvenuta mielinizzazione<br />

(nel neonato, fisiologica) o di lesione<br />

extrapiramidale nell’adulto.<br />

- Routing Reflex: sfiorando la guancia il bambino succhia a vuoto<br />

cercando il capezzolo.<br />

La preferenza manuale in genere viene ad essere determinata (sembra) dalla posizione del feto nell’utero.<br />

La posizione occipito trasversa sinistra o LOA (Left Occiput Anterior) è collegata con l’essere destrimani, e<br />

si vede nell’80% c.a dei soggetti.<br />

Oltre a questo sono stati rilevati anche fattori genetici, di familiarità, riguardo la preferenza manuale: si<br />

nota p.es che già a 15 settimane il feto 49 si mette il dito destro in bocca. Tra le altre molte teorie ce ne sono<br />

anche riguardanti la posizione del cuore…<br />

LOA & Preferenza destra:<br />

1) esposizione del lato destro del corpo con la parte dell’utero a contatto con<br />

l’esterno<br />

2) stimolazione labirintica asimmetrica specialmente nei canali superiore e<br />

laterale dovuta alla posizione ruotata a sinistra<br />

di 45° del bambino<br />

Posizione nell’utero e Parto<br />

⇒ diverso tono dei muscoli controlaterali ed ipsilaterali.<br />

⇒ movimento ampollipeto a destra generato<br />

dall’oscillazione della madre nel camminare<br />

Una volta, se il bambino di disponeva in posizione tale da fuoriuscire dal canale del parto prima con le natiche, e in<br />

secondo luogo con la testa, questa poteva restare incastrata, e si usava il forcipe, che poteva causare la rottura della<br />

squama del temporale (molto sottile). Questo poteva provocare crisi epilettiche del lobo temporale. Ora si preferisce<br />

il cesareo, bisogna però dire che una donna cesarizzata dovrà poi esserlo sempre: si interrompe così, infatti, la<br />

continuità delle fibre uterine, rendendo impossibile un parto naturale.<br />

I gemelli producono un parto in genere con una uscita più semplice, in quanto sono in genere più piccoli, e passano più<br />

facilmente..<br />

48 l’area 6 o premotoria fa parte del SEPOC: Sistema Extra Piramidale di Origine Corticale. E’ l’unica area che si rilevi<br />

come attiva quando il paziente immagina di eseguire un gesto.<br />

49 nei primi due mesi (8 settimane), si parla di periodo embrionale, ai 3 mesi si parla già di feto, completamente<br />

abbozzato.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 50


Questa è una raccolta di Appunti e materiale tratto da lezione ed integrato da vari libri e siti, per il mio<br />

personale studio. Sono felice di condividerlo, facendo presente che gratuitamente vi arriva, e tale deve<br />

rimanere. La condivisione è intesa solo fra compagni di corso, vi prego di non diffondere il file altrove.<br />

§<br />

Nota<br />

Le immagini contenute sono in massima parte tratte dalle slide del Prof. Bava (grazie a Giordano per le<br />

scansioni!!), e potrebbero essere protette da copyright: non diffondete, vendete o pubblicate il file, che<br />

rimanga tra noi compagni di corso. Questo vale ancora di più per le immagini tratte da libri di testo (come il<br />

Netter).<br />

Oltre a questo ci sono sicuramente errori: quando li trovate, se potete, segnalatemelo: theshire88@gmail.com<br />

Buono Studio a Tutti !<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 51

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