Giuseppe Marini : Neurofisiologia I (aa.2009-2010) 1 - AppuntiMed
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Introduzione<br />
Le prime mielinizzazioni avvengono verso il terzo mese, solo ad un anno e mezzo si arriva all’autocoscienza,<br />
in pratica si ha l’accensione, l’attivazione di tutto il sistema. L’autocoscienza ci differenzia dagli altri<br />
animali, che sono dotati di sola coscienza : l’autocoscienza include il concetto di sé, così come i concetti di<br />
“cane”, o di qualsiasi altro oggetto. Questa è molto fortemente associata al linguaggio, laddove ogni parola<br />
deve assumere un significato e deve riferirsi a qualcosa.<br />
Coscienza ⇒ formazione reticolare, strutture tronco encefaliche : funzionalità automatica, autonoma..<br />
Autocoscienza ⇒ strutture encefaliche superiori<br />
§<br />
<strong>Neurofisiologia</strong> nella storia<br />
Filosofi Greci : Aristotele poneva la sede dell’anima e della personalità nel cervello e nel cuore, se<br />
andiamo invece a leggere un famoso testo di Ippocrate egli credeva risiedesse tutto<br />
nel cervello: le emozioni, la memoria, le paranoie, la follia.<br />
Jean Ferneils (VI sec) : il primo ad usare il termine “fisiologia”: il discorso sulla natura dell’uomo<br />
Vesalio (1543) : Padova. Descrive per primo le circonvoluzioni cerebrali 1 .<br />
Cartesio (1600), artefice del “dualismo”, della separazione dei concetti di “cervello” e “mente”.<br />
Se la mente non è dentro il cervello ma vi si insinua dall’esterno, lo spiritualismo è<br />
dietro l’angolo. Ancora oggi si ritrova questa tendenza a separare il pensiero, le emozioni,<br />
dalle strutture fisiche, dai processi neurologici cerebrali.<br />
Galvani (1798) : fu il primo a descrivere l’elettricità animale (le attività neuromuscolari delle<br />
rane). L’elettroencefalogramma 2 è la registrazione su carta dell’attività elettrica<br />
del cervello.<br />
Aldini (1800) : suo nipote, che provò ad elettrostimolare la corteccia esposta dei decapitati.<br />
Il problema era che dopo pochi minuti si ha la morte cerebrale, e i neuroni non sono<br />
più responsivi. Anche se fosse stato più veloce, si ha comunque l’instabilità del<br />
punto corticale: in certi momenti l’effetto c’è, ed in altri, no.<br />
Questo a lungo tempo fece credere che il tessuto non fosse stimolabile.<br />
Pierre Broca (1850): individuò nelle aree 44-45 delle lesioni trombotiche in un paziente con<br />
deficienze linguistiche grazie ad una autopsia sul suo cervello. Grazie a questa<br />
prima esperienza si diede il via ad una serie di studi per la localizzazione di altre<br />
aree funzionali.<br />
William James (1870 c.a) : è con lui che comincia la moderna neurofisiologia, sosteneva che la<br />
mente fosse un processo, non una sostanza, alla base della quale stavano i<br />
collegamenti tra i vari elementi.<br />
Wernike (1880) proseguì lo studio di Broca 3 , ma ampliando la filosofia localizzazionistica: secondo<br />
lui era un evento corollario dipendente dall’interconnessione di diverse aree<br />
(è un’impostazione frenologica, che ora sta tornando in auge<br />
Penfield (1900) : gli si deve la definizione di mappe della citoarchitettonica funzionale, allo<br />
scopo di eseguire asportazioni mirate in caso di eventi tumorali. Questi studi ci<br />
iniziarono anche allo studio delle aree cerebrali connesse con i sistemi della<br />
memoria (lobo temporale, sistema limbico..)…<br />
Brodmann (1909) : divise la corteccia nelle famose aree attraverso la citoarchitettonica, ma non<br />
funzionale.<br />
NB: la suddivisione di Brodmann va imparata a memoria<br />
1 Alcuni animali non hanno le circonvoluzioni, e sviluppano molta meno superficie : noi abbiamo 1,5m 2 di corteccia<br />
cerebrale, per 1500g (il cervelletto invece ha 0,75 m 2 per 1 /3 del peso<br />
2 Il merito reale della scoperta dell’EEG è da attribuire a Caiton. Egli scrisse un articolo, ma in mancanza all’epoca<br />
dell’apparecchiatura fotografica i suoi studi non ricevettero particolare attenzione.<br />
3 non è quasi mai stato possibile evocare la parola tramite stimolazione elettrica dell’encefalo, magari solo mediante<br />
stimolazione di nuclei talamici interni, che porta acqua al mulino dell’ipotesi centro-encefalica secondo la quale la<br />
corteccia è “debitrice” dell’azione dei nuclei interni.<br />
<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 2