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Giuseppe Marini : Neurofisiologia I (aa.2009-2010) 1 - AppuntiMed

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Quindi anche gli stimoli del mondo esterno, si pensa possano indurre aumenti numerici e di dimensioni,<br />

come si nota nella neuro genesi, dove effetti chemio tropici avvengono tra assoni e spine, quest’ultime in<br />

particolare mostrano un attività filopodiche.<br />

Trasporto assonico<br />

I neuromediatori si formano comunemente nel soma 29 : lo stesso neurone in genere produce sempre<br />

lo stesso neurotrasmettitore tutta la vita (principio di Dale), però soprattutto se si parla di<br />

produzione di ammine biogene (E,NE,5OHTrp) questo è stato in parte smentito. Infatti come ben si<br />

sa la via che dalla tirosina porta alla adrenalina passa anche per la dopamina, ma anche il triptofano<br />

che ha funzioni di per se, può essere rielaborato a serotonina.<br />

Comunque è chiaro come avvenga un trasporto, che è di natura bidirezionale :<br />

• anterogrado ⇒ chinesina<br />

• retrogrado ⇒ dineina<br />

Una volta eseguita l’esocitosi, la struttura proteica, le sinapsine, vengono riportate nel soma e<br />

riutilizzate; Le sinapsine sembrerebbero coinvolte nella regolazione del numero di vescicole<br />

coinvolte nell’esocitosi: ancorerebbero le vescicole al citoscheletro, venendo inattivate in seguito<br />

a fosforilazione ad opera dei complessi Ca-calmodulina (che si formano in seguito a [Ca 2+ ]↑,<br />

durante il potenziale d’azione a livello dendritico 30 ).<br />

Il trasporto (tramite dineine e chinesina), sfrutta una piccola differenza di potenziale (pochi mV)<br />

tra soma () e terminale (⊕), anche se poi ovviamente il trasporto effettivo è sempre ATP dept<br />

su neurotubuli, strutture dell’ordine di 20nm, contenenti la tubulina (55kD), formata da dimeri<br />

dipolari, a carica alternata.<br />

Alterazioni della tubulina sono state associate a degenerazioni neurologiche tipiche<br />

dell’Alzheimer, tali da far pensare che questi dipoli, questa struttura, siano associati al libero<br />

pensiero, all’indeterminazione delle scelte ed alla capacità di intendere e di volere.<br />

Alzheimer<br />

Nelle fasi terminali dell’Alzheimer non c’è nemmeno più il riconoscimento di se stessi, compresi i<br />

ricordi, le facce dei familiari, le cose del mondo.<br />

La malattia ha inizio sulle membrane dei neuroni: la proteina APP (Amyloid β Precurssor Protein)<br />

viene troncata dalla β secretasi: il moncone verrà ulteriormente sezionato (γ secretasi),<br />

generando l’αβ-peptide. Questo andrà a formare aggregati nell’ambiente extraneuronale: si<br />

formano dei filamenti in grado di uccidere (in coltura) i neuroni o di minarne le connessioni.<br />

Da un punto di vista terapeutico si sono provati diversi approcci<br />

immunoterapia: dotare il sistema di Ab in grado di indurre la microglia ad attaccare i<br />

filamenti. Disassemblati questi complessi (sempre in vitro) i neuroni<br />

sopravvivono<br />

inibitori della β o γ secretasi<br />

Agenti anti-aggreganti<br />

La loro azione patologica minerebbe l’azione delle proteine TAU (addette a stabilizzare, tenere uniti<br />

i filamenti di tubulina di tubuli l’uno vicino all’altro) rendendo quindi i neurotubuli instabili e soggetti<br />

a disgregazione.<br />

29 Ci si è resi conto recentemente che nel terminale assonico può effettivamente avvenire rigenerazione delle vescicole<br />

(re sintesi);<br />

30 fonte: WikiENG, non prof.<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Marini</strong> : <strong>Neurofisiologia</strong> I (<strong>aa.2009</strong>-<strong>2010</strong>) 30

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