morti 2.pdf - AppuntiMed
morti 2.pdf - AppuntiMed
morti 2.pdf - AppuntiMed
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Anatomia Patologica II<br />
Prof. Bussani. Gli esami sono ogni settimana, 4 sessioni al mese da 4 persone alla settimana. L’esame consta<br />
di due parti:<br />
• “pratica” ⇒ figlia della parte autoptica delle lezioni. Si fa qualche giorno prima mettendosi d’accordo<br />
con la prof. Bussani.<br />
• orale ⇒ si basa sulle lezioni in aula.<br />
Apparato Genitale Maschile<br />
<br />
Cenni di Anatomia normale<br />
I testicoli sono organi pari, dal peso di 20-30g annessi inclusi. Testicolo ed epididimo sono posti l’uno<br />
davanti all’altro, separati dal seno dell’epididimo. L’ilo (vasi A/V/L + nervi + condottini efferenti) è in<br />
rapporto con l’epididimo per tutta la sua lunghezza.<br />
Il rivestimento del testicolo è costituito da numerose tonache:<br />
1. vaginale propria: originante dal peritoneo, durante lo sviluppo va obliterandosi e perde quindi i<br />
rapporti con la cavità addominale. Si costituisce di:<br />
a. epiorchio (foglietto viscerale): che sarebbe quello a contatto con la tonaca albuginea<br />
b. periorchio (foglietto parietale): tonaca vaginale comune<br />
c. mesorchio: ricordiamo che un meso è un’obliterazione tra il foglietto viscerale e la sua<br />
riflessione in parietale attraverso la quale passano dei vasi. Come tale in questo<br />
caso è quella porzione che circonda l’epididimo.<br />
2. spermatica interna: prolungamento della fascia trasversalis<br />
3. cremasterica: l’aponeurosi del m. obliquo interno<br />
4. spermatica esterna: aponeurosi dell’obliquo esterno<br />
Il parenchima è suddiviso dai setti della tonaca albuginea (tessuto fibroso denso); all’interno delle logge<br />
troviamo immersi in un tessuto interstiziale (⇒Leydig) i tubuli seminiferi (1-4), che convogliano nei<br />
condottini contorti ed attraverso i tubuli retti si portano alla rete testis.<br />
• cellule interstiziali del Leydig: si trovano nello spazio interstiziale delle logge, importanti per la<br />
secrezione di testosterone, regolata dall’alto (LH ed FSH) e che<br />
raggiunge attraverso i vari strati l’epitelio germinativo.<br />
• lamina propria: ± spessa, media il contatto con il tessuto interstiziale. P.es è in grado di far passare il<br />
testosterone. Costituita sia da fibre collagene che elastiche, superficialmente anche<br />
fibrocelle muscolari lisce.<br />
• cellule di sostegno del Sertoli: come suggerisce il nome fanno da sostegno, infatti vanno dalla LB al<br />
lume tubulare, mediano importanti funzioni, tra cui:<br />
o funzione ormonale: grazie alla produzione di ABP (Androgen Binding Protein), che lega il<br />
testosterone e lo trasporta verso la rete testis.<br />
o barriera emato testicolare: grazie a tight junctions che si trovano ad una certa distanza dalla<br />
lamina basale; la presenza di questo dispositivo determina il<br />
santuario immunologico ed in più regola finemente la<br />
composizione del fluido tubulare (ioni, metaboliti…); La barriera<br />
divide l’epitelio germinativo in due porzioni:<br />
compartimento basale<br />
spermatogoni (mitosi): vengono mantenute per tutta la vita<br />
compartimento adluminale<br />
spermatociti I / II ordine<br />
spermatidi<br />
spermatozoi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 1
3. parotite epidemica: l’orchite è una complicazione che si ha nel 15-2O% delle forme post-puberali;<br />
In genere 1 settimana dopo le parotidi, molto raramente isolatamente al testicolo.<br />
4. TBC: praticamente sempre parte dall’epididimo, come diffusione da un processo prostatitico e<br />
vescicolitico. Dà i classici tubercolomi caseosi.<br />
5. Sifilide: va un po’ controtendenza e parte in genere prima nel testicolo e poi eventualmente per<br />
diffusione all’epididimo. Tende ad essere quindi isolata (senza epididimite);<br />
Due quadri possibili:<br />
gomma tipica<br />
infiltrazione edematosa generica con infiltrati perivascolari<br />
<br />
Torsione testicolare<br />
(disturbi vascolari)<br />
È un quadro che determina un infarto venoso (in genere le arterie a parete spessa restano pervie).<br />
neonatale: anche nella vita intra uterina; non si associa ad alterazioni anatomiche predisponenti.<br />
dell’adulto: in genere per un’anomalia a batacchio di campana, che dà iper mobilità. Può insorgere<br />
anche dal nulla (nel sonno). Va eseguita l’orchidopessia entro 6 ore per avere buone<br />
probabilità di evitare quadri di infertilità:<br />
o congestione<br />
o stravaso diffuso di sangue (interstizio epididimo – testicolare)<br />
o infarto emorragico dell’intero testicolo ⇒ aspetto ingrandito, soffice: una sacca di tessuto<br />
necrotico emorragico<br />
<br />
Iperplasia Prostatica Benigna nodulare (IPB)<br />
Patologia enormemente diffusa:<br />
• 3O% di pzz. > 5O anni con sintomi urinari<br />
• evidenza istologica: c.a il 2O% a 4Oanni e del 9O% a 7Oanni<br />
• evidenza clinica di aumento di volume nel 5O% di questi<br />
⇒ meno di ¼ dei pzz. che presentano istologicamente un’IPB hanno dei sintomi.<br />
patogenesi<br />
Si tratta della stimolazione del DHT, metabolita del testosterone prodotto nella prostata che agisce a livello…<br />
- autocrino ⇒ sulle cellule interstiziali<br />
- paracrino ⇒ per diffusione sulle cellule epiteliali<br />
..l’azione dello stesso è aumentata eventualmente dagli estrogeni. Questo ruolo è confermato dall’assenza di<br />
patologia negli individui castrati e dal fatto che inibitori della 5α-reduttasi (l’enzima che produce il DHT)<br />
sono in certi casi efficaci nel mediare una riduzione di volume.<br />
morfologia<br />
È un quadro a dipartenza dalla zona centrale di transizione, si tratta di una proliferazione..<br />
stromale: la prima componente a iperplasizzarsi<br />
noduli epiteliali<br />
…questo spiega il pattern nodulare ben visibile anche macroscopicamente al taglio della prostata; Inoltre il<br />
tessuto prostatico compresso crea una pseudo capsula, un piano di clivaggio ideale dal punto di vista<br />
chirurgico.<br />
Le alterazioni anatomopatologiche conseguenti all’iperplasia prostatica sono a carico del sistema urinario, in<br />
particolare in questi pzz. si ha un problema di svuotamento completo dell’urina, parzialmente arginabile<br />
tramite α1 inhs tesi ad antagonizzare l’azione della muscolatura liscia prostatica, o altrimenti ci sono tutta<br />
una gamma di soluzioni invasive tra le quali la già citata TURP. Queste alterazioni sono:<br />
prostata di 60-100g (20g normalmente)<br />
diverticoli urinari<br />
trabecolatura vescicale<br />
ipertrofia del detrusore<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 3
Microscopicamente si notano:<br />
• iperplasia / dilatazione ghiandolare: si presenta come l’aggregazione di ghiandole circondate da<br />
un duplice strato delimitato dalla membrana basale che a<br />
volte può assumere un aspetto papillare.<br />
interno cilindrico<br />
esterno cuboide / piatto<br />
• proliferazione fibromuscolare<br />
ogni nodulo ha un diverso rapporto quantitativo tra la componente fibroepiteliale o fibromuscolare.<br />
<br />
Infertilità maschile<br />
È una situazione importante di disagio, non era un tempo un problema, oggi sta succedendo qualcosa, per cui<br />
per un numero sempre maggiore di coppie è molto difficile avere figli. Potrebbe dipendere statisticamente<br />
dall’invecchiamento della popolazione.<br />
Si pensa che il 15-2O% dei matrimoni sia infertile:<br />
- 3O% problema maschile<br />
- 3O% problema femminile<br />
- 4O% entrambi<br />
Un tempo si faceva la conta spermatocitaria, che però è operatore dipendente, inoltre il maschio nel corso<br />
della stessa giornata ha variabilità molto grandi.<br />
- anamnesi (anche lavorativa) ⇒ parte internistica a cura dell’urologo, dove vanno valutati infiniti<br />
fattori limitanti rispetto la produzione di spermatozoi<br />
- inibina-B sierica: marker endocrino di spermatogenesi che sembra essere molto sensibile. Sono<br />
ormoni proteici presenti in entrambi i sessi:<br />
o cell .granulose ovariche nella femmina<br />
o Sertoli nel maschio<br />
Può essere un indice da valutare in ottica di biopsia testicolare.<br />
- TESE: TEsticular Sperm Extractor, utile nelle metodiche di inseminazione; la conta si fa al ml.<br />
o normo zoospermia ⇒ 20+ mln a eiaculato<br />
o oligo zoospermia ⇒ 5,1 – 19,9 mln<br />
o asteno oligozoospermia severa ⇒ 0,1 - 5mln<br />
o a-zoospermia ⇒ no spermatozoi<br />
- FNAC: alcuni citologi la ritengono una valida alternativa alla biopsia<br />
- biopsia: l’FNA è incompleto come esame, checché i citologi ne pensino; La biopsia è il gold standard,<br />
è negli anni ’40 che si è cominciato con le biopsie testicolari, e i primi casi furono per<br />
motivi tumorali. Attualmente è terapeutico (inseminazione) e diagnostico.<br />
Ci potranno essere diverse risposte:<br />
• patologia ostruttiva o meno<br />
• testicolo producente o meno<br />
..dalla biopsia si ottengono il più delle volte realtà e gravità della situazione infertile.<br />
Biopsia<br />
È dagli anni ’4O-’6O che si sfrutta la biopsia per l’infertilità, anche se è solo recentemente che si è arrivati a<br />
determinati tipi di analisi. Il gold standard per una biopsia didimaria sono:<br />
gestione dello specimen da parte di urologo (raro) e patologo. Si tratta di un campione (meglio due) di<br />
c.a 3mm di spessore.<br />
o fissazione in Bouin max per 24h. La formalina non va bene: provoca una coattazione delle<br />
cellule tubulari<br />
o incubazione a 37°, con disidratazione particolare<br />
o PAS (magnificale membrane) ed Azan Mallory sono importanti<br />
serve metodo<br />
analisi schematica degli elementi costitutivi<br />
referto chiaro<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 4
Patologia neoplastica del testicolo<br />
<br />
IGCNU<br />
(Intratubular Germ Cells Neoplasia, Unclassified)<br />
Displasie gravi rilevate per caso in seguito a biopsie per altri motivi: ci sono spermatogoni ma anche elementi<br />
che se simili presentano atipie pericolose..<br />
- nuclei grandi, dimetrici, dismorfici…<br />
- citoplasmi espansi..<br />
Sono considerate lesioni premaligne immunofenotipicamente simili al seminoma, che secondo una teoria<br />
recentemente accreditata è precursore di altre cellule germinali; in altre parole si pensa che moltissime<br />
neoplasie abbiano una origine comune:<br />
tumori misti: oggi se ne vedono proprio tanti (anche il 70%), il 1O-2O% dei seminomi ha elementi<br />
non della linea della seminomatosa, ma sinciziotrofoblastici, con aree di<br />
trasformazione in<br />
o CA embrionale<br />
o CA del sacco vitellino (yolk Sac Tumor)<br />
quantità di DNA: è maggiore nel seminoma che in altre cellule ⇒ forse vengono persi anti oncogeni<br />
man mano che si prosegue. Come dire che il seminoma non è end-stage, ma può<br />
sviluppare altre linee.<br />
variazioni alleliche simili che le cellule siano seminomatose o meno<br />
aspetto<br />
È quello di tubuli frammisti a cellule con pattern pagetoide (cioè sparse) rispetto la parete del tubulo, e che<br />
invadono anche lo spazio peri tubulare. Il tubulo può arrivare ad obliterarsi.<br />
Il passaggio IGCN neoplasia avviene quando c’è una variazione tale che queste cellule possano<br />
espandersi all’esterno di microambiente tubulare. L’immunofenotipo è ≈ seminoma.<br />
Srigley et al, 1988<br />
Al centro del problema le cellule germinali: è stato documentato che dalla cellula non tumorale endo<br />
tubulare può realizzarsi:<br />
- teratoma pediatrico<br />
- yolk pediatrico (YST)<br />
- Seminoma spermatocitico (SS)<br />
- cisti dermoide: cheratinica, semplice<br />
..invece, attraverso la trasformazione displastica (IGCNU) si può avere un seminoma, che può diventare<br />
direttamente...<br />
- YST: la caratteristica forte è l’AFP, anche di fronte all’aspetto di un seminoma o di un CA embrionale<br />
se presente fa si che la neoplasia si comporti clinico biologicamente come uno YST.<br />
- CA embrionale (EC): può diventare un embrionale puro ( teratoma), se è presenta tanta AFP deve<br />
emergere il sospetto che si stia trasformando in un YST.<br />
- teratoma<br />
- corioCA: arricchendosi di cellule sinciziotrofoblastiche<br />
<br />
Tipi cellulari delle neoplasie testicolari<br />
1. pediatrici ⇒ tendono ad essere più puri<br />
2. geminali post puberali<br />
3. seminoma classico (la maggior parte di questi tumori) e spermatocitico (prognosi peggiore)<br />
4. corioCA ⇒ è l’evoluzione estrema del seminoma, post arricchimento dei sincizio trofoblasti e<br />
trasformato in CA embrionale, che poi si evolve ulteriormente. Ha particolare tropismo<br />
vasale.<br />
5. cisti dermoide (teratoma)<br />
L’incidenza di queste neoplasie è particolarmente elevata nei criptorchidi (10% delle neoplasie), l’etnia<br />
africana è protettiva; screening non c’è, biopsie didimarie si possono vedere per individui con infertilità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 7
Teratoma<br />
È diverso in base al pz:<br />
bambini deriva da cellule staminali benigne, è secondo solo allo yolk<br />
donne è anche benigno<br />
maschio post pubere maligno: infatti deriva da un IGCNU, ed è documentato e dimostrato come<br />
negli adulti possa metastatizzare. La suddivisione in maturo, non maturo,<br />
monodermico è un gergo che non va usato perché non è indicativo<br />
prognosticamente. Nell’adulto si possono avere metastasi:<br />
o da teratoma maturo (che sarebbe benigno) nel polmone<br />
o non teratomatose ⇒ se deriva infatti da IGCNU ed è un’evoluzione chimerica, allora il<br />
teratoma adulto è la maturazione di altre fasi intermedie neoplastiche,<br />
che sono quelle che danno metastasi:<br />
CA squamosi<br />
adenoCA mucinosi<br />
sarcomi<br />
…è ridicolo quindi parlare di “teratoma maturo” o “immaturo” (teratocarcinoma), perché deriva da una<br />
forma meno differenziata che contestualmente dà queste altre forme maligne. È più corretto dire “teratoma<br />
con componente maligna secondaria”<br />
È una mistura di tutto e di più, vi si trova qualsiasi tessuto. Tante più zone necrotico - emorragiche ci sono,<br />
tanto più è possibile la presenza di elementi immaturi.<br />
L’immunoistochimica è meno essenziale che in altri casi: è più che altro importante fare DD con forme<br />
assolutamente benigne:<br />
- cisti dermoide<br />
- cisti epidermoide<br />
..in ogni caso va escisso tutto il testicolo, per evitare rischi stupidi.<br />
Coriocarcinoma<br />
Metastasi ematiche a qualunque organo, cervello compreso. Neoplasia tipica anche della donna, dove si<br />
associa a gravidanza / mole idatidee.<br />
- HCG sierica come immunofenotipo<br />
- sindromi cliniche<br />
o tireotossicosi<br />
o ginecomastia<br />
…ha un comportamento strano: può scomparire dalla sede d’origine e lasciare le metastasi. Facile da riconoscere:<br />
- cellule trofoblastiche: in aggregati / cordoni, poligonali e chiare<br />
- cellule sinciziotrofoblastiche: multinucleate eosinofili, possibilmente presenti in soggetti con<br />
seminomi o altri tumori, qui presenti con tasso assolutamente più<br />
elevato. Sono quelle positive per la HCG.<br />
- abbinato a zonule emorragiche<br />
- cellularità grossolana<br />
- HCG++<br />
- possibilità di risposta a marcatori di linee diverse<br />
..può derivare da un CA embrionale. Qualsiasi neoplasia con risposta all’HCG<br />
tumori misti<br />
Le combinazioni più comuni sono:<br />
teratoma + CA embrionario ± Yolk (senza yolk si parla di teratocarcinoma)<br />
seminoma + CA embrionario<br />
Yolk + CA embrionario: embrioma diffuso<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 10
È cattiva ? Ni… ha un basso indice mitotico, nel 1O% si ha evoluzione maligna. Normalmente i tumori<br />
hanno “l’energia del pz.”, nei giovani sono molto più aggressivi che nei vecchi: in questo caso invece è<br />
peggiore nell’anziano.<br />
Non esistono parametri patognomonici di Leydig “maligno”, al limite ci sono risk factors…<br />
- dimensioni<br />
- indice mitotico<br />
- mitosi atipiche<br />
- emboli neoplastici endovasali<br />
- atipie nucleari<br />
- infiltrazioni neoplastica di tessuti zonali<br />
Tumori a cellule del Sertoli<br />
Sono tumori in cui esistono forme talmente calcifiche che all’esame non si riescono a tagliare, e tocca<br />
decalcificare. Forme:<br />
NOS (usual type)<br />
o Dimensioni variabili<br />
o media età<br />
o clinica: ginecomastia e/o impotenza: spesso femminilizzante<br />
Sclerosante<br />
calcificante a grandi cellule: tende ad associasi al complesso di Carney: coesistenza di…<br />
o mixomi cardiaci o cutanei ⇒ va fatto ECO cardio<br />
o fibroadenomi mammari: più frequente tumore intra lobulare benigno della mammella<br />
o noduli corticali pigmentati al surrene con s. di Cushing<br />
o adenomi GH produttori (acromegalia)<br />
da Peutz Jegher: tipicamente con rilascio di ormoni femminilizzanti; ricordiamo che la P.Jegher è<br />
una patologia a trasmissione autosomica dominante, che si caratterizza per macule<br />
melanocitiche su mucose e dita e polipi amartomatosi a livello GI.<br />
…rimane una cellula alta, grande e molto citoplasmatica.<br />
- cellule dall’aspetto maligno, dovuto ad una naturale grande dimensione delle cellule e del nucleo<br />
- immunoistochimica: tende ad essere meno densamente positiva che nel Leydig<br />
o α inibina + (30-90%)<br />
o vimentina quasi sempre<br />
o s100+ tipico del Leydig<br />
o markers neuroendocrini<br />
- pattern solido, solita possibilità di evoluzioni istologiche aberranti<br />
Come prima, non dati assoluti, evoluzione maligna nel 10% c.a.; Una volta tolto un didimo, se non c’è nessun<br />
aspetto maligno si può fare solo un follow up lasciando il secondo didimo in sede, man mano se i parametri<br />
peggiorano si può decidere di fare un follow up più stretto o si può scegliere la bilateralità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 12
Neoplasie del Pene<br />
Sono un problema perché è un organo enormemente vascolarizzato, molto drenato sia dal lato venoso che<br />
linfatico, che precludono spesso la sopravvivenza.<br />
Le malattie del pene spaziano nelle solite branche..<br />
a. anomalie congenite: di pertinenza più che altro clinica<br />
b. infezioni<br />
c. displasie<br />
d. neoplasie<br />
- benigne<br />
- precancerose<br />
- maligne epiteliali<br />
- maligne mesenchimali<br />
- tumori melanocitari<br />
- tumori ematopoietici<br />
- metastasi<br />
<br />
Displasie<br />
condilomi acuminati: è benigno inizialmente, come ben si sa va trattato<br />
per evitare la ben conosciuta evoluzione<br />
carcinomatosa. LA diagnosi è istologica; legato<br />
agli HPV 16, 11; ambisessuale ed a trasmissione<br />
venerea. (1)<br />
papilloma irsutoide ⇒ non HPV correlato, senza coilocitosi (2)<br />
cisti ⇒ rare, ma presenti<br />
balanite ⇒ infiammazione di origine batterica (persistenza di smegma)<br />
può dare cheratosi che può far pensare a forme maligne, si<br />
risolve con la biopsia.<br />
balanoposite ⇒ se l’infiammazione coinvolge anche il prepuzio<br />
xantoma verruciforme<br />
la circoncisione è protettiva riguardo il CA del pene, in quanto riduce<br />
l’accumulo di smegma e migliora l’igiene, portando ad un minore accumulo di<br />
sostanze oncogene (vd. dopo)<br />
Mare magnum…<br />
- tumori glomico<br />
- fibroistiocitoma<br />
- tumore a cellule granulose<br />
- miointimoma<br />
- papilloma<br />
<br />
Neoplasie Benigne<br />
- emangioma<br />
- neuro fibroma<br />
- scwannoma<br />
- leiomioma<br />
- lesioni neviche melanocitarie ⇒ entro 0,75mm, oltre 1,5mm la prognosi è infausta.<br />
…ma quelli maggiormente interessanti sono i precancerosi:<br />
• eritroplasia di Queyrat ⇒ 10% evolve; difficile da rimuovere nella forma più sviluppata. Glande /<br />
prepuzio; molle e rossastro<br />
• Malattia di Bowen ⇒ 5-10% evolve; asta; età più giovane; scabra e rigida<br />
• Papulosi Bowenoide ⇒ ha un gran brutto aspetto, ma è benigno<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 14
Eritroplasia di Queyrat<br />
Le placche sono morbide, non desquamanti e ovviamente rosse.<br />
Rara una storia di infiammazioni, è quasi asintomatico, il che è<br />
preoccupante. Istologicamente si ha<br />
alterazioni a tutto spessore<br />
o mitosi<br />
o figure atipiche (è già un CA)<br />
correlabile con famosi HPV<br />
Bowen<br />
Riguarda di più l’asta, la placca è più grezza e grossolana ≈ psoriasi, ma con dimensioni molto superiori;<br />
Va ad interessare ampie zone inguinali.<br />
coinvolge le unità pilo sebacee<br />
associato a neoplasie in altri distretti ⇒ vanno quindi valutati altri distretti<br />
grande displasia<br />
Papulosi Bowenoide<br />
Pzz. più giovani; il decorso della lesione è indolente e può regredire. Istologicamente è molto simile ad un<br />
CA squamoso in situ, non si sa come ma regredisce<br />
Presenta orto cheratosi: normale differenziazione man mano che si arriva alla superficie; nella paracheratosi<br />
questo non avviene<br />
<br />
Carcinomi maligni<br />
I sottotipi hanno un significato diretto sull’evoluzione biologica dei tumori stessi:<br />
pzz. più vecchi (70-80 anni)<br />
pseudoiperplastico non verruciforme ⇒ si ha tessuto reso esofitico dal tumore che infiltra. Da<br />
non sottovalutare, spesso linkato col lichen<br />
scleroatrofico.<br />
verrucoso (non Hpv) ⇒ prognosi abbastanza buona finché le lesioni sono iniziali<br />
pzz. più giovani (45-55 anni) sono HPV correlati !!<br />
basalioide sempre HPV, è una lesione che ha un gran brutto aspetto: ulcerato e infiltrante<br />
rispetto i tessuti circostanti.<br />
Warty ⇒ prognosi decisamente migliore. È quella più in assoluto associata ad HPV, con manifesta<br />
coilocitosi, asse vascolare importante (non comune negli altri), margini ancora regolari e<br />
dall’aspetto espansivo ( importante !)<br />
papillare ⇒ prognosi discreta<br />
sarcomatoide<br />
spindle cell type<br />
misto<br />
adenosquamoso<br />
a cellule chiare<br />
a basalioide<br />
malattia di Paget<br />
melanoma<br />
mesenchimali ⇒ Kaposi, angiosarcomi, leiomiosarcoma, rabdo…linfomi..<br />
il kaposi p.es può emergere con aspetti papulosi a livello p.es della mano, dall’aspetto<br />
assolutamente non maligno. ⇒ neocrescite a qualsiasi livello andrebbero sempre valutati.<br />
ematopoietici<br />
metastasi<br />
linfomi ⇒ somigliano ad un evento gangrenoso, l’esordio è dal giorno alla notte con ingrossamento<br />
importante, dolore, e necessità di escissione chirurgica.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 15
..sono rari da noi (10%). I soggetti a rischio sono:<br />
• scarso livello socio economico / scarsa igiene ⇒ mycobacterium smegmatis produce steroli con<br />
potenzialità carcino genetiche. Infatti i circoncisi 1 hanno tassi decisamente inferiori.<br />
• traumi<br />
• flogosi: dalla balanite alla balanoposite…<br />
• condilomi<br />
• lichen scleroatrofico (correlato del VIN differenziato)<br />
• partner con CA cervicale HPV correlato<br />
• fumo<br />
• immunodepressione<br />
Clinica<br />
Dalle ulcerazioni alle forme vegetanti (e macro vegetanti) alle forme “composte”… spesso si vedono quadri<br />
incredibili perché i pz. non vanno a farsi vedere.<br />
Il glande è il più colpito (48%) o il prepuzio (≈ 20%). Si individuano solo due entità cliniche (papillare o<br />
piatto).<br />
Istologia<br />
1) CA verrucoso / : sembra originale dal solco coronale (tra glande e collo del pene) e poi si<br />
espande verso il glande.<br />
• non HPV correlato ma lichen scleroatrifco – linked<br />
• poche atipie e mitosi<br />
• no metastasi (magari recidive)<br />
• ben differenziato<br />
• pattern espansivo: presenta grandi valve che di profondono nello stroma.<br />
.. neoplasia tutto sommato benigna, sempre che lo si prenda in fase iniziale.<br />
2) Warty: sono maschi che hanno avuto condilomi (o hanno avuto ragazze con condilomi).<br />
• 45% HPV correlato<br />
• frequente coilocitosi<br />
• quadro atipico strutturale<br />
• infiltrazione corpi spongiosi e cavernosi<br />
• vasi a livello delle papille: a volte come aree otticamente vuote<br />
• zone focali endofitiche<br />
3) CA Papillomatoso NOS <br />
• no coilocitosi<br />
• rare metastasi linfonodali<br />
• irregolare e infiltrativo<br />
• molto ben differenziato ⇒ comportamento biologico un po’ bastardo, spesso forme<br />
complesse e atipiche<br />
4) Sarcomatoide raro ma molto aggressivo; È uno squamoso poco differenziato:<br />
• cellule fusate, molto diverse da quelle epiteliali. Tendono a confondere riguardo l’origine<br />
del carcinoma;<br />
• markers epiteliali chiarificano che il tumore è un carcinoma nonostante l’aspetto<br />
sarcomatoide.<br />
1<br />
dall’atro lato si perde un’entità anatomica d’ostacolo per un eventuale tumore: qualora insorga in un circonciso il tumore<br />
infiltra direttamente.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 16
Parametri Prognostici<br />
• grading ⇒ lo score per gli squamosi andrebbe da 1 a 4, che però sarebbe a zone, semplificando alla fine<br />
il tutto si ottengono<br />
High grade<br />
Low grade<br />
• localizzazione: prepuziali p.es tendono ad essere superficiali<br />
solco<br />
prepuzio<br />
glande ⇒ lo spessore del tessuto da attraversare per metastatizzare è minore<br />
• dimensione: in genere i tumori più sono grandi peggio vanno. Qui non è proprio così:<br />
estremi: molto piccolo / mostruoso: vanno meglio (CA verrucosi)<br />
2-4 cm: metastasi molto frequenti<br />
• pattern di crescita<br />
• sottotipo istologico:<br />
verrucoso <br />
warty / condilomatose <br />
basalioidi o sarcomatoidi <br />
• spessore: come al solito è un qualcosa di difficilmente ponderabile<br />
• invasività<br />
• margini di resezione: si intendono:<br />
uretra + cute dell’asta<br />
invasione corpi cavernosi<br />
• Score ⇒ nasce dalla somma del grado istologico con il grado dell’invasione: p.es un CA squamoso di<br />
grado 2 + l’invasione dei corpi spongiosi va a 4 ⇒ rischio intermedio<br />
• diffusione metastatica: quasi sempre per via linfatica nonostante l’imponente drenaggio venoso.<br />
C’è un problema di prevenzione: siccome vengono quasi sempre invasi, li si<br />
toglie subito ? Questo è dubbio perché sembra che comunque poi si hanno<br />
metastasi sistemiche.<br />
58% dei tumori con linfadenopatia inguinale, molti non hanno metastasi<br />
molti non palpabili con metastasi<br />
carcinosi endolinfatica: in genere presente, non lascia scampo<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 17
Il CA Prostatico<br />
Il CA della prostata è un problema molto discusso a livello mondiale: in primis relativamente all’uso del PSA<br />
come forma di screening.<br />
Il maschio con CA della prostata che si sottopone alla radicalizzazione della prostata può diventare<br />
impotente. Un tempo (anni ‘8O) si diagnosticava tardi e si operavano praticamente solo carcinomi prostatici o<br />
ostruzioni prostatiche.<br />
Da 2O casi all’anno si è arrivati a 5OO: le autopsie di <strong>morti</strong> per CA prostatico metastatizzato erano tante:<br />
questi dati giustificano l’utilizzo del PSA, tassello di una catena diagnostica eventualmente risolutiva, che può<br />
portare alla radicalizzazione prostatica: fino ad oggi questa semplice valutazione emato chimica consente di<br />
slatentizzare eventuali tumori prostatici.<br />
Il carcinoma prostatico è una patologia estremamente frequente:<br />
• secondo al CA polmonare<br />
• precede il colon retto come causa di morte per cancro.<br />
• 1 uomo su 6 nella vita<br />
• incidenza ∝ età<br />
• anglosassoni / americani ⇒ grossissima predisposizione<br />
<br />
Diagnosi<br />
Risk Factors<br />
Vengono fatti studi immensi relativi a tutte le neoplasie presenti in natura:<br />
• Dieta: i soliti grassi saturi, è legato anche all’obesità e la scarsa attività fisica<br />
• fumo<br />
• età > 5O si parla dell’8O% degli 8Oenni che presentano un CA prostatico<br />
• familiarità: rischio doppio in presenza di padre con malattia ed ancora di più col fratello o con casi<br />
multipli in famiglia.<br />
attenzione aumentata a partire dai 40 anni invece che dai 50<br />
• genetica: si sono individuati numerosi geni predisponenti:<br />
BRCA-1/2<br />
HPC-1<br />
• PSA ↑ che è normalmente secreto, si parla di valore oltre la norma:<br />
0-4 ng/ml <br />
< 10 ng lieve aumento<br />
< 20 ng aumento moderato<br />
> 20 ng aumento significativo ⇒ comunque bassa specificità:<br />
• testosterone: molto importante la interazione tra testosterone ed attività prostatica; si è incriminato<br />
prima un eccesso di testosterone, poi di IGF-1 (che poi è in effetti conseguente):<br />
sicuramente il testosterone aumenta la quota muscolare, compresa quella prostatica, per<br />
quanto nella stimolazione cronica poi aumenti anche quella epiteliale.<br />
• vit. D ↓ o eccessiva assunzione di calcio (OS)<br />
• IBD<br />
• Poco selenio e zinco<br />
• Fattori tossici<br />
• Attività lavorative<br />
PSA<br />
Non ogni movimento PSA indica una neoplasia della prostata: ogni processo che alteri la normale<br />
architettura prostatica porta a modifiche importanti sia dello stroma che del microcircolo:<br />
- prostatiti: anche a 200ng<br />
- infarti<br />
- iperplasie<br />
- agobiopsie<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 18
..inoltre il PSA è prodotto tipicamente da tumori ben differenziati, più sono anaplastici meno PSA<br />
secerneranno ! Tendenzialmente un certo valore di PSA si correla ad una certa massa prostatica abbastanza<br />
definita; è un valore che correla con<br />
stadio clinico<br />
Volume della neoplasia<br />
Grado istologico<br />
Estensione extraprostatica<br />
..il tutto va poi rapportato a:<br />
età<br />
volumetria prostatica<br />
rapporto PSA libero / legata a proteine ⇒ se basso ⇒ tumore<br />
esami di sospetto<br />
A questo punto si studia più da vicino, ci sono varie metodiche:<br />
DRE o Digital Rectal Exam: la prostata tramite valutazione trans rettale sicuramente aiuta a capire la<br />
struttura, coglierne la dimensionalità eccetera. Per l’urologo esperto dovrebbe essere possibile<br />
identificare queste cose.<br />
RNM con bobina trans rettale: non si fa di routine<br />
TRUS: transrectal ultrasound; si tratta di una ecografia trans rettale, molto utile<br />
TC: pertinenza di alcuni pzz in cui vi sono dubbi avanzati sulla presenza della neoplasia<br />
Trimprob®: esame senza alcuna invasività; pz. ortostatico, si usa una sonda orientata in data<br />
angolazione, si colpisce la prostata con un’onda elettromagnetica, interfacciata con il<br />
tessuto prostatico ci possono essere interferenze che vengono disturbate dal tessuto<br />
tumorale (pare a 200MhZ). provato anche sulla mammella.<br />
SonoVue®: un contrasto per ecodoppler (esafluoruro di zolfo) che dovrebbe rendere più nitida<br />
l’immagine. Per la prostata specificatamente non regala immagini significativamente<br />
più nitide<br />
PHI (prostate health index): affina la specificità dal PSA considerando la porzione libera ed il proPSA,<br />
più specifici per il CA prostatico: 3 volte che la sola PSA. Utile soprattutto con alti valori di PSA.<br />
PCA3: sarebbe un gene per una porzione non trascrivente di RNA over espresso nel CA prostatico che è<br />
un buon indice di probabilità che può indicare anche il grado di aggressività: utile in<br />
situazioni in cui una biopsia dubbia venga suggertia da DRE + TRUS positivi: viene misurato<br />
nell’urina (prima porzione dopo massaggio prostatico) e potrebbe essere in qualche modo utile.<br />
Agobiopsia prostatica<br />
Su indicazioni di DRE, TRUS o quant’altro; si entra in una fase successiva, una fase diagnostica; Questa fase è<br />
fondamentale per la diagnosi. Sono biopsie relativamente sicure, ECO guidate, se ne fanno in genere 8-12,<br />
fino a 25 dirette anche a specifiche aree. Una serie di accorgimenti prevedono una facile gestione dello<br />
specimen che viene subito fissato (carotine contorte di 12-14mm di tessuto)<br />
Il risultato della biopsia prostatica determina quale sarà l’approccio successivo;<br />
Negatività assoluta: né tumore né displasia<br />
ASAP (atypical small acinar proliferation): si vede una alterazione, ma non è inquadrabile, non è<br />
chiaro cosa sia<br />
PIN: equivalente di CIN e VIN, alias prostate intraepithelial neoplasia<br />
adenoCA, che può essere a sua volta classificato in<br />
o latente: in genere viene scoperto solo all’autopsia (campioni istologici) in assenza di<br />
evidenza clinica dello stesso. Molto importante è sicuramente la differenza tra<br />
incidenza autoptica e clinica.<br />
o Incidentale: CA prostatico diagnosticato su specimen ottenuto da una TURP (Transurethral<br />
Resection –of the- Prostate), una procedura per liberare il flusso urinario in prostate<br />
iper volumetriche nonostante il tumore sia più frequente nelle zone periferiche.<br />
Nb: è piuttosto comune rilevare accanto ad un CA uroteliale / vescicale ad alto grado un<br />
tumore prostatico (50% dei casi), che nell’80% dei casi è clinicamente insignificante<br />
ancora. Per questo l’intervento è di cisto prostatectomia (in seguito a CA vescicali)<br />
o Occulta: diagnosi tramite una metastasi, p.es il pz. anziano che fa un’osteosintesi e mandano<br />
un frammento osseo e si trova una metastasi di un carcinoma prostatico.<br />
o Clinica: identificata clinicamente ed analizzata dopo prostatectomia<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 19
macroscopia<br />
S/S macroscopici purtroppo non ce ne sono, prima che sia troppo tardi; Come localizzazione nel parenchima si<br />
riconoscono aree tipiche di sviluppo:<br />
o zona periferica (7O%): area normalmente caratterizzata da acini semplici rotondeggianti e<br />
stroma lasso connettivo vascolare<br />
o Zona centrale: più piccola, sacrificata in una manovra di TURP<br />
o Zona di transizione tra le due più piccola, si riduce con l’età<br />
Il tessuto neoplastico si presta bene alla palpazione perché in genere posteriore e periferico, inoltre ha una<br />
consistenza duro-granulosa. Al contrario alla vista non risalta particolarmente, spesso ricoperto da<br />
secrezioni e comunque non clamoroso.<br />
microscopia<br />
Normalmente nella prostata ci sono:<br />
- cell. secretorie da cuboidali a colonnari: producono<br />
PSA PAP e mucina acida<br />
- cell. basali: sono un importante ostacolo alle cellule<br />
neoplastiche, appoggiate alla LB. Sono un<br />
segno istologico di displasia quando<br />
vengono superate.<br />
- cell. neuro endocrine: poche, regolatorie<br />
.. si hanno diversi gradi di evoluzione:<br />
b. iperplasia adenomatosa atipica: comincia con alcuni<br />
acini nella zona di transizione che vanno in semplice<br />
iperplasia, a volte con disorganizzazione delle cellule<br />
basali.<br />
c. PIN 1-3: prostate intraepithelial neoplasia, è la classica lesione in situ: non superla la MB<br />
(⇒ limitata al dotto / all’acino), però è a tutti gli effetti displastica con un indice di conversione in<br />
patologia aggressiva dipendente dal grado. Spesso ricopre aree più ampie di quelle che poi vanno<br />
effettivamente trasformandosi. Si hanno:<br />
• progressiva dismetria in altezza<br />
• nuclei delocalizzati, scuri e grossi<br />
• nucleoli grossi<br />
Nb: evolutività nel 14-40% (PIN-1) o 27-100% (PIN-2,3): ancora dati non solidi<br />
d. AdenoCA prostatico: spesso non si vede bene per niente macroscopicamente; La prostata va<br />
sezionata in senso antero posteriore marcando ogni margine, definendo la posizione in modo preciso<br />
per poi dare all’urologo dei riferimenti. Il tumore ha le caratteristiche del PIN avanzato<br />
• colorazione scura<br />
• nuclei grandi e nucleoli prominenti<br />
• assenza dello strato basale di cellule<br />
È un tumore che può assumere diversi pattern:<br />
acinare: la forma più classica, quella cui ci si riferisce dicendo semplicemente AdenoCA<br />
duttale<br />
linfoepitelioma like<br />
a cellule basali<br />
sarcomatoide<br />
uroteliale: sono cellule normalmente presenti nella prostata, che possono degenerare<br />
squamoso / adeno squamoso<br />
indifferenziato / a piccole cellule<br />
Da un punto di vista del comportamento biologico è molto importante il neurotropismo: una volta superata<br />
la capsula in genere una radicalizzazione nerve sparing è da dimenticare.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 20
Grading<br />
grado di Gleason<br />
Non c’è solo il TNM in questo contesto nella realtà clinica; Nasce come una stadiazione semplice (1-5) e oggi<br />
si usa il grado di Gleason combinato: considera maggiormente l’istologia e la citologia del TNM, molto<br />
importante nel contesto di una neoplasia che presenta molti pattern citologici diversi:<br />
Gleason pattern 1: molto ben differenziata, simula la struttura acinare di base<br />
Gleason pattern 2: atipie, pattern impacchettato<br />
Gleason pattern 3: pattern deformato e compresso, maggiori atipie<br />
Gleason pattern 4: si perde la struttura tipica in modo completo<br />
o cordoncini<br />
o obliterazione degli acini<br />
Gleason pattern 5: difficile distinguere l’origine adenocarcinoma tosa: sono cordoni / masse di cellule<br />
immerse in uno stroma ± cellulato<br />
..il grading combinato nasce dall’esigenza di valutare prostate con diversi pattern in diverse aree: si parla di<br />
grado primario e secondario: si sommano i due grade più diffusi e si ottiene uno score combinato dato<br />
dalla semplice somma. Bisogna sempre e comunque valutare lo scomposto.<br />
Nb: prognosticamente peggiore un grading primario alto.<br />
TNM<br />
Si hanno una stadiazione clinica ed una patologica ovviamente, solo che nella patologica non esiste T1, che è<br />
solo clinica:<br />
parametro T<br />
o TX, 0<br />
o cT1: tumore invisibile (né imaging né palpazione)<br />
cT1a ⇒ tumore incidentale su < 5% dello specimen<br />
cT1b ⇒ con > 5%<br />
cT1c ⇒ diagnosi ago bioptica sulla base di un elevato PSA<br />
o T2: confinato nella prostata, che l’indagine sia clinica o patologica non cambia<br />
T2a ⇒ unilaterale, ≤ di mezzo lobo<br />
T2b ⇒ unilaterale > mezzo lobo<br />
T2c ⇒ bilaterale<br />
o T3: si va a livello extra prostatico (cioè extracapsulare)<br />
T3a ⇒ basta un’invasione microscopica (pT3a) del collo della vescica<br />
T3b ⇒ invasione delle vescicole seminali<br />
o T4: invasione di qualsiasi altra struttura che le vescicole seminali<br />
parametro N: è molto semplice, solo p / c - NX, 0, 1. Alias si o no, punto.<br />
parametro M<br />
o M1a ⇒ linfonodi non regionali<br />
o M1b ⇒ ossa<br />
o M1c ⇒ altre sedi ± sede ossea<br />
Nb: i linfonodi coinvolti sono i pelvici, ipogastrici, otturatori, iliaci int/ext, sacrali. Sono tutti inclusi nello<br />
spazio pelvico p.d.<br />
<br />
Terapia<br />
Intervento (dal corso di urologia clinica)<br />
È laparoscopico nel 5O% dei casi: richiede di usare un robot (ed un navigatore), ed è più dispendioso come<br />
tempo: la via di accesso retro pubica tutt’ora utilizzata anche a Ts si ha:<br />
- accesso pelvico ampio<br />
- linfadenectomia contestuale<br />
- minor rischio di lesioni del retto<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 21
..è importante non toccare il peritoneo, cosa che si perde nell’endoscopia (dove però non c’è morbidità<br />
associata). Alcune equipe eseguono la via di accesso perineale, ma da questa parte non si può fare la<br />
linfadenectomia, per cui non è indicata.<br />
viene tolta tutta la prostata compresa l’uretra prostatica. Ci si ritrova quindi un moncone prostatico che<br />
va suturato sulla vescica con la sutura di Santorini.<br />
La chirurgia è ± nerve sparing: entro un T2 è ancora possibile salvare i nervi erigendi (S2-4, para-s), che<br />
decorrono lateralmente alla prostata, se invece il tumore ha superato la capsula (T3) non c’è niente da fare: è<br />
altamente neurotropico e lasciare i nervi in sede è troppo rischioso.<br />
Nb: il plesso del Santorini sanguina fastidiosamente se reciso, può essere anche mortale, perché reciso si<br />
ritira dietro l’osso pubico e può essere difficile da beccare.<br />
Nb2: l’intervento provoca eiaculazione retrograda, cosa di cui il pz. va informato: non si ha più fuoriuscita di<br />
sperma all’eiaculazione, se il pz. magari è 50enne con moglie più giovane e può voler cercare un figlio si<br />
consiglia di conservare lo sperma in una banca del seme.<br />
Alternative all’intervento (dal corso di urologia clinica)<br />
Si hanno tre livelli/step:<br />
I. RT: ha la stessa riuscita dell’intervento a cielo aperto. Si può fare:<br />
a. RT esterna<br />
b. brachiterapia<br />
..può essere un’ottima alternativa, come sempre si monitora il PSA, che deve abbassarsi;<br />
molte complicazioni: ematuria, disturbi GI, tenesmo, cistiti, incontinenza..<br />
perdo la possibilità di rifare RT come sterilizzazione di un eventuale campo operatorio futuro<br />
II. terapia ormonale: infatti il tumore prostatico è ormone-sensibile: per bloccare la malattia si può<br />
deprivare del testosterone:<br />
a. castrazione chirurgica: varie problematiche, anche se veniva tolto solo l’epididimo<br />
b. castrazione chimica (analoghi dell’LH-RH): molto pubblicizzata dalle case<br />
farmaceutiche, minor impatti psicologico ma molto maggiore impatto economico.<br />
III. chemio: viene considerata l’ultima spiaggia, di solito è un qualcosa che viene seguito assieme agli<br />
oncologi, e si divide nelle solite possibilità: neoadiuvante, adiuvante o concomitante.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 22
Vasi Ematici<br />
<br />
Cenni d’anatomia normale<br />
arterie<br />
Sono genericamente più spesse delle vene, ovviamente. Sono costituite da strati variamente rappresentati a<br />
seconda del calibro: c’è da dire che<br />
Si riconoscono vari strati:<br />
• vaso più piccolo, parete meno spessa<br />
• rapporto spessore parietale / lume in crescita nonostante tutto nei vasi piccoli<br />
intima: monostrato (endotelio) con piccole componenti di connettivo sub epiteliale<br />
lamina elastica interna: presenta porosità importanti perché gli strati più interni della parete si<br />
nutrano a partire dal sangue che scorre nel vaso.<br />
media: contiene cellule muscolari lisce<br />
lamina elastica esterna: alcuni la considerano parte della media<br />
avventizia: connettivale, contiene nervi e vasa vasorum.<br />
..a seconda del diametro si riconoscono arterie di varie dimensioni,<br />
• arterie elastiche: aorta & diramazioni maggiori; La media è costituita da strati<br />
compatti di fibre elastiche intervallati da zone di<br />
muscolatura liscia.<br />
• arterie muscolari: quelle di medio calibro, la tonaca media è praticamente<br />
quasi unicamente muscolare, le componenti elastiche sono<br />
limitate alle lamine elastiche int / ext.<br />
• piccole arterie (
Aneurismi<br />
Dilatazione patologica circoscritta alla parete di un vaso sanguino o del cuore, che potrà essere sacculare o<br />
fusiforme. Al contrario lo pseudo aneurisma è una breccia della parete che permette al lume vascolare che<br />
determina la formazione di un ematoma in comunicazione con il lume del vaso.<br />
Sono di vario tipo:<br />
- aterosclerotici: il processo arteriosclerotico va a colpire la tonaca media del vaso, determinandone un<br />
assottigliamento importante che poi predispone alla dilatazione del segmento.<br />
Le sedi più frequenti sono:<br />
o aorta addominale<br />
o iliache comuni<br />
o arco aortico<br />
o aorta toracica discendente<br />
- infettivi<br />
o sifilitici<br />
o micotici: il termine descrive l’aspetto morfologico fungiforme della lesione che si può rilevare<br />
a livello di parete del vaso, più che il tipo di eziologia infettiva (cioè non sono<br />
funghi, ma può essere qualsiasi batterio); possono originare in vario modo<br />
embolo settico, tipico da endocardite infettiva (inteso ai vasa vasorum)<br />
estensione di un processo suppurativo locale<br />
infezione diretta della parete vascolare: p.es per la batteriemia che si può avere in<br />
corso di salmonellosi<br />
- infartuali (ventricolo sx)<br />
- genetici: la predisposizione è al di fuori di quella per l’ipertensione o altre comorbidità favorenti, che<br />
comunque possono andare ad aggravare l’incidenza in pzz. maggiormente predisposti a<br />
risentirne<br />
o struttura o disposizione del collagene<br />
o rimodellamento del collagene: in particolare squilibri tra MMP (metalloproteasi) e TIMP<br />
(Tissue inhibitor of Metallo-Proteinases), dove eloquenti studi con topi<br />
knock out hanno confermato l’ipotesi.<br />
aneurismi dell’Aorta addominale<br />
Sono causate primariamente dall’arteriosclerosi, in questa sede si hanno spesso ulcere ateromatose ricoperte<br />
da trombi murali a rischio di embolizzazioni periferiche. In genere si localizzano<br />
• distalmente alle arterie renali<br />
• prossimalmente alla biforcazione delle iliache<br />
…è importante indicare il punto in cui si sono sviluppati.<br />
aorta normale aorta aneurismatica (15o%)<br />
ascendente ⇒ 3oo 45o mm<br />
toracica ⇒ 25o 375 mm<br />
addominale ⇒ 18o-2oo 285 mm c.a<br />
fistole con l’intestino ⇒ emissione di sangue non digerito<br />
embolizzazione: a causa del trombo parietale fungiforme spesso presente<br />
fistole aorto cavale ⇒ quadro d’infarto / scompenso cardiaco. Inoltre ci può essere diffusione di trombi di<br />
derivazione della placca . Ci sono anche l’aorto renale…<br />
emorragia interna ⇒ l’incidenza di rottura per ∅ 5,5 cm impenna (20-40%) ⇒ intervento chirurgico. Con ∅>7cm<br />
rischio 75%. La dilatazione prosegue normalmente a ritmi di 0,2-05 cm / anno se va<br />
bene. La rottura è favorita da:<br />
- ipertensione & fumo<br />
- insufficienza respiratoria cronica<br />
- morfologia<br />
- cortisonici (⊕ degradazione proteica)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 24
aneurismi luetici<br />
Ormai il trattamento della sifilide ha ridotto importantemente questa evenienza, ma l’aneurisma è una<br />
importante complicazione della stessa.<br />
aortite sifilitica<br />
• endoarterite<br />
obliterante dei vasa<br />
vasorum<br />
• infiltrato di<br />
plasmacellule e linfociti<br />
Quindi i rilievi anatomopatologici importanti nel contesto di un aneurisma luetico sono:<br />
• perdita dei componenti della tonaca media e fibrosi<br />
• aspetto a corteccia d’albero conseguente alla retrazione cicatriziale<br />
• ± dilatazione dell’anulus aortico con conseguente insufficienza aortica e conseguente cor<br />
bovinum (ovvero ipertrofico da sovraccarico)<br />
Aneurismi intra cranici<br />
Determinano infarto cerebrale intracranico o emorragie alla rottura<br />
sacciforme e bacca (congenito) ⇒ circolo anteriore, nei punti di snodo; sono rilevabili<br />
in genere nel 2% c.a delle autopsie (imm.)<br />
• 4O% comunicante anteriore<br />
• 34% suddivisioni della MCA<br />
• 2O% Willis, al livello dell’origine della carotide interna<br />
aterosclerotico fusiforme ⇒ arteria basilare di solito<br />
micotico, traumatico, dissecante ⇒ circolo anteriore<br />
… la patogenesi vede fattori aggravanti come il fumo e l’HPT, mentre i<br />
fattori predisponenti sono:<br />
malattia renale policistica autosomica dominante: è una<br />
malattia che dà un’aspettativa di vita di ridotta a 40-50 anni,<br />
dove si ha anche cardiopatia ischemica ed altri problemi.<br />
L’alterazione di PKD1-2 determina un’alterazione<br />
dell’adesione cellula-cellula e cellula-MEC.<br />
s. vascolare tipo IV di Ehler Danlos<br />
neurofibromatosi I (di von Recklinghausen): con macchie<br />
cutanee color caffè, neuro fibromi che possono colpire vari<br />
nervi e possibili problemi dello sviluppo.<br />
Marfan<br />
distruzione tonaca media<br />
• distruzione ff. elastiche<br />
e muscolari<br />
• perdita di elasticità<br />
• sfiancamento<br />
• fibrosi<br />
…in genere la tonaca media è assente nella parete dell’aneurisma, mentre l’avventizia è in continuità con<br />
quella del vaso d’origine; A livello intima lesi notano placche, calcificazioni o trombi che possono anche<br />
otturare tutto il lume.<br />
<br />
Dissezione aortica<br />
(ematoma dissecante)<br />
Siccome non si associa a grandi dilatazioni del vaso non viene più chiamato aneurisma dissecante, in ogni caso<br />
rappresenta lo slaminamento delle strutture lamellari della tonaca media dell’aorta (muscolari ed elastiche)<br />
che porta alla formazione di un canale pieno di sangue:<br />
• maschi 4O-6O enni con storia di HPT ( > 9O%)<br />
• complicanza dell’incanulazione di una arteria<br />
• soggetti affetti da Marfan<br />
• durante / in seguito a gravidanza (raro)<br />
aorta a corteccia<br />
d'albero<br />
• contrazione delle<br />
cicatrici<br />
• aterosclerosi della<br />
radice aortica (insolita<br />
altrimenti)<br />
• ±insuff aortica<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 25
Può avere varie morfologie, estendendosi in senso prossimale o distale. Raramente si può formare una<br />
dissezione cronica: ovvero il sangue scorre nello slaminamento e tramite una seconda breccia rientra in aorta,<br />
in cronico il vaso va endotelizzandosi.<br />
Eziologia e patogenesi<br />
Tuttora sconosciute: un rilievo frequente in questa condizione è la degenerazione<br />
della tonaca media, impropriamente definita spesso necrosi cistica della media, che<br />
è scorretto per due ragioni:<br />
- non ci sono cisti, ma solo spazi lacunari dove è assente il normale tessuto<br />
elastico che poi vengono obliterati da matrice extracellulare.<br />
- non c’è necrosi<br />
.. è un processo aflogistico che si accompagna frequentemente a Marfan; nonostante<br />
la stretta associazione la degenerazione della media non è né sufficiente né necessaria per dare un ematoma<br />
dissecante, e tuttora è una malattia considerata ad<br />
eziologia ignota.<br />
Classificazione<br />
Non c’è una sola classificazione<br />
deBakey: divide tra doppia dissezione prossimo-distale e<br />
isolatamente distale<br />
Stanford: più in base al rischio: se c’è componente<br />
prossimale (più temibile) è A, altrimenti se è<br />
solo distale è B<br />
Clinica ed evoluzione<br />
Attualmente si riesce a salvare c.a il 65-75% dei pzz. con<br />
dissezione aortica, in genere il pz. va ad exitus per diverse<br />
complicazioni possibili:<br />
1) rottura in una cavità<br />
a. pericardica<br />
b. pleurica<br />
c. peritoneale<br />
2) dissezione retrograda con distruzione dell’apparto valvolare aortico<br />
a. tamponamento cardiaco<br />
b. insufficienza aortica acuta (edema polmonare acuto & shock cardiaco)<br />
c. IMA: per estensione della dissezione alle coronarie<br />
d. estensione della dissezione ai grandi vasi del collo<br />
3) dissezione verso i vasi distali: può coinvolgere vasi<br />
a. iliaci<br />
b. renali<br />
c. mesenterici<br />
Dà un dolore acuto che va in DD con l’IMA:<br />
• comparsa improvvisa non correlata a sforzo fisico<br />
• non manovre allevianti, non risposta ai nitrati<br />
• ischemia a valle dell’aorta: perdita dei polsi significativa<br />
• dolore distribuito anche verso il basso, proiettato sempre più in basso man<br />
mano che si sviluppa<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 26
Aterosclerosi<br />
Con il termine generico di “arteriosclerosi" si intende l’inspessimento dei vasi e la perdita di elasticità<br />
delle pareti arteriose. Poi all’interno di questo quadro se ne individueranno tre varianti:<br />
- “ATERO” sclerosi: quella di cui si parla in questo paragrafo, dal greco “poltiglia”<br />
- sclerosi calcifica della media (Monckerberg)<br />
- “ARTERIOLO” sclerosi (jalina e iperplastica).<br />
Patogenesi: ipotesi della reazione al danno<br />
La teoria attualmente in auge per spiegare questo processo è l’ipotesi della reazione al danno:<br />
danno endoteliale: nell’uomo la lesione inizia su endotelio strutturalmente indenne, quindi si pensa<br />
che alla base vi siano alterazioni anatomo funzionali che portano a<br />
trombogenicità, adesività, ed alterazione della permeabilità<br />
o fumo di sigaretta<br />
o omocisteina<br />
o virus & altri agenti infettivi: Chlamydia, CMV ed altri sono stati presi in<br />
considerazione, in teorie che vedrebbero le placche come neoplasie<br />
benigne scatenate da alterazioni indotte da infezioni come queste.<br />
o TNF: geni pro – ateromi<br />
o alterazioni emodinamiche: infatti le placche tendono a concentrarsi nelle famose aree<br />
ad alta turbolenza.<br />
o ipercolesterolemia: determina accumulo di LDL in sede di danno<br />
disfunzione endoteliale e flogosi cronica<br />
o VCAM-1: proteina adesiva espressa dall’endotelio che determina chemiotassi verso<br />
- monociti ⇒ migrano all’intima dove si trasformano in macrofagi tissutali<br />
fagocitando tramite recettori scavenger (e non LDL-R) i depositi di<br />
LDL diventando cellule schiumose<br />
- linfociti T<br />
o IL-1, TNF (macrofagici) ⇒ ⊕ chemiotassi leucocitaria<br />
o MCP-1 (monocyte chemiotactic protein-1) ⇒ auto stimolazione dei macrofagi sempre<br />
o PDGF, TGF-β ed altri sono implicati nella migrazione delle fibrocelle muscolari lisce<br />
a livello intimale, dove producono GAG e collagene (stria ⇒ ateroma)<br />
mantenimento dell’infiammazione sostenuto da<br />
- lipoproteine ossidate: sono fondamentali nel generare flogosi<br />
- cross talk tra cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti.. determina l’attivazione del<br />
SI sia cellulare che umorale.<br />
evoluzione<br />
Ci sono diversi stadi che portano alla formazione della famosa placca ateromatosa:<br />
1. macchia lipidica: sostanzialmente accumuli di macrofagi schiumosi (che hanno fagocitato lipidi)<br />
2. stria lipidica: accumuli di lipidi intracellulari che si è provato poter evolvere in placche, anche se<br />
non tutte lo faranno. Sono già presenti in bambini di 10 anni e anche in sedi dove di<br />
norma non si sviluppano poi placche ateromatose.<br />
3. lesione intermedia: piccola componente di lipidi extracellulari nel contesto di una stria lipidica.<br />
4. ateromi: delle strie lipidiche che presentano degli interi accumuli extracellulari<br />
5. fibroateromi: classiche lesioni focali della tonaca intima rilevate rispetto la superficie endoteliale<br />
centro poltaceo: deposito di colesterolo, di per sé reversibile<br />
capsula fibrosa: delimita il centro poltaceo rispetto al lume, è una componente irreversibile<br />
dovuta alla migrazione e proliferazione delle cellule della tonaca media 2 .<br />
6. lesioni complicate: con difetti di superficie, ematomi-emorragie o trombi<br />
2<br />
si ha infatti una migrazione e proliferazione delle cellule muscolari lisce della tonaca media grazie al PDGF; esistono<br />
due fenotipi di fibrocelle muscolari lisce (1) contrattile: quando le cellule sono adiacenti le une alle altre<br />
(2) secretorio: tipico di cellule isolate, fenotipicamente dei fibroblasti, che differentemente da quelli tipicamente<br />
tissutali conterranno anche residui di actina.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 27
Risk Factors<br />
Sono stati individuati sulla base di studi molto solidi ormai, e individuano con sicurezza almeno sei elementi:<br />
1- iperlipidemia ⇒ da solo il colesterolo elevato è in grado di determinare la formazione di placche<br />
2- ipertensione ⇒ si parla di RR = 5 per valori > 169 / 95 mmHg<br />
3- diabete mellito ⇒ induce altri fattori di rischio, ma dà un RR = 2 a pari condizioni<br />
4- iperomocisteinemia ⇒ è un’associazione statistica non ben spiegata<br />
5- fumo ⇒ aumenta la mortalità per arteriosclerosi per un RR = 2 a pari condizioni<br />
6- Lp(a) ⇒ è una lipoproteina modificata (LDL + Apo-B100 legata all’Apo-A) che determina un<br />
innalzamento del rischio a parità dei livelli di HDL e LDL.<br />
Macroscopia<br />
All’apertura del cadavere in genere si nota prima di tutto se l’aorta è comprimibile, si prova ad appallottolare<br />
in una mano: chiaro che un’aorta calcifica non si adatterà ad un tale trattamento.<br />
All’apertura si noterà (se presente) il tipo di aortosclerosi:<br />
calcifica: ricca di placche e calcificazioni, chiaramente non potrà essere piegata<br />
produttiva: cioè ricca di lesioni ateromatose e fibroateromatose<br />
atrofica: con parete ectasica, assottigliata, eventualmente con placche fibrose<br />
… le caratteristiche di queste lesioni:<br />
a) sede<br />
aorta addominale<br />
coronarie<br />
poplitee<br />
poligono del Willis & carotidi interne<br />
osti delle diramazioni: renali, mesenteriche<br />
b) aspetto:<br />
stria lipidica ⇒ è una macchia giallastra anche di più cm poco / nulla rilevata con un contorno<br />
netto ed una superfici liscia e continua.<br />
placca fibroadiposa ⇒ ispessimento circoscritto di colorito bianco perlaceo o lievemente<br />
giallognolo di varie dimensioni possibili (qualche mm – cm), dura, in cui<br />
si distinguono il centro poltaceo ed il cappuccio.<br />
lesione complicata ⇒ per ulcerazioni, trombosi, emorragie all’interno della placca oppure una<br />
dilatazione aneurismatica della stessa.<br />
microscopia<br />
L’aspetto istologico è molto importante, vari tipi di placche vedono gli stessi costituenti strutturali in diverse<br />
porzioni; la classica placca si compone di:<br />
a) cappuccio fibroso: cellule muscolari lisce + connettivo ± denso<br />
b) spalla della lesione: alias l’area al di sotto e lateralmente al cappuccio, dove troviamo:<br />
• macrofagi<br />
• cellule muscolari lisce (CML)<br />
• linfociti T<br />
c) centro necrotico profondo: massa disorganizzata di<br />
• lipidi: colesterolo ed esteri del colesterolo<br />
• detriti cellulari<br />
• cellule schiumose: grossi elementi carichi di lipidi che sono o macrofagi o CML (che<br />
ugualmente possono infarcirsi)<br />
• fibrina<br />
• trombi variamente organizzati<br />
• altre proteine plasmatiche<br />
d) neovascolarizzazione<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 28
Arteriolosclerosi<br />
ialina<br />
Pzz. over 50 con HPT e diabete; come suggerisce il nome si ha un ispessimento della parete media (cellule<br />
muscolari lisce) con produzione di MEC in risposta a<br />
- stress emodinamico<br />
- stress metabolico diabetico<br />
- infiltrazione delle componenti plasmatiche a quel livello<br />
..è la tipica lesione della nefrosclerosi benigna, le arterie hanno un aspetto jalino appunto (omogeneo,<br />
rosato), che non dà altri problemi a parte il restringimento delle stesse.<br />
iperplastica<br />
Quella dell’HPT maligna: è una quadro quindi acuto, in questo caso invece dell’aspetto jalino avremo una<br />
morfologia a bulbo di cipolla, con<br />
- strati concentrici di fibrocelle muscolari lisce<br />
- membrana basale ispessita e duplicata<br />
- deposito di tessuto fibrinoide<br />
- arteriolite necrotizzante: necrosi acuta del vaso, più che altro un fenomeno renale<br />
<br />
Arteriosclerosi calcifica della media di Monkeberg<br />
In questo caso a livello di tonaca media si hanno vere e proprie calcificazioni; è un processo non ben<br />
conosciuto né da un punto di vista patogenetico né clinico.<br />
Il suo sviluppo avrebbe a che fare con alterazioni ossificante delle CML che includerebbero fattori NF-κβ e<br />
TNF.<br />
È più comune in pzz. con diabete, lupus, ipervitaminosi D, flogosi croniche, etc…<br />
<br />
Vasculopatia diabetica<br />
macroangiopatia<br />
È assolutamente sovrascrivibile a qualsiasi angiopatia aterosclerotica e / o arteriosclerosi jalina di qualsiasi<br />
altro individuo, solo che è puntuale e ben più precoce: la prima causa di morte nel diabetico è proprio<br />
l’infarto miocardico da aterosclerosi delle coronarie.<br />
microangiopatia<br />
Non è diversa da quella riscontrabile in molti anziani, ma sicuramente è davvero molto più estesa e precoce,<br />
e si rileva soprattutto a livello di:<br />
• cute<br />
• muscolo scheletrico<br />
• retina<br />
• glomeruli<br />
• midollare renale<br />
… si hanno strati concentrici di materiali jalino che vanno ad ispessire la MB alterando (aumentando) la<br />
permeabilità alle normali proteine plasmatiche.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 29
Vasculiti<br />
Quadri clinici diversi di patologie infiammatorie a carico delle pareti dei vasi arteriosi o arterovenosi, con<br />
espressioni di danni istomorfologici diversi, capaci di indurre<br />
marcati aspetti di<br />
• flogosi sistemica<br />
• danni in più organi ed apparati<br />
…ed aventi come caratteristiche comuni la presenza di<br />
documentabili segni di danno immuno mediato a carico<br />
delle pareti dei vasi interessati e rilievo in sede ematica di<br />
reattività autoimmune verso<br />
• Ag citoplasmatici dei leucociti PMN (ANCA)<br />
• Ag endoteliali<br />
• immunocomplessi (reazioni di III tipo)<br />
PAN: poliarterite<br />
nodosa<br />
tipo III (IC)<br />
- HBV<br />
- p-ANCA<br />
arterite giganto<br />
cellulare (di Horton)<br />
tipo IV<br />
- CD3-8<br />
- CD68 attive<br />
arterite di Takayasu<br />
(malattia senza polso)<br />
tipo IV<br />
malattia di<br />
Kawasaki<br />
tipo II<br />
- AECA<br />
vasculite<br />
leucocitoclasica o<br />
poliangiolite<br />
microscopica<br />
tipo II<br />
- p-ANCA<br />
<br />
Sistematica<br />
arterie muscolari<br />
piccole e medie<br />
visceri ± polmoni<br />
ramificazioni<br />
a. temporale<br />
a. vertebrale<br />
a. oftalmica<br />
aorta<br />
arco aortico e sue<br />
principali<br />
diramazioni<br />
aa. polmonari<br />
(50% dei casi)<br />
coronarie, renali<br />
(rare)<br />
1 infiammazione trans murale della parete<br />
2 infiltrati infiammatori (acuto)<br />
3 necrosi fibrinoide<br />
4 obliterazione trombotica<br />
5 ispessimento fibroso (cronico)<br />
noduli duri restringenti il lume ± trombosi<br />
membrana elastica interna: infiltrato di<br />
cellule giganti multinucleate (forma 1)<br />
⇒ frammentazione della stessa<br />
guarigione con ispessimento cicatriziale<br />
(cordoncini fibrosi)<br />
2 forme:<br />
1. granulomatosa: 1 /2 interno della media +<br />
membrana elastica interna<br />
2. aspecifica: no cell giganti no granulomi,<br />
pan arterite aspecifica<br />
infiltrato mononucleato avventiziale<br />
(intorno ai vasa vasorum)<br />
infiltrato infiammatorio della tonaca media<br />
DD istologica con Horton non facilissima: si<br />
basa sull’età: infatti si possono avere<br />
- lesioni granulomatose con cell giganti<br />
- necrosi centrale<br />
.. guarigione con fibrosi dell’intima<br />
coronarie = PAN nelle arterie colpite solo con:<br />
- meno evidente necrosi fibrinoide<br />
- aneurismi / IMA più frequenti<br />
(la terapia ha ridotto molto l’incidenza però)<br />
arteriole<br />
capillari<br />
venule<br />
biopsia cutanea diagnostica<br />
simile alla PAN ma su vasi più<br />
piccoli: non infarti macroscopici<br />
poche Ig alla fluorescenza (pauci<br />
immune)<br />
diverse lesioni a<br />
diversi stadi di attività<br />
negli stessi vasi anche<br />
può dare IMA<br />
importanti<br />
rara < 50 anni<br />
sintomi oculari !!<br />
(amaurosis fugax è<br />
emergenza medica)<br />
diagnosi bioptica,<br />
sensibilità limitata.<br />
⇒ cortisonici<br />
(mediata da cellule T..)<br />
donne < 40<br />
S/S oculari & perdita<br />
dei polsi (arti superiori)<br />
stenosi / occlusione<br />
degli osti (IMA!!)<br />
cedimento dell’anulus<br />
aortico (⇒ insuff.)<br />
bambini (80% < 4 aa)<br />
associata a sindrome<br />
linfonodale muco<br />
cutanea (vd. nota)<br />
≠PAN: lesioni sincrone<br />
porpora palpabile<br />
emottisi<br />
artralgia, mialgia<br />
proteinuria, ematuria<br />
cervello & rene critici se presi !!<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 30
granulomatosi di<br />
Wegener<br />
tipo II<br />
- c-ANCA<br />
tromboangiolite<br />
obliterante<br />
(Buerger)<br />
capillari<br />
venule & arteriole<br />
arterie<br />
…di polmone &<br />
VAS soprattutto<br />
arterie piccole e<br />
medie<br />
- tibiali<br />
- radiali<br />
- vene / nervi<br />
vicini.<br />
granulomi con necrosi a carta geografica<br />
circondati da linfociti, plasmacellule e<br />
cellule giganti che possono fondersi e<br />
cavitare (⇒ DD con TBC)<br />
vasculite necrotizzante o granulomatosa<br />
circondata da proliferazione fibroblastica<br />
lesioni renali (vd. dopo)<br />
componenti acute & croniche<br />
segmentale<br />
sindrome linfonodale muco cutanea<br />
Si associa a Kawasaki, è autolimitante:<br />
• febbre<br />
• eritemi:<br />
- congiuntivale / orale<br />
- palmo plantare<br />
• edema di mani / piedi<br />
• rash & desquamazione cutanee<br />
• linfoadenopatia cervicale<br />
granulomatosi di Wegener<br />
Può esprimersi in vari modi:<br />
parete ⇒ trombo ⇒ organizzazione o<br />
ricanalizzazione<br />
microascessi granulomatosi (nel trombo)<br />
con PMN al centro<br />
estensione del processo a vene & nervi<br />
adiacenti (raro di solito nelle vasculiti)<br />
maschi 40-50enni<br />
oltre alle lesioni<br />
specifiche (vd. sotto)<br />
- eruzioni cutanee<br />
- dolore muscolare<br />
- artrite<br />
- mono/poli-nevriti<br />
forti fumatori<br />
(era maschile ora si sta<br />
equilibrando dunque)<br />
esordio < 40anni<br />
ulcere e gangrene<br />
franche<br />
dolore intenso<br />
forma classica (triade)<br />
o granulomi necrotizzanti acuti delle VAS + orecchio e/o polmone<br />
- sinusite infiammatoria<br />
- lesioni ulcerative delle VAS<br />
- lesioni confluenti nel polmone con aspetti TBC simili con problemi di DD perché<br />
tendono anche a cavitarsi dando coinvolgimenti massivi<br />
o vasculite necrotizzante granulomatosa ⇒ l’aspetto più rilevante, visto il capitolo,<br />
principalmente sono vasi delle VAS o del polmone<br />
o glomerulonefriti necrotizzanti rara all’esordio, nell’8O% dei casi durante il decorso:<br />
utilizzando Ab anti fibrinogeno (info sulla fibrosi) si nota un<br />
quadro di semilune (proliferazione reattiva) che soffoca il<br />
glomerulo, associata a trombosi di anse glomerulari.<br />
- microematuria<br />
- proteinuria (O,5-1g/24h)<br />
- IR progressiva nei casi con lesioni diffuse<br />
Wegener limitata: al tratto respiratorio<br />
diffusa: colpisce in genere<br />
o cute<br />
o occhio<br />
o cuore (raro) ⇒ quadro ≈ PAN con in più l’interessamento respiratorio<br />
vasculiti associate ad altre malattie<br />
Si tratta di vasculiti tipicamente PAN simili associate ad altre patologie immunologiche quali:<br />
AR: tipicamente in pzz. cronici, può dare aortiti manifeste<br />
LES: DD dalla vasculite aPL perché nella seconda invece di un trattamento anti infiammatorio la<br />
priorità và ad un trattamento contro l’ipercoagulabilità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 31
Schönlein Henoch: bambini e giovani adulti, straordinariamente simile come decorso e patogenesi<br />
alla nefropatia ad IgA (s. di Berger), tanto che alcuni pensano che la nefropatia<br />
IgA sia una forma mono sintomatica di Henoch Schönlein.<br />
È una forma di reazione III (immunocomplessi).<br />
1) porpora (“palpabile”)<br />
2) artrite<br />
80% dei casi<br />
3) dolore addominale<br />
4) GNRP: c.a il 5%, pzz. in genere pediatrici ⇒ IR terminale. Questa possibilità di<br />
sviluppo è la differenza fondamentale con la s. di Berger o nefropatia da<br />
IgA, che invece ha un certo tipo di sviluppo più lento.<br />
<br />
Arteriti Infettive<br />
• batteri<br />
- polmoniti contemporanee<br />
- in vicinanza agli ascessi tubercolari<br />
- meningiti: nei vasi cerebrali superficiali. Situazione pericolosa: si rischia un infarto<br />
per ostruzione del vaso colpito con estensione dell’infezione a livello di<br />
parenchima cerebrale (ascesso)<br />
- endocarditi: embolizzazioni settiche<br />
- per setticemia<br />
• miceti:<br />
- aspergillus in particolare<br />
- mucormicosi (rinocerebrale)<br />
…chiaramente sono situazioni che precedono gli aneurismi micotici e che possono coincidere a fenomeni<br />
trombo - infartuali.<br />
<br />
Raynaud<br />
Di per sé è una iper reattività vasomotoria a freddo ed emozioni che vede il colorito delle dita passare diverse<br />
fasi (bianco – blu – rosso).<br />
non alterazioni strutturali precocemente<br />
ispessimento dell’intima (tardivo)<br />
atrofia: di cute, sottocute e muscoli (tardivo)<br />
Si distinguono due forme:<br />
1. primaria: benigna, è genetica e riguarda ragazzi di 14anni c.a<br />
2. secondaria: prodromica o contemporanea a malattie immunitarie. Può essere la prima<br />
manifestazione di queste, quindi è importante in pzz. > 30 anni monitorare eventuali<br />
sviluppi:<br />
a. sclerodermia<br />
b. LES<br />
c. morbo di Buerger<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 32
Patologia veno-linfatica<br />
<br />
Vene varicose<br />
Tipiche degli arti soprattutto inferiori: riguarda il 15-20% della popolazione, soprattutto:<br />
- over 5O<br />
- donne (gravidanze, post-menopausa)<br />
- obesi<br />
- predisposti geneticamente: hanno uno sviluppo precoce del problema<br />
macroscopia<br />
• dilatate e allungate<br />
• tortuose<br />
• assottigliamento e fibrosi nelle zone di massima dilatazione<br />
• trombosi endoluminale (spesso)<br />
• valvole: ispessite, cuspidi arrotolate e accorciate<br />
microscopia<br />
• variazioni di spessore parietale<br />
• ipertrofia compensatoria delle cellule muscolari liscia<br />
• fibrosi intimale in certi frangenti<br />
• flebosclerosi: calcificazioni sparse della tonaca media<br />
• degenerazione del tessuto elastico<br />
clinica<br />
edema malleolare<br />
dolore<br />
reticoli venosi abnormi<br />
bruciore lungo la safena (sul lato interno della coscia)<br />
crampi notturni: soprattutto nelle giornate in cui il paziente è stato di più in piedi: più ristagno, più<br />
accumulo di metaboliti acidi.<br />
pigmentazione cutanea: i reticoli appaiono bluastri, perché li sangue desaturato è scuro. Inoltre si<br />
può assumere una pigmentazione brunastra dovuta al deposito di pigmento<br />
emosiderinico, derivato dalla trasformazione della Hb che perfonde dal vaso<br />
statico.<br />
varico flebite: ovvero una trombosi venosa superficiale: la vena diventa rossa, calda, estremamente<br />
dolente, dura (c’è trombo, non sangue all’interno).<br />
rottura delle varici: soprattutto nella parte più distale (collo/dorso piede), a causa della superficialità<br />
della vena, con conseguente emorragia importante. Siccome è un’emorragia a<br />
bassa pressione, basta far alzare la gamba al paziente. Un laccio a monte<br />
accentua l’emorragia.<br />
ulcera varicosa e lesioni trofiche: l’ulcera localizza elettivamente nella regione malleolare interna,<br />
è caratterizzata da una perdita di sostanza di cute e sottocute che<br />
non tende a guarire.<br />
E’ dovuta tipicamente all’ipertensione venosa, che provoca<br />
sofferenza ischemica tissutale e quindi la perdita di sostanza.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 33
Tromboflebiti e Flebotrombosi<br />
Si tratta dell’ostruzione trombotica di una vena cui consegue la sua infiammazione. Ci sono una serie di<br />
condizioni predisponenti:<br />
a. ic<br />
b. obesità & gravidanza<br />
c. neoplasie (colon, polmone, pancreas) ⇒ tromboflebiti migranti (segno di Trousseau)<br />
d. sindromi congenite (genetica)<br />
e. periodo post operatorio<br />
f. immobilizzazione<br />
g. allettamento prolungato<br />
…le sedi sono:<br />
arto inferiore (9O%)<br />
forme migranti<br />
plesso peri prostatico / vene pelviche (donna)<br />
vene craniche / seni durali ⇒ complicazione di processi infettivi batterici (mastoiditi p.es)<br />
v. porta ⇒ facilitata da eventi infettivi (peritoniti, appendiciti, salpingiti, ascessi pelvici…)<br />
clinica<br />
Sono situazioni che tendono ad essere inizialmente asintomatiche soprattutto se a riposo (pz. allettato p.es),<br />
poi man mano si avranno:<br />
- ± manifestazioni locali: edema distale, cianosi bruna, dilatazione, tensione,<br />
arrossamento, rigonfiamento, dolore…<br />
- embolie polmonari !! l’evenienza peggiore<br />
- phlegmasia alba dolens: arto inferiore dolente e pallido per blocco veno-linfatico<br />
tipico in donna partorente o gravida.<br />
<br />
Linfangiti e linfedema<br />
Sono quadri acuti tipicamente secondari a infezioni che diffondono lungo i linfatici a partire da soluzioni di<br />
continuo e che infiammano tutto il vaso linfatico determinando la comparsa di:<br />
• strie sottocutanee arrossate e dolenti<br />
• linfoadenopatia regionale flogistica acuta<br />
• ± batteriemia e setticemia<br />
• ± linfedema ostruttivo, che va in DD con importanti condizioni:<br />
- tumori maligni<br />
- interventi chirurgici<br />
- RT<br />
- filariasi<br />
• complicazioni: principalmente per rottura di un linfatico in una cavità, tipicamente da blocco<br />
linfatico secondario ad un tumore infiltrante<br />
- ascite chilosa<br />
- chilotorace<br />
- chilo pericardio<br />
…esistono anche forme primitive non ben conosciute, spesso femminili, a volte congenite addirittura.<br />
Microscopia<br />
I linfatici colpiti sono dilatati e contengono un essudato acuto con neutrofili & istiociti che solitamente<br />
diffondono attraverso la parete nel tessuto peri linfatico, determinando nei casi più gravi<br />
• celluliti<br />
• ascessi focali<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 34
Patologia Tumorale dei Vasi<br />
Si tratta di neoplasie ad origine endoteliale che riguardano principalmente i vasi parenchimali e dei tessuti<br />
molli, molto raramente colpiranno grossi vasi (aorta o cava), laddove spesso poi si riconoscono essere magari<br />
sarcomi.<br />
Di tutte le varie lesioni (emangiomi, linfangiomi, ectasie, angiomatosi… ), quelli anche solo parzialmente<br />
maligni non sono molti:<br />
- sarcoma di Kaposi (intermedio)<br />
- emangio endotelioma (intermedio)<br />
- angiosarcoma (maligno)<br />
- emangiopericitoma (maligno)<br />
<br />
Tumori benigni<br />
emangioma e linfangioma<br />
Vanno in DD con gli amartomi, cosa spesso non troppo facile. La forma capillare è tipica dei bambini e<br />
tende ad andare autonomamente in regressione (variante a fragola) per scomparire di solito entro i 7 anni.<br />
• pochi mm – più cm<br />
• rilevati sulla superficie<br />
• endotelio intatto<br />
• capillari impacchettati dalle pareti sottili, separati da scarso stroma<br />
• lumi ± trombizzati o organizzati<br />
• emosiderina e calcificazioni in seguito a rotture successive<br />
Nb: i linfangiomi sono distinguibili solo sulla base dell’assenza dei globuli rossi, come tali somigliano a<br />
vesciche ripiene di liquido; tendenzialmente inoltre si verificano a livello di<br />
- testa & collo<br />
- ascella<br />
tumore glomico (glomangioma)<br />
I corpi glomici sono anastomosi arterovenose specializzate coinvolte nella<br />
termoregolazione. Dalle cellule muscolari lisce di queste strutture origina<br />
un tumore benigno ma molto doloroso.<br />
Come si vede dall’immagine tende a localizzarsi sotto le unghie, alle<br />
estremità delle dita. Va semplicemente rimosso.<br />
Appaiono come noduli solidi rosso-bluastri, che possono sembrare piccole<br />
emorragie sub ungueali recenti.<br />
• canali vascolari ramificati<br />
• aggregati / nidi e masse di cellule glomiche specializzate<br />
attorno ai vasi<br />
• aspetto delle cellule tipo CML<br />
<br />
ectasie vascolari<br />
Più che tumori benigni sono esuberanze tipicamente congenite che non danno molte preoccupazioni dal lato<br />
neoplastico.<br />
nevo flammeo: paragonabile alla comune voglia, detta in inglese Stork bite (morso di<br />
cicogna), tende a regredire spontaneamente in breve.<br />
o vasi del derma dilatati<br />
o voglie di vino porto: una forma particolare che cresce col bambino e non<br />
regredisce, divenendo anti estetica. Un’ulteriore problema è l’eventuale<br />
associazione con ritardo mentale ed epilessia nella s. di Sturge-Weber, dove<br />
si hanno anche masse angiomatose venose nelle leptomeningi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 35
telangectasia aracniforme (ragno arterioso): nella sua forma più tipica è una rete di arterie<br />
sottocutanee pulsatili e dilatate a raggiera che impallidiscono<br />
alla pressione.<br />
o faccia, collo & torace superiore<br />
o cirrotici<br />
o donne gravide<br />
telangectasia emorragica ereditaria (s. di Osler-Weber-Rendu): dominante, sia vene che<br />
capillari dilatati. Possono raramente rompersi dando<br />
emorragie locali.<br />
o cute<br />
o mucose: tutte, GI, urinaria, respiratoria….<br />
<br />
Sarcoma di Kaposi<br />
(malignità intermedia)<br />
È un tumore ad eziologia virale, dipenderebbe primariamente dal KSHV (kaposi sarcoma –associated –<br />
herpesvirus), che è un congenere dell’EBV: è stato provato che il virus è necessario e sufficiente allo<br />
scatenamento della patologia.<br />
L’immunodepressione (HIV, trapianto o vecchiaia – correlata) è un cofattore importante.<br />
Classificazione<br />
1. classica: europea. Non è altrettanto comune negli USA. Sono lesioni cutanee a placca / nodulo<br />
localizzate su arti superiori e inferiori che tendono a confluire<br />
a. pop. mediterranee<br />
b. ebrei Ashkenazi<br />
c. omosessuali: sembra che siano più a rischio, non è legato ad HIV<br />
2. linfadenopatica / africana: ha caratteristiche endemiche (così come la diffusione del KSHV), può<br />
essere molto aggressiva, localizzata ma anche sistemica. In alcuni paesi<br />
tocca il 50% della popolazione.<br />
3. associata all’immunodepressione: inteso come trapianto; tende ad essere aggressivo e<br />
l’interessamento viscerale può essere fatale.<br />
4. AIDS associata: molto comune prima della HAART (30% c.a dei malati), ora l’incidenza è < 1%<br />
Morfologia<br />
Si hanno 3 fasi successive (almeno nella forma classica):<br />
• piedi / arti inferiori<br />
• vasi dilatati<br />
• infiltrato (PMN,macrofagi<br />
plasmacellule)<br />
• simile al tessuto di<br />
granulazione<br />
papule<br />
• larghe e violacee<br />
• vasi dermici dilatati<br />
• cellule fusate delimitano e<br />
circondano i vasi<br />
• occasionali mitosi<br />
• RBC, macrofagi<br />
emosiderinici & co. sparsi<br />
placche<br />
rilevate<br />
• CELL FUSATE MULTISTRATO<br />
PROLIFERANTI<br />
• dermiche e sottocutanee<br />
• piccoli vasi sparsi<br />
• spz. tipo fessure infarcite di<br />
RBC e detriti ialini<br />
• emorragie / emosiderina<br />
• mitosi frequenti<br />
noduli<br />
…la fase nodulare spesso è accompagnata da lesioni linfoadenopatiche tipiche della forma africana.<br />
in genere l’exeresi sia della lesione primitiva che delle recidive è la forma di terapia migliore, ci sono<br />
applicazione anche di RT e di chemio ma per casi in cui è svantaggioso / impossibile operare.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 36
Angiosarcoma<br />
Sono neoplasie endoteliali francamente maligne, laddove una manifestazione intermedia tra l’emangioma e<br />
l’angiosarcoma sarebbe l’emangioendotelioma<br />
emangioma ⇔ emangioendotelioma ⇔ angiosarcoma<br />
Sono neoplasie molto eterogenee con vari gradi di anaplasia, un tempo erano molto comuni a livello epatico<br />
per via di determinanti cancerogeni con cui si entrava in contatto:<br />
- PVC monomero<br />
- Thorotrast<br />
..altre situazioni a rischio comprendono linfatici dilatati:<br />
- mastectomie per CA della mammella<br />
- linfedema cronico<br />
…oppure semplicemente per radiazioni o materiali esogeni introdotti nell’organismo.<br />
morfologia<br />
Possono essere difficili da riconoscere per l’alta anaplasia,<br />
anche se in genere all’interno della lesione si riconoscono<br />
accanto ad elementi fortemente anaplastici anche foci di<br />
tessuto ± ben differenziato (canali vascolari).<br />
• esordio: noduli rossi multipli demarcati e<br />
asintomatici<br />
• poi masse larghe e carnose, spesso con foci<br />
necrotico emorragici.<br />
… istologicamente l’inferno di cellule dal mediamente differenziato all’anaplastico. Spesso l’unico modo di<br />
riconoscerle è usare i markers:<br />
- CD31<br />
- CD34<br />
- VWF<br />
<br />
Emangiopericitoma<br />
Come suggerisce il termine si pensa sia una neoplasia ad origine dai periciti, anche se non è provato:<br />
• soffice spugnoso<br />
• ramificazioni vascolari a corna di cervo<br />
• pareti sottili<br />
• masse retro peritoneali / lombari a lenta crescita<br />
• 1/3 maligni<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 37
…sappiamo che l’asse maggiore è inclinato come la linea tra spalla dx ed ipocondrio sx, la base si sviluppa<br />
su un piano perpendicolare ovviamente, rivolta verso l’alto.<br />
atrii<br />
Il setto interatriale è un elemento particolare: la finestra ovale può essere anche solo funzionalmente chiusa,<br />
grazie ala plica semilunare, che in ragione del forte gradiente DX / Sx determinano una chiusura ermetica<br />
anche in mancanza di saldatura con la parete.<br />
Hanno pareti piuttosto sottili: 1mm in media<br />
destro<br />
o trabecole !!<br />
o tricuspide<br />
o cresta terminale: circonda l’ostio cavale<br />
o sbocco del seno coronario e sua valvola<br />
(di Tebesio)<br />
o valvola della cava inferiore (Eustachio) 3<br />
o tendine di Todaro: cordoncino tra le due<br />
valvole (Tebesio e Eustachio), repere per il<br />
nodo SA.<br />
sinistro<br />
o parete ant. in rapporto con l’aorta<br />
o sbocco delle vv. polmonari<br />
apparato valvolare atrioventricolare<br />
Si tratta di un tutt’uno: una struttura fibrosa complessa ed in continuità come comprende la lamina fibrosa<br />
che fa da intelaiatura profonda alla base cardiaca e dalla quale si sviluppano le lamine delle valvole, in<br />
continuità loro volta con le corde tendinee che dai muscoli papillari s’inseriscono ai margini liberi dei lembi<br />
valvolari.<br />
Da un punto di vista strutturale, un lembo valvolare è composto da:<br />
endocardio atriale: che costituisce la superficie assiale della valvola<br />
strato spongioso: sottile strato di connettivo fibroso lasso,<br />
lamina fibrosa: derivata dall’anello fibroso dell’orifizio e che si continua con le componenti fibrose<br />
della corda tendinea che vi si inserisce<br />
endocardio ventricolare: superficie parietale della valvola<br />
valvole arteriose (semilunari)<br />
Sono quelle a nido di rondine, e sono più semplici strutturalmente: solo endocardio / endotelio che ricoprono<br />
i lembi originanti dall’anulus fibroso; I lembi si compongono di:<br />
..importanti strutturalmente…<br />
- margine aderente / libero<br />
- faccia superiore / inferiore<br />
o linea di chiusura ≠ margine libero<br />
o lunula: è la striscia di tessuto tra queste due<br />
linee, che invece di essere ispessita<br />
dall’inserimento dei mm. papillari si<br />
presenta assottigliata<br />
o noduli: nel punto mediano della linea di<br />
chiusura, assicurano la perfetta ermeticità<br />
Nb: il prolasso in questo caso è evitato semplicemente dalla<br />
robustezza dello scheletro fibroso;<br />
Nb: gli orifizi aortico e polmonare hanno entrambi una<br />
circonferenza di c.a 7cm.<br />
3<br />
indirizzava il sangue ossigenato al forame ovale nella circolazione prenatale<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 39
ventricoli<br />
Hanno parete molto più spessa, e presentano nella superficie interna le trabecole:<br />
• di 1° ordine ⇒ sostanzialmente dei ventri muscolari rilevati aderenti alla superficie<br />
• di 2° ordine ⇒ aderenti alla superficie ventricolare agli estremi, centralmente come dei ponti<br />
• di 3° ordine ⇒ sono i mm. papillari<br />
destro<br />
o spessore ≈ 3mm<br />
o semiluna (sez. trasversale) che abbraccia VS<br />
o cono arterioso polmonare: p.te liscia<br />
o trabecola setto marginale: o fascio moderatore<br />
di L. da vinci, separa la p.te di afflusso da quella<br />
di efflusso. È di II ordine.<br />
o tricuspide: il lembo mediale (più piccolo) è detto<br />
anche settale, poi ci sono l’ant e post. ai quali<br />
vanno le code tendinee dei …<br />
o m. papillare ANTERIORE<br />
- estremità inf trabecola setto marginale<br />
- porzione apicale del ventricolo<br />
- aiuta a dividere porzioni afflusso / efflusso<br />
⇒ cuspidi anteriore / posteriore<br />
o m. papillare MEDIALE (settale)<br />
- parete settale<br />
- spesso multiplo<br />
⇒ cuspide mediale<br />
o m. papillare POSTERIORE<br />
- setto postero inferiore<br />
⇒ cupidi posteriore / mediale<br />
coronarie<br />
A causa dell’assenza di<br />
anastomosi di un diametro<br />
sufficiente a stabilire completi<br />
circoli collaterali, le coronarie<br />
sono considerate arterie<br />
funzionalmente terminali.<br />
È importante ricordare come la<br />
sinistra si esaurisca in 1cm<br />
senza collaterali, ma solo<br />
rilasciando due rami terminali:<br />
• circonflessa<br />
• interventricolare anteriore<br />
Nel 90% dei casi si ha<br />
dominanza destra (come in<br />
immagine), nel caso di<br />
dominanza sinistra (10%) si<br />
avrà una destra che si esaurisce<br />
prima di raggiungere il crux<br />
cordis ed una sinistra che fornirà<br />
l’interventricolare discendente<br />
posteriore;<br />
sinistro<br />
o spessore ≈ 1 cm<br />
o superficie liscia: non netta demarcazione<br />
tra porzione di afflusso ed efflusso<br />
o semilune Dx/Sx = coronariche, perché ci<br />
sono i seni aortici (di Valsalva)<br />
o m. papillare ANTERIORE<br />
o m. papillare POSTERIORE<br />
Nb: nel sinistro entrambi i papillari mandano<br />
corde tendinee a entrambi i lembi, anche se<br />
solo il lembo anteriore vede inserzioni<br />
tendinee a livello della faccia parietale.<br />
Anastomosi tra rami delle<br />
coronarie DX e SX sono pochi: le arterie conali (infundibolare a DX e ramo superiore a SX) e il circolo di<br />
Kugel formato da un ramo atriale SX che si ricongiunge con un’arteria atriale DX.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 40
È da notare come nonostante in effetti la coronaria destra sia<br />
fondamentale, la gran parte del ventricolo sinistro sia in effetti<br />
di dominio della coronaria sinistra, così come i 2/3 anteriori del<br />
setto.<br />
Nb: il papillare posteriore è normalmente di pertinenza della sola<br />
discendente anteriore (coronaria DX)<br />
Le variazioni anatomiche sono sempre dietro l’angolo ovviamente.<br />
Struttura del cuore<br />
I classici tre strati:<br />
1. epicardio: è il foglietto viscerale della sierosa<br />
circoscrivente il sacco pericardico, prosegue a livello<br />
della base con i vasi maggiori per un certo tratto.<br />
a. strato sotto epicardico: sottile strato connettivo<br />
direttamente in connessione con le componenti<br />
fibrose del miocardio.<br />
b. lamina propria: sottile, ricca di ff. elastiche<br />
c. mesotelio<br />
d. liquido pericardico<br />
2. miocardio: è la componente più spessa ovviamente<br />
comune (di lavoro): classica struttura del muscolo striato caratterizzata da cellule fusate, che in<br />
questo caso compongono una rete di fibre interconnesse<br />
• dischi intercalari: connettono le fibre, grazie alle GAP junctions sono alla base del<br />
sincizio funzionale rappresentato dai cardiomiociti<br />
• ff. elastiche: la componente più importante dal punto di vista connettivale<br />
• cardiociti mio endocrini: alias i cardiomiociti atriali, che a differenza dei ventricolari<br />
secernono ANF, come tali hanno un Golgi più sviluppato.<br />
specifico (pacemaker): costituisce ovviamente il sistema di conduzione. Tre citotipi:<br />
• nodali: più piccole dei cardiomiociti di lavoro, i mio filamenti sono pochi e disordinati<br />
• di transizione: via di mezzo tra nodali e di lavoro<br />
• purkinje: fondamentali per la trasmissione rapida, nelle branche del fascio AV che<br />
sono in posizione sottoendocardica. Sono comunque presenti mio<br />
filamenti, ma le cellule appaiono chiare per il glicogeno contenuto.<br />
3. endocardio: membrana biancastra che riveste perfettamente le cavità cardiache;<br />
a. strato sottoendocardico: connettivo, si prosegue nelle componenti elastiche del miocardio,<br />
assente nei mm. papillari è fondamentale perché contiene<br />
• vasi sanguini<br />
• rami nervosi<br />
• ramificazioni terminali delle purkinje<br />
b. lamina propria: priva di vasi, si prosegue in modo mal definito nello strato sottoendocardico<br />
• ff. elastiche<br />
• fascetti di miofibrille<br />
c. endotelio: in continuità con quello dei grossi vasi, forma delle specifiche pieghettature in<br />
corrispondenza delle valvole (lembi).<br />
Pericardio<br />
Contiene normalmente 15-50ml di ultra filtrato, non di più. Le modalità di riflessione del foglietto parietale<br />
in quello viscerale sono rese complicate dalla presenza dei vasi maggiori. Importante l’entità del seno<br />
trasverso del pericardio, che separa le grosse arterie dalla parete anteriore dell’atrio.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 41
… l’ipertrofia può essere di due tipi:<br />
concentrica: da sovraccarico pressorio, si caratterizza per un ispessimento dato da una<br />
deposizione delle fibre in senso parallelo, all’asse maggiore, e quindi si<br />
ha ispessimento netto della parete<br />
eccentrica: da sovraccarico volumetrico, in questo caso la parete può<br />
ispessirsi come rimanere invariata o assottigliarsi, perché il<br />
cuore si dilata<br />
± proporzionalmente.<br />
…queste forme di ipertrofia, al contrario del cuore d’atleta vedono:<br />
capillari diradati: nel contesto di un’aumentata richiesta<br />
metabolica<br />
isoforme proteiche: riguardo le fibre contrattili, spesso meno<br />
funzionali di quelle canoniche<br />
morfologia<br />
I rilievi di un’icc sono per lo più extra-cardiovascolari, si tratta degli effetti periferici del deficit centrale.<br />
cuore: si parla più di un’alterazione sinistra; in linea generale sono cuori grossi e pesanti<br />
o IMA pregressi: cicatrici come dire, spesso anche solo fibrosi superficiali<br />
o malformazioni valvolari<br />
o VS ipertrofico & dilatato: a meno che la causa non sia proprio lì (stenosi mitraliche p.es);<br />
o dilatazioni secondarie dell’atrio Sx ⇒ fibrillazioni ⇒ trombi auricolari<br />
o aterosclerosi stenosante: la maggior parte dei casi l’eziologia, come visto, è una CAD<br />
o trombi murali<br />
o miocitolisi (vacuolizzazione subendocardica): un tipico segno di ischemia che si trova anche in<br />
acuto nelle aree circostanti la necrosi nell’IMA (vd. dopo)<br />
polmoni: si ha aumento pressorio delle vene polmonari ovviamente, con congestione polmonare &<br />
edema ⇒ polmoni pesanti. In sequenza si ha:<br />
o trasudato perivascolare / interstiziale (setti interlobulari) ⇒ strie di Kerley (RX)<br />
o allargamento dei setti interalveolari (su base edematosa)<br />
o liquido in alveoli<br />
o macrofagi emosiderinici a causa di proteine leganti ferro nell’edema e dei RBC che regolarmente<br />
si portano a questo livello: si parla di cellule dello scompenso<br />
cardiaco (siderofagi) che sono un segno indiretto di avvenuti edemi.<br />
reni:<br />
o deficit sinistro: la ridotta perfusione attiva il RAAS, che ritiene sale & liquidi che vanno a<br />
riversarsi nell’edema polmonare incipiente; Inizialmente è controbilanciata<br />
dall’ANP.<br />
o deficit destro: la congestione è più marcata, maggior ritenzione idrica e iperazotemia<br />
cervello: sia nel deficit destro che sinistro avanzati, non cambia:<br />
o encefalopatia ipossica: nei casi molto avanzati (VS), con irritabilità, perdita di concentrazione e<br />
agitazione, fino agli estremi di stupore e coma.<br />
fegato e sistema portale: si parla di deficit destro, che il più spesso dà epatomegalie congestizia, con:<br />
o fegato a noce moscata: tardivamente<br />
o necrosi centro lobulare associata a congestione sinusoidale<br />
o sclerosi cardiaca / cirrosi: con processi di lunga data, come effetto dello scompenso anterogrado.<br />
o splenomegalia congestizia: l’ipertensione portale si riflette anche sulla milza, che presenterà<br />
- dilatazione sinusoidale<br />
- 300-500g (vs. normali 150g max)<br />
spzz. pleurici e pericardici: accumulo di liquido, è un quadro che vede componenti di disfunzione destra<br />
tessuti sottocutanei: sempre nello scompenso destro, per l’anasarca che caratterizza il quadro.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 43
Cardiopatie Ischemiche<br />
Sono per il 9O% dovute a CAD (coronary hearth disease), cioè un’ostruzione aterosclerotica delle coronarie.<br />
Nel complesso si riassumono clinicamente in:<br />
• icc: i sintomi si hanno per ostruzioni > 75%, se si hanno a riposo si è superato il 90%.<br />
• IMA<br />
• angina pectoris<br />
• alcune forme di morte cardiaca improvvisa (MCI)<br />
…queste situazioni (a parte l’icc) hanno tutte in comune un’alterazione acuta di un ateroma, che nei 2/3 dei<br />
casi è precedentemente completamente asintomatico, occupando < 50% del lume in media.<br />
- rottura / fissurazione ⇒ ed esposizione di superfici pro trombogene<br />
- emorragia nell’ateroma ⇒ e suo improvviso aumento di volume<br />
Le cause alla base di questa alterazione improvvisa posso essere molte:<br />
placche vulnerabili: cioè con abbondante componente lipemica e ridotta componente fibrosa<br />
stimolazione adrenergica: difatti gli IMA si concentrano normalmente tra le 6AM e le 12AM, che è il<br />
periodo dopo il risveglio quando la pressione si alza dopo il riposo, anche<br />
su drive adrenergico.<br />
vasocostrizione: chiaramente precipita il quadro, anche aumentando lo stress sulla spalla<br />
dell’ateroma, che è una regione particolarmente sensibile agli stress emodinamici e<br />
spesso debole strutturalmente. Possono indurre una costrizione critica:<br />
• agonisti adrenergici<br />
• piastrine attivate<br />
• endotelina ↑ / NO ↓ in seguito a variazioni del pattern di espressione genica endoteliale indotte<br />
dalla placca ateromatosa<br />
• mediatori delle cellule infiammatorie perivascolari<br />
<br />
Infarto Miocardico<br />
All’ostruzione di una coronaria si ha la perdita del metabolismo aerobio nell’arco di pochi secondi, con una<br />
perdita di forza contrattile nel giro di 60 secondi.<br />
Le alterazioni rimangono reversibili entro 30 minuti, quindi inizia il processo di necrosi mista ad apoptosi<br />
delle cellule miocardiche (flusso < 10% del normale). La necrosi avanza come un fronte d’onda,<br />
approfondendosi man mano anche in spessore, finché a 6-12h si ha infarto trans murale di tutta l’area.<br />
La velocità di progressione dipende da:<br />
- circoli collaterali: quindi ischemia di lungo decorso precedente all’episodio che<br />
abbia stimolato la neo angiogenesi<br />
- sede / grado di ostruzione<br />
- durata dell’ostruzione<br />
- presenza di spasmo<br />
- altri fattori<br />
.. il rischio maggiore è nei maschi > 40 e nelle donne post menopausa: le donne fertili sono protette, per<br />
quanto la terapia ormonale non riesce a prolungare questa protezione.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 44
Alterazioni e timing<br />
Riconoscere un’area infartuale nelle prime fasi può non essere così facile. Il tipo di alterazioni rilevabili<br />
dipendono da quanto il pz. sopravvive all’evento;<br />
0 - 30 min: alterazioni reversibili (microscopia elettronica )<br />
o rilassamento fibre<br />
o perdita di glicogeno<br />
o rigonfiamento mitocondriale<br />
< 12h: difficilmente sono infarti riconoscibili, anche se la necrosi coagulativa è già avvenuta<br />
o MO (microscopia ottica): a volte sono già visibili segni di necrosi<br />
o ME (microscopia elettronica): rottura del sarcolemma / densità anomala dei mitocondri<br />
12-24h: in questo caso si sfrutta la deplezione di deidrogenasi dall’area necrotica con la colorazione<br />
con CTT (cloruro trifeniltetrazolio) che diventa rosso mattone solo nel miocardio sano.<br />
o MO: si cominciano ad avere ipereosinofilia, picnosi (imm.)<br />
bande di contrazione (imm.) ai margini, che<br />
verosimilmente sono l’effetto delle fibre vive su<br />
quelle colpite, che tendono ad essere raggrinzite con<br />
un pattern ondulato.<br />
miocitolisi: segno di ischemia perifericamente<br />
all’infarto, si hanno vacuoli di liquido all’interno delle<br />
cellule.<br />
3-7 giorni: si inizia ad avere nella sede infartuale l’area giallo-bruna<br />
rammollita tipica<br />
o MO: la morte cellulare induce infiammazione che richiama<br />
cellule spazzine quali i macrofagi, deputati a rimuovere le cellule morte.<br />
7-10gg: massima estensione dell’area giallo – bruna<br />
o MO: si comincia ad avere tessuto di granulazione che sostituisce le aree ripulite dai<br />
macrofagi; il processo parte ai margini della lesione in senso centripeto, perché le<br />
cellule ovviamente raggiungono prima le aree vicine alle zone ancora irrorate.<br />
10-14gg: bordi dell’infarto depressi e rosso-grigiastri<br />
o MO: neovasi, deposizione di collagene e tessuto di granulazione molto ben sviluppato<br />
2-8 settimane: progressione della cicatrice grigio-biancastra più stabilizzata ed evoluta in periferia<br />
o MO: graduale riduzione delle cellularità ed aumento delle fibre collagene<br />
> 2 mesi: cicatrice stabilizzata indistinguibile temporalmente da una molto precedente.<br />
Complicazioni (prof. Sinagra)<br />
…di che evento effettivamente muore un pz. con IMA?<br />
1) deficit di pompa per estesa cicatrice<br />
dipende da quanto tessuto miocardico è compreso nel deficit. Spesso situazioni di ischemia cronica<br />
finisco per dare maggior importanza ad una coronaria che sostiene anche molti circoli di compenso,<br />
chiusa questa, si perde la vitalità non solo dell’area nativa di irrorazione, ma anche di quelle “neo<br />
adottate”, e l’infarto può essere ben più grande di quello che farebbe pensare il semplice vaso ostruito.<br />
2) arresto cardiaco (fibrillazione) o aritmie<br />
Senza cardioversione (arresto) muori. Nell’arresto ipo/iper cinetico ci può essere scoordinazione<br />
totale o acinesia. Importanza del BLS.<br />
3) Rottura di strutture cardiache<br />
Tardiva (24-48h ore dopo). In molti di questi casi si tratta appunto di dissociazione<br />
elettromeccanica: la componente meccanica fallisce, anche se gli stimoli elettrici sono normali. P.es<br />
nel tamponamento il cuore è stimolato, si contrae, ma non c’è flusso.<br />
a. muscolo papillare: in un infarto posteriore p.es ⇒ edema polmonare acuto<br />
b. setto interventricolare: shunt sinistro destro e insufficienza del ventricolo destro che<br />
esaurisce in fretta la sua capacità di contrarsi ⇒ I-II derivazioni<br />
c. parete libera: genera asistolia, si ha emopericardio e tamponamento che porta alla morte;<br />
La sede più comune è la parete laterale a livello medio ventricolare.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 45
Nb: è raro, ma la rottura di parete libera può venir contenuta dal pericardio adeso alle zone circostanti, che<br />
determina uno pseudo aneurisma o falso aneurisma, che nel 50% dei casi c.a invece di rompersi<br />
trombizza.<br />
complicanze non mortali<br />
4) pericardite: fibrinosa o fibrino emorragica; è una reazione all’infiammazione indotta dall’infarto<br />
che segue 2-3 giorni all’evento acuto.<br />
5) espansione dell’infarto: più che l’ampliarsi dell’area di necrosi di intende lo stiramento del tessuto<br />
6) trombosi murale: abbastanza tipica, consegue alla stasi dell’area infartuata associata al danno<br />
endocardico; chiaramente è un evento associata ad elevata morbidità per<br />
l’embolizzazione che consegue.<br />
È più comune anche perché basta un infarto sub endocardico per ledere<br />
l’endocardio e dare trombosi.<br />
7) aneurisma ventricolare: vero, si tratta di un’espansione della parete ventricolare, spesso<br />
conseguente ad espansione dell’infarto.<br />
<br />
Morte cardiaca improvvisa (MCI)<br />
Si intende la morte improvvisa per cause cardiache (in genere entro 1h) di pzz. asintomatici senza particolari<br />
risk factors. Spesso può essere la prima (ed unica evidentemente) manifestazione di una cardiopatia<br />
ischemica.<br />
cause<br />
Si dividono in due grandi gruppi:<br />
1. ad origine aterosclerotica (80-90% delle MCI): in genere si trovano stenosi > 75% nell’80-90% di<br />
questi soggetti, e spesso anche cicatrici di infarti pregressi (40%).<br />
2. non aterosclerotiche: in genere sono soggetti più giovani:<br />
a. malformazioni strutturali o coronariche; Ricordiamo la ARVD nei giovani atleti p.es<br />
b. stenosi aortica<br />
c. prolasso mitralico<br />
d. miocarditi<br />
e. cardiomiopatie: ipertrofica o dilatativa in genere<br />
f. PHT<br />
g. aritmie / alterazioni della conduzione: ereditarie o acquisite, come p.se la s. del QT lungo,<br />
che predispone a torsione di punta (e quindi fibrillazione ventricolare) e che è a<br />
trasmissione autosomica dominante.<br />
h. ipertrofia isolata: da cause sconosciute. L’aumento di massa cardiaca infatti è un risk factor<br />
indipendente di MCI.<br />
<br />
Cardiopatia Ipertensiva (CIp)<br />
È la risposta cardiaca all’aumentato carico di lavoro derivante dall’HPT sistemica. Si definisce come<br />
un’ipertrofia VS (ventricolare sinistra)<br />
• concentrica (tipicamente)<br />
• in pz. con storia o evidenza di HPT sistemica (bastano 140 / 90 mmHg per un lungo periodo)<br />
• in assenza di altre patologie CV che possano averla causata<br />
morfologia<br />
Si ha un ispessimento sconsiderato delle pareti ventricolari (>2cm) per un peso > 500g, che sfocia col tempo<br />
in una insufficienza diastolica. A livello microscopico si ha:<br />
- aumento del diametro trasverso dei miociti (difficile da apprezzare al MO)<br />
- pleomorfismo cellulare<br />
- fibrosi interstiziale<br />
- alterazioni metabolico – biochimiche tipiche dell’icc<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 46
clinica<br />
È un pz. spesso anche asintomatico, nel quale se viene trattata in tempo utile la condizione ipertensiva si può<br />
avere una regressione.<br />
La diagnosi può essere anche fortuita:<br />
ECG di controllo<br />
ECOcardio<br />
.. oppure basarsi su sintomi insorti:<br />
FA: dovuta al sovraccarico che si riflette sull’atrio, che si dilata e fibrilla<br />
cardiopatia ischemica / icc<br />
insufficienza renale<br />
ictus<br />
<br />
Cor Polmonare<br />
(cardiopatia ipertensiva polmonare)<br />
Condizione in cui si ha ipertrofia e dilatazione ventricolare destra secondarie ad una patologia del circolo o<br />
del parenchima polmonare, che escludono:<br />
• cardiopatie congenite<br />
• PHT secondaria ad uno scompenso del VS<br />
Nb: in acuto (e.g. embolia polmonare massiva) si ha dilatazione acuta ed insufficienza, è nella forma lenta e<br />
cronica che si sviluppa cardiopatia ipertensiva destra.<br />
eziologia (fisiopatologia medica)<br />
1. vasocostrizione ipossica<br />
a. BPCO<br />
b. bronchite cronica<br />
a. Fibrosi cistica<br />
} 50% dei casi } anche patologie parenchimali<br />
b. Ipoventilazione cronica<br />
c. Alta quota<br />
2. occlusione /stenosi del letto vascolare<br />
a. tromboembolie ricorrenti<br />
b. PHT idiopatica<br />
c. …<br />
3. patologia parenchimale<br />
a. bronchiectasie<br />
b. …<br />
morfologia<br />
Ovviamente si parla della forma cronica: nella acuta si ha semplicemente dilatazione<br />
• VD (ventricolo destro) di forma ovoidale<br />
• spessore parietale↑ che può raggiungere quello del VS<br />
a. fasi precoci: ispessimento dei fasci del cono di efflusso<br />
• compressione secondaria del VS<br />
• insufficienza tricuspidalica con ispessimento fibroso dei lembi vascolari<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 47
Cardiopatie congenite<br />
Sono problemi essenzialmente riguardanti le settimane III - VIII, spesso si tratta di anomalie incompatibili con<br />
la vita intra uterina, l’incidenza dei nati vivi con malformazioni è dell’1% c.a, più alta nei prematuri e<br />
spesso l’intervento correttivo risolve il quadro, anche se il cuore che si ottiene a volte non è perfettamente<br />
normale e può tardivamente andare incontro (anche dopo anni asintomatici) ad:<br />
fattori predisponenti<br />
• aritmie<br />
• ischemia<br />
• disfunzione<br />
familiarità: è il fattore in assoluto più importante, soprattutto nelle parentele di primo grado<br />
trisomia 21<br />
rosolia congenita<br />
teratogeni<br />
… come sempre la genesi rimane in ultima analisi multifattoriale.<br />
caratteristiche cliniche<br />
Le situazioni cliniche compatibili con un nato vivo possono dare essenzialmente tre sindromi, che possono<br />
evolvere l’una nell’altra (shunt) o essere contemporanee (atresia + shunt).<br />
1) shunt DX SX (tetralogia di Fallot, trasposizione delle grandi arterie…) come tale provoca una<br />
deossigenazione del sangue nella circolazione sistemica, con conseguenti segni a lungo<br />
termine..<br />
a. ippocratismo digitale<br />
b. policitemia<br />
c. embolie paradosse<br />
2) shunt SX DX (DIA, DIV, pervietà del dotto arterioso…): dà problemi più grossi, in quanto determina<br />
un aumento della pressione del circolo polmonare:<br />
vasocostrizione tonica (⇒ ipertrofia della media)<br />
lesioni intimali ostruttive irreversibili: tardivamente<br />
inversione dello shunt in quanto le pressioni polmonari raggiungono quelle sistemiche<br />
cardiopatia congenita cianogena tardiva: il quadro terminale, il pz. va ad exitus.<br />
3) atresia: è una ostruzione completa.<br />
<br />
Morfogenesi del cuore<br />
Si hanno diverse fasi, a partire da cordoni di cellule mesenchimali angioblastiche; È piuttosto complesso,<br />
immagini dell’Anastasi (edi-ermes, Trattato di Anatomia Umana IV ed. 2006, G.Anastasi, C.Balboni):<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 48
la prima fase vede l’unione in un elemento centrale di diversi vasi primitivi (20-28°gg), fig. a<br />
• tubo endocardico dai due tubi endocardici separati<br />
• seno venoso dalle vene ombelicali<br />
• tronco arterioso dalle due aorte dorsali<br />
prima flessione e ripiegatura: si formano strozzature fondamentali, che danno origine ad atrio e<br />
ventricolo primitivi (fig. b)<br />
• tra atrio e ventricolo è detta canale auricolare<br />
• tra bulbo e ventricolo, detto canale di Haller<br />
cuscinetti: si formano internamente alle strozzature nella cavità, e si ricollegano ai setti in via di<br />
sviluppo, separando (nel caso del canale auricolare) gli osti A/V destri e sinistri e fornendo<br />
poi più avanti le valvole cardiache A/V<br />
setti: hanno uno sviluppo diverso per quello atriale e ventricolare:<br />
• ventricolare (fig. f): si forma a partire da due elementi:<br />
- cresta bulbo ventricolare: in discesa dal bulbo verso il ventricolo<br />
- setto interventricolare secondario: si porta cranialmente per poi unirsi ai cuscinetti che<br />
sviluppandosi hanno diviso gli osti AV destro e sinistro.<br />
Nb: al posto del forame interventricolare si forma la p.te membranosa del setto interventricolare.<br />
• bulbare: come si diceva prende parte alla formazione del setto ventricolare con la porzione<br />
caudale, ma cranialmente la sua funzione è di separare aorta e tronco polmonare<br />
• atriale: è più complessa forse: si hanno due fori che permettono la comunicazione interatriale che<br />
poi si chiudono in sequenza;<br />
- setto primario ⇒ lascia inizialmente una comunicazione, il foro primitivo, a livello del<br />
pavimento, poi sviluppandosi ulteriormente lo richiude.<br />
- foro secondario ⇒ origina dalla mancata completezza del setto primario, ma a livello del tetto<br />
- setto secondario ⇒ si sviluppa come una lamina altra rispetto al setto primario, parallelamente a<br />
destra. Ha una crescita lenta, così che arriva ad una vera completezza<br />
praticamente nel momento della nascita<br />
… al momento del parto, si sviluppa d’improvviso l’importante gradiente pressorio tra cuore<br />
destro e sinistro, che forza l’accollamento dei due setti (primario e secondario) determinando<br />
la chiusura del forame di Botallo.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 49
… lo studio della morfogenesi cardiaca si è avvalsa di importanti modelli animali, che hanno consentito un<br />
dettagliata mappatura dei vari geni responsabili delle più importanti fasi di sviluppo del cuore, per cui si sono<br />
riusciti ad associare determinati geni / fattori di trascrizione ad altrettante alterazioni (p.es il fattore di<br />
trascrizione NKX2.5 per i DIA isolati).<br />
L’interpretazione di questi dati è molto complicata perché una stessa alterazione può determinare certi fenotipi<br />
anche diversi, quindi l’analisi anatomopatologica spesso non riesce a correlare certi quadri con una stessa<br />
mutazione senza passare per un ragionamento morfogenetico.<br />
Le situazioni sono cinque:<br />
<br />
Shunt sinistro - destro<br />
1. DIA: Lo shunt è sempre SX-DX ovviamente: di solito sono deficit isolati, se si associano p.es a<br />
tetralogia di Fallot sono emodinamicamente secondari rispetto all’altra malformazione.<br />
Spesso asintomatica fino ai 3O in alcuni casi provoca immediata icc (si ha 4 volte il flusso<br />
polmonare).<br />
ostium secundum (9O%): a livello della finestra ovale ovviamente<br />
ostium primum: associate ad una fissurazione della mitrale<br />
difetti del seno venoso: nei dintorni dell’ostio della vena cava, spesso associate a<br />
connessioni patologiche cava – vv. polmonari DX.<br />
Nb: cardiopatia congenita cianogena tardiva (per la PHT conseguente) in < 1O% dei soggetti<br />
2. DIV: dà sempre shunt SX-DX per via del gradiente pressorio; Isolati solo nel 30%, normalmente<br />
associati ad altre malformazioni (⇒ prognosi!!). I casi sono due: o il difetto è abbastanza<br />
piccolo da essere asintomatico e si affida la situazione ad una probabile richiusura spontanea,<br />
oppure bisogna operare entro l’anno per evitare gli effetti irreversibili della PHT.<br />
DIV membranoso: della regione membranacea del setto, la cosa più frequente e<br />
che dà di solito le maggiori aperture.<br />
DIV infundibolare: al di sotto della valvola polmonare<br />
DIV del setto muscolare: più spesso multipli (setto a gruviera), piccoli, insignificanti<br />
emodinamicamente, vanno ad occludersi autonomamente.<br />
Nb: è la malformazione più comune<br />
3. DSAV: difetto del Setto A/V completo; dipende da un mancato congiungimento dei cuscinetti<br />
endocardici superiore e inferiore, per cui le 4 camere comunicano liberamente attraverso una<br />
soluzione di continuità centrale. Circa i 2/3 dei pzz. sono Down.<br />
4. PDA: persistenza del dotto arterioso di Botallo: porta ad un passaggio dall’aorta al tronco polmonare.<br />
È più spesso isolato (90%), con dimensioni variabili del dotto (per lunghezza e diametro):<br />
dotto ristretto: asintomatico, non altera lo sviluppo, può dare un rumore a<br />
locomotiva (continuo, aspro).<br />
PHT: la solita via finale comune ⇒ va richiuso entro l’anno<br />
doppia lama: è salvifico p.es nell’atresia aortica, dove permette al bambino di<br />
sopravvivere fino all’intervento.<br />
<br />
Shunt destro – sinistro<br />
1. cardiopatia congenita cianogena tardiva:<br />
cioè lo shunt opposto nel quale la pressione del<br />
circolo polmonare ormai è tale da invertire lo<br />
shunt.<br />
2. tetralogia di Fallot: è la malformazione con<br />
shunt DX-SX più comune. I 4 caratteri<br />
fondamentali sono riassunti in figura <br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 50
Per il resto si hanno rilievi anatomopatologici ± associati quali:<br />
cuore a scarpetta per l’ipertrofia VD<br />
atresia tronco polmonare: cioè mancata pervietà, se il bambino sopravvive è per via di:<br />
i. PDA<br />
ii. dilatazione dei vasi bronchiali<br />
DIA può associarsi<br />
± insufficienza valvolare aortica<br />
arco aortico destro posto<br />
3. trasposizione delle grandi arterie: questo problema origina nella formazione dei setti truncale ed<br />
aorto polmonare. Il pz. con questa malformazione sopravvive<br />
solo in presenza di un adeguato shunt e con un certo grado di<br />
cianosi.<br />
inversione dell’origine ventricolare di aorta e tronco<br />
polmonare<br />
normali connessioni tra atri e ventricoli<br />
rapporti (spaziali) tra aorta e tronco polmonare<br />
invertiti: il tronco polmonare si trova antero posto rispetto<br />
l’aorta.<br />
compatibile con la vita a condizione che vi sia uno shunt<br />
sufficiente:<br />
i. PDA (65% dei nati con TDA)<br />
ii. DIV (35% dei nati con TDA)<br />
se è presente solo un piccolo difetto che tende alla<br />
chiusura è necessario un intervento con palloncino<br />
per creare un DIA, oppure si esegue un intervento riparativo.<br />
Aspetto anatomopatologico: si ha l’inversione delle caratteristiche del cuore<br />
i. VD ipertrofico in quanto sostiene la circolazione sistemica<br />
ii. VS atrofico in quanto si trova a sorreggere semplicemente la circolazione polmonare<br />
4. atresia tricuspidale: in genere la sopravvivenza è in termine di settimane / mesi dalla nascita, con una<br />
cianosi congenita molto importante.<br />
ipoplasia VD<br />
difetti dei setti: fondamentali per assicurare un passaggio del sangue oltre l’atresia<br />
i. DIA / forame ovale pervio: poi, quando si chiude, caput.<br />
ii. DIV: permette al VS di comunicare con l’arteria che origina dal VD ipoplastico<br />
<br />
Anomalie congenite ostruttive<br />
1. coartazione aortica: si tratta di uno strozzamento dell’aorta che ha a che fare con il dotto arterioso;<br />
infatti se ne distinguono due forme:<br />
infantile: con PDA ed ipoplasia dell’aorta; In base all’entità avremo<br />
i. bambini cianotici: richiedono un intervento precocissimo<br />
ii. forma asintomatica: sono bambini che possono protrarre la condizione fino all’età<br />
adulta, nei quali si avranno tipicamente:<br />
• ipertensione agli atri superiori<br />
• ipotensione iposfigmia agli arti inferiori, claudicatio, senso di freddo<br />
adulta: proprio in corrispondenza del legamento arterioso (ex dotto arterioso)<br />
… l’entità della clinica dipende interamente da fattori quali:<br />
i. grado di stenosi (50%, di più…)<br />
ii. associata stenosi valvolare aortica (spesso presente)<br />
iii. associata valvola aortica bicuspide<br />
iv. altre malformazioni: DIA, DIV, aneurismi a bacca (Willis), etc…<br />
..particolare negli adulti un fenomeno di circolo collaterale che sfrutta aa. intercostali<br />
e mammarie interne che diventano dilatate e danno lievi erosioni costali<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 51
2. stenosi o atresia Polmonare: chiaramente le forme più lievi di stenosi tendono alla asintomaticità e<br />
sono compatibili con una lunga vita, poi ci sono le situazioni più<br />
significative:<br />
dilatazioni post stenotiche della polmonare dovute ai vortici che si formano<br />
coesistenza di stenosi sottopolmonare (come nella tetralogia di Fallot): evita che il tronco<br />
polmonare sia sottoposto all’elevata pressione<br />
sviluppata dal ventricolo destro ipertrofico, e si può<br />
avere anche atrofia della polmonare.<br />
atresia completa: non c’è comunicazione tra VD e polmoni, il flusso ematico sfrutta un DIA e<br />
una PDA<br />
3. stenosi o atresia aortica: se si ha una lieve stenosi congenita in genere è ben tollerata, si tratta con<br />
una profilassi antibiotica ed evitando sforzi intensi, comunque il rischio di<br />
morte improvvisa si profila sempre.<br />
stenosi: congenita è una malformazione isolata nell’80% dei casi, si distinguono di tre tipi:<br />
i. valvolare: cupole ipoplastiche o ispessite o nodulari / displastiche;<br />
Se è grave si sovrappone come andamento all’atresia<br />
ii. subaortica: causata da un ispessimento del tessuto fibroso endocardico denso.<br />
iii. sopravalvolare: displasia ereditaria dell’aorta, con parete dell’aorta ascendente<br />
molto ispessita e restringimento luminale.<br />
s. di Williams: patologia dello sviluppo che vi si può correlare e che interessa<br />
tutto il sistema arterioso. È dovuta a mutazioni dell’elastina.<br />
atresia: così come la stenosi aortica valvolare congenita grave, in genere porta a morte entro<br />
una settimana: si ha la s. del cuore sinistro ipoplastico:<br />
i. iposviluppo VS / aortico<br />
ii. fibroelastosi endocardica a porcellana: simile alla cardiomiopatia restrittiva<br />
iii. dotto è fondamentale per permettere il passaggio del sangue in aorta e coronarie, al<br />
collasso si ha la morte del neonato.<br />
<br />
Malposizioni cardiache<br />
Qualsiasi posizione del cuore diversa dalla levocardia nel situs solitus, laddove un cuore levocardico in un<br />
contesto di situs inversus è paradossalmente anch’essa una mal posizione.<br />
destrocardia: il cuore risulta riflesso su un asse verticale rispetto al normale. Se associato a situs<br />
inversus non è considerabile come malposto.<br />
destro posizione: il cuore è spostato a destra, ma la configurazione delle camere è quella normale.<br />
Spesso si associa a DIA.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 52
Le valvole sono sempre sotto stress per via di:<br />
<br />
Malattie Valvolari ed Endocardiche<br />
- numero di cicli cardiaci<br />
- deformazione tissutale subita ad ogni ciclo<br />
- gradiente pressorio sopportato<br />
… il danno cumulativo si esprime come deposizione di calcio in primis, che non si associa al danno di tipo<br />
aterosclerotico (no deposizione lipidica no proliferazione cellulare).<br />
È un fenomeno parafisiologico:<br />
<br />
Stenosi valvolare aortica calcifica<br />
• 8O-9O anni in media (valvola sana)<br />
• 6O-7O anni se valvola bicuspide congenita: in questo caso una cuspide è più estesa dell’altra, nel<br />
punto di mancata separazione c’è un rafe che è la<br />
sede prima di calcificazione.<br />
… < 1O% ormai derivano da patologia reumatica. (imm)<br />
Finché asintomatica si parla di sclerosi valvolare aortica, quindi la stenosi determina<br />
un deficit quantificabile<br />
morfologia<br />
margine libero sano<br />
calcificazioni a livello degli snodi con masserelle calcifiche aggettanti nei seni di valsalva.<br />
commessure libere: nella forma congenita o reumatica invece si fondono<br />
fibrosi e ispessimento dei lembi<br />
<br />
Calcificazione dell’anulus mitralico<br />
Avviene più spesso nelle donne over 6O<br />
• noduli calcifici duri di 2-5mm<br />
• anulus fibroso<br />
• spesso non compromette la funzionalità, ma in caso:<br />
- può provocare reflusso interferendo con la contrazione<br />
- induzione di aritmie: può approfondirsi tanto da disturbare il fascio A/V<br />
- substrato per (1) trombosi ⇒ rischio di embolizzazione (2) endocarditi infettive<br />
<br />
Prolasso mitrale (degenerazione mixomatosa)<br />
Una delle più comuni forme di malattia valvolare rilevata anatomopatologicamente.<br />
lembi: prolassano come palloncini nell’atrio sinistro durante la sistole<br />
• molli (floppy) - gommosi<br />
• slargati<br />
• ridondanti<br />
anulus allargato: raro nelle altre patologie della mitralica<br />
corde tendinee allungate / rotte<br />
assottigliamento dello strato fibroso: da cui dipende l’integrità strutturale dei lembi<br />
deposizione mixedematosa compensatoria con aumento di spessore della spongiosa<br />
NON fusione delle commessure: proprio della cardiopatia reumatica<br />
ispessimenti reattivi dovuti all’attrito:<br />
• nei punti di sfregamento dei lembi<br />
• dell’endocardio dove le corde tendinee battono o dove sfregano i lembi collassati (anche atrio)<br />
trombi si possono formare sulla superficie atriale dei lembi, soprattutto nei recessi ⇒ embolie !!<br />
calcificazioni alla base del lembo mitralico posteriore, di nuovo predisponenti per endocarditi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 53
Febbre e cardiopatia reumatica<br />
Ci si riferisce alla malattia infiammatoria acuta che può seguire ad una faringite da strepto-A e che è in grado<br />
di determinare alterazioni valvolari fibrosanti con ripercussioni croniche:<br />
- febbre reumatica acuta (FR)<br />
- cardiopatia reumatica cronica (CRC)<br />
Segue di alcune settimane alla manifestazione prima, ed è più comune e severa nei contesti socioeconomici<br />
svantaggiati.<br />
Clinica e Patogenesi<br />
Si tratta di una iper reattività probabilmente alla proteina M degli strepto β emolitici –A, ma tuttora non si è<br />
certi e la patogenesi rimane ufficialmente ignota; Le manifestazioni sono di:<br />
- poliartriti migranti<br />
- carditi acute ⇒ si possono avere sfregamenti, rumori deboli, tachiaritmia e aritmie<br />
- noduli sottocutanei<br />
- eritema marginato cutaneo<br />
.. dopo il primo attacco l’organismo è maggiormente predisposto ad ulteriori attacchi.<br />
morfologia<br />
I rilievi anatomopatologici sono molto indicativi, per cui sono entità ben conosciute<br />
febbre reumatica<br />
• corpi di Aschoff: lesioni cardiache infiammatorie caratterizzate da:<br />
- focolai di collageno eosinofilo rigonfio<br />
- linfociti (T principalmente)<br />
- plasmacellule<br />
- cellule a bruco (di Anitschkow): che sono dei macrofagi rigonfi con una particolare<br />
disposizione della cromatina nel nucleo i nastri sottili e ondulati, da<br />
cui il nome. Anche in versione gigante multi nucleata.<br />
- diffusione: si parla di pan cardite in quanto le cellule si rilevano a tutti i livelli del<br />
cuore: miocardio, endocardio, pericardio…<br />
• pericardite “a pane e burro”: con essudato fibrinoso o siero-fibrinoso, che va a restitutio.<br />
• foci di necrosi fibrinoide su cuspidi e corde tendinee<br />
• vegetazioni verrucose che insorgono a livello dei foci necrotici: probabilmente la deposizione<br />
fibrinosa a livello di erosioni flogistiche<br />
• placche di McCallum: indurimenti sub endocardici reattivi al reflusso a livello atriale SX<br />
cardiopatia reumatica cronica: rappresenta il 99% dei casi di stenosi mitralica<br />
• c.pi di Aschoff fibrotizzati: raramente rilevabili<br />
• ispessimento dei lembi<br />
- fibrosi<br />
- neovascolarizzazione<br />
• fusione delle commessure: cui spesso si è accennato<br />
• accorciamento / ispessimento / fibrosi delle corde tendinee<br />
• ± interessamento di un’altra valvola (p.es l’aortica)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 54
vegetazioni non infettive<br />
Si tratta di pzz. debilitati con tendenza all’ipercoagulabilità (cancro p.es), e difatti era nota come<br />
endocardite marantica.<br />
Si tratta di formazioni:<br />
• non deostruenti<br />
• di materiale trombotico ⇒ rischio di embolizzazione !<br />
• sul margine libero<br />
… associata a CID.<br />
Endocardite verrucosa (da LES)<br />
Si tratta di un quadro spesso difficile da distinguere rispetto all’endocardite non infettiva classica:<br />
• più diffusa: non solo a livello dei lembi, ma anche sulle corde tendinee, l’endocardio murale..<br />
• multiple, piccole, granulari<br />
• foci di necrosi fibrinoide intorno<br />
• esiti cicatriziali cronici simili a quelli rilevabili in un’endocardite reumatica cronica<br />
<br />
Malattia cardiaca da carcinoide<br />
Nella s. da carcinoide (crampi, nausea, flushing, diarrea..) si ha anche il coinvolgimento del cuore destro<br />
(endocardio e valvole):<br />
• ispessimento intimale fibroso (endocardio parietale e valvolare): assenti ff. elastiche<br />
• tessuti sottostanti intatti<br />
..il fatto che le lesioni siano destre dipende dal complesso di enzimi dell’endotelio polmonare che tende ad<br />
inattivare la serotonina prima che abbia effetto sul cuore sinistro.<br />
<br />
Complicanze delle valvole artificiali<br />
Dipende dal tipo di valvola, diciamo che in media entro 10 anni una valvola<br />
sostituita tende a dare problemi:<br />
valvola meccanica<br />
• trombo embolie: fondamentale la terapia anti trombotica a lungo<br />
termine.<br />
• endocarditi infettive: ai margini della protesi, si possono avere<br />
infatti ascessi ad anello<br />
- stafilo commensali<br />
- strepto<br />
- funghi<br />
valvola porcina<br />
• deterioramento tissutale: col tempo si logora<br />
entrambe<br />
• emolisi: per l’elevata resistenza meccanica al flusso<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 56
Malattie del Miocardio<br />
<br />
Cardiomiopatie<br />
Le cardiomiopatie sono storicamente patologie del miocardio ad eziologia sconosciuta, anche se attualmente<br />
alcune patogenesi si stanno chiarificando, per cui si parla a volte di cardiomiopatie secondarie.<br />
cardiomiopatia dilatativa (90%) - DCM<br />
cardiomiopatia ipertrofica - CMPI<br />
cardiomiopatia restrittiva - CMPR<br />
displasia aritmogena del ventricolo destro – ARVD (arrhythmogenic right ventricular dysplasia)<br />
Predisposizione Genetica<br />
Dipende molto a seconda dei vari gruppi, spesso si ha una pesante determinazione genetica<br />
cardiomiopatia ipertrofica: 5O%; penetranza discretamente completa, autosomica dominante:<br />
quindi si tratta del 5O% di probabilità di avere la mutazione che può o<br />
meno provocare la malattia (penetranza incompleta). Geni individuati in<br />
quest’ambito sono vari, i più importanti trascrivono per:<br />
o catena pesante della β miosina<br />
o miosina binding protein C<br />
cardiomiopatia dilatativa: 25-35% di determinazione, è un’alterazione citoscheletrica<br />
displasia aritmogena: 4O% di determinazione<br />
… in generale è però un ambito molto ambiguo, perché spesso si tratta di eredità poligeniche, con penetranze<br />
incomplete, con una grossa parte di multifattorialità, per cui non è facile.<br />
Cardiomiopatie<br />
DCM<br />
CMPI<br />
CMPR<br />
ipotesi eziologiche /<br />
patogenetiche<br />
miocarditi<br />
(coxsackie B spesso)<br />
alcol /tossici: ma<br />
potrebbe essere da<br />
deficit di Tiamina<br />
peripartum (madre)<br />
genetica (25-35%)<br />
completamente<br />
genetica<br />
alterazioni<br />
sarcomeriche<br />
(invece nella DCM<br />
sono citoscheletriche)<br />
amiloidosi: causa la<br />
morte spesso<br />
emocromatosi<br />
RT mediastinica<br />
infiltrazione<br />
neoplastica:<br />
carcinoide p.es<br />
macroscopia microscopia clinica<br />
- peso 2-3x<br />
- flaccido e dilatato<br />
- spessore variabile<br />
(> = < del normale)<br />
- trombi murali<br />
- no CAD che giustifichi la<br />
clinica<br />
- cuore iper contratto<br />
- ipertrofico senza dilatazione<br />
- setto 3 volte la parete libera:<br />
- cuore a banana<br />
…dovuti all’effetto Venturi:<br />
- lembo ANT mitrale ispessito<br />
- placche / ispessimenti<br />
endocardici murali (canale di<br />
efflusso VS)<br />
- cuore normo dimensionato e<br />
lievemente dilatato<br />
- atri spesso dilatati<br />
- miocardio di<br />
consistenza<br />
aumentata<br />
- ipertrofia o<br />
assottigliamento cell<br />
muscolari<br />
- fibrosi interstiziale e<br />
endocardica<br />
- cicatrici sub<br />
endocardiche<br />
- ipertrofia miocitaria<br />
spiccata (40µm vs 15µm<br />
più normali)<br />
- disorganizzazione di<br />
fasci di miociti /miofibre<br />
- fibrosi interstiziale<br />
la biopsia spesso<br />
conduce ad una<br />
particolare forma II<br />
- fibrosi interstiziale<br />
reflusso funzionale<br />
(per la dilatazione)<br />
tricuspidale/<br />
mitralico<br />
ECG tipico<br />
scompenso<br />
deficit diastolico<br />
ECG tipico<br />
scompenso con<br />
dispnea da sforzo e<br />
angina frequenti<br />
sincopi (effetto<br />
venturi!)<br />
rischio di FA<br />
morte improvvisa<br />
deficit diastolico,<br />
sistole conservata<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 57
ARVD<br />
raramente familiare<br />
(dominante,<br />
penetranza<br />
incompleta)<br />
chr 14 in causa ?<br />
patogenesi<br />
sconosciuta<br />
- trans illuminabilità<br />
(assottigliamento) della<br />
parete del VD<br />
- uguale dimensione VD-VS<br />
- ipercheratosi palmo plantare<br />
(s. di Naxos 4 )<br />
reperti in genere a<br />
discapito del ventricolo<br />
destro:<br />
- perdita di miociti<br />
- infiltrazione adiposa<br />
- fibrosi interstiziale<br />
morte improvvisa<br />
del giovane atleta<br />
scompenso destro<br />
aritmie (tachicardia<br />
ventricolare)<br />
CMPR obliterative<br />
Si definisce obliterativa una cardiomiopatia restrittiva con fibrosi endocardica / sub endocardica, che si<br />
sviluppa più frequentemente in questi casi:<br />
fibrosi endomiocardica: diffusa principalmente in Africa (bambini e giovani adulti), interessa<br />
endocardio e sub-endocardio e procede dagli apici fino a interessare gli<br />
osti A/V<br />
o trombi murali<br />
edomiocardite di Loeffer: simile, ma non limitata ai tropici. Si ha comunque una fibrosi simile, con:<br />
o trombi murali<br />
o leucemia eosinofila sovrapposta ⇒ con eosinofilia di vari organi e interessamento mortale<br />
o patogenesi eosinofila ? si pensa che la proteina basica degli eosinofili possa essere chiamata<br />
in causa nel danno miocardico, dove creerebbe piccole aree di<br />
necrosi che poi andrebbero incontro a fibrosi e trombizzazione.<br />
<br />
Miocarditi<br />
L’origine sembrerebbe essere principalmente infettiva:<br />
virus: non si sa se sia un danno diretto o indiretto immunitario come nell’epatite<br />
o coxsackievirus A, B<br />
o CMV<br />
o HIV: è possibile sia un attacco diretto del virus che un’infezione opportunistica sovrapposta.<br />
o altri…<br />
morfologia<br />
batteri<br />
o corynebacterium diphtaeriae: a causa della tossina (quindi li vaccino protegge)<br />
o borrelia burgdorferi: nel 5% dei casi<br />
altre infezioni<br />
o trypanosoma cruzi: provoca la malattia di Chagas, endemica in sud America, sviluppa<br />
cardiopatia nell’8O% dei soggetti infetti, la maggior parte<br />
cause non infettive<br />
o febbre reumatica<br />
o reazione a farmaci: anti ipertensivi, diuretici e antibiotici in primis<br />
o connettiviti: LES & polimiosite in primis<br />
o sarcoidosi cardiaca<br />
o cuore trapiantato (rigetto)<br />
macroscopica<br />
o ± dilatato ± ipertrofico<br />
o ventricoli flaccidi<br />
o aspetto variegato: aree pallide e piccoli focolai emorragici<br />
o ± presenza di trombi murali in atri o ventricoli<br />
4<br />
disordine correlato alla ARVD con difetti nella γ-catenina, importante per la continuità desmosomi – citoscheletro.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 58
microscopica<br />
o infiltrato infiammatorio (linfociti / monociti) interstiziale durante la fase acuta<br />
o necrosi focale dei miociti vicini agli infiltrati<br />
o distribuzione a foci: biopsia non sempre diagnostica quindi<br />
o ± fibrosi alla risoluzione della fase acuta<br />
o eosinofili nelle forme da iper sensibilità<br />
o miocardite a cellule giganti: una variante prognosticamente negativa con cell. multinucleate<br />
o Chagas: si nota il parassita all’interno delle fibre muscolari<br />
Clinica<br />
Si va dall’estremo della morte cardiaca improvvisa a quello della totale asintomaticità, la via di mezzo più<br />
comune prevede:<br />
- dispnea<br />
- astenia<br />
- palpitazioni<br />
- fastidio precordiale<br />
- febbre<br />
<br />
Malattia del Pericardio<br />
Raramente si ha patologia pericardica isolata, più spesso si accompagna o a cardiopatie o a patologie<br />
sistemiche; Nel sacco pericardico sono normalmente presenti 30-50ml, la sintomaticità di un aumento del<br />
contenuto liquido dipende dalla velocità con cui si accumula:<br />
- 500ml lentamente: possono anche essere asintomatici, si ha solo ingrandimento<br />
dell’ombra cardiaca<br />
- 200-300ml acuti e già si può avere tamponamento cardiaco<br />
.. il liquido che si accumula può avere diverse caratteristiche:<br />
emopericardio<br />
pericardite purulenta<br />
idropericardio<br />
chilo pericardio<br />
etc…<br />
eziologia<br />
infettiva<br />
o virus<br />
o batteri piogeni<br />
o TBC *<br />
o funghi<br />
immunitaria<br />
o febbre reumatica *<br />
o LES<br />
o sclerodermia<br />
o post-cardiotomia<br />
<br />
Pericardite Acuta<br />
o post IMA * (s. di Dressler): per<br />
cross reattività, si può avere anche<br />
in seguito a CCHIR<br />
o farmaci<br />
miscellanea<br />
o IMA<br />
o uremia *<br />
o post CCHIR<br />
o neoplasie *<br />
o traumi *<br />
o RT<br />
* forme che possono dare emopericardio, la causa più comune comunque è quella neoplastica.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 59
Morfologia<br />
macroscopica microscopica<br />
sierosa 50-200cc di liquido ad elevato peso<br />
specifico, ricco di proteine<br />
fibrinosa superficie secca con fine corrugamento<br />
granuloso<br />
liquido (siero fibrinosa) ancora più<br />
denso, opalescente giallastro<br />
purulenta<br />
( costrittiva!!)<br />
400-500ml di liquido cremoso –<br />
purulento<br />
sierose arrossate, granulose<br />
reazione infiammatoria epi / peri – cardica<br />
scarsa cellularità: PMN, macrofagi e linfociti<br />
linfociti nel grasso epipericardico (cronica)<br />
se siero-fibrinosa si rilevano nel liquido<br />
- fibrina<br />
- leucociti<br />
- RBC<br />
reazione infiammatoria acuta<br />
batteri in sacco pericardico<br />
…la ematica e la caseosa (TBC) sono due varianti della fibrinosa, dove nella caseosa poi c’è il rischio di<br />
evoluzione in una forma costrittiva fibrocalcifica altamente invalidante.<br />
<br />
Forma cronica o Guarita<br />
Si hanno spesso esiti aderenziali nel processo di guarigione, ma il più delle volte sono di entità modesta e non<br />
danno problemi clinici (si rilevano semplicemente all’autopsia).<br />
mediastino pericardite adesiva:<br />
o eziologia<br />
- post – pericardite purulenta / sierosa<br />
- post RT<br />
- post intervento<br />
o sacco (sierosa parietale) obliterato alle strutture mediastiniche circostanti<br />
o retrazione sistolica della gabbia toracica ⇒ ipertrofia e dilatazione cardiaca<br />
pericardite costrittiva: la limitazione all’attività contrattile è ulteriormente aumentata dalla<br />
formazione di uno strato di materiale fibroso di 0,5-1cm, che in casi<br />
estremi può diventare come un calco calcifico (concretio cordis).<br />
o NON ipertrofia e dilatazione a causa dello spazio limitato in cui è inscritto il cuore<br />
o pericardiectomia unica terapia<br />
<br />
tumori cardiaci<br />
<br />
Cuore e tumori<br />
I tumori maligni del cuore sono per lo più metastasi (5% dei tumori maligni),<br />
mentre i tumori primitivi nel 9O% sono benigni.<br />
Mixoma cardiaco<br />
Neoplasia benigna più spesso a carico dell’atrio e più spesso dell’atrio<br />
sinistro.<br />
• singoli<br />
• 1-10cm<br />
• sessili o peduncolati<br />
• aspetto variabile:<br />
- duri globosi con screziature emorragiche<br />
- molli traslucidi e papillari<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 60
• HSV-1 ⇒ orale<br />
Testa & Collo<br />
<br />
Cavità orale<br />
<br />
HSV<br />
• HSV-2 ⇒ genitale, ma sta aumentando anche l’incidenza orale per la modificazione delle<br />
abitudini sessuali.<br />
Le manifestazioni sono di:<br />
gengivo stomatite erpetica acuta: si ha prevalentemente negli adulti, mentre i bambini di 2-4 anni<br />
(età di picco di diffusione dell’infezione) sono spesso asintomatici<br />
al primo contatto. È diffusa a tutta la cavità orale.<br />
stomatite erpetica ricorrente: compare anche a distanza dalla sede di inoculo, in aree associate allo<br />
stesso ganglio sotto forma di gruppi di vescicole (1-3mm); Sono<br />
lesioni completamente guarite nell’arco di 7-10gg.<br />
o labbra (herpes labialis)<br />
o orifizi nasali<br />
o mucosa orale<br />
o gengive / palato duro<br />
morfologia<br />
In clinica si può fare il test di Tzanck, alias l’esame del liquido contenuto<br />
sul fondo di un’ulcera (applicabile per varie patologie, CMV, VZV, pemfigo<br />
volgare...), per il resto si osservano:<br />
• vescicole (pochi mm – bolle) che si trasformano in ulcere<br />
quando si scoperchiano, quindi dolenti ed<br />
arrossate ai margini.<br />
• liquido: contenuto nelle bolle, sieroso limpido<br />
• microscopio<br />
- acantolisi: edema intracellulare<br />
- inclusioni virali<br />
- cellule giganti: dette di Tzanck, sono quelle che si ricercano nel test (imm.↑)<br />
<br />
Mughetto<br />
La Candida Albicans fa parte della normale flora del cavo orale in >50%<br />
della popolazione, e può diventare patologico in seguito a:<br />
- immunodepressione<br />
- squilibrio con le altre componenti microbiche<br />
(antibiotico)<br />
- il tipo di ceppo<br />
..la manifestazione macroscopica può assumere varie forme:<br />
iperplastica<br />
eritematosa<br />
pseudo membranosa, alias il mughetto: la membrana che si<br />
viene a formare assume un aspetto caratteristico irregolare,<br />
grigio-biancastro, ed è composta da<br />
o un tappeto di microrganismi<br />
o essudato fibrino - suppurativo<br />
o base infiammatoria eritematosa sottostante allo strato superficiale facilmente distaccabile<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 62
Sono tra le più varie:<br />
<br />
Manifestazioni orali di patologie sistemiche<br />
• scarlattina ⇒ lingua a lampone e poi a fragola (con materiale<br />
biancastro come tappeto)<br />
• morbillo ⇒ macchie di Köplik nell’area attorno al dotto di Stenone<br />
• Difterite ⇒ pseudomembrana di colore bianco sporco a livello<br />
tonsillare e retro faringea<br />
• leucemia monocitica ⇒ ingrossamento gengivale con periodontite<br />
+ infiltrato diffuso<br />
• Peutz Jegher ⇒ pigmentazione melanotica interna<br />
• Rendu – Osler – Weber ⇒ teleangectasie sparse alla nascita sotto<br />
alla cute o a livello di superfici mucose.<br />
leucoplachia villosa<br />
È spesso l’epifenomeno di una immunodepressione che riguarda anche l’8O% pz. HIV+, mentre un 2O%<br />
presenta immunodepressioni da altra causa, comunque si differenzia dalla comune leucoplachia per i<br />
marcati segni della componente virale infettiva (coilociti, sierologia, risposta alla terapia antivirale…)<br />
Da un punto di vista macroscopico:<br />
• macroscopia<br />
- chiazze bianche confluenti<br />
- ispessimento cappelluto, ipercheratosico<br />
- margine laterale della lingua<br />
• microscopia<br />
- ipercheratosi<br />
- acantosi con cellule balloniformi (ispessimento<br />
dello strato spinoso dell’epitelio)<br />
- ± coilocitosi da HPV: si riscontra però di più<br />
l’EBV<br />
- candidiasi sovrapposta: tipica<br />
<br />
Glossiti<br />
È usata a volte in generale per intendere lingua rossa, come in alcuni stati carenziali, oltre che come<br />
infiammazione isotopatologicamente intesa.<br />
• atrofia delle papille<br />
• assottigliamento della mucosa<br />
• ± ulcerazioni: possono insorgere col tempo negli stati atrofici<br />
.. possono insorgere secondariamente a molte cause:<br />
- carie<br />
- ustioni da chimici (inalati o ingeriti)<br />
- deficit: B12 (anemia perniciosa), niacina, riboflavina, piridossina…<br />
- s. di Plummer Vinson: anemia sideropenica + glossite + disfagia esofagea<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 63
Lesioni Benigne<br />
Ulcere aftose<br />
Eziologia ignota, ne soffre c.a il 40% della popolazione; Sembra ci sia una base familiare, ed è più comune<br />
negli individui giovani.<br />
• poco profonde<br />
• iperemiche, circondate da un eritema<br />
• sottile essudato<br />
• infiltrato mononucleato inizialmente, con PMN quando tende ad sovra infettarsi<br />
• classificazione<br />
- minor 4-5mm<br />
- major > 10mm<br />
- erpetiformi (1-3mm, multiple) ⇒ non tendono a dare cicatrizzazione<br />
va in generale fatta l’anamnesi (che non sia una cosa nuova)<br />
Le DD importanti sono:<br />
Crohn<br />
Behçet<br />
HIV<br />
avitaminosi<br />
discrasie ematologiche, neutropenia…<br />
cancro: la DD è piuttosto importante:<br />
o dolore: l’afta è dolente, mentre il cancro, a meno che non coinvolga il nervo alveolare, no<br />
o dimensioni <br />
o plurifocalità <br />
o fondo fibrinoso pulito <br />
Papillomi<br />
Si tratta fondamentalmente di papillomi squamosi (SCP, squamous cell papilloma) e papillomi accuminati<br />
(PA), che sono lesioni abbastanza simili ad un occhio inesperto;<br />
I SCP sono le lesioni papillari più frequenti in assoluto, macroscopicamente sono:<br />
- peduncolati<br />
- isolati, preferenzialmente al palato o al bordo<br />
linguale; lesioni multiple e sessili devono far<br />
pensare nel bambino ad una verruca volgare.<br />
- bianca o rosa<br />
- con le tipiche estroflessioni digitiformi<br />
- < 1 cm<br />
- HPV 6, 11 i più frequenti, ma l’infettività non è alta e<br />
non sempre se ne ha evidenza.<br />
…mentre i PA si differenziano per:<br />
- sede: labbro o palato morbido<br />
- > dimensioni<br />
- lesioni nodulari multiple, aspetto a cavolfiore<br />
- HPV anche 16 e 18 oltre il 6 e 11 (origine sessuale)<br />
Morfologicamente, come ci si aspetta si notano per il SCP:<br />
- protrusioni papillomatose di tessuto fibroso<br />
- ricoperte da un epitelio cheratinizzato o<br />
paracheratinizzato (ispessito)<br />
- rari coilociti nella metà superficiale dello spessore<br />
- atipie nei pzz. AIDS, dove si hanno anche recidive<br />
DD verruca volgare: numerosi coilociti nello<br />
strato granuloso<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 64
..mentre il PA ha un’istologia tipica, con<br />
- abbondanti coilociti<br />
- profondi cunei di tessuto cheratinizzato che s’introflettono<br />
Le recidive sono comuni in pzz. con SCP e AIDS oppure nei PA, mentre gli SCP in genere si rimuovono senza<br />
dare problemi.<br />
<br />
Lesioni pre maligne 5<br />
Spesso l’esame clinico è più importante dell’istologia se si vuole fare una diagnosi veramente precoce.<br />
La displasia orale è già un tumore che non ha ancora invaso, in quanto le cellule displasiche sono esattamente<br />
le stesse nel cancro, quando viste alla citologia.<br />
La mutazione da cellule normali a cancro avviene in 3-2O passaggi, e può volerci da settimane a mesi ad<br />
anni, non è dato sapere quando evolverà, e l’involuzione (grazie alle cellule T) è molto rara, tanto che se<br />
regredisce probabilmente la diagnosi era scorretta in partenza.<br />
Leucoplachia<br />
È definita dalla WHO come una lesione ad eziologia ignota che si caratterizza per una placca / chiazza non<br />
distaccabile col grattamento. >75% delle leucoplachie è secondaria, ed è dovuto a stress meccanico, e sono<br />
non a rischio, in nessun modo, e sono identificabili all’istologia specificatamente (epitelio ipercheratosico<br />
acantosico). La % che dà malignità (16% dei casi) è dovuto a<br />
a. errori di scelta di sede da biopsiare<br />
b. mancato follow up: deve insospettire se…<br />
i. diventa nodulare<br />
ii. aumenta<br />
iii. cambia morfologia<br />
… in generale ci sono poi elementi che ci portano a pensare ad una forma maligna:<br />
c. displasie istologiche ma non citologiche. Più si ha displasia più aumenteranno gli infiltrati<br />
d. strutture papillomatose: insospettiscono, ma non ci sono markers significativi al momento<br />
attuale per dargli un significato definitivo, anche se ci siamo quasi.<br />
e. demarcazioni nette: è molto importante, perché è improbabile che sia funzionale,<br />
sicuramente c’è alla base una mutazione. Profonde pieghe anche sono un<br />
brutto segno.<br />
f. ipercheratosi + atrofia: epitelio più sottile, è un segno davvero brutto. Lo è anche l’ipertrofia<br />
(acantosi è comune), ma l’ipotrofia è ignorata quanto sospetta.<br />
… ci sono dei casi di lesioni bianche di cui si conosce l’eziologia (tecnicamente non è leucoplachia):<br />
o candidosi: tipico di forti fumatori. Terapia locale mirata può risolvere velocemente il quadro.<br />
o verrucosa: si associa a displasia, soprattutto in età avanzata e nel sesso femminile si associa<br />
alla PVL: leucoplachia progressiva verrucosa; può avere un aspetto banale, ma<br />
è progressivo e si trasforma nel 7O-8O% in CA verrucosi.<br />
eritroplachia<br />
Meno frequente della leucoplachia, il rischio di sviluppo carcinomatoso<br />
è del 47%, quindi è anche più pericolosa. La valutazione bioptica della<br />
displasia è molto soggettiva di patologo in patologo.<br />
• mai lesioni bilaterali e tipicamente su lingua, palato, ventre,<br />
pavimento..<br />
• brillante, vellutata<br />
• depressa o livellata rispetto la mucosa circostante<br />
.. di fronte alla eritroplachia sicuramente è da fare la biopsia eliminando<br />
contemporaneamente i risk factors (potrebbe andare in regressione).<br />
Nb: in foto: area eritro – leucoplasica (da Pathology of the head and neck, Cardesa Slootweg, Springer<br />
Berlin, 2006)<br />
5<br />
contributo della dr.ssa S.B.Woo– V congresso di medicina e patologia oro maxillo faciale<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 65
È in assoluto aumento.<br />
<br />
CA squamocellulare del Cavo Orale<br />
• 13,8 su 1OO mila ⇒ 2 - 3 casi al mese a Ts; ⇒ letalità 5O%<br />
• 4% di tutti i tumori maligni<br />
…il FVG è la regione più colpita; in quanto a localizzazione, tutte le sottosedi orali possono ammalarsi<br />
⇒ va tutto esaminato sempre a prescindere.<br />
I fattori di rischio colpiscono tutte le cellule orali, le prime ad essere influenzate da questi processi sono le<br />
cellule dello strato basale, con una classica progressione mod. Volgestein.<br />
TNM<br />
- fumo (≥ 20sigratte/die) & superalcolici, ma anche abuso di colluttori contenenti alcol p.es<br />
- traumatismi cronici: protesi e patologie dentarie<br />
- cibi troppo caldi: il the o mate nei paesi orientali p.es<br />
- tabacco da masticare, betel: che provoca fibrosi sottomucosa e poi CA (asia). Il Betel consiste in<br />
foglie contenenti alcaloidi muscarinici che provocano iper salivazione.<br />
- HPV (16) ⇒ orofaringe soprattutto; maschi 4O-6O enni. Sesso femminile si rileva un picco in età<br />
scolare (13anni) forse per la correlazione col sesso.<br />
parametro T<br />
o 2cm-4cm sono i cutoff (T1-3)<br />
o T4a<br />
osso corticale<br />
n. alveolare inferiore<br />
palato duro<br />
cute del viso (guancia / naso)<br />
muscoli linguari estrinseci<br />
o T4b ⇒ non operabilità<br />
spazio masticatorio<br />
lamine pterigoidee<br />
fossa temporale / base del cranio<br />
carotide interna<br />
parametro N<br />
o il 3O-6O% danno metastasi latero cervicali<br />
o CNO ⇒ negativo clinicamente<br />
o CNO-pN+ ⇒ risulta da svuotamenti<br />
linfonodali elettivi o profilattici 6 ,<br />
indicati con > 15% del rischio di<br />
micrometastasi, che non danno<br />
tumefazione (occulte).<br />
o N1: ≤ 3cm, singolo<br />
o N2: 3-6cm, indipendentemente dal numero o<br />
dalla bilateralità<br />
o N3: tumefazioni nell’insieme > 6cm (bulky)<br />
parametro M<br />
o polmone 11% per via ematica<br />
…esistono screening con coloranti vitali, citologico salivare ed isolamento HPV, ma non hanno grosso<br />
significato clinico pratico.<br />
Concetto di Field<br />
Le recidive dei tumori soprattutto del cavo orale (in generale delle VAS) si aggirano sul 5O%, questo a causa<br />
del field, un campo all’interno delle quali le alterazioni non sono morfologicamente ma geneticamente<br />
rilevabili: quindi non solo non si vedono clinicamente ma nemmeno anatomopatologicamente, se non con<br />
tecniche non utilizzabili di routine.<br />
In termini pratici la radicalità ha come limite la morfologia microscopica: non si possono avere indicazioni<br />
oltre, e questo porta ad un tasso di recidiva del 5O% per questi tumori.<br />
La definizione di field è traballante: si sono trovate anche lesioni a 6-7cm con caratteristiche simili:<br />
- persistenza o recidiva locale: nello stesso identico punto del tumore primitivo asportato, legato ad<br />
una mancata radicalità chirurgica<br />
- secondo tumore: tumore metacrono nella stesse sede, che nulla ha in comune col primo tumore<br />
(anche geneticamente ha mutazioni molto diverse).<br />
- recidiva (non locale) o tumore ad origine dallo stesso field: insorge all’interno del field ma<br />
leggermente diverso immuno istologicamente dal primo.<br />
6<br />
lo svuotamento per N≥1 è considerato terapeutico<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 66
1<br />
Nb: Il narrow-band imaging (NBI) attraverso filtri luminosi evidenzia con<br />
buona sensibilità aree alterate attorno alla neoplasia primitiva<br />
(o anche lesioni precancerose): si tratta di filtri con la stessa lunghezza<br />
d’onda (λ) dell’Hb.<br />
evidenzia la neoangiogenesi dei tessuti, tipicamente molto pronunciata in<br />
questi tumori. Questi filtri si possono collegare a normali endoscopi, come<br />
guida alla biopsia. In particolare con questa tecnica si notano:<br />
capillari superficiali ⇒ marroni<br />
vene della sottomucosa ⇒ cyan<br />
14 N. Gale · N. Zidar<br />
..nell’immagine (http://www.drrahmatorlummc.com/) l’aspetto di una lesione<br />
displastica laringea vista con luce normale ed in NBI.<br />
morfologia<br />
Hanno la capacità di variare anche molto tra diversi gradi: molto (a) medio (b) e poco (c) differenziati<br />
(immagine 7 )<br />
a b c<br />
..nonostante Fig. 1.13. ciò a Well-di il grading erentiated ha squamous un significato cell carcinoma. relativamente b Mod- povero quando si tratta di prognosi, laddove sono<br />
erately di erentiated squamous cell carcinoma. c Poorly di eren-<br />
considerati (anche come approccio terapeutico) più indicativi:<br />
tiated squamous cell carcinoma<br />
• thickness > 4mm<br />
oropharynx, • stato larynx di and N hypopharynx. Less frequent- edge, polypoid exophytic and papillary lesions, as well<br />
ly, it arises • in sede the del nasopharynx, T: critiche nasal sono cavities base lingua, and pa- retro as endophytic (oro) faringe infiltrative e seni piriformi lesions. The surface of the turanasal<br />
sinuses. The predilection sites in the oral cavmour is frequently ulcerated.<br />
..da un ity punto are the di lateral vista prettamente tongue and floor morfologico of the mouth. si osservano… In Microscopically, SCCs are characterised by an inva-<br />
the oropharynx, the most commonly involved sites are sive growth and evidence of squamous differentiation.<br />
grading: l’anaplasia rispetto un normale epitelio cheratinizzato:<br />
the base of the tongue and the tonsils. In the larynx, Invasive growth is manifested by interruption of the<br />
there are geographic o differences ben differenziati: in the topographic contengono basement numerose membrane cellule differenziate and the growth simi-squamose, of islands, cords, a<br />
distribution, the glottis being the most frequent volte loca- raccolte or attorno single (dyscohesive) ad isole di tessuto tumour cells tumorale. in the Sono subepitheli- frequenti<br />
tion in some countries, and the supraglottis i ponti in others intercellulari al stroma; large tumours may invade deeper structures,<br />
[20, 117]. o medi: si ha maggior pleomorfismo i.e. muscle, nucleare, cartilage con and alcune bone. Perineural mitosi e meno invasion and<br />
invasion of lymphatic and blood vessels may be pres-<br />
cheratinizzazione<br />
ent and are reliable proof of invasive cancer. Squamous<br />
1.3.2.1 Aetiology o poco differenziati: molte cellule differentiation simil basalioidi, is demonstrated si hanno by mitosi intercellular anormali, bridges può<br />
comunque esserci and/or della keratinisation, cheratinizzazione, with keratin pearl ma molta formation. meno<br />
Smoking and alcohol abuse are the greatest risk factors Immunohistochemically, SCCs express epithelial<br />
pattern di espansione<br />
for the development of SCCs of the head and neck. Much markers, such as cytokeratins and epithelial membrane<br />
attention has been paid o to espansivo the possible ⇒ role isole of viral tumorali in- con antigen margini (EMA). ben The definiti patterns of expression of cytokerafection,<br />
particularly the o Epstein-Barr infiltrativo virus ⇒ pattern (EBV), pagetoide, and tin subtypes maggiormente are related associato to the degree a prognosi of SCC differentia- negativa<br />
the human papillomavirus (HPV), in the pathogenesis tion and to the degree of keratinisation [229].<br />
of the head reazione and neck stromale carcinoma. desmoplastica: la sua entità The è pattern inversamente of cytokeratin proporzionale expression al in grado low-grade di<br />
The EBV is aetiopathogenetically strongly related infiltrazione to SCCs is linfocitica similar to that stromale, observed ed in è non-neoplastic minore nelle forme squa-<br />
nasopharyngeal carcinomas [265], and to rare cases poco of differenziate. mous epithelium, Si caratterizza and is characterised per: by medium and<br />
lymphoepithelial carcinoma of the salivary glands [153, high molecular weight cytokeratins, and the lack of ex-<br />
o proliferazione mio fibroblastica<br />
160]. HPV has been aetiologically linked to SCCs of the pression of the low molecular weight cytokeratins. High-<br />
tonsil [97, 214]. Apart o from eccessivo tonsillar SCC deposito and nasopha- di matrice grade extracellulare<br />
SCCs tend to lose the expression of medium and<br />
ryngeal SCC, it appears o that neovascolarizzazione<br />
EBV and HPV play little, if high molecular weight cytokeratins and express low mo-<br />
any, role in the pathogenesis of SCCs in other locations lecular weight cytokeratins [229].<br />
in the head and neck [93, 153, 227, 392].<br />
Of the various cytokeratin subtypes, cytokeratins 8,<br />
18 and 19, recognised by the antibody CAM5.2, could<br />
be used as an indicator of malignant transformation.<br />
1.3.2.2 Pathologic Features<br />
In a study by Mallofré et al., 40% of SCCs were positive<br />
for CAM5.2, but it was never positive in non-neoplas-<br />
7<br />
da Pathology The macroscopic of the head appearance and neck, of Cardesa invasive Slootweg, SCCs is vari- Springer tic Berlin, squamous 2006. epithelium [229]. In poorly differentiated<br />
Giuseppe able, Marini: and includes Anatomia flat lesions Patologica with a parte well-defined, II (aa. 2012-2013); raised SCCs, prof. expression Bussani e of Robbins vimentin may appear [367]. 67
Vie aeree superiori<br />
<br />
Naso, seni e rinofaringe<br />
Sono sedi dove è raro che si sviluppino tumori, più che altro comunque sono epiteliali e mesenchimali;<br />
lesioni infiammatorie<br />
a) rinite: si divide in infettiva ed allergica, può essere acuta, cronica (>12 settimane) o recidivante, in<br />
genere è dovuta a virus (adeno, rino, echo), più dura più c’è il rischio di una sovrapposizione<br />
batterica, tipica della rinosinusite (estensione ai seni):<br />
• batteri acuti: sono l’infernal trio delle VAS: moraxella, emophilus e pneumococco, cui si<br />
aggiungono occasionalmente aureus e β emolitico<br />
• batteri cronici: si passa ad stafilo, strepto, pseudomonas ed eventualmente infezioni<br />
fungine che si possono sovrapporre.<br />
…la distinzione si basa sulla clinica fondamentalmente, da un punto di vista morfologico:<br />
aspetto della mucosa:<br />
- ispessita, rossa, edematosa (infettive ed allergiche acute)<br />
- grigiastra (allergiche croniche)<br />
- essudato muco purulento / suppurativo (acute sovra infettate)<br />
- desquamazione ed ulcerazione (croniche)<br />
infiltrato infiammatorio<br />
- eosinofilo (allergiche)<br />
- misto con linfociti neutrofili e plasmacellule (croniche)<br />
b) sinusite: è il più spesso una rinosinusite derivante da una primitiva rinite semplice; La caratteristica<br />
più peculiare è quella di determinare prima un mucocele che poi s’infetta dando luogo ad un<br />
essudato purulento che ristagna nel seno ostruito. La reazione infiammatoria che si sviluppa<br />
è assolutamente aspecifica.<br />
c) poliposi nasale: Una forma particolare di sinusite cronica è quella polipoide. Sono formazioni<br />
translucide gelatinose dalle dimensioni variabili (da pochi mm fino ad occupare la<br />
totalità delle fosse nasali).<br />
• 2% della popolazione<br />
• tutte le età<br />
• indipendente dal sesso<br />
Non hanno origini allergiche, sebbene si siano trovate correlazioni tra atopia e<br />
presenza di polipi. Il primum movens sono Ag (smog, fumo..), Batteri, Virus… che<br />
provocano il rilascio di mediatori come l’IL-1 che attiva la flogosi che con una cascata<br />
molecolare porta a chemiotassi, in particolare di:<br />
mastcellule<br />
neutrofili<br />
eosinofili ⇒ danno vita a polipi recidivanti<br />
..tra le patologie che provocano direttamente la formazione di polipi:<br />
• alterazioni anatomiche che provochino contatto tra pareti del naso, sono predisponenti<br />
• fibrosi cistica (FC)<br />
• s. di Young ⇒ sinusiti e bronchiectasie e infertilità, a patogenesi simile alla FC (CFTR)<br />
• s. KARTAGENER: o discinesia ciliare<br />
• ASA syndrome: c’è una carenza di COX-1 che dà intolleranza ai FANS, che inducono un<br />
eccesso di LT e quindi asma da aspirina e poliposi massiva plurirecidivante per la<br />
sregolazione di mediatori infiammatori; Può avere eziologia farmacologica ma non<br />
solo (conservanti, coloranti..)<br />
Morfologicamente sono protrusioni focali di mucosa lunghe 3-4cm, composte da<br />
- mucosa edematosa con stroma lasso<br />
- ghiandole mucose iperplastiche<br />
- infiltrato infiammatorio: sparso, con occasionali aggregati linfocitici<br />
- infezione e ulcerazione se cronici<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 68
tumori<br />
1. angiofibroma rinofaringeo: altamente vascolarizzato ovviamente. Più che altro è una seccatura<br />
chirurgica per via dei profusi sanguinamenti, ma di per sé non ha<br />
potenziali evolutivi. Giovani maschi.<br />
2. Papillomi invertiti: nonostante vi siano altri citotipi (cilindrici & settali, i secondi sono i più<br />
frequenti in assoluto), quelli invertiti sono di gran lunga i più importanti perché<br />
localmente invasivi:<br />
• invasione dell’orbita<br />
• invasione della base cranio<br />
• evoluzione in CA franco (10-15%): immagine (b)<br />
• recidive: 75% dei casi se viene rimosso solo il<br />
papilloma, sono richieste:<br />
- rinotomia laterale<br />
- maxillectomia mediale<br />
Nb: il rischio degenerativo non è tanto legato alle recidive,<br />
quanto a foci di maggior degenerazione in seno alla<br />
lesione di per sé.<br />
..come si intuisce insorge più frequentemente sulle pareti<br />
o nei seni che sul setto, si distinguono dai normali polipi<br />
nasali per via dell’istologia (immagine (a) di un<br />
papilloma invertito)<br />
invaginazioni, cripte<br />
epitelio squamoso non cheratinizzato<br />
superficiale alternato con epitelio respiratorio<br />
microcisti e pseudo dotti ripieni di mucina<br />
masse di cellule solo apparentemente<br />
discontinue alla base:<br />
- membrana basale intatta<br />
- effettiva continuità della mucosa superficiale<br />
3. Plasmocitomi isolati: possono essere scambiati per polipi:<br />
• da stazioni linfatiche nasali o sinusali<br />
• da 1 a più cm<br />
• aspetto polipoide, ricoperti di mucosa sana<br />
• tumore maligno plasmocellulare istologicamente<br />
• evoluzione rara<br />
4. Neuroblastomi olfattori: sono rari tumori maligni che vanno in DD con gli altri tumori a piccole<br />
cellule, e come tali anch’essi sono molto aggressivi (RT + chir + chemio ⇒<br />
45-50% a 5 anni).<br />
Hanno origine neuroendocrina, come ribadito da:<br />
• S-100 +<br />
• cromogranina +<br />
…metastatizzano brutalmente ed insorgono a livello delle pareti laterali del naso.<br />
5. carcinomi nasofaringei: come tutti gli altri carcinomi, quello che cambia un po’ sono i risk factor / la<br />
patogenesi:<br />
• associato ad EBV soprattutto in:<br />
- bambini africani<br />
- adulti del Sud est Asiatico<br />
• tipologie<br />
- cheratinizzato<br />
- non cheratinizzato<br />
- indifferenziati con abbondante infiltrato linfocitico, non neoplastico<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 69
Laringe<br />
È un distretto che va incontro a patologie tumorali e spessissimo infiammatorie generiche, ci sono una serie<br />
di quadri tipici:<br />
1. laringite: vede banalmente segni di flogosi delle strutture cordali e circostanti; può dipendere da:<br />
• fumo<br />
• forme virali<br />
• Haemophilus influenzae: in questo caso può dare una epiglottite, che è un quadro di emergenza<br />
medica, perché spesso va tracheotomizzato (non intubabile)<br />
2. pseudo crup: detta anche laringite ipoglottica è tipicamente pediatrica: simile alla difterite, provoca<br />
dispnea inspiratoria (notturna) acuta, con stridor; tipicamente preoccupa non poco i<br />
genitori; La cosa più immediata è di far respirare aria caldo-umida (bagno, doccia..)<br />
3. noduli reattivi: anche detti polipi; sono calli che si formano sul margine libero delle corde vere<br />
tipicamente tra 1 /3 medio e anteriore. Il tentativo che si fa inizialmente è di igiene<br />
vocale: mettere a riposo le strutture parlando poco ed a bassa voce.<br />
• nodulo del cantante: per convenzione sono lesioni bilaterali, al contrario dei polipi sporadici<br />
• piccole dimensioni (pochi mm)<br />
• istologia<br />
- ep. squamoso ± ipercheratosico o displastico<br />
- connettivo mixoide lasso al centro<br />
- ± ulcerazioni: al contatto reciproco tra noduli<br />
- NON evoluzione: non danno carcinomi, al limite non regrediscono e vanno asportati<br />
4. ipertrofia delle corde false: tipica da over utilizzo di corde false<br />
5. leucoplachia: le corde vocali hanno un epitelio pavimentoso (unico epitelio laringeo che non sia<br />
cilindrico respiratorio), come tali possono sviluppare leucoplachia<br />
6. Papillomi: i papillomi laringei squamosi sono neoplasie benigne ma che tendono a recidivare:<br />
appaiono come escrescenze soffici a livello delle corde vocali vere (come dei lamponi),<br />
tendono ad essere singoli negli adulti (viceversa multipli nei bambini).<br />
HPV 6, 11.<br />
7. CA laringeo: si osservano una serie di step fino alla forma invasiva; spessissimo, a meno di non essere<br />
arrivati al CA franco, la sospensione del fumo vede una importante regressione.<br />
L’HPV è rilevato nel 5% c.a.<br />
• iperplasia: ispessimenti focali senza grosse potenzialità evolutive<br />
• iperplasia atipica<br />
• displasia: lieve o grave;<br />
• CA ± in situ: si tratta di forme squamocellulari, come è ovvio aspettarsi; Inizialmente si<br />
hanno placche perlacee della mucosa che poi degenerano e finiscono per<br />
ulcerarsi. L’aspetto finale è fungiforme.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 70
Orecchio<br />
<br />
Otiti<br />
(riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria)<br />
• media o esterna: non esiste l’otite interna<br />
• acuta o cronica: cutoff ai 6 mesi<br />
• purulente, sierose, mucose o emorragiche<br />
Esterna<br />
Solitamente batterica (ma anche micotica); si tendono a prendere in ospedale (fonendoscopi) o in piscina /<br />
mare. Infatti il cloro non basta per i batteri eziologici quali:<br />
- P. Aeruginosa<br />
- S. Aureus<br />
Si caratterizza per una diagnosi clinica, che esclude una otite media acuta:<br />
otodinia<br />
dolore / dolorabilità: a causa dell’annessa pericondrite può essere esacerbato dalla compressione<br />
del trago o dallo stiramento del padiglione<br />
otorrea: fuoriuscita di materiale liquido dal meato esterno, non patognomonico e solo in fase florida<br />
edema del condotto uditivo (otoscopia): è patognomonico e fa diagnosi, anche non altri segni<br />
otoscopici in genere; ci può essere talmente tanto rigonfiamento da…<br />
non permettere la visualizzazione del timpano<br />
rendere dolorosa l’introduzione dell’otoscopio<br />
Otite Media acuta (
sintomi<br />
- otodinia pulsante<br />
- sordità<br />
- otorrea: puntuale perforazione timpanica<br />
otoscopia: la membrana timpanica potrà essere eritematosa,<br />
gonfia o retratta e anche perforata, come si<br />
accennava.. in genere prima si nota l’estrusione e in<br />
un momento successivo la membrana sgonfia, una<br />
volta drenato il pus..<br />
otite media cronica (> 6 mesi)<br />
Molto spesso determina un’erosione della catena degli ossicini.<br />
assenza di dolore<br />
± otorrea (fetida se da colesteatoma per anaerobi e necrosi ossea)<br />
otoscopia negativa per flogosi, ma con evidenza di segni di<br />
alterazione…<br />
o timpano atelettasico, retratto e/o calcifico<br />
o perforazioni dai margini calcifico-sclerotici (aflogistici)<br />
A seconda della presenza o meno di otorrea si definiscono asciutte o bagnate.<br />
semplice (bagnata): si caratterizza per una perforazione timpanica<br />
persistente ad origine suppurativa; normalmente col<br />
risolversi della flogosi la perforazione risolve<br />
spontaneamente (otite acuta), invece se la flogosi è persistente si ha il mantenimento<br />
cronico della perforazione, che fa da sfogo ai prodotti dell’infiammazione, con quindi…<br />
o ipoacusia trasmissiva tra 10-50dB, in funzione all’entità della perforazione (minima - totale).<br />
o ingresso di acqua (piscina, bagni…) con contaminazione dell’orecchio medio / mastoide, con<br />
un auto mantenimento di un processo già di per sé cronico.<br />
o otorrea (sierosa, mucosa, purulenta, ematica..), che di per sé testimonia la suppurazione<br />
attiva in atto e quindi il processo in evoluzione (per quanto lenta, magari)<br />
Non perforata (asciutta): produrrà comunque ipoacusia trasmissiva, causata dalla timpano<br />
sclerosi, ma non ci sarà otorrea, perché il timpano è integro.<br />
Atelettasica (asciutta): è un’altra forma non perforata ⇒ l’unico sintomo è l’ipoacusia<br />
trasmissiva, come in tutte le forme asciutte.<br />
avvicinamento della parete mediale del timpano al promontorio (impronta della chiocciola<br />
sulla parete mediale della cassa timpanica)<br />
atrofia timpanica<br />
Colesteatomatosa: nel caso in cui la perforazione drenante il pus sia periferica rispetto al timpano<br />
si può avere la formazione di una cisti epidermoide secernente enzimi<br />
osteolitici, in grado di erodere l’osso e i tessuti circostanti.<br />
Patogenesi: ancora non si sa con precisione, si pensa dipenda dall’accumulo in una tasca di<br />
retrazione (invaginazione) della membrana timpanica di cellule epiteliali<br />
desquamate, tali da non riuscire ad essere più drenate. La perforazione non è<br />
sempre necessaria, ma se presente, l’ipotesi è che siano proprio quelle marginali,<br />
del bordo, a rischio, e non le paracentrali. Dalla sede d’insorgenza si può<br />
espandere in ogni direzione.<br />
Nb: esiste anche una rara forma congenita che deriva da una piccola malformazione<br />
embrionale, si sviluppa comunque nell’adulto ed a timpano intatto.<br />
Aspetto<br />
- strati epidermici concentrici cheratinizzati<br />
- core costituito da cellule epiteliali desquamate in disfacimento<br />
- colore bluastro / madreperlaceo (tipico delle cellule desquamate)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 72
Collo<br />
<br />
Cisti<br />
del dotto Tireo Glosso<br />
Sono cisti che scaturiscono in seno alla migrazione della tiroide dalla base lingua alla sua sede matura<br />
definitiva.<br />
benigne: segnalati casi di morte improvvisa in neonati per cisti localizzate in base lingua. Sempre<br />
nei neonati possono generare in quelle sedi problemi di alimentazione. Nell’adulto<br />
possono dare S/S di disturbo più che altro (dolore, disfagia…).<br />
0,5 – 4 cm<br />
morfologia: in genere si rilevano in posizione centrale<br />
o contenuto: in genere mucoide, ma anche purulento in caso di infezioni: infatti si possono<br />
associare a fistole, e quindi sono passibili di infezioni<br />
o epitelio che riveste la superficie:<br />
- colonnare / stratificato cuboide con ciglia: la cosa più comune (50-60% dei casi)<br />
o noduli linfoidi: nello spessore parietale, non troppo frequenti (15-20%)<br />
o tessuto tiroideo: può essere difficile da differenziare, una colorazione con immuno<br />
perossidasi può aiutare; È importante in caso di residui non migrati di<br />
tiroide controllare che vi sia altro tessuto tiroideo attivo (scintigrafia) prima<br />
di rimuovere tutto il dotto chirurgicamente (operazione di Sistrunk)<br />
o ghiandole mucose: in più della metà dei casi sono rilevate<br />
linfo epiteliali (branchiale)<br />
Sono residui dello sviluppo, degli archi branchiali, oppure sono inclusioni di ghiandole salivari all’interno<br />
dei linfonodi del collo che si determinano durante lo sviluppo.<br />
Sono più rare delle cisti del dotto tireo glosso (metà dei casi).<br />
benigne: raramente si ingrandiscono o sono sede di neoplasie maligne<br />
margine anteriore dello sternocleidomastoideo, 2-5 cm ∅<br />
morfologia: sono ovviamente ricoperte di cute, si identificano:<br />
o parete fibrosa<br />
o infiltrato linfoide o addirittura tessuto<br />
linfoide con follicoli reattivi<br />
o epitelio che può essere:<br />
- squamoso<br />
- colonnare pseudo stratificato<br />
o contenuto della cisti può essere diverso:<br />
- liquido chiaro: acquoso o mucinoso<br />
- detriti cellulari granulari desquamati<br />
Sebbene sia un’agevole diagnosi che si fa attorno ai 20 anni,<br />
nel caso finisca all’attenzione del clinico attorno ai 50 anni è<br />
veramente importante la DD con linfonodi tumorali.<br />
266 M. A Luna · K. Pineda-Daboin<br />
Fig. 9.2. Branchial cle cyst. Wall lined with strati ed squamous<br />
epithelium<br />
chial cleft cysts constitute approximately 75–80% of all<br />
branchial anomalies, and fistulae and sinuses together<br />
account for 15–20% of all such malformations [1]. In<br />
some series, external fistulae, sinuses and skin tags are<br />
9 more common than cysts [57].<br />
Of all branchial anomalies, 92–99% are associated<br />
with the second branchial clefts apparatus, probably be-<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani cause it e is Robbins deeper and longer than the others [8]. Use<br />
74<br />
of<br />
the name “branchial cyst” without further qualification<br />
generally refers to a cyst of second branchial origin. Cysts<br />
are three times more common than sinuses and fistulae<br />
ithelium<br />
fied tran<br />
Fistul<br />
or in ear<br />
when pre<br />
der of th<br />
its midd<br />
follows t<br />
sal nerve<br />
arteries a<br />
Thym<br />
carcinom<br />
erations<br />
lining di<br />
carcinom<br />
Comp<br />
la is indi<br />
remnant<br />
was only<br />
infection<br />
21.2% in<br />
gical rem<br />
Anom<br />
for only<br />
Clinic [8<br />
16% fistu<br />
females<br />
nuses an
Paraganglioma<br />
Si tratta di tumori intermedi, derivanti da un sistema di cellule neuroendocrine anatomicamente disperso<br />
(paragangli), abbiamo:<br />
para gangli paravertebrali (cromaffini): producono NE e sono associati al SNA-S prevalentemente<br />
catena aorto polmonare (mai cromaffini): non producono quindi NE, sono principalmente sensori: di<br />
tensione, di O2, di CO2…<br />
o para aortici, come due elementi di c.a 1 cm che vanno in atrofia nell’adulto.<br />
o carotidei: sono le cellule dei glomi<br />
o giugulo timpanici<br />
o ganglio nodoso del n. vago<br />
o agglomerati sparsi: cavità orale, naso, rinofaringe, laringe, orbita…<br />
Per il 6O-7O% sono glomici, originanti da quelle cellule carotidee, vanno in DD con un linfonodo maligno per<br />
via dell’assenza di flogosi nel loro sviluppo.<br />
• rara evoluzione maligna<br />
• metastasi solo nel 10% delle varianti maligne<br />
• più comune in soggetti che vivono ad alta quota<br />
• femmine sono più soggette<br />
• 50anni l’età media della diagnosi<br />
• associati a paralisi dei nn cranici<br />
Indipendentemente dalla sede tutti i paragangliomi hanno una istologia comune:<br />
nidi di cellule poligonali (detti di Zell-Ballen)<br />
circondati da cellule allungate sostentacolari<br />
scarso polimorfismo, rare mitosi<br />
cellule argentofile<br />
markers:<br />
cromogranina A<br />
enolasi neurono specifica<br />
sinaptofisina<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 75
Ghiandole salivari<br />
<br />
Xerostomia<br />
Si segnala solamente la presentazione tipica che si ha in Sjögren, con<br />
- mucosa asciutta<br />
- fissurazioni / ulcerazioni<br />
- ingrossamento infiammatorio delle ghiandole<br />
<br />
Scialo adeniti<br />
Possono avere varie origini:<br />
- traumatica<br />
- virale o batterica<br />
- autoimmune<br />
mucocele e ranula<br />
Tecnicamente uno stravaso di secrezione a livello di stroma connettivale circostante. Di solito è per lesione<br />
traumatica di un dotto a livello del labbro inferiore (giovani o anziani di solito)<br />
o tumefazioni fluttuanti<br />
o blu traslucido<br />
o dimensioni variabili, soprattutto ai pasti<br />
o superficie disidratata, secca<br />
o cavità pseudo cistica<br />
rivestita da tessuto di granulazione infiammatorio / connettivo fibroso<br />
contente muco e infiltrati infiammatori<br />
Nb: la ranula è un mucocele specifico per il danneggiamento del dotto della sottolinguale.<br />
sialolitiasi<br />
Avviene in genere in seguito a stasi della saliva:<br />
..il quadro è di<br />
- residui di cibo che ostruiscono<br />
- edema attorno all’orifizio<br />
- eziologia ignota<br />
infiammazione interstiziale<br />
stafilo o piogeni ± associati a<br />
necrosi suppurativa franca<br />
formazione di ascessi<br />
ingrossamento delle ghiandole<br />
a volte fuoriuscita di pus dall’ostio<br />
<br />
Neoplasie Benigne<br />
È l’unico organo testa-collo più frequentemente benigno che maligno; Sono comunque un problema,<br />
perché possono crescere anche fino a volumi importanti, per cui vanno rimossi anche in fase inizialissima,<br />
prima che diventi meno pratico l’intervento, che sappiamo essere delicato, gravato da possibili lesioni del VII<br />
nervo, per cui mai banale.<br />
adenoma pleomorfo (misto): può spesso recidivare (5%)<br />
cistoADENOlinfoma (tumore di Warthin)<br />
papillomi duttali<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 76
adenoma pleomorfo<br />
6O% dei tumori parotidei, meno comuni nelle sottomandibolari, rari nelle salivari minori. Come suggerisce il<br />
nome è istologicamente eterogeneo:<br />
citotipi<br />
cellule duttali (epiteliali) ⇒ a volte possono essere presenti<br />
come poche isole sparse<br />
mioepiteliali (mesenchimali)<br />
sfondo mesenchimale mixoide<br />
istologia varia<br />
dotti: anche ben sviluppati con cellule cuboidi<br />
acini<br />
tralci o lamine<br />
6 cm ∅ al massimo di solito<br />
capsulati più spesso, a volte la capsula può essere incompleta e dare<br />
adito ad espansioni maggiormente infiltrative<br />
(estroflessioni digitiformi)<br />
evoluzione: la probabilità aumenta col passare del tempo, e si ha in quel caso un CA ex adenoma<br />
pleomorfo o tumore misto maligno.<br />
tumore di Warthin (cistoadenoma papillare linfomatoso)<br />
Maschi fumatori (RR = 8) 40-50 enni, a livello di parotide.<br />
rotondo – ovale, 2-5cm ∅<br />
superficie<br />
grigio-pallida<br />
punteggiata di piccoli spazi cistici o fissurati<br />
secrezione mucino sierosa all’interno<br />
istologia<br />
stroma linfoide denso di base<br />
± centri germinativi al suo interno<br />
doppio strato cellulare neoplastico che può mandare proiezioni<br />
polipoidi nello spazio centrale.<br />
- palizzata superficiale oncocitica 8<br />
- strato di cellule cuboidi / poligonali<br />
<br />
Neoplasie Maligne<br />
CA muco epidermoide (± maligno): descritto in dettaglio nell’apposito paragrafo<br />
tumore a cellule aciniche: parotidei, hanno diversi gradi di anaplasia, che correla col<br />
potenziale maligno del singolo caso, rare le metastasi (1O-15%)<br />
Cellule grandi e vacuolate spesso (basso rapporto N/C)<br />
adeno / adenoido cistico: al 50% nelle ghh. salivari minori; lesioni piccole, infiltrati,<br />
grigio-rosse; 50% metastatizza, tendono a dare invasione<br />
perineurale, quindi una malignità pronunciata. Materiale jalino<br />
tra le cellule.<br />
Cellule piccole e con alto rapporto N/C.<br />
squamo<br />
indifferenziati<br />
8<br />
per oncocita s’intende una cellula con forte granularità conferita dai numerosi mitocondri<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 77
muco epidermoide<br />
Acapsulati, il che già ci mette in allarme. È un tumore che può essere sia benigno che maligno, con margini<br />
di sopravvivenza a 5 anni molto diversi: 90% vs 30% della forma a basso grado<br />
8 cm ∅ max<br />
margini infiltranti<br />
al taglio: chiari, cisti con materiale mucoso<br />
citologicamente: molto eterogeneo<br />
cell squamose<br />
cell mucose<br />
intermedie<br />
istologicamente: variamente organizzati<br />
cordoni<br />
lamine<br />
spzz. cistici grigio-biancastri<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 78
Sistema Endocrino<br />
Si intende sotto questo comune gruppo l’ipofisi, la tiroide, le parotidi, il pancreas endocrino, le surrenali e<br />
la ghiandola pineale (epifisi).<br />
<br />
Ipofisi<br />
È una ghiandola a forma di fagiolo (1cm ∅ x 0,5g) che aumenta<br />
durante la gravidanza. Si trova a livello della sella turcica dello<br />
sfenoide in base cranio (in immagine sopra il seno sfenoidale).<br />
Il controllo ipotalamico sull’ipofisi avviene grazie ai sinusoidi di<br />
una sorta di sistema portale che si instaura a quel livello. I<br />
sinusoidi passano attraverso il peduncolo ipofisario, che riveste<br />
un’importanza notevole: attraverso questa passano releasing<br />
factors e ormoni ipotalamici:<br />
- adenoipofisi o ipofisi anteriore (80% della massa): dove i sinusoidi portano i RH; si individuano<br />
istologicamente 5 citotipi:<br />
CELLUE ACIDOFILE<br />
o somatotrope: secernono GH, sono c.a il 50% della massa.<br />
o lattotrope o mammotrope: secernono PRL ovviamente, che è inibita a livello ipotalamico dalla<br />
dopamina (caso un po’ particolare)<br />
CELLULE BASOFILE<br />
o corticotropi: producono POMC (⇐ CRH) che dà poi ACTH, MSH, endorfine e lipotropina.<br />
o tireotrope: TSH (⇐ TRH)<br />
o gonadotrope: FSH / LH (⇐ GnRH)<br />
- neuroipofisi o ipofisi posteriore: a differenza dell’anteriore non vede un sistema portale ma ha una<br />
circolazione a sé con un’arteria afferente ed una vena efferente.<br />
o pituiciti: cellule gliali modificate<br />
o processi assonali: i corpi cellulari di questi assoni sono a livello si<br />
nucleo sopraottico (SON) ⇒ vasopressina (ADH)<br />
Classificazione<br />
nucleo paraventricolare (PVN) ⇒ ossitocina<br />
<br />
Adenomi<br />
(iperpitituarismo)<br />
ormoni prodotti<br />
- silenti o non producenti (3O-4O%): si contano anche quelli producenti gonadotropine: non<br />
hanno nessun significato clinico. I silenti includono i non producenti,<br />
ma sono un gruppo più vasto: si parla di<br />
non secernente dopo l’immunoistochimica.<br />
- prolattinomi (3O-4O%)<br />
- ACTH: cushing<br />
- GH (8-10%) acromegalia<br />
- TSH: ipertiroidismo secondario. < 1%<br />
citotipi / immunoistochimica: vedi sopra i citotipi dell’adenoipofisi. Chiaramente ci sarà una<br />
correlazione tra ormone prodotto e citotipo (funzionanti). Ci sono<br />
alcune forme particolari:<br />
- mammosomatotropi: sono misti, secernono GH e PRL<br />
- ormononegativi<br />
- altri a secrezione mista<br />
dimensioni: un semplice cutoff di 1cm per parlare di micro / macro adenomi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 79
epidemiologia<br />
Gli adenomi sono la situazione più frequente quando si parla di iperpititarismo:<br />
- 25% delle autopsie di routine, alla RNM c.a il 20% delle ipofisi normali presenta<br />
microadenomi silenti<br />
- 10% dei tumori intra cranici<br />
- 30-50 anni picco di incidenza<br />
- 3% abbinate a MAN-1 assieme a<br />
» tumori enteropancreatici (insulinomi, PP producenti, gastrinomi, silenti..)<br />
» tumori corticosurrenali<br />
» carcinoidi (cellule enterocromaffini in intestino, bronchi o timo)<br />
patogenesi<br />
Le cellule in genere sono monoclonali, comprese quelle multi ormone secernenti, questo suggerisce un’unica<br />
origine staminale, dove un difetto porta ad una cellula con differenzazione ibrida.<br />
Da un punto di vista di biologia molecolare si hanno 3 tipi di alterazioni tipiche:<br />
- subunità GSα: sarebbe la subunità della proteina G stimolante legata ad un GDP che mantiene<br />
la GS inattiva, la Gsα inoltre ha attività GTPasica intrinseca, così che lo<br />
stimolo attivante (GDP ⇒ GTP) sia momentaneo per l’istantanea riconversione<br />
in GDP ⇒ GDP. Negli adenoma l’attività GTPasica è compromessa ⇒ GS<br />
sempre attiva<br />
- MEN-1: sindrome autosomica dominante a penetranza incompleta; sono mutazioni<br />
specifiche della sindrome che negli adenomi sporadici non si vedono.<br />
- RAS / c-MYC: mutazioni tipiche delle forme avanzate / aggressive, sono noti oncogeni.<br />
Morfologia<br />
Macroscopicamente sono lesioni molli e ben circoscritte che di solito non evadono dalla sella turcica; quando<br />
invece si estrinsecano oltre questi limiti ossei configurandosi come adenomi invasivi:<br />
espansione nella regione sopra sellare: comprimono il chiasma ottico o anche altri nn cranici<br />
erosione: possono attaccare<br />
- la sella<br />
- i processi clinoidei anteriori<br />
- seni sfenoidali / cavernosi<br />
infiltrazione: il 30% c.a non presenta capsula ed è in grado di infiltrare…<br />
- osso adiacente<br />
- dura madre<br />
- (encefalo)<br />
NON metastasi<br />
..nelle lesioni di dimensioni maggiori si osservano focolai necro-emorragici.<br />
Istologicamente non è possibile dedurre le capacità ormono-sintetiche di una neoplasia, in ogni caso le<br />
caratteristiche chiave per differenziare la neoplasia dal tessuto sano sono le prime due:<br />
1. monomorfismo: cellule poligonali che in base al citotipo possono essere acidofile, basofile o cromofobe<br />
2. trama reticolinica poco rappresentata: sarebbe la MEC, che essendo meno significativa che nel tessuto<br />
normale determina la consistenza molle macroscopicamente<br />
3. basso indice mitotico<br />
4. nidi / cordoni: cellule raggruppate dunque<br />
Dd dell’iperpitituarismo<br />
È vero che l’adenoma è la situazione più frequente, ma si va comunque in DD tra:<br />
iperplasia<br />
CA dell’adenoipofisi<br />
secrezione di ormoni di altra origine (tumori extra-ipofisari)<br />
altre malattie dell’ipofisi<br />
farmaci: p.es quelli che interferiscono con la dopamina (PRL)<br />
..in letteratura ce ne sonno altri, ma clinicamente non si vedono mai.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 80
prolattinoma<br />
È l’adenoma secernete più comune: in questo caso l’iter clinico rientra (nella donna fertile) nella DD di una<br />
amenorrea secondaria (gravidanza in primis), raramente invece in seguito a galattorrea. Praticamente quello<br />
che si fa è di dosare la PRL (tra 100-500 negli adenomi, correla abbastanza bene con le dimensioni) e il<br />
TSH (per valutare la salute dell’ipotalamo).<br />
cellule debolmente cromofobe ± eosinofile: l’eosinofilia in particolare può essere variabile,<br />
identificando prolattinomi a granuli…<br />
- sparsi quando si hanno cellule debolmente eosinofile<br />
- densi quando sono più intensamente colorati<br />
PRL all’immunoistochimica nei granuli secretori<br />
c.pi psammomatosi: calcificazioni distrofiche, possono arrivare ad occupare l’intera massa tumorale<br />
Nb: sono adenomi particolari: rispondono all’up-regulation della dopamina (inibitoria rispetto al rilascio), per<br />
cui in certi casi non si opera ma si tratta farmacologicamente (cabergolina); È sempre da scongiurare la<br />
possibilità di una iper PRL secondaria:<br />
gravidanza / estrogeni<br />
farmaci<br />
produzione di dopamina↓ inclusa la situazione parafisiologica dello stress (dove si<br />
avrà PRL < 100 normalmente)<br />
interruzione meccanica del peduncolo ipofisario (sezione / compressione)<br />
IR o ipotiroidismo<br />
adenomi somatotropi (GH secernenti)<br />
Il secondo adenoma secernente per frequenza, determinato da alterazioni della GSα; Sono tumori che in<br />
genere raggiungono grosse dimensioni a causa della clinica sfumata nel tempo che contraddistingue<br />
l’ipersecrezione di GH, il quale agisce stimolando la secrezione di IGF-1 (insulin like – grow factor):<br />
o gigantismo nei bambini prima dello scatto puberale, dove gli ormoni sessuali determinano<br />
l’ossificazione delle metafisi dove si trova la cartilagine<br />
d’accrescimento: in questo contesto l’IGF-1 provoca<br />
eccessivo accrescimento delle ossa lunghe<br />
o acromegalia negli adulti, dove le alterazioni più evidenti sono:<br />
proliferazione ossea: a carico di splancnocranio (dove spesso si osserva prognatismo),<br />
mani e piedi<br />
aumento di volume di visceri: tiroide, cuore, fegato<br />
iperostosi vertebrale / iliaca<br />
la diagnosi clinica si esegue su test dinamici di soppressione, si sfrutta la sensibilità del GH alla glicemia:<br />
attraverso li carico orale di glucosio, quindi.<br />
Da un punto di vista istologico si hanno cellule acidofile contraddistinguibili in due citotipi (= prolattinomi):<br />
a granuli densi: uniformemente acidofile quindi, con reattività perinucleare importante alla<br />
citocheratina.<br />
adenomi mammosomatotropi rientrano in questo gruppo, si caratterizzano per<br />
l’immunoistochimica positiva anche alla PRL.<br />
a granuli sparsi: reattività al GH debole e focale, non sono uniformi ma polimorfiche<br />
Adenomi a cellule corticotrope<br />
Sono appunto cellule basofile (granuli densi) o cromofobe (granuli sparsi), a causa di carboidrati presenti<br />
nella POMC sono cellule PAS+.<br />
Per il resto è clinica, ricordiamo:<br />
sindrome Vs malattia di Cushing: la prima è genericamente da secrezione di cortisolo, la seconda è<br />
un’ipersecrezione di ACTH da parte di un adenoma.<br />
s. di Nelson: ipertrofia (⇒ effetto massa) dell’adenoipofisi dopo rimozione dei surreni<br />
iperpigmentazione cutanea: che caratterizza la s. di Cushing, in quanto l’MSH stimola i melanociti<br />
diagnosi con test di soppressione al desametasone<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 81
Adenomi rari<br />
Parliamo dell’1-2 % dell’incidenza ciascuno, quindi sono veramente molto rari;<br />
mammosomatotropi: già accennato, è un somatotropo a granuli densi che si presenta positivo anche<br />
per la PRL all’immunoistochimica;<br />
adenomi non secernenti: sono c.a il 25% delle neoplasie ipofisarie; Si dividono in<br />
o realmente non secernenti: sono più rari di quel che si pensa<br />
o gonadotropi silenti: è la eventualità più frequente.<br />
altri pluri ormonali: in genere sono più aggressivi<br />
gonadotropi: come accennato sono clinicamente silenti, tipicamente cromofobi o basofili;<br />
Generalmente in adulti di mezza età, possono paradossalmente arrivare a<br />
compromettere la secrezione di ormoni sessuali determinando…<br />
o testosterone ↓ quindi in seguito al calo dell’LH negli uomini si ha ridotta libido e forza fisica<br />
o amenorrea nelle donne in pre menopausa<br />
CA ipofisario: è veramente raro, per avere una diagnosi bisogna attestare la presenza di metastasi<br />
(ossee, linfonodali ed epatiche più frequentemente).<br />
<br />
Ipopitituarismo<br />
Per arrivarci attraverso un danno al parenchima ipofisario si deve avere minimo il 75% della ghiandola<br />
coinvolta. Le cause possono essere molteplici:<br />
1- tumori / lesioni espansive: son varie possibilità: in generale qualunque neoplasia possa arrivare a<br />
comprimere in sede turcica<br />
a. adenomi<br />
b. tumori secondari<br />
c. cisti della tasca di Rathke<br />
d. etc…<br />
2- Chir / RT in sede: p.es trattando un adenoma ipofisario<br />
3- apoplessia ipofisaria: emorragia improvvisa nell’ipofisi di solito nell’ambito di un adenoma. Nei casi<br />
peggiori ha una presentazione clinica piuttosto violenta:<br />
a. cefalea lancinante<br />
b. diplopia (compressione sugli oculomotori)<br />
c. collasso CV fino alla morte<br />
4- necrosi ischemica dell’ipofisi: si può avere in più situazioni<br />
a. s. di Sheehan: la forma più comune, dipende da un iposviluppo delle vene in uscita<br />
dall’adenoipofisi che provocano una sofferenza ischemica venosa cui si sommi<br />
un’ipovolemia per complicazioni del parto anche banali<br />
b. CID<br />
c. ipertensione endocranica<br />
d. lesioni traumatiche / shock di qualunque tipo<br />
5- sindrome della sella vuota: cioè assenza di tessuto ipofisario<br />
a. primitiva: per difetti del diaframma sellare che permettono al tessuto cerebrale di erniare<br />
all’interno comprimendo la ghiandola.<br />
b. secondario: in genere riferito a masse deformanti in sella, come complicazione<br />
6- anomalie genetiche: rare<br />
7- tumori: non intesi in quanto masse espansive, ma in quanto coinvolgenti sedi importanti per la<br />
funzionalità dell’ipofisi e determinanti distruzione / sostituzione di quei tessuti:<br />
a. metastasi di altri tumori a livello adenoipofisario<br />
b. craniofaringiomi: possono coinvolgere l’ipotalamo<br />
8- malattie infiammatorie / infezioni: sarcoidosi, meningite tubercolare p.es<br />
…l’effetto dipende dall’età e dalle cellule colpite; Si va dal nanismo ipofisario (bambini) all’amenorrea /<br />
infertilità (donne), riduzione del testosterone, ipotiroidismo, iposurrenalismo, ridotta funzionalità dei<br />
melanociti…<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 82
Sindromi dell’ipofisi posteriore<br />
diabete insipido<br />
Le cause organiche alla base del diabete insipido che si valutano con RNM in pzz. che abbia passato il test<br />
dell’assetamento (poliuria anche senza bere per ore:<br />
a) traumi cranici<br />
b) neoplasie<br />
c) malattie infiammatorie / interventi dell’ipotalamo / ipofisi<br />
Nb: va distinto il diabete insipido p.d. di origine centrale da quello nefrogenico che dipende da danni del<br />
tubulo renale, la DD è banale: si somministra ADH.<br />
SIADH (sindrome da inappropriata secrezione di ADH)<br />
Determina un’eccessiva ritenzione idrica e quindi iponatriemia, che come conseguenza più importante ha<br />
l’edema cerebrale;<br />
a) ADH ectopico (microcitomi polmonari in primis)<br />
b) malattie polmonari non neoplastiche<br />
c) lesioni di ipotalamo / ipofisi posteriore<br />
<br />
Corticale del Surrene<br />
È una doppia ghiandola, pesa c.a 4g ma può aumentare (agonie prolungate) o diminuire (stress acuto con<br />
riduzione della componente grassa); Si divide istologicamente in:<br />
corticale ⇒ ormoni steroidei<br />
- glomerulosa ⇒ aldosterone, regolato tramite il sistema RAAS (⇒ studiarlo bene), per cui esula<br />
parzialmente dal controllo dell’asse ipofisi-surrene, non ne dipende<br />
- fascicolata & reticolare ⇒ cortisolo & androgeni, non ci sono sub-specializzazioni<br />
midollare ⇒ monoammine, difatti le cellule sono cromaffini.<br />
<br />
S. di Cushing<br />
È dovuta ad un eccesso o direttamente di cortisolo o di ACTH, la cosa più comune comunque è quella<br />
iatrogena da farmaci, ma considerando solo i casi da secrezione endogena:<br />
a. morbo di Cushing (70-80%): neoplasie ipotalamo / ipofisarie con secrezione di ACTH<br />
• donne (5:1) 30-40 enni<br />
• patogenesi:<br />
- microadenomi<br />
- tumori ipotalamici CRH produttori<br />
⇒ iperplasia sparsa delle cellule corticotrope<br />
• determina iperplasia nodulare surrenalica secondaria (ACTH)<br />
• ipercortisolimo ovviamente<br />
b. secrezione surrenalica di cortisolo (10-20%) detta anche s. di Cushing surrenalica o ACTH<br />
indipendente: si diagnostica solo dimostrando<br />
l’ipercortisolemia affiancata ad un livello di ACTH ridotto.<br />
• adenomi<br />
• CA surrenalici:<br />
- più frequenti nei bambini, pari frequenza con gli adenomi negli adulti<br />
- ipercortisolismo più marcato<br />
- se monolaterale l’altra ghiandola è ipotrofica (ACTH↓↓)<br />
• iperplasia nodulare surrenalica primitiva: rara, se ne distinguono due forme:<br />
- MACROnodulare (>3mm) ⇒ adulti<br />
- MICROnodulare (< 3mm) ⇒ bambini: s. primitiva surrenalica nodulare pigmentata<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 83
c. ACTH da neoplasie non ipofisarie (10%): in questo caso i surreni non fanno in tempo a diventare<br />
iperplastici, insorge prima il declino clinico del pz.<br />
• CA polmonare a piccole cellule<br />
• neoplasie neuroendocrine CRH producenti<br />
• carcinoidi<br />
• CA midollare della tiroide<br />
morfologia<br />
Le lesioni principali sono per i surreni:<br />
IPOFISI<br />
o degenerazione ialina di Crooke: si passa da un cyt. granuloso / basofilo delle cellule ACTH<br />
secernenti a delle cellule omogenee lievemente basofile a<br />
causa dell’accumulo dei filamenti di cheratina<br />
SURRENI: come abbiamo visto le condizioni possono essere molteplici<br />
o atrofia corticale: sarà bilaterale se si ha un’origine esogena di ormone: le zone fascicolata e<br />
reticolare non sono più stimolate dall’ACTH;<br />
o iperplasia diffusa (6O-7O%): fino a 25-4Og di peso (4g normale).<br />
ipertrofia ed iperplasia delle cellule ricche di lipidi<br />
• corteccia gialla<br />
• diffusamente ispessita<br />
poca nodularità: se di un certo grado deve far pensare ad una forma nodulare<br />
o iperplasia nodulare: si è già parlato della distinzione macro / micro; in genere è secondaria ad<br />
elevato ACTH; si notano questi noduli sparsi e si arriva a 3O-5Og.<br />
cellule chiare ricche di lipidi<br />
cellule dense povere di lipidi<br />
• pleomorfe<br />
• occasionalmente binucleate<br />
o neoplasie primitive surrenaliche cortisolo secernenti: macroscopicamente non si distinguono<br />
da qualsiasi altra neoplasia surrenalica.<br />
adenomi: sono gialli, c.a 3Og di peso<br />
• citologicamente simili alle zone normali<br />
• capsulati<br />
CA: hanno tutte le displasie del caso, sono grossi: anche 2OO-3OOg<br />
• non capsulati<br />
• corteccia circostante e controlaterale atrofiche<br />
Clinica<br />
La s. di cushing è trattata nelle mediche, in breve i punti salienti:<br />
- obesità centrale / facies lunare<br />
- debolezza / affaticabilità<br />
- cute sottile / fragile, lenta cicatrizzazione<br />
- irsutismo<br />
- ipertensione<br />
diagnosi con il cortisolo urinario, la prova di soppressione al desametasone.<br />
- intolleranza al glucosio / diabete<br />
- osteoporosi<br />
- alterazioni neuropsichiatriche<br />
- alterazioni mestruali<br />
- strie cutanee ai fianchi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 84
Iperaldosteronismo primitivo<br />
Si tratta di un gruppo di sindromi rare che determinano la ritenzione di sodio ed ipopokaliemia ovviamente<br />
(ipertensione ipokaliemica). In realtà nella pratica clinica l’Na dipende da talmente tanti meccanismi di<br />
regolazione che è difficile trovarlo turbato, mentre ci sono l’ipertensione e l’ipokaliemia.<br />
Sono tre essenzialmente le condizioni primitive:<br />
1. sindrome di Conn<br />
alias un adenoma secernente (8O% dei casi), raramente è un CA:<br />
piccole: ∅ < 2cm ⇒ non determinano un ingrossamento visibile della ghiandola !<br />
a sinistra: più spesso che a destra<br />
donne, più spesso che uomini<br />
giallo al taglio: contiene infatti lipidi: somigliano più alle cellule della zona fascicolata<br />
che a quelle glomerulari, che producono nativamente l’aldosterone.<br />
polimorfismo ma NON anaplasia<br />
corpi spironolattonici: chiamati così perché si presentano in pzz. trattati con<br />
spironolattone, sono inclusioni citoplasmatiche eosinofile.<br />
NON atrofia surrene normale: in quanto non sopprimono l’ACTH<br />
2. iperplasia surrenale nodulare primitiva<br />
determina iperaldosteronismo idiopatico, difatti non si conosce la causa; è bilaterale.<br />
iperplasia lieve focale e diffusa<br />
cellule simil glomerulose: a differenza che nell’adenoma dove sembrano fascicolate<br />
a forma di cuneo: l’iperplasia s’intende; si dirama dalla periferia verso il centro<br />
3. iperaldosteronismo glucocorticoido – sensibile<br />
familiare e genetico, dovuto alla formazione di un chr chimerico che porta a produzione di<br />
steroidi ibridi, aldosterone e cortisolo;<br />
Sensibile all’ACTH e quindi sopprimibile con desametasone.<br />
forme secondarie<br />
dipende da un’iperattivazione del RAAS:<br />
o ridotta perfusione renale<br />
o ipovolemia / edemi<br />
o gravidanza: c’è un aumento dei substrati plasmatici della renina stimolato dagli estrogeni<br />
<br />
Virilismo Surrenalico e CAH<br />
Virilizzazione o femminizzazione possono essere secondari a patologie primitive gonadiche o sur renaliche:<br />
- corioCA (tumore delle cellule germinali) ⇒ sviluppo sessuale precoce sia che sia del testicolo che<br />
dell’ovaio.<br />
- androblastomi dell’ovaio (cordoni sessuali) ⇒ da cellule del Sertoli / Leydig , non tutte le forme<br />
sono virilizzanti<br />
- gonadoblastomi dell’ovaio (cordoni sessuali) ⇒ possono essere fenotipi femminili o maschili con<br />
gonadi femminili secondarie e testicoli ritenuti.<br />
- tumore a cellule del Leydig del testicolo ⇒ può dare ginecomastia<br />
... a differenza che in questi tumori gonadici, nel caso della corticale surrenale la secrezione è regolata<br />
dall’ACTH, quindi l’ipersecrezione di ormoni sessuali può avvenire<br />
• primariamente<br />
• secondariamente in Cushing (da ACTH quindi)<br />
1- neoplasie surrenaliche virilizzanti:<br />
a. adenomi: raro<br />
b. CA surrenalici androgeno secernenti: in genere in sindromi miste, con anche componenti<br />
ipersurrenaliche.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 85
Insufficienza Surrenalica<br />
In generale perché sia clinicamente visibile deve vedere la distruzione del 90% del parenchima; È di tre tipi:<br />
1) crisi surrenale (acuta)<br />
a. stress acuti in surrene senza riserva funzionale, dove sarebbe richiesto un surplus: p.es nelle<br />
terapie cortisoniche o nell’insufficienza<br />
surrenalica cronica.<br />
b. emorragie surrenaliche: partono dalla midollare<br />
neonati con parti complicati che vedano traumi e ipossia, cui si aggiunge un deficit<br />
di protrombina, normale nei primi giorni.<br />
pzz. con turbe della coagulazione<br />
s. di Waterhouse Friderichsen: se non si riconosce e tratta subito si ha morte nel<br />
giro di ore o giorni. Caratterizzata da:<br />
- infezione: meningococco, pseudomonas, haemophilus, stafilo…<br />
- ipotensione rapidamente progressiva<br />
- CID & porpora diffusa (cutanea in particolare)<br />
- iposurrenalismo acuto con infarcimento emorragico del surrene<br />
2) malattia di Addison: la forma primitiva cronica di insufficienza surrenalica; più spesso è una<br />
malattia delle femmine bianche:<br />
a. adrenalite autoimmune: 6O-7O% dei casi nei paesi sviluppati; In genere non è isolata, e si<br />
parla di APS-1 ed APS-2 (autoimmune polyendocrine syndrome).<br />
ghh. irregolarmente raggrinzite<br />
fibrosi della ghiandola: si notano poche cellule corticali disperse nel connettivo<br />
± infiltrazione linfoide che può raggiungere la midollare (che è normale).<br />
b. TBC: sta riemergendo anche nelle città sviluppate con gli immigrati<br />
struttura istologica sconvolta dal reazione infiammatoria granulomatosa<br />
c. AIDS: per via delle infezioni opportuniste associate<br />
d. metastasi: tardivamente, in seguito a distruzione di almeno il 90% della corteccia.<br />
e. cause rare: che vanno dall’AHC (adrenal hyperplasia congenital) all’adrenoleucodistrofia…<br />
3) insufficienza surrenalica II: intesa come qualunque patologia ipotalamico ipofisaria che possa ridurre<br />
l’ACTH e dare iposurrenalismo.<br />
a. differenze cliniche:<br />
non iperpigmentazione dell’Addison I: si riduce anche l’MSH<br />
Aldosterone normale: che non è controllato dall’ipofisi ma dal RAAS<br />
pan ipopitituarismo: l’ipocorticosurrenalismo si inscrive in un quadro più ampio<br />
b. aspetto<br />
midollare intatta<br />
corticale ipotrofica sottilissima<br />
colore giallo mantenuto per un residuo di lipidi<br />
<br />
Neoplasie Corticosurrenaliche<br />
Mentre gli adenomi funzionanti sono più spesso associati a Cushing, altre forme funzionanti (p.es virilizzanti)<br />
sono più spesso carcinomi.<br />
adenomi<br />
Spesso si parla più che altro di noduli iperplastici a meno che non vi siano segni clinico – biochimici di<br />
iperfunzione. Si è già parlato dell’adenoma da s. di Conn (iperaldosteronismo I), in generale comunque si ha:<br />
• massa nodulare: max. 2,5 cm ∅<br />
• corticale sana di normale spessore (non funzionanti)<br />
• gialli / giallo-brunastri al taglio (lipidi all’interno)<br />
• citologicamente quasi normali: lievi atipie (atipia endocrina).<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 87
carcinomi<br />
Sono rari, non hanno un’età precisa d’insorgenza. Sono più frequentemente funzionanti degli adenomi e più<br />
frequentemente hanno correlati clinici della loro presenza. Possono essere associati a sindromi genetiche.<br />
• anche grosse dimensioni (> 20cm): chiaramente la ghiandola scompare<br />
• raramente ≈ adenomi macroscopicamente: piccole e ben delimitate<br />
• variegati con aree necrotico-emorragico-cistiche<br />
• invasività: soprattutto verso vena surrenalica / cava inferiore / linfatici. Questa caratteristica può<br />
farci fare DD tra mts broncogene e tumore primitivo anaplastico.<br />
• citologicamente imprevedibili: da cellule ≈ adenomatose a forme aberranti giganti a forme<br />
completamente anaplastiche (DD con mts a distanza)<br />
• mts ossee rare, mentre sono comuni:<br />
- mts ai linfonodi regionali e periaortici<br />
- mts ematiche<br />
…prognosi a 2 anni.<br />
<br />
schema riassuntivo<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 88
Tiroide<br />
Come si sa è una ghiandola di 15-25g (adulto) composta da:<br />
due lobi laterali (DX / SX)<br />
istmo<br />
± lobo piramidale aggiuntivo<br />
…è suddivisa da setti in lobuli contenenti 20-40 follicoli ciascuno, questi sono composti da due citotipi:<br />
- cellule follicolari producenti T4 (⇒ tireoglobulina)<br />
- cellule parafollicolari o cellule C producenti calcitonina<br />
L’ormone prodotto inizialmente è il T4, quello metabolicamente attivo si ottiene per deiodazione periferica<br />
ed è il T3, che di per sé può quindi essere influenzato come concentrazione da vari fattori tra cui i cortisonici<br />
(lo diminuiscono), che infatti si usano nella tireotossicosi.<br />
Appena prodotto, il T4 viene immagazzinato nella colloide come una proteina continua: la tireoglobulina, alla<br />
necessità, tramite un meccanismo GS dipendente ne avviene la lisi e il rilascio come T4.<br />
<br />
Iper / Ipotiroidismo<br />
Nb: inutile dirlo, va distinto dalla tireotossicosi, alias elevati T3-T4 ± endogeni, mentre l’ipertiroidismo è<br />
un’iperfunzione della ghiandola.<br />
Il quadro più tipico è quello dell’iper tiroidismo, mentre quello dell’ipotiroideo è più sfumato e richiede un<br />
maggior appoggio al laboratorio.<br />
Anatomia patologica<br />
Le alterazioni vere si hanno nell’ipertiroidismo adulto e nel cretinismo endemico, mentre l’ipotiroidismo<br />
adulto non dà grosse alterazioni, ma più che altro clinica.<br />
IPERTIROIDISMO<br />
1. miopatia tiroidea: si ha debolezza con ipotrofia della muscolatura prossimale<br />
• degenerazione grassa<br />
• infiltrati linfocitari focali<br />
2. osteoporosi: eccessivo riassorbimento osseo<br />
3. alterazioni cardiache: si hanno<br />
• slatentizzazione di icc: miocitolisi subendocardica, cellule dello scompenso nei polmoni…<br />
• cardiomegalia<br />
• cardiomiopatia dilatativa tireotossica<br />
• alterazioni istologiche<br />
- infiltrati linfocitici ed eosinofili<br />
- fibrosi / degenerazione adiposa<br />
- ipertrofia & iperplasia<br />
- numero & dimensioni dei mitocondri ↑<br />
4. steatosi ed epatomegalia: dovute ad una alterazione metabolica.<br />
IPOTIROIDISMO<br />
1. edemi: a livello cutaneo ma anche degli organi e di alcune mucose (p.es nelle corde vocali, difatti<br />
provoca un abbassamento del tono), è dovuto ad un accumulo di sostanze della matrice<br />
• GAG<br />
• acido jaluronico<br />
2. cretinismo endemico: dalla mancanza di iodio nei primi anni di sviluppo a partire dal lattante; Si ha<br />
• iposviluppo del SNC ⇒ ritardo mentale<br />
• alterazioni muscolo scheletriche:<br />
- bassa statura<br />
- lingua ingrossata protrudente<br />
- tratti facciali grossolani<br />
• ernia ombelicale<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 89
Clinica<br />
ipertiroideo ipotiroideo<br />
cute calda, iperidrosi, intolleranza al caldo secca, asciutta e pallida ci può essere<br />
mixedema<br />
intestino possibile diarrea cronica, comunque<br />
aumento dell’alvo<br />
riflessi<br />
stipsi o comunque riduzione<br />
dell’alvo<br />
aumentati (ipereccitabilità muscolare) diminuiti e difficilmente evocabili<br />
comportamento / psiche - tachilaudico: parla un botto<br />
- tachipsidico: pensa tanto e velocemente<br />
- tachiprassico: fa molte cose e si agita<br />
metabolismo<br />
aumentato: i cali ponderali non sono molto<br />
significativi perché aumenta anche la<br />
fame. Si parla di un 15% in più<br />
apparato CV<br />
Il cuore va incontro ad iperstimolazione<br />
simpatica, si ha quindi:<br />
PD↑ da cui le palpitazioni<br />
- gittata ↑<br />
- resistenze ↓<br />
ipervolemia: si ha iperaldosteronismo<br />
secondario (⊕ RAAS)<br />
occhi<br />
tachicardia, aritmie, FA…<br />
- esoftalmo solo in Graves<br />
- retrazione palpebrale<br />
- fissità dello sguardo<br />
colesterolo aumenta<br />
Patogenesi<br />
È brutto ma è un po’ un elenco…<br />
ipertiroidismo I<br />
- iperplasia tossica diffusa (Graves)<br />
- Gozzo multinodulare iperfunzionante (tossico)<br />
- adenoma iperfunzionante (tossico)<br />
- CA tiroideo iperfunzionante<br />
- ipertiroidismo iodio – indotto<br />
- tireotossicosi neonatale da Graves materna<br />
- tiroiditi subacute (fasi iniziali)<br />
forme II<br />
- adenoma TSH producente<br />
rallentato nel linguaggio, nelle<br />
funzioni intellettive, apatia e<br />
torpore mentale, depressione<br />
diminuito: si associa a ridotto<br />
appetito e quindi solo lieve aumento<br />
di peso, mai cachessia.<br />
ipotensione diastolica<br />
gittata↓ con anche bradicardia<br />
anemia normocitica: contribuisce al<br />
pallore, dovuto alla riduzione di EPO,<br />
stimolata dagli ormoni tiroidei.<br />
ipotiroidismo<br />
- iatrogeno: chir o RT di tumori<br />
- autoimmune (associato a gozzo): Hashimoto<br />
- farmaci<br />
- difetti del metabolismo tiroideo (raro)<br />
- sindrome da resistenza agli ormoni tiroidei<br />
(autosomico dominante: sono i recettori)<br />
- agenesia / ipoplasia<br />
forme II-III<br />
- deficit di TSH (II)<br />
- deficit di TRH (III)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 90
Tiroiditi<br />
Secondo un concetto che tenta di unificare tutte le sindromi tiroidee autoimmuni (malattia di Graves,<br />
oftalmopatia, tiroidite di Hashimoto..), le manifestazioni cliniche di queste sindromi deriverebbero dalla<br />
coesistenza di classi distinte di autoanticorpi:<br />
- stimolanti la funzione: TSI = malattia di Graves<br />
- pro accrescimento: TGI (Thyroid Growth Stimulating Immunoglobulin), sempre Graves<br />
- citotossici: darà ipotiroidismo alla lunga, possibile tireotossicosi in una prima fase;<br />
Sono p.es Ab anti tireoglobulina, anti recettore TSH, anti perossidasi tiroidea…<br />
» ad origine multifattoriale: Hashimoto p.es, con concordanza 40-60% (monozigoti)<br />
» cross reaction virali: nella tiroidite subacuta<br />
- bloccanti i recettori del TSH: tiroiditi atrofiche o in Graves, dove accanto all’ipertiroidismo si<br />
hanno a volte singoli episodi di ipotiroidismo<br />
Secondo questa ipotesi, le sindromi tiroidee autoimmuni rappresenterebbero uno spettro continuo in cui le<br />
singole manifestazioni possono comparire nello stesso paziente contemporaneamente o in epoche<br />
successive.<br />
Nb: il tessuto tiroideo al taglio, appare normalmente gommosa e rosso brunastra<br />
Hashimoto<br />
⇒ ipotiroidismo<br />
(max causa), non<br />
dolente.<br />
femminile (15:1)<br />
subacuta<br />
granulomatosa<br />
(dolorosa)<br />
meno comune di<br />
Hashimoto<br />
femmine (5:1)<br />
30-50 anni<br />
subacuta<br />
linfocitaria<br />
⇒ lieve<br />
ipertiroidismo<br />
Clinica<br />
eziologia/patogenesi macroscopia microscopio<br />
genetica: 30-60%<br />
sensibilizzazione delle CD4+<br />
con reazione:<br />
- TCD8 + ⇒ apoptosi<br />
- IFNγ ⇒ chemiotassi<br />
- auto Ab ⇒ ADCC<br />
infezione virale con<br />
danneggiamento / esposizione<br />
(sensibilizzazione) ai CD4 + .<br />
non si auto mantiene<br />
(non autoimmune p.d.)<br />
patogenesi sconosciuta, forse<br />
autoimmune ma non ci sono<br />
evidenze per processi virali.<br />
tipica delle donne post<br />
partum, peggiora con le<br />
gravidanze successive<br />
• volume↑ diffuso, a volte<br />
focale (DD tumori)<br />
• capsula integra: anche la<br />
fibrosi non si estende<br />
oltre, non ci sono<br />
aderenze<br />
• al taglio<br />
- pallida<br />
- grigio brunastra<br />
- consistente<br />
- finemente granulare<br />
• volume↑ ± bilaterale<br />
• capsula normale<br />
• al taglio:<br />
- duro elastica<br />
- giallastra<br />
- aree ben distinte<br />
• gozzo lieve simmetrico<br />
• infiltrato flogistico mononucleato<br />
- piccoli linfociti<br />
- plasmacellule<br />
- centri germinativi<br />
• follicoli atrofici<br />
• cellule di Hürthle:epiteliali eosinofile<br />
granulate che rivestono i follicoli<br />
atrofici (metaplasia)<br />
• connettivo fibroso aumentato: ci<br />
sono varianti fibrose con atrofia e<br />
fibrosi simil-cheloidea<br />
stadio iniziale (infiammazione attiva)<br />
• follicoli sostituiti da microascessi<br />
(neutrofili prevalenti)<br />
fase tardiva<br />
• aggregati attorno agli ex-follicoli :<br />
- linfociti, plasmacellule<br />
- istiociti<br />
• cell. giganti multinucleate<br />
• infiltrazione linfocitaria<br />
• centri germinativi<br />
• distruzione parenchimatosa focale<br />
• follicoli collassati<br />
• NO metaplasia di Hürthle<br />
Hashimoto: spesso è tardiva e prima che il pz. si faccia ipotiroideo è morto per altre cause: sono<br />
tipicamente individui eutiroidei con TSH ↑ ma T4 / T3 normali (il compenso del TSH è<br />
efficace).<br />
subacuta:<br />
o cortisone & βblock (fase ipertiroidea): non tapazone perché aggraverebbe poi l’ipotiroidismo<br />
o eutirox nella fase ipotiroidea prolungata.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 91
Basedow Graves<br />
È una patologia femminile (7:1), causa più comune di ipertiroidismo, colpisce c.a l’1,5-2% delle donne, e<br />
si caratterizza per una triade:<br />
1. IPERTIROIDISMO<br />
2. OFTALMOPATIA<br />
3. DERMOPATIA<br />
…le basi sono multifattoriali come sempre (HLA identificati), e la patogenesi è autoimmune umorale, ma<br />
non è implicato un solo Ab, se ne hanno di diversi in circolo:<br />
- TSI ⇒ thyroid stimulating Ig, mima il TSH legandosi ai suoi recettori ed attivando il rilascio di T4<br />
- TGI ⇒ thyroid growth-stimulating Ig, che sempre stimolando il recettore del TSH determina la<br />
proliferazione del tessuto tiroideo.<br />
- TBII ⇒ TSH binding inhibitor Ig, che hanno l’effetto opposto, e rispondono agli episodi di<br />
ipotiroidismo che si notano talvolta in questi pzz.<br />
morfologia<br />
Come si diceva sono tre le componenti, e anche l’occhio presenta un quadro interessante alla base<br />
dell’esoftalmo rilevabile clinicamente.<br />
occhio: l’esoftalmo dipende da quello che avviene nei tessuti sul fondo dell’orbita, in particolare<br />
sembrerebbe che i fibroblasti pre-adipocitari dell’orbita presentino TSH recettori<br />
- infiltrato infiammatorio notevole, soprattutto T cells<br />
- edema infiammatorio anche dei muscoli oculari<br />
- accumulo di componenti della MEC: soprattutto GAG e acido jaluronico<br />
- infiltrazione grassa: aumentato numero di adipociti<br />
dermopatia: caratteri simili, con ispessimento cutaneo dovuto ad accumulo di elementi della MEC,<br />
edema ed infiltrato linfocitario che ne determina un ispessimento.<br />
tiroide: la ghiandola appare in genere liscia e soffice, a capsula intatta, ingrandita, può raggiungere<br />
e superare gli 8Og (15-25g normale), carnosa al taglio.<br />
- ipercellularità: cellule alte e più affollate del normale (patologia non trattata)<br />
- pseudo papille nella colloide: (pseudo inventato da me) a causa dell’iperplasia nei follicoli, sono<br />
prive di asse fibrovascolare (DD con CA papillare).<br />
- infiltrati interstiziali di tipo linfoide<br />
» T, B cells<br />
» centri germinativi<br />
Nb: i farmaci modificano l’istologia della tiroide, p.es si accentua l’iperplasia in farmaci che aumentino il<br />
TSH, oppure coi farmaci anti tiroidei si ha<br />
• regressione dell’epitelio<br />
• accumulo di colloide<br />
…facendo una biopsia, perché sia informativa serve un’anamnesi farmacologica e i valori di laboratorio.<br />
<br />
Gozzo<br />
Si parla di gozzo diffuso e multinodulare: il secondo è di solito la cronicizzazione del primo. Trattasi della<br />
reazione alla scarsità di iodio, che determina una situazione con:<br />
- TSH ↑↑che serve per compensare<br />
- ipertrofia tiroidea (gozzo): in risposta al TSH elevato, ciò aumenta la funzionalità<br />
- eutiroidismo: il più delle volte il compenso del TSH basta<br />
… il gozzo semplice si definisce endemico quando tocca >10% della popolazione, ovviamente dipende da<br />
ambienti con scarsità di iodio. Esiste anche un gozzo sporadico (raro) a patogenesi un po’ oscura:<br />
- sostanze che interferiscano col metabolismo degli ormoni tiroidei<br />
- difetti enzimatici ereditari<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 92
morfologia<br />
Come si accennava il gozzo semplice a forza di andare in iperplasia e regredire (magari quando lo iodio<br />
diventa disponibile e cala il TSH) o semplicemente per la lunga durata della stimolazione vedono l’affiorare di:<br />
- cellule follicolari alterate: magari più responsive agli stimoli di crescita, spiccano tra le altre e<br />
danno luogo alla formazione di un nodulo<br />
- noduli autonomi: è un’evenienza, in un contesto cronico, che qualche nodulo tenda ad iper<br />
funzionare autonomizzandosi: se isolato risponde alla definizione di sindrome<br />
di Plummer.<br />
- rotture / emorragie: dovute alla disomogeneità dell’ipertrofia, che crea delle tensioni<br />
strutturali che possono sfociare nel collasso strutturale locale con<br />
emorragia appunto. Poi queste lesioni guariscono con ± fibrosi e<br />
calcificazione: questo ulteriore irrigidimento autoalimenta questo<br />
processo;<br />
gozzo semplice<br />
100-150g<br />
cell. colonnari assiepate<br />
pseudo papille (≈ graves)<br />
follicoli distesi irregolarmente<br />
gozzo colloide: in seguito a<br />
regressione dell'epitelio (iodio<br />
disponibile)<br />
<br />
Neoplasie benigne della Tiroide<br />
(riadattato e integrato da Fisiopatologia chirurgica, prof. Ginnaneschi)<br />
Come sempre le neoplasie possono originare da tutte le cellule della tiroide:<br />
- follicolari<br />
- parafollicolari (C) ⇒ carcinomi midollari<br />
- linfociti ⇒ linfomi tiroidei<br />
- cellule connettivali<br />
- mts secondarie ad altro tumore altrove<br />
Come al solito le neoplasie si possono suddividere tra..<br />
1. benigne ⇒ adenomi follicolari etc.. molto frequenti (vs forme maligne: rare).<br />
a. macro /normo /micro - follicolari<br />
b. trabecolari<br />
c. hürte cell variant<br />
2. maligne: 1% di tutti i CA; aumenta parecchio in aree contaminate da iodio radioattivo: p.es a<br />
Chernobyl RR=3, soprattutto per i bambini (CA papillifero)<br />
a. più spesso ben differenziati ⇒ bassa mortalità<br />
b. bassa incidenza 10 (4 /1OO mila)<br />
c. tipologie<br />
CA follicolari (..e varianti)<br />
anaplastici indifferenziati: prognosticamente tra i peggiori in assoluto<br />
da cellule C: rari, danno origine al CA midollare della tiroide (sporadico/familiare)<br />
altre neoplasie (linfomi, sarcomi, metastasi, altro…)<br />
10<br />
sia negli USA che in Europa o in Italia<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 93<br />
multinodulare<br />
>2000g<br />
ipertrofia irregolarmente<br />
distribuita<br />
noduli irregolari<br />
quantità variabile di colloide,<br />
bruna e gelatinosa<br />
noduli vecchi: emorragici,<br />
fibrosi e/o calcifici, con<br />
evoluzioni cistiche
Adenomi<br />
5-10% degli adulti, è sottostimata: per lo più asintomatici, emergono tipicamente per ECO del collo eseguite<br />
spesso per altri motivi; Il rischio di CA è basso in questo contesto, il carcinoma non è l’evoluzione naturale<br />
costante dell’adenoma. Tuttavia la diagnosi di certezza è esclusivamente istologica, per cui va fatta sul<br />
campione chirurgico una volta che sia stato comunque rimosso il nodulo.<br />
- ipo funzionante<br />
- normo funzionante<br />
- iper funzionante ⇒ adenoma tossico: quadro di ipertirodismo; in questo caso sfugge dal controllo<br />
dell’asse ipotalamico ipofisario 11 : nonostante il TSH quasi azzerato c’è comunque<br />
più secrezione di quella che risulterebbe dall’intera ghiandola sana.<br />
Da un punto di vista morfologico abbiamo:<br />
• 3cm medi: ma può superare i 1O ed essere molto più piccolo…<br />
• lesioni ≈ noduli vecchi del multinodulare: con fibrosi, calcificazione, emorragia, cisti…<br />
• varianti: alcune forme riscontrabili occasionalmente:<br />
o adenoma a cellule di Hürthle: quando le cellule sono marcatamente eosinofile, stesso<br />
comportamento.<br />
o ad anello con castone<br />
o a cellule chiare<br />
caratteristiche che fanno DD con il gozzo multinodulare:<br />
• lesione solitaria: emerge dalla superficie di taglio nettamente<br />
• compressione del tessuto circostante sano<br />
• capsula ben formata: è assolutamente fondamentale: la sua integrità in presenza di atipie<br />
marcate fa DD tra un CA follicolare e l’adenoma follicolare.<br />
• follicoli ben demarcati: sono uniformi, nettamente distinguibili dal parenchima non<br />
neoplastico, cosa non vera assolutamente per il gozzo multinodulare.<br />
caratteristiche non comuni che devono far allarmare<br />
• alto indice mitotico ⇒ controllare la capsula per DD con CA follicolare, se non si trova nulla<br />
viene classificato come adenoma follicolare atipico, che vede<br />
sempre una integrità capsulare (!!!!!) e si può accompagnare anche a:<br />
o elevata cellularità<br />
o pleomorfismo nucleare<br />
• papille ⇒ DD con il CA papillare ovviamente<br />
Cisti<br />
Non sono neoplasie, ma è l’1/3 dei noduli; si definisco tali per…<br />
- aspetto eco<br />
- ago aspirato: si rileva liquido all’interno.<br />
Di questo bisognerà fare la citologia ovviamente, spesso scarsamente dirimente tra patologia benigna o<br />
maligna; in ogni caso va fatto<br />
Una volta punta la cisti…<br />
• recidiva (spesso) ⇒ va escissa, assieme al lobo su cui si trova<br />
• non recidiva ⇒ ok.<br />
levotiroxina (⇒ TSH↓↓): si può ottenere una riduzione dei noduli anche del 30%; durante il trattamento<br />
(durata max 6-12 mesi) il pz. va controllato con ECO, se non si riduce, si va alla chirurgia.<br />
11<br />
ne sono esenti in tutto il sistema endocrino solamente pancreas, cellule C e paratiroidi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 94
CA della tiroide<br />
< 1% di tutte le neoplasie maligne, ma la più frequente degli endocrini. È un tumore globalmente a<br />
malignità relativamente bassa, che si associa ad una buona prognosi.<br />
Incidenza di 9 /1OO mila, aumentando con l’età fino a 5O anni (≈ incidenza della pancreatite acuta)<br />
È un carcinoma particolare…<br />
- 2O - 45 anni: prognosi ottima (>8O% a 5 anni), più frequentemente femminile in questa fascia<br />
- sotto / sopra: prognosi infausta, sia per i giovani che per i vecchi.<br />
Il sesso femminile è più colpito (come per tutta la patologia tiroidea), ma i maschi hanno prognosi peggiore<br />
Eziopatogenesi<br />
1. fattore genetico:<br />
a. proto oncogeni: nel 3-5% si associa ad altri tumori<br />
CA midollare, si tratta di un gene dominante ad alta penetranza<br />
b. associato a FAP: morte per CA del colon spesso prima dei 40 anni.<br />
RR = 1OO per CA papillifero, che in genere è silente, quindi è una cosa che<br />
va indagata nei FAP<br />
c. forme familiari: da alterazioni del Chr10<br />
CA papillifero<br />
2. ruolo ormonale: da cui la differenza uomo/donna: le donne in età fertile sono infatti più colpite, e il<br />
rischio è maggiore in<br />
a. pluripare<br />
b. che abbiano allattato di recente<br />
c. con l’avanzare dell’età<br />
3. Risk Factors: Si analizzano i rischi relativi per varie patologie associate alla tiroide<br />
a. nodulo (singolo): 27X<br />
b. gozzo: 8X<br />
c. ipertiroidismo: 4-6X<br />
6,4X dei Graves<br />
4,4X dei gozzi tossici uni nodulari 12<br />
3,9X dei gozzi tossici multi nodulari<br />
d. tiroidite: 2,8X<br />
e. ipotiroidismo: 1,5X ⇒ rischio linfoma in Hashimoto, soprattutto<br />
4. Radiazioni ionizzanti: soprattutto se l’esposizione è infantile –adolescenziale (rischio età – dose<br />
correlato) Per lo iodio spesso la contaminazione avviene attraverso il latte<br />
(erba mucca), i funghi, le verdure..<br />
CA papilliferi: che sono infatti più comuni nei bambini<br />
Istotipi<br />
Non si sono modificati nel tempo più di tanto; i primi tre sono più ben differenziati ed a prognosi migliore.<br />
b. papillifero<br />
c. follicolare prognosi migliore<br />
d. hürthle<br />
e. midollare<br />
f. indifferenziato / anaplastico ⇒ è quello a prognosi peggiore<br />
12<br />
nel plummer il ca risiede in un nodulo satellite freddo contiguo<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 95
CA papillifero (PTC)<br />
È l’85-90% dei carcinomi della tiroide, riconoscibile istologicamente per determinate caratteristiche<br />
• nuclei a vetro smerigliato: è la caratteristica più importante, in quanto a volte la struttura<br />
papillare è assente, mentre questa caratteristica è costante.<br />
- cromatina dispersa<br />
- aspetto otticamente chiaro / vuoto<br />
- pseudo inclusioni: in sezione istologica queste aree vuote (o quasi) creano degli artefatti<br />
per cui sembrano esserci delle inclusioni anche di grosse dimensioni<br />
• corpi psammomatosi: calcifici, sono piuttosto tipici, assieme ai nuclei smerigliati aiutano nelle<br />
diagnosi difficili.<br />
• struttura papillare: sono diverse da quelle del gozzo semplice o multinodulare:<br />
- complesse: eventualmente pluristratificate o con atipie e pleomorfismo nelle cellule<br />
epiteliali, che però nella norma sono abbastanza ben differenziate.<br />
- asse fibrovascolare di sostegno<br />
• metastasi linfatiche: 1/3 dei casi con metastasi linfonodale, sono inusuali le mts ematiche<br />
• varianti: è il motivo per cui i nuclei a vetro smerigliato e i c.pi psammomatosi sono così importanti<br />
a. capsulata: ha prognosi eccellente, chiaramente in quanto tale ha scarsissime potenzialità<br />
infiltrative e metastatizzanti.<br />
b. follicolare: solo i c.pi psammomatosi e i nuclei smerigliati tradiscono queste forme<br />
c. a cellule alte: come dice il nome sono cellule almeno 2 volte più alte che larghe, più comune nei<br />
vecchi, presenta alterazioni genetiche che lo rendono più aggressivo.<br />
d. sclerosante diffuso: comune nei bambini, si presenta come un gozzo più che un nodulo…<br />
stridore al taglio<br />
struttura papillare prevalentemente<br />
simula Hashimoto: fibrosi + infiltrati<br />
morule squamose: aree con nidi di cellule squamose<br />
e. trabecolari ialinizzati: recentemente riconosciuto come CA papillare per via della genetica.<br />
Ha struttura organoide:<br />
nidi e trabecole tumorali allungate<br />
stroma fibrovascolare<br />
aspetto simile ad un paraganglioma<br />
..la prognosi è ottima (> 75% a 5 anni nella fascia d’età media), dipende sempre dalle solite caratteristiche<br />
(invasività, dimensioni, mts, integrità della capsula…).<br />
CA follicolare (FTC)<br />
Si parla più spesso di “lesioni follicolari”, più frequenti in donne di mezza età, includono:<br />
adenoma ⇒ minimamente invasivo, ma che può avere già alterazioni del RAS. Si è detto come<br />
l’adenoma non abbia una naturale evoluzione in CA, però questa comune mutazione<br />
del RAS e l’alta incidenza in zone con deplezione di iodio insospettiscono.<br />
carcinoma ⇒ invasivo (gelato…)<br />
..spesso è impossibile distinguerli anatomopatologicamente, sia alla biopsia che all’esame estemporaneo.<br />
In questo caso l’anatomopatologo restituisce riposte vaghe (lesione follicolare appunto).<br />
• nodulo singolo: da cui la difficile DD con una lesione adenomatosa benigna<br />
• al taglio: grigio-rosa, se presente molta colloide sarà lievemente traslucido;<br />
• diversi gradi di anaplasia<br />
a. struttura quasi normale<br />
b. forme invece anaplastiche, con cordoni o lamine<br />
c. a cellule chiare di Hürthle<br />
Da un punto di vista prognostico hanno un’importanza fondamentale:<br />
analisi scrupolosa della capsula: l’unico modo per definire un CA come minimamente invasivo<br />
invasione vascolare: questo tumore non è linfotropo. Non hanno significato i vasi intra tumorali<br />
CA largamente invasivi: sono quelli con una struttura altamente anaplastica<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 96
Ca indifferenziato anaplastico (ATC)<br />
Tipicamente della donna anziana, più frequente nella donna. La classificazione istologica è difficile: c’è di<br />
solito una distruzione del tessuto normale.<br />
Il pz. tipico è una donna anziana, che può avere storia di gozzo multinodulare (si vedono ancora, p.es in<br />
Austria, Carnia…). La donna nota un improvviso aumento notevole di volume.<br />
Con tecniche immunoistochimiche si è evidenziato come la maggioranza degli ATC a piccole cellule siano<br />
• linfomi: si sospetta questa diagnosi quando il pz. arriva vivo a 5-6 mesi dalla diagnosi<br />
• CA midollari<br />
• FTC poco differenziati<br />
Il riscontro frequente (3O%) di coesistenti foci di CA differenziati (PTC o FTC) evidenzia la possibilità che la<br />
genesi sia quella di una evoluzione da forme meno maligne, appunto.<br />
Si caratterizza per…<br />
1. grande accrescimento: indice mitotico↑<br />
2. metastasi probabili (a distanza o linfonodali)<br />
3. letalità ≈ 100%<br />
4. istologia molto varia, può assumere molti aspetti, o avere dei residui citologici del tumore<br />
differenziato dal quale deriva per de-differenziazione<br />
- cellule giganti<br />
- cellule fusiformi<br />
- miste<br />
- piccole: simili a quelle dei tumori a piccole cellule<br />
Nb: è importante evitare biopsie: si facilita la diffusione del tumore, anche per questo esami come TC ed MRI<br />
sono importanti.<br />
CA midollare (MTC)<br />
È una forma un po’ particolare, rappresenta il 3-15% dei CA tiroidei<br />
• dalle cellule C: come tale è neuroendocrino; queste cellule…<br />
a. < 0,1% della massa tiroidea<br />
b. producono calcitonina, ma il tumore può produrre anche 5HT, ACTH, CEA, VIP…<br />
c. identificazione immunoistochimica; all’e&o comunque sono più larghe delle cellule<br />
follicolari, ed hanno anche altre caratteristiche tipiche.<br />
• sporadico o familiare (20%)<br />
a. sindromi da neoplasia endocrina multipla: MEN-2 (sia a che b)<br />
b. forma familiare del CA midollare<br />
• origine posteriore: difficilmente palpabile, può sfuggire facilmente all’ECO: generalmente laddove<br />
il ricorrente passa sotto il legamento di berry, multifocale e bilaterale.<br />
• nodulo isolato di consistenza dura e dolente<br />
• linfoadenopatia cervicale, è molto linfofilo, nel 90% di quelli palpabili si hanno già metastasi<br />
• grigio nerastro all’interno<br />
• istologia: i caratteri che possono risaltare sono:<br />
a. cellule spindle (come forma)<br />
b. nidi, trabecole o follicoli<br />
c. a piccole cellule anaplastiche<br />
d. depositi di amiloide: rappresentano la calcitonina di troppo, che si deposita nelle zone amorfe<br />
e. iperplasia multicentrica delle cellule C (soprattutto patologie non sporadiche)<br />
La terapia è tipica: una tiroidectomia con resezione linfonodale, se l’intervento è incompleto si accede a<br />
terapie adiuvanti (chemio, radio…). In genere entro poche ore si normalizza la calcitonina.<br />
Follow up con CT e CEA: sopravvivenza a 10 anni del 90% se non metastasi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 97
Paratiroidi<br />
Le paratiroidi sono generalmente 4, spesso con localizzazioni atipiche, la scintigrafia (dopo l’ECO) è il miglior<br />
esame per localizzarle. Il PTH è il principale regolatore del Ca, ed esiste un rapporto inverso tra i due…<br />
• IRC ⇒ ipocalcemia ⇒ iper PTH II<br />
• tumori osteolitici ⇒ ipercalcemia ⇒ ipo PTH II<br />
La struttura normale vede due citotipi fondamentalmente:<br />
cellule principali<br />
o colorazione chiara o scura a seconda della quantità di glicogeno<br />
o poligonali con nucleo rotondo centrale<br />
o granuli secretori contenenti PTH<br />
cellule ossifile<br />
o più grandi, raggruppate in clusters<br />
o acidofile: non granuli secretori ma ricche di glicogeno<br />
o ricche di mitocondri<br />
.. l’organizzazione generale varia con l’età: inizialmente è densa, con cordoni e stroma ben organizzato,<br />
mentre già a 25 anni c.a il 3O% è adiposo; Funzionalmente è svincolata dal controllo ipofisario, il suo<br />
funzionamento è influenzato semplicemente dal calcio, sul quale metabolismo agisce in modo triplice:<br />
1. ⊕ osteoclasti (azione diretta) ⇒ rilascio di Ca dal tessuto osseo<br />
2. ⊕ riassorbimento Ca renale<br />
3. attivazione vit.D<br />
..per effetto cronico del PTH c’è una vera e propria attivazione del turnover osseo, anche della componente<br />
anabolica (osteoblasti).<br />
<br />
Iper PTH primitivo<br />
- primario: per alterazioni intrinseche della ghiandola<br />
- secondario: per IRC, laddove il trattamento dell’IR porta a risoluzione<br />
- terziario: è un secondario inveterato, dove si ha autonomizzazione della ghiandola, stressata dall’IRC<br />
di vecchia data.<br />
Può essere dovuto a:<br />
1. adenoma (85-9O%): più spesso è un nodulo solitario sporadico, ma in c.a il 2O% è familiare:<br />
a. MEN-1: si caratterizza per manifestazioni in 2-3 ghiandole dovute alla disfunzione di un<br />
oncosoppressore. Le neoplasie tipiche sono (oltre le paratiroidee)<br />
- neoplasie enteropancreatiche: VIPomi, insulinomi, gastrinomi…<br />
- adenoipofisi<br />
- corticali surrenali<br />
- carcinoidi: sono nell’intestino anteriore, alias bronchi, timo, tenue<br />
b. MEN-2: racchiude due forme, la A e la B, con diverse mutazioni ed una clinica poco diversa;<br />
- CA midollare tiroideo 2A ⇒ iper PTH I<br />
- feocromocitoma<br />
2B ⇒ ganglioneuromatosi diffusa e habitus marfanoide<br />
- manifestazioni specifiche:<br />
c. ipercalcemia ipocalciurica familiare: dovuta a deficit dei recettori del Ca<br />
2. iperplasia primitiva<br />
3. carcinoma: sono < 5% dei casi, raro.<br />
…la maggior parte di questi quadri è monoclonale, a dire che si tratta effettivamente di una neoplasia. In<br />
alcuni casi l’eziologia risulta genetica (familiare):<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 98
CARCINOMA<br />
• sia manifesto che di difficile DD<br />
• una sola ghiandola<br />
• anche > 10g<br />
• trabecole o noduli capsulati<br />
• INVASIONE & MTS UNICI CRITERI<br />
AFFIDABILI DI DIAGNOSI<br />
• 1/3 recidivano 1/3 mts<br />
Sintomi e Segni<br />
Sempre più rari: ormai con le analisi di routine (Ca, fosfati) si individuano i pzz. prima dello sviluppo della<br />
fase sintomatica per i 2/3 (dati USA), si parla di sintomi quali..<br />
• debolezza muscolare (7O%)<br />
• Artromialgie (5O%)<br />
• Stipsi (3O%)<br />
• Nefrolitiasi<br />
• Poliuria<br />
• alterazioni psichiche (17%)<br />
• ulcera peptica: chiaramente, dal momento che l’ipercalcemia porta ad ipersecrezione acida<br />
..i sintomi sono piuttosto aspecifici, quindi tipicamente la diagnosi non è tempestiva con la semplice clinica.<br />
• laboratorio / indagini strumentali<br />
- iper PTH + ipercalcemia (8,7-1O,2 il Ca 2+ normale)<br />
- calciuria: DD con l’ipocalciuria ipercalcemica familiare<br />
- densometria ossea: su cresta iliaca e spina dorsale, permette di pesare il grado della<br />
malattia magari in pzz. complessi in cui ciò non sia scontato.<br />
- altri ormoni: verificare che non sia una MEN 1 o 2A.<br />
Complicanze<br />
Una prima suddivisione vedeva tumori con due comportamenti tipici distinti:<br />
a. sviluppo rapido, malattia ossea franca<br />
b. sviluppo lento, malattia renale; massa tumorale maggiore…<br />
In ogni caso si parla di complicanze…<br />
ADENOMA<br />
• solitari ± ectopici<br />
• 0,5-5g<br />
• capsula, circoscritto<br />
• cellule principali uniformi<br />
± disposizione follicolare<br />
• nidi ossifili, a volte prevalenti<br />
(adenomi ossifii)<br />
• possibili lievi atipie<br />
(atipia endocrina)<br />
IPERPLASIA PRIMITIVA<br />
• ± tutte le ghiandole<br />
• max 1g tot. ghiandole<br />
• iperplasia cell. pricipali<br />
(diffuso o multinodulare)<br />
• variante a cellule chiare<br />
• isolotti ossifili<br />
1) Renali: sono le più gravi dell’iper PTH..<br />
• pollachiuria<br />
• nicturia<br />
• polidipsia<br />
• nefrolitiasi (3O%): quello principe; siamo sul 5-1O% dei pzz. nefrolitiaci con iper PTH<br />
..le alterazioni lievi sono normalmente funzionali, mentre quelle gravi tendono a rimanere<br />
anche dopo la rimozione delle paratiroidi.<br />
C’è una certa associazione iper PTH – ipertensione, che sembra essere legata all’IR, anche se<br />
poi con la paratiroidectomia si ha un miglioramento nell’ipertensione (5O% c.a) senza un<br />
corrispondente miglioramento della situazione renale.<br />
2) Ossee: mentre un tempo erano quasi le manifestazioni principali ora si attestano solo sul 5-10%<br />
dei pzz. (difatti non sono elencate tra i sintomi più comuni).<br />
• osteoporosi: il depauperamento sottoperiosteo è maggiormente evidente a livello di<br />
ossa della mano (falangi distali) e del cranio<br />
• osteite fibrosa cistica<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 99
Iper PTH secondario<br />
La prima causa è l’insufficienza renale, che agisce su due fronti:<br />
fosfati ↑ per via di una ridotta escrezione<br />
calcio ↓ per via di una ridotta sintesi di vitamina D e dell’effetto dei fosfati<br />
si ha una ghiandola iperplastica che si accompagna a livello sistemico a<br />
- alterazioni ossee<br />
- calcificazioni metastatiche (vasi, valvole.. )<br />
È di gran lunga molto meno comune:<br />
<br />
Ipo PTH<br />
1. chirurgico: rimozione accidentale o dovuta di tutte le ghiandole; può avvenire nell’ambito di una<br />
tiroidectomia o in uno svuotamento del collo scambiandole per linfonodi.<br />
2. assenza congenita: rara sindrome genetica<br />
3. ipo PTH familiare: è l’APS-1 di cui si è già parlato nel contesto del surrene come causa di Addison<br />
(adrenalite autoimmune che determina insufficienza corticale primitiva).<br />
Clinicamente si presenta spesso associata a candidosi.<br />
4. idiopatico: probabilmente autoimmune, si ha atrofia delle ghiandole. Sono rilevati spesso auto Ab<br />
contro i recettori del calcio (CASR).<br />
clinica<br />
irritabilità neuromuscolare / tetania: a causa dell’ipocalcemia che si instaura<br />
o parestesie<br />
o convulsioni / laringospasmo<br />
o s. di Chvostek: spasmo dei mm. mimici percuotendo sullo sfiocca mento del VII<br />
o s. di Trousseau: spasmo carpale comprimendo il manicotto dello sfigmomanometro<br />
stato mentale alterato: instabilità emotiva, depressione, fino ad allucinazioni<br />
cataratta<br />
QT allungato<br />
<br />
Neoplasie del pancreas endocrino<br />
Quelle endocrine sono molto più rare di quelle del pancreas esocrino (
Altre<br />
lipoma: produce VIP<br />
o diagnosi:<br />
livelli di ormone > 250µg /24h<br />
o sintomi<br />
diarrea acquosa, chiaramente accompagnata da..<br />
ipokaliemia<br />
ipocloridria<br />
o localizzazione duodenale<br />
o 50% maligni<br />
o raramente nelle MEN-1<br />
glucagonoma<br />
o cellule α del pancreas<br />
o sintomi<br />
malnutrizione & calo di peso<br />
rush cutaneo: eritema necrolitico migrante (imm)<br />
diabete<br />
o diagnosi<br />
dosaggio di glucagone > 200 pg /mL<br />
o 7O% maligno<br />
somatostatinoma: indovina cosa produce.<br />
o sintomi<br />
calcolosi biliare<br />
steatorrea & diabete: inibisce infatti la secrezione esocrina del pancreas<br />
perdita di peso (insulina↓)<br />
o diagnosi: sempre la stessa… aumentati livelli sierici di ormone<br />
o sede<br />
50% pancreas<br />
50% duodeno<br />
o 7O% maligno<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 101
Cute<br />
epidermide, composta da 4-5 sub strati…<br />
o corneo: la protezione più esterna; è formato dai cheratinociti <strong>morti</strong>, ormai assimilabili a<br />
pacchetti di proteine di tipo fibroso (involucrina e loricrina, principalmente)<br />
o lucido: può non esserci, ed è molto sottile<br />
o granuloso: così detto perché le cellule qui presentano granuli di cheratoialina<br />
o spinoso: troviamo cheratinosomi, diretti agli strati superiori (materiale lipidico), e anche<br />
melanina, che qui viene prodotta<br />
o basale o germinativo: troviamo cellule staminali adulte, atte a generare nuovi elementi<br />
derma: formato da connettivo, ha principalmente funzione di assorbimento di insulti meccanici, e<br />
difatti qui vanno a localizzarsi i meccanocettori (nelle papille).<br />
ipoderma : principalmente formato da tessuto adiposo<br />
In questa struttura di base s’inseriscono elementi molto<br />
importanti:<br />
• Cellule di Langerhans : essendo APC (Antigen<br />
Presenting Cells) sono assolutamente<br />
fondamentali nell’allertare il SI al primo segno di<br />
invasione da parte di elementi esterni.<br />
• bulbi piliferi: sono importanti perché<br />
contengono le staminali in grado di rigenerare la<br />
cute circostante<br />
• ghiandole sudoripare<br />
• melanociti<br />
<br />
Definizioni dei termini<br />
lesioni primarie<br />
Nascono così come sono dalla cute sana:<br />
1) macule: tecnicamente fino a 5-10mm, sono suddivisibili secondo due serie di criteri:<br />
2) chiazze macule > 5-10mm (l’importante è capirsi)<br />
3) pomfi: lesione rilevata transitoria e pruriginosa, con aspetto variabile dal bianco all’eritematoso;<br />
4) papule: lesione rilevata con apice cupoliforme o piano, ∅ ≤ 5mm; Non è transitoria, si tratta di un<br />
ispessimento di diversi strati;<br />
5) nodulo: proprio del derma profondo, interessa quindi il derma in tutta la sua estensione, ma non<br />
l’ipoderma, nel qual caso si parla di dermo-ipodermite.<br />
6) panniculite: sono reazioni infiammatorie che colpiscono il grasso sottocutaneo; si va ancora più nel<br />
profondo, le lesioni sono più grandi (eritema nodosum o contusiforme p.es, che<br />
somiglia ad una contusione ed è un esempio importante).<br />
7) vescicole: lesione a contenuto liquido, < 5mm . Sono diverse dalle bolle, cui differiscono per modo di<br />
formazione e di divisione; se ne riconoscono di due tipi:<br />
a. Reticolari: formantisi per spongiosi: l’eczema comincia a produrre liquido, che forza<br />
i cheratinociti: a partire da un edema si forza l’inclusione tra queste cellule.<br />
b. Parenchimatose: alcuni cheratinociti si gonfiano, si riempiono, e si ha la vescicola.<br />
Come nell’herpes (simplex / zoster)<br />
8) bolle: “vescicole” > 5mm. Un esempio è il pemfigo, che per il fenomeno di Nicolski se premuta la<br />
lesione si espande.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 102
Lesioni Secondarie<br />
1) Croste: conglomerati di siero, sangue e detriti cellulari; derivano da vescicole, bolle, pustole o ferite<br />
2) Abrasioni / erosioni: riguardano l’epidermide al di sopra della membrana basale. Ergo, si ha<br />
restetutio ad integrum, al massimo con un macchia più chiara. Mentre<br />
soluzioni di continuo più fonde daranno guarigione con cicatrice.<br />
Hanno fondamentalmente le stesse derivazioni delle croste, compresi<br />
grattamento e traumi superficiali.<br />
3) Ulcere: vanno più a fondo, sono una perdita di tessuto sottobasale. Hanno natura Infettiva,<br />
Vascolare o Neoplastica.<br />
4) Piaga: simile all’ulcera, per predite di sostanza strette e profonda. Ha maggiori probabilità di<br />
guarigione. Sono dolorose e si localizzano in sede palmo-plantare ed a livello delle pieghe<br />
5) Ragadi: perdite di sostanza strette e profonde, tipicamente in sede palmo plantare, alle pieghe e nelle<br />
areole (tipicamente anali, p.es)<br />
6) Cicatrici: processi di riparazione collagenica in risposta alle perdite di sostanza sottobasali,<br />
presentano varianti patologiche quali:<br />
a. Cicatrice ipertrofica: in genere in persone predeterminate. Dipende anche dalle zone, nel<br />
volte p.es è più difficile. Sono più comuni in schiena e zona presternale.<br />
b. Cheloide: questa formazione dipende anche dalla razza, p.es i neri tendono ad avere cicatrici<br />
più voluminose.<br />
Lesioni primitivo secondarie<br />
Possono essere sia primitive, quindi nascere come tali, che essere secondarie ad una lesione primaria:<br />
1) pustola: raccolta di liquido infetta (ripiena quindi di pus)<br />
I. ⇒ acne, psoriasi.. contengono numerosi granulociti fin dall’inizio.<br />
II. ⇒ vescicola, poi infettata<br />
2) squama: agglomerato di lamelle cornee, dipendentemente dalle dimensioni:<br />
a. pitirisiache: piccole<br />
b. furfuracee: medie<br />
c. lamellari: grandi<br />
termini microscopici<br />
• ipercheratosi: ispessimento corneo, in genere con alterazioni della cheratina<br />
• PARAcheratosi: ipercheratosi con ritenzione dei nuclei fin nello strato corneo, nomale nelle mucose<br />
• DIScheratosi: cheratinizzazione precoce in strati profondi<br />
• ipergranulosi: iperplasia dello strato granuloso, spesso per grattamento<br />
• papillomatosi: rilevatezza della superficie dovuta ad un ipersviluppo delle papille<br />
• acantolisi: perdita di coesione tra i cheratinociti per alterazione dei legami intercellulari<br />
• spongiosi: edema intracellulare intra epidermico<br />
• edema idropico (ballonizzazione): spesso per virosi, edema cellulare degli strati alti<br />
• esocitosi: infiltrato epidermico di cellule immunitarie ed ematiche<br />
• erosione: discontinuità della cute con perdita incompleta dell’epidermide<br />
• ulcerazione: discontinuità della cute con perdita epidermica e spesso con soluzioni di continuo fino al<br />
grasso sottocutaneo<br />
• vacuolizzazione: vacuoli all’interno delle cellule<br />
• lentigginosi: quadro di proliferazione dei melanociti tra le cellule basali<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 103
patologia neoplastica<br />
<br />
Nevi melanocitici e Melanoma<br />
La dizione “melanocitico” è importante per sottolineare l’origine di questa neoplasie benigna (congenita o<br />
acquisita), in quanto il termine generico nevo è inteso a qualsiasi lesione congenita della cute (anche una<br />
voglia p.es).<br />
morfologia<br />
Normalmente i melanociti si rilevano in nidi (aggregati) a livello della giunzione dermo epidermica assieme<br />
alle cellule di Langerhans, che però non concorrono alla formazione dei nevi.<br />
Sono lesioni ancora benigne: difatti queste cellule vanno incontro a maturazione, che ha un senso opposto a<br />
quello dell’epidermide e che fondamentale nella DD con il cancro:<br />
NEVO GIUNZIONALE E<br />
COMPOSTO<br />
• nidi epidermici<br />
(giunzionale)<br />
• nidi e cordoni dermici<br />
(composto)<br />
• ancora maturazione<br />
• benigni<br />
screening<br />
Le caratteristiche da tenere sempre d’occhio sono il famoso ABCDE<br />
A. simmetria<br />
B. ordi ⇒ meglio se regolari, anche se magari non per forza circolari. L’importante è che non<br />
devono essere sfilacciati.<br />
C. olore ⇒ il colore nero intenso oppure variegato anche con aree acromatiche è particolarmente<br />
preoccupante<br />
D. imensioni ⇒ soprattutto le modificazioni, di solito sono lesioni > 10mm<br />
E. voluzione ⇒ più grandi ⇒ più melanociti ⇒ più possibilità di evolvere<br />
varie forme di nevi nevocellulari<br />
NEVO DISPLASTICO<br />
• > 5mm<br />
• bordi irregolari e<br />
pigmentazione variabile<br />
• nidi giganti / fusi<br />
• atipie nucleari<br />
• rimpiazzo dello strato<br />
basale con singole<br />
cellule neviche<br />
MELANOMA<br />
• precoce (crescita radiale)<br />
• tardivo (crescita verticale)<br />
• > 10mm (di solito)<br />
• A B C D E<br />
nevo blu: spesso confuso con melanoma, c’è infiltrazione del derma non a nidi, associata a fibrosi<br />
⇒ DD con melanoma<br />
nevo di Spitz: con crescita follicolare, presenta cellule grandi, tondeggianti, con citoplasma<br />
rosa/blu e cellule fusiformi.<br />
⇒ DD con emangioma<br />
nevo alone: identico al nevo acquisito, presenta un infiltrato linfocitario circostante dovuto ad una<br />
reazione immunitaria.<br />
<br />
Melanoma<br />
Risk factors<br />
1) Fototoipi I-II secondo Fitz Patrick (albini e caucasici che tendono a scottarsi)<br />
2) scottature solari, soprattutto nell’adolescenza, soprattutto se reiterate<br />
3) casi di melanoma in famiglia: sindrome del nevo displastico, dove si hanno numerosi nei piuttosto<br />
grossi e dalla costituzione irregolare. Esistono mutazioni genetiche, la<br />
più comune è quella del gene CDKN2-A, che impedisce normalmente la<br />
divisione cellulare. Il danno al DNA deriverebbe proprio dai raggi UV.<br />
4) presenza di nei, soprattutto se ve ne sono molti displastici, o molti comuni (per semplice matematica)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 104
morfologia<br />
È importante dividere le due fasi radiale e verticale: la prima perdura anche a lungo, impiega diverso tempo<br />
prima di diventare invasivo:<br />
crescita radiale: in questa fase il melanoma è superficiale, per un tempo prolungato si espande<br />
orizzontalmente lungo i confini dermo epidermici<br />
o pattern diversi:<br />
- lentigo maligna<br />
- superficial spreading<br />
- lentigginosi acrale<br />
o non in grado di metastatizzare<br />
o superficie relativamente piana della lesione (macroscopicamente)<br />
crescita verticale: quando avviene questa evoluzione si hanno importanti cambiamenti; la natura e<br />
l’estensione della crescita verticale determinano il comportamento biologico del<br />
melanoma maligno.<br />
o nodulo: clinicamente si ha la comparsa di una componente nettamente rilevata<br />
o cloni metastatizzanti: la probabilità di questo evento è correlata a<br />
- semplice thickness: è il parametro che definisce il T della stadiazione AJCC, e<br />
correla in modo importante con la sopravvivenza a 1O anni:<br />
96% fino a 0,5mm<br />
89% fino a 1mm<br />
80% fino a 2mm<br />
65% fino a 3mm<br />
54-57% oltre i 3mm<br />
- ulcerazioni: un’altra caratteristiche che influenza il punteggio T (per ogni grado<br />
la presenza di ulcerazione definisce la lesione come b (T1b, T2b etc…)<br />
- indice mitotico: ovviamente meglio se basso <br />
- entità dell’infiltrato immunitario: meglio se abbondante <br />
o cellule più atipiche: più grandi, ampi nuclei irregolari, cromatina addensata e<br />
nucleoli prominenti<br />
…oltre a quelli già citati sono prognosticamente importanti anche il sesso e la localizzazione del melanoma<br />
(tronco / estremità).<br />
<br />
Cheratoacantoma<br />
È una lesione che può simulare un CA squamocellulare, in quanto<br />
insorge in individui >50 anni su cute foto esposta e si presenta<br />
clinicamente come una lesione rilevata cupoliforme di colore roseo con<br />
una depressione centrale.<br />
Predilige la cute del viso e del palmo delle mani.<br />
morfologia<br />
Alcuni sostengono che sia una forma di CA squamocellulare che<br />
regredisce grazie alla reazione dei tessuti circostanti, che ne limitano la<br />
crescita e in ultima analisi grazie all’infiltrato infiammatorio lo fanno<br />
regredire, appunto. Si caratterizza per:<br />
cratere centrale cheratinizzato, che appare depresso rispetto il tessuto circostante<br />
cellule epiteliali proliferanti ai margini del cratere che ne compongono i margini rialzati<br />
o citoplasma eosinofilo a vetro smerigliato<br />
o assenza di uno strato granuloso: si ha brusca cheratinizzazione determinata<br />
dall’infiltrazione da parte delle cellule delle ff. elastiche e<br />
collagene che poi rimangono inglobate.<br />
reazione stromale: intensa, si realizza come fibrosi ed infiltrato infiammatorio importante<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 105
CA squamoso<br />
I risk factors più importanti comprendono l’esposizione solare e i cancerogeni chimici (tra i quali sostanze<br />
industriali, tabacco, betel…).<br />
In genere sono diagnosticati ancora piccoli e raramente arrivano a dare mts per fortuna; si distingue tra la fase<br />
superficiale (in situ) e quella profonda (invasiva):<br />
CA in situ: è una placca a margini netti rossa e squamosa superficialmente.<br />
o limitata alla MB ovviamente<br />
CA invasivo: assume un aspetto nodulare<br />
o ipercheratosi<br />
o ulcerazioni<br />
o leucoplachia (lesioni mucose)<br />
o atipia nucleare a tutti i livelli: importante, sono ingranditi e chiari, caratterizza la lesione a<br />
tutto spessore<br />
o ± focolai necro emorragici<br />
o anaplasia variabile<br />
istologia quasi normale, con cellule poligonali squamose in lobuli ordinati e con aree<br />
cheratinizzate<br />
discheratosi: cheratinizzazione precoce in strati profondi<br />
eventualmente cellule talmente anaplastiche da richiedere l’immunoistochimica per<br />
capirne l’origine.<br />
<br />
CA basocellulare<br />
Ha gli stessi risk factor del CA squamoso, ma l’aspetto e il comportamento variano; comunque in genere sono<br />
tumori che vengono presi abbastanza precocemente senza dare così spesso mts o diffusione sistemica.<br />
C’è anche un’eziologia genetica nella sindrome del nevo basocellulare dove si hanno diversi di questi CA<br />
nelle fasi iniziali della vita associate a numerosa altre alterazioni ad altri organi<br />
papule traslucide con capillari sub epidermici prominenti e dilatati<br />
± melanina: possono somigliare ad un melanoma tanto da dover fare DD<br />
ulcus rodens: caratteristica tendenza (raramente manifestata per fortuna) ad andare in profondità, si<br />
realizza in < 5% dei casi, nel 90% è nodulare, ed appare appunto come una papula<br />
traslucida.<br />
istologia: sono cellule che somigliano a quelle dello strato basale della cute, possono cresceere<br />
secondo due pattern distinti in particolare:<br />
o crescita multifocale: origine dall’epidermide con estensione laterale (cm 2 )<br />
o crescita nodulare: origine dermica profonda<br />
corde e isole cellulari ± basofile con nuclei ipercromatici<br />
matrice mucinosa<br />
fibroblasti e linfociti sparsi<br />
stroma retratto attorno ai nidi: in questo pattern lo stroma attorno al nodulo è<br />
importante per la DD in quanto fornisce spzz. otticamente vuoti<br />
cellule radialmente a palizzata circondano il nodulo<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 106
Tumori Vascolari dermici<br />
Tutti i vari tumori vascolari si possono realizzare ovviamente anche a livello del derma o della cute:<br />
emangiomi capillari: benigni, sono assolutamente i più frequenti a livello cutaneo, devono essere<br />
ben differenziati da:<br />
o iperplasia vascolare dermica<br />
o proliferazioni reattive: come i granulomi piogenici<br />
o proliferazioni vascolari multifocali non regolate<br />
o angiosarcomi<br />
nevo flammeo / vino porto: può essere localmente invasivo<br />
Kaposi: già trattato<br />
emangioma sclerosante<br />
<br />
Micosi fungoide / s. di Sézary<br />
(linfoma cutaneo a cellule T)<br />
Fa parte dei tumori delle cellule migrate a livello cutaneo; Sono due manifestazioni di neoplasie di Tcells<br />
CD4 + che interessano preferenzialmente la cute:<br />
morfologia<br />
1. micosi: localizzata alla cute, può rimanere locale ed isolata anche per<br />
anni; ci sono tre fasi:<br />
a. premicotica: macule rosso brunastre squamose<br />
b. placche: desquamanti, vanno in DD con psoriasi e noduli<br />
funogoidi (immagine)<br />
c. tumorale: placche eritematose rialzate indurite e delineate in<br />
modo irregolare; da questa fase in poi si ha un<br />
coinvolgimento..<br />
- leucemico<br />
- linfonodale<br />
- midollare<br />
2. s. di Sézary o eritrodermia esfoliativa generalizzata: si ha con la<br />
presenza di T maligne nel sangue (immagine)<br />
In sostanza le cellule di Sézary si rilevano a livello di:<br />
L’elemento più caratteristico sono le<br />
cellule di Sézary, alias linfociti T con una<br />
membrana nucleare caratteristicamente<br />
ripiegata e cerebriforme, che poi in<br />
realtà nelle lesioni avanzate (noduli) va<br />
persa, in quanto aumenta il livello di<br />
anaplasia;<br />
• placche (epidermotropismo)<br />
• infiltrati a banda nel derma superficiale<br />
• microascessi di Pautrier: una forma di invasione dell’epidermide sotto forma di piccoli aggregati<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 107
Dermatosi infiammatorie croniche<br />
<br />
Psoriasi<br />
È una dermatite eritemato squamosa sempre pustolosa (anche se micro), che dà spesso lesioni simmetriche,<br />
tondeggianti e ben definite;<br />
Si localizza preferenzialmente a livello di:<br />
- pieghe di gomiti e ginocchia<br />
- cuoio cappelluto<br />
- area lombosacrale<br />
- regione interglutea<br />
- glande<br />
- aree prima traumatizzate (segno di Koebner)<br />
..epidemiologicamente è una patologia prettamente caucasica (american europea) che si attesta attorno al<br />
2% della popolazione, sconosciuta tra indiani del nord America ed eschimesi.<br />
eziopatogenesi<br />
È immunologicamente mediata: dipende dai linfociti T infiltrati nel derma: si ha un meccanismo<br />
immunologico che aumenta il turnover dei cheratinociti (di tutti gli strati), che dà una paracheratosi<br />
(cellule cornee nucleate), che nella psoriasi si definisce vera: cioè si ha l’assenza dello strato granuloso.<br />
La malattia ha decorso variabile, cronico recidivante, e si può manifestare con diverse modalità:<br />
Tipo 1: elevata familiarità, esordio < 4O anni, evoluzione in forma generalizzata (più grave)<br />
Tipo 2: familiarità modesta, esordio >6O anni, decorso benigno ⇒ HLA - CwO6O2<br />
..inoltre sono riconosciuti come fattori scatenanti dosi eccessive di UV (una moderata esposizione al sole<br />
allevia la patologia), stress, alcol, alcuni farmaci…<br />
Sembra a questo punto importantissimo il ruolo del TNF (dimostrato in terapia dall’efficacia degli anti-TNF)<br />
che fa parte di una cascata di citochine scatenata dalla reazione prima dei TCD4 + e poi TCD8 + .<br />
morfologia<br />
Le lesioni sono piuttosto caratteristiche:<br />
aumentata velocità del turnover cellulare (37 ore vs 450)<br />
acantosi (ispessimento epidermico) con aumento del numero di mitosi<br />
paracheratosi vera: con annullamento dello stato granuloso, piuttosto caratteristico<br />
allungamento regolare delle papille dermiche: molto tipico è l’assottigliamento pronunciato<br />
dell’epidermide a livello dell’apice delle papille<br />
neoangiogenesi: da cui il segno di Auspitz: un micro sanguinamento diffuso alla rimozione<br />
delle placche, molto caratteristico.<br />
ascessi di MUNRO: pustole sterili<br />
(paracheratosi) che si<br />
risolvono col cortisone<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 108
Lichen<br />
È una patologia autolimitate nel giro di 2 anni (lascia le aree colpite più chiare del normale), non evolve in<br />
senso neoplastico a parte che a livello mucoso dove sono stati descritti dei casi.<br />
Si tratta di papule appiattite:<br />
• lesioni multiple di solito simmetriche<br />
• ± confluenza in placche<br />
• strie di Wickham all’interno (formazioni lineari o puntiformi biancastre)<br />
= aree di ipergranulosi<br />
• localizzazioni tipiche:<br />
o polsi<br />
o gomiti<br />
o glande<br />
o cavo orale (mucosa): nel 7O%<br />
o aree prima traumatizzate (fenomeno di Koebner = psoriasi)<br />
..l’eziologia è ignota, probabilmente una reazione autoimmune mediata da Ag<br />
rilasciati a livello degli strati basali, come si può evincere dall’infiltrato di<br />
linfociti presente e dall’ipertrofia delle cellule di Langerhans.<br />
morfologia<br />
infiltrato denso e continuo di linfociti a livello della giunzione dermo<br />
epidermica<br />
o cheratinociti basali necrotici e con tendenza alla squamatizzazione<br />
o giunzione dermo epidermica a dente di sega<br />
corpi colloidi o di Civatte: cellule necrotiche anucleate incorporate nel derma papillare flogistico, che<br />
sono in realtà visibili anche in altre forme di dermatiti croniche.<br />
iperplasia o atrofia epidermica<br />
o ipergranulosi (ispessimento dello strato granuloso)<br />
o ipercheratosi (dello strato corneo)<br />
<br />
LES<br />
Malattia infiammatoria multi sistemica ad etiologia sconosciuta,<br />
caratterizzata da estremo polimorfismo clinico e da presenza di differenti<br />
autoanticorpi, alcuni dei quali capaci di causare danno diretto citotossico<br />
altri invece partecipanti alla formazione di immunocomplessi.<br />
⇒ è la connettivite autoimmune sistemica per eccellenza, di tipo Ab mediato. I suoi effetti potenzialmente<br />
sono a livello sistemico, multi organico, potendo dare sintomi e ripercussioni a tutti i livelli.<br />
E’ una patologia poco diffusa, più presente nelle femmine. Spesso non si hanno condizioni cliniche<br />
specifiche e chiare, inizialmente: si parla di connettiviti indifferenziate, che magari possono aver avuto<br />
pleuriti, artriti, o comunque sintomi generalizzati o clinicamente abortivi, cioè che hanno evidenze di reattività<br />
autoimmune, infiammazione, ma non ancora ben definita.<br />
Epidemiologicamente nel LES si ha<br />
• prevalenza = 1O-4O / 1OO mila<br />
• incidenza = 2-8 / 1OO mila<br />
!"#$%&''<br />
(!!('<br />
)(##"('<br />
*+!(,%'<br />
-%"'.+!/"<br />
Questi dati sono piuttosto precisi, in quanto per ricevere le cure adeguate queste persone sono esenti da ticket<br />
nel servizio sanitario, cosa che richiede una certificazione dello stato di malattia.<br />
- uomo ⇒ sviluppo tipicamente o infantile o tardo<br />
- donna ⇒ in ragione probabilmente di regimi ormonali diversi: 1O - 3O anni<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 109
Patogenesi del LES<br />
Geni di Suscettibilità: molteplici, usualmente. La componente genetica è valutata al 25% (gemelli)<br />
Fattori Scatenanti: ambientali probabilmente, è quello il trigger<br />
Ridotta clearance di<br />
immunocomplessi<br />
Corpi Apoptotici: ovviamente pesa in seguito a danni tissutali ed all’infiammazione. Quello<br />
che succede quindi è la persistenza di elementi che potenzialmente<br />
potrebbero dare fenomeni di sensibilizzazione, soprattutto di elementi<br />
nucleari; questo stimolo antigenico persiste dà il tempo al SI di<br />
sviluppare una risposta<br />
⇒ risposta immune abnorme (profilo TH2 alias umorale)<br />
• linfociti B o T iperattivati<br />
• non adeguati meccanismi regolatori: fattori del complemento (C3…) o altri meccanismi<br />
• Perdita di tolleranza immunologica<br />
Clinica<br />
La cute è colpita nell’8O% dei casi, quindi è più o meno una costante; A prescindere dalla singola lesione una<br />
caratteristica comune è la fotosensibilità, che determina (soprattutto d’estate) reazioni violente, anche nel<br />
giro di 1O minuti, invece che di ore come nelle persone normali.<br />
1. Rash malare: non è solo eritema, è una forma dermatitica<br />
vera e propria, che si approfonda negli<br />
strati cutanei e provoca tumefazione.<br />
Tipicamente nel lupus viene sempre<br />
risparmiato il solco naso genieno (a lato<br />
dalla pinna nasale). Non sono lesioni che<br />
lascino cicatrizzazioni<br />
2. lesioni a coccarda: tipiche di zone fotoesposte: che diventano col<br />
tempo più aggressive, durature e profonde.<br />
• area centrale che va rischiarandosi<br />
• periferica più segnata<br />
3. LED (lupus discoide): è una forma limitata alla cute, istologicamente<br />
si rilevano alterazioni solo nelle zone lese. Si tratta di<br />
una patologia leggermente diversa, cronica, che vede<br />
lesioni..<br />
• molto in profondità: fino anche a distretti sotto<br />
dermici, ipocutanei, che<br />
portano a lesioni veramente<br />
importanti<br />
• cicatrizzazioni con conseguenti ripercussioni<br />
deturpanti: soprattutto se sono a<br />
livello di naso o di zigomi…<br />
4. Lupus Prufundus: si ha un aspetto cellulitico a livello della<br />
cute, con lesioni piuttosto profonde.<br />
5. Alopecia: il paziente perde i capelli in aree circoscritte a causa dell’eritema, che porta alla sclerosi<br />
irreversibile dei bulbi piliferi. È riferibile a tutti gli annessi cutanei.<br />
6. Lesioni Mucositiche: si tratta di afte, con lesioni crateriformi molto dolorose, e di lunga e difficile<br />
risoluzione (tramite antibiotici e cortisone).<br />
7. Manifestazioni ischemiche cutanee: p.es si può avere annerimento (necrosi) a livello ungueale o peri<br />
ungueale, si parla tipicamente di escara: sono danni di tipo<br />
microtrombotico, ischemico. Si possono avere ulcere cutanee in esisti di<br />
trombosi venose recidivanti.<br />
8. Livaedo Reticularis: cute di tipo “marmoreo”, con disegni simili alle nervature del marmo. Sono danni<br />
infiammatori sul versante vascolare.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 110
morfologia<br />
La biopsia spesso è necessaria per confermare l’origine di certe lesioni, magari precoci:<br />
infiltrato: importante, in diverse sedi:<br />
giunzione dermo epidermica o dermato follicolare<br />
periannessiale: p.es attorno ai bulbi piliferi che risultano atrofici<br />
grasso sottocutaneo: in questo caso di parla di lupus profondus<br />
vacuolizzazione a livello degli strati basali<br />
epidermide assottigliata o atrofica con<br />
perdita delle papille<br />
ipercheratosi<br />
ispessimento PAS+ della MB<br />
lupus band test: è un esame a fluorescenza che usa Ab anti Ig, si individueranno gli IC che nelle<br />
forme di LES classico saranno<br />
diffuse anche alle aree non<br />
direttamente lesionate, nel LED<br />
(discoide) saranno solo delle<br />
lesioni.<br />
<br />
Infezioni<br />
<br />
Verruche volgari<br />
Com’è ovvio sono lesioni determinate da diversi tipi di HPV, e le diverse lesioni sono associate ad HPV<br />
diversi; in particolare sono importanti quelli genitali (16, 18) perché danno luogo a carcinomi. Per quanto<br />
riguarda la cute le lesioni sono benigne e regrediscono spontaneamente in 6mesi – 2anni;<br />
Si localizzano prevalentemente a livello di:<br />
- dorso delle mani<br />
- zona periungueale<br />
- pianta dei piedi<br />
Ci sono diversi tipi di verruche a livello clinico:<br />
volgare<br />
papule bianco - grigiastre<br />
± rilevate in genere
Mollusco contagioso<br />
È un poxvirus della stessa famiglia del vaiolo, probabilmente è il virus dimensionalmente<br />
più grande in natura (>3OO nm), si può prendere anche in piscina, è piuttosto contagioso.<br />
Si hanno clinicamente lesioni multiple, che prediligono:<br />
- tronco<br />
- aree anogenitali<br />
..si presentano come papule rosee ..<br />
• dure<br />
• pruriginose<br />
• < 1 cm con rare forme giganti che possono toccare i 2cm<br />
• ombelicate: dal centro ombelicato può essere rilasciato un materiale simil caseoso<br />
che analizzato con colorazione Giemsa è in genere diagnostico<br />
Non c’è terapia medica, solo rimozione chirurgica; all’analisi istologica si nota:<br />
iperplasia verrucosa a forma di coppa<br />
corpo del mollusco: patognomonico, è un’inclusione cyt ellissoidale omogenea contenente virioni<br />
che appare in E&E diverso a seconda dell’area in cui lo si osserva:<br />
strato granuloso: contesto blu-porpora, appare eosinofilo<br />
strato corneo: contesto rosso, appaiono con un alone rosso-blu pallido<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 112
Sistema Muscolo Scheletrico<br />
L’istologia e anatomia del tessuto maturo è importante quanto il suo processo di sviluppo, regolato da delicate<br />
fasi preordinate.<br />
Il sistema scheletrico è formato da 206 ossa che in condizioni normali vanno incontro a mineralizzazione<br />
mediata dalla formazione di cristalli di idrossiapatite (prima si parla di osteoidi), il tutto è orchestrato da una<br />
serie di citochine che controllano l’attività della componente cellulare (BMP, FGF, PDGF, TGF-β):<br />
• osteoblasti: generano dalle cellule osteoprogenitrici che si trovano ravvicinate alle superfici<br />
ossee, durano c.a 3 mesi e depongono nuovo tessuto osseo.<br />
• osteociti: sono le cellule in assoluto più abbondanti dell’osso, contenute in cripte rigide<br />
all’interno del tessuto comunicano tra loro tramite prolungamenti citoplasmatici che<br />
percorrono i canali ossei interposti.<br />
• osteoclasti: come si sa generano dalle cellule ematopoietiche mielo monocitiche su<br />
stimolazione di citochine:<br />
o IL-1 o 6, RANK (famiglia TNF), che contattano il RANK-L, dando il via alla genesi<br />
dell’osteoclasta<br />
o osteoprotegerina: azione inversa, è un falso recettore per il RANK e impedisce la<br />
formazione degli osteoclasti.<br />
… durano c.a due settimane, formando uno spazio extracellulare serrato<br />
comparabile ad un lisosoma secondario che comincia a solubilizzare i cristalli<br />
dell’osso formando una lacuna (di Howship).<br />
• proteine dell’osso: comprendono il collagene-1, che costituisce il 90% della componente<br />
organica. Può dare origine a due matrici (che poi ossificano):<br />
o reticolare: della primissima ossificazione del neonato o del processo normale di<br />
guarigione di una frattura; è una struttura ossea che ha pari resistenza in<br />
ogni direzione, quindi ottima in un primo momento. Esclusi neonato o<br />
fratture, è sempre patologica.<br />
o lamellare: la forma definitiva di calcificazione, più resistente lungo determinate linee<br />
di tensione. Esistono 4 diversi tipi di osso lamellare.<br />
ossificazione<br />
Ne esistono di due tipi fondamentalmente:<br />
encondrale: quella della cartilagine delle ossa lunghe: si ha un’ossificazione che inizia a livello del<br />
periostio, centralmente nella diafisi dell’osso, ed a livello delle epifisi, così che si forma<br />
la fisi cartilaginea, fondamentale per l’accrescimento.<br />
intramembranosa: p.es delle scapole e della scatola cranica: si ha direttamente ossificazione della<br />
superficie a partire da una matrice fibrosa di origine mesenchimale. È una forma di<br />
crescita per apposizione.<br />
<br />
Patologia dello sviluppo (congenita o acquisita)<br />
Si parla in generale di<br />
- disostosi quando c’è un’alterazione morfogenetica (dei geni così detti Homebox), e sono relativi alla<br />
migrazione delle cellule mesenchimali<br />
- displasie: quando ci sono alterazioni del metabolismo osseo che determinano una patologia di tutte le<br />
ossa (in generale del tessuto).<br />
<br />
Osteogenesi imperfecta<br />
(malattia delle ossa di vetro)<br />
Ci sono 4 tipi di osteogenesi imperfecta, più o meno gravi. Si ha in comune un deficit di collagene I: in<br />
pratica quantità troppo scarse di osso con<br />
- assottigliamento della corticale<br />
- rarefazione delle trabecole (una forma di osteoporosi diciamo)<br />
- focolai di osso reticolare ipercellulare (in alcune forme particolari)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 113
..le tipologie fenotipiche sono anche molto diverse: dal tipo I con morte perinatale e fratture multiple già in<br />
utero, al tipo II con durata di vita normale ma un numero esagerato di fratture durante la pubertà. Inoltre<br />
si hanno:<br />
• sclere blu per trasparenza della coroide a partire da una sclera troppo sottile<br />
• perdita dell’udito: per un deficit misto NRS e TR dovuto a difetti ossei<br />
dell’orecchio medio e interno del tutto paragonabili a quelli<br />
dell’otosclerosi<br />
• imperfezioni dentarie: piccoli, mal formati, blu giallastri per deficit di dentina.<br />
<br />
Osteopetrosi<br />
(malattia delle ossa di marmo)<br />
In questo caso si ha un deficit di riassorbimento osseo, si ha un deficit di funzione degli osteoclasti, che<br />
portano a mancato turnover e rimodellamento osseo:<br />
varietà autosomiche dominanti (I e II): sono benigne o quasi, nel senso che non provocano mortalità<br />
perinatale, ma semplici fratture ricorrenti che portano alla<br />
diagnosi tramite l’RX:<br />
deformità a fiasco delle diafisi: che sono rigonfiate a bulbo<br />
difetti dei nn cranici e anemia lievi<br />
da deficit di anidrasi carbonica II: l’AC serve per acidificare e formare la zona di riassorbimento<br />
(lacune): senza AC questo non è possibile e gli osteoclasti non<br />
possono solubilizzare i cristalli.<br />
varietà maligna infantile: è autosomica recessiva, mortale in epoca perinatale, con<br />
fratture<br />
anemia & infezioni ricorrenti ⇒ a causa del deficit emopoietico nonostante l’emopoiesi<br />
extramidollare caratteristica (splenomegalia !)<br />
idrocefalo<br />
problemi ai nn cranici (pzz. sopravvissuti)<br />
morfologia<br />
Rilievi tipici e in genere ben visibili:<br />
o canale midollare assente, sostituita dalla persistenza di spongiosa primaria<br />
o deformità a fiasco: con rigonfiamento ad ampolla delle estremità<br />
o osso reticolare che persiste, in quanto non viene rimodellato<br />
o n° di osteoclasti ± conservato: dipendentemente dalla variante, ma spesso può essere<br />
conservato.<br />
terapia<br />
Siccome gli osteoclasti derivano da cellule ematopoietiche mielo monocitiche, trapianti di midollo si sono<br />
rivelati in certi casi utili a indurre rimodellamento osseo.<br />
<br />
Acondrodisplasia<br />
È una mutazione dell’FGFR-3 (fibroblast GF receptor) che determina una gain of<br />
function;<br />
3)<br />
spesso<br />
facies<br />
è<br />
acondroplasica:<br />
sporadica, ma<br />
dei<br />
se è<br />
soggetti<br />
familiare<br />
che<br />
si<br />
presentano<br />
presenta<br />
questo<br />
con un<br />
tipo<br />
pattern<br />
di nanismo<br />
dominante; Fenotipicamente si presenta con:<br />
(eng. Achondroplasia); è determinata da un difetto di<br />
arti corti: per il deficit di ossificazione sviluppo condrocitario encondrale: durante a livello la crescita, di cartilagine infatti, di le<br />
ossa della base cranica subiscono un rallentamento<br />
accrescimento con ossa lunghe accorciate e ispessite, in<br />
nello sviluppo, mentre le ossa della volta cranica si<br />
particolare nel segmento prossimale.<br />
accrescono normalmente<br />
tronco normale<br />
- manifesta disarmonia strutturale<br />
facies acondroplastica: con faccia grande, bozze frontali, naso a sella;<br />
- fronte convessa e sporgente<br />
nella pseudo acondrodisplasia la faccia è<br />
- naso infossato, piccolo e tozzo.<br />
normale.<br />
lordosi lombare esagerata<br />
! alterazioni della cute e del sottocutaneo<br />
1) facies ippocratica: rientra anche in questa classificazione perché caratterizzata anche da<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins<br />
- disidratazione<br />
114<br />
- deplezione di grasso<br />
2) facies nefritica: si ha appunto nella sindrome nefrosica, caratterizzata da proteinuria, in particolare
Osteoporosi<br />
Patologia da aumentata porosità ossea con perdita di massa ossea che può essere:<br />
localizzata: p.es da immobilizzazione di un arto: la tensione sui tendini è uno stimolo chiave per il<br />
trofismo del tessuto osseo, da cui anche l’effetto protettivo dell’attività fisica.<br />
diffusa: come malattia metabolica dell’osso<br />
post menopausale: per il deficit estrogenico nei 3O-4O anni dopo la menopausa con un ritmo<br />
del 2-9% all’anno si può arrivare a perdere il 35-4O% della massa con<br />
fratture patologiche i c.a il 50% delle donne. Si parla di osteoporosi ad<br />
elevato turnover, in quanto si realizza un’iperattività osteclastica<br />
scompensata da una risposta blastica non sufficiente.<br />
da inadeguato apporto di Ca 2+ : tipico delle ragazze, che a differenza dei maschi tendono ad<br />
avere una dieta povera di calcio proprio nel periodo di<br />
rapido accrescimento che porta ad un calo del picco di<br />
massa ossea tipico dei giovani adulti.<br />
senile: è fisiologico perdere c.a lo O,7% annuo, si para di individui extra 4O enni.<br />
Si nota infatti un ridotto potenziale replicativo e biosintetico degli osteoblasti a partire<br />
da questa età. È quindi una forma classificata come a basso turnover.<br />
iatrogena: da farmaci, in primis i glucocorticoidi, da cui la necessità di co-trattare questi pzz.<br />
con difosfonati nelle terapie croniche.<br />
morfologia (forme diffuse)<br />
Tende ad essere colpito tutto lo scheletro, ma certi segmenti di più:<br />
- elevate aree di superficie (osteoporosi post menopausale): come la p.te spongiosa dei<br />
corpi vertebrali<br />
- trabecole: che si assottigliano fino a scomparire, riversando i carichi meccanici su<br />
quelle residue, che cedono dando luogo a fratture.<br />
… caratteri tipici della forma senile:<br />
- corticale assottigliata: per il riassorbimento endostale e sottoperiosteo.<br />
- sistemi Haversiani dilatati: fino al punto, nei casi più gravi, di avere un osso<br />
corticale assimilabile a quello spongioso<br />
clinica<br />
Per una diagnosi precoce (cioè prima dell’evidenza all’RX con il 35-40% della massa persa) si esegue con<br />
densitometria ossea o TC quantitativa, questo perché sono comuni<br />
… nell’ottica di evitare questo la terapia è su più fronti:<br />
- attività fisica<br />
- Ca 2+ e vit. D<br />
- estrogeni<br />
- difosfonati e PTH<br />
<br />
malattia di Paget<br />
(osteite deformante)<br />
• fratture: soprattutto di colonna lombare, bacino, collo femorale<br />
• complicanze delle fratture: come embolia polmonare o polmonite<br />
Si tratta di una patologia che si pensa abbia origini infettivo - infiammatorie come inizialmente postulato dal<br />
suo scopritore nel 1876, si caratterizza per la presenza di tre fasi successive:<br />
1. osteolitica: insorge tipicamente in piena età adulta<br />
2. mista clastica – blastica: con predominio blastico, con quindi deposizione ossea ed aumento<br />
della massa, che però ha caratteri anarchici e disordinati, così che il<br />
nuovo osso è architetturalmente inefficiente.<br />
3. di esaurimento osteosclerotico dove si ha un “ristagno” di attività.<br />
Colpisce prevalentemente la popolazione bianca anglofona (ENG, USA, NZ…) e i francesi; un’ipotesi con<br />
evidenze non ancora definitive è quella di un’infezione lenta da paramyxovirus (≈ leucoencefalite<br />
sclerosante subacuta) che determina elevati livelli di IL-6 che agisce come il M-CSF.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 115
morfologia<br />
Si sviluppa come un processo focale con variazioni notevoli a seconda delle diverse sedi:<br />
osteoclasti giganti: con anche 50-100 nuclei contro i 10-12 normali, determinano la presenza di<br />
numerosissime lacune di riassorbimento<br />
osteoblasti prominenti (fase II): ricoprono l’osso a discapito dei clasti. Depositano …<br />
osso lamellare a mosaico: si ha produzione di osso ad unità lamellari coerenti intrinsecamente ma<br />
orientate casualmente tra loro. La deposizione può anche essere<br />
inizialmente reticolare poi rimodellata.<br />
midollo adiacente alla superficie formante osso formato da connettivo lasso molto vascolarizzato e<br />
ricco di cellule osteoprogenitrici, che poi a termine del processo si riconverte in midollo<br />
normale.<br />
shunt arterovenoso: si può avere una tale vascolarizzazione a livello dei segmenti iperattivi da dare<br />
surriscaldamento locale e in generale uno shunt A/V significativo (con icc o<br />
slatentizzazione di una stessa).<br />
tumori benigni: sono di riscontro relativamente comune:<br />
tumore giganto cellulare<br />
granuloma riparativo<br />
masse extraossee di emopoiesi<br />
sarcomi: nello O,7-O,9% dei casi, è la complicanza peggiore, con frequenza maggiore nelle forme<br />
poliostotiche gravi.<br />
Clinica<br />
… il risultato è un osso più ampio ma con trabecole grossolane e corticale fragili e porose:<br />
dolore: per le microfratture e la compressione nervosa derivante dalla fase blastica<br />
platibasia: invaginazione della base del cranio per l’indebolimento dell’osso<br />
leontiasi ossea: a livello del cranio significa un tale iper accrescimento da rendere la testa pesante<br />
da sostenere peri il pz. stesso.<br />
artrosi secondaria: per la deformazione sotto carico anche di segmenti fondamentali come il<br />
collo omerale.<br />
fratture a barretta di gesso o da schiacciamento (vertebre): rischio di lesioni mieliche<br />
icc per gli shunt<br />
.. in generale comunque la maggior parte dei pzz. sono subclinici con diagnosi casuale tramite RX eseguite per<br />
altri motivi.<br />
<br />
Rachitismo ed Osteomalacia<br />
Come si sa il rachitismo è dei bambini e l’osteomalacia è degli adulti, comunque si ha un deficit di Ca e/o di<br />
vit.D che colpisce lo sviluppo o il turnover osseo;<br />
La patogenesi può essere comunque eterogenea: p.es l’acidosi cronica può essere predisponente, oppure la<br />
terapia cronica con bifosfonati.<br />
rachitismo (rickets): si ha un’alterazione dei tre normali strati della cartilagine di accrescimento<br />
(zona di riserva, proliferativa, ipertrofica) con un’espansione della zona<br />
ipertrofica.<br />
osteomalacia: la carenza (spesso per problemi renali) di calcio porta a una matrice demineralizzata e<br />
biomeccanicamente inferiore, che determina una diffusa tendenza alle fratture<br />
patologiche ed all’inarcamento delle strutture sottoposte a carichi importanti.<br />
miopatia prossimale: è una caratteristica comune alle due condizioni, dovuta all’ipocalcemia;<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 116
Infezioni & Osteomieliti<br />
eziologia e patogenesi<br />
L’infezione può arrivare per via ematica, di contiguità (infezioni superficiali che si approfondiscono) oppure<br />
per inoculazione nelle fratture esposte o nei traumi penetranti:<br />
patogeni comuni<br />
o s. Aureus / epidermidis (8O-9O%)<br />
o emophilus influenzae, β emolitico ⇒ pediatriche<br />
o pneumococco<br />
o E.Coli, Pseudomonas, Klebsiella ⇒ con IVU<br />
o Salmonella ⇒ pzz. con anemia falciforme, non si sa perché<br />
infezione specifiche o granulomatose<br />
o luetiche<br />
o tubercolari<br />
impianto batterico<br />
(sinusoidi metafisari)<br />
• iperemia<br />
• edema<br />
• P intra ossea↑<br />
dolore<br />
<br />
Osteomielite piogena<br />
Una delle sedi predilette sono tibia e femore in zona meta epifisaria<br />
(più vascolarizzata e più fertile), si verifica sempre meno<br />
grazie anche alle migliori condizioni igieniche: qualche<br />
decina d’anni fa si manifestava molto più frequentemente,<br />
soprattutto l’acuta ematogena del bambino, che era sistemica<br />
e colpiva sia ossa lunghe che corte: si aveva un’importante<br />
SIRS<br />
Morfologia<br />
Come si accennava nello schema l’osso va incontro ad un<br />
processo dinamico con necrosi, interessamento del periostio con formazione dell’ascesso.<br />
Con il cronicizzarsi del quadro si ha un infiltrato infiammatorio cronico che rilascia citochine tali da<br />
indurre riassorbimento osteoclastico, cui consegue una reazione opposta con deposito reattivo di osso nella<br />
periferia, lamellare o reticolare.<br />
Ci sono due forme particolari:<br />
PUS<br />
• P intra ossea↑<br />
• rallentamento circolo<br />
sanguigno<br />
• necrosi (prime 48h)<br />
ascesso di Brodie: piccolo ascesso intraosseo che interessa la corticale<br />
osteomielite sclerosante di Garré: nella mandibola con abbondate tessuto osseo neoformato<br />
<br />
TBC<br />
evoluzione<br />
tramite fistoloso<br />
con le parti molli<br />
sepsi<br />
artrite settica per<br />
contiguità (bambini)<br />
sarcofago<br />
ascesso<br />
sottoperiostale<br />
• ± idrarto reattivo<br />
(articolazioni vicine)<br />
• essudato<br />
infiammatorio<br />
• sequestro osseo<br />
Si parla dell’1-3% dei pzz. con una qualsiasi infezione tubercolare che hanno un coinvolgimento osseo.<br />
Genera di solito per diffusione diretta (polmone ⇒ costola) o linfatica, per cui si ha un foco isolato, che può<br />
essere multiplo nell’AIDS. Tende ad essere distruttiva e farmaco resistente.<br />
rachide (Pott): diffonde anche attraverso i dischi e nei grandi spazi della cavità midollare dando<br />
numerosi ascessi nelle parti moli.<br />
ginocchia / anche<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 117
Fratture<br />
(da ortopedia)<br />
Emorragia e dolore generano dal periostio e dai vasi muscolari; nella sede del danno si forma l’ematoma<br />
di frattura, che rapidamente coagula e determina la necrosi delle cellule alle estremità;<br />
Si individuano in questo contesto due fasi successive, prima quella del callo morbido & duro:<br />
callo morbido (1-20gg)<br />
Sono consigliati movimenti microscopici dei monconi, che stimolano ulteriormente la guarigione, comunque<br />
l’assenza di elementi rigidi previene da conseguenti danni degli osteociti.<br />
a. componente periostale<br />
3gg: collagene dalle<br />
cellule periostali<br />
10gg: periostio<br />
ispessito sulla frattura,<br />
cellule ≈ osteoblasti<br />
15gg: cartilagine in<br />
corso di ossificazione<br />
encondrale + neo osso<br />
con osteoblasti & co. a<br />
distanza da frattura<br />
20gg: trabecole di osso<br />
osteoide in sede di<br />
frattura, circondato<br />
ovunque da tessuto<br />
fibroso<br />
b. componente midollare superficiale (più vicina ai margini della frattura) o intermedio<br />
3gg: coaguli di fibrina<br />
& cellule ematiche<br />
10gg: % RBC↓<br />
⇒ coagulo + compatto<br />
c. componente midollare profonda o endostale<br />
3gg: cellule staminali<br />
mesenchimali<br />
10gg: matrice extracell<br />
con sostanza amorfa,<br />
collagene e neovasi<br />
15gg: timida presenza<br />
di condrociti<br />
15gg: in più trabecole<br />
ossee circondate da<br />
osteoblasti<br />
20gg: cartilagine con<br />
qualche calcificazione<br />
20gg: più trabecole<br />
che in superficie, aree<br />
cartilaginee<br />
callo duro (3-4 mesi)<br />
Sono proibiti movimenti anche microscopici durante la calcificazione: schiaccerebbero gli osteociti tra le<br />
neofibre in formazione.<br />
La formazione del callo osseo inizia a distanza dalla frattura conquistando man mano terreno fino a interessare<br />
la frattura stessa.<br />
a. osso spongioso: è quello che si forma inizialmente<br />
b. rimodellamento: è determinato dal carico sul neo osso continuo; le aree non sottoposte a<br />
carico tendono a regredire, così se la guarigione è stata con un callo<br />
generoso viene man mano riassorbito<br />
c. osso compatto: risultato finale.<br />
Ci sono solo due segni di certezza di una frattura:<br />
- CREPITAZIONE<br />
- PERDITA DI MOBILITÀ<br />
<br />
Clinica<br />
(da ortopedia)<br />
..gli altri sono tutti segni / sintomi sussidiari, che possono anche non esserci…<br />
- dolore<br />
- ecchimosi<br />
- tumefazione<br />
complicanze generali<br />
- atteggiamento della parte interessata<br />
- functio lesa<br />
- deformità<br />
• shock emorragico<br />
• embolia adiposa<br />
• TVP: entro le prime settimane da interventi soprattutto degli arti inferiori che richiedano lunghe<br />
immobilizzazioni e sospensioni dal carico. Si dà una terapia anticoagulante.<br />
• tetano<br />
• gangrena gassosa<br />
• piaghe da decubito: si parla sempre di pzz. allettati<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 118
complicanze locali<br />
• esposizione<br />
• frattura – lussazione<br />
• lesioni nervose: o nervi periferici o midollari nelle fratture vertebrali<br />
• lesioni vascolari<br />
o lacerazione: si forma un importante ematoma ovviamente<br />
o compressione<br />
o spasmo<br />
o trombosi: con tutti i segni del caso (pallore, perdita di polsi periferici..)<br />
• s. compartimentale: sindrome ischemica dei muscoli contenuti in un compartimento fasciale, alla cui<br />
base c’è un ciclo autoalimentate di ematoma, edema, aumento pressorio e<br />
ristagno veno-linfatico, si ha in fase avanzata fibrosi muscolare con retrazione.<br />
o dolore<br />
o edema<br />
o cianosi<br />
o ipoestesia / anestesia<br />
o paresi muscolare<br />
..diagnosi con misurazione della pressione intra<br />
compartimentale e trattamento progressivamente<br />
più aggressivo con<br />
a. drenaggio dell’ematoma & ossigenazione<br />
b. fasciotomia se dopo 8h la situazione non<br />
migliora<br />
• lesioni viscerali: p.es vescica o pleure<br />
• infezioni<br />
• ritardo di consolidazione<br />
• pseudoartrosi: monconi distanti che non combaciano, con tessuti<br />
molli frapposti.<br />
• necrosi epifisaria: un grosso problema p.es nei bambini, dove questo compromette la normale crescita<br />
dell’osso in un secondo momento.<br />
<br />
Tumori e lesioni simil tumorali<br />
I pochi tumori maligni che possono originare dall’osso è più probabile che siano nell’anziano, mentre la<br />
stragrande maggioranza dei tumori (benigni) avviene nel giovane (oltre 10:1); Quei pochi osteosarcomi dei<br />
giovani sono in genere localizzati nelle ossa lunghe, in particolare a livello di metafisi del ginocchio, che è<br />
una delle sedi di maggior accrescimento scheletrico.<br />
Clinicamente si manifestano con dolore o fratture patologiche, più raramente come masse a lento<br />
accrescimento.<br />
<br />
Osteoma<br />
Sono masse rotonde o ovali che possono originare dalla superficie<br />
- sottoperiostale<br />
- endostale<br />
…devono andare in DD con il tessuto osseo prodotto come reazione ad emangiomi, traumi, infezioni.<br />
Si possono presentare come multipli nella s. di Gardner, ma in genere danno unicamente problemi<br />
meccanici:<br />
- compressione dell’occhio / cervello<br />
- intralcio in cavità orale<br />
- problemi estetici<br />
..questo in quanto comunque non si convertono mai in osteosarcomi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 119
Osteosarcoma<br />
È un tumore mesenchimale maligno producente osso (20% dei tumori maligni dell’osso) con distribuzione<br />
bimodale:<br />
- 75% prima dei 20anni<br />
o retino blastoma: predispone 1000 volte di più nel corso della vita rispetto i controlli, per via<br />
delle alterazioni del gene RB.<br />
- restante parte negli anziani con risk factors<br />
o pregressa RT<br />
o paget<br />
o infarti ossei<br />
Sono suddivisi in base a:<br />
osso d’origine: preferenzialmente si localizzano in sedi di grande accrescimento osseo come<br />
o ginocchio: quello delle metafisi delle ossa lunghe è di gran lunga il tipo più frequente.<br />
o spalla<br />
o splancnocranio<br />
grado di differenziazione<br />
multicentricità<br />
eziologia<br />
o primario: senza alterazioni sottostanti significative<br />
o secondario a RT infarto o paget<br />
varianti istologiche:<br />
o osteo / condro / fibro - blastico<br />
o teleangectasico<br />
o a piccole / grandi - cellule<br />
morfologia<br />
- invasività: abbastanza notevole:<br />
o corticale, che viene distrutta ed è invaso il<br />
periostio, il quale dà luogo ad una<br />
reazione stromale andando in<br />
ossificazione e determina un segno<br />
radiologico noto come triangolo di<br />
Codmann, che è proprio il guscio<br />
osseo che si forma per reazione.<br />
o vasi: con una % molto alta, anche del 5O-6O%,<br />
alla diagnosi ci sono mts polmonari nel<br />
20% c.a, tra i decessi è spesso colonizzato<br />
anche il cervello.<br />
o canale midollare: sostituiscono tutto il midollo<br />
sano<br />
o articolazioni raramente invase<br />
- masse: si sviluppano nelle parti molli e sono irregolari di color grigio-biancastre<br />
Figure 8–20 The various types of periosteal reaction. Types A and B are<br />
benign in appearance, and may be described as (A) thick and (B) undulating.<br />
Types C through E are more aggressive and more likely malignant<br />
and may be described as (C) laminated or “onion skin,” (D) perpendicu-<br />
o aree emorragiche<br />
o degenerazione cistica<br />
- cellule tumorali<br />
o giganti<br />
o alto indice mitico<br />
o formano osso<br />
- osso tumorale: ha architettura irregolare<br />
o reticolare e/o lamellare e/o trabecolare<br />
o altre matrici in quantità variabile: fibrose o cartilaginee<br />
- cartilagine: quando significativamente presente definisce l’osteosarcoma condroblastico<br />
Figure 8–21 This 9-year-old girl presented with leg pain. A lateral radiograph<br />
of the knee demonstrates a sclerotic lesion in the distal femur with<br />
poorly defined borders that exhibits aggressive periosteal reaction, including<br />
a Codman’s triangle. This represented an osteogenic osteosarcoma.<br />
Gunderman, Essent<br />
All rights reserved. Usage subject<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 120
Condroma<br />
Ovviamente produce cartilagine, le ipotesi eziopatogenetiche sono due:<br />
1. sregolazione di residui della cartilagine di coniugazione<br />
2. alterazioni genetiche delle cellule staminali mesenchimali: in questo contesto ci sono due esempi<br />
ben conosciuti:<br />
a. malattia di Ollier: encondromi multipli<br />
b. sindrome di Maffucci: quando l’encodromatosi si associa a emangiomi multipli<br />
morfologia<br />
Macroscopicamente si distingue tra<br />
- encondromi: che si sviluppano all’interno dell’osso<br />
- condromi sottoperiostali o iuxtacorticali<br />
..per resto:<br />
• noduli piccoli siamo sui 3cm<br />
• grigio-bluastri traslucidi<br />
• citologia benigna: può esserci qualche atipia in Ollier o Maffucci<br />
<br />
Condrosarcoma<br />
Non ha grandi evidenze di lesioni predisponenti (condromi o malattie..), ha un’incidenza che è c.a la metà di<br />
quella di un osteosarcoma e tende a localizzarsi in settori centrali dello scheletro; si divide in:<br />
- tipico: è una massa traslucida e trasparente, formata da due componenti ± rappresentate:<br />
o ialina<br />
o mixoide: quand’è prevalente la neoplasia è viscosa e gelatinosa e tende a fuoriuscire dalla<br />
superficie di taglio.<br />
- a cellule chiare: tipico dei giovani, è unico: tende ad insorgere a livello delle estremità di ossa<br />
lunghe; si hanno (oltre alle grandi cellule chiare, ovviamente):<br />
o cellule giganti osteoclastiche<br />
o osso reattivo intra lesionale (⇒ DD con osteosarcoma !)<br />
- de differenziato: quando in una forma tipicamente di basso grado c’è una componente che assume<br />
un aspetto genericamente mesenchimale che può essere paragonato a quello di certi<br />
osteosarcomi o fibrosarcomi o altri tumori mesenchimali maligni.<br />
- mesenchimale: due componenti<br />
o isole di cartilagine ialina ben differenziata<br />
o circondate da strati di piccole cellule rotonde che possono simulare un sarcoma di Ewing<br />
(vd. dopo)<br />
morfologia (aspetti comuni)<br />
Si ha un aspetto ± mixoide o ialino, come accennato, quindi sono tipiche:<br />
• calcificazioni a chiazze<br />
• aspetto cistico: per via di parti che tendono ad andare in necrosi<br />
• invasività locale: attraverso la corticale erosa sporge e invade i circostanti tessuti molli, inoltre va a<br />
riempire i canali midollari obliterando lo spazio tra le trabecole.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 121
Sarcoma di Ewing / Neuroectodermico primitivo<br />
Questi due sono la stessa cosa: tumori primitivi a piccole cellule dell’osso e parti molli. Posero non poche<br />
difficoltà diagnostiche a causa della somiglianza con linfomi o CA a piccole cellule.<br />
Ewing e il neuro ectodermico primitivo si è recentemente stabilito essere comunque la stessa neoplasia ma più<br />
o meno differenziata a seconda (Ewing è più anaplastico).<br />
bambini bianchi: l’80% sotto i 20anni, picco tra 10-15 anni. I neri sono molto meno colpiti<br />
origine dal midollo<br />
tumefazione per invasione di corticale e periostio e quindi delle parti molli.<br />
rosette di Homer-Wright: alias cellule a raggiera attorno ad uno spazio centrale fibrillare,<br />
indicativo di una origine neurale.<br />
scarso stroma, nonostante la presenza di setti fibrosi<br />
± necrosi: può essere prominente<br />
poche mitosi: ce ne si aspetterebbe ben di più dato l’aspetto del tumore<br />
<br />
Osteoclastoma<br />
(tumore a cellule giganti)<br />
Neoplasia benigna localmente aggressiva:<br />
- grande massa color rosso-bruno che può scavare nella corticale fino ad emergere come una<br />
tumefazione delineata da un sottile guscio di neo osso. Spesso al<br />
ginocchio, da cui i frequenti S/S artrosici.<br />
- degenerazione cistica frequente<br />
- sincizio: le membrane si distinguono a mala pena, spesso si hanno cellule con >100 nuclei<br />
- mitosi (cell. mononucleate) frequenti: sono le cellule che compongono primariamente il tumore<br />
- DD tramite i nuclei: ci sono diverse neoplasie a grandi cellule che possono essere confuse, ma in<br />
questo caso i nuclei sono uguali a quelli delle cellule stromali. Aspetto<br />
discriminante.<br />
- caratteristiche secondarie:<br />
o necrosi ed emorragia<br />
o emosiderina<br />
o osso reattivo<br />
- mts 4% e trasformazione maligna in un sarcoma ancora meno frequente <br />
- recidive 40-60% dopo curettage <br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 122
Patologia Articolare<br />
Le articolazioni più colpite da fenomeni patologici sono quelle fornite di sinovia e spazio articolare<br />
(contrapposte alle sinartrosi, semi-fisse e prive del complesso delle sinovia).<br />
Ricordiamo che l’innervazione, la vascolarizzazione, l’epitelio di superficie sono tutti elementi propri della<br />
membrana sinoviale, assenti a livello della superficie (cartilaginea) articolare, la quale si presenta:<br />
- spessa 2-4 mm a seconda<br />
- non vascolarizzata e/o drenata<br />
- non innervata<br />
- composta di<br />
o collagene tipo2<br />
o acqua<br />
o proteoglicani<br />
o condrociti: in grado di generare matrice, spesso in modo non sufficiente di fronte a<br />
determinati processi patologici<br />
…tutto questo sistema è immerso nella sinovia, alias un liquido prodotto dalle cellule cuboidi della membrana<br />
sinoviale costituito da un ultra filtrato plasmatico che si genera anche grazie alla comunicazione diretta col<br />
plasma che si deve all’assenza di MB.<br />
<br />
Osteoartrosi<br />
È un processo degenerativo ma non a patogenesi infiammatoria (sebbene infiammazione reattiva ci sia),<br />
origina dalla cartilagine ed a partire da articolazioni sotto stress meccanico: mentre nell’artrite le prime<br />
colpite sono le interfalangee, qui saranno p.es le ginocchia.<br />
Classificazione<br />
primaria: considerato difetto intrinseco del tessuto cartilagineo<br />
femminile<br />
over 65<br />
fattori intrinseci predisponenti<br />
interfalangee, ginocchio (rima articolare↓), colonna, anca, alluce, trapezio metacarpica<br />
secondaria:<br />
o traumi ⇒ fratture che interrompono le articolazioni<br />
o dismetabolismo (gotta)<br />
o endocrinopatie (tiroide, ipofisi)<br />
o flogosi articolari (AR, artriti settiche)<br />
o neuropatie periferiche (tabe, siringomielia)<br />
o malattie ematologiche (emofilia)<br />
Patogenesi<br />
Si sviluppa in seguito al fallimento dei meccanismi protettivi dell’articolazione, che comprendono<br />
- lubrificante: lubricina, una glicoproteina mucinosa rilasciata dal panno sinoviale<br />
- elementi di contenimento dell’articolazione, come muscoli, tendini, capsula…<br />
- apparato sensorio: i meccanocettori presenti nell’articolazione coordinano l’azione dei muscoli<br />
andando ad alleviare gli impatti e riducendo lo stress sulla cartilagine.<br />
⇒ neuropatie periferiche, rottura di legamenti, traumi.. sono tutti predisponenti all’OA, e l’invecchiamento in<br />
generale provoca un’insufficienza di tutti questi meccanismi.<br />
Fondamentale nella patogenesi è lo sbilancio del turnover che si viene a generare, e che coinvolge..<br />
collagene tipo 2<br />
aggrecano (GAG con acido jaluronico)<br />
.. fondamentali per la resistenza alla compressione (compressive stiffness) e l’elasticità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 123
Il loro turnover è normalmente finemente regolato, ma nell’artrosi si va incontro a sbilanci che riguardano:<br />
a. attività degli enzimi degradanti (collagenasi, aggrecanasi) a tutta la matrice, soprattutto agli<br />
strati superficiali, mentre normalmente è limitata alle aree<br />
peri condrocitiche.<br />
b. IL-1, TNFα NO, PGE2… tutti pro-degradazione 13 , sono sovra espressi. L’IL-1 in particolare è<br />
dimostrato anche bloccare la condrogenesi.<br />
aggrecano↓ ⇒ rottura equilibrio molecole positive / negative 14 (esposizione cariche negative) ⇒ edema<br />
cartilagineo ⇒ allontanamento tra loro dei proteoglicani ⇒ perdita di elasticità & suscettibilità al danno.<br />
morfologia<br />
proliferazione dei condrociti: nelle prime fasi<br />
alterazione della composizione<br />
proteoglicani ↓<br />
acqua ↑<br />
conseguenti alterazioni:<br />
fibrillazione (verticale e orizzontale)<br />
fissurazioni<br />
deterioramento degli strati superficiali ⇒ la superficie appare più granulare e soffice della norma<br />
esposizione dell’osso sub condrale in seguito al distaccamento della cartilagine, da cui:<br />
aspetto eburneo dovuto all’attrito<br />
rinforzo / sclerosi dell’osso spongioso sottostante<br />
cisti fibrose: in seguito all’effetto valvola che intrappola il liquido sinoviale entro fessure e spazi vuoti<br />
determinati da micro fratture.<br />
osteofiti a fungo sui margini della superficie articolare<br />
sinovia che può presentare lievi alterazioni con cellule della flogosi cronica<br />
<br />
Artrite Reumatoide<br />
E’ una sinovite proliferativa cronica irreversibile: si può contenere la flogosi fino a quasi la scomparsa del<br />
sintomo, ma la situazione infiammatoria permane; Si tratta di una risposta di IV tipo quindi (citotossica),<br />
che viene combattuta con Ig umane contro TNFα, IL-1,6.<br />
Colpisce c.a l’1% della popolazione.<br />
Criteri diagnostici<br />
Sono se si vuole piuttosto vecchi, in quanto alcune cose non si vedono più (reperti Rx, noduli…), in quanto si<br />
cerca di prendere la malattia all’esordio. Per esempio la dolorabilità è sintomo di flogosi 15 , ma non è citata.<br />
1) rigidità mattutina di almeno 1 ora<br />
2) tumefazione / versamento di almeno 3 articolazioni. Si tratta di formazioni mollicce, contenenti<br />
liquido di origine infiammatoria (essudato), che potrà essere analizzato.<br />
3) noduli reumatoidi: presenti soprattutto al di fuori della lesione, come noduli a livello tendineo.<br />
Sono fibrosi, nascono a causa della formazione di nidi di flogosi, che provocano<br />
l’accumulo di materiale amorfo, fino a creare noduli anche grandi nel tempo,<br />
con connessa functio lesa. Però questo aspetto è venuto quasi meno.<br />
4) artrite della mano: almeno 1 sede a livello di polso, MCF, IFP. Queste definizioni precise delle sedi<br />
sono importanti perché l’artrite piuttosto che altre malattie tende a colpire proprio<br />
queste porzioni della mano piuttosto che altre.<br />
5) artrite simmetrica: anche non per forza a livello delle mani, è un aspetto che risulta molto<br />
importante nella diagnosi.<br />
6) fattore reumatoide sierico<br />
7) alterazioni radiologiche: osteoporosi / erosioni, ma sono rilievi davvero tardivi<br />
13<br />
la condrogenesi è favorita da fattori quali TGFβ e insulin-like GF type-1.<br />
14<br />
assicura la compattezza del tessuto e quindi la sua resistenza elastica alla compressione<br />
15<br />
squeeeze test: stringere la mano con forza al paziente per verificare dolorabilità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 124
Morfologia<br />
a. Articolazioni<br />
- sinovia edematosa (ingrossata) grossolanamente, con<br />
• villi ipertrofici in superficie<br />
• infiltrati infiammatori di cellule B e cellule T CD4 +<br />
- emosiderina, che testimonia l’aumento di vascolarizzazione tramite vasodilatazione<br />
ed angiogenesi<br />
- fibrina sia a coprire porzioni di sinovia sia libera galleggiante nello spazio sinoviale<br />
- neutrofili nel liquido sinoviale e sulla superficie ma generalmente non nel liquido<br />
- infiltrazioni del liquido sinoviale in seguito all’attività osteoclastica dell’osso sottostante<br />
con formazione di cisti e osteoporosi<br />
- panno: massa di sinovia e relativo stroma con cellule infiammatorie, tessuto di<br />
granulazione e fibroblasti, che cresce sulla superficie articolare causando erosione e<br />
infine la formazione di ponti tra le ossa determinando anchilosi prima fibrosa e poi<br />
ossea.<br />
b. Cute: si parla soprattutto di noduli reumatoidi, lesioni cutanee comuni nell’AR, che compaiono in<br />
c.a il 25% dei pzz;<br />
- sedi: si formano a livello di.. .<br />
• cute in regioni sottoposte a carico: cute ulnare, gomiti, occipite…<br />
• altre più rare: polmoni, milza, pericardio, miocardio, valvole…<br />
- macroscopicamente rotondi/ ovali, duri, fissi, a livello del tessuto sottocutaneo<br />
- microscopicamente:<br />
• necrosi fibrinoide centrale<br />
• orletto di istiociti epitelioidi prominente<br />
• linfociti / plasmacellule numerosi<br />
c. Vasi sanguigni: nelle forme severe con noduli e erosione ci può essere una catastrofica<br />
complicazione vasculitica: sono colpiti vasi medio-piccoli ad esclusione del rene,<br />
che si conserva integro. Nei vasi colpiti invece si ha un’endoarterite obliterante<br />
- neuropatia periferica<br />
- ulcere e gangrene<br />
Evoluzione della malattia<br />
Il profilo di mortalità dipende strettamente da…<br />
• n° di articolazioni interessate<br />
• stato flogistico sistemico<br />
Rispetto quello di una patologia ischemica coronarica non è molto diverso: la prognosi non è troppo infausta,<br />
ma bisogna cercare di contenere l’infiammazione, che in questo tipo di patologia è alla base della<br />
sintomatologia che ci sarà.<br />
Bisogna essere tempestivi: la maggior parte dei danni e dello sviluppo della malattia si attua nei primi<br />
5-6 anni ed a 15 anni dalle prime manifestazioni il danno articolare è fondamentalmente irreversibile, e<br />
la deformazione è molto forte e molto importante.<br />
Inoltre nei primi 5-6 anni gli indicatori di flogosi salgono, e man mano che passa il tempo si spegne il<br />
problema puramente infiammatorio (propriamente trattato) per lasciare posto al danno funzionale.<br />
Nb: col tempo infiammazione e danno funzionale si dissociano<br />
⇒ se VES & PCR si abbassano dopo 15 anni, non è affatto detto che la situazione sia migliorata.<br />
Oggi grazie alla terapia immuno modulante questa diversione si vede sempre più precocemente: i farmaci<br />
sono capaci di far scendere il profilo flogistico, ma non sempre questo si accompagna ad un adeguato calo<br />
della malattia residua. Migliorano quindi le condizioni di vita ma non i distretti osteoarticolari.<br />
Stanno entrando in campo delle procedure di imaging e visualizzazione diagnostica più importanti, non solo<br />
l’RX standard, dove poter valutare la situazione può essere di una certa importanza ecografia /eco doppler<br />
oppure la RM ⇒ un po’ come l’eco, ma strutturalmente scomoda.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 125
Forme Tardive (5)<br />
Sono forme che non si vedono più molto spesso, si manifestano dopo 1O-15 anni di AR. 2O-3O anni fa le<br />
alterazioni strutturali irreversibili della malattia erano molto più diffuse.<br />
L'intervento chirurgico è raro in questi soggetti per la terapia immunosoppressiva accompagnata da un<br />
aspetto infiammatorio locale: la chirurgia non ha soluzioni da proporre. Le protesi ossee sono ad oggi<br />
fallimentari, fanno eccezione le protesi di ginocchio ed anca, che possono essere efficaci.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 126
Spondiloartriti sieronegative<br />
(prof. Fischetti, da fisiopatologia medica)<br />
Sono accomunate dalla negatività al FR; avvengono spesso in soggetti HLA-B27⊕ o associatamente ad<br />
un’infezione scatenate. Probabilmente è una risposta delle cellule T ad Ag non meglio identificati.<br />
Spondilite Anchilosante<br />
Il danno sarà determinato con molteplici modalità:<br />
flogosi, con alterazione della fascia che prende contatto con l’osso dove si innescano meccanismi<br />
flogistici non dissimili da quelli dell’AR<br />
microerosione della struttura tendinea<br />
reazione del periostio: calcificazione ⇒ entesopatie osteanti: nelle entesi si depositano appunto<br />
sali minerali e calcio.<br />
Da un punto di vista anatomico, le alterazioni tipiche sono dette sindesmofiti.<br />
entesofiti (enthesophyte): escrescenza ossea a livello dei un’entesi: p.es nel<br />
legamento anteriore longitudinale (rachide), c’è nel 5% dei casi.<br />
osteofita (osteophyte): escrescenza ossea non a livello di entesi ma di articolazione,<br />
tipicamente da sovra attrito, è alla base del<br />
dolore di molti soggetti con mal di schiena<br />
(c.a il 95%).<br />
La DD sarà tra la forma infiammatoria primitiva o secondaria al problema<br />
meccanico. I sintomi sono diversi chiaramente, ma il 95% dei pazienti ha problemi meccanici.<br />
Il problema è la valutazione all’esordio, che porta ad un ritardo diagnostico della SPA da 3 a 7 anni.<br />
Il soggetto tipico è<br />
- maschio (3:1)<br />
- giovane (20-30 anni esordio)<br />
- HLA B27⊕ incide per c.a 1/3 nello sviluppo della malattia.<br />
Il destino di questi pzz. è di vedere la formazione di ponti tra vertebre<br />
che porta ad una colonna a canna di bambù, rigida, dove le vertere<br />
sono fuse e il soggetto è costretto ad una curvatura particolare: si<br />
parla di sindesmofiti (syndesmophyte, imm.), dove si ha un danno<br />
progressivo che vede una ossificazione endocondrale, con prima una<br />
fusione vertebra-anello fibroso e quindi la formazione dei ponti ossei.<br />
La patologia può dare dolore anche a causa della compressione di strutture contigue (ricordiamo che si tratta<br />
del rachide) ed ha origine unicamente infiammatoria (non autoimmune), a livello caudale:<br />
sincondrosi sacroiliaca: è la zona primaria in cui si trova la flogosi, si ha quindi dolori a livello<br />
a) gluteo a sciatica mozza, cioè al di sopra dei 2 / 3 del femore<br />
b) lombare posteriore<br />
c) alternante, mono/bi laterale: può interessare un momento entrambi gli arti o meno<br />
Da un punto di vista radiologico la differenziale si gioca su elementi quali…<br />
- alterazione della rima articolare<br />
- sfumatura dei profili articolari<br />
- osteolisi subcondrali iliache<br />
- sclerosi<br />
- anchilosi<br />
regioni cervicali: interessate in un secondo momento; si possono creare anche problemi ventilatori<br />
connessi ad alterazioni delle entesi condro sternali.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 127
Sono descritti tradizionalmente 5 pattern di manifestazione, mentre recentemente si tendono a considerare<br />
solo i 3 in grassetto.<br />
artrite dell’articolazione interfalangea distale<br />
oligo artrite asimmetrica<br />
poliartrite simmetrica ≈ AR<br />
coinvolgimento assiale (spondilite) ⇒ tipicamente cervicale<br />
artrite mutilante: rara e molto aggressiva<br />
Aspetti caratteristici che fanno anche DD con l’AR ed altre forme di artriti sono..<br />
• coinvolgimento ungueale: interessa il 90% dei pzz.<br />
• anchilosi delle piccole articolazioni<br />
• accorciamento delle dita (dita a telescopio). Ricordiamo la SSC dove si ha acro-osteolisi.<br />
• coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali<br />
• erosioni marginali con proliferazioni ossee adiacenti<br />
<br />
Artriti Infettive (Ai)<br />
(prof. Fischetti, fisiopatologia medica)<br />
purulenta<br />
Si hanno patogeni nell’articolazione, vivi e presenti durante la sintomatologia, non come nelle reattive.<br />
Il momento diagnostico è chiaramente l’artrocentesi:<br />
18O cellule /µL (PMN), normale<br />
1OO mila cellule /µL (90% neutrofili) ⇒ infezione batterica<br />
..sostanzialmente tra le forme batteriche sono più importanti quelle:<br />
gonococcica soprattutto nella donna sessualmente attiva o in generale è tra le più frequenti<br />
da Haemophilus nei bambini<br />
da s.Aureus nei ragazzi / adulti<br />
da salmonella nei soggetti con anemia falciforme (particolarmente proni a questa infezione)<br />
Il germe può arrivare in qualsiasi modo:<br />
- via ematogena da sepsi<br />
- direttamente con traumi<br />
- per contiguità nel bambino in seguito a osteomielite epifisaria<br />
…quindi c’è l’adesione alla cartilagine ⇒ ⊕ condrociti e macrofagi ⇒ danno<br />
..inoltre si forma un panno simile all’AR, che può formare trombi nei vasi sinoviali, con un quadro quindi<br />
infiammatorio.<br />
Gonococcica<br />
È l’unica che si vede a prescindere da condizioni predisponenti (individuo sano): la localizzazione più<br />
frequente è il ginocchio e rappresenta il 70% + delle artriti infettive (
Virale<br />
Il danno può avvenire direttamente (virus citopatico) oppure con la mediazione del complemento (sottintesa la<br />
forma reattiva per il riconoscimento di neo Ag).<br />
• rosolia: riguarda le donne:<br />
50% artralgie persistenti<br />
< 10% vera artrite entro 3 gg dall’eruzione cutanea<br />
• parotite: è un paramyxovirus, entro 2 settimane dall’infezione si possono<br />
sviluppare due quadri:<br />
artrite mono articolare<br />
poliartrite migrante (risoluzione spontanea)<br />
• parvovirus B19: sarebbe la V malattia. La componente articolare è in realtà una<br />
forma reattiva, trattandosi di immunocomplessi che si<br />
depositano.<br />
10% dei bambini<br />
50% delle donne<br />
• HBV: prima delle manifestazioni acute, patogenesi da immunocomplessi<br />
artriti simmetriche: polsi, mani, gomiti e caviglie<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 130
Artrite acuta da microcristalli<br />
(Crystal Associated Arthropathies)<br />
Diciamo che si tratta di situazioni diverse, che vedono il deposito possibilmente di diversi tipi di cristalli:<br />
• pirofosfato di Ca diidrato (CPPD) ⇒ pseudogotta<br />
• mono sodio urato (MSU)<br />
• idrossiapatite di calcio (apatite)<br />
• ossalato di Ca (CaOx)<br />
…ognuno con le sue caratteristiche. Tutti questi cristalli possono essere tipicamente distinti all’osservazione<br />
microscopica, con l’ausilio della luce polarizzata.<br />
CPPD<br />
Spesso (meno spesso delle forme da urati), può creare problemi molto somiglianti a quelle della crisi di gotta<br />
acuta 16 , tanto da essere stata rinominata pseudogotta.<br />
La situazione può tipicamente cronicizzare, gli episodi acuti sono di tipo pseudo gottoso, proprio per la<br />
difficile DD, che si farà su base di<br />
• artrocentesi ⇒ prelievo di liquido, nel quale si possono notare i cristalli o i livelli di acido urico<br />
alterati (nella gotta)<br />
• condrocalcinosi ⇒ in virtù del deposito cronico di cristalli si ha il conglomerarsi di calcio sul<br />
versante intra articolare, in particolare sulle cartilagini, creando opacità<br />
puntiformi o lineari (menisco, ATM…).<br />
• articolazioni coinvolte: sono caratteristiche, e possono fare DD con l’AR o la gotta:<br />
o polso (wrist)<br />
o gomito (elbow)<br />
o spalla (shoulder)<br />
o caviglia (ankle joints)<br />
Questa patologia va diagnosticata perché mette in luce altre situazioni, come l’emocromatosi: soggetti con<br />
alterata produzione e deposito di CPPD spesso hanno il metabolismo Ca-fosforo e del ferro piuttosto<br />
sregolato.<br />
Negli individui anziani (>65-70 anni) può essere parafisiologico, laddove l’articolazione è andata incontro<br />
ad invecchiamento, e come tale presenta un ambiente biochimico diverso che può favorire la nucleazione di<br />
questo tipo di cristalli. In pzz. giovani (< 50anni) invece deve appunto far pensare ad altro tipo di problemi<br />
metabolico endocrini.<br />
Un attacco acuto di artrite da CPPD può essere dovuto a traumi o brusche diminuzioni dei livelli sierici di<br />
Ca p.es in seguito ad interventi.<br />
Apatite (non fatto dal prof.)<br />
Si tratta fondamentalmente di micro calcificazioni metastatiche, indotte da fattori quali<br />
- flogosi tissutale<br />
- ipercalcemia / iper PTH<br />
- IRC: dovuta all’iperfosfatemia<br />
- cause ignote<br />
..la differenza p.es con la CPPD si rileva su diversi fronti; il tutto è dovuto alla lentezza ed alla periarticolarità<br />
del deposito.<br />
• spesso indolente (leucociti < 2000 /µL)<br />
• interessamenti periarticolari (tendini, borse, capsule..)<br />
• instabilità e deformità delle articolazioni<br />
• sedi: ginocchia, spalle, dita e anche….<br />
..diagnosi definitiva unicamente mezzo identificazione dei cristalli con la microscopia elettronica.<br />
16<br />
sono dei dolori e un’impotenza funzionale classici, ad esordio molto rapido.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 131
Gotta ed Artriti acute da microcristalli<br />
(Crystal Associated Arthropathies)<br />
Per quanto riguarda la gotta è una malattia metabolica correlata ad aumenti dell’acido urico, con un quadro<br />
clinico tipicamente reumatico nel quale si possono dimostrare cristalli di urato monosodico a livello di<br />
• neutrofili: nel citoplasma di quelli infiltrati nell’articolazione<br />
• tofi, elementi che si formano cronicamente derivanti da depositi di urati circondati da una<br />
componente reattiva; sia su tessuti molli che a livello di cartilagine o legamenti…<br />
Iperuricemia<br />
La gotta dipende dal fatto che l’uomo, i primati e il cane dalmata sono gli unici organismi che arrestano il<br />
ciclo di smaltimento delle purine con l’acido urico invece che con l’allantoina, che è enormemente più<br />
solubile e meno tossica.<br />
L’iper uricemia quindi (> 7mg /dL) può dipendere da aumentata produzione e/o ridotta secrezione<br />
dell’acido urico; In linea generale come detto gli urati derivano dal metabolismo delle purine…<br />
• esogene: alimentari<br />
• endogene: derivanti dal turnover fisiologico delle cellule<br />
pool di 1000-1200mg complessivi, di cui c.a il 60-70% (700mg c.a) subisce un turnover quotidiano:<br />
- urine: 70-75%<br />
- feci: in particolare in questa sede ci sono batteri in grado di formare allantoina a partire dagli urati.<br />
Questa componente di eliminazione può essere molto aumentata se diviene insufficiente la via<br />
renale.<br />
Classificazione eziologica<br />
• PRIMARIA: da deficit enzimatici<br />
• SECONDARIA<br />
o proteine + etanolo: le prime aumentano la produzione, il secondo inibisce lo smaltimento<br />
o turnover nucleotidico ↑ in seguito allo stimolo dell’attività midollare di qualunque tipo..<br />
neoplasie ematologiche (mielo-linfo proliferative)<br />
policitemie<br />
anemie emolitiche<br />
o patologie genetiche di raro riscontro: glicogenosi p.es, dove si ha un puro aumento di prod.<br />
(appena vista anche come causa di ipercolesterolemia)<br />
o cause renali: quando si vede che aumenta l'acido urico, sempre andare a valutare la funzione<br />
renale, si tratta del primo aspetto funzionale da valutare. Ricordiamo come<br />
l’a. urico è ultra filtrato nel glomerulo, riassorbito e ri-secreto.<br />
IRC / IRA<br />
acidificazione delle urine: acidosi lattica, chetoacidosi diabetica, a. acetil salicilico…<br />
qualsiasi condizione acidifichi il tubulo va in competizione<br />
con l’eliminazione di urati, che vengono meno ri-secreti<br />
GFR↓: se si riduce il filtrato si riduce anche la quota iniziale di urati poi<br />
eventualmente riassorbita e ri-secreta durante il percorso nel tubulo.<br />
terapia diuretica cronica: sembrerebbe soprattutto influenzare la secrezione<br />
eziologia sconosciuta: meccanismi non ben definiti, ma ad azione renale riguardano<br />
(1) ipertensione arteriosa (2) iper-PTH (3) farmaci:<br />
ciclosporina, salicilati, …<br />
o Trapianto d’organo:<br />
turnover cellulare↑<br />
alterazioni cellulari<br />
alterazioni dello smaltimento<br />
o Sindrome Metabolica: è più che altro un’associazione, abbastanza frequente però da farla<br />
rientrare nei canoni diagnostici;<br />
l’iperuricemia può determinare conseguenze patologiche a carico di (1) interstizio renale (2) vie urinarie<br />
in seguito alla formazione di calcoli (3) articolazioni, dando la gotta.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 132
patogenesi<br />
1. deposizione di cristalli: dipende da…<br />
• iper uricemia: sia come durata della stessa che come livelli plasmatici<br />
• proteoglicani: aumentano la solubilità dell’acido urico; Un acellerato ricambio<br />
connettivale può portare ad una loro alterazione con conseguente sovra<br />
saturazione di urati e loro precipitazione.<br />
• bassa t°: generalmente le articolazioni sono più fredde dei 37°c centrali<br />
• traumi articolari<br />
• invecchiamento<br />
2. ⊕ fattore Hageman (effetto dei cristalli) ⇒ ⊕ callicreina<br />
• permeabilità vascolare ↑<br />
• richiamo di leucociti<br />
3. fattori pro infiammatori ⇒ attivazione del complemento in loco<br />
4. leucotrieni: si è dimostrato che i cristalli di urati non solo ne stimolano la formaione ma inibiscono lo<br />
smaltimento biologico degli stessi.<br />
..forse il ruolo più importante è svolto dai leucociti, i quali fagocitano i cristalli:<br />
espansione della ripsota infiammatoria: nel fagocitare i leucociti rilasciano<br />
o fattori chemiotattici<br />
o citochine infiammatorie: PG in particolare<br />
rottura dei lisosomi ⇒ rilascio degli enzimi contentui nell’ambiente extracellulare<br />
o proteinasi acide proteoglicani<br />
o collagenasi cartilagine<br />
o proteina cationica e ROS degranulazione basofila<br />
…l’attacco va auto risolvendosi poi per un insieme di fattori, tra cui ..<br />
- aspetti positivi della flogosi:<br />
o temperatura: aumenta la soglia di solubilità degli urati<br />
o aumentato flusso sanguigno: lavaggio dei cristalli<br />
- mieloperossidasi: ha un certo ruolo nello smaltimento dei cristalli<br />
- naturale auto contenimento dell’infiammazione (cortisolo↑)<br />
Morfologia<br />
A livello microscopico si hanno diversi quadri:<br />
1- artrite gottosa acuta: è caratterizzata da<br />
a. fitto infiltrato di tipo neutrofilo che si realizza a livello di membrana e liquido sinoviale.<br />
b. cristalli: che si rilevano come già accennato a livello di citoplasma dei neutrofili<br />
• lunghi e sottili: aghiformi<br />
• negativi alla luce polarizzata<br />
c. sinovia congesta: contiene anche singole cellule infiammatorie sparse<br />
2- artrite gottosa cronica: si possono avere quadri piuttosto debilitanti; dipende dalle crisi acute ripetute<br />
a. urati che ricoprono importantemente le superfici articolari con depositi visibili<br />
b. iperplasia sinovia: che risulta fibrotica ed ispessita<br />
c. panno: che distrugge la cartilagine, fino ad erodere l’osso juxta articolare, fino alla …<br />
d. anchilosi fibrosa --> ossea che ovviamente finisce per compromettere la funzionalità<br />
3- tofi: sono patognomonici per la gotta, le localizzazioni sono trattate nella parte clinica;<br />
a. grandi agglomerati di cristalli<br />
b. reazione infiammatoria all’intorno, sostenuta da<br />
• macrofagi e linfociti<br />
• cellule giganti da corpo estraneo che inglobano ± i cristalli<br />
c. contenuto di aspetto caseoso può essere rilasciato all’esterno in seguito ad ulcerazione<br />
4- nefropatia gottosa: può essere alla base dell’iperuricemia, con sali variamente depositati (anche come<br />
tofi) ed eventualmente anche calcoli a base di urati che possono dare pielonefriti.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 133
quadri clinici<br />
Si hanno:<br />
• iperuricemia asintomatica<br />
• attacco acuto intermittente: dura 2-3 giorni massimo, può non corrispondere ad un picco<br />
uremico;<br />
o flogosi delle articolazioni del primo dito del piede<br />
o anche 5-6 volte, risolvendosi spesso con anti infiammatori<br />
o fasi intercritiche asintomatiche<br />
o le crisi reiterate diventano sempre più ostinate fino a diventare non reversibili, persistenti..<br />
• gotta cronica tofacea: quando la patologia si prolunga nel tempo aumenta la possibilità che i cristalli<br />
vadano a depositarsi in determinate zone, con la formazione (in 3 - 40 anni)<br />
dei tofi, che possono occasionalmente ulcerarsi sulla cute provocando il<br />
rilascio di materiale ed eventualmente una infezione. Le localizzazioni<br />
tendono ad essere piuttosto specifiche:<br />
• cartilagini<br />
• osso epifisario<br />
• strutture periarticolari<br />
• reni<br />
• elice ed anti elice (orecchio)<br />
• olecrano<br />
• borsa patellare<br />
• tendini<br />
• cute: dita, palme e piante dei piedi<br />
• cuore & aorta<br />
…tendono a spingere l’articolazione anche fuori sede e creare delle vere e<br />
proprie espansioni che sono delle bolle radiologicamente visibili;<br />
• artrite cronica gottosa, che diventa una patologia a lunga durata di tipo artritico<br />
- dattiliti<br />
- asimmetrie<br />
- guarigione molto difficile: sono lesioni non rimarginabili di fatto: si toglie la<br />
tumefazione, ma la cute non rimargina mai, il fondo non si sistema, toccare<br />
queste lesioni è una disgrazia.<br />
CPPD: pseudogotta<br />
Ci sono altre forme di artropatie da cristalli, si tratta di situazioni diverse, che vedono il deposito possibilmente<br />
di diversi tipi di cristalli:<br />
• pirofosfato di Ca diidrato (CPPD) ⇒ pseudogotta<br />
• idrossiapatite di calcio (apatite)<br />
• ossalato di Ca (CaOx)<br />
…ognuno con le sue caratteristiche. Tutti questi cristalli possono essere tipicamente distinti all’osservazione<br />
microscopica, con l’ausilio della luce polarizzata. Per quando riguarda il pirofosfato di diidrato spesso<br />
(meno spesso delle forme da urati), può creare problemi molto somiglianti a quelle della crisi di gotta acuta,<br />
tanto da essere stata rinominata pseudogotta. È una patologia di:<br />
individui anziani (>65-70 anni): può essere parafisiologico, laddove l’articolazione è andata incontro<br />
ad invecchiamento, e come tale presenta un ambiente biochimico diverso che può<br />
favorire la nucleazione di questo tipo di cristalli<br />
pzz. giovani (< 50anni): deve far pensare ad altro tipo di problemi metabolici (emocromatosi p.es) o<br />
a traumi, brusche diminuzioni dei livelli sierici di Ca p.es in seguito ad interventi.<br />
Morfologicamente si hanno:<br />
• cristalli: possono liberarsi in articolazione suscitando infiammazione e chemiotassi (IL-8) a partire da<br />
accumuli iniziali a livello di<br />
o matrice articolare<br />
o menischi<br />
o dischi intervertebrali<br />
… ci possono essere accumuli che appaiono geometrici, friabili, color gesso, debolmente<br />
birifrangenti.<br />
• neutrofili: richiamati dalla reazione sono alla base del danno (enzimi, ROS… )<br />
• flogosi cronica: si instaura a partire dall’iniziale danno acuto, si rilevano macrofagi e fibrosi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 134
Tumori e Lesioni Simil tumorali<br />
I tumori franchi di queste aree / tessuti sono poco frequenti.<br />
gangli (cisti) sinoviali<br />
piccola (max 1,5cm) cisti<br />
legata ad un tendine o a una<br />
guaina<br />
benigne <br />
sinoviti villi nodulari:<br />
- SNVP: forma pigmentata<br />
- TGC: tumore a cellule<br />
giganti (guaine tendinee)<br />
benigne , le rare forme<br />
maligne invadono l’osso<br />
nodulo solido, fluttuante,<br />
traslucido ≈ pisello.<br />
color giallo bruno arancio:<br />
SNVP: una o più<br />
articolazioni, lesioni estese<br />
della sinovia con pliche, a<br />
diffusione sub sinoviale.<br />
TGC: nodulo isolato di una<br />
guaina tendinea ≈ noce<br />
± peduncolata alla sinovia<br />
degenerazione cistico mixoide<br />
del connettivo: difatti è priva di<br />
un vero rivestimento epiteliale<br />
liquido ≈ sinoviale all’interno<br />
entrambi: depositi di emo<br />
siderina, macrofagi schiumosi<br />
e cell. giganti mononucleate,<br />
oltre che zone di sclerosi.<br />
SNVP: villi iperplastici & noduli<br />
TGC: le cellule crescono in un<br />
aggregato solido isolato<br />
<br />
Tumori delle parti molli e lesioni simil tumorali<br />
SNVP: monoartriti (80%)<br />
con flogosi e blocchi fino<br />
all’anchilosi (ginocchio)<br />
± massa palpabile<br />
TGC: massa indolore a<br />
lento accrescimento<br />
(polso / dita)<br />
Proliferazioni mesenchimali che insorgono in tessuti extra scheletrici non epiteliali del corpo esclusi:<br />
- visceri<br />
- meningi<br />
- sistema linforeticolare<br />
.. l’eziologia è ignota per lo più a parte rari casi associati a RT, ustioni chimiche o traumi, e i casi genetici:<br />
- neurofibromatosi I<br />
- Gardner<br />
- Li Fraumeni (sarcomi)<br />
- Osler Weber Reddu (teleangectasie)<br />
… sono il terzo tumore nei bambini (15% dell’incidenza totale), e per definire una prognosi accurata è<br />
indispensabile uno studio approfondito:<br />
istologia: che comprende anche l’aspetto citologico, sia per l’aspetto che per l’immunoistochimica<br />
che la citogenetica.<br />
grading (I-III) e staging<br />
localizzazione<br />
tessuto adiposo<br />
lipoma convenzionale<br />
l’escissione è curativa è il<br />
tumore benigno più frequente<br />
liposarcoma<br />
sarcoma tra i più frequenti;<br />
mts dalle forme a cellule<br />
rotonde e mixoidi più<br />
frequentemente.<br />
recidive se mal asportati<br />
dimensioni /sede variabili:<br />
- piccolo, tex. sottocutaneo<br />
dei segmenti prossimali<br />
degli arti (frequente)<br />
- grande, intramuscolare<br />
(raro)<br />
in profondità nei tessuti<br />
(segmenti prox. arti) o nel<br />
retroperitoneo<br />
notevoli dimensioni: noti<br />
per questo<br />
capsulato (da adipociti maturi)<br />
adipociti maturi non pleomorfi<br />
varianti istologiche: in genere<br />
qualche lipoblasto che ce ne fa<br />
riconoscere l’origine c’è.<br />
- differenziati: l’unica con tutte<br />
cellule ben riconoscibili<br />
- mixoidi<br />
- a cellule rotonde<br />
- pleomorfi<br />
molli e indolenti (a<br />
parte l’angiolipoma)<br />
40-70 enni<br />
indolente soprattutto la<br />
variante ben<br />
differenziata;<br />
Nb: i lipoblasti sono cellule simili alle cellule adipose neonatali, con vacuoli citoplasmatici contenenti lipidi<br />
che donano un aspetto festonato al nucleo.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 135
tessuto fibroso<br />
Le prime due sono proliferazioni reattive pseudo sarcomatose ± manifestatamente secondarie che possono<br />
essere allarmanti per la rapida crescita e per l’aspetto istologico che richiama un sarcoma.<br />
fasciite nodulare<br />
(proliferazione reattiva)<br />
non recidiva dopo<br />
l’escissione<br />
miosite ossificante<br />
(proliferazione reattiva)<br />
dei giovani adulti atletici o<br />
degli adolescenti<br />
escissione è curativa<br />
Nb: DD con osteosarcoma<br />
extrascheletrico: istologica 17<br />
fibromatosi<br />
recidive: mts devono far<br />
pensare a diagnosi errata<br />
( sarcoma)<br />
fibrosarcoma<br />
prognosi povera:<br />
- 5O% recidiva<br />
- 25% mts<br />
avambraccio volare o<br />
tronco;<br />
derma profondo / sottocute<br />
∅ diversi cm, nodulare,<br />
margini poco definiti<br />
muscolatura prossimale arti<br />
∅ 3-6cm normalmente<br />
centro molle corticale dura<br />
e irregolare<br />
superficiali: dupuytren. variante<br />
palmare, fibromatosi peniena<br />
profondi: muscolari<br />
o extra addominali<br />
(spalla tronco coscia)<br />
o parietali addominali (gravide)<br />
o intra addominali<br />
(mesentere, pelvi in Gardner)<br />
∅ 10-15cm, grigio chiaro<br />
molto cellulata: fibroblasti rigonfi<br />
immaturi<br />
- in corti fascicoli<br />
- intrecciati<br />
pleomorfe, nucleoli evidenti<br />
indice mitotico elevato<br />
stroma mixoide: linfociti e stravasi<br />
emorragici<br />
≈ fasciite nodulare (prime fasi), poi<br />
in 3 settimane:<br />
- centro: fibroblasti<br />
- zona intermedia: osteoblasti<br />
& trabecole di osso reticolare<br />
- periferia: trabecole di osso<br />
spongioso<br />
… metaplasia ossea a lungo termine<br />
di tutti gli strati<br />
Soprattutto i superficiali<br />
sembrano essere<br />
miofibroblasti<br />
infiltrano localmente<br />
(invaginazione della cute del<br />
Dupuytren!)<br />
non capsulato infiltrante: può sembrare capsulato, ma è ingannevole<br />
aree nero emorragiche ed anaplasia di diverso grado:<br />
- simile alla fibromatosi<br />
- a spina di pesce<br />
- ad alta anaplasia strutturalmente altamente disorganizzata<br />
massa solitaria ±<br />
dolente insorta in<br />
qualche settimana..<br />
post traumatica ><br />
50%<br />
la lesione si fa da<br />
edematosa e dolente a<br />
solido-dura ben<br />
demarcata indolente<br />
gommosi e mal<br />
definiti<br />
± dolorosi<br />
± anti estetici<br />
Nb: spesso si rivelano in realtà fibromatosi aggressive o altre forme, facile confondersi con<br />
queste lesioni sia in un senso che nell’altro.<br />
tessuto fibro-istiocitario<br />
Avevano dato adito a confusione per l’origine del tessuto: si pensava inizialmente che fossero macrofagi<br />
attivati (istiociti) neoplastici, ma gli studi hanno restituito una maggior somiglianza fenotipica con i<br />
fibroblasti;<br />
istiocitoma fibroso<br />
benigno (dermatofibroma)<br />
rimozione ⇒ o.k. <br />
istiocitoma fibroso<br />
maligno<br />
recidive e mts (40%)<br />
derma (⇒<br />
dermatofibroma) e<br />
sottocute<br />
piccolo: 1cm max di solito<br />
- muscolatura estremità<br />
- prossimali<br />
- retroperitoneo<br />
- cute: fibroxantomi atipici<br />
cellule fusiformi a disposizione<br />
storiforme;<br />
- margini infiltranti<br />
- cellule schiumose<br />
- depositi emosiderinici<br />
- cell. giganti multinucleate<br />
- iperplasia epidermide sovrastante<br />
variante storiforme pleomorfica<br />
la più comune<br />
con cell. multinucleate mostruose<br />
fenotipo fibroblastico maligno<br />
(non istiocitico)<br />
indolore<br />
lento a crescere<br />
isolato<br />
mobile<br />
anche grande (10-15cm)<br />
grigio biancastro<br />
indolente !<br />
17<br />
è essenziale notare la presenza delle 3 zone, e il fatto che perifericamente non si hanno cellule anaplastiche. Inoltre la<br />
citologia in questo caso è benigna.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 136
tumori del muscolo<br />
Soprattutto per quanto riguarda lo scheletrico tendono a essere tutte maligne, tanto che il rabdomioma non<br />
verrà trattato. Per il rabdomiosarcoma è stata molto approfondita la citogenetica, individuando frequenti<br />
traslocazioni: ed in particolare<br />
PAX3 (Chr 2) FKHR (Chr 13)<br />
… considerando la proteina PAX è importante per la differenziazione del m. scheletrico si è pensato che si<br />
tratti fondamentalmente di un’alterata differenziazione per una proteina chimerica PAX3-FKHR.<br />
rabdomiosarcoma<br />
il più comune tumore<br />
delle parti molli < 20 anni.<br />
- capo & collo<br />
- genito urinario<br />
… meno frequente nel<br />
muscolo scheletrico degli<br />
arti.<br />
bambini<br />
adulti<br />
leiomioma<br />
semplice rimozione<br />
difficile radicalità nella<br />
forma multipla pilare<br />
leiomiosarcoma<br />
retro peritoneali<br />
cutanei<br />
… altri<br />
sarcoma sinoviale<br />
origine tuttora incerta<br />
nonostante il nome!<br />
11-30% a 10 anni<br />
varianti:<br />
- embrionale (botrioide / fusiforme): quello a prognosi migliore<br />
bambine < 5 anni<br />
organi cavi mucosi<br />
agglomerato polipoide ≈ uva (botrioide)<br />
seni paranasali, orbita, orecchio medio, faringe…<br />
ma anche prostata o regione paratesticolare<br />
istologia:<br />
o epitelio di rivestimento normale<br />
o stroma mixoide ± abbondante a seconda<br />
o strato cambiale: dove il tumore incontra una mucosa produce uno strato<br />
ipercellulato caratteristico<br />
- alveolare: tipico della prima adolescenza, prognosticamente il peggiore<br />
setti fibrosi ⇒ dividono le cellule in aggregati che poi vanno cavitandosi all’interno<br />
⇒ come alveoli<br />
cellule adese ai setti (periferia) e non coese centralmente; Sono povere di cyt.<br />
- pleomorfa: degli adulti, raro, prognosi non buona.<br />
cellule grandi, multinucleate, mostruose;<br />
≈ istiocitoma maligno<br />
..tutti hanno rabdomioblasti:<br />
- cyt eosinofilo granulato<br />
- con filamenti spessi o sottili<br />
- rotondi o allungati ( a girino)<br />
utero: neoplasia più frequente<br />
della donna<br />
pilari: dei muscoli erettori<br />
piliferi: multipli e dolorosi,<br />
spesso in aree genitali<br />
- strie visibili al MO (25% c.a)<br />
cellule fusiformi organizzate in<br />
fascicoli intrecciati tra loro<br />
atipia / mitosi minime<br />
= leiomioma, e in più…<br />
cute<br />
nuclei a sigaro<br />
profondità degli arti<br />
microfilamenti con c.pi densi e<br />
vescicole picnotiche<br />
retroperitoneo<br />
varianti:<br />
- a stroma mixoide<br />
- a cellule epitelioidi<br />
Nb: immunoistochimica positiva per actina, vimentina, desmina.<br />
< 10% intra articolare<br />
non raro (IV sarcoma)<br />
vicinanza delle grandi<br />
articolazioni (60% arti inf).<br />
duplice linea differenziativa:<br />
- epitelioide: cellule cuboidali<br />
o cilindriche in strutture<br />
pseudo ghiandolari o cordoni<br />
- fusiforme: fascicoli cellulati<br />
circondanti le epitelioidi<br />
rari i tumori monofasici<br />
1-2 cm ∅ in genere<br />
S/S addominali<br />
d’ingombro (effetto<br />
massa)<br />
esordio: massa profonda<br />
da lungo tempo (anni).<br />
RX: a volte sono visibili<br />
concrezioni calcifiche<br />
Nb: immunoistochimica fondamentale nelle forme monofasiche (DD con fibrosarcomi o<br />
tumori delle guaine nervose) cheratina ed Ag epiteliali, unico sarcoma così !<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 137
Patologie Miopatiche<br />
Riferendosi al lavoro svolto in Neurologia ricordiamo che le miopatie si possono così suddividere:<br />
genetiche<br />
o congenite<br />
o metaboliche<br />
o distrofie muscolari<br />
o miotonie<br />
o paralisi periodiche<br />
acquisite<br />
o tossiche<br />
o infiammatorie<br />
o endocrine<br />
o miastenia gravis & sindromi miasteniformi<br />
Prima di scendere nei dettagli delle singole patologie teniamo presente delle risposte base del muscolo a vari<br />
insulti:<br />
atrofia da denervazione: il quadro può dipendere da una neuronopatia (del soma) o da<br />
un’assonopatia (dell’assone) che vede una così dette degenerazione<br />
walleriana dell’assone a valle del danno:<br />
o metabolizzazione della mielina (cell. di Schwann) ⇒ ovoidi mielinici nel citoplasma<br />
o atrofia ⇒ riguarda le proteine (actina e miosina), per cui diminuisce<br />
il volume ma le cellule rimangono vitali<br />
fibre residue angolate (appaiono triangolari)<br />
fibre a bersaglio: la disorganizzazione dà luogo ad una zona<br />
tondeggiante al centro della fibra (imm.)<br />
re innervazione: la ricrescita periferica avviene lungo la guida delle cellule di<br />
Schwann rimaste, alla velocità di 1mm al giorno, la cosa più comune<br />
comunque è la gemmazione da parte di unità motorie vicine che estendono la<br />
loro competenza alle fibre denervate.<br />
o raggruppamento per tipo: ogni unità motoria fornisce segnali tali da<br />
determinare il tipo di unità motoria, e<br />
quando cambia l’innervazione, le fibre assumeranno la medesima<br />
tipologia dell’unità motoria che le ha inglobate.<br />
necrosi segmentaria: distruzione di una porzione di miocita<br />
o mio fagocitosi: i macrofagi invadono l’area necrotica e<br />
ripuliscono (immagine)<br />
o fibrosi e degenerazione adiposa<br />
vacuolizzazione: in seguito ad alterazioni delle proteine strutturali o degli<br />
organelli. Determina in genere accumuli intra<br />
citoplasmatici<br />
rigenerazione: quando il muscolo è ricostituito a partire dalle cellule<br />
satellite, quelle sostitutive nuove si presentano in genere<br />
con nuclei grandi e centralizzati con nucleoli ben<br />
evidenti.<br />
ipertrofia: le singole grandi fibre per il fenomeno dello splitting possono<br />
dividersi, vedendo così in sezione di taglio una membrana<br />
cellulare che attraversa trasversalmente la fibra<br />
dividendola (immagine)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 138
Distrofie Muscolari<br />
Le distrofie muscolari sono gruppi di miopatie genetiche in cui il danno è legato ad alterazioni primitive della<br />
membrana delle miofibrille con necrosi e progressiva riduzione del loro numero. Istopatologicamente la<br />
prima osservazione fattibile è<br />
- nuclei centralizzati<br />
- puzzle di aree atrofico necrotiche e parzialmente conservate, aree di rigenerazione e quindi generale<br />
variabilità dimensionale delle fibre<br />
- ipotrofia fibre sofferenti<br />
- pseudoipertrofia compensatoria del connettivo endomisiale con componenti adipose (Duchenne p.es)<br />
- parametri classificativi topografici:<br />
o cingolo scapolare / pelvico + muscoli della gamba: Duchenne e Becher (X-linked)<br />
o cingolo scapolare / pelvico unicamente: forme autonomiche recessive<br />
o cingolo scapolare + faccia e omero: forme autosomiche dominanti<br />
x-linked recessive<br />
2/3 familiari 1/3 sporadiche<br />
maschi affetti, femmine portatrici 18<br />
delezione della distrofina, una proteina localizzata nel sarcolemma e facente legame tra actina<br />
& matrice extracellulare con funzioni di supporto strutturale della<br />
membrana, e si rileva…<br />
o nel soggetto normale: alla periferia<br />
o Duchenne: proteina assente<br />
o Becker: ridotta e mal funzionante<br />
pseudoipertrofia agli arti inferiori<br />
tardivamente sostituzione quasi totale del muscolo con materiale fibro adiposo<br />
differenze Duchenne – Becker<br />
o esordio: in Duchenne c’è un bambino che non sta al passo con gli altri, mentre<br />
Becker si hanno i primi segni a 20-25 anni<br />
o prognosi: Becker non diminuisce l’aspettativa di vita, mentre Duchenne ha un<br />
exitus medio verso i 40 anni con paralisi respiratoria e grave disabilità<br />
o ritardo mentale: in Duchenne e non in Becker<br />
autosomiche<br />
Le più importanti sono le distrofie dei cingoli; queste forme sono dovute ad alterazioni di varie proteine, e<br />
tendono a colpire specifici gruppi:<br />
- cingoli scapolare / pelvico ⇒ ci sono forme che colpiscono entrambi e forme che partono da uno solo,<br />
in generale a lungo termine tutte li colpiscono entrambi<br />
- forme fruste: limitate ai pettorali o ai quadricipiti<br />
- carrozzella solo nel 10% c.a dei casi<br />
- esordio entro i 30 anni<br />
<br />
Miotonia<br />
Incapacità di rilasciare prontamente il muscolo dopo una contrazione protratta dovuta ad anomalie di<br />
eccitazione della membrana muscolare. Battendo sull’eminenza tenar il pz. tende a chiudere la mano, ma<br />
anche a livello di altri riflessi<br />
migliora col caldo<br />
diminuisce man mano che il pz. ripete il movimento<br />
Eziopatogenesi<br />
È una patologia mediata dalla ripetizione di triplette CTG, per cui si assiste anche al fenomeno<br />
dell’anticipazione; la mutazione interessa la DMPK, alias dystrophia myotonica – protein kinase.<br />
18<br />
hanno piccoli disturbi di forza, alterazioni EMG .. ma quasi nulla<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 139
Morfologia<br />
incremento dei nuclei centralizzati<br />
fibre ad anello: banda citoplasmatica subsarcolemmale<br />
che separa contingenti di fibre centrali<br />
orientate longitudinalmente e<br />
periferiche orientate in modo<br />
circonferenziale;<br />
massa sarcoplasmatica: si tratta di una massa irregolare<br />
di fibre che può circondare gli<br />
anelli e che si colora<br />
diversamente a seconda della tecnica (in E&E è blu)<br />
fusi muscolari colpiti: è una caratteristica importante, perché tipica solo della miotonia: si osserva<br />
o splitting<br />
o necrosi & rigenerazione<br />
Clinica (Steinert)<br />
Dipende dalla forma di cui stiamo parlando, p.es la distrofia di Steinert:<br />
alterazioni morfologiche facciali: provocano la così detta faccia<br />
accettata (hatched face)<br />
precoce interessamento muscolatura ventilatoria<br />
tardiva sedia a rotelle: con esordio a 5O si deambula fino alla vecchiaia<br />
malattia multisistemica<br />
a. cataratta / alopecia frontale<br />
b. disturbi endocrini: atrofia testicolare p.es<br />
c. alterazioni cardiache<br />
d. SNC: disturbi cognitivi ed altre alterazioni neurologiche<br />
Altre Miopatie<br />
da accumulo lipidico deficit di trasporto della<br />
carnitina<br />
METABOLICHE<br />
CONGENITE<br />
MIOPATIE INFIAMMATORIE<br />
mitocondriali<br />
(oftalmopatie<br />
mitocondriali)<br />
dermatomiosite<br />
polimiosite<br />
mutazioni sia del DNA<br />
mitocondriale che<br />
nucleare<br />
i capillari all’origine di<br />
una necrosi miocitaria<br />
ischemica con Ab e<br />
complemento<br />
danno miocitario e cellulo<br />
mediato (CD8 + &<br />
macrofagi)<br />
miosite a c.pi inclusi patogenesi incerta,<br />
≈ polimiosite ma con TAU<br />
iperfosforilata e βamiloide<br />
⇒ invecchiamento ?<br />
⇒ errori di ripiegamento?<br />
lipidi inclusi nei miociti,<br />
soprattutto nelle fibre di tipo 1<br />
(toniche ricche di mioglobina)<br />
aggregati anomali di mitocondri<br />
…con inclusioni multi lamellari<br />
(aspetto ultra microscopico)<br />
fibre rosse raggiate: distorsione<br />
del contorno delle miofibrille che<br />
appaiono così in sezione<br />
infiltrati: capillari & perimisiali<br />
atrofia perifascicolare: di fibre<br />
alla periferia (ipoperfusione??)<br />
n° capillari intramuscolari ↓↓<br />
ff. necrotiche & rigenerative<br />
cellule infiammatorie endomisiali<br />
Vs fibre anche sane<br />
NO danno vascolare NO atrofia<br />
perifascicolare<br />
ff. necrotiche / rigenerative<br />
all’interno dei miociti vacuoli:<br />
- con orletto periferico<br />
- con granuli basofili periferici<br />
depositi di amiloide (rosso<br />
congo)<br />
βamiloide / TAU (M.E.)<br />
infiltrato ≈ polimiosite<br />
spesso oftalmoplegia<br />
esterna<br />
debolezza<br />
cardiomiopatia<br />
ss. neurologici<br />
età infantile adulta<br />
Rush eliotropo<br />
edema: a mantellina e<br />
periorbitale<br />
over 18enni<br />
no manifestazioni<br />
cutanee<br />
over 50enni<br />
NON mialgie NON<br />
dermatopatie ipostenia<br />
prossimale (arti inf.) e<br />
distale (arti sup.)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 140
MIOPATIE TOSSICHE<br />
GIUNZIONE NEUROMUSCOLARE<br />
tireotossica atrofia delle fibre<br />
n° nuclei centralizzati ↑<br />
da etanolo<br />
da farmaci<br />
miastenia gravis<br />
miastenia di Lambert<br />
& Eaton<br />
aggregati di glicogeno e mucopolisaccaridi<br />
dimensione variabile delle fibre: necrosi & rigenerazione<br />
infiltrazione adiposa: casi gravissimi<br />
- rabdomiolisi acuta<br />
- emoglobinuria ± IRA<br />
- ± sovrapposizione a neuropatia alcolica<br />
- rigonfiamento miocitario<br />
- necrosi / mio fagocitosi / rigenerazione<br />
miopatia da steroidi fibre bimodali: tipo1 normali<br />
tipo 2 atrofiche<br />
antimalarici (clorochina<br />
ed OH-clorochina)<br />
Ab contro il recettore<br />
dell’ACh (ACh-R)<br />
⇒ n° ACh-R ↓<br />
debolezza prossimale<br />
oftalmoplegia<br />
paralisi periodica<br />
(associata a ipoK)<br />
debolezza prossimale<br />
EMG diagnostica<br />
dolore ± generale<br />
± segni di denervazione<br />
debolezza prossimale<br />
atrofia (ff. bianche)<br />
miopatia vacuolare (fino al 50% dei miociti): di 2 tipi<br />
- autofagici: con detriti membranosi<br />
- con c.pi curvilinei e strutture membranose chiaro / scure<br />
biopsie non dirimenti.<br />
atrofia da disuso (fibre rosse)<br />
membrana post sinaptica:<br />
- semplificata<br />
- con IC alla fluorescenza<br />
cross reaction da un microcitoma polmonare (6O% dei casi)<br />
ma anche in assenza di neoplasie.<br />
è ridotto il numero di vescicole rilasciato, per cui<br />
stimolazioni ripetute riescono infine ad eccitare (EMG)<br />
65% iperplasia timica<br />
15% timoma<br />
- affaticabilità prox,<br />
NON debolezza<br />
- ptosi & diplopia<br />
- disfagia / disfonia<br />
- deficit ventilatorio<br />
DD miastenia gravis<br />
con EMG (risposta solo<br />
dopo stimolazioni<br />
ripetute) e la mancata<br />
risposta ai farmaci<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 141
Comprende diversi tipi cellulari:<br />
Sistema nervoso<br />
Neuroni: variano morfologicamente molto di regione in regione, spesso si hanno<br />
o Golgi / RER ben evidenti<br />
o specializzazioni sinaptiche<br />
o positività a markers:<br />
proteina dei neuro filamenti<br />
enolasi neurono – specifica<br />
sinaptofisina<br />
Astrociti: è una cellula gliale dai numerosi processi citoplasmatici ben visibili con impregnazione<br />
argentica, sono fondamentali per diverse funzioni;<br />
o suddivisione<br />
protoplasmatici ⇒ sostanza grigia<br />
fibrosi ⇒ entrambe (grigia & bianca)<br />
o tamponi metabolici detossificanti<br />
o BBB: avvolgono i capillari assicurando un filtro per le macromolecole in transito dal sangue<br />
all’encefalo.<br />
o isolanti elettrici<br />
o riparazione di danni: danno un contributo molto più sostanziale dei fibroblasti, che invece<br />
intervengono solo in certe situazioni.<br />
Oligodendrociti: hanno la funzione di mielinizzare tutta la struttura dei neuroni del SNC, difatti sono<br />
il bersaglio delle patologie demielinizzanti.<br />
o nuclei ≈ linfociti (piccoli & tondi) disposti a filiera<br />
cellule Ependimali: tappezzano il sistema ventricolare<br />
Microglia: cellule mesodermiche che agiscono come un sistema macrofagico nel contesto del SNC.<br />
Reazione neuronale al danno<br />
danno acuto (neurone rosso): in seguito ad ipossia / ischemia acuta, si notano:<br />
o 12-24h dall’insulto irreversibile<br />
o piccoli vacuoli nel corpo cellulare: un segno molto precoce, anche già a 4h<br />
o contrazione del corpo cellulare<br />
o picnosi, scomparsa del nucleo e della sostanza di Nissl<br />
danno subacuto / cronico (degenerazione): si caratterizza per:<br />
o perdita cellulare di natura apoptotica (difficilmente rilevabile)<br />
o gliosi reattiva<br />
reazione assonale: in seguito al danneggiamento di questa<br />
struttura:<br />
o nucleo ingrandito / rotondeggiante / lateralizzato<br />
o nucleoli allargati<br />
o cromatolisi centrale: dispersione della sostanza di Nissl<br />
alterazioni subcellulari di altra natura<br />
o inclusi neuronali (senescenza): lipidi, carboidrati, proteine…<br />
o vacuolizzazione ⇒ Creutzfeldt Jakob<br />
o grovigli assonali ⇒ Alzheimer<br />
o c.pi di Cowdry ⇒ nell’encefalite erpetica (HSV)<br />
o c.pi negri ⇒ rabdovirus<br />
o c.pi di Lewi ⇒ Parkinson<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 142
Reazione gliale al danno<br />
astrociti<br />
o gliosi: si realizza come ipertrofia e iperplasia, una reazione di primaria importanza che si<br />
realizza praticamente sempre a prescindere dall’eziologia del danno<br />
allargamento & vescicolazione dei nuclei (norm. 10µm)<br />
nucleoli prominenti<br />
astrociti GEMISTROciti ⇒ processi ramificati verso l’esterno, a partire da un<br />
citoplasma espanso rosa pallido<br />
o rigonfiamento: per riduzione dell’ATP in seguito a danni ipossici,<br />
tossici o ipoglicemici<br />
o astrocita di tipo II di Alzheimer: soprattutto nell’iperammonemia<br />
prolungata:<br />
gocce lipidiche<br />
nucleo allargato<br />
membrana nucleare & nucleolo ben evidenti<br />
o corpora amilacea: sono elementi rotondeggianti…<br />
basofili<br />
PAS+<br />
contenenti HSP & GAG<br />
oligodendrociti: raramente danno una forte<br />
reazione;<br />
o inclusioni virali<br />
o malattie demielinizzanti<br />
o leucodistrofie<br />
cellule ependimali: non reagiscono in modo particolarmente caratteristico, al limite..<br />
o perdita di copertura epiteliale: in seguito a stress sui ventricoli<br />
o proliferazione subependimale ⇒ irregolarità superficiali (granulazione ependimale)<br />
o inclusioni: soprattutto il CMV colpirebbe questi elementi<br />
microglia: svolgono nel SNC la funzione di macrofagi (che nei casi peggiori sono rilevabili, di<br />
origine ematica); Queste cellule rispondono al danno con:<br />
o proliferazione<br />
o allungamento dei nuclei<br />
o noduli microgliali: cioè si raggruppano in piccoli foci di tessuto necrotico<br />
o necrofagia: si assembrano attorno a neuroni <strong>morti</strong>.<br />
<br />
Edema cerebrale<br />
Può essere ± generalizzato come regola di base, quindi si distinguono situazioni poi sempre frammiste:<br />
• edema vasogenico ⇒ alterata permeabilità e liquido in interstizio (tra le cellule), dove i linfatici nel<br />
SNC sono molto poco rappresentati e quindi non compensano.<br />
• edema citotossico ⇒ danno alla membrana cellulare<br />
… in ogni caso si parla di ipertensione endocranica per l’ICP > 200mlH2O (supino), e può originare anche<br />
qua da una situazione ± generalizzata (massa singola o turbamento della circolazione del liquor).<br />
Il rischio è quello di erniazione del tessuto cerebrale con conseguenti danni che possono venire a crearsi:<br />
ernia subfalcina ⇒ si ha il cingolo che si sposta sotto la falce<br />
o ACA (anterior cerebral artery): rischia di essere danneggiata<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 143
ernia transtentoriale (uncinata): si ha il lobo temporale contro il margine libero del tentorio cerebelli. Si<br />
rischia che vadano danneggiati:<br />
o III nervo ⇒ midriasi e oftalmoplegia<br />
o PCA<br />
o peduncolo cerebrale ⇒ emiparesi<br />
o lesioni emorragiche del mesencefalo / del ponte<br />
ernia tonsillare: tonsille cerebrali attraverso il forame magno<br />
o compressione del tronco ⇒ possibile compromissione del centro del respiro<br />
idrocefalo<br />
Chiaramente un eccesso di CSF (cerebral spinal fluid):<br />
- ridotto drenaggio: la maggior parte dei casi, per ostacolo fisico<br />
- aumentata produzione: p.es da tumori corioidei, ma sono rari<br />
…le situazioni che si possono avere sono tre:<br />
1. idrocefalo ± comunicante: cioè ci può essere una compartimentalizzazione dell’eccesso di liquor<br />
(p.es masse in III ventricolo)<br />
2. ingrossamento del cranio: in caso avvenga prima della saldatura delle ossa del cranio<br />
3. idrocefalo ex vacuo: dilatazione del sistema ventricolare per eccesso di CSF a scapito del<br />
parenchima cerebrale (perdita di parenchima)<br />
Le meningiti si dividono in:<br />
• acute o croniche<br />
• infettive<br />
o batteriche (piogeniche, tubercolari…)<br />
o asettiche (virali)<br />
• chimiche<br />
• carcinomatosi meningee<br />
• linfomatosi meningee<br />
18-50 anni<br />
>50 anni<br />
non età correlati<br />
<br />
Infezioni<br />
<br />
Meningite acuta<br />
Nisseria Menigitidis <br />
Streptococcus Pneumoniae <br />
Deficit di C-5,8<br />
Otite media, Sinusite 19 , liquorrea,<br />
asplenia*, alcoolismo<br />
Listeria Monocytogenes 20 Immunodeficienza, diabete II<br />
S. Pneumoniae vd. sopra<br />
Enterobacteriacee interventi neurochirurgici. Rare<br />
nelle infezioni comunitarie.<br />
Staphylococcus Aureus interventi neurochirurgici,<br />
derivazioni ventricolo-peritoneali,<br />
endocarditi, ascessi… di nuovo<br />
raramente comunitarie<br />
19<br />
Otiti e Sinusiti trascurate, per contiguità possono portare questo organismo a raggiungere le meningi e lo spazio sub<br />
aracnoideo.<br />
20<br />
tipica zoonosi, si contrae vivendo in promiscuità con animali; Sono gram⊕, acapsulati, pleomorfi, con tipica<br />
disposizione a V o a palizzata. Danno caratteristiche colture ad ombrello, mobili, si spostano “a capriole”. Pericolose<br />
soprattutto in gravidanza per il bambino (meningite del neonato, granulomatosi infantisettica…)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 144
fisiopatologia (piogeniche)<br />
adesione all'epitelio<br />
nasofaringeo<br />
• Meningococco<br />
• Pneumococco<br />
Ci sono due elementi chiave:<br />
attraversamento<br />
epitelio colonnare<br />
• vacuoli<br />
• creazione di<br />
spazi tra le tight<br />
junctions<br />
• infezioni ematogene<br />
In alcuni casi si ha il passaggio diretto dal sangue all’epitelio dei plessi corioidei, e quindi nel<br />
liquido cerebrospinale.<br />
• infiammazione batteri / citochine - indotta<br />
Sostanzialmente non basta utilizzare un antibiotico efficace per risolvere la situazione: una specie<br />
di reazione di Jarish-Herxheimer: la lisi dei batteri e la diffusione dei loro prodotti provoca una<br />
esacerbazione dei processi infiammatori e di alterazione del SNC.<br />
edema vasogenico: IL-1 e il TNFα aumentano la permeabilità della BBB<br />
danno cellulare: è dovuto ad..<br />
a. AA eccitatori<br />
b. specie reattive di ossigeno e azoto<br />
c. altri mediatori<br />
idrocefalo: di tipo ostruttivo, per via dell’essudato sub aracnoideo che va ad<br />
intasare i seni della dura.<br />
episodi ischemici: dovuti sia all’essudato sub aracnoideo, sia alla vasculite dei<br />
vasi cerebrali dovuti all’infiltrazione neutrofila.<br />
ICP↑ ⇒ coma: l’assommarsi di tutti gli elementi provoca un brusco rialzo della pressione intracranica<br />
(ICP), portando eventualmente il pz. in coma.<br />
Caratteristiche del liquor<br />
La rachicentesi o puntura lombare va eseguita su tutti i pazienti con sospetto di meningite. Va individuato lo<br />
spazio interspinoso (L4-L5), si superano i legamenti interspinosi, e dallo spazio sub aracnoideo si estrae il<br />
liquido.<br />
Nb: mai sopra L4-5 per evitare di ledere il midollo (in questa sede si trova infatti la cauda equina).<br />
Nb2: TAC per escludere eventuali cause di ipertensione del liquor dovute a masse (p.es tumorali), dove una<br />
puntura in queste condizioni potrebbe portare ad un incuneamento del tronco<br />
encefalico, con lesioni gravi dei centri vitali. Si può evitare in pzz:<br />
• immunocompetenti<br />
• senza segni di ICP↑<br />
• senza recenti traumi cranici<br />
… per quanto riguarda le caratteristiche del liquor:<br />
a. pressione cui esce il liquor normalmente: dipende dal decubito (+ o - 20<br />
cmH2O)<br />
- seduto ⇒ 35-40 cmH2O<br />
- laterale ⇒ 15-20 cmH2O<br />
(c.a il 20% avrà P > 40cmH2O)<br />
b. aspetto: limpido, incolore, trasparente…<br />
c. proteinorrachia: [proteine]LIQUOR: aumentata durante la flogosi,<br />
normalmente 20-30mg/dl.<br />
d. glicorrachia: [glucosio]LIQUOR: diminuisce in caso di batteri (lo<br />
usano), normalmente è il 60-70% di quella<br />
ematica (controllare la glicemia: le variazioni del<br />
livello ematico richiedono c.a 20min per avere<br />
effetto)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 145<br />
Vasi<br />
• plessi corioidei<br />
• attraversamento<br />
dell'epitelio del<br />
plesso<br />
CSF<br />
• mancanza di<br />
complemento<br />
• basso titolo IgG
e. elementi cellulari:<br />
- molto pochi normalmente < 5 /µL<br />
⇒ liquor limpido<br />
Esame del Liquor<br />
• virus: pleiocitosi linfocitica: frequenti in età pediatrica, di buona prognosi; in<br />
genere non viene identificato nello specifico il microorganismo.<br />
• Alcuni batteri possono dare comunque meningiti a liquor limpido. Permangono le<br />
altre caratteristiche del liquor (glicorrachia↑ protidorrachia↑), ma si<br />
ha un calo della cellularità<br />
1. brucelle<br />
2. leptospire<br />
3. salmonelle<br />
4. tr.pallidum<br />
5. listeria<br />
6. altri microrganismi: criptococcus, parassiti<br />
• M. Tubercolosis, che dà la forma più importante. Eventualmente dà luogo al liquor<br />
smerigliato: lasciandolo riposare si potrà osservare la formazione<br />
del reticolo di Mya<br />
- tanti elementi cellulari ⇒ meningiti batteriche purulente. Prognosi negativa.. si tratta<br />
per lo più di pneumococco e meningococco. Il profilo è sempre lo<br />
stesso, con glicorrachia in diminuzione ed aumento di cellule e<br />
proteine.<br />
( immagine di colorazione Gram con Nisseria M.)<br />
liquor torbido<br />
• esame diretto dopo colorazione Gram ⇒ sensibilità 100%, spec.60-90%<br />
• esame indiretto (latex) ⇒ sens. variabile in base alla specie (67-95%)<br />
• coltura ⇒ sensibilità100%<br />
liquor limpido: se virale il più spesso non si individua il patogeno (non serve)<br />
• Mycobacterium Tubercolosis: esame diretto, colturale e PCR<br />
• PCR per virus<br />
• esame indiretto per virus (sierologica: la più sfruttata)<br />
⇒ comunque per identificare eventuali protozoi o funghi si eseguono prove d’isolamento<br />
⇒ alla prova colturale s’affiancano sempre considerazioni emocromocitometriche per eventuali leucocitosi<br />
⇒ alla coltura del liquor va affiancata ovviamente un’emocoltura<br />
Morfologia<br />
Ricordiamo come la possibilità di osservare batteri in colorazione Gram sia subordinata al non trattamento<br />
della meningite.<br />
Lo pneumococco va<br />
segnalato in particolare<br />
per la forma adesiva che<br />
determina, a causa<br />
dell’essudato gelatinoso<br />
contenente imporatnti<br />
quantità di polisaccaride<br />
capsulare.<br />
macro<br />
vasi leptomeningei congesti<br />
essudato:<br />
- basale (Haemophilus)<br />
- seno sagittale / convessità<br />
(pneumococco)<br />
ventricolite: forme fulminanti<br />
micro<br />
neutrofili sub aracnoidei<br />
encefalite focale (PMN<br />
attraverso i vasi venosi) nelle<br />
fulminanti<br />
fibrosi leptomeningea (esito)<br />
aracnoidite cronica adesiva<br />
(pneumococco)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 146
Meningite acuta asettica (virale)<br />
Meningiti a liquor limpido.. più frequenti, autolimitanti, e in genere in soggetti giovani…<br />
- Echovirus<br />
- Coxackievirus<br />
- Virus della Parotite<br />
- altri… p.es polio<br />
..da un punto di vista anatomopatologico c’è poco o niente: un minimo di edema cerebrale e una lievissima<br />
infiltrazione PMN.<br />
<br />
Infezioni suppurative focali acute<br />
ascesso cerebrale<br />
In linea generale mentre i virus danno encefaliti, i batteri tendono a dare una fase transitoria di cerebrite che<br />
poi esita immediatamente in un ascesso localizzato. I risk factors più importanti sono:<br />
Le regioni più colpite sono:<br />
lobo frontale<br />
parietale<br />
cervelletto<br />
..è composto come segue:<br />
• foci adiacenti<br />
• sepsi<br />
• endocardite batterica acuta<br />
• sepsi polmonare cronica<br />
- necrosi colliquativa centrale<br />
- capsula collagenica: derivante dai fibroblasti perivasali<br />
- edema circostante<br />
- gliosi reattiva, con astrociti gemistrociti<br />
empiema subdurale<br />
Una volta drenato chirurgicamente non lascia reliquati se non un lieve ispessimento della dura. Di solito è per<br />
contiguità da:<br />
- fosse paranasali<br />
- ossa craniche<br />
…può dare problemi per:<br />
effetto massa<br />
trombosi delle vene a ponte che passano in quella sede<br />
… a parte questo non ci sono grossi rischi e il pz. in genere guarisce senza reliquati.<br />
<br />
Meningoencefalite cronica batterica<br />
TBC<br />
C.a il 3 /4 dei casi è di extracomunitari, e sono più frequenti in giovani e bambini. E’ un bambino che non ha<br />
flogosi, ma piuttosto tubercolomi: cioè dei granulomi a livello cerebrale. Infatti l’infezione NON avviene<br />
come per il pneumococco p.es attraverso il sangue e poi nelle meningi:<br />
PRIMA INFEZIONE<br />
• passaggio ematico<br />
• diffusione miliare nel<br />
parenchima encefalico<br />
• formazione di<br />
tubercolomi<br />
RISCHIO DI MENINGITE<br />
• evoluzione caseosa<br />
• superficialità delle<br />
lesioni<br />
• sviluppo di capsula<br />
fibrosa<br />
MENINGITE<br />
• svuotamento del<br />
tubercolo nello spazio<br />
sub aracnoideo:<br />
- Ag del Mycobatterio<br />
- Bacilli vivi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 147
È piuttosto subdola, e manifesta come ovvio dalla patogenesi inizialmente la clinica di una encefalite (essendo<br />
in fondo una forma di encefalite subacuta con possibile evoluzione in meningite acuta):<br />
- febbricola e astenia<br />
- lieve cefalea<br />
- alterazioni dell’umore e del carattere<br />
- interessamento dei nervi cranici: tipico è il pz. con paralisi del faciale monolaterale<br />
.. a livello morfologico avremo:<br />
essudato gelatinoso / fibrinoso: alla base del coinvolgimento dei nn. cranici, in genere infatti<br />
interessa preferenzialmente la base dell’encefalo sfociando in ultima<br />
analisi in una aracnoidite adesiva<br />
meningo encefalite diffusa: si osservano infatti noduli bianchi diffusi a tutte le leptomeningi,<br />
diffondendosi attraverso il liquor e coinvolgendo anche i plessi<br />
corioidei.<br />
endoarterite obliterante: con infiltrati infiammatori a tutto spessore delle pareti.<br />
tubercolomi<br />
batterioscopia: con colorazioni alcol-acido resistive…<br />
A livello fisiopatologico troveremo<br />
• linfo monocitosi: e non neutrofilia come con gli altri batteri<br />
• liquor limpido, associato, differentemente che nei virus a…<br />
• glicorrachia↓: si trova meno glucosio<br />
• proteinorrachia ↑<br />
• reticolo di Mya: lasciando sedimentare qualche ora il liquor appare un disegno tipicamente<br />
smerigliato così definito.<br />
PCR per la diagnosi definitiva, la si preferisce alla coltura (8O% sens.)<br />
Sifilide terziaria<br />
Si hanno diversi quadri di neuro sifilide…<br />
1. meningo vascolare<br />
a. sedi<br />
- base cranica e le convessità<br />
- meningi midollari<br />
b. endoarterite obliterante<br />
c. reazione infiammatoria perivascolare<br />
d. ± gomme<br />
2. paretica: si manifesta con una perdita di funzioni progressiva ed insidiosa che porta infine ad una<br />
demenza con paralisi generale.<br />
a. danno parenchimale: a livello di lobo frontale e in generale di isocortex, da cui:<br />
- gliosi reattiva<br />
- proliferazione microgliale: cellule a bastoncello<br />
- depositi marziali nei pressi del neuropilo<br />
b. ± idrocefalo<br />
c. batterioscopia: spesso positiva anche in sezione<br />
3. tabe dorsale: si ha una compromissione delle radici sensitive, da cui un’alterata propriocezione<br />
(atassia) che si somma ad una perdita di sensibilità (lesioni cutanee ed articolari 21 ),<br />
da cui un’ipo / a - riflessia profonda e dei caratteristici dolori fulminanti; si ha:<br />
a. perdita di assoni e di mielina (midollo dorsale) ⇒ pallore e atrofia delle colonne dorsali<br />
b. NON microrganismi dimostrabili nelle lesioni<br />
21<br />
si parla di articolazioni di Charcot<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 148
Encefaliti Virali<br />
In linea generale un virus che dia un’encefalite determina certi tipi di alterazioni, che possono comprendere:<br />
• infiltrati mononucleati<br />
• gliosi, a volte con formazione di noduli<br />
• neuronofagia: di elementi necrotici<br />
• corpi inclusi: spesso sono particelle virali<br />
• malformazioni congenite: se presi nella vita intra uterina<br />
arthropod borne<br />
encephalitis<br />
(tra cui TBE)<br />
HSV-1<br />
Hsv-2<br />
SEDI MORFOLOGIA TIPICA CLINICA<br />
sia sostanza bianca che grigia: - neuronofagia<br />
alta morbosità e letalità<br />
• corticale<br />
- vasculite necrotizzante<br />
• gangli della base<br />
- infiltrati linfocitari<br />
interessamento diffuso<br />
generalizzata<br />
HZV (zoster) sia glia che neuroni demielinizzazione<br />
necrosi<br />
corpi inclusi<br />
CMV<br />
zone sotto ependimali<br />
encefalite subacuta<br />
encefalite necrotizzante<br />
polio<br />
(picoRNAvirus)<br />
paraventricolare<br />
è selettiva per le corna<br />
anteriori.<br />
± estensione alle posteriori<br />
rabbia pavimento del IV ventricolo,<br />
bulbo, gangli della base,<br />
AIDS<br />
midollo, radici dorsali.<br />
• sostanza bianca<br />
sottocorticale<br />
• diencefalo<br />
• tronco cerebrale<br />
- necrosi<br />
bambini e adolescenti, solo il 10% con<br />
- emorragia<br />
previa infezione; evoluzione lenta.<br />
- inclusioni di Cowdry 50% dei neonati da parti vaginali in<br />
madre infetta;<br />
pzz. con AIDS.<br />
inclusioni da CMV in cellule<br />
ingrandite<br />
infiltrati: mononucleati a<br />
manicotto (perivascolari)<br />
neuronofagia<br />
danno cronico: perdita di<br />
neuroni e gliosi associate.<br />
degenerazione neuronale<br />
flogosi<br />
c.pi di Negri: patognomonici<br />
meningite asettica (1-2 sett.)<br />
- meningite linfocitaria<br />
- perdita focale di mielina<br />
meningoencefalite subacuta<br />
- dilatazione ventricolare e approfondimento<br />
dei solchi con corticale di spessore normale<br />
- noduli microgliali con cell. giganti<br />
multinucleate<br />
- gliosi reattiva<br />
- macrofagi schiumosi<br />
- HIV nella microglia (biologia molecolare)<br />
AIDS infantile<br />
- microcefalia<br />
- calcificazioni: (1) grandi vasi (2) gangli<br />
della base (3) sostanza bianca profonda<br />
- noduli microgliali = AIDS adulto<br />
… ci sono quindi due situazioni dove si ha una demielinizzazione cronica:<br />
nevralgia post erpetica (10%)<br />
encefalite acuta (AIDS)<br />
immunodepressi.<br />
radicoloneurite per interessamento<br />
di midollo e radici spinali<br />
posteriori.<br />
Al di fuori del midollo si ha una<br />
importante atrofia muscolare e<br />
paralisi flaccida da denervazione.<br />
± miocardite sovrapposta<br />
± morte per arresto respiratorio<br />
clinica ben nota.<br />
AIDS dementia complex:<br />
ritardo mentale<br />
perdita di memoria<br />
atassia<br />
incontinenza<br />
crisi convulsive<br />
atrofia diffusa al<br />
neuroimaging<br />
AIDS infantile<br />
ritardo mentale<br />
ritardo nello sviluppo<br />
motorio<br />
spasticità degli arti<br />
JC virus e la leucoencefalopatia multifocale progressiva: sono colpiti gli oligodendrociti<br />
• aree irregolari di distruzione della sostanza bianca<br />
• demielinizzazione sottocorticale<br />
morbillivirus e la panencefalite sclerosante subacuta: sempre degenerazione mielica, con:<br />
• gliosi reattiva<br />
• grovigli neurofibrillari<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 149
Si hanno tendenzialmente tre tipi di manifestazione:<br />
<br />
forme micotiche<br />
1- vasculitica: da aspergillus o occasionalmente da candida. Danno in genere trombosi ed infarto, che<br />
ovviamente sarà settico e vedrà un ottimo terreno di coltura per il micete.<br />
2- meningitica cronica: tipica da criptococco, subdola e fatale, spesso nell’AIDS, mortale in<br />
1-2settimane.<br />
a. elevata proteinorrachia<br />
b. (fungo ?) scopia: tramite colorazioni di inchiostro d’india.<br />
c. idrocefalo per ostruzione dei forami (di L&M) da parte di tessuto di granulazione reattivo<br />
d. cisti parenchimali a livello del territorio di distribuzione delle aa. lenticolo striate<br />
e. aggregati perivascolari di microrganismi<br />
3- da invasione parenchimale: sotto forma di granuloma o di ascesso; spesso coesiste con la meningite.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 150
Malattie Cerebrovascolari<br />
Definizioni prettamente cliniche<br />
ictus o stroke: è un evento di natura cerebro vascolare improvviso ed inaspettato che determina la<br />
comparsa di un deficit neurologico focale (caratterizzato da disturbi motori, della<br />
sensibilità, compromissione del linguaggio, disturbi dell’equilibrio…) causato da una<br />
lesione cerebrale focale legata ed una occlusione o rottura di vasi sanguigni<br />
cerebrali (quindi non è un termine anatomopatologico).<br />
TIA: (Transitory Ischemic Attak) dura < 24h, spesso è di c.a 1 ora<br />
RIND: (Reversable Ischemic Neurologic Deficit): restetutio ad integrum entro 3 settimane<br />
Substrato Anatomico<br />
Ricordiamo come il tronco basilare genera dalle arterie vertebrali, che<br />
generano dalla succlavia e non dalla carotide (da cui il furto della succlavia).<br />
Il circolo del Willis genera dal tronco basilare..<br />
• a. cerebrale posteriore: irrora la corteccia visiva (polo occipitale) e<br />
gran parte della superficie infero mesiale,<br />
oltre che il cervelletto ed il tronco<br />
encefalico. È il circolo meno interessato<br />
(15% c.a).<br />
• a. cerebrale anteriore: va a irrorare gran parte della superficie<br />
mesiale<br />
• a. cerebrale media: quella più spesso coinvolta<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 151
meccanismi di compenso e fisiopatologia del danno<br />
- circoli<br />
o Willis<br />
o carotide esterna – a. oftalmica: riesce a bypassare alcune ostruzioni della carotide interna<br />
- compenso emodinamico e metabolico:<br />
o vasodilatazione: compensa la riduzione della pressione di perfusione<br />
o aumento dell’estrazione d’O2 ciò consente nonostante il calo del flusso di mantenere il<br />
metabolismo cerebrale costante (area di penombra<br />
ischemica 22 ). In questi casi si ha una paralisi cellulare<br />
(ATP↓ ⇒ Na/K ↓↓ ⇒ interruzione dell’attività fisiologica)<br />
o riduzione del metabolismo: cui consegue poi la morte cellulare<br />
…queste fasi sono ben valutabili nell’infarto ischemico alla RNM, e scandiscono il grado di successo<br />
all’esecuzione della trombolisi.<br />
Nella patogenesi del danno va ben considerato il glutammato: durante l’ischemia viene rilasciato in massicce<br />
dosi, questa stimolazione di AA eccitatori può dare una disfunzione del calcio che porta ad apoptosi<br />
cellulare.<br />
<br />
Ischemia cerebrale globale<br />
Da basso flusso, ipotensione etc… il danno colpirà le cellule in base alla loro sensibilità a questo tipo di<br />
insulto, ed anche tra neuroni (che sono i più sensibili) si parla di vulnerabilità selettiva, perché alcune aree<br />
sono più sensibili di altre:<br />
• ippocampo nel settore CA1 (di Sommer)<br />
• purkinje<br />
• neocortex (neuroni piramidali)<br />
• zone di confine: dove quella più a rischio è a cavallo tra la ACA e la MCA<br />
Il danno peggiore a lungo termine è il così detto cervello respiratorio, composto di tessuto disgregato e<br />
rammollito, che non si fissa bene in formalina e si colora male.<br />
morfologia<br />
cambiamenti precoci<br />
Eziopatogenesi<br />
• neuroni rossi<br />
• alterazioni simili in<br />
oligodendrociti e<br />
astrociti<br />
cambiamenti<br />
subacuti (24h+)<br />
• necrosi<br />
• macrofagi<br />
• proliferazione<br />
vascolare<br />
• gliosi reattiva<br />
<br />
Infarto da ostruzione locale del flusso ematico<br />
riparazione<br />
(2settimane +)<br />
• rimozione tessuto necrotico<br />
• perdita della normale<br />
orgranizzazione (necrosi<br />
pseudolaminare)<br />
embolia: spesso l’embolo non è rilevabile all’esame autoptico, probabilmente per il fenomeno di<br />
disgregazione cui va incontro. In genere dà infarti emorragici (rossi).<br />
o origine cardiaca:<br />
IMA, FA ⇒ trombi parietali<br />
malattia valvolare<br />
o tromboembolia arteriosa: spesso placche carotidee che si rompono<br />
o embolismo paradosso: nei bambini con malformazioni cardiache, in genere è tumorale,<br />
grassa o gassosa (aria).<br />
22<br />
area in cui vi è una riduzione del flusso, laddove però i meccanismi di compenso mantengono le cellule vitali<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 152
o embolizzazione a pioggia: in seguito ad una frattura, la sintomatologia è più generalizzata,<br />
in genere si rilevano lesioni emorragiche diffuse.<br />
trombosi: in genere dà infarti non emorragici (pallidi, bianchi)<br />
o arteriosclerosi, ovviamente. La prima causa.<br />
o arteriti e vasculiti da TBC, sifilide o infezioni opportunistiche<br />
o poliarterite nodosa<br />
o angiolite primitiva del SNC<br />
o malattie ematologiche con ipercoagulabilità<br />
o droghe<br />
o CADASIL: cerebral austosomal dominant aretriopathy (with) Subcortical Infarcts (and)<br />
Leukoencephalopahty. Rara, ereditaria, dipende dal gene notch3, si hanno ictus<br />
ricorrenti<br />
o angiopatia amiloidea cerebrale (AMC): è sempre l’Aβ 40 peptide dell’Alzheimer che si<br />
somma ad altre situazione predisponenti:<br />
AMC olandese: congiunzione col genotipo apoE<br />
AMC islandese: disturbo della cistatina C<br />
morfologia dell’infarto non emorragico<br />
macro - • pallido<br />
• molle<br />
• tumefatto<br />
• giunzione<br />
grigio bianca<br />
micro • neuroni rossi<br />
• edema<br />
• perdita delle<br />
caratteristiche<br />
tintoriali<br />
confusa<br />
picco della<br />
migrazione dei<br />
neutrofili<br />
primi fagociti:<br />
- monociti < sangue<br />
- microgliali<br />
• gelatinoso<br />
• friabile<br />
• giunzione<br />
ancora peggio<br />
primi astrociti<br />
reattivi<br />
… si consolidano i<br />
fagociti<br />
.. poi a distanza di parecchi mesi si ha un ritorno istologico ad una situazione di quiete:<br />
liquefazione, rimane una cavità:<br />
- con liquido<br />
- tessuto grigio scuro che si<br />
estende con la graduale<br />
rimozione del tessuto necrotico<br />
• fagociti sono le cellule prevalenti<br />
• astrociti reattivi ai margini:<br />
o volume ↑<br />
o mitosi<br />
o rete di estensioni<br />
protoplasmatiche<br />
- ipertrofia (nucleare & cellulare) regredisce<br />
- agglomerati nella cavità necrotica:<br />
o fibre gliali<br />
o capillari neoformati<br />
o fibre perivascolari di tessuto connettivo<br />
- strato gliotico interposto tra corteccia e meningi<br />
- macrofagi: possono permanere anche anni, contenendo i residui dei prodotti del catabolismo<br />
mielinico dei residui fagocitati.<br />
Altri tipi di infarto<br />
Si parla di forme:<br />
12h 48h 10gg 2 sett 3 sett<br />
emorragiche: sovrapponibile, si aggiunger però lo stravaso ematico e il suo riassorbimento<br />
incomplete: solo le cellule più sensibili sono necrotiche: la glia resiste.<br />
midollari: raro.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 153
intraparenchimale<br />
<br />
Emorragia intracranica<br />
• 60 anni il picco<br />
• ipertensione la prima causa delle forme gangliari (più frequenti): la malattia cronica si associa a<br />
o arteriosclerosi<br />
o microaneurismi di Charcot Bouchard (vasi < 300µm ∅), spesso ai gangli della base<br />
• angiopatia amiloide cerebrale: una delle cause delle forme lobari<br />
• classificazione<br />
o gangliare ⇒ talamo, gangli della base.. (50-60% tot.)<br />
o lobari<br />
si ha un’area di compressione che circonda lo stravaso coagulato di sangue, che va incontro ad una serie<br />
di reazioni anossico gliali; il quadro, molto più circoscritto, è paragonabile ad un infarto emorragico.<br />
Subaracnoidea<br />
È un’emorragia tra la pia madre (a contatto con l’encefalo) e l’aracnoide. Si tratta del 5% delle emorragie<br />
cerebrali, la maggior parte sono stroke emorragici, cioè emorragie intra parenchimali.<br />
o rottura aneurismatica: 85% sono più frequentemente sintomatologici con l’età, laddove<br />
l’ateromatosi va affliggendo la parete.<br />
• comunicante anteriore 4O%: si accumula a livello della falce..<br />
• carotide interna 3O%<br />
• MCA 2O%<br />
• circolo posteriore 1O%<br />
o rottura di malformazione<br />
o rottura traumatica<br />
o importante emorragia intra parenchimale che sfonda (lacero contusione p.es)<br />
Morfologicamente questi aneurismi a bacca si presentano:<br />
- di 2-3mm ∅<br />
- lucidi, rosso vivo, con parete traslucida<br />
- ± colorazione marrone dei tessuti circostanti (pregressa emorragia)<br />
- assenza di tonaca muscolare nella parete dell’aneurisma<br />
- rottura all’apice<br />
clinica:<br />
• emicrania trafittiva nucale: in genere riferita (anche da pzz. emicranici) come mai provata prima. Dovuta a<br />
strutture innervate dal V nervo cranico<br />
• segni di HPT endocranica: sintomo cardine è il rigor nucalis, che però non appare subito ! inizialmente è<br />
appena accennato, quindi bisogna fare delicatamente per avvertire bene eventuali contratture (Nb:<br />
Brudzinski)<br />
• crisi epilettica: per il sangue che si “spalma” sopra la corteccia<br />
• alterazioni dello stato di coscienza<br />
Nb: diagnosi con TC e/o puntura lombare<br />
malformazioni vascolari<br />
4 gruppi principali:<br />
1. arterovenose: presentano shunt e formano una rete aggrovigliata, spesso con alterazioni della<br />
parete come frammentazione della lamina elastica o ialinizzazione della media.<br />
2. emangiomi cavernosi: p.ti caudali (cervelletto, ponte..), prive di tessuto nervoso (DD telengectasie)<br />
3. teleangectasie capillari: nel ponte<br />
4. angiomi venosi: anche genetici.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 154
Malattia Ipertensiva Cerebrovascolare<br />
Le conseguenze dell’HPT cronica a livello cerebrale sono:<br />
a. emorragie massive da aneurismi: appena visti<br />
b. infarti lacunari: cioè formanti lacune, piccoli infarti cavitati (< 15mm), più spesso a livello<br />
di aa. lenticolo striate o ponte, da ialinosi delle piccole arterie.<br />
c. emorragie a fessura: di vasi penetranti di piccolo calibro, degli infarti lacunari ma lunghi e<br />
stretti, che lasciano come reliquati delle aree brunastre fissuriformi.<br />
d. encefalopatia ipertensiva: entità clinico patologica caratterizzata da:<br />
sintomi: di HPT endocranica<br />
rilievi: può rilevarsi erniazione sotto tentoriale o tonsillare<br />
b. demenza vascolare: può dipendere da<br />
- Biswanger: è una leucoencefalopatia arteriosclerotica sottocorticale dovuta a<br />
degenerazione ipossica cronica delle arterie penetranti della<br />
sostanza bianca, si manifesta come<br />
a. quadro diffuso<br />
b. lentamente progressivo, contro i pattern a gradini più classico della<br />
demenza vascolare multi infartuale<br />
c. leucoaraiosi all’imaging, alias una rarefazione della sostanza<br />
bianca periventricolare.<br />
- multi infartuale: con 2+ TIA o ictus all’anamnesi, tipica progressione<br />
a gradini<br />
- da infarti strategici: p.es su talamo, caudato o giro angolare<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 155
Patologia Neoplastica del SNC<br />
• 10% di tutte le neoplasie (2O/1OO mila)<br />
• 6° posto nell’adulto (70% sovra tentoriali)<br />
• 2° posto nel bambino (70% posteriori)<br />
• 20% spinali<br />
• 4% della mortalità<br />
• 20% a 5 anni in media <br />
La prognosi è pessima non tanto per la malignità istologica delle lesioni (tante sono benigne) quanto per<br />
caratteristiche peculiari delle neoplasie nel SNC:<br />
- alta invasività locale (poca resistenza all’espansione)<br />
- diffusione locale rapida a dispetto di una istologia benigna (nonostante il basso indice di<br />
metastatizzazione al di fuori del SNC per il resto)<br />
- resezione comunque accompagnata da ingente morbidità<br />
- effetto massa da solo può dare esiti fatali<br />
<br />
Gliomi<br />
nome & dati macroscopia microscopia clinica<br />
astrocitomi<br />
fibrillari e<br />
glioblastoma<br />
8O% dei<br />
primitivi negli<br />
adulti<br />
8-10 mesi medi,<br />
1O% oltre 2aa. <br />
astrocitoma<br />
pilocitico<br />
+ benigno <br />
bambini/giovani<br />
xanto<br />
astrocitoma<br />
polimorfo<br />
bambini<br />
oligodendro<br />
glioma<br />
adulti (40-50aa)<br />
5-10 aa di<br />
sopravvivenza<br />
superficie di taglio<br />
molle gelatinosa<br />
degenerazione cistica<br />
± emorragica<br />
neovasi (RNM!!)<br />
aspetto variabile:<br />
-duro bianco<br />
-molle giallo<br />
(necrosi)<br />
più nuclei ± pleomorfi a seconda del grading<br />
processi cellulari GFAP+ ⇒ aspetto fibrillare<br />
cellule tumorali anche a distanza<br />
• gemistrocitico:<br />
tanti processi tozzi<br />
cyt eosinofilo<br />
• glioblastoma (IV): si hanno<br />
necrosi a pseudo palizzata: le aree<br />
circondate da cellule neoplastiche<br />
proliferazione vascolare endoteliale fino<br />
a ciuffi e poi c.pi glomeruloidi (sferici)<br />
gliomatosi: cellule infiltrate diffuse<br />
aspetto ± ben delimitato, ma l’infiltrazione c’è sempre<br />
sedi preferite:<br />
- cervelletto<br />
- pareti III ventricolo<br />
- nn. ottici<br />
cistico frequentemente,<br />
con nodulo murale<br />
sulla parete della stessa<br />
spesso ben delimitato<br />
superficiale a livello<br />
di lobo temporale<br />
emisferi, sostanza<br />
bianca<br />
lesioni microscopiche<br />
o anche massive<br />
cellule bipolari<br />
processi a capello GFAP+<br />
c.pi eosinofili granulari<br />
n° vasi ↑<br />
(necrosi & mitosi)<br />
ristretto margine infiltrante <br />
astrocitomi lipidizzati con forme bizzarre<br />
può essere anaplastico, DD da astrocitoma III-IV:<br />
- depositi di reticolina abbondanti<br />
- infiltrati cronici<br />
- no necrosi no mitosi<br />
lamine cellulari<br />
capillari anastomizzati (struttura delicata)<br />
± infiltrazione corteccia<br />
forma anaplastica: WHO III contro il grado II dei<br />
differenziati, in cui possono esserci noduli focali:<br />
- densità cellulare ↑<br />
- anaplasia / mitosi / necrosi ↑<br />
- DD con neurocitoma con immunoistochimica<br />
- convulsioni<br />
- cefalea<br />
- deficit focali<br />
grading 23 (I-IV) buon<br />
fattore prognostico, ma<br />
anaplasizzano col tempo<br />
si dividono in:<br />
primari (p53) ⇒ rapida<br />
progressione, anziani<br />
secondari (EGFR↑):<br />
giovani dopo forma a<br />
basso grado<br />
valutati WHO I<br />
resezione chirurgica<br />
buona a livello di<br />
cervelletto<br />
recidive come cisti +<br />
che come masse solide<br />
storia di epilessia<br />
WHO II: infatti si ha c.a<br />
l’80% a 5 anni.<br />
S/S neurologici per anni<br />
(con convulsioni)<br />
Chr 1p 19q spesso<br />
coinvolti, se unici<br />
⇒ migliore prognosi<br />
23<br />
proposto dall’OMS in quarti: in particolare la forma anaplastica ha grado III, mentre il glioblastoma IV (peggio).<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 156
Ependimomi<br />
tutte le età<br />
5aa<br />
sopravvivenza<br />
media<br />
sono ben demarcati<br />
(più degli astrocitomi)<br />
adulti: canale midollare<br />
- resezione spesso OK!<br />
bambini: IV ventricolo<br />
- resezione rischiosa !<br />
• strutture pseudo ghiandolari<br />
≈ canale embrionale<br />
processi GFAP+ nel lume<br />
• pseudo rosette perivascolari: con interposti<br />
processi GFAP+ lunghi e delicati<br />
• forme mixo papillari:<br />
mixo: GAG e polisaccaridi acidi<br />
papillari: cell cuboidi + asse fibrovascolare<br />
differenziati WHO II e<br />
anaplastici WHO III<br />
fondamentale radicalità<br />
nelle mixo papillari<br />
(prognosi buona)<br />
idrocefalo ostruttivo<br />
disseminazione tramite<br />
liquor quasi costante<br />
GFAP = glial fibrillary acidic protein, è una proteina tipica dei filamenti intermedi espressa in astrociti e<br />
cellule ependimali nel SNC.<br />
<br />
Tumori Neuronali<br />
a cellule gangliari<br />
e ganglio gliomi<br />
componenti gliali<br />
(+ rapida<br />
progressione)<br />
tumore<br />
disembrioplastico<br />
neuro epiteliale<br />
lenta crescita<br />
neuroblastomi<br />
neuronali<br />
bambini, rari<br />
medullo<br />
blastoma<br />
bambini<br />
diffusione<br />
tramite CSF<br />
75% a 5aa<br />
linfoma<br />
encefalico<br />
primitivo<br />
2% degli extra<br />
nodali<br />
AIDS o over 60.<br />
diffusione<br />
localizzazioni:<br />
- pavimento III ventr.<br />
- ipotalamo<br />
- lobo temporale: più<br />
spesso i gangliomi<br />
± componenti cistiche<br />
calcificazioni focali<br />
lobo temporale<br />
assottigliamento osseo<br />
in corrispondenza<br />
gangliocitoma: solo cellule neuronali:<br />
come aggregati separati da stroma acellulare<br />
ganglio glioma: un misto, in genere la<br />
componente gliale anaplasizza <br />
± cellule displastiche binucleate<br />
cell. gangliari: immunoistochimica + per<br />
neuro filamenti,<br />
sinaptofisine<br />
tipo papillare glioneurale: primo strato<br />
sull’asse è gliale, poi i neuronali sono<br />
più compatti.<br />
elementi glioneurali specifici:<br />
- cellule rotondeggianti neuronali<br />
- in noduli mucosi al centro<br />
- non segni di differenziazione gliale, a<br />
meno che in lesioni complesse<br />
- displasia istologica ma non citologica<br />
emisferi piccole cellule indifferenziate<br />
linea mediana del<br />
cervelletto (bambini)<br />
[laterali (adulti)]<br />
ben circoscritto<br />
grigiastro<br />
friabile<br />
fino alle meningi<br />
lesioni multiple tutto<br />
spessore:<br />
- bianca & grigia<br />
- strutture profonde<br />
± area di necrosi<br />
centrale<br />
rosette di Homer Wright<br />
<br />
Altri Tumori cerebrali<br />
alta cellularità, anaplastica<br />
rapporto N/C ↑ nuclei allungati /semilunari<br />
mitosi, Ki-67⊕<br />
markers misti:<br />
- GFAP<br />
- granuli neurosecretori<br />
- rosette di Homer Wright (pro-neuronali)<br />
var. desmoplastica: forte risposta stromale,<br />
depositi di reticolina,assenti nelle “isole<br />
pallide”<br />
cordoni<br />
trans corticali con sfocio e diffusione sub<br />
aracnoidea ⇒ metastasi a goccia (SNC)<br />
accumulo cellulare attorno ai vasi<br />
aspetto a cerchio: cellule separate da<br />
materiale argentofilo, piuttosto caratteristico<br />
diffusi infarti microscopici nel linfoma<br />
angiotropico<br />
convulsioni (curativa<br />
l’exeresi chirurgica)<br />
WHO I, II, IV<br />
(anaplastici)<br />
crisi epilettiche<br />
l’exeresi chirurgica<br />
spesso funziona <br />
aggressivi <br />
idrocefalo ostruttivo<br />
fortunatamente è molto<br />
sensibile alla RT<br />
EBV spesso rilevato<br />
nelle cellule B<br />
trasformate<br />
in genere è un linfoma<br />
ad alto grado<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 157
meningioma<br />
adulti<br />
meningioma<br />
anaplastico<br />
dura madre: adesi<br />
ventricoli: dalle cellule<br />
stromali aracnoidee dei<br />
plessi corioidei<br />
tondeggianti<br />
possono infiltrate il<br />
cervello (raro negli<br />
altri meningiomi), il<br />
che dà alti rischi di<br />
recidiva locale.<br />
massa incapsulata da tessuto fibroso<br />
variante a placche: liminalmente sulla dura<br />
⇒ iper reazioni ostotiche<br />
varianti istologiche: sono 6 note:<br />
1. sinciziale: cell compatte membrane<br />
invisibili<br />
2. fibroblastica: cell allungate tanto collagene<br />
3. transizionale: sinciziale + fibroblastico<br />
4. psammomatoso: calcificazione nidi<br />
sinciziali<br />
5. secretoria: goccioline citoplasmatiche PAS+<br />
6. micro cistica: lassa, spugnosa<br />
mitosi ⇒ meningioma atipico > 4+ /10 campi<br />
20 mitosi /10 campi<br />
aspetto sarcomatoso maligno, con prove<br />
istologiche dell’origine meningoteliale<br />
varianti:<br />
• papillare<br />
• raboide: lamine contenenti fil. intermedi<br />
comprime i nervi<br />
lento accrescimento,<br />
può avere crescita<br />
rapida in gravidanza<br />
(recettori per il<br />
progesterone)<br />
WHO I il classico<br />
WHO II l’atipico<br />
WHO III l’anaplastico<br />
mutazioni dell’NF2<br />
± associato a<br />
neurofibromatosi tipo 2<br />
WHO III: altamente<br />
aggressivo<br />
<br />
Tumori secondari<br />
Le metastasi vanno dal 25 al 5O% dei tumori intracranici, rappresentando c.a l’80% della metastatizzazione,<br />
le sedi del tumore primario più frequenti sono:<br />
1) polmone<br />
2) mammella<br />
3) cute<br />
4) rene<br />
5) tratto GI<br />
.. sono masse che frequentemente possono interessare anche le meningi e che possono dare la prima<br />
sintomatologia associata al tumore primario.<br />
• nettamente demarcate: macro e microscopicamente, melanoma a parte.<br />
• spesso localizzate alla giunzione grigio / bianca<br />
• edema & gliosi circostante<br />
• disseminazione meningea: è un problema che coinvolge anche le radici nervose intradurali, più spesso<br />
associato a metastasi:<br />
del polmone<br />
della mammella<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 158
Malattie Degenerative<br />
<br />
Alzheimer<br />
(morfologia e prospettive biomolecolari della ricerca)<br />
Descritta nel 1906 su una pz. di 56 anni da Alois Alzheimer (1864-1915), che correlava alterazioni<br />
anatomopatologiche del SNC con il quadro clinico ormai classico di AD. Anche l’udinese Perusini nello stesso<br />
periodo la descrisse, e fino agli anni ’7O era conosciuta come Alzheimer – Perusini.<br />
Su 200bilioni neuroni ci sono c.a 10'000 tipi di neuroni diversi, ognuno dei quali è connesso con almeno 5000<br />
neuroni diversi. La glia è fondamentale nel complesso, ed è 50 volte più numerosa dei neuroni.<br />
La demenza in questo contesto è una malattia della vecchiaia: consta della perdita della memoria e di altre<br />
funzioni superiori (2 o più) limitanti la quotidianità;<br />
• 5O% delle demenze sono per Alzheimer<br />
• lungo sviluppo pre clinico<br />
• esordio medio > 75 arrivando al 45% degli over 95<br />
Eziologia<br />
Numerosi centri di ricerca danno peso a diversi fattori…<br />
- geni: associazioni con fattori legati a<br />
o attivazione immunitaria intra neuronale<br />
o gestione in/out di sostanze a livello neuronale<br />
o altre….<br />
- virus: sembrano esserci dei nessi<br />
o forme di herpes centrali<br />
- infettiva: ci sono molti parallelismi con la Creutzfeldt: ci potrebbe essere qualcosa di<br />
trasmissibile: il cervello di topi iniettati con neuroni malati cominciano a sovraprodurre<br />
placche<br />
Patogenesi<br />
Nasce dall’incongruo deposito di una proteina anomala figlia di proteine normalmente presenti (molto simile<br />
alla Creutzfeldt Jakob). Avviene quindi una rielaborazione da parte degli enzimi secretasi β e γ, e si ha:<br />
• Proteina APP normale: funzione incerta, ha un unico domino trans membrana<br />
• proteina A-β ⇒ non è ancora patologica, comunque forma qualche accumulo<br />
• proteina A-β pieghettata ⇒ avvengono due cose:<br />
placche neuritiche mature che danneggiano il parenchima<br />
fosforilazione di TAU con formazione di grovigli neuro fibrillari; servirebbe a stabilizzare i<br />
microtubuli, che ovviamente sono fondamentali nel metabolismo<br />
neuronale.<br />
Si pensa che ci vogliano 20 anni dalla formazione dei primissimi depositi. Alla manifestazione clinica si è già<br />
in quadro molto avanzato.<br />
Trieste ha una collaborazione col gruppo Montalcini, che studia le sinapsi neuronali di soggetti affetti: questo<br />
infatti è il primissimo momento della patologia. In questi studi è emersa l’abbondanza importante di proteina<br />
TAU proprio a livello sinaptico, e sembra proprio connessa con la disfunzione tramite due meccanismi:<br />
- alterazioni sinaptiche<br />
- alterazioni mitocondriali (neuronali): questo potrebbe aprire una porta per delle terapie.<br />
o della distribuzione<br />
o della funzionalità<br />
.. da cui la produzione di farmaci anti ossidanti ed inibitori enzimatici per evitare la formazione delle<br />
proteine patognomoniche: tra queste sui topi si è notato che l’iniezione di proteine pre-prioniche (cioè le<br />
forme sane) è in qualche modo protettivo, ovvero va ad ostacolare lo sviluppo.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 159
Diagnosi<br />
• in vita<br />
clinica: si ha una degenerazione esponenziale, con perdita della coscienza di sé.<br />
neuroimaging: TAC e RNM possono mostrare atrofia del tratto intermedio del lobo<br />
temporale (comunque non patognomonico), la PET indica un deficit<br />
vascolare parietale dell’encefalo. Il meglio è associare una SPECT alla TAC.<br />
Le zone più colpite sono<br />
- lobi temporali e parietale<br />
- corteccia entorinale<br />
- amigdala e ippocampo<br />
• al decesso<br />
Morfologia<br />
quadro clinico<br />
aspetti macroscopici: l’atrofia è generalizzata e importante:<br />
- scissure allargate<br />
- ventricoli enormi<br />
- riduzione di massa bianca > 2O%<br />
aspetti istologici “specifici”, o se non altro indicativi<br />
- placche senili: di due tipi, come dimensioni 20-200µm ∅<br />
o tipo A (diffuse preamiloidotiche) ⇒ meno maligne, del momento antecedente<br />
l’amiloidosi; sono evidenziabili con colorazioni argentiche: a differenza delle<br />
placche mature non vedono ancora reazioni<br />
neuritiche circostanti: neuroni ancora non<br />
soffrono della presenza di placche. È comunque<br />
solo questione di tempo.<br />
o tipo B (neuritiche o mature) ⇒ l’amiloide rappresenta<br />
il core centrale, attorno si ha reazione della<br />
glia, con una scomparsa a tappeto di neuriti,<br />
dendriti, circostantemente agli accumuli: la<br />
reazione gliale finisce per accentuare il danno,<br />
così come gli aspetti auto immunitari e<br />
flogistici scatenati dal peptide A-β<br />
- alterazioni del neuropilo e neruofibrillari: sia intracellulari che<br />
extracellulari<br />
o grovigli neuro fibrillari: accumuli citoplasmatici di filamenti non più strutturalmente utili<br />
(proteina TAU e MAP-2 p.es); Questo disloca il contenuto<br />
intracellulare, provocandone la necrosi. Sono insolubili, e dopo la<br />
necrosi del neurone resta solo l’accumulo di quegli elementi.<br />
Ben evidenziabili con impregnazione argentica, non sono<br />
patognomonici di Alzheimer.<br />
o neuriti (protuberanze neuronali) distrofici<br />
o strie di neuropilo: grave attenuazione o perdita dello stesso.<br />
- placche dendritiche<br />
- degenerazione granulo vacuolare: piccoli vacuoli con grani argentaffini, non patognomonici,<br />
comuni anche nella vecchiaia non patologica.<br />
- c.pi di Hirano: sono filiere di actina rilevabili come filamenti granulosi a livello ippocampale<br />
abbastanza specifici per Alzheimer.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 160
Creutzfeldt Jakob<br />
(contributi dagli appunti di Neurologia – prof. Pizzolato)<br />
La famosa malattia da prioni (proteinaceus + infectious) determinata dall’isoforma conformazionale a<br />
β foglietto della proteina prionica cellulare normale (PrP C ) che determina un deterioramento cognitivo<br />
associato a sintomi piramidali ed extrapiramidali con esito invariabilmente fatale. Anatomopatologicamente<br />
si ha degenerazione spongiforme (vacuoli) a livello citoplasmatico dei neuroni del SNC.<br />
patogenesi<br />
deriva da una normale proteina di membrana: cioè la proteina prionica sensibile alle proteasi: quindi si<br />
altera: PrPres: è resistente a:<br />
proteasi<br />
gluteraldeide 50%<br />
ebollizione<br />
cesio (settimane)<br />
pH molto acidi<br />
È comunque presente non solo nell’encefalo ma a livello sistemico. Quando si trasforma nella forma infettiva<br />
si iperestende e si disgrega. Oltre a non sapere perché essa vari l’aspetto stereometrico, non sappiamo<br />
nemmeno come induce le corrispettive proteine sane a mutare.<br />
ipotesi microbiologica: col tempo si è cominciato ad ipotizzare che ci fossero ulteriori fattori in gioco: in<br />
particolare i prioni normali si visto come possano essere bersagli per alcuni<br />
patogeni…<br />
• tetracicline protettive per lo scrapie: trattando i topi in particolare<br />
• spiroplasma: l’ipotesi genera da osservazioni quali:<br />
inclusi di spiroplasma nell’encefalo di <strong>morti</strong> di Creutzfeldt, nei topi affetti, e nel cervello di<br />
pzz. affetti da qualche sottotipo della patologia.<br />
ipotesi d’ingresso: una modalità possibile è stata individuata<br />
- legame con la proteina proteica normale<br />
- internalizzazione in un microsoma<br />
- diffusione intra circolatoria dello spiroplasma<br />
- facile vita nei tessuti ricchi di lipidi (50% dell’encefalo è mielina…)<br />
spiegazione della vacuolizzazione: lo spiroplasma si porta dietro anche proteine di vario tipo che<br />
le provocherebbero.<br />
il Creutzfeldt senza una situazione infiammatoria di base, non ha modo di procedere<br />
Clinica e classificazione<br />
• sporadica (sMCJ) ⇒ 85%; le alterazioni sono prevalentemente della corteccia<br />
esordio<br />
• 40% deficit cognitivi<br />
• 20% sintomi psichiatrici<br />
• 20% sintomi cerebellari<br />
• 20% clinica eterogenea<br />
fenotipi clinici<br />
• variante cognitiva<br />
• classica mioclonica<br />
• variante Heidenhain<br />
(disturbi visivi isolati)<br />
• iMCJ (iatrogena) ⇒ Si trasmette con modalità simili anche il Kuru (scoperto tra cannibali della Papua<br />
Nuova Guinea, che mangiavano il cervello dei <strong>morti</strong>).<br />
trapianti: di dura madre, cornea…<br />
GH cadaverico per curare il nanismo, usato soprattutto in Francia negli anni ‘80<br />
interventi neurochirurgici (vd. dopo la resistenza dei prioni)<br />
• VMCJ (variante) ⇒ malattia della mucca pazza. L’associazione è stata fatta per la latenza<br />
(incubazione) dal picco nella malattia delle mucche.<br />
giovani: era la cosa più evidente, malati di età inferiore<br />
1 anno di malattia: contro i 10-30 anni di sviluppo della classica<br />
quadro tardivo uguale alla sMCJ<br />
quadro terminale<br />
• demenza franca<br />
• atassia, mioclono<br />
• mutismo acinetico<br />
• exitus (100%)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 161
• malattie prioniche genetiche ⇒ 10% c.a<br />
MCJ familiare: esordio giovanile ma durata più lunga<br />
Gerstmann Straussler: placche amiloidi multicentriche, a seconda del punto di mutazione<br />
dei codoni (molto vari) ci sono quadri clinici diversi<br />
- una forma assimilabile all’Alzheimer<br />
- interessamento molto esteso<br />
Insonnia familiare fatale: diagnosticata in Italia, caratterizzata da una grandissima<br />
disautonomia (alterazione SNA); La malattia è tragica<br />
- insonnia persistente<br />
- allucinazioni & disturbi motori<br />
- esordio a 4O-5O anni<br />
- trasmissibilità del 4O-5O% ai figli<br />
- localizzazione talamica delle alterazioni prioniche<br />
Diagnosi<br />
In questo momento nessuna diagnosi in vivo di certezza è possibile, clinicamente si ha:<br />
1. demenza + 2+ di tre sintomi:<br />
a. mioclono<br />
b. sintomi piramidali o extrapiramidali<br />
c. disturbi visivo / cerebellari<br />
2. una prova strumentale<br />
a. EEG tipico: punte lente trifasiche pseudo periodiche<br />
b. liquor positivo per la proteina 14-3-3<br />
c. RNM in DWI (diffusion weight imaging): atrofia corticale, che sembra sbocconcellata. Tipica<br />
la conformazione a bastone di Hockey per l’iperintensità al pulvinar e al talamo<br />
dorso lat.<br />
al decesso scattano delle misure importanti di prudenza e sicurezza: Sono autopsie scomode, che non molti<br />
centri fanno, e comunque non volentieri. Si ha un’alterazione subacuta o cronica, con componenti anche<br />
motorie importanti,<br />
non utilizzo di acqua, copertura di 2 m intorno alla salma<br />
copertura del banco<br />
la strumentazione usata va eliminata: il craniotomo va super-protetto, e la lama che andrà buttata,<br />
viene protetta dalla dispersione delle particelle di osso<br />
lo specimen viene così distribuito:<br />
o inviato a Verona diviso in porzioni anatomiche<br />
o mezzo encefalo viene congelato<br />
l’OH di sodio va preparato in caso di micro esposizione: cosa impensabile…<br />
se possibile si cerca di fare solo il cranio<br />
..all’autopsia si nota:<br />
- atrofia cerebrale: solo in casi che abbiano avuto il tempo di evolvere parecchio<br />
- istologia: è quella che fa diagnosi<br />
o spongiosi: vacuolizzazione del neuropilo cerebrale<br />
isolata il più spesso<br />
coalescente – cistica: può coinvolgere ampie aree di parenchima<br />
o perdita neuronale: si possono cercare dei residui<br />
o gliosi: si nota molta glia, che va a riempire il nulla che si crea.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 162
morfologia<br />
pallore (macroscopico) di<br />
o SNr<br />
o locus coeruleus<br />
= perdita di neuroni pigmentati catecolaminergici<br />
corpi di Lewy: aggregati di α-sinucleina (Chr4), che avrebbe<br />
funzioni di trasporto vescicolare del<br />
neurotrasmettitore, prima tappa fondamentale<br />
che impedisce la corretta trasmissione.<br />
È una caratteristica presente anche in alcuni<br />
parkinsonismi secondari.<br />
o classici ⇒ nucleo ed alone, nei nuclei della base<br />
principalmente<br />
o corticali ⇒ meno definitivi come contorni, e localizzati in<br />
modo più diffuso<br />
Forme ad eziologia nota<br />
Tra questi si contano rari casi genetici: con trasmissione diretta.<br />
Il Parkinson giovanile p.es, in particolare è associato a specifici locus:<br />
LRRK-2 ⇒ uguale al Parkinson sporadico; è c.a il 10% dei casi<br />
PARK-2 = Parkina ⇒ legato a Parkinson giovanile, che è sì giovanile, ma è<br />
sintomatologicamente più benigno. La Parkina è una<br />
ubiquitina ligasi dell’α sinucleina…<br />
PARK-1 ⇒ α sinucleina, iper espressa che va in accumulo.<br />
… poi ci sono i super noti casi di tossicità esogena:<br />
MPTP: fu prodotto da studenti che sintetizzavano in laboratorio sostanze d’abuso:<br />
scaldando troppo i vials ottennero una sostanza non voluta che si concentrava nei siti<br />
di reuptake della dopamina, quindi nell’ambiente acido della cellula si trasformava in<br />
un radicale libero, provocando morte cellulare.<br />
paraquat: in Canada si è individuato che questo composto, utilizzato in agricoltura<br />
produceva il Parkinson.<br />
rotenone<br />
Clinica<br />
È arcinota, ricordiamo alcuni sintomi meno comuni da ricordare:<br />
stipsi<br />
ipotensione ortostatica<br />
RBD: REM sleep behavior disorder, alias il mantenimento del tono muscolare e la mancata paralisi<br />
durante le fasi REM (se ne accorge violentemente il bed partener)<br />
s. delle gambe senza riposo<br />
instabilità posturale: perdita del riflesso di raddrizzamento<br />
Parkinson pLus +<br />
Sono una serie di patologie simili con evoluzione più rapida, scarsamente responsivi al L-DOPA in quanto<br />
coinvolgono i neuroni post sinaptici, ci sono varie forme tra cui:<br />
• atrofia multisistemica: può interessare altri sistemi oltre al SEPOC, p.es nella Shy Drager colpisce il<br />
SNA oppure nella atrofia olivo ponto-cerebellare dà un quadro cerebellare<br />
• paralisi sopranucleare progressiva: con blocco dello sguardo coniugato verticale, si hanno forti<br />
disturbi comportamentali e accumuli di TAU.<br />
• degenerazione cortico basale: TAU patia che aggiunge alla rigidità parkinsoniana una tipica aprassia<br />
monolaterale (mano aliena)<br />
• malattia a corpi di Lewy diffusi: una Parkinson dove la demenza compaia prima o entro l’anno<br />
rispetto il deficit motorio. Si caratterizza per la triade (1) fluttuazioni<br />
cognitive (2) allucinazioni che non spaventano, normali per il pz.<br />
(3) demenza con deficit visuo spaziali (test dell’orologio).<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 164
Malattia di Huntigton<br />
Come si sa è una patologia da espansione di triplette CAG nel gene della Huntingtina (proteina<br />
probabilmente coinvolta nel ricambio proteico fondamentale per la vita) che avviene durante la<br />
spermatogenesi: la patologia è infatti a trasmissione autosomica dominante caratterizzata da<br />
• disturbi del movimento ⇒ prima coreici, distonici, poi verso un parkinsonismo<br />
• demenza ⇒ più violenta nelle forme giovanili<br />
• anticipazione ⇒ molto più spiccata se a trasmetterla è il padre, appunto;<br />
.. in genere dall’esordio ha un decorso di 15 anni prima dell’exitus.<br />
morfologia<br />
atrofia: in generale, di un cervello che appare più piccolo, pronunciato il deficit di:<br />
o caudato: il più colpito<br />
o putamen<br />
o globo pallido ⇒ dilatazione del I-III ventricolo<br />
Nb: ricordiamo che il putamen e il caudato formano il corpo neo striato, che presenta al suo<br />
interno i neuroni di proiezione che danno origine alla via diretta e indiretta.<br />
perdita di neuroni striatali: del caudato in particolare, soprattutto GABAergici che sono di medie<br />
dimensioni.<br />
gliosi fibrillare eccessiva: rispetto a quella di una comune perdita neuronale<br />
<br />
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)<br />
Il nome si riferisce al rilievo autoptico di indurimento dei cordoni antero laterali del midollo, associato<br />
all’atrofia muscolare caratteristica: sono pzz. che perdono in completa lucidità l’uso degli arti, l’eloquio e la<br />
capacità di alimentarsi. Porta a morte entro 5 anni (molto raramente oltre).<br />
Eziopatogenesi<br />
Assolutamente vaga: c’è stata una grossa speranza riguardo l’individuazione della causa.<br />
mutazioni della SOD (superossido dismutasi): per alcune forme familiari: è un enzima scavenger<br />
(annulla i ROS) ⇒ patologia legata a formazione di ROS ? in particolare<br />
sembrerebbe che la tossicità sia mediata dai mitocondri<br />
tossine neuro eccitatorie: reperibili in natura, fondamentalmente amminoacidi tossici, che provocano<br />
elevati livelli di Ca 2+ intracellulari portando ad una cascata culminante<br />
nell’apoptosi. Si hanno avuti casi di bioaccumulo e di bioincremento…<br />
o Canada: pesci che si nutrivano di alghe tossiche<br />
o Nuova Guinea: consumo di radici / di certe specie di pipistrelli<br />
autoimmunità: per l’associazione con tumori e la presenza di Ab anti gangliosidi<br />
associazione con lo sport: particolarmente frequente tra i calciatori e a volte gli sportivi: perché ?<br />
o traumatismi cranici ? (pallonate frequenti)<br />
o erbicidi nei campi da calcio<br />
o associazione col doping ?<br />
morfologia<br />
radici anteriori sottili<br />
o perdita neuronale<br />
o gliosi reattiva<br />
o perdita delle fibre mieliniche delle radici anteriori, da cui la colorazione pallida tipica<br />
atrofia di aree del SNC: con le stesse caratteristiche;<br />
o giro precentrale nei casi gravi: appare atrofico<br />
o nucleo motorio trigeminale<br />
o nucleo dell’ipoglosso e ambiguo<br />
c.pi di Bunina (neuroni rimanenti): inclusioni cyt. PAS+ residui di vacuoli autofagici<br />
atrofia muscolare neurogena dei distretti innervati dalle corna colpite<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 165
clinica<br />
Si hanno S/S legati a degenerazione di primo e secondo motoneurone, in più segni di denervazione di nn.<br />
cranici. Si individuano diverse forme:<br />
• comune (m. di Lou Gehrig) ⇒ con esordio spinale: sia arto superiore che inferiore, monolaterale<br />
• paralisi bulbare progressiva (25% c.a) ⇒ con esordio bulbare ovviamente, progressione più<br />
rapida, prognosi più infausta<br />
• pseudo - polineuropatica (25% c.a) ⇒ esordio agli arti inferiori solamente (raro)<br />
<br />
Condizioni legate all’alcol<br />
È considerata una malattia tossica, i danni possono essere dovuti a carenze dietetiche tipiche degli alcolisti,<br />
oppure all’effetto diretto dell’etanolo…<br />
1. encefalopatia di Wernike Korsakoff: è una carenza di tiamina piuttosto tipica degli alcolisti:<br />
a. clinica<br />
- sintomi psicotici improvvisi<br />
- oftalmoplegia<br />
- s. di Korsakoff: in parte irreversibile, con amnesia e confabulazione<br />
b. morfologia<br />
- focolai necro emorragici a livello…<br />
di c.pi mammillari<br />
paraventricolare<br />
- disfunzione capillare: prima s’ingrossano e poi si rompono, dando le emorragie<br />
- infiltrato macrofagico ⇒ porta col tempo a<br />
depositi emosiderinici<br />
spzz. cistici<br />
2. disfunzione cerebellare alcolica (1% degli alcolisti)<br />
- atrofia<br />
- perdita di cellule granulari (verme anteriore)<br />
- perdita di Purkinje + gliosi nei casi gravi<br />
3. encefalopatia epatica: si instaura man mano che il fegato viene ad essere disfunzionale, nel caso<br />
dell’alcol quindi gradualmente; È dovuto ad una serie di fattori tra cui un<br />
disturbo della trasmissione nervosa dovuto all’ammoniemia che porta di per<br />
sé ad edema cerebrale; di solito è reversibile:<br />
- astrociti di tipo II di Alzheimer sparsi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 166
Malattie Demielinizzanti<br />
<br />
Sclerosi Multipla<br />
È una malattia demielinizzante “infiammatoria” definita nel 1868<br />
(cicatrici cerebrali e perdita di sostanza bianche) che porta alla<br />
formazione di placche.<br />
Altra faccenda di cui si sa poco e poco si riesce ad influirvi. È multifattoriale, come dire.. eziologia ignota,<br />
con qualche ipotesi non dimostrata e dati sparsi raccolti;<br />
Bisogna tenere presente che gli oligodendrociti mielinizzano 1-20 assoni ciascuno, di per sé la mielina è il<br />
70% del peso secco cerebrale.<br />
inquadramento<br />
- DE mielinizzazione: perdita di mielina<br />
o primaria ⇒ si altera la guaina ma l’assone sottostante è integro, come nella leucoencefalite<br />
acuta disseminata ed emorragica.<br />
o secondaria ⇒ mielina perduta per l’assone malato sottostante, come nell’ischemia cerebrale<br />
- DIS mielinizzazione: mielina anomala<br />
• femmine (2:1)<br />
• familiarità: i parenti stretti hanno un rischio maggiore. Molto pesante è il discorso geografico: sono i<br />
paesi ricchi.<br />
• autoimmune ? infettiva ? nu se sa.. ci sono varie ipotesi..<br />
Ab anti morbillo<br />
diffusioni (a volte) epidemiche… ma senza evidenze di titoli anti virali o sequenze<br />
genomiche anti virali<br />
no link con l’HIV (era stato ipotizzato)<br />
forme secondarie da parvovirus, ma sono un’entità diversa, a parte<br />
cross reaction coi virus ? … mah…<br />
autoimmune ? smentita<br />
malattia immune aspecifica, che comunque genera infiammazione reale del<br />
parenchima cerebrale<br />
• decorso: variabile: da chi muore in pochi anni, a chi ha pochissimi sintomi, a chi ne ha molti… Tipico è<br />
l’andamento a spikes, che poi rientrano in parte, ma lasciano man mano una situazione<br />
peggiore rispetto la partenza.<br />
recidivante remittente: il più tipico, con aggravamenti improvvisi che poi rientrano ma non del<br />
tutto, e stabilità intercritica; poi più tardivamente evolve in una..<br />
secondaria progressiva: peggioramento continuo anche nelle fasi intercritiche, lento e<br />
progressivo<br />
primaria progressiva: assolutamente rapida fin dall’inizio ma senza spikes<br />
progressiva recidivante: la peggiore, decorso molto rapido<br />
• clinica: è un declino assimilabile a quello di un anziano, che si può seguire con un punteggio dato dalla<br />
EDSS (expanded disability status scale), lo stadio di EDSS 3 è spesso a lungo stabile ().<br />
Patogenesi<br />
Si è certi che vi sia inizialmente infiammazione, con macrofagi e linfociti (T e B) che andranno ad aggredire<br />
la mielina e l’assone provocando demielinizzazione: fin dalle prime fasi si ha:<br />
- danno assonale (neuro degenerazione): dimostrato fin dalle prime fasi, dove inizialmente può essere<br />
reversibile, col tempo non più.<br />
- demielinizzazione<br />
- componente riparativa: si ha remielinizzazione, plasticità neuronale, col tamponamento di elementi<br />
neuronali persi.<br />
è necessario un intervento terapeutico immediato, anche per le maggiori possibilità di recuperare nelle fasi<br />
iniziali. Questo può riportare ad un pz. sano, con riserva neuronale ridotta.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 167
Il danno quindi si articola attraverso diversi momenti:<br />
1. presentazione dell’Ag: è la prima tappa, ed è secondaria a lesioni infiammatorie (probabilmente<br />
legate ad eventi infettivi) che danneggino la BBB, producendo questa<br />
interazione con le cellule immunitarie dei linfonodi di pertinenza.<br />
2. attivazione linfociti encefalitogenici: CD4+ nelle prime fasi con un successivo shift CD8+. Si tratta di<br />
linfociti in grado di riconoscere proteine mieliniche.<br />
3. passaggio in circolo dei linfociti reattivi<br />
4. attivazione endoteliale: proteine di adesione ↑ terapeuticamente disgregate e solubilizzate<br />
dall’IFN-β ⇒ placche attive ↓↓ (RNM)<br />
5. adesione: dovuta all’interazione VCAM – integrina α4 ( NATALIZUMAB)<br />
6. diapedesi ed attivazione microgliale: non si conosce bene l’interdipendenza di questi eventi,<br />
comunque è importante il fatto che la microglia:<br />
a. presenta l’Ag localmente<br />
b. produce citochine infiammatorie ⇒ ambiente favorevole alla patologia<br />
7. cascata infiammatoria e formazione della lesione: si auto mantiene, infatti danneggia ulteriormente<br />
la BBB e provoca chemiotassi ed amplificazione<br />
8. demielinizzazione / danno assonale: non si sa bene da cosa dipenda ancora, ipotesi poco supportate:<br />
a. flusso inward di Ca 2+ / collasso mitocondriale<br />
b. tossicità eccitatoria da glutammato<br />
9. risoluzione e cicatrizzazione astro gliale<br />
Nb: si comincia a pensare che l’elemento patogenetico centrale riguardi alterazioni dell’immunoregolazione:<br />
questo in relazione allo studio di determinati fattori in pzz. con SM:<br />
• linfociti Treg: producono grandi quantità di IL-10, TGFβ… a seconda del sottotipo<br />
• linfociti NK-CD56 BRIGHT di nuovo sembrerebbero avere un ruolo regolatorio<br />
• deficit di apoptosi: p.es mediato dall’osteopontina, una proteina carente nella SM,<br />
cosa che indurrebbe la sopravvivenza anomala di linfociti<br />
reattivi.<br />
Zamboni<br />
Neurochirurgo che ammalatasi la moglie ha cominciato a studi incentrati<br />
sul ferro che si depositava nel cervello. Quello che ha notato è stato in<br />
tutti i pz. un ritorno venoso incongruo del collo.<br />
Ha provato un approccio disostruttivo verso i vasi del collo, che ha<br />
effetti sorprendenti, tanto da<br />
annullare gli spike<br />
migliorare significativamente la sintomatologia<br />
… si tratta di CCSVI: Chronic Cerebro Spinal Venous Insufficiency.<br />
Alias ci sono pzz. che scaricano sangue di quel po’ troppo lento, da cui si<br />
scatena anche un’ipotesi eziopatogenetica:<br />
ingorgo venoso<br />
diapedesi RBC nel parenchima<br />
o vasculiti<br />
o ferro in eccesso nell’encefalo<br />
danni da ferro: ⊕ linfociti T<br />
SM<br />
.. il trattamento con angioplastica restituisce un miglioramento assoluto nel 70% dei casi che per anche 3-4<br />
anni dal trattamento. Alcuni pzz. sono veramente guariti.. Le alternative sono farmacologiche<br />
immunosoppressive…<br />
Nel 2010 l’ECTRIMS (european committee –for the- treatement –and- research<br />
in Mutiple Sclerosis) ha concluso che la CCSVI è una conseguenza e non una<br />
causa di SM, sulla base dello studio di Zivandinov compiuto su 500 pzz.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 168
Diagnosi<br />
La diagnosi clinica è complicata e dipende dall’applicazione di criteri (i più aggiornati quelli di Mc Donald<br />
rivisti da Polman nel 2005) che cercano la disseminazione nel tempo e nello spazio (lesioni sparse)<br />
attraverso una strumentistica varia:<br />
• clinica: segni e sintomi possono darci entrambi i criteri volendo; può essere potenziata dall’esecuzione<br />
di potenziali evocati (PE)<br />
• RNM: fondamentale, in genere si guarda in T2, dove l’aspetto di diverse lesioni può darci anche criteri<br />
temporali fornendo elementi per la disseminazione temporale. La spaziale viene da sé per il tipo<br />
di esame.<br />
• analisi del liquor: si cercano bande oligoclonali di IgG, soprattutto nelle forme primarie progressive,<br />
che perdono un po’ gli altri criteri, e vengono aiutate da questo tipo di rilevazioni,<br />
come diagnosi.<br />
morfologia (diagnosi autoptica)<br />
Siccome è una patologia della sostanza bianca, la superficie ad una osservazione macroscopica è normale, a<br />
parte che in certi punti (midollo, ponte…) dove si hanno fasci mielinici superficiali.<br />
placche (macroscopia): zone ipocromiche di dimensioni<br />
molto variabili (da microscopiche a massive) che<br />
originano nella sostanza bianca e possono anche<br />
invadere la grigia:<br />
- giovani: poco demarcate, edematose soprattutto<br />
- zone periventricolari: particolarmente colpite<br />
- solide rispetto alla sostanza bianca<br />
- leggermente depresse<br />
dilatazione ventricolare<br />
.. da un punto di vista microscopico si possono avere:<br />
Terapia<br />
• placche attive: più giovani, vedono un processo in corso:<br />
o infiltrati (immunologici) intorno alla placca, spesso come<br />
manicotti peri vasali<br />
o depositi di ferro peri-vasali connessi con gli infiltrati e la permeabilità vasale<br />
o oligodendrociti ridotti di numero a fronte di una densità neuronale tutto sommato ancora<br />
normale, con conservazione degli assoni:<br />
o neuroni intocchi, sebbene demielinizzati…<br />
• placche inattive: sono più vecchie, a processo ormai stabilizzato:<br />
o oligodendrociti drasticamente ridotti<br />
o gliosi, reazione astrocitica<br />
o assoni deficitarii: sia di numero che in quanto a mielinizzazione: c’è perdita neuronale<br />
• placche ombra: si pensa sia una parziale risposta rigenerativa degli oligodendrociti rispetto la mielina,<br />
anche se ovviamente non è in grado come risposta di evitare la patologia.<br />
o assoni con DISmielinizzazione: cioè o assottigliata o ispessita<br />
o confine della lesione molto sfumato<br />
steroidi<br />
cefalosporine<br />
albuterolo: fa bene per il broncospasmo, ma pare avere azione sui linfociti T<br />
natalizumab<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 169
Varianti della sclerosi multipla<br />
Vanno escluse nella diagnosi di SM che prevede come criterio anche la no better explanation:<br />
Neuromielite Ottica (NMO) o malattia di Devic<br />
Era considerata una variante di SM, finché non si è arrivati ad una definizione tutta sua; Si tratta di una<br />
patologia quasi prevalentemente femminile (9:1) in presenza di patologie autoimmuni (LES, Sjögren).<br />
La sua diagnosi passa per la soddisfazione dei seguenti criteri:<br />
neurite ottica: generalmente grave, nel 40% perdita completa del visus.<br />
mielite trasversa acuta: una mielite che interessa trasversalmente il midollo dando una<br />
sintomatologia mista (disautonomica, motoria e sensitiva) a diversi livelli<br />
2 criteri di supporto tra RNM con positività midollare e negatività per SM e auto Ab anti AQP<br />
..anatomopatologicamente si distingue dalla SM per la caratteristica natura necrotizzante della<br />
mielopatia, oltre che per tutte le altre caratteristiche appena elencate.<br />
ADEM: encefalomielite acuta disseminata<br />
Sintomi tutti contemporanei<br />
a. clinica<br />
- infezione virale aspecifica antecedente nel 60%<br />
- bambini e giovani<br />
- acuta monofasica (95%) ma talora ricorrente<br />
- disturbi dello stato di coscienza con crisi epilettiche<br />
- meningismo<br />
- letalità 20%, mentre il resto ha in genere una restetutio ad integrum<br />
b. morfologia<br />
- grigio in sede perivascolare nella sostanza bianca<br />
- demielinizzazione con risparmio degli assoni<br />
- PMN prima e macrofagi poi, comunque carichi di lipidi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 170
Malformazioni e Malattie dello Sviluppo<br />
È un ambito ancora misterioso, con eziologie e patogenesi ignote, data l’alta incidenza (1-2% dei nati) sono<br />
stati svolti una serie di studi che ci hanno fatto individuare però diversi fattori genetici e/o ambientali<br />
associati a determinate patologie.<br />
<br />
morfogenesi normale<br />
Alla base del SNC e del SNP c’è ovviamente la ripiegatura dell’ectoderma nel<br />
formare:<br />
- tubo neurale: origina dalle cellule neuroectodermiche, che grazie<br />
alla neurulazione formano: la placca neurale (un<br />
ispessimento), che vede l’approfondirsi della doccia<br />
neurale, al punto che questa si richiude su se stessa<br />
formando appunto il tubo.<br />
- creste neurali: dopo la formazione del tubo rimangono questi due<br />
cordoni ai due lati che vanno in contro a metameria<br />
e sviluppano i gangli spinali e sensitivi.<br />
- cellule sensoriali primarie: che originano da cellule migrate<br />
dall’abbozzo del nevrasse<br />
- vescicole encefaliche: nella porzione anteriore della placca vanno<br />
formandosi inizialmente tre porzioni di<br />
maggior volume, che quando poi si forma il<br />
tubo originano le vescicole encefaliche<br />
primarie, che a loro volta si segmenteranno<br />
e ripiegheranno ulteriormente<br />
1. proencefalo: determina due vescicole secondarie<br />
o telencefalica<br />
o diencefalica<br />
2. mesencefalo<br />
3. rombencefalo: altre due vescicole secondarie<br />
o metencefalica che darà luogo a tutte le strutture pontine<br />
cervelletto e suoi peduncoli<br />
ponte<br />
IV ventricolo (p.te mediana)<br />
o mielencefalica: dai peduncoli cerebellari inferiori al midollo allungato<br />
… altrettanto importanti in questo contesto la comparsa di flessure, fondamentale per la successiva<br />
morfologia dell’encefalo, p.es<br />
Sono alterazioni di varia gravità:<br />
la flessura pontina che separerà il cervelletto dal resto<br />
la flessura cervicale<br />
la flessura telencefalica<br />
<br />
Difetti del tubo neurale<br />
• anencefalia<br />
• encefalocele: diverticolo nervoso malformato che si estende attraverso un<br />
difetto di cranio (immagine )<br />
• spina bifida: cioè una mancata chiusura del canale spinale: da lesione<br />
ossea asintomatica a importante malformazione con<br />
segmenti di midollo inservibili.<br />
• mielomeningocele ⇒ dà principalmente problemi di origine funzionale<br />
in base al segmento leso e di ordine infettivo<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 171
Anomalie dell’encefalo anteriore<br />
• polimicrogiria: come suggerisce il termine si hanno circonvoluzioni piccole, anormalmente numerose<br />
e irregolari. Probabilmente da danni tissutali in seno alla migrazione neuronale:<br />
difatti si ha una composizione anomala della sostanza grigia con componenti<br />
meningee intrappolate e fuse.<br />
• megaloencefalia<br />
• microencefalia: più comune della mega-, può essere dovuto a varie causa<br />
o HIV-1 con infezione durante la vita intrauterina<br />
o sindrome alcolica fetale<br />
o anomalie cromosomiche<br />
• lissencefalia (agiria): un encefalo liscio, ± associato a microencefalia e ad un difetto genico (LIS-1)<br />
• oloprosencefalia: mancata separazione dei due lobi lungo la linea mediana, può associarsi ad<br />
anomalie del volto compresa la ciclopia.<br />
o arincefalia: variante meno grave, con p.es agenesia dei nervi olfattori<br />
• agenesia del corpo calloso: può dare grave ritardo mentale così come lievi deficit rilevabili solo da<br />
test neuropsicologici;<br />
Sono tre quelle importanti:<br />
<br />
Anomalie dalla fossa cranica posteriore<br />
1. Arnlod Chiari I ⇒ tonsille cerebellari in posizione bassa che possono dare problemi di circolazione<br />
del CSF, si risolve con la neurochirurgia.<br />
2. Arnlod Chiari II ⇒ fossa cranica posteriore piccola, con una erniazione del verme (comunque mal<br />
formato) attraverso il forame magno.<br />
• ± stesse complicazione di Arnlod Chiari I<br />
• spostamento caudale del midollo<br />
• malformazione del tetto del IV ventricolo<br />
3. Dandy Walker ⇒ malformazione opposta alle altre due, con fossa dilatata:<br />
• agenesia del verme<br />
• IV ventricolo sporgente in una cisti<br />
• verme mancante o malformato<br />
• displasie dei nuclei del tronco encefalico<br />
Si parla di espansioni dello stesso, in particolare:<br />
<br />
Anomalie del canale midollare<br />
idromielia ⇒ espansione multi segmentale o confluente del canale centrale del midollo<br />
siringomielia ⇒ formazione di cavità a fessura nel midollo che si riempiono di liquor; ± associata a<br />
o altre malformazioni (come quella di Chiari)<br />
o tumori intraspinali<br />
o traumi perinatali<br />
siringobulbia ⇒ siringomielia estesa al midollo allungato<br />
… si associano ad alterazioni istologiche quali:<br />
- distruzione della sost. bianca<br />
- perdita neuronale<br />
- gliosi<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 172
Lesioni cerebrali perinatali<br />
Spesso sono difficili da distinguere dalle malformazioni perché manca la reattività gliale al danno tipica<br />
dell’adulto;<br />
paralisi cerebrale: non evolutiva, è un deficit motorio neurologico con spasticità e distonia, possono<br />
essere associati a emorragie e infarti<br />
ictus emorragico: ± localizzato, può avvenire in particolare a livello di:<br />
o cavità ventricolari ⇒ idrocefalo<br />
o sostanza bianca sovratentoriale periventricolare ⇒ leucomalacia periventricolare; si associa<br />
anche a mineralizzazione con la formazione di placche gialline e gessose<br />
o entrambe le sostanze grigia e bianca ⇒ si hanno importanti alterazioni tra cui cisti e<br />
displasia della mielina, con un certo appiattimento<br />
dei giri e circonvoluzioni.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 173
Sistema nervoso Periferico<br />
<br />
S. di Guillain Barré<br />
(poliradicolonevrite acuta)<br />
Causate da uno stimolo antigenico che induca cross reaction per la mielina, attaccata da linfociti e macrofagi,<br />
che iniziano a strapparla dall’assone e fagocitarla<br />
L’esordio è infatti preceduto nella stragrande maggioranza di casi da:<br />
- infezioni virali intercorrenti<br />
o CMV, EBV<br />
o HIV<br />
- infezioni batteriche: 20%<br />
o Campylobacter Jejuni rilevato,<br />
o Mycoplasma Pneumoniae<br />
o Borrelia<br />
- vaccini<br />
- traumi, interventi chirurgici<br />
- linfomi, sarcoidosi…<br />
o coxsackie<br />
o influenza<br />
morfologia<br />
La gravità varia da caso a caso, ma è tendenzialmente concentrata a livello di<br />
• radici dei nervi spinali<br />
• nn. cranici<br />
• vicinanze di questi due<br />
.. si hanno infiltrati di linfociti e macrofagi che:<br />
- si portano a livello di oligodendrociti (soprattutto a livello dei nodi di Ranvier)<br />
- si fanno largo tra le lamelle mieliniche scollando guaina e assone<br />
- coi processi citoplasmatici inglobano i residui mielinici<br />
⇒ assoni demielinizzati, poi si ha processo di rimielinizzazione con la risoluzione del quadro.<br />
clinica<br />
C’è anche la forma cronica (CIPD: Chronic Inflammatory Demyelinating Polyneuropathy), le differenze sono,<br />
parlando di Barré:<br />
esordio acuto (vs subacuto, anche di mesi)<br />
disturbi simmetrici ascendenti: disestesie, astenia, etc.. che risalgono dai piedi (vs sparsi, a guanto)<br />
insufficienza ventilatoria: motivo per cui è necessario il ricovero<br />
disautonomia: con ipotensione ortostatica p.es<br />
Diagnosi<br />
Oltre alla clinica si sfruttano due esami ugualmente utili nella Barrè o nella CIDP:<br />
ENG: VdC↓<br />
rachicentesi: con dissociazione albumino citologica determinata dal trasudato di albumina nel liquor<br />
determinato dalla demielinizzazione delle radici nervose.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 174
Tumori<br />
Schwannomi o neurinomi<br />
Il neurinoma o schwannoma è una neoplasia benigna di natura nervosa, che dall’esterno può apparire<br />
come un polipo (< ep. della mucosa), finché non si è certi della sua natura rimaniamo nella definizione di<br />
“formazione polipoide”.<br />
Sono tumori benigni, che possono interessare però anche il SNC, dal momento che all’uscita del nervo c’è una<br />
zona di transizione tra mielinizzazione oligodendrocitica e cell. di Schwann di diversi mm, anche all’interno<br />
della dura.<br />
Sono associati al gene NF-2, ed alla neurofibromatosi tipo 2, diversamente dallo “schwannoma maligno”,<br />
che non origina come malignizzazione di uno schwannoma ma bensì ex novo o da un neuro fibroma<br />
plessiforme ed è dovuto ad alterazioni di NF-1.<br />
- compressione e dislocazione del nervo tanto che all’interno della massa non si rileva la presenza<br />
dell’assone.<br />
- sedi tipiche: sono rappresentate da<br />
o angolo pontocerebellare (branca vestibolare dell’VIII)<br />
o grossi tronchi nervosi: mescolanza senso motoria<br />
- distaccabilità dal nervo, nonostante l’adesione allo stesso, grazie alla presenza di capsula<br />
- modificazioni degenerative:<br />
o pleomorfismo<br />
o xantomatosi<br />
o ialinizzazione vascolare.<br />
- due quadri principali di accrescimento:<br />
o Antoni A ⇒ più densamente cellulare, scarsa matrice;<br />
• corpi di Verocay: processi citoplasmatici di<br />
regioni acellulari di palizzamento cellulare;<br />
immagine <br />
o Antoni B ⇒ scarsamente cellularizzato;<br />
• microcisti<br />
• disposizioni lasse<br />
Neurofibroma<br />
Si distinguono due lesioni:<br />
neuro fibroma cutaneo o solitario (del nervo periferico): un problema estetico fondamentalmente,<br />
dove si hanno noduli in genere iper pigmentati in superficie<br />
o ben delimitato ma non capsulato<br />
o annessi non invasi ma interessati<br />
o collagenizzati<br />
neuro fibroma plessiforme: associato esclusivamente alla neurofibromatosi tipo 1 è un tumore<br />
difficile da rimuovere, specie quando coinvolge grossi tronchi nervosi,<br />
ma con importanti potenzialità di evoluzione maligna<br />
o multipli frequentemente<br />
o non è possibile separare la lesione dal nervo (contrariamente che nel neurinoma)<br />
o margini mal definiti con tendenza a infiltrare<br />
o fondo mixoide e poco cellulato<br />
o diversi citotipi:<br />
cell di Schwann, coi loro nuclei allungati<br />
fibroblasti multipolari, ci sono anche rari fasci di collagene nello stroma mixoide che<br />
danno l’aspetto a carota tagliuzzata.<br />
infiltrato infiammatorio<br />
assoni: importanti perché non presenti nel neurinoma<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 175
Occhio<br />
<br />
Anatomia<br />
bulbo oculare<br />
La tonaca fibrosa è l’involucro più esterno del globo oculare,<br />
avascolare, si suddivide in due porzioni, che si<br />
continuano l’una nell’altra, divise dal limbus,<br />
differiscono per struttura, curvatura e funzioni:<br />
- cornea ( 1 /6 ant): trasparente (mezzo diottrico).<br />
Anteriormente a contatto con<br />
l’ambiente esterno, posteriormente<br />
delimitante la camera anteriore, è<br />
priva di vasi, venendo alimentata<br />
dall’umor acqueo e dai vasi del<br />
limbus. In questa sede arriva il<br />
trigemino, quindi rilasciando<br />
terminazioni libere tra cellule<br />
corneali, fornendo le basi per il<br />
riflesso corneale.<br />
- sclera ( 5 /6 post): parte più interna, è di natura<br />
connettivale, molto resistente; prende le<br />
inserzioni dei muscoli estrinseci dell’occhio.<br />
Nb: a livello della giunzione sclero corneale si<br />
trova il sistema trabecolare<br />
sclerocorneale: importante nella<br />
regolazione della pressione endoculare, laddove<br />
si ha un circolo che dal corpo ciliare si porta alle vene episclerali.<br />
La tonaca vascolare, altrimenti detta uvea, è situata tra tonaca fibrosa e nervosa, ed è costituita da una<br />
membrana connettivale ricca di vasi, la cui funzione fondamentale è nutrire la retina. E’ formata da:<br />
- coroide ( 2 /3 post del bulbo): ha colorito brunastro, esternamente viene ad essere connessa con la<br />
sclera, internamente è invece a contatto con parete ottica della retina, posteriormente ha un<br />
foro che dà passaggio al nervo ottico. Può rigonfiarsi in caso di PCO2↑<br />
- corpo ciliare (p.te intermedia): è la continuazione della coroide (sono strutturalmente simili); Inizia a<br />
livello dell’ora serrata (p.te ant della retina), continuando fino al margine ciliare<br />
dell’iride. Si divide in due parti, caratterizzate da piccoli rilievi radiali:<br />
p.te ant ⇒ corona ciliare: vi si individua la zonula ciliare di Zinn, formata da filamenti<br />
che vanno a disporsi in vallecole, depressioni radiali che descrivono così dei<br />
rilievi detti processi ciliari<br />
p.te post⇒ orbicolo ciliare, con sottili pieghe radiali<br />
- iride (p.te ant), che definisce la pupilla: è la porzione più anteriore della tonaca vascolare. Divide le<br />
due camere anteriore e posteriore, come un diaframma; E’ di colore variabile, e presenta una<br />
serie di depressioni (cripte) e creste a decorso radiale. La sua faccia posteriore è appoggiata<br />
al cristallino, ed è di colore nero per l’abbondante pigmento.<br />
Vascolarizzazione<br />
Bisogna tenere presente che esiste una barriera emato retinica, formata da un monostrato endoteliale<br />
stagno (tight junctions).<br />
a. arteria retinica centrale ⇒ nutre le fibre (non i fotorecettori)<br />
b. coroide ⇒ fotorecettori; riceve dalle arterie ciliari posteriori, che sono diramazioni dell’arteria<br />
oftalmica che si sfioccano lungo il tratto che l’arteria decorre assieme al nervo ottico.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 176
Anatomia esterna<br />
Ricordiamo alcuni elementi chiave:<br />
palpebre: proteggono l’occhio, sono formate da due pliche muscolo cutanee<br />
a. tarso: strato connettivale di sostegno presente profondamente alla palpebra<br />
b. canti (interno ed esterno): punti di congiunzione laterali<br />
piega semilunare: residuo vestigiale della terza palpebra (tuttora presente negli uccelli), presente nel<br />
canto interno.<br />
caruncola lacrimale: fa parte della mucosa congiuntivale e presenta abbondanti annessi (peli in<br />
particolare).<br />
canalicoli lacrimali: sboccano ai due angoli laterali della piega lacrimale<br />
Istologia<br />
Si hanno diverse componenti:<br />
cornea: è un mezzo diottrico importante ovviamente,<br />
con funzione refrattiva convergente (positivo).<br />
a. ep. corneale ⇒ il più superficiale,<br />
cubico/cilindrico pluristratificato. Ha un turnover<br />
molto rapido (c.a 1 settimana).<br />
b. membrana di Bowmann ⇒ collagene + elastina<br />
c. stroma<br />
d. membrana di Descemet ⇒ elastica<br />
e. endotelio corneale ⇒ monostrato di cellule<br />
prettamente esagonali. Mantiene un equilibrio tra la componente liquida corneale e l’umor<br />
acqueo a contatto con l’endotelio. Come tale è importantemente responsabile della<br />
trasparenza della cornea. Non sono cellule rinnovabili, al limite ci può essere un<br />
allargamento delle cellule già presenti: man mano che le cellule sono meno numerose e più<br />
grandi si ha un perdita di funzione con unì’opacizzazione della cornea.<br />
retina: è di derivazione diencefalica, come tale risponde alle lesioni con la gliosi. Si compone di<br />
diversi strati, partendo dall’interno (dalla superficie di contatto col vitreo)<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 177
Nevi & Melanomi Uveali<br />
C.a il 10% della popolazione caucasica presenta nevi uveali, l’eziologia del melanoma non è conosciuta in<br />
quanto il ruolo dei raggi UV in questa sede non ha molto credito.<br />
• mts solo ematiche: in questa sede non ci sono linfatici, quindi le uniche mts sono ematiche e<br />
vanno verso il fegato (tessuto specifiche).<br />
Unica eccezione: l’invasione della congiuntiva con i rispettivi linfatici.<br />
• letalità del 40% a 10 aa<br />
• clinica: si possono avere<br />
o distacchi retinici<br />
o glaucoma<br />
• RT la miglior via: l’exeresi del bulbo dà lo stesso margine di sicurezza. In compenso le mts di<br />
questo melanoma sono totalmente incurabili.<br />
morfologia<br />
La prognosi del tumore dipende dalla sua morfologia, in particolare bisogna considerare:<br />
- estensione laterale: differentemente dalla forma cutanea, qui conta più il diametro e<br />
poco conta la profondità<br />
- infiltrati immunologici anche qua è il contrario: sono prognosticamente sfavorevoli<br />
- mimetismo vasculogenico: è un fenomeno che si osserva anche nelle cute e in altri tumori totalmente<br />
diversi: cellule maligne formano complessi vascolari ricchi di laminina,<br />
circondati da cellule smaccatamente tumorali.<br />
- tipo di cellule: se ne individuano due in questi tumori:<br />
o epitelioidi sferiche e molto anaplastiche<br />
o fusate meno maligne e di miglior prognosi<br />
<br />
Cataratta Senile<br />
Qualsiasi opacità del cristallino è definibile tecnicamente come cataratta, a volte si tratta di piccole opacità<br />
che non disturbano il pz.; attualmente si intende per cataratta un’opacità che disturbi la visione:<br />
La forma senile è la più frequente (90% dei casi): insorge dopo i 50 anni, in presenza di fattori favorenti<br />
anche prima. Tutte le strutture che compongono il cristallino si possono opacizzare, da cui le varie tipologie;<br />
la più frequente è la corticale, che riguarda le fibre più esterne. Dipende da un’idratazione eccessiva di<br />
queste dovuto ad un dismetabolismo.<br />
Altre forme sono:<br />
secondarie: legate a fattori eziologici<br />
complicate<br />
congenite: O,4% alla nascita comprese quelle che non disturbano la visione. Può essere dovuto ad<br />
infezioni intrauterine, farmaci, patologie cromosomiche…<br />
Anatomia del cristallino<br />
1. capsula: lo avvolge e lo separa dallo spazio circostante<br />
2. epitelio: è un monostrato cellulare sotto la capsula anteriore. È germinativo, dà luogo alle fibre<br />
lenticolari, che si presentano embricate tra loro<br />
3. sostanza lenticolare<br />
a. nucleo ⇒ inizialmente è piccolo, poi si accumulano strati e si evolve…<br />
i. embrionale, fetale<br />
ii. infantile<br />
iii. adulto<br />
b. corteccia ⇒ si forma nel cristallino adulto<br />
..le fibre lenticolari si accumulano come gli strati di una cipolla, determinando uno spessore man mano<br />
maggiore negli anni. Questo può dar luogo a determinate patologie.<br />
Le fibre si uniscono prima con giunzioni a Y ai poli del cristallino, poi man mano in modo stellato.<br />
È avascolare e si nutre principalmente tramite l’umor acqueo.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 178
Clinica<br />
Il sintomo principale è il calo visivo ovviamente, poi il tipo specifico di cataratta senile che si sviluppi<br />
determina sintomi ± specifici;<br />
La cataratta si distingue in:<br />
corticale: cioè della corteccia della sostanza lenticolare<br />
a. lieve ipermetropia: peggiora la presbiopia, alias la parafisiologica disfunzione dell’apparato<br />
accomodativo dell’anziano<br />
b. abbagliamento notturno<br />
sottocapsulare posteriore: si ha migrazione dell’epitelio posteriormente all’equatore del cristallino<br />
a. disturbi della visione tra i maggiori ⇒ si trova sul punto nodale, quello in cui convergono i<br />
raggi diretti alla retina;<br />
b. più frequente nei diabetici<br />
c. da cortisone<br />
nucleare: può avere coloriti diversi nel tempo, che riflette l’evoluzione della degenerazione delle<br />
fibre del cristallino. Si hanno cristallini molto duri…<br />
- grigi<br />
- giallastri<br />
- brunastri<br />
miopizzazione: dovuta all’aumento dell’indice di rifrazione del cristallino<br />
totale: le proteine lenticolari idrolizzano senza sostenere più il nucleo al centro del sacco, che<br />
finisce per cadere<br />
ipermatura (morgagnana): lì da molto tempo; si caratterizza per il travaso di proteine nella camera<br />
anteriore, determinando uveite facoanafilattica dovuta alla reazione<br />
immuno allergica alle proteine del cristallino fino a quel momento<br />
sequestrate all’interno della capsula.<br />
terapia<br />
L’indicazione alla chirurgia è basata sui sintomi. L’intervento è cambiato nel tempo: dalla rimozione totale<br />
del cristallino, attualmente si usa la fucoemulsificaizone: punte che vibrano in modo ultrasonico<br />
disgregando la massa di materiale.<br />
Le prime lenti venivano messe nella camera anteriore, poi si è cominciato a praticare l’estrazione<br />
extracapsulare, inserendo poi la lente all’interno della sacca rimasta. Ancora oggi si inserisce qui la lente.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 179
Glaucoma<br />
(dagli appunti di Oftalmologia, revisionato)<br />
Si tratta di una neuropatia ottica lenta e progressiva usualmente associata ad aumento di pressione intra<br />
oculare; la struttura principalmente coinvolta è l’angolo irido corneale, dove si localizzano due strutture<br />
da cui dipende la quantità di liquido intraoculare e quindi la pressione:<br />
1. processi ciliari: grazie a pompe ATP-asiche mantengono<br />
gradienti osmotici in grado di produrre un<br />
ultra filtrato<br />
a. strato di cellule pigmentante<br />
b. “” “” NON pigmentate<br />
c. stroma<br />
2. trabecolato ⇒ composto di pori di 5µm, che si riduce fino<br />
al canale di Schlemm (∅2µm).<br />
Il canale circonda tutto il bulbo oculare, e<br />
drena in una serie di dotti collettori, fino<br />
ad arrivare al circolo venoso (in modo<br />
continuo).<br />
I pori vanno restringendosi man mano che<br />
ci si avvicina ai canali.<br />
a. collagene<br />
b. lamelle elastiche<br />
c. cellule endoteliali<br />
Nb: è la sede più frequente di alterazione<br />
patogenetica nel glaucoma (in genere ostruzione<br />
per deposito al livello di sostanza trabecolata).<br />
..la pressione intra oculare è determinata dal ritmo di<br />
produzione e assorbimento dell’umor acqueo, che ha un<br />
flusso che segue i gradienti pressori dei vari<br />
compartimenti.<br />
Valori di 10-20 mmHg sono normali, oltre si è patologici, per quanto ci possano essere dei pzz. con<br />
glaucoma a pressione normale (raro: con 13-15 p.es). Ci possono essere alcune variazioni:<br />
sesso: uomo ha fisiologicamente pressione più alta<br />
età: nell’anziano aumenta leggermente normalmente<br />
fluttuazioni circadiane: si alza la notte e verso mezzogiorno<br />
non ipotensioni notturne: come invece per la P sistemica in pz. in trattamento per la pressione.<br />
..in genere i glaucomi sono per P intra oculare > 23mmHg (picco della gaussiana).<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 180
primari<br />
a. bambini<br />
b. adulti<br />
- d’apertura d’angolo<br />
- da chiusura d’angolo<br />
<br />
Tipizzazione del Glaucoma<br />
secondari (monolaterali)<br />
a. blocco angolare<br />
b. blocco trabecolare<br />
c. ostruzione venosa<br />
d. farmaci: da cortisone, sia generale che collirio, non sempre la sospensione del cortisone dà<br />
remissione e può essere necessaria una terapia a vita<br />
e. da neo vascolarizzazione angolare: abbastanza diffuso<br />
f. post traumatico<br />
<br />
Glaucoma da chiusura d’angolo<br />
(adulti)<br />
È più frequente in Asia: per rigonfiamento del cristallino (qualunque eziologia) ⇒ dislocazione in avanti<br />
⇒ chiusura dell’angolo irido corneale: questo è diagnosticabile mediante l’utilizzo del gonoscopio.<br />
L’angolo si compone di strutture quali:<br />
- linea di Schwalbe ⇒ p.te più interna della cornea, termine della membrana di<br />
Descemet (tra endotelio e stroma) a ridosso dell’angolo<br />
- trabecolato (zona filtrante): che si suddivide nei due strati: uno pigmentato e uno no<br />
- sperone sclerale: porzione di sclera estrema, è l’apice dell’angolo<br />
- banda ciliare: p.te visibile del corpo ciliare<br />
Si hanno forme diverse:<br />
intermittente (pauci sintomatico): cronicamente si possono formare sinechie (aderenze) che<br />
pongono le basi per un attacco acuto…<br />
glaucoma acuto: data la sintomatologia spesso è un pz. che non si sa come<br />
inquadrare, e la diagnosi è parzialmente tardiva<br />
a. occhio ± rosso con congestione dei vasi episclerali intensa<br />
b. media midriasi fissa, che è ottima in altre DD con occhio<br />
arrossato, dove in genere si ha miosi<br />
c. dolenzia in occhio e altri distretti trigeminali<br />
d. sintomi vagali (vomito e bradicardia)<br />
e. iride torta: complica la terapia<br />
f. ± nervo ottico edematoso: può sviare verso patologie centrali<br />
g. opacità cristalline sottocapsulari: dovute alla sofferenza dell’epitelio stressato dall’elevato<br />
regime pressorio<br />
glaucoma cronico: può evolvere da attacchi ripetuti (anche di glaucoma intermittente).<br />
terapia<br />
d’urgenza: il problema spesso è fare diagnosi, una volta fatta si parte con la terapia topica, che è un<br />
protocollo internazionale:<br />
o pilocarpina: para-S mimetico che rompe la media midriasi aprendo l’angolo<br />
o timololo (β bloccante) ⇒ umor acqueo ↓<br />
o mannitolo 2g/Kg endovenoso ad infusione rapida, asciuga il vitreo<br />
Nb: anche l’alcool ha lo stesso effetto: giù grappa !! È una soluzione temporanea<br />
iridotomia laser: un foro a livello irideo che permette il deflusso dell’umor acqueo: un buco.<br />
Lontano dalla pupilla possibilmente… la procedura è rapida: due gocce di<br />
anestetico, due colpi di laser, cortisone topico e un paio di giorni di follow up.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 181
Glaucoma malformativo<br />
Ereditario autosomico recessivo a penetranza variabile. Dà un quadro clinico molto caratteristico:<br />
l’interazione tra la pressione elevata del bulbo e la plasticità del bambino genera buftalmo, cioè:<br />
- megalocornea: anche del 2OO%<br />
- tutto l’occhio diventa prominente<br />
..si sviluppa già nel primo mese, gli unici segni sono<br />
fotofobia ⇒ bambino che si stropiccia o che affonda la faccia nel cuscino<br />
lacrimazione<br />
…porta nell’adulto non operato da bambino al cedimento corneale, con riempimento<br />
d’acqua ( ⇒ edema) fino a dare ulcerazioni e leucomi ⇒ cecità, anche derivata da danni secondari al n.<br />
ottico.<br />
goniotomia: apre l’angolo, forando la membrana di Barkan: un residuo mesodermico normalmente<br />
riassorbito che crea ostruzione al deflusso.<br />
<br />
Glaucoma ad angolo aperto<br />
Il più comune: correla con l’età, neri a rischio (4x), orientali protetti (non riscontrato):<br />
2% dei 4Oenni<br />
7% dei 7Oenni.<br />
Decorso cronico, dai 40-50 anni dura per il resto della vita; È progressivo e colpisce la testa del nervo<br />
ottico e le fibre retiniche in assenza di altre patologie oculari o anomalie congenite.<br />
Associata a queste alterazioni vi è la morte delle cellule ganglionari e una perdita<br />
progressiva del campo visivo. Il nervo ottico normale presenta:<br />
- escavazione chiara fisiologica, la sua ampiezza correla con il<br />
rischio, che impenna quando arriva a occupare<br />
metà del nervo (indice K-disc > 0.5)<br />
- fossetta<br />
- colore roseo<br />
patogenesi<br />
- teoria meccanica: il passaggio del nervo attraverso la struttura cribrosa della retina genera un<br />
danno da compressione in seguito all’ipertensione<br />
- teoria vasomotoria: occlusione dei vasa nervorum: se poi il pz. è anche ipoteso…<br />
…meccanico o vascolare che sia, c’è un danneggiamento del nervo ottico;<br />
altri fattori di rischio<br />
familiarità: è ereditaria, ma in forma multi genica, con<br />
penetranza variabile<br />
miopia: per la forma dell’occhio, che favorisce<br />
malattie CV: anche, parzialmente opinabile, dubbio.<br />
..questi sono importanti, anche perché per fare prevenzione si tratta di una terapia<br />
collirica a vita.<br />
Segni e sintomi<br />
- chiarore, sopratutto a livello temporale, fino allo scomparire delle fibre<br />
- escavazione: può essere normale, richiede una serie di analisi per conferma<br />
- visibilità della lamina cribrosa della retina<br />
…dopo anni e anni il nervo è pallido ed escavato: cecità<br />
- emorragie fiammate: sono frequenti nei glaucomi, dopo 2-3 giorni vengono riassorbite. Sono<br />
prognosticamente negative (progressione più rapida), difficili da vedere.<br />
Nb: anche il glaucoma ad angolo aperto può essere a pressione normale, per quanto raramente.. sono<br />
soggetti emicranici, spesso con s. di Raynaud (altri problemi di vascolarizzazione periferica), con un<br />
danno prettamente vasogenico.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 182
terapia<br />
A differenza del glaucoma ad angolo chiuso dove la terapia è acuta, qua è cronica e va continuamente<br />
aggiustata sulla base dei valori pressori ottenuti; È però qualitativamente la stesa a parte per..<br />
prostaglandine e prostanoidi: tra i più importanti e i più utilizzati, tra i più costosi in ambito<br />
oculistico. Sono in grado di abbassare la pressione anche del 30%<br />
con un’unica goccia la sera.<br />
o melanociti ⇒ fanno crescere le ciglia<br />
o pro abortive: utilizzati nell’induzione al parto. Attenzione alle possibili gravidanze !<br />
… oppure si va sul definitivo con una terapia chirurgica, che forse visto il quadro cronico è la cosa<br />
migliore, inoltre i pz. glaucomatosi spesso sono anziani e si rischia di avere una bassa compliance (o<br />
aderenza terapeutica).<br />
per farla breve…<br />
ad angolo aperto<br />
più comune<br />
cronico<br />
chiusura d’angolo<br />
- intermittente<br />
- acuto<br />
- cronico<br />
meccanico<br />
vasomotorio<br />
(anche a P normale)<br />
da rigonfiamento del<br />
cristallino<br />
emorragie fiammate (rare<br />
da vedere)<br />
escavazione e chiarore<br />
nervo (oftalmoscopia)<br />
vasi congesti<br />
opacità cristalline<br />
sottocapsulari<br />
± nervo ottico edematoso<br />
Glaucoma neovascolare<br />
Può insorgere in due situazioni, comunque si ha iperproduzione di VEGF:<br />
occlusione venosa ⇒ lesioni a scoppio di mina attorno alla papilla. In genere dà un calo visivo e<br />
viene diagnosticato. In alcuni a c.a 30gg dà un difetto oculare retinico<br />
secondario ad ischemia ⇒ fattori di crescita endoteliali (= patogenesi nel diabete)<br />
⇒ neovasi, che vanno ad occupare l’angolo.<br />
diabete: dall’ischemia della retina, che provoca quindi il medesimo quadro<br />
<br />
Malattie Vascolari Retiniche<br />
<br />
retinopatia ipertensiva<br />
(? no se sa) risk factors:<br />
- miopia<br />
- familiarità<br />
- età<br />
- etnia afroamericana<br />
…<br />
- congenito<br />
- secondario (farmaci,<br />
neovascolarizzazione, blocchi angolari<br />
o trabecolari, post trauma e ostruttivo)<br />
C’è una stadiazione in 4 gradi, importante soprattutto in pzz. giovani, dove i danni sono più progressivi e<br />
difficili da monitorare.<br />
stadio I-II: anomalie arterovenose<br />
o segno di gunn: incroci arterovenosi patologici: i vasi arteriosi sembrano,<br />
all’incrocio (di per se normale), comprimere le vene che ne<br />
sono affette, dove si può avere trombosi ed emorragia<br />
o ombre vasali: parete talmente sclerotica che non si vede più il vaso<br />
normalmente rosso: si nota solo l’ombra, di color argenteo.<br />
stadio III: anomalie retiniche: il danno vasale dovuto all’angiopatia comporta la<br />
fuoriuscita di una componente ematica, sierosa o lipidica (emorragia o edema retinici) che<br />
può segnare la comparsa di essudati duri.<br />
stadio IV: edema della papilla. È uno stadio avanzato. I margini della stessa diventano confusi.<br />
ipertensione maligna: può dare diversi rilievi:<br />
o macchie di Elschnig: risultato di emorragie coroidali focali<br />
o stella maculare: alias una disposizione radiale di essudato a livello dello strato plessiforme<br />
esterno della regione maculare secondario al danno indotto dalla<br />
compromissione dei vasi.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 183
morfologia<br />
Quello che si noterà sono:<br />
- essudati: secondari ai problemi vasali possono dare essudati anche tra retina ed epitelio pigmentato,<br />
il che a sua volta può portare allo scollamento di questi due strati ed al distacco retinico.<br />
- corpi citoidi (cotton whool spots): ovvero dall’aspetto di cellule, sono accumuli di mitocondri ed altri<br />
prodotti intracellulari a livello delle terminazioni assonali che attraversano le aree<br />
ischemiche. Si tratta di un deficit di trasporto assonale con conseguente accumulo.<br />
patogenesi<br />
In tutte queste patologie… ipertensiva, da occlusioni venose (RVO: retinal vein occlusion), da trombosi venose<br />
retiniche, etc, si ha:<br />
angiopatia<br />
• forme edematose<br />
• forme ischemiche<br />
VEGF<br />
.. difatti la terapia si basa sulla preventiva distruzione laser delle porzioni ischemiche di retina per bloccare<br />
la produzione di VEGF e l’iniezione locale di farmaci anti-VEGF palliativi.<br />
<br />
Retinopatia diabetica<br />
La retinopatia diabetica colpisce anche tra 40 e 50 anni, una fascia d’età normalmente meno bersagliata dalle<br />
occlusioni retiniche (che anche in realtà può avvenire in età più giovane, p.es nella policitemia) o dalla<br />
retinopatia ipertensiva in genere.<br />
Le lesioni sono di vario tipo e possono dare danni visivi importanti:<br />
neovasi (fragili)<br />
ed emovitreo<br />
• calo improvviso visus<br />
• mosche volanti<br />
emovitreo ⇒ fibrosi vitreale, è la prima causa di cecità nel diabetico; porta a…<br />
aderenze e trazioni sulla retina ⇒ distacco retinico trazionale<br />
edema papillare: seconda causa di cecità nel diabete; la fuoriuscita di liquido a livello della macula<br />
avviene quasi sistematicamente, ed è dovuto con maggior probabilità alla<br />
permeabilizzazione dei vasi dovuti alle modificazioni strutturali che subiscono, che<br />
determina una danno parafisiologico della barriera ematoretinica.<br />
glaucoma neovascolare: per neovasi formati a livello anteriore, che con la rottura provocano fibrosi<br />
ed alterazione dell’angolo.<br />
difficile da curare: l’anomalia anatomica è quasi irreversibile.<br />
Morfologia<br />
Si riconoscono tre tipi di quadri, con caratteristiche diverse:<br />
pre proliferante: nell’angiografia si nota molta ischemia retinica (allarme!) senza evidenza di<br />
proliferanti, anche se già possono vedersi emorragie e piccole occlusioni.<br />
o microangiopatia diabetica: assimilabile a quella sistemica<br />
- MB dei vasi ispessiti<br />
- microaneurismi<br />
o essudati emorragici<br />
o occlusioni microvascolari<br />
proliferativa: sempre dovuta alla produzione di VEGF da porzioni ischemiche di retina, che si<br />
generano per il quadro sopra descritto; difatti la terapia è la stessa della retinopatia<br />
ipertensiva.<br />
o membrana neovascolare: alias il fenomeno di neovascolarizzazione a partire da vasi<br />
pre esistenti con sfondamento della membrana limitante,<br />
elemento essenziale per poter parlare con proprietà di<br />
linguaggio di questa entità anatomopatologica.<br />
o distacco del vitreo: dovuto alla crescita della membrana neovascolare, che in genere<br />
viene danneggiata nel processo e dà luogo ad intenso<br />
sanguinamento.<br />
o distacco retinico trazionale: dovuto sempre alla stessa membrana neovascolare, che<br />
prima di distaccare la retina può anche deformarla.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 184
Tumori retinici<br />
<br />
Retinoblastoma 24<br />
È il più frequente tumore primitivo intra oculare dell’infanzia; ha origine neuro epiteliale e nel 40% è<br />
geneticamente determinato (vd. patogenesi).<br />
La prognosi è influenzata da:<br />
- diffusione extra oculare<br />
o diffusione a cervello / midollo: è la tendenza più<br />
comune<br />
o rare mts polmonari<br />
- invasione del n. ottico (immagine)<br />
- invasione coroideale<br />
patogenesi<br />
In questo caso è fondamentale il gene RB, che controlla il passaggio<br />
da G1 a S: è normalmente legato all’E2f che è così inattivato, poi le cicline fosforilano l’RB e l’E2f è libero di<br />
stimolare la moltiplicazione cellulare.<br />
casi sporadici (60%) ⇒ richiedono due mutazioni successive a tutti e due i geni RB sui due chr, e<br />
difatti la patologia ha un esordio più tardivo in questi casi.<br />
ereditari (40%): probabilmente c’è un solo allele mutato, e basta una sola altra mutazione sia<br />
necessaria per lo sviluppo del cancro. E’ un classico caso di loss of heterozygosity.<br />
morfologia<br />
Questi tumori tendono a contenere entrambi elementi differenziati o meno, che comunque non sono correlati<br />
con la prognosi.<br />
nidi di cellule indifferenziate:<br />
o piccole e rotonde<br />
o con nucleo ipercromico<br />
cellule differenziate si dispongono in formazioni<br />
caratteristiche:<br />
o rosette di Flexner – Wintersteiner<br />
o fleurettes: ricordano una differenziazione foto<br />
recettoriale<br />
dipendenza dalla vascolarizzazione:<br />
o aree tumorali necrotiche lontane dai vasi<br />
⇒ zone di calcificazione distrofica<br />
o cellule tumorali vitali perivasali<br />
Approccio<br />
Il tentativo è quello di evitare di lesionare il n. ottico:<br />
- prima riduzione della massa (chemio)<br />
- poi laser o citopessia<br />
24<br />
immagini da http://www.mrcophth.com/pathology/retinoblastoma/retinoblastoma.html<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 185
Nosografia del Diabete<br />
Ci sono diverse malattie comprese sotto questa bandiera:<br />
• diabete I: distruzione β cellulare su base autoimmune, di tipo necrotico. C’è una variante nota come<br />
LADA (latent autoimmune diabetes -of- adult)<br />
• diabete II: deficit di secrezione di insulina, che porta nel tempo ad una insulino resistenza<br />
multifattoriale. Si ha apoptosi delle cellule β.<br />
• diabete gestazionale: lascia un aumentato rischio di diabete II nel tempo ma in genere scompare dopo<br />
la gestazione.<br />
• diabete monogenico: autosomico dominante. Sono una piccola quota dei diabetici, gli unici<br />
veramente genetici, di tipo autosomico dominante.<br />
• secondario: per pancreatiti, interventi…. oppure in seguito ad acromegalia, malattie endocrine<br />
(eccesso di cortisolo) o all’uso di farmaci cortisonici…<br />
tipo I<br />
La distruzione è delle sole cellule β, dovuta principalmente appunto a malattie autoimmunitarie, cui se ne<br />
possono associare altre come la celiachia (8%), la tiroidite autoimmune (30%), la vitiligine…<br />
1) età giovanile: tipicamente < 30anni, anche se p.es il diabete LADA appare in vecchiaia o comunque in<br />
età avanzata. I picchi di comparsa sono…<br />
2) incidenza di 6 /1OOmila a TS, cioè 1 su 10 diabetici nuovi<br />
3) Prono alla chetosi ⇒ sintomatico<br />
a. sintomi GI: nausea vomito…<br />
b. alitosi chetonica<br />
c. respiro di Kussmaul (imm.)<br />
4) deficit da distruzione β cellulare, si tratta di una necrosi, quindi con la presenza di citochine e<br />
infiammazione.<br />
5) associazione con certi HLA: pur non essendo genetica ma multifattoriale, risulta che il 50% dei pzz.<br />
presenta un’alterazione tipica DR 3-4 (braccio corto PT del chr. 6).<br />
6) insulite virale o autoimmune: si rileva spesso all’autopsia di bambini vittima di questa condizione<br />
La malattia compare nel momento in cui la prima βcellula è riconosciuta come non self. In una fase di<br />
progressione in cui le cellule β sono ancora > 80% e la glicemia ancora normale gli unici segni di malattia<br />
possono essere..<br />
• autoanticorpi circolanti contro..<br />
• luna di miele diabetica: una sindrome da cheto acidosi che si presenti in fasi acute di stress<br />
..solo quando si arriva ad una distruzione dell’8O%+ delle βcells si ha la carenza assoluta di insulina e<br />
quindi l’iperglicemia e i sintomi. Purtroppo la malattia nella fase progressiva non è arrestabile con<br />
immunosoppressori o altre modalità, per cui per ora si è senza armi.<br />
tipo 2<br />
La frequenza quindi s’inverte (escluso il LADA) con l’età: il I tipo è comune < 35 anni e viceversa, per quanto<br />
attualmente si cominciano a vedere bambini diabetici II a 8-10 anni (obesità infantile).<br />
• 9O% dei casi di diabete<br />
• 8O% dei casi asintomatici (cheto resistenza) ⇒ rende il tipo II molto cattivo, perché il danno da<br />
glucotossicità si può esplicare molto fortemente.<br />
• perdita del picco ⇒ cioè si perde riserva funzionale, tutte le volte che si hanno richieste che eccedono<br />
la norma (post pradiale, stress..) la massa ridotta di cellule β non risponde<br />
adeguatamente, anche se a digiuno normalmente la produzione basta per essere<br />
asintomatici.<br />
• sovrappeso – obesità condizioni sine qua non: un soggetto non giovane che sviluppi diabete va<br />
indagato per autoimmunità (IA-2A, GADA..)<br />
• familiarità: va prevenuto con sport e alimentazione corretta<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 187
I difetti genici che portano al diabete due sono una congiunzione di eventi quali<br />
- insulinoresistenza ⇒ praticamente tutti gli obesi hanno questa caratteristica<br />
- disfunzione / deficit βcellulare ⇒ è il punto assolutamente necessario: ci sono obesi con buoni geni e<br />
β cells robuste che vanno producendo quantità boviniche di<br />
insulina nel corso di tutta la vita.<br />
Lo stile di vita e la dieta possono<br />
portare ad una minore richiesta di<br />
insulina e evitare la malattia.<br />
Il diabete di tipo II si sviluppa man<br />
mano che la produzione di insulina si<br />
riduce, finché non si arriva alla quasi<br />
assenza di produzione insulinica e<br />
quindi la necessità di una terapia<br />
sostitutiva.<br />
Le β cellule muoiono normalmente<br />
per apoptosi e c’è una normale<br />
rigenerazione, ma quando<br />
l’equilibrio si perde si va incontro ad<br />
una riduzione della massa di cellule.<br />
Nei soggetti obesi anzi, inizialmente<br />
si ha un aumento del pool in seguito alla richiesta, e poi comincia la discesa. Nel tipo II non è tanto il calo di<br />
rigenerazione ma l’aumento dell’apoptosi che provoca la malattia, che è riconducibile ad alterazioni<br />
metaboliche della sindrome metabolica:<br />
- NEFA: acidi grassi non esterificati (FFA) che attuano un disaccoppiamento per cui ATP↓ (βcells) e<br />
questo provoca:<br />
o ridotto rilascio di insulina<br />
o ridotta funzione autocrina di stimolo alla sopravvivenza (via MAPK) ⇒ apoptosi<br />
- adipochine: prodotte da questi adipociti stressati riducono la sensibilità insulinica<br />
<br />
Complicanze acute<br />
chetoacidosi<br />
Si ha la produzione di corpi chetonici in seguito alle due alterazioni:<br />
- cortisolo ↓<br />
- glucagone ↑<br />
.. ciò può essere dovuto a:<br />
- omissione di insulina, volontaria o involontaria<br />
- diabete I non diagnosticato<br />
- stress importanti nel tipo II: nel corso di IMA, ictus, intossicazione da alcool, pancreatite, traumi<br />
gravi… altrimenti anche in ipoinsulinemia assoluta, non si arriva in<br />
genere comunque alla chetoacidosi.<br />
È fondamentale sapere che mentre si riduce / sparisce l’insulina, si ha contemporaneamente un elevarsi del<br />
glucagone, che crea un ambiente metabolico tale da indurre<br />
• gluconeogenesi: nonostante ciò occasionalmente il glucosio può essere solo lievemente aumentato<br />
• rilascio di acidi grassi liberi, che non vengono sfruttati inclusi nelle VLDL come normalmente, ma<br />
sono indirizzati in buona parte alla sintesi di corpi chetonici.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 188
Clinica<br />
I corpi chetonici sono normalmente neutralizzati a livello di pH dal tampone bicarbonato, quando il pool di<br />
carbonati si esaurisce (2lt /24h) ⇒ disidratazione / ipotensione<br />
- dolore addominale ⇒ può simulare una pancreatite acuta, è dovuto all’infarcimento del circolo<br />
mesenterico che provoca ischemia, e può anche darla, la pancreatite.<br />
- fiato corto / polipnea: kussmaul ⇒ va a mobilitare grandi quantità di aria, un compenso.<br />
- nausea / vomito ⇒ sono spesso prevalenti<br />
- tachicardia (>90 BPM)<br />
- alito fruttato (dovuto all’acetone)<br />
- laboratorio<br />
o iperglicemia: anche a 300-400<br />
o glicosuria & chetonuria: diagnostico<br />
o acidosi: 6.8 – 7.3<br />
o caduta dei carbonati ( 5mmol)<br />
o iponatriemia: (135-145 mmol normale) per lo shift di acqua dal settore intracellulare a quello<br />
extracellulare: NON RICHIEDE FLUIDI<br />
o creatinina↑ la grave disidratazione dà IR prerenale<br />
o dislipidemia: lattescenza nel siero, si hanno alterazioni dei chilomicroni<br />
- complicazioni<br />
o edema cerebrale ⇒ soprattutto nei bambini, in seguito a situazioni precipitanti<br />
o letargia, coma<br />
<br />
Complicanze croniche del diabete (morfologia)<br />
pancreas<br />
È l’organo centrale della patogenesi, dove infatti il tipo I e il tipo II danno quadri diversi:<br />
tipo I<br />
n° & ∅ insule ↓<br />
insulite: infiltrati (leucociti) disomogenei<br />
dregranulazione (ME 25 ): che dà la deplezione<br />
dell’insulina<br />
tipo II<br />
amiloidosi delle insule (amilina), lievemente<br />
presente negli anziani normalmente. Nel diabete<br />
porta ad obliterazione, origina…<br />
o tra le cellule<br />
o nei capillari<br />
Nb: l’insulite è visibile anche in neonati di madri diabetiche (bambino sano), che hanno un numero superiore<br />
di isole; in questo caso si notano eosinofili e non linfociti.<br />
macroangiopatia diabetica<br />
Arteriosclerosi identica a quella dei non diabetici.<br />
microangiopatia diabetica<br />
Si ha un quadro di MB ispessita da accumuli ialini di collagene IV, e nonostante questo più permeabili alle<br />
proteine. Questo ispessimento è anche di tubuli renali e capsula di Bowman, oltre che a livello placentare;<br />
Le sedi preferite a livello vascolare invece sono:<br />
- cute & muscolo scheletrico<br />
- retina<br />
25 microscopio elettronico<br />
- glomeruli<br />
- midollare renale<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 189
nefropatia diabetica<br />
È la prima causa di IRC nel mondo, sua volta seconda causa di morte nei diabetici. Si hanno:<br />
- ispessimento della MB glomerulare<br />
- glomerulo sclerosi mesangiale: che è la stessa ialinizzazione dei vasi ma a livello dell’interstizio del<br />
mesangio, in genere sono diabetici da > 10 anni.<br />
- glomerulo sclerosi nodulare (15-30% dei<br />
diabetici cronici): si<br />
caratterizzano per<br />
le lesioni di<br />
Kimmelstiel –<br />
Wilson che sono<br />
o depositi nodulari di matrice laminare<br />
o PAS+<br />
o alla periferia del glomerulo<br />
complicanze oculari<br />
Rispettivo capitolo<br />
neuropatia diabetica<br />
idem.<br />
finito alle 1:39 del 19/07/2012.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 190
Appunti ottenuti da:<br />
Note<br />
- lezioni della prof. Bussani<br />
- libro, il Robbins di patologia<br />
- internet: google books, e per le immagini<br />
- appunti di corsi precedenti: che spesso inquadrano le componenti cliniche meglio del Robbins:<br />
o neurologia (prof. Pizzolato)<br />
o oftalmologia (UCO di Ts)<br />
o otorinolaringoiatria (prof. Tirelli)<br />
o immunologia e reumatologia (prof. Fischetti)<br />
o malattie metaboliche (prof. Cattin)<br />
o malattie Infettive (prof. Luzzati)<br />
o patologia generale (prof. Dobrina)<br />
o cardiologia (prof. Sinagra)<br />
o endocrinologia (prof. Biolo)<br />
o ortopedia (da libri)<br />
- libro di anatomia (Anastasi), da cui ho tratto alcune immagini<br />
- piccole parti dall’anatomia patologica 2 di Giordano, Botox e Serghiei<br />
… per problemi o errori, per favore contattatemi a g.marini.ts@gmail.com, le immagini proposte sono coperte<br />
da copyright, tutti i diritti appartengono al loro proprietario e sono rappresentate a fini di studio. Perciò<br />
chiunque provi a utilizzare a scopi di lucro questi appunti se ne assume la responsabilità.<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 191
Sommario<br />
Anatomia Patologica II ........................................................................................................................1<br />
Apparato Genitale Maschile................................................................................................................1<br />
Cenni di Anatomia normale ..........................................................................................................................1<br />
Patologia non tumorale dell’apparato genitale maschile ............................................................................2<br />
Criptorchidismo (anomalia congenita)..........................................................................................................2<br />
Varicocele .....................................................................................................................................................2<br />
Orchiti ed epididimiti ....................................................................................................................................2<br />
Torsione testicolare (disturbi vascolari)........................................................................................................3<br />
Iperplasia Prostatica Benigna nodulare (IPB)................................................................................................3<br />
Infertilità maschile ........................................................................................................................................4<br />
Prostatiti ........................................................................................................................................................6<br />
Patologia neoplastica del testicolo..................................................................................................................7<br />
IGCNU (Intratubular Germ Cells Neoplasia, Unclassified)............................................................................7<br />
Tipi cellulari delle neoplasie testicolari ........................................................................................................7<br />
Tumori a cellule germinali ............................................................................................................................8<br />
Tumori stromali dei cordoni sessuali (funicolo spermatico)......................................................................11<br />
Linfoma del Testicolo .................................................................................................................................13<br />
Neoplasie del Pene .........................................................................................................................................14<br />
Displasie......................................................................................................................................................14<br />
Neoplasie Benigne ......................................................................................................................................14<br />
Carcinomi maligni.......................................................................................................................................15<br />
Il CA Prostatico..............................................................................................................................................18<br />
Diagnosi ......................................................................................................................................................18<br />
Grading........................................................................................................................................................21<br />
Terapia.........................................................................................................................................................21<br />
Vasi Ematici ........................................................................................................................................23<br />
Cenni d’anatomia normale ..........................................................................................................................23<br />
Patologia delle arterie ...................................................................................................................................23<br />
Fistola Artero venosa ..................................................................................................................................23<br />
Aneurismi....................................................................................................................................................24<br />
Dissezione aortica (ematoma dissecante)...................................................................................................25<br />
Aterosclerosi ...............................................................................................................................................27<br />
Arteriolosclerosi..........................................................................................................................................29<br />
Arteriosclerosi calcifica della media di Monkeberg ...................................................................................29<br />
Vasculopatia diabetica ................................................................................................................................29<br />
Vasculiti..........................................................................................................................................................30<br />
Sistematica ..................................................................................................................................................30<br />
Arteriti Infettive ..........................................................................................................................................32<br />
Raynaud.......................................................................................................................................................32<br />
Patologia veno-linfatica ................................................................................................................................33<br />
Vene varicose ..............................................................................................................................................33<br />
Tromboflebiti e Flebotrombosi ...................................................................................................................34<br />
Linfangiti e linfedema .................................................................................................................................34<br />
Patologia Tumorale dei Vasi ........................................................................................................................35<br />
Tumori benigni............................................................................................................................................35<br />
ectasie vascolari ..........................................................................................................................................35<br />
Sarcoma di Kaposi (malignità intermedia) .................................................................................................36<br />
Angiosarcoma .............................................................................................................................................37<br />
Emangiopericitoma .....................................................................................................................................37<br />
Cuore ...................................................................................................................................................38<br />
Richiami di Anatomia .................................................................................................................................38<br />
Patologia miocardica acquisita ....................................................................................................................42<br />
Insufficienza Cardiaca Congestizia o Scompenso ......................................................................................42<br />
Cardiopatie Ischemiche...............................................................................................................................44<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 192
Infarto Miocardico ......................................................................................................................................44<br />
Morte cardiaca improvvisa (MCI) ...............................................................................................................46<br />
Cardiopatia Ipertensiva (CIp)......................................................................................................................46<br />
Cor Polmonare (cardiopatia ipertensiva polmonare) .................................................................................47<br />
Cardiopatie congenite ...................................................................................................................................48<br />
Morfogenesi del cuore.................................................................................................................................48<br />
Shunt sinistro - destro..................................................................................................................................50<br />
Shunt destro – sinistro.................................................................................................................................50<br />
Anomalie congenite ostruttive ....................................................................................................................51<br />
Malposizioni cardiache ...............................................................................................................................52<br />
Malattie Valvolari ed Endocardiche............................................................................................................53<br />
Stenosi valvolare aortica calcifica...............................................................................................................53<br />
Calcificazione dell’anulus mitralico ...........................................................................................................53<br />
Prolasso mitrale (degenerazione mixomatosa)............................................................................................53<br />
Febbre e cardiopatia reumatica ...................................................................................................................54<br />
Endocarditi infettive....................................................................................................................................55<br />
vegetazioni non infettive .............................................................................................................................56<br />
Malattia cardiaca da carcinoide...................................................................................................................56<br />
Complicanze delle valvole artificiali ..........................................................................................................56<br />
Malattie del Miocardio .................................................................................................................................57<br />
Cardiomiopatie............................................................................................................................................57<br />
Miocarditi....................................................................................................................................................58<br />
Malattia del Pericardio.................................................................................................................................59<br />
Pericardite Acuta.........................................................................................................................................59<br />
Forma cronica o Guarita..............................................................................................................................60<br />
Cuore e tumori...............................................................................................................................................60<br />
tumori cardiaci ............................................................................................................................................60<br />
Effetti cardiaci di neoplasie extra cardiache ...............................................................................................61<br />
Testa & Collo ......................................................................................................................................62<br />
Cavità orale....................................................................................................................................................62<br />
HSV..............................................................................................................................................................62<br />
Mughetto .....................................................................................................................................................62<br />
Manifestazioni orali di patologie sistemiche...............................................................................................63<br />
Glossiti ........................................................................................................................................................63<br />
Lesioni Benigne ..........................................................................................................................................64<br />
Lesioni pre maligne.....................................................................................................................................65<br />
CA squamocellulare del Cavo Orale ...........................................................................................................66<br />
Vie aeree superiori ........................................................................................................................................68<br />
Naso, seni e rinofaringe...............................................................................................................................68<br />
Laringe ........................................................................................................................................................70<br />
Orecchio .........................................................................................................................................................71<br />
Otiti (riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria)................................................................................71<br />
Otosclerosi (riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria).....................................................................73<br />
Tumori.........................................................................................................................................................73<br />
Collo................................................................................................................................................................74<br />
Cisti .............................................................................................................................................................74<br />
Paraganglioma.............................................................................................................................................75<br />
Ghiandole salivari .........................................................................................................................................76<br />
Xerostomia ..................................................................................................................................................76<br />
Scialo adeniti...............................................................................................................................................76<br />
Neoplasie Benigne ......................................................................................................................................76<br />
Neoplasie Maligne ......................................................................................................................................77<br />
Sistema Endocrino..............................................................................................................................79<br />
Ipofisi..............................................................................................................................................................79<br />
Adenomi (iperpitituarismo).........................................................................................................................79<br />
Ipopitituarismo ............................................................................................................................................82<br />
Sindromi dell’ipofisi posteriore ..................................................................................................................83<br />
Corticale del Surrene ....................................................................................................................................83<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 193
S. di Cushing ...............................................................................................................................................83<br />
Iperaldosteronismo primitivo ......................................................................................................................85<br />
Virilismo Surrenalico e CAH.......................................................................................................................85<br />
Insufficienza Surrenalica.............................................................................................................................87<br />
Neoplasie Corticosurrenaliche ....................................................................................................................87<br />
schema riassuntivo ......................................................................................................................................88<br />
Tiroide ............................................................................................................................................................89<br />
Iper / Ipotiroidismo .....................................................................................................................................89<br />
Tiroiditi .......................................................................................................................................................91<br />
Basedow Graves..........................................................................................................................................92<br />
Gozzo ..........................................................................................................................................................92<br />
Neoplasie benigne della Tiroide..................................................................................................................93<br />
CA della tiroide............................................................................................................................................95<br />
Paratiroidi......................................................................................................................................................98<br />
Iper PTH primitivo .......................................................................................................................................98<br />
Iper PTH secondario ..................................................................................................................................100<br />
Ipo PTH......................................................................................................................................................100<br />
Neoplasie del pancreas endocrino..............................................................................................................100<br />
Insulinoma e gastrinoma ...........................................................................................................................100<br />
Altre...........................................................................................................................................................101<br />
Cute....................................................................................................................................................102<br />
Definizioni dei termini ..............................................................................................................................102<br />
patologia neoplastica...................................................................................................................................104<br />
Nevi melanocitici e Melanoma .................................................................................................................104<br />
Melanoma..................................................................................................................................................104<br />
Cheratoacantoma.......................................................................................................................................105<br />
CA squamoso.............................................................................................................................................106<br />
CA basocellulare........................................................................................................................................106<br />
Tumori Vascolari dermici .........................................................................................................................107<br />
Micosi fungoide / s. di Sézary (linfoma cutaneo a cellule T)....................................................................107<br />
Dermatosi infiammatorie croniche............................................................................................................108<br />
Psoriasi ......................................................................................................................................................108<br />
Lichen........................................................................................................................................................109<br />
LES.............................................................................................................................................................109<br />
Infezioni........................................................................................................................................................111<br />
Verruche volgari........................................................................................................................................111<br />
Mollusco contagioso .................................................................................................................................112<br />
Sistema Muscolo Scheletrico ...........................................................................................................113<br />
Patologia dello sviluppo (congenita o acquisita).......................................................................................113<br />
Osteogenesi imperfecta (malattia delle ossa di vetro)...............................................................................113<br />
Osteopetrosi (malattia delle ossa di marmo).............................................................................................114<br />
Acondrodisplasia.......................................................................................................................................114<br />
Osteoporosi ...............................................................................................................................................115<br />
malattia di Paget (osteite deformante).......................................................................................................115<br />
Rachitismo ed Osteomalacia .....................................................................................................................116<br />
Infezioni & Osteomieliti..............................................................................................................................117<br />
Osteomielite piogena.................................................................................................................................117<br />
TBC............................................................................................................................................................117<br />
Fratture ........................................................................................................................................................118<br />
Clinica .......................................................................................................................................................118<br />
Tumori e lesioni simil tumorali..................................................................................................................119<br />
Osteoma.....................................................................................................................................................119<br />
Osteosarcoma ............................................................................................................................................120<br />
Condroma..................................................................................................................................................121<br />
Condrosarcoma .........................................................................................................................................121<br />
Sarcoma di Ewing / Neuroectodermico primitivo ....................................................................................122<br />
Osteoclastoma (tumore a cellule giganti).................................................................................................122<br />
Patologia Articolare ....................................................................................................................................123<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 194
Osteoartrosi ...............................................................................................................................................123<br />
Artrite Reumatoide....................................................................................................................................124<br />
Spondiloartriti sieronegative (prof. Fischetti, da fisiopatologia medica)..................................................127<br />
Artriti Infettive (Ai) (prof. Fischetti, fisiopatologia medica)....................................................................129<br />
Artrite acuta da microcristalli (Crystal Associated Arthropathies)............................................................131<br />
Gotta ed Artriti acute da microcristalli (Crystal Associated Arthropathies)..............................................132<br />
Tumori e Lesioni Simil tumorali...............................................................................................................135<br />
Tumori delle parti molli e lesioni simil tumorali ......................................................................................135<br />
Patologie Miopatiche...................................................................................................................................138<br />
Distrofie Muscolari ...................................................................................................................................139<br />
Miotonia ....................................................................................................................................................139<br />
Sistema nervoso ................................................................................................................................142<br />
Edema cerebrale..........................................................................................................................................143<br />
Infezioni........................................................................................................................................................144<br />
Meningite acuta.........................................................................................................................................144<br />
Infezioni suppurative focali acute .............................................................................................................147<br />
Meningoencefalite cronica batterica .........................................................................................................147<br />
Encefaliti Virali.........................................................................................................................................149<br />
forme micotiche ........................................................................................................................................150<br />
Malattie Cerebrovascolari..........................................................................................................................151<br />
Ischemia cerebrale globale........................................................................................................................152<br />
Infarto da ostruzione locale del flusso ematico.........................................................................................152<br />
Emorragia intracranica ..............................................................................................................................154<br />
Malattia Ipertensiva Cerebrovascolare......................................................................................................155<br />
Patologia Neoplastica del SNC....................................................................................................................156<br />
Gliomi .......................................................................................................................................................156<br />
Tumori Neuronali......................................................................................................................................157<br />
Altri Tumori cerebrali ...............................................................................................................................157<br />
Tumori secondari ......................................................................................................................................158<br />
Malattie Degenerative.................................................................................................................................159<br />
Alzheimer (morfologia e prospettive biomolecolari della ricerca) ...........................................................159<br />
Creutzfeldt Jakob (contributi dagli appunti di Neurologia – prof. Pizzolato)...........................................161<br />
Malattia di Pick o DFT (demenza fronto temporale) ................................................................................163<br />
Morbo di Parkinson...................................................................................................................................163<br />
Malattia di Huntigton ................................................................................................................................165<br />
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) .........................................................................................................165<br />
Condizioni legate all’alcol ........................................................................................................................166<br />
Malattie Demielinizzanti.............................................................................................................................167<br />
Sclerosi Multipla .......................................................................................................................................167<br />
Varianti della sclerosi multipla .................................................................................................................170<br />
Malformazioni e Malattie dello Sviluppo..................................................................................................171<br />
morfogenesi normale.................................................................................................................................171<br />
Difetti del tubo neurale..............................................................................................................................171<br />
Anomalie dell’encefalo anteriore..............................................................................................................172<br />
Anomalie dalla fossa cranica posteriore ...................................................................................................172<br />
Anomalie del canale midollare..................................................................................................................172<br />
Lesioni cerebrali perinatali........................................................................................................................173<br />
Sistema nervoso Periferico .........................................................................................................................174<br />
S. di Guillain Barré (poliradicolonevrite acuta)........................................................................................174<br />
Tumori.......................................................................................................................................................175<br />
Occhio................................................................................................................................................176<br />
Anatomia ...................................................................................................................................................176<br />
Nevi & Melanomi Uveali..........................................................................................................................178<br />
Cataratta Senile .........................................................................................................................................178<br />
Glaucoma .....................................................................................................................................................180<br />
Tipizzazione del Glaucoma.......................................................................................................................181<br />
Glaucoma da chiusura d’angolo (adulti) ..................................................................................................181<br />
Glaucoma malformativo............................................................................................................................182<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 195
Glaucoma ad angolo aperto.......................................................................................................................182<br />
Malattie Vascolari Retiniche......................................................................................................................183<br />
retinopatia ipertensiva ...............................................................................................................................183<br />
Retinopatia diabetica.................................................................................................................................184<br />
Tumori retinici ............................................................................................................................................185<br />
Retinoblastoma..........................................................................................................................................185<br />
Malattie dismetaboliche...................................................................................................................186<br />
Diabete mellito.............................................................................................................................................186<br />
Normale.....................................................................................................................................................186<br />
Clinica .......................................................................................................................................................186<br />
Complicanze acute ....................................................................................................................................188<br />
Complicanze croniche del diabete (morfologia) .......................................................................................189<br />
Note....................................................................................................................................................191<br />
Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 196