Si muore generalmente perché si è soli o perché si ... - Progetto Melo
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La Regione emana i «decreti», vota le «leggi» (come per esempio quella che proibisce i<br />
sequestri di persona in <strong>Si</strong>cilia), risolve i conflitti tra le varie province. Prende inoltre tutte le<br />
deci<strong>si</strong>oni strategiche.<br />
Attorno a Cosa Nostra gravitano gruppi non mafio<strong>si</strong> come avveniva per il contrabbando di<br />
<strong>si</strong>garette prima del traffico di droga che sono <strong>generalmente</strong> coordinati da <strong>si</strong>ngoli uomini d'onore, ma<br />
che non fanno parte della mafia. Coordinamento, questo avvenuto frequentemente anche nei<br />
confronti della malavita napoletana per risolverne gli innumerevoli contrasti interni e anche per<br />
assumere la direzione dei suoi affari a scopo di lucro. Questo <strong>si</strong> <strong>è</strong> verificato particolarmente negli<br />
anni Settanta quando Cosa Nostra arrivò fino a organizzare i turni per lo scarico delle navi<br />
contrabbandiere. Nel golfo di Napoli, infatti, entrava solo un'imbarcazione per volta, con un carico<br />
di 40/50.000 casse di <strong>si</strong>garette. Il carico apparteneva ora alla Commis<strong>si</strong>one nel suo in<strong>si</strong>eme, ora al<br />
gruppo palermitano di Tommaso Spadaro, ora ai napoletani di Michele Zaza. Tali regole di<br />
ripartizione, molto precise, stabilite da Cosa Nostra, venivano rispettate da tutti.<br />
L'organizzazione aveva quindi tutte le carte in regola per monopolizzare il controllo del<br />
traffico di stupefacenti destinati agli Stati Uniti. Alcuni gruppi <strong>si</strong> specializzarono<br />
nell'approvvigionamento di morfina-base dal Medio e dall'Estremo Oriente; altri <strong>si</strong> dedicarono<br />
esclu<strong>si</strong>vamente alla trasformazione della morfina in eroina; altri ancora <strong>si</strong> consacrarono<br />
all'esportazione di droga negli Stati Uniti, dove la mafia dispone di <strong>soli</strong>de teste di ponte. Tutti i<br />
gruppi facevano capo a uomini d'onore.<br />
Ho parlato a lungo di Cosa Nostra, ma senza affrontare direttamente il problema di una sua<br />
definizione. A questo punto <strong>è</strong> necessario fare un po' di storia. Il fenomeno mafioso <strong>è</strong> noto da tempo<br />
e già alcuni scritti in materia, che risalgono a molti anni fa, ne avevano messo in evidenza le<br />
caratteristiche. Nel 1875-76, la commis<strong>si</strong>one d'inchiesta Franchetti-Sonnino aveva stabilito che la<br />
mafia non ha uno statuto e non organizza riunioni, non ha capi pubblicamente riconosciuti, se non i<br />
più forti e i più abili; che esercita una grande influenza su qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> forma di crimine,<br />
imprimendogli un carattere particolare che distingue la criminalità <strong>si</strong>ciliana da tutte le altre.<br />
In particolare, Franchetti e Sonnino sottolineavano come l'interesse dello Stato nella lotta<br />
alla mafia fosse episodico, mutevole, incerto. La diagno<strong>si</strong> dei due onesti parlamentari verrà<br />
confermata nel tempo: lo Stato passerà da un tentativo di repres<strong>si</strong>one serio, quello del prefetto Mori,<br />
alle dichiarazioni ras<strong>si</strong>curanti dei procuratori generali che inaugurano gli anni giudiziari.<br />
Ma limitiamoci al dopoguerra. Nel 1956 la procura generale di Palermo dichiara che la<br />
delinquenza mafiosa <strong>è</strong> praticamente scomparsa; nel 1957 che i delitti sono la conseguenza di<br />
conflitti tra bande rivali; nel 1967 che la criminalità mafiosa <strong>è</strong> entrata in una fase di declino lento,<br />
ma <strong>si</strong>curo; nel 1968 auspica l'allontanamento del mafioso dal suo habitat naturale, dato che fuori<br />
della <strong>Si</strong>cilia egli diventa inoffen<strong>si</strong>vo...<br />
Tutto questo per ricordare quanto il problema mafia <strong>si</strong>a stato sottovalutato nella nostra storia<br />
anche recente. La virulenza attuale di Cosa Nostra <strong>è</strong> in parte il frutto di questa sottovalutazione e di<br />
questa ignoranza. La mafia <strong>si</strong> caratterizza per la sua rapidità nell'adeguare valori arcaici alle<br />
e<strong>si</strong>genze del presente, per la sua abilità nel confonder<strong>si</strong> con la società civile, per l'uso<br />
dell'intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua<br />
capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa.<br />
E necessario distruggere il mito della presunta nuova mafia o, meglio, dobbiamo convincerci<br />
che c'<strong>è</strong> sempre una nuova mafia pronta a soppiantare quella vecchia. Già alla fine degli anni<br />
Cinquanta <strong>si</strong> parlava di «mafio<strong>si</strong> senza princìpi » che avevano trasformato la vecchia, rispettabile<br />
mafia contadina in un'organizzazione malavitosa implicata fino al collo nella speculazione edilizia.<br />
Allora <strong>si</strong> parlava di Tommaso Buscetta come del mafioso nuovo stile, privo di remore morali e di<br />
valori, quello stesso Buscetta che oggi viene indicato come un uomo d'onore vecchia maniera!<br />
Tutte le volte che Cosa Nostra <strong>si</strong> converte ad attività più redditizie e sale il livello di pericolo<br />
sociale da essa rappresentato, non <strong>si</strong> sa far altro che parlare di nuova mafia. Una sentenza della