Si muore generalmente perché si è soli o perché si ... - Progetto Melo
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Noi del pool antimafia abbiamo vissuto come forzati: sveglia all'alba per studiare i dos<strong>si</strong>er<br />
prima di andare in tribunale, ritorno a casa a tarda sera. Nel 1985 io e Paolo Borsellino <strong>si</strong>amo andati<br />
in «vacanza» in una prigione, all'A<strong>si</strong>nara, in Sardegna per stendere il provvedimento conclu<strong>si</strong>vo<br />
dell'istruttoria del maxiprocesso.<br />
Non rimpiango niente, anche se a volte percepisco nei miei colleghi un compren<strong>si</strong>bile<br />
de<strong>si</strong>derio di tornare alla normalità: meno scorte, meno protezione, meno rigore negli spostamenti. E<br />
allora mi sorprendo ad aver paura delle conseguenze di un <strong>si</strong>mile atteggiamento: normalità <strong>si</strong>gnifica<br />
meno indagini, meno inci<strong>si</strong>vità, meno risultati. E temo che la magistratura torni alla vecchia routine:<br />
i mafio<strong>si</strong> che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro<br />
dall'altro, e alla resa dei conti, palpabile, l'inefficienza dello Stato. Sarebbe insopportabile risentire<br />
nel corso di un interrogatorio l'ironia e l'arroganza mafiosa di una volta!<br />
Profes<strong>si</strong>onalità nella lotta alla mafia <strong>si</strong>gnifica anche avere la consapevolezza che le indagini<br />
non possono essere monopolio di un'unica persona, ma frutto di un lavoro di gruppo. L'eccesso di<br />
personalizzazione <strong>è</strong> il pericolo maggiore delle forze antimafia, dopo la sottovalutazione dei rischi.<br />
Penso al generale Dalla Chiesa. Era solo. Non ha avuto il tempo né alcuno lo ha aiutato a prendere<br />
pienamente coscienza della potenza militare raggiunta dalla mafia.<br />
Nel febbraio 1982 un avvocato venne nel mio ufficio per chiedermi, a nome del generale,<br />
l'ordinanza di rinvio a giudizio del procedimento contro Spatola ed altri atti. Capii allora che<br />
pensava di venire a Palermo. In seguito non manifestò mai il de<strong>si</strong>derio di incontrarmi, né di<br />
incontrare nessun altro magistrato dell'ufficio istruttorio. Giunse a Palermo il 30 aprile; passarono<br />
maggio, giugno e luglio- nel frattempo <strong>si</strong> era sposato- , arrivò l'agosto con le vacanze; il 3 settembre<br />
venne assas<strong>si</strong>nato. Non ha avuto il tempo di sopperire alle carenze della macchina investigativa.<br />
Tutta la sua attività, tra cui la famosa intervista a Giorgio Bocca su «Repubblica», <strong>si</strong> riassume nella<br />
spasmodica richiesta di maggiori mezzi per combattere seriamente la mafia.<br />
Volle anche che il «rapporto dei 162», redatto dal commissario Ninni Cassarà secondo<br />
quanto questi mi disse ,fosse trasmesso alla procura della Repubblica il 13 luglio 1982, anniversario<br />
del processo dei 114, iniziato col rapporto dei carabinieri del 13 luglio 1974, cui Dalla Chiesa aveva<br />
contribuito in maniera <strong>si</strong>gnificativa. A parte qualche giro in provincia e qualche vi<strong>si</strong>ta a scuole e<br />
licei, la sua attività non era ancora entrata nel vivo.<br />
Perché allora <strong>è</strong> stato ucciso? Perché rappresentava comunque un pericolo troppo grosso.<br />
Non ancora ovviamente per l'originalità e la quantità delle informazioni in suo possesso, ma per<br />
l'impronta estremamente personalizzata e impegnativa che era stata data alla sua nomina a prefetto<br />
di Palermo. Se <strong>si</strong> pensa che una delle motociclette utilizzate per il suo assas<strong>si</strong>no era stata rubata nel<br />
giugno 1982 e che il mezzo, dopo il furto, aveva percorso solo pochi chilometri (in pratica la<br />
distanza necessaria per effettuare i controlli e verificare i percor<strong>si</strong> seguiti dal generale), <strong>si</strong> prende<br />
che la deci<strong>si</strong>one di eliminarlo era stata presa molto rapidamente rispetto alla sua nomina.<br />
Dalla Chiesa era pericoloso <strong>perché</strong> aveva investito tutto il suo impegno e la sua grande<br />
profes<strong>si</strong>onalità nella nuova carica e doveva quindi a ogni costo ottenere risultati <strong>si</strong>gnificativi. <strong>Si</strong> può<br />
immaginare la preoccupazione di Cosa Nostra, cui certamente non era sfuggito con quale deci<strong>si</strong>one<br />
il generale aveva combattuto l'avversario nella lotta al terrorismo e la determinazione con cui aveva<br />
riaffermato l'autorità dello Stato.<br />
Al momento dell'arrivo di Dalla Chiesa a Palermo, i giornali avevano esaltato le sue capacità<br />
profes<strong>si</strong>onali, il suo coraggio, la sua di<strong>si</strong>nvoltura. Poi ci fu chi <strong>si</strong> stupì che fosse stato assas<strong>si</strong>nato<br />
durante uno spostamento mentre era praticamente senza scorta, a dispetto dell'importanza della<br />
carica di cui era investito. E quanto <strong>è</strong> stato rimproverato anche ad Antonio Scopelliti, il magistrato<br />
ucciso il 9 agosto 1991 durante le vacanze in Calabria, anche lui senza scorta. L'accusa di mancanza<br />
di prudenza <strong>è</strong> clas<strong>si</strong>ca per un omicidio eccellente.<br />
Da tutto questo bisogna trarre una lezione. Chi rappresenta l'autorità dello Stato in territorio<br />
nemico, ha il dovere di essere invulnerabile. Almeno nei limiti della prevedibilità e della fattibilità.<br />
Sono altresì convinto che per conseguire risultati <strong>si</strong>gnificativi, bisogna elaborare strategie<br />
unitarie da affidare a centri deci<strong>si</strong>onali coordinati a livello di polizia e di magistratura. E<strong>si</strong>ste