NOTE ALLA SECONDA EDIZIONE p. 29 - Don Stilo <strong>è</strong> stato assolto dal delitto di associazione di tipo mafioso per non aver commesso il fatto dalla Corte di Appello di Catanzaro con sentenza n. 855 del 31.5.1989. p. 166 - L'on. Gunnella, in una lettera inviataci dopo la pubblicazione della prima edizione, ha smentito le dichiarazioni di Antonino Calderone, riferendo, in sostanza: di non aver avuto rapporti di alcun genere con Giuseppe di Cristina; di avere soltanto firmato la lettera di assunzione di quest'ultimo alla « Sochimi<strong>si</strong> » su delega del pre<strong>si</strong>dente dell'Ente; di non aver riportato alcun vantaggio, tanto meno elettorale, dall'assunzione del di Cristina.
Biografia APPENDICE Nato a Palermo (via Castrofilippo) il 20 maggio 1939, da Arturo, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e da Luisa Bentivegna, Giovanni Falcone conseguì la laurea in Giurisprudenza nell'Univer<strong>si</strong>tà di Palermo nell'anno 1961, discutendo con lode una te<strong>si</strong> sull' "Istruzione probatoria in diritto amministrativo". Era stato prima, dal '54, allievo del Liceo clas<strong>si</strong>co "Umberto"; e quindi aveva compiuto una breve esperienza presso l'Accademia navale di Livorno. Dopo il concorso in magistratura, nel 1964, fu pretore a Lentini per trasferir<strong>si</strong> subito come sostituto procuratore a Trapani, dove rimase per circa dodici anni. E in questa sede andò maturando progres<strong>si</strong>vamente l'inclinazione e l'attitudine verso il settore penale: come egli stesso ebbe a dire, "era la valutazione oggettiva dei fatti che mi affascinava", nel contrasto con certi meccanismi "farragino<strong>si</strong> e bizantini" particolarmente accentuati in campo civilistico. A Palermo, all'indomani del tragico attentato al giudice Cesare Terranova (25 settembre 1979), cominciò a lavorare all'Ufficio istruzione. Il con<strong>si</strong>gliere istruttore Rocco Chinnici gli affidò nel maggio '80 le indagini contro Rosario Spatola, vale a dire un processo che investiva anche la criminalità statunitense, e che, d'altra parte, aveva visto il procuratore Gaetano Costa - ucciso poi nel giugno succes<strong>si</strong>vo - ostacolato da alcuni sostituti, al momento della firma di una lunga serie di ordini di cattura. Proprio in questa prima esperienza egli avvertì come nel perseguire i reati e le attività di ordine mafioso occorresse avviare indagini patrimoniali e bancarie (anche oltre oceano), e come, soprattutto, occorresse la ricostruzione di un quadro comples<strong>si</strong>vo, una vi<strong>si</strong>one organica delle connes<strong>si</strong>oni, la cui assenza, in passato, aveva provocato la "raffica delle assoluzioni". Il 29 luglio 1983 il con<strong>si</strong>gliere Chinnici fu ucciso con la sua scorta, in via Pipitone Federico; lo sostituì Antonino Caponnetto, il quale riprese l'intento di as<strong>si</strong>curare agli inquirenti le condizioni più favorevoli nelle indagini sui delitti di mafia. <strong>Si</strong> costituì allora, per le neces<strong>si</strong>tà interne a queste indagini, il co<strong>si</strong>ddetto "pool antimafia", sul modello delle <strong>è</strong>quipes attive nel decennio precedente di fronte al fenomeno del terrorismo politico. Del gruppo faceva parte, oltre lo stesso Falcone, e i giudici Di Lello e Guarnotta, anche Paolo Borsellino, che aveva condotto l'inchiesta sull'omicidio, nel 1980, del capitano del Carabinieri Emanuele Ba<strong>si</strong>le. <strong>Si</strong> può con<strong>si</strong>derare una svolta, per la conoscenza non solo di determinati fatti di mafia, ma specialmente della struttura dell'organizzazione Cosa nostra, l'interrogatorio iniziato a Roma nel luglio '84 in presenza del sostituto procuratore Vincenzo Geraci e di Gianni De Gennaro, del Nucleo operativo della Criminalpol, del "pentito" Tommaso Buscetta. I funzionani di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, stretti collaboratori di Falcone e Borsellino, furono ucci<strong>si</strong> nell'estate '85. Fu allora che <strong>si</strong> cominciò a temere per l'incolumità anche dei due magistrati. I quali furono indotti, per motivi di <strong>si</strong>curezza, a soggiornare qualche tempo con le
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