Premessa Per quanto possa fare mostra di cinismo e disincanto, non c’è orticultore che manchi di emozione e orgoglio quando dalla terra spunta il germoglio del seme che ha piantato. Perché, come scrive Giulia Mirandola in una del<strong>le</strong> recensioni che pubblichiamo in queste pagine, «è molto diffici<strong>le</strong> decidere dove finisca l’ovvio e si avvii il prodigio.» E anche per noi, che ormai da cinque anni facciamo questo Catalogone, è venuto il momento dell’emozione e dell’orgoglio. Il nostro seme, all’improvviso, quasi inaspettatamente, ha cominciato a germogliare. Non è solo il fatto che il Catalogone si sia rivelato un efficace strumento di relazione con gli intermediari del libro e di promozione del<strong>le</strong> pubblicazioni di <strong>Babalibri</strong>, la Margherita e Topipittori. Questa è indubbiamente la funzione primaria che gli è stata attribuita, fin dal suo primo concepimento. E questa è una funzione che ha svolto egregiamente, accompagnando la crescita di alcune fra <strong>le</strong> case editrici che meglio rappresentano una nuova stagione della creatività italiana nell’ambito della cultura dell’infanzia, guardata con estremo interesse in tutto il mondo. E crescendo egli stesso, passando da una prima edizione con una tiratura di settecento copie al<strong>le</strong> attuali duemila e cinquecento, che temiamo si rive<strong>le</strong>ranno insufficienti. Di non secondaria importanza, ai fini della nostra emozione, è il fatto che a partire dal<strong>le</strong> ormai cinque edizioni del Catalogone abbia cominciato a manifestarsi, quasi per partenogenesi, un nuovo interesse cultura<strong>le</strong> per l’albo illustrato. Sono di recente o di imminente uscita volumi, monografici o col<strong>le</strong>ttanei, dedicati all’albo illustrato. È significativo che fra i loro autori ci siano Giulia Mirandola, Marcella Terrusi e Ilaria Tontardini che hanno collaborato, continuano e speriamo continueranno a collaborare alla redazione di questo Catalogone. E accanto a queste tre persone, che hanno condiviso una parte del loro percorso con noi, in queste nuove intraprese editoriali ne sono coinvolte molte altre, con <strong>le</strong> quali, in diversi contesti e per diverse ragioni, abbiamo a lungo e approfonditamente discusso della ri<strong>le</strong>vanza dei temi <strong>le</strong>gati all’illustrazione e all’albo illustrato, incontrando, dapprincipio, anche qualche resistenza. Quando <strong>le</strong> abbiamo presentato il primo Catalogone, uscito nel 2007, un’amica libraia ed esperta di <strong>le</strong>tteratura per l’infanzia e illustrazione ci domandò: «Ma perché non lo fate pagare?» L’idea di far pagare un oggetto nato con finalità promozionali, benché coniugate a obiettivi formativi e informativi, non ci sfiorava nemmeno. Eppure, ci spiegava l’amica: «È l’unica pubblicazione che esista sugli albi illustrati. La comprerebbero tutti.» Esattamente dalla consapevo<strong>le</strong>zza di una vistosa carenza cultura<strong>le</strong> è venuto l’impulso alla realizzazione del Catalogone: di albi illustrati non si parlava abbastanza. E se se ne parlava, lo si faceva spesso in modo non organico, ma rapsodico, casua<strong>le</strong>, e spesso re<strong>le</strong>gando prodotti intel<strong>le</strong>ttuali di estrema raffinatezza, destinati a un pubblico altrettanto raffinato ed esigente (i bambini, per intendersi), a un concetto di libro illustrato <strong>le</strong>gato a schemi desueti. A questo approccio, insufficiente a esaurire una materia quanto mai comp<strong>le</strong>ssa e ricca, vincolato a un punto di vista sorpassato, o quantomeno fortemente bisognoso di rinnovamento comincia finalmente a subentrarne uno più vicino alla migliore produzione critica europea e internaziona<strong>le</strong>, da alcuni anni molto vivace intorno ai temi del picture book, dell’illustrazione, della grafica, del libro tout court in quanto oggetto produttore di senso, strumento pedagogico fondamenta<strong>le</strong> nel<strong>le</strong> esperienze della crescita e della trasmissione di cultura ai più piccoli. Siamo orgogliosi all’idea di aver contribuito per la nostra parte – non solo facendo libri, ma facendo sì che dei libri, con un organico progetto di comunicazione, analisi e informazione, si cominciasse a parlare in modo più consono al<strong>le</strong> loro qualità, alla loro funzione, al loro spessore – a generare e modellare questa nuova cultura dell’illustrazione e dell’albo illustrato.