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Usi e abusi dello Spirito - Università degli Studi di Trieste

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lasciare il posto al pregiu<strong>di</strong>zio e alla <strong>di</strong>ffidenza così profondamente umani. Finito<br />

dunque l’incontro <strong>di</strong> preghiera si era sul sagrato della chiesa dove come sempre si<br />

trovava un po’ <strong>di</strong> tempo per fermarsi a chiacchierare. Ad un certo punto un uomo sui<br />

trentacinque anni, membro del gruppo da <strong>di</strong>verso tempo che soffriva però <strong>di</strong> un evidente<br />

<strong>di</strong>sagio psichico, ancorché non grave, e <strong>di</strong> spora<strong>di</strong>che crisi epilettiche, comincia a<br />

chiedere la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un passaggio in automobile verso casa. Visto che tutti i<br />

presenti si <strong>di</strong>chiaravano impossibilitati ad aiutarlo in questo suo bisogno, mi offrii <strong>di</strong><br />

accompagnarlo. Come questo si fu allontanato, quelli che avevano assistito alla scena si<br />

affrettarono a mettermi in guar<strong>di</strong>a dal dargli troppa confidenza, alcuni ad<strong>di</strong>rittura<br />

<strong>di</strong>ssero che posto in macchina ne avevano ma avevano preferito rifiutarsi <strong>di</strong><br />

accompagnarlo perché aveva il “vizio” <strong>di</strong> parlare troppo.<br />

Il gruppo oggi<br />

Mentre sto scrivendo, il gruppo <strong>di</strong> preghiera in questione non si riunisce più<br />

settimanalmente nei locali della parrocchia in cui li incontrai nel 2003, ma in una chiesa<br />

nella vicina Concor<strong>di</strong>a Sagittaria; ai membri è stato affiancato un nuovo sacerdote<br />

<strong>di</strong>ocesano affinché li segua nelle loro attività. Quella <strong>di</strong> un posto fisso dove potersi<br />

riunire e <strong>di</strong> una “guida” <strong>di</strong>ocesana che li sod<strong>di</strong>sfi sembra essere una questione spinosa e<br />

non ancora completamente risolta per i membri del gruppo.<br />

Parlando con alcuni <strong>di</strong> loro ho saputo che solitamente cambiano la parrocchia in<br />

cui riunirsi ogni due o tre anni. Molti hanno inoltre espresso più volte il proprio<br />

<strong>di</strong>sappunto nei confronti dei sacerdoti nominati dalla <strong>di</strong>ocesi per seguirli, in quanto non<br />

sarebbero, a detta loro, abbastanza in sintonia con le modalità della preghiera<br />

“carismatica”. Di contro, il sacerdote che oggi partecipa alle attività dei “carismatici” un<br />

giorno mi ha confidato che durante le celebrazioni deve fare attenzione affinché<br />

“rimangano con i pie<strong>di</strong> per terra”. Nonostante ciò i “carismatici” riba<strong>di</strong>scono la loro<br />

fede nell’opera <strong>dello</strong> <strong>Spirito</strong> e accettano <strong>di</strong> buon grado le decisioni della <strong>di</strong>ocesi.<br />

Questo rapporto tra membri “carismatici” e rappresentanti della gerarchia<br />

cattolica riproduce in piccolo ciò che avviene a livello istituzionale. Da una parte questi<br />

gruppi che sentono la necessità <strong>di</strong> un “rinnovamento”, e lo propongono facendo ricorso<br />

alle tematiche dei “doni” derivanti dall’azione spontanea <strong>dello</strong> <strong>Spirito</strong>, cioè alla sfera<br />

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