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Usi e abusi dello Spirito - Università degli Studi di Trieste

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Il neo-pentecostalismo<br />

Abbiamo visto come le varie chiese appartenenti alla prima ondata pentecostale<br />

manifestassero la volontà <strong>di</strong> costituirsi come una rete <strong>di</strong> relazioni tra gruppi che<br />

protestano contro le denominazioni, sostenendo energicamente <strong>di</strong> non voler creare<br />

strutture organizzate, ponendosi così in un atteggiamento <strong>di</strong> rottura nei confronti <strong>di</strong><br />

qualsiasi istituzionalizzazione del potere. La straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ffusione del movimento<br />

pentecostale rende tuttavia inevitabile la formazione <strong>di</strong> denominazioni che nel corso<br />

<strong>degli</strong> anni perdono le caratteristiche dei movimenti <strong>di</strong> protesta, riavvicinandosi al<br />

mondo protestante “classico”. La progressiva istituzionalizzazione dei gruppi della<br />

prima ondata provoca la nascita <strong>di</strong> una seconda ondata pentecostale che riven<strong>di</strong>ca<br />

nuovamente la propria autonomia da ogni forma <strong>di</strong> potere costituito. I fenomeni <strong>di</strong><br />

Topeka e Azusa Street costituiscono la base per la prima ondata del pentecostalismo<br />

definito “storico” o “classico” che rimane delimitato all’interno del mondo protestante.<br />

Con la seconda ondata invece, i temi tipici dell’esperienza pentecostale – la glossolalia,<br />

la guarigione e altri “segni <strong>dello</strong> <strong>Spirito</strong>”, accompagnati da una lettura teologica del<br />

“battesimo nello <strong>Spirito</strong>” – cominciano a circolare tra i fedeli <strong>di</strong> chiese e comunità<br />

cristiane estranei alle denominazioni pentecostali, dando vita al fenomeno che va sotto il<br />

nome <strong>di</strong> neo-pentecostalismo. Come il pentecostalismo “classico”, il neo-<br />

pentecostalismo nasce come momento <strong>di</strong> rottura nei confronti <strong>di</strong> una gerarchia che viene<br />

percepita come eccessivamente “fredda” e quin<strong>di</strong> non adatta ad esprimere il “calore”<br />

della fede.<br />

Nelle denominazioni pentecostali si assiste infatti ad una sistematizzazione della<br />

vita cultuale in cui l’originale spontaneità viene abbandonata per una liturgia legata<br />

sempre più alla figura del pastore, che <strong>di</strong>venta ministro a tempo pieno assumendosi<br />

compiti ben precisi e ricoprendo un ruolo sempre più autoritario. Contemporaneamente<br />

si ravvisano flessioni nel rigore etico che aveva caratterizzato il pentecostalismo <strong>degli</strong><br />

inizi, e che consistono in una certa apertura nei confronti dei modelli dominanti della<br />

società capitalistica – le donne possono portare i capelli corti e seguire le mode nel<br />

vestire, accettazione del cinema e della televisione ecc. -. Queste aperture al “mondo”<br />

vengono percepite come pericolose in quanto mettono in crisi l’identità pentecostale<br />

privilegiata ed eletta dal “battesimo nello <strong>Spirito</strong>”; il neo-pentecostalismo nasce dunque<br />

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