Leggi lo scritto di Luigi Gedda “Spiritualità ... - ArezzoGiovani.it
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Cap<strong>it</strong>o<strong>lo</strong> VII<br />
<br />
«Disse <strong>lo</strong>ro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me"»<br />
(Matteo 26,38).<br />
«Non siete stati capaci <strong>di</strong> vegliare un'ora sola con me?» (Matteo 26,40).<br />
Le parole del Getsemani sono contate come le lettere <strong>di</strong> una formula algebrica. Ciascuna <strong>di</strong> esse<br />
ha il suo va<strong>lo</strong>re e si integra con le altre. Ciò è vero specialmente per una parola <strong>di</strong> Gesù riportata<br />
soltanto dall'evangelista Matteo a segu<strong>it</strong>o della parola vigilate, che anche Marco e Luca riportano, ma<br />
senza l'aggiunta <strong>di</strong> questa ultima parola che nel latino della volgata è mecum e in <strong>it</strong>aliano viene tradotta:<br />
«con me». Dunque Gesù ha detto: .<br />
La vigilanza e la preghiera richieste sono finalizzate. Gesù vuole che siano per Lui e con Lui.<br />
Egli infatti era venuto non so<strong>lo</strong> per confermare la legge che Dio suo Padre aveva dato a Mosè<br />
sul Sinai, ma anche per rivelare un comandamento nuovo del quale non era so<strong>lo</strong> il legislatore ma il<br />
model<strong>lo</strong>: «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato» (Gv<br />
13,34).<br />
Nel Getsemani Gesù attende <strong>di</strong> essere non so<strong>lo</strong> l'autore e il model<strong>lo</strong> del comandamento nuovo,<br />
ma anche l'oggetto. Attende <strong>di</strong> essere amato in quanto anche Lui è uomo ed anche Lui ha bisogno <strong>di</strong><br />
amore e <strong>lo</strong> chiede ai suoi.<br />
I tre recepiscono il suono ma non il contenuto delle sue parole.<br />
Noi, invece, alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> venti secoli, abbiamo la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re questa specifica<br />
domanda <strong>di</strong> amore non so<strong>lo</strong> perché molti Santi dai primi secoli della Chiesa in poi ne hanno parlato, ma<br />
soprattutto perché Gesù stesso ha voluto ripetere la sua domanda a una Suora <strong>di</strong> Paray-le Monial: Santa<br />
Margher<strong>it</strong>a Maria Alacoque (1647-1690).<br />
Il 27 <strong>di</strong>cembre,1673 Gesù con il suo Cuore apparve alla Suora <strong>di</strong>nanzi all'altare del SS.<br />
Sacramento e le <strong>di</strong>sse: «Questo è il Cuore che ha tanto amato gli uomini e non è amato». A sua volta la<br />
suora scrive nella sua autobiografìa: «Il Signore mi fece riposare molto a lungo sul suo petto <strong>di</strong>vino,<br />
dove mi rivelò le meraviglie del suo amore e i segreti inspiegabili del suo Sacro Cuore che mi aveva<br />
sempre tenuti nascosti, finché al<strong>lo</strong>ra me <strong>lo</strong> aprì per la prima volta». Le apparizioni continuarono fino al<br />
2 luglio 1688.<br />
Secondo la narrazione della Suora, ecco cosa avvenne nel corso <strong>di</strong> una apparizione:<br />
«Considerando attentamente il mio Salvatore nel Giar<strong>di</strong>no degli Ulivi, in una delle mie preghiere, immerso nella tristezza<br />
e nell'agonia <strong>di</strong> un do<strong>lo</strong>re rigorosamente amoroso, e sentendomi profondamente spinta dal desiderio <strong>di</strong> partecipare alle sue<br />
angosce do<strong>lo</strong>rose, egli mi <strong>di</strong>sse amorevolmente:<br />
"È qui dove ho sofferto più che in tutto il resto della mia Passione. Vedendomi in un abbandono generale del cie<strong>lo</strong> e della<br />
terra, caricato <strong>di</strong> tutti i peccati degli uomini, sono comparso <strong>di</strong>nanzi alla sant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Dio, che, senza riguardo per la mia<br />
innocenza, mi ha colp<strong>it</strong>o nel suo furore facendomi bere il calice che conteneva tutto il fiele e l'amarezza della sua giusta<br />
in<strong>di</strong>gnazione, e, come se egli avesse <strong>di</strong>menticato il nome <strong>di</strong> Padre, sacrificandomi alla sua giusta collera. Non c'è creatura<br />
che possa comprendere la grandezza dei tormenti che soffrii al<strong>lo</strong>ra. È <strong>lo</strong> stesso do<strong>lo</strong>re che l'anima criminale sente quando,<br />
essendosi presentata davanti al tribunale della sant<strong>it</strong>à <strong>di</strong>vina che si appesantisce su <strong>di</strong> lei, la percuote e la opprime e<br />
l'inabissa nella sua giusta collera.<br />
«Io sarò la tua forza - mi <strong>di</strong>sse, - non temere <strong>di</strong> nulla, ma sii attenta alla mia voce e a quanto ti domando per <strong>di</strong>sporti al<br />
compimento dei miei <strong>di</strong>segni.<br />
«In primo luogo tu mi riceverai nell'Eucaristia tutte le volte che l'obbe<strong>di</strong>enza te <strong>lo</strong> permetterà, qualunque mortificazione o<br />
umiliazione te ne possa venire: queste tu le devi ricevere come pegni del mio amore. Ti comunicherai inoltre ogni primo<br />
venerdì del mese e tutte le notti dal giovedì al venerdì ti renderò partecipe <strong>di</strong> quella mortale tristezza che io volli provare nel<br />
Giar<strong>di</strong>no degli Ulivi, e tale tristezza ti ridurrà, senza che tu <strong>lo</strong> possa comprendere, a una specie <strong>di</strong> agonia più <strong>di</strong>fficile a<br />
sopportarsi che la morte. Per tenermi compagnia in quest'umile preghiera che io presentai al<strong>lo</strong>ra a mio Padre fra tutte le<br />
mie angosce, tu ti alzerai tra le un<strong>di</strong>ci e mezzanotte, per prostrarti tanto per rappacificare la collera <strong>di</strong>vina, domandando<br />
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