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Leggi lo scritto di Luigi Gedda “Spiritualità ... - ArezzoGiovani.it

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Cap<strong>it</strong>o<strong>lo</strong> III<br />

L’ANGOSCIA DI GESU’<br />

E IL DOLORE DEL CRISTIANO<br />

(Luca, 22,42)<br />

Agonia (da agone) significa combattimento e certamente l'angoscia <strong>di</strong> Gesù nel Getsemani può<br />

essere defin<strong>it</strong>a una lunga e straziante «Agonia spir<strong>it</strong>uale». A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> tre ore sul Calvario<br />

che fu specialmente un'agonia fisica. Ma quali sono le cause?<br />

Anz<strong>it</strong>utto il programma che <strong>lo</strong> attendeva per il domani, che lui conosceva e che avrebbe potuto<br />

ev<strong>it</strong>are fuggendo. Ma la Vo<strong>lo</strong>ntà del Padre <strong>lo</strong> costringeva ad attendere nel Getsemani finché fossero<br />

venuti ad arrestar<strong>lo</strong>. Il tribunale <strong>di</strong> Caifa, <strong>di</strong> Anna e <strong>di</strong> Pilato, la flagellazione e l'incoronazione <strong>di</strong> spine,<br />

il carico della croce, i chio<strong>di</strong> che avrebbero traf<strong>it</strong>to le sue mani e i suoi pie<strong>di</strong>...<br />

In secondo luogo, il tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> uno dei suoi, Giuda Iscariota. Che il tra<strong>di</strong>mento gli fosse<br />

noto e che pesasse terribilmente sul suo cuore <strong>lo</strong> aveva detto, poche ore prima, nel Cenaco<strong>lo</strong> durante<br />

l'ultima cena: «Uno <strong>di</strong> voi mi tra<strong>di</strong>rà» (Mt 26,21) e a Giuda aveva soggiunto: «Fai svelto quel<strong>lo</strong> che devi<br />

fare». Forse (perché no?) era quel<strong>lo</strong> un inv<strong>it</strong>o a <strong>di</strong>ssociarsi dal patto scellerato dei trenta denari che<br />

aveva trattato con il Sinedrio, ossia desiderio <strong>di</strong> salvare Giuda che può essere letto anche in quelle<br />

parole pronunciate nel Getsemani, prima dell'alba, quando Giuda vi giunse con i soldati e <strong>lo</strong> baciò.<br />

Gesù gli <strong>di</strong>sse: «Con un bacio tu tra<strong>di</strong>sci il Figlio dell'Uomo?». Forse continuava a sperare che Giuda si<br />

ravvedesse, ma l'angoscia aumentava perché ben sapeva che uno dei suoi continuava a tessere il<br />

tra<strong>di</strong>mento.<br />

Di tra<strong>di</strong>mento si trattava, non so<strong>lo</strong> <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scepo<strong>lo</strong>, ma del tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tutto un popo<strong>lo</strong> che<br />

suo Padre aveva scelto per essere <strong>lo</strong> strumento <strong>di</strong> salvezza dell'uman<strong>it</strong>à e aveva coltivato per secoli<br />

me<strong>di</strong>ante i Profeti, popo<strong>lo</strong> al quale aveva rivelato il deca<strong>lo</strong>go e nel quale aveva voluto che l'Incarnazione<br />

<strong>di</strong> suo Figlio avesse luogo, <strong>di</strong> un popo<strong>lo</strong> che Egli stesso, Gesù <strong>di</strong> Nazareth, aveva evangelizzato,<br />

sinagoga per sinagoga, casa per casa.<br />

Il tra<strong>di</strong>mento è un frutto velenoso, insulto per chi ne soffre, vergogna per chi <strong>lo</strong> compie. Il più<br />

grande tra<strong>di</strong>mento della storia era in atto e questo riempiva <strong>di</strong> angoscia il Cuore <strong>di</strong> Gesù che in quella<br />

notte era tra<strong>di</strong>to.<br />

Il do<strong>lo</strong>re <strong>di</strong> Gesù aveva certamente altre cause fra cui i tra<strong>di</strong>menti che avrebbero avuto luogo in<br />

futuro e che la sua <strong>di</strong>vin<strong>it</strong>à gli consentiva <strong>di</strong> prevedere ed anche, fra questi, i tra<strong>di</strong>menti nostri e del<br />

nostro tempo.<br />

Ma una terza fonte <strong>di</strong> angoscia, la più intima e umana, penso che derivasse dall'assenza <strong>di</strong> Maria<br />

Santissima, sua Madre che <strong>lo</strong> aveva accolto con il fiat dell'Annunciazione e avrebbe potuto aiutar<strong>lo</strong> in<br />

quel momento nel quale veniva richiesto, anche da lui, un grande fiat.<br />

Colei che intuiva il suo spir<strong>it</strong>o <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza come seppe intuir<strong>lo</strong> a Cana, quando <strong>di</strong>sse ai serv<strong>it</strong>ori del<br />

banchetto nuziale: «fate quel<strong>lo</strong> che vi <strong>di</strong>rà», avrebbe intu<strong>it</strong>o e facil<strong>it</strong>ato il suo passaggio, in quella notte,<br />

dal transeat al fiat.<br />

Ma sua Madre, che sarà presente sul Calvario, nella notte del Getsemani non c'era e Gesù<br />

sentiva in questo il peso del suo comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong> Redentore che doveva essere totale e del comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong><br />

Corredentrice affidato a sua Madre Immacolata, che certamente altrove soffriva come Lui perché<br />

<strong>lo</strong>ntana da Lui, affinché il do<strong>lo</strong>re <strong>di</strong> entrambi fosse il più grande che un uomo e una donna potessero<br />

offrire a Dio.<br />

La somma <strong>di</strong> questi do<strong>lo</strong>ri è dunque enorme e trova la sua espressione nell'inizio della preghiera<br />

che Gesù rivolge a suo Padre, come viene riportata dai Vangeli: Pater si possibile est tolle a me calix iste che<br />

<strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o viene tradotto: «Padre, se è possibile passi da me questo calice». Però la traduzione <strong>di</strong> tolle con<br />

«passi» è debole. Tolle più veri<strong>di</strong>camente potrebbe essere tradotto con questo calice <strong>di</strong><br />

sofferenza.<br />

Se pensiamo che Gesù nella sua v<strong>it</strong>a pubblica aveva insegnato la preghiera del Pater Noster nella<br />

quale ripetiamo fiat voluntas tua, il suo transeat a me calix iste potrebbe sembrare una contrad<strong>di</strong>zione se non<br />

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