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Impaginato Pipistrello - Il giornale dei Grandi Eventi

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6 <strong>Il</strong><br />

Die Fledermaus (<strong>Il</strong> pipistrello)appartiene<br />

a quel genere<br />

musicale definito “operetta”<br />

il cui termine nel<br />

corso del secolo trascorso<br />

ha acquisito, a torto, una<br />

connotazione vagamente<br />

spregiativa, principalmente<br />

a causa di quei musicisti<br />

e critici che, con una punta<br />

di snobismo, tendono a<br />

considerarla una sorta di<br />

genere musicale da intrattenimento,<br />

figlio quasi disconosciuto<br />

della più nobile<br />

madre “opera”. Ai detrattori<br />

si è soliti opporre<br />

il favore che l’operetta<br />

gode tra il pubblico, unico<br />

vero giudice della musica,<br />

e la grandezza <strong>dei</strong><br />

musicisti che si sono cimentati<br />

nella composizione<br />

e nella direzione di<br />

questi lavori, si pensi solo<br />

ad Offenbach. Anche il<br />

compositore Franz Lehàr,<br />

autore della celeberrima<br />

Vedova Allegra, alle sterili<br />

polemiche rispondeva<br />

con lapidarie parole: “Per<br />

me non esiste il concetto di<br />

musica da divertimento. Io<br />

conosco solo musica buona o<br />

cattiva. La prima continua a<br />

vivere, la seconda muore a<br />

causa della sua intrinseca<br />

insufficienza”.<br />

Da tragedia a commedia<br />

Questo giudizio vale sicuramente<br />

per un’operetta<br />

come Die Fledermaus, il<br />

cui pregio musicale è<br />

unanimemente riconosciuto.<br />

<strong>Il</strong> soggetto, tratto<br />

da un lavoro di Roderich<br />

Benedix Das Gefangnis<br />

(La prigione), fu trasformato<br />

dai francesi Henry<br />

Meilhac e Ludovic<br />

Halévy in una commedia,<br />

Le Reveillon (<strong>Il</strong> veglione),<br />

rappresentata con<br />

enorme successo al Palais<br />

Royal di Parigi il 10 settembre<br />

1872. All’indomani<br />

delle fortunate repliche<br />

il direttore del teatro<br />

An der Wien, Maximilian<br />

Steiner, acquistò i diritti<br />

del testo e lo affidò ai librettisti<br />

Richard Genee e<br />

Carl Haffner che lo rimaneggiarono<br />

aggiungendo<br />

il personaggio di Falke,<br />

mancante nella versione<br />

originale. Strauss, letto il<br />

libretto, ne rimase stregato<br />

e decise di mettersi im-<br />

<strong>Il</strong> <strong>Pipistrello</strong><br />

mediatamente a lavoro<br />

per la nuova operetta, la<br />

sua terza dopo Le allegre<br />

mogli di Vienna (mai rappresentata)<br />

ed Indigo La<br />

composizione fu ultimata<br />

in sole sei settimane nella<br />

nuova casa in campagna<br />

dove gli Strauss andarono<br />

ad abitare, una deliziosa<br />

casetta su due piani<br />

ancora oggi nota come<br />

Fledermausevilla (villa<br />

del pipistrello) e sita nel<br />

sobborgo di Heitzing,<br />

al 18 di Hetzendorfer<br />

Strasse<br />

(oggi Maxingstrasse<br />

18), nei<br />

pressi del castello<br />

di Schönbrunn. A<br />

riguardo si racconta<br />

un curioso<br />

aneddoto: un<br />

giorno il pianista<br />

Robert Fischhof,<br />

vicino di casa,<br />

durante una visita<br />

del compositore<br />

gli chiese di<br />

ascoltare il suo<br />

rampollo che studiava<br />

pianoforte.<br />

<strong>Il</strong> giovane, credendo<br />

di omaggiare<br />

il maestro,<br />

strimpellò proprio<br />

il valzer del<br />

pipistrello, che<br />

Strauss stava<br />

componendo in<br />

quei giorni. Tra lo stupore<br />

generale, il ragazzo confesso`<br />

candidamente di<br />

averlo ascoltato attraverso<br />

le sottili pareti che separavano<br />

le due case. <strong>Il</strong> compositore<br />

viennese non<br />

gradì affatto il singolare<br />

omaggio e il giorno successivo<br />

trasferì il pianoforte<br />

in una stanza sull’altro<br />

lato della villa per non essere<br />

più ascoltato da indiscreti<br />

curiosoni.<br />

Debutto felice, ma non<br />

travolgente<br />

Die Fledermaus, in tre atti,<br />

andò in scena il 5 aprile<br />

1874 al teatro An der<br />

Wien di Vienna con la famosa<br />

cantante d’operetta<br />

e soubrette Marie Geistinger<br />

nel ruolo di Rosalinda,<br />

la Charles-Hirsc in<br />

quello di Adele ed il tenore<br />

Jani Szika in quello<br />

di Alfred. <strong>Il</strong> successo fu<br />

immediato, ma discreto:<br />

le recite furono replicate<br />

La Storia dell’opera<br />

solo sedici volte consecutive<br />

e dopo sessantotto<br />

rappresentazioni complessive<br />

l’opera scomparve<br />

momentaneamente<br />

dal cartellone. La ragioni<br />

di questa tiepida accoglienza<br />

da parte <strong>dei</strong> viennesi<br />

sono da ricondursi<br />

essenzialmente alla gravissima<br />

crisi economica<br />

che aveva colpito la città<br />

l’anno precedente. In<br />

prospettiva dell’Esposi-<br />

zione Mondiale di Vienna,<br />

inaugurata il 1 maggio<br />

1873 nei padiglioni<br />

del Prater, l’Impero austriaco<br />

sembrava aver<br />

raggiunto il suo apice<br />

economico. Nacquero<br />

banche e società` per<br />

azioni sull’onda dell’entusiasmo,<br />

ma la reale situazione<br />

economica era<br />

ben diversa: i lavoratori<br />

si trovavano in una situazione<br />

estremamente precaria<br />

e il boom economico<br />

presto si rivelò solo fittizio.<br />

<strong>Il</strong> 9 maggio 1873 la<br />

borsa ebbe un crollo finanziario,<br />

che passò alla<br />

storia come il famoso<br />

“venerdì nero” della borsa.<br />

In pochi mesi oltre<br />

trentotto banche dichiararono<br />

il fallimento, seguite<br />

dalle principali società<br />

industriali e imprese<br />

di costruzioni. Intere<br />

famiglie di viennesi finirono<br />

sul lastrico e la situazione<br />

non mancò di riflettersi<br />

anche sulla Mit-<br />

teleuropa. <strong>Il</strong> contesto in<br />

cui fu rappresentato il lavoro<br />

di Strauss non era<br />

ovviamente <strong>dei</strong> migliori<br />

per un’operetta spensierata<br />

in cui le feste gioiose<br />

e l’allegria richiamavano<br />

nostalgicamente i bei<br />

tempi andati. L’opera<br />

però era comunque destinata<br />

ad uno sfolgorante<br />

successo, seppur ritardato:<br />

nel giugno del 1874<br />

Die Fledermaus andò in<br />

scena a Berlino,<br />

con Alexander<br />

Girardi nella parte<br />

di Falke, un attore-cantanteletteralmenteidolatrato.<br />

In soli due<br />

anni nella città<br />

tedesca ottenne<br />

più di duecento<br />

rappresentazioni.<br />

Poco dopo Die<br />

Fledermaus fu riproposta<br />

a Vienna<br />

sempre all’An<br />

der Wien e da li<br />

iniziò a svolazzare<br />

allegramente<br />

per tutti i teatri<br />

europei.<br />

Le invidie<br />

francesi<br />

Una situazione<br />

piuttosto incresciosa<br />

accadde,<br />

invece, per le rappresentazioni<br />

di Parigi: Meilhac<br />

e Halévy, forse gelosi del<br />

maggiore consenso ottenuto<br />

dall’opera straussiana,<br />

rivendicarono la paternità<br />

del testo da cui era<br />

stato tratto il libretto e intentarono<br />

una causa per<br />

impedire che l’operetta di<br />

Strauss fosse rappresentata<br />

in Francia. Gustav<br />

Lawy, che era l’agente ufficiale<br />

per i diritti di rappresentazione<br />

dell’opera,<br />

escogitò un furbo stratagemma:<br />

la musica e il libretto<br />

sarebbero stati rimaneggiati.<br />

Strauss inserì<br />

alcuni brani tratti da Cagliostro<br />

a Vienna, composta<br />

nel frattempo, ed il<br />

soggetto fu leggermente<br />

modificato dai librettisti<br />

Wilder e Delacour. Così<br />

rielaborata la versione<br />

spuria di Die Fledermaus,<br />

in gran parte molto simile<br />

al futuro Sogno di un<br />

valzer (1907) di Oscar<br />

Straus, andò in scena con<br />

Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />

Successo a Berlino, ma con ritardo<br />

Marie Geistinger, prima Rosalinde<br />

il titolo La tzigane (La zigana)<br />

nel 1877 al Théâtre<br />

de la Renaissance. <strong>Il</strong> successo<br />

non fu enorme e le<br />

repliche appena 86. Solo<br />

nel 1904 i parigini ebbero<br />

modo di ascoltare l’operetta<br />

di Strauss nella sua<br />

versione originale, che<br />

andò in scena al Théâtre<br />

des Variétés il 22 aprile<br />

con il titolo La chauve-souris<br />

(<strong>Il</strong> pipistrello). Poi fu<br />

la volta di Londra nel<br />

1876 e infine di New<br />

York nel 1879. Nel 1894<br />

Gustav Mahler diresse<br />

DieFledermaus all’opera<br />

di Vienna, aprendo le<br />

porte per quest’opera anche<br />

ai palcoscenici <strong>dei</strong> così<br />

detti teatri seri. Da allora<br />

il successo di quella<br />

che fu definita “la più<br />

viennese delle operette<br />

viennesi” è stato indiscusso.<br />

E’ proprio a questo<br />

lavoro che Strauss deve<br />

la stima di musicisti<br />

del calibro di Brahams,<br />

Wagner e Ravel. Quest’ultimo<br />

ebbe addirittura<br />

a dire, con una punta<br />

di polemica, che non si<br />

trova nell’opera omnia di<br />

Meyerber tanta musica<br />

quanta ce n’è nel Die Fledemaus.<br />

A Roma<br />

Infine, al Teatro dell’Opera<br />

di Roma <strong>Il</strong> <strong>Pipistrello</strong> è<br />

andato in scena solo tre<br />

volte. La prima dal 31<br />

gennaio 1962 con 10 repliche<br />

diretta dal maestro<br />

Samuel Krachmalnick con<br />

Edda Vincenzi nei panni<br />

di Rosalinda, Arnoldo<br />

Foà in quelli del Principe<br />

Orlofsky e Giuseppe<br />

Campora come Alfredo.<br />

Passano tre soli anni e questo<br />

titolo di Strauss è riproposto<br />

l’8 aprile 1965<br />

con lo stesso allestimento e<br />

praticamente lo stesso cast.<br />

L’ultima volta è andato in<br />

scena dal 25 febbraio<br />

1993 (7 repliche) voluto<br />

dall’indimenticabile Sovrintendente<br />

Gian Paolo<br />

Cresci. Nel cast, guidato<br />

dal podio dal maestro Fabrizio<br />

Ventura, Eva Mei<br />

(Rosalinda), Alfonso Antoniozzi<br />

(Eisenstein),<br />

Paolo Barbacini (Alfredo)<br />

e Daniela Mazzuccato<br />

(Adele).<br />

Claudia Capodagli

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