Impaginato Pipistrello - Il giornale dei Grandi Eventi
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8 <strong>Il</strong> <strong>Pipistrello</strong> <strong>Il</strong><br />
Danza in ritmo ternario,<br />
solitamente in 3/4, caratterizzata<br />
da un forte accento<br />
sul primo quarto.<br />
Questa è l'essenza ritmica<br />
del valzer, una forma musicale<br />
che trae origine dal<br />
verbo tedesco walzen che, a<br />
propria volta, discende dal<br />
latino volvere - girare, roteare.<br />
Fin dal Medioevo, i contadini<br />
<strong>dei</strong> paesi tedeschi ballavano<br />
una danza chiamata<br />
Laendler, una specie di<br />
giocondo volteggiare di<br />
uomini e donne abbracciati.<br />
Forme similari di ballo<br />
con volteggiamenti e passi<br />
pestati e cadenzati erano<br />
presenti anche in Francia e<br />
in Italia, dove prendevano<br />
il nome di volte. Simili danze<br />
erano generalmente<br />
precluse al mondo aristocratico<br />
che preferiva invece<br />
balli non eccessivamente<br />
promiscui, bensì più cerimoniosi<br />
ed eleganti - come<br />
il minuetto - e che dessero<br />
modo di poter sfoggiare<br />
gli abiti sontuosi senza<br />
danneggiarli.<br />
Solamente in Inghilterra,<br />
poteva accadere che in occasione<br />
di speciali festività<br />
i padroni danzassero con i<br />
contadini nelle cosiddette<br />
country dances, molto simili<br />
alle Volte e ai Laendler.<br />
Dai cortili e dalle aie <strong>dei</strong><br />
popolani il valzer comincia<br />
a prendere forma più<br />
definita in alcune composizioni<br />
di Bach, particolarmente<br />
in una del 1742, intitolata<br />
per l'appunto "Festa<br />
paesana". Caratteristico<br />
di questa cantata è infatti il<br />
ritmo ternario e la ripetizione<br />
rotatoria della melodia,<br />
tipica <strong>dei</strong> Laendler. <strong>Il</strong><br />
termine valzer non è ancora<br />
diffuso.<br />
Don Giovanni precursore<br />
Un eccezionale riscontro<br />
della varietà delle danze in<br />
rapporto alla classe sociale,<br />
si trova nel Don Giovanni<br />
di Mozart: alla fine del<br />
primo atto di quest'opera<br />
vi è descritta una grande<br />
festa nel palazzo del libertino<br />
e, mentre l'imbalsamato<br />
aristocratico don Ottavio<br />
balla il minuetto con<br />
Donna Anna, mentre il popolano<br />
Leporello distrae<br />
Masetto con il Teitsch, rustica<br />
danza popolare, Don<br />
Giovanni volteggia con<br />
Zerlina in una "contradan-<br />
za", storpiatura di country<br />
dance, appunto l'anglosassone<br />
antesignana del valzer.<br />
Nella stessa opera mozartiana,<br />
nell'ultimo atto, vi è<br />
poi una citazione di quello<br />
che è considerato da alcuni<br />
musicologi il primo valzer<br />
in assoluto nella storia<br />
della musica: il brano in<br />
questione è tratto da La cosa<br />
rara, opera del compositore<br />
spagnolo Vincente<br />
Martin y Soler, scritto nel<br />
1786, un anno prima del<br />
Don Giovanni.<br />
«Bravi! Cosa rara!», commenta<br />
infatti Leporello riconoscendo<br />
la simpatica<br />
melodia in 6/8 (e sfruttando<br />
il titolo del brano per<br />
una frecciata agli strumentisti).<br />
Chiede allora Don<br />
Giovanni: «Che ti par del bel<br />
concerto?» Leporello: «E'<br />
conforme al vostro merto!».<br />
La sensualità sottintesa a<br />
questo ballo, che preoccupava<br />
gli animi più puritani<br />
del clero e dell'aristocrazia,<br />
trova dunque, ben<br />
presto, il suo uomo-simbolo<br />
nell'impenitente libertino<br />
Don Giovanni.<br />
Già un decennio prima del<br />
capolavoro mozartiano,<br />
Goethe descriveva nel<br />
Werther le inebrianti sen-<br />
sazioni provate dal protagonista,<br />
durante un valzer<br />
con la fanciulla amata.<br />
<strong>Il</strong> valzer trovò l'ambiente<br />
più adatto per evolversi e<br />
prosperare nella Vienna<br />
imperiale di fine '700: la<br />
città, tradizionalmente<br />
gaia e spensierata era governata<br />
con paternalistica<br />
bonomia da Giuseppe II,<br />
particolarmente incline ad<br />
accontentare l'indole festaiola<br />
<strong>dei</strong> suoi sudditi. Alla<br />
sua corte Mozart compose<br />
circa una settantina di<br />
musiche per danza tra cui<br />
moltissimi valzer, anche<br />
detti "tedeschi da ballo": <strong>Il</strong><br />
Valzer del canarino, il Valzer<br />
dell'organetto eilValzer della<br />
corsa in slitta, tutti venati<br />
da una sottile malinconia.<br />
Anche Beethoven compose<br />
numerosi valzer, (insolitamente<br />
allegri e spensierati<br />
per il carattere di questo<br />
compositore), ma soprattutto<br />
Schubert scrisse<br />
una quantità di Laendler e<br />
Danze tedesche, che erano<br />
però poco adatte al ballo:<br />
fornivano piuttosto un<br />
pretesto per melodie nobili<br />
e sentimentali in ritmo<br />
ternario.<br />
Sotto la ghigliottina della<br />
Francia rivoluzionaria era<br />
Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
La lunga storia del valzer<br />
Dalle feste contadine ai ricevimenti di Corte degl<br />
caduto anche il Minuetto,<br />
ultimo ricordo dell'Antico<br />
Regime, ed anche dopo la<br />
Restaurazione del 1815, rimase<br />
definitivamente relegato<br />
nel baule <strong>dei</strong> ricordi<br />
dell'aristocrazia, insieme<br />
alla parrucca incipriata. <strong>Il</strong><br />
valzer non aveva dunque<br />
più rivali e trionfava in Europa:<br />
si diffuse infatti come<br />
l'espressione di una<br />
spensierata gioia di vivere,<br />
tra tutte le classi sociali.