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Sulle tracce delle Scuole Scomparse - Scuolamarchiafava.it

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10<br />

necessarie dosi di chinino - effettuò osservazioni<br />

sistematiche, mese per mese, sulla popolazione<br />

residente e stagionale che soggiornava a<br />

Maccarese in quell'anno. Queste osservazioni<br />

furono raccolte nel volume int<strong>it</strong>olato "La malaria<br />

di Maccarese" e cost<strong>it</strong>uiscono un materiale prezioso<br />

per ricostruire le condizioni di v<strong>it</strong>a e di<br />

lavoro a Maccarese.<br />

Veniamo così a sapere che le famiglie stabilmente<br />

residenti al Casale di Maccarese (ora chiamato<br />

Castello San Giorgio) erano quelle del Fattore e<br />

del Sottofattore, del Guardiacasale che, tra l'altro,<br />

aveva il comp<strong>it</strong>o di tenere in buone condizioni gli<br />

attrezzi agricoli, e del Guardiano. Vivevano al<br />

Casale anche il fornaio con moglie e tre figlie e il<br />

loro garzone, due fabbri, un muratore, un dispensiere<br />

che vendeva il vino ai bifolchi che "ne bevevano<br />

più di quanto dovessero", anche perché l'acqua<br />

era pericolosamente insidiosa.<br />

E ancora il massaro dei bufali e dei cavalli, il<br />

capoccia che reperiva e controllava i lavoratori<br />

stagionali e un soldato addetto alla stalla dove si<br />

allevavano cavalli per il governo. Al Procoio di<br />

Primavera, dove vivevano gli addetti alle bufale,<br />

dormivano 26 individui; al Procoio <strong>delle</strong> vacche, 15.<br />

Gli altri lavoranti dormivano in capannoni o in<br />

rifugi di fortuna. Nella pagina a fianco riportiamo,<br />

le descrizioni di Dionisi <strong>delle</strong> condizioni di<br />

v<strong>it</strong>a del centinaio di miet<strong>it</strong>ori, arrivato da<br />

Capranica e Mentana, l'8 e il 9 giugno del 1899, e<br />

alla pagina seguente di una compagnia di 'monelli'<br />

giunti ad ottobre dello stesso anno per occuparsi<br />

della semina e degli altri lavori dei campi.<br />

Per quanto riguarda le condizioni san<strong>it</strong>arie della<br />

popolazione, alla fine di un anno di osservazioni,<br />

Dionisi riassumeva così la s<strong>it</strong>uazione: su 2480<br />

individui osservati in totale, tra la scarsa popolazione<br />

stabile e quella stagionale più numerosa,<br />

1576 persone, cioè il 63%, erano state danneggiate<br />

dalla malaria, chi perché l'aveva contratta<br />

durante il soggiorno a Maccarese, chi perché<br />

aveva avuto attacchi di febbri malariche nei mesi<br />

o negli anni precedenti. Commentando l'andamento<br />

<strong>delle</strong> febbri malariche e l'aumento <strong>delle</strong> febbri<br />

terzane e quartane nei mesi estivi, Dionisi scrive:<br />

"Ora se si pensa al pericolo che sovrasta minaccioso<br />

su ogni individuo, colto da infezione estivoautunnale,<br />

che può rapidamente diventare perniciosa,<br />

si rimane atterr<strong>it</strong>i dinanzi all'abbandono,<br />

nel quale sono stati sempre lasciati i poveri agricoltori<br />

e che con molta probabil<strong>it</strong>à, almeno a giudicare<br />

dai principii, continuerà ancora, per colpa<br />

di tutti." (pag. 61-62)<br />

Per sottolineare la pericolos<strong>it</strong>à <strong>delle</strong> febbri estivoautunnali<br />

Dionisi ricorda che lui stesso aveva<br />

rischiato la v<strong>it</strong>a, dopo essere stato punto da una<br />

zanzara catturata proprio a Maccarese. Era il 27<br />

novembre del 1898 quando si verificò un incidente:<br />

un giovane studente tedesco fece maldestramente<br />

cadere una provetta nella quale erano rinchiuse<br />

5 zanzare anofele. Immediatamente si aprì<br />

la caccia alle zanzare: 4 vennero catturate ma la<br />

quinta punse proprio Dionisi che, qualche tempo<br />

dopo fu assal<strong>it</strong>o dalla forma più pericolosa di<br />

malaria e per alcuni giorni fu in pericolo di v<strong>it</strong>a.

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