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Sulle tracce delle Scuole Scomparse - Scuolamarchiafava.it

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16<br />

L'analfabetismo<br />

All'indomani dell'unificazione, la s<strong>it</strong>uazione dell'analfabetismo<br />

in Italia era drammaticamente<br />

arretrata: i dati ufficiali dichiarano che tra il 1861<br />

e il 1871 gli analfabeti passano dal 78 al 73%.<br />

Ma la distribuzione degli analfabeti è ancora più<br />

preoccupante: gli alfabetizzati si concentrano<br />

nelle c<strong>it</strong>tà e soprattutto in quelle del Nord d'Italia.<br />

Nelle campagne del centro e del sud la popolazione<br />

è pressoché totalmente analfabeta. La s<strong>it</strong>uazione<br />

è particolarmente grave nei terr<strong>it</strong>ori dell'ex<br />

Stato Pontificio. La scuola, al di fuori dei centri<br />

ab<strong>it</strong>ati più consistenti, è praticamente inesistente<br />

e questo malgrado la legge Casati, del 1859 (che<br />

quindi non si riferisce alle zone, come l'Agro<br />

romano, ancora sotto il dominio dello Stato della<br />

Chiesa) affida ai Comuni la scuola elementare,<br />

rendendo unico, gratu<strong>it</strong>o e obbligatorio per tutti il<br />

primo biennio.<br />

La legge Coppino del 1877 estende la gratu<strong>it</strong>à del<br />

primo biennio elementare a tutto il terr<strong>it</strong>orio<br />

nazionale e porta a 9 anni l'obbligo scolastico. La<br />

povertà è però r<strong>it</strong>enuta impedimento leg<strong>it</strong>timo alla<br />

frequenza. Tra il 1886 e il 1902 viene vietato il<br />

lavoro minorile prima ai minori di anni 9 e poi ai<br />

minori di anni 12: come abbiamo visto anche<br />

dalla testimonianza di A.Dionisi, molti bambini<br />

lavoravano ben prima di queste età.<br />

Se nel primo decennio del 1900, a livello<br />

nazionale, viene compiuto un grande sforzo<br />

per diffondere l'istruzione e gli analfabeti<br />

scendono dal 62% al 47% del 1911, la s<strong>it</strong>uazione<br />

resta praticamente invariata per quanto<br />

riguarda l'Agro Romano.<br />

Qui, in primo piano continua ad essere combattuta<br />

la lotta contro la malaria. E anche la questione dell'istruzione,<br />

in un primo tempo, viene assunta come<br />

uno strumento della lotta antimalarica. Com'era possibile<br />

infatti convincere una popolazione che viveva<br />

in condizioni igieniche impossibili e che per ignoranza<br />

e pregiudizi non era in grado di seguire <strong>delle</strong><br />

prescrizioni mediche, a rispettare con regolar<strong>it</strong>à le<br />

indicazioni per una buona profilassi che includevano<br />

l'assunzione regolare del chinino?<br />

Inizialmente furono quindi queste motivazioni a<br />

spingere i coniugi Celli e alcuni pochi intellettuali a<br />

preoccuparsi dello stato di ignoranza in cui versava<br />

gran parte della popolazione contadina dell'Agro<br />

Romano e ad impegnarsi per la loro alfabetizzazione.<br />

Fu proprio Anna Celli ad ist<strong>it</strong>uire per prima <strong>delle</strong><br />

scuole domenicali per i contadini. I maestri erano<br />

dei volontari che raggiungevano a piedi e in bicicletta<br />

i contadini, che il lavoro dei campi costringeva<br />

a spostarsi da una zona all'altra. Le lezioni erano<br />

spesso tenute all'aperto, in capanne o ripari di fortuna<br />

(foto pag. 37). Qualche anno dopo, il maestro<br />

Alessandro Marcucci, diventato direttore <strong>delle</strong><br />

<strong>Scuole</strong> per i Contadini dell'Agro Romano, ideò un<br />

arredamento smontabile, poco ingombrante e facilmente<br />

trasportabile con i carri, per seguire la popolazione<br />

agricola nei suoi frequenti spostamenti.<br />

Nelle pagine seguenti, Marcucci descrive l'attrezzatura<br />

che consentiva di fare scuola anche in mezzo ad<br />

un campo (foto pp. 32,33 e 57) e sottolinea i vantaggi<br />

<strong>delle</strong> scuole <strong>it</strong>ineranti rispetto a quelle ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e<br />

dai Comuni.

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