Sulle tracce delle Scuole Scomparse - Scuolamarchiafava.it
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”<br />
La scuola di Castel di Guido<br />
"Come Dio volle arrivammo a Castel di Guido: una sol<strong>it</strong>aria casa di campagna davanti alla quale c'era una<br />
piccola cappella di fronte al camposanto. Attraversammo la chiesa ed entrammo in sagrestia, dove in uno<br />
stretto spazio sedevano cinque ragazzetti e scrivevano, o meglio tentavano di scrivere su un quaderno con<br />
l'inchiostro, come appunto era prescr<strong>it</strong>to nelle scuole di Roma. Lavagna non c'era. Oltre ai banchi, c'era<br />
una strana vecchia cattedra e…una macchina da cucire (…). Dopo qualche istante comparve il maestro che<br />
avevamo mandato a chiamare: un sacerdote piuttosto anziano, dall'aspetto non troppo simpatico, di tipo<br />
contadino, ma pul<strong>it</strong>o, quanto non avevamo supposto vedendo il locale. Si fece una specie di esame ai ragazzetti,<br />
i quali, ad eccezione di una bimbetta, non sapevano né leggere né scrivere e, quasi quasi, neppure<br />
tenere tra le piccole d<strong>it</strong>a sporche la penna."<br />
La scuola di Torrimpietra<br />
La scuola era nel Castello, e dopo aver attraversato lunghi corridoi, arrivammo in classe: un grande locale<br />
pul<strong>it</strong>o, luminoso, arioso ma…senza maestro e senza alunni. L'Ispettore andò alla ricerca del maestro,<br />
mentre noi, restate in classe, ammiravamo la bella volta del soff<strong>it</strong>to e l'arch<strong>it</strong>ettura del Castello.<br />
Improvvisamente ci vedemmo venire davanti il maestro, al cui viso mal si adattava l'ab<strong>it</strong>o ecclesiastico. Che<br />
del<strong>it</strong>to poteva mai aver commesso quell'uomo per essere stato trasfer<strong>it</strong>o in questa sol<strong>it</strong>udine? Egli non era<br />
infatti un modesto parroco di campagna come il suo collega di Castel di Guido…quanto agli alunni ce ne<br />
presentò solo un paio: due ragazzetti dai visi scarni ma pul<strong>it</strong>i, che effettivamente sapevano leggere e scrivere,<br />
i cui quaderni erano impeccabili. Il maestro teneva anche una specie di registro e sembrava persona<br />
di fine educazione. Mi faceva pena…"<br />
(M.L.Heid, "Uomini che non scompaiono", Sansoni Ed<strong>it</strong>ore, Firenze 1945, pp. 78-79)<br />
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