germanismi editi e inediti nel codice diplomatico longobardo

208
Giovanna Princi Braccini
C.D.L. III: 49. 23) e del precedente ‘praeceptum’ (del 713, C.D.L. Troya: 157) di cui è
conferma, nell’Epitome Festiana di Paolo Diacono e nell’Elementarium di Papia. In Paolo
e Papia però il referente è una sorta di anello, a uso di ornamento o di catena, e in questa
accezione ha continuatori nell’italiano antico. Per maggiori particolari rimando a Princi
Braccini 1996: 14-15. Risulta chiaro che invece il referente dei due documenti pavesi è
qualcosa che ha a che vedere con l’idraulica perché si parla di “orti da irrigare”, il termine
quindi dovrebbe indicare un tubo o alludere alla foggia circolare, o meglio semicircolare,
di un qualche tipo di piccolo canale33 .
Per continuatori in italiano di bauga ‘anello’ e ‘anello di catena’ si vedano, ad esempio,
Pfister 1985 e DELI: s.v. boa 2.
46. boscales (1), forse ‘zone boscose e incolte’ (da un diverso plurale, -alia,
dello stesso suffisso latino deriva l’italiano boscaglia).
Segnalo, tra la vasta bibliografia, Aebischer 1939, Söll 1967, Andreolli, Montanari
1988.
47. braida (6) ‘campo coltivato per lo più in vicinanza della città’ (brada [1],
braida [2], braidam [1], breidas o bredas34 [1], praida [1]).
I documenti del C.D.L. offrono tutte le varianti possibili a specchio delle vicende fonetiche,
sia nel vocalismo radicale (a / ai / ei / e) sia nell’alternarsi della sorda e della sonora
all’iniziale (p / b).
Numerosi i lemmi bibliografici interessati alla parola.
48. burgus (7) ‘insediamento fuori le mura’ (burgo).
Qui il referente non è un insediamento fortificato, ma il più tardo insediamento appena
fuori le mura. Si avverta comunque che tutte le occorrenze sono in documenti che
appartengono ai cosiddetti ‘falsi dragoniani’.
49. fara (1), ormai in uso di toponimo
Questo probabile odonimo (“... casas in Campo maiore, casas in Muras, casas in Fara
iuxta turionem ...”) si trova in un documento nonantolano del 762, in copia del sec. XI
(C.D.L. II: 103.4).
*50. farsiola (1) ‘giovenca’, ‘appezzamento di terreno adibito al pascolo delle
giovenche’ (farsiolas).
La parola può essere inserita in questa sezione sulla base della funzione toponimica
che ricopre nel contesto in cui compare in un documento comasco del 748 giuntoci in originale
(“... petzola una de prado loco quid dicitur Farsiolas: de una parte ...”, C.D.L. I:
275.2). Dovremmo essere di fronte al diminutivo, formato con il suffisso germanico -l a- /
-l ō- (derivati -i l a-, -a l a-, -u l a- ecc.) 35 , del ben rappresentato *f a r s ī- / *f a r s j ō-
33 Non mancano altri indizi lessicali di un possesso da parte longobarda di tecniche per la regolamentazione
e l’utilizzo (irrigazione e pesca) delle acque fluviali. Per i prestiti in italiano e nei
dialetti italiani si veda Princi Braccini 1991/1: 155 e nota 23, dove anche si segnala un nuovo termine
nel C.D.Cav. (II: 22.3): facora ‘tipo di chiuse’, voce prima nota solo nell’antroponimo Facho
(Bruckner 1895: 49 e 246).
34 In effetti la i ha un trattino nel mezzo che potrebbe essere di espunzione (C.D.L. II: 173.3, nota).
35 Krahe, Meid 1967: § 87.