germanismi editi e inediti nel codice diplomatico longobardo
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Giovanna Princi Braccini<br />
Su waldus è formato, germanicamente, il toponimo waldaningo (1: Uualdaninga) e,<br />
latinamente, waldator (2: vvaldatores e vvualdatores), al quale si affianca archiwaldator<br />
(1: archigualdatorem), possibile indizio dell’esistenza di una vera e propria gerarchia. Per<br />
il significato si veda sopra a waldemann, n° 25.<br />
1.4. Sostantivi. Accessori militari.<br />
Di nomi di armi non c’è traccia nei documenti del C.D.L., di azioni guerresche<br />
c’è solo bluttare (vedi al n° 81). Due i termini attinenti all’equipaggiamento<br />
del guerriero. Vi aggiungo, per la sua trasparenza di nome comune (gonfalone), un<br />
antroponimo.<br />
66. banda (1) ‘accessorio ornamentale o funzionale del balteo [il cinturone<br />
del soldato]’.<br />
Pur non contribuendo all’identificazione del preciso referente del termine (“... unu<br />
baltio cum banda et fibila de argento inaurato ...”: sarà la ‘ferrea lamina’ ornamentale del<br />
Du Cange o la funzionale piccola sbarra o spranghetta per fissare l’arma alla bandoliera<br />
del Battaglia?) questa occorrenza <strong>nel</strong> ‘breve’ pisano del 768-774, giuntoci in originale<br />
(C.D.L. II: 444.13), viste e considerate la sua collocazione geografica e la sua antichità,<br />
potrebbe far pendere la bilancia verso italiano banda prestito germanico antico (gotico o<br />
<strong>longobardo</strong>) piuttosto che medio altotedesco (con diffusione limitata all’Italia<br />
settentrionale attraverso i dialetti veneti, come suggerito dal Prati e accolto dal DELI) o<br />
francese antico (come suggerito dal DEI). Per i corrispondenti <strong>nel</strong>le altre lingue<br />
germaniche i rispettivi dizionari ci fanno rimanere <strong>nel</strong> generico significato di ‘any kind of<br />
band, a band, Fessel’.<br />
67. gunfalonus (1), ‘portatore di gonfalone’ (in origine) oppure soprannome<br />
(Gumfuloni).<br />
Anche se, in tutta apparenza, siamo davanti ad un antroponimo, l’antichità del documento,<br />
corroborata dal suo esserci giunto in originale (Pistoia 726, C.D.L. I: 132.10), ci<br />
autorizza ad affermare l’origine dal <strong>longobardo</strong> e non dal francese antico dell’italiano<br />
gonfalone, attestato a partire dallo scorcio del XIII secolo. Già Larson (1996: 311) aveva<br />
retrodatato la comparsa della voce <strong>nel</strong> latino medievale d’Italia (1178), senza che però con<br />
questo venisse intaccata la possibilità di un prestito da Oltralpe. Infatti le occorrenze <strong>nel</strong><br />
latino medievale di Francia partono dai gundfanonarii di una lettera di Ludovico il Pio (Du<br />
Cange: s.v.) e dal gunfanonem di una glossa al terzo libro dei Bella Parisiacae urbis di<br />
Abbone di Saint-Germain-des-Prés, coeva all’opera che è della fine del secolo IX51 ,<br />
mentre le occorrenze <strong>nel</strong> francese antico partono dal gonfanon del Saint Alexis (prima metà<br />
del secolo XI), e tutte presentano la forma priva di dissimilazione (coerentemente<br />
all’etimo: *g u n d i-f a n o- ‘drappo, bandiera di guerra’). Ma si potrebbe plausibilmente<br />
immaginare che la dissimilazione si fosse prodotta in Italia, dove tutte le forme, sia in<br />
latino sia in volgare, presentano compattamente l. Non ci sarebbe quindi stretta necessità di<br />
51 La glossa è a stragula ‘tipo di coperta o tappeto’. Nella sua disamina delle forme in cui la<br />
parola si presenta <strong>nel</strong> latino medievale Lendinara (1985-86: 324) parla di “forme latino-medievali”<br />
dove si registra n-n → n-l, ma senza documentare.