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germanismi editi e inediti nel codice diplomatico longobardo

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Giovanna Princi Braccini<br />

come ‘nummus’ o come ‘money’, fehuhūs è ‘Viehhaus’ (Holthausen: s.v. fehu e Sehrt:<br />

s.vv.). Nell’antico frisone fia vale ‘Vieh’ e ‘Gut, Habe’ 46 esattamente come l’antico<br />

nordico fé è ‘cattle’ e ‘property, money’ 47 .<br />

Ecco dunque che a fianco delle lingue germaniche occidentali e settentrionali viene a<br />

collocarsi il <strong>longobardo</strong> fio che in faderfio ‘dote della sposa’ e metfio ‘dono o pegno di fidanzamento<br />

dato dall’uomo alla futura sposa’ presenta il valore di ‘proprietà, beni, (parte<br />

di) ricchezze, denaro’, mentre nei tre composti fio-gahagium, fio-waida, fio-wald quello di<br />

‘bestiame’ 48 .<br />

54. gahagium (35) ‘terreno (bosco, pascolo o altro) riservato’, ‘bandita’<br />

(cafagio [3], cagio [3], ca*iolo [1], cagiolo [1], cahagio [3], caiolo [3], chagio [1],<br />

gagii [1], gagio [3], gagiolo [3], gagios [1], gaio [2], gaium [8], gauagio [1],<br />

gauagius [1]),<br />

55. laubia (4) ‘edificio costituito da un porticato sormontato da una stanza’.<br />

Per considerazioni sulla storia della parola e della cosa e sulla diffusione in Italia di<br />

questo tipo di edificio tipico dell’ambiente <strong>longobardo</strong> si rimanda a Cagiano de Azevedo<br />

1969.<br />

*56. pergahagium (1) ‘pascolo recintato per suini’ (pergaias).<br />

Agli argomenti utilizzati per l’identificazione del primo componente (germ. *b a i r a z)<br />

proposta in Princi Braccini 1991/1: 156-157, vorrei aggiungere che non mancano certo<br />

esempi di parola indicante ‘bosco’ o ‘pascolo’ o simili accompagnata da una specificazione<br />

costituita dal nome degli animali a cui quell’appezzamento è destinato in particolare.<br />

Potrei citare: dal C.D.L. (III.1: 178.12) “... gualdus Spoletanus qui dicitur Porcarius<br />

...”, dal polittico del monastero benedettino di S. Giulia di Brescia (del primissimo X<br />

secolo) “silva ad incrassandum porchos” 49 e dal Codex diplomaticus Langobardiae (715,<br />

716 ecc.) il più volte ripetuto “silva ad saginandum porcos”. Per non dire, sempre come<br />

esempio, dei composti anticoinglesi swinhaga ‘an enclosure for swine’ e swinhege ‘a fence<br />

to keep swine from straying’ segnalati in Bosworth-Toller e Supplement.<br />

57. pizzus (1) ‘cima di monte’, qui toponimo (Piczu).<br />

Vedi Princi Braccini 1987: 206-211 e 269-279.<br />

58. sala (37) ‘tipo di organizzazione amministrativa o/e di costruzione’ (sala<br />

[31], salam [1], salas [1], salis [4]).<br />

46 Richthofen: s.vv. Nei composti a fronte di fiafollinge ‘Geldvergütung, Entschädigung’,<br />

dernfia/drenfia ‘verheimlichtes Gut’, liodafia ‘Volksgeld, Gemeindegeld’ sta hornfia ‘Hornvieh’,<br />

mentre dubbio è l’hapax sketfia.<br />

47 Cleasby: s.v. Nelle varie decine di composti qui registrati i due sensi sono presenti entrambi,<br />

con una prevalenza tuttavia di ‘ricchezza, denaro’.<br />

48 Si noti che in questa piccola serie longobarda non compare fegang / fegangi, perché <strong>nel</strong><br />

primo elemento non credo possa vedersi *f e h u- (cfr. Princi Braccini 1993).<br />

49 Lagazzi 1991: 58-59, ricorda “i polittici dei monasteri padani, in cui l’estensione delle selve<br />

destinate all’allevamento suino veniva computata sulla base del numero di animali che potevano esservi<br />

nutriti”.

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