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germanismi editi e inediti nel codice diplomatico longobardo

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196<br />

Giovanna Princi Braccini<br />

12. marpahis (8) ‘addetto ai cavalli (in particolare alla bardatura)’<br />

(marepahis [1], marepassi [1], marepassus [1], maripas [2], maripasso [2],<br />

marpas [1]).<br />

Tutte le occorrenze, eccetto una, sono in documenti conservati <strong>nel</strong> Regestum<br />

Farfense, dunque in copia del tardo sec. XI (l’eccezione è ancora più tarda: copia del terzo<br />

decennio del sec. XII). Come il seguente, anche questo termine all’origine indicava persona<br />

connessa con il servizio dei cavalli (*m a r (a) h-) 10 . In effetti <strong>nel</strong>la Historia<br />

Langobardorum di Paolo Diacono per ben due volte compare, <strong>nel</strong>la solita varietà di grafie<br />

della tradizione, come glossa di strator (“strator ... quem lingua propria marpahis<br />

appellant”, II.9; “cum stratore suo, qui lingua propria marpahis dicitur”, VI.6), e il<br />

Lindenbrog <strong>nel</strong>le note della sua edizione del 1595 osserva come la differenza di funzioni<br />

dei due personaggi emerga chiaramente dal Pactus legis Salicae: “marescalcus distinguitur<br />

a stratore ita ut primo cura commissa fuerit, alter sternendis tantum equis [equum sternere<br />

= ‘sellare un cavallo’] et domino adducendis operam dare”. Molto diversa comunque la<br />

fortuna dei due termini, con precoce sparizione dell’uno (che non è accolto ad esempio<br />

<strong>nel</strong>l’Elementarium doctrine rudimentum di Papia: Princi Braccini 1996) e con allocazione<br />

in funzioni e strati sociali diversi, con la complicità della sovrapposizine del consanguineo<br />

proveniente dalla Francia, dell’altro (da maniscalco a maresciallo, voce quest’ultima per la<br />

quale l’influsso d’Oltralpe non può essere negato).<br />

13. marscalc (2) ‘stalliere’ e ‘maniscalco’ (mariscalco [1], marscalc [1]).<br />

Delle due occorrenze è quella in una ‘charta promissionis [di vendita]’ chiusina<br />

dell’aprile 771, giuntaci <strong>nel</strong>l’originale (“Promitto adque spondeo me ego Ansifrid<br />

mariscalco vobis ...”, C.D.L. II: 334.5) ad essere decisamente importante poiché è l’unica<br />

attestazione al momento disponibile in Italia per mariscalc(us) databile con sicurezza in<br />

epoca pre-franca. La seconda occorrenza è infatti in un documento bresciano anch’esso del<br />

771 ma in copia del secolo XII (“+ Ado marscalc ... testes subscripsi ...”, C.D.L. II:<br />

351.24). L’implicazione dell’alta data è che il germanismo italiano (mariscalco,<br />

maniscalco ecc.) potrebbe essere entrato in italiano dal <strong>longobardo</strong> senza pertanto dovere<br />

necessariamente supporre (come vuole l’opinione comune) una ascendenza franca (Princi<br />

Braccini 1991/2: 314-315, nota 60).<br />

*14. mazoscanus (1) ‘economo’, ‘cellarius’(?).<br />

Questa parola compare, annessa a un nome proprio, in una ‘charta testamenti’ del 770<br />

riprodotta <strong>nel</strong> Regestum Farfense di Gregorio da Catino. Zielinski, l’editore di C.D.L. V,<br />

non sembra avere dubbi <strong>nel</strong> leggere mazoscanus, ma, a quanto pare non accettandone la<br />

legittimità lessicale, pensa senz’altro ad un errore per maiescarius o maiorscarius commesso<br />

dallo stesso Gregorio, considerato che <strong>nel</strong>la tradizione del Regestum a noi nota<br />

compare costantemente e chiaramente mazoscanus (C.D.L. V: 197.26, nota). Da parte mia<br />

preferisco accettare la parola <strong>nel</strong>la grafia della tradizione manoscritta e cercare una<br />

soluzione che con tale grafia si accordi. Se <strong>nel</strong> primo membro del composto vedessimo il<br />

germ. *m a t a m / *m a t i z ‘cibo, carne’ ma anche ‘provviste di cibo’ (gotico mats, antico<br />

altotedesco maz, antico inglese mete, antico nordico matr ecc.) e <strong>nel</strong> secondo membro un<br />

10 In una ‘cartula locationis’ riguardante il monastero di S. Salvatore al Monte Amiata del 1153<br />

troviamo ancora un “Robertus mariscalcus (/ marescallus / malescalcus) equorum alborum testis”<br />

(C.D.A. II: 330.34).

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