Bollettino n. 187 - Società Filosofica Italiana
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STUDI E INTERVENTI<br />
Il De Ira: l’impegno di Seneca<br />
per il singolo e per la collettività<br />
Alessandro Gigante<br />
1. Una passione tragica<br />
Tutte le passioni costituiscono un grave pericolo per l’uomo, ma proprio ai pericoli<br />
connessi all’ira Seneca dà maggior rilievo all’interno delle sue opere. È questo, tra<br />
tutti i moti dell’animo, a scatenare nell’uomo le reazioni più violente e incontrollabili,<br />
rendendolo estraneo alla sua stessa umanità, conducendolo lontano dal proprio logos e<br />
provocando incredibili trasformazioni nel suo comportamento e perfino nel suo aspetto<br />
fisico: «Che cosa c’è di più ostile dell’ira? L’uomo è nato per darsi reciproco aiuto, l’ira<br />
mira alla rovina; egli vuole vivere in comunità, essa starsene isolata, l’uno giovare,<br />
l’altra nuocere, l’uno portare aiuto anche agli sconosciuti, l’altra aggredire perfino le<br />
persone più care, l’uno è pronto addirittura a sacrificarsi per il bene altrui, l’altra è<br />
pronta a scendere in campo, pur di trascinare giù gli altri. Pertanto, chi ignora la natura<br />
più di colui che assegna alla creatura migliore e più perfetta questo difetto feroce e rovinoso?»<br />
1<br />
Il desiderio di vendetta che nasce nell’animo dopo aver subito una iniuria, può<br />
essere così devastante da indurre l’uomo a compiere azioni terribili. È proprio il caso di<br />
alcuni personaggi 2 descritti nelle tragedie di Seneca, che hanno in comune la caratteristica<br />
di non riuscire a dominare la propria aggressività, giungendo fino al punto di compiere<br />
vere e proprie crudeltà ed efferatezze. Particolarmente significativo è l’esempio di<br />
Atreo che, a causa di un’ira talmente potente da risultare assolutamente incontrollabile,<br />
è indotto a compiere un delitto così atroce, da risultare perfino raccapricciante agli<br />
1 Seneca, De Ira, I, 5, 2-3. L’edizione critica da me seguita è la seguente: L. Annaei Senecae<br />
Dialogorum libri duodecim, recognovit brevique adnotatione critica instruxit L. D. Reynolds,<br />
Oxonii, e Typographeo Clarendoniano 1988. Le traduzioni sono invece di Costantino Ricci: cfr.<br />
Lucio Anneo Seneca, L’ira, introduzione, traduzione e note di C. Ricci, BUR, Milano 1998.<br />
2 Oltre ad Atreo, personaggio del Thyestes, di cui si parlerà nel presente paragrafo, cfr. anche i<br />
personaggi di Ercole, Giunone e Medea nelle altre tragedie di Seneca, Medea e Hercules furens.<br />
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