Edizione n° 30 del 06-09-2009 (pdf da 4.689 KB) - Webdiocesi
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Benedetta Bellocchio<br />
na battaglia ideologica<br />
più che una questione U sostanziale. Giudica<br />
così la polemica di<br />
mezza estate sull’insegnamento<br />
<strong>del</strong>la religione cattolica nella<br />
scuola secon<strong>da</strong>ria di secondo<br />
grado Silvano Fontanesi, ex<br />
preside <strong>del</strong>l’istituto “Vallauri”<br />
a Carpi e direttore, in Diocesi,<br />
<strong>del</strong>l’ufficio che si occupa <strong>del</strong><br />
coordinamento e <strong>del</strong>la formazione<br />
dei docenti.<br />
Il riferimento è alla sentenza<br />
<strong>del</strong> Tar <strong>del</strong> Lazio <strong>del</strong> 17 luglio<br />
scorso, con cui si stabiliva che<br />
la frequenza all’ora di religione<br />
non poteva contribuire all’assegnazione<br />
<strong>del</strong> credito scolastico<br />
per l’esame di maturità<br />
e che gli insegnanti di religione<br />
non potevano partecipare<br />
a pieno titolo agli scrutini.<br />
Tale decisione, frutto <strong>del</strong><br />
ricorso presentato <strong>da</strong> diversi<br />
soggetti che ben poco hanno<br />
in comune l’uno con l’altro (i<br />
curiosi possono digitare il<br />
numero <strong>del</strong>la sentenza, la 7076/<br />
20<strong>09</strong>, dopo aver cercato su<br />
Google il Tar <strong>del</strong> Lazio), e<br />
contro la quale anche il ministro<br />
Gelmini ha annunciato<br />
un ricorso al Consiglio di Stato,<br />
è nei fatti già annullata <strong>da</strong><br />
un decreto che, nel definire i<br />
principi di valutazione <strong>del</strong>l’ora<br />
di religione, ripristina la situazione.<br />
Ma qual è questa situazione?<br />
La scelta di avvalersi <strong>del</strong>l’Irc<br />
non “regala” punti allo studente,<br />
tanto meno contribuisce<br />
automaticamente, negli<br />
ultimi tre anni di scuola superiore,<br />
all’assegnazione <strong>del</strong><br />
cosiddetto “credito scolastico”<br />
<strong>da</strong>to <strong>da</strong>lla partecipazione<br />
ad attività interne alla scuola<br />
o <strong>da</strong> essa proposte. E nulla<br />
c’entra il credito formativo<br />
(attività a cui lo studente partecipa<br />
e che può documentare:<br />
corsi sportivi, volontariato,<br />
servizio in parrocchia, impegno<br />
culturale, ecc).<br />
In entrambi i casi si tratta di<br />
impegni non obbligatori che<br />
la persona sceglie di svolgere<br />
perché, almeno così dovrebbe<br />
essere, li ritiene significativi<br />
per la sua crescita. E proprio<br />
su queste sue scelte viene deciso<br />
se e quanto assegnare di<br />
quel credito, un valore che<br />
varia <strong>da</strong> uno a ben tre (!) punti<br />
aggiuntivi rispetto al punteggio<br />
principale, <strong>da</strong>to <strong>da</strong>lla media<br />
matematica dei voti <strong>del</strong>le<br />
materie scolastiche obbligatorie<br />
(in cui non vi è la religione<br />
cattolica).<br />
E l’Irc allora, dove sta? “Essendo<br />
disciplina scolastica –<br />
spiega Gior<strong>da</strong>na Cavicchi,<br />
insegnante <strong>del</strong>l’Uciim distaccata<br />
presso il Servizio nazionale<br />
per l’Irc – non ha senso<br />
che dia credito formativo; semmai,<br />
scolastico”. Ed effettivamente<br />
può contribuire a que-<br />
L’insegnamento <strong>del</strong>la religione cattolica<br />
nelle scuole superiori, tra ideologia e realtà<br />
Che ora è?<br />
sto punteggio, ma tale scelta<br />
rientra nell’autonomia <strong>del</strong>le<br />
singole scuole. È dunque il<br />
collegio docenti a stabilire i<br />
criteri in base ai quali assegnare<br />
il credito. Cioè: è legittimo<br />
che la valutazione degli<br />
insegnanti di religione, pur non<br />
facendo media, possa contribuire<br />
alla formulazione <strong>del</strong><br />
credito, perché la legge riconosce<br />
ad essi pieno titolo. La<br />
situazione: “in molte scuole è<br />
così, in altre no. A discrezione”.<br />
Sembra quindi che ad essere<br />
penalizzato sia chi frequenta<br />
l’ora di religione cattolica, visto<br />
che ad essa non è attribuito<br />
con certezza un valore<br />
formativo. Insomma la laicità,<br />
se presa sul serio, dev’essere<br />
L’ora di religione cattolica<br />
è stabilita <strong>da</strong>ll’art. 9 <strong>del</strong> Concor<strong>da</strong>to,<br />
che la prevede<br />
espressamente nelle scuole<br />
pubbliche e la cui legittimità<br />
è stata riaffermata più volte<br />
<strong>da</strong>lla Corte Costituzionale.<br />
“Ma se è legittima la presenza<br />
<strong>del</strong>l’insegnante di religione<br />
cattolica nella scuola<br />
pubblica – chiariva su<br />
Avvenire-Bologna 7 <strong>del</strong> 23<br />
agosto Stefano Spinelli,<br />
presidente <strong>del</strong>l’Unione<br />
giuristi cattolici di Forlì-<br />
Cesena - allora la sua attività<br />
educativa e valutativa deve<br />
essere quella di tutti gli altri<br />
insegnanti. La sentenza adotta<br />
una concezione solo<br />
intimistica <strong>del</strong> fenomeno religioso<br />
ed un principio di<br />
laicità inteso nel senso che<br />
le varie confessioni debbano<br />
avere uno stesso identico<br />
AGENZIA ONORANZE FUNEBRI<br />
SALVIOLI<br />
SRL<br />
V ita <strong>del</strong>la C hiesa<br />
I numeri<br />
91,1% alunni che frequentano l’ora di religione<br />
94,6/ nella scuola primaria<br />
92,7% nella scuola secon<strong>da</strong>ria di primo grado<br />
84,5% nella scuola secon<strong>da</strong>ria di secondo grado<br />
Fonte: Avvenire<br />
a doppio senso. Tanto più che<br />
l’Irc, come commenta in un<br />
comunicato il segretario nazionale<br />
<strong>del</strong> sin<strong>da</strong>cato degli<br />
insegnanti di religione, Orazio<br />
Ruscica, “è facoltativo ma<br />
curriculare. Questo significa<br />
che i programmi sono definiti<br />
a livello ministeriale, le lezioni<br />
tenute <strong>da</strong> docenti di ruolo e<br />
in orario scolastico”. Tale insegnamento<br />
è impartito, oc-<br />
Il giurista<br />
trattamento e rilevanza nell’ambito<br />
<strong>del</strong>l’ordinamento<br />
giuridico. In realtà, la garanzia<br />
<strong>da</strong> parte <strong>del</strong>lo Stato per<br />
l’aspetto religioso, in un regime<br />
di pluralismo, ben può<br />
assumere intensità differenti,<br />
in ragione dei contenuti e<br />
<strong>del</strong>la cultura religiosa di riferimento”.<br />
E infatti, a differenza<br />
di altre confessioni, la<br />
presenza di tale ora è stata<br />
motivata sotto un duplice<br />
aspetto: in primo luogo la<br />
cultura religiosa ha un valore<br />
formativo di per sé stessa,<br />
inoltre “i principi <strong>del</strong> cattolicesimo<br />
fanno parte <strong>del</strong> patrimonio<br />
storico <strong>del</strong> popolo italiano,<br />
quale elemento specifico<br />
<strong>del</strong>la religiosità cattolica<br />
in Italia”, come afferma la<br />
Legge 121/1985.<br />
Serietà e professionalità<br />
in ogni nostro servizio<br />
corre non dimenticarlo, “nel<br />
quadro <strong>del</strong>le finalità <strong>del</strong>la scuola”<br />
(Legge 121/1985) ed è<br />
“compreso tra gli altri insegnamenti<br />
<strong>del</strong> piano di<strong>da</strong>ttico,<br />
con pari dignità culturale”. Chi<br />
opta per l’Irc ha dunque “diritto<br />
a vedersi riconosciuto<br />
l’impegno con cui frequenta<br />
le lezioni e il profitto che ne<br />
trae” (lo stesso Tar <strong>del</strong> Lazio<br />
lo ribadiva con una sentenza<br />
Nessuna<br />
discriminazione,<br />
dunque, se<br />
ad essere<br />
valutata<br />
non è l’adesione alla fede<br />
cattolica quanto, piuttosto, la<br />
crescita culturale, la capacità<br />
di riconoscere e dialogare con<br />
gli altri, l’approfondimento<br />
<strong>del</strong> proprio progetto di vita,<br />
così come emerge <strong>da</strong>gli obiettivi<br />
d’apprendimento definiti<br />
per legge.<br />
Tutto sistemato, comunque,<br />
grazie a un decreto <strong>del</strong> presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica (n.122/<br />
20<strong>09</strong>) che porta la <strong>da</strong>ta <strong>del</strong> 22<br />
giugno ed è quindi precedente<br />
alla sentenza <strong>del</strong> Tar, ma la<br />
sua entrata in vigore il 20<br />
agosto permette di superare<br />
Attenzione e rispetto<br />
per la sensibilità<br />
religiosa dei nostri clienti<br />
Stefano Spinelli<br />
nel 2000).<br />
Per ora è invece “un’opzione<br />
sui generis – aggiunge<br />
Gior<strong>da</strong>na Cavicchi – perché<br />
lo studente non ha un’alternativa<br />
reale (se oltre all’Irc non<br />
c’è nulla, non è una vera scelta)<br />
e chi non se ne avvale si<br />
priva <strong>del</strong>la possibilità di crescere<br />
in una dimensione, quella<br />
religiosa, che è presente in<br />
ciascuno ma che viene ignorata”.<br />
E su questo insiste il direttore<br />
carpigiano Fontanesi: “occorre<br />
capire e far capire bene cosa<br />
sia l’ora di religione”. Anche<br />
don Raffaele Buono, responsabile<br />
<strong>del</strong>l’Ufficio diocesano<br />
per l’Irc di Bologna, commenta<br />
il rischio di confondere, per<br />
ogni incertezza. Esso così<br />
dispone (art. 6): “In sede di<br />
scrutinio finale il consiglio<br />
di classe, cui partecipano tutti<br />
i docenti <strong>del</strong>la classe, compresi…<br />
gli insegnanti di religione<br />
cattolica limitatamente<br />
agli alunni che si<br />
avvalgono di quest’ultimo<br />
insegnamento, attribuisce il<br />
punteggio per il credito scolastico”.<br />
La valutazione<br />
<strong>del</strong>l’Irc resta invece disciplinata<br />
<strong>da</strong>ll’art. <strong>30</strong>9 <strong>del</strong> Testo<br />
unico 297/1994, secondo<br />
cui “i docenti incaricati<br />
<strong>del</strong>l’Irc fanno parte <strong>del</strong>la<br />
componente docente negli<br />
organi scolastici con gli stessi<br />
diritti e doveri degli altri<br />
docenti”. “Sfuma così – conclude<br />
Spinelli -, almeno per<br />
il momento, l’ennesimo tentativo<br />
di <strong>del</strong>egittimare l’Irc”.<br />
Sede di Carpi<br />
via Falloppia, 26 - Tel. 059.652799<br />
15<br />
6 settembre '<strong>09</strong><br />
Scuola primaria<br />
Sempre più maestri vogliono<br />
insegnare religione<br />
Se alle secon<strong>da</strong>rie gli insegnanti<br />
di religione hanno una<br />
specifica formazione professionale,<br />
alle elementari invece<br />
i maestri di classe possono<br />
insegnare religione, se<br />
sono interessati e motivati.<br />
Ogni Diocesi ha le sue regole<br />
per formarli e abilitarli; a<br />
Carpi è previsto un corso base<br />
di trenta ore più la frequenza<br />
obbligatoria – è la novità di<br />
quest’anno - ad alcuni corsi<br />
<strong>del</strong>la Scuola di Formazione<br />
teologica “San Bernardino<br />
Realino”, per un totale di altre<br />
trenta ore (e un aggiornamento<br />
ogni tre anni per il<br />
mantenimento <strong>del</strong>l’idoneità).<br />
Ad esso partecipano, a partire<br />
<strong>da</strong> mercoledì 2 settembre,<br />
i circa sessanta maestri che<br />
tra Carpi e Mirandola hanno<br />
fatto richiesta di poter insegnare<br />
anche la religione cattolica.<br />
“Si è voluto proporre un percorso<br />
più sostanzioso per i<br />
contenuti – spiega Silvano<br />
Fontanesi -. Ci sembra giusto<br />
che chi è motivato a insegnare<br />
anche questa materia<br />
possa farlo, ma con le adeguate<br />
competenze”. Il rischio<br />
che la scelta possa essere strumentale<br />
all’innalzamento <strong>del</strong><br />
proprio monte ore, infatti, vi<br />
può essere, “ma in questo<br />
modo – chiarisce - speriamo<br />
di scongiurarlo e contemporaneamente<br />
di offrire una<br />
buona formazione”.<br />
ignoranza o malafede, un insegnamento<br />
curricolare pienamente<br />
inserito nelle finalità<br />
<strong>del</strong>la scuola con un’ora di “catechismo”:<br />
“lo Stato italiano<br />
– spiega - ha voluto garantire<br />
questa materia per la storia<br />
particolare <strong>del</strong> nostro Paese,<br />
così profon<strong>da</strong>mente legato all’esperienza<br />
cristiana sotto tutti<br />
gli aspetti”. Tra l’altro, proprio<br />
su questa particolare ora<br />
potrebbero essere trovate importanti<br />
convergenze sul piano<br />
<strong>del</strong>la conoscenza e <strong>del</strong>l’approfondimento<br />
<strong>del</strong> cristianesimo<br />
nel dialogo interreligioso<br />
e nel confronto tra culture,<br />
utili alla crescita <strong>del</strong> sistema<br />
scuola e, soprattutto, agli studenti.<br />
“Ad essere valutata non è infatti<br />
la fede in quanto tale –<br />
ribadisce Fontanesi - e in questo<br />
senso è una possibilità<br />
<strong>da</strong>vvero aperta anche per i non<br />
credenti, o a chi appartiene a<br />
un’altra religione. È un momento<br />
di dialogo e crescita<br />
per lo studente e per la classe<br />
nel suo complesso, che contribuisce<br />
a formare le persone<br />
e a costruire relazioni sempre<br />
più significative. L’insegnante<br />
che fa bene il suo lavoro è<br />
capace di partire <strong>da</strong>lla vita dei<br />
ragazzi, <strong>da</strong>lle loro domande,<br />
per suscitare – conclude - una<br />
ricerca autentica di pienezza”.<br />
Filiale di Limidi di Soliera<br />
via Carpi Ravarino, 427 - Tel. 059.652799<br />
Filiale di Bastiglia<br />
via Marconi, 44/46 - Tel. 059.652799