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Tecnologia della fotorivelazione basata su dispositivi a ... - Matematica

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3.3) Il fotodiodo ibrido (HPD – “Hybrid Photodiode”)<br />

Una valida alternativa al PMT classico è il dispositivo seguente, chiamato “fotodiodo ibrido” (HPD – “Hybrid<br />

Photodiode”).<br />

Fig. 10<br />

Schema di un HPD, un dispositivo strutturalmente molto simile ad un PMT classico, ad eccezione dell’anodo, costituito da una matrice di<br />

fotodiodi a semiconduttore, in parallelo fra loro, fortemente polarizzati in inversa. I fotodiodi sfruttano la moltiplicazione, dovuta al<br />

breakdown a valanga, delle fotocariche provenienti dal volume del tubo. Il vantaggio in termini di guadagno, che è <strong>su</strong>periore a quello tipico di<br />

un PMT classico, grazie al contributo moltiplicativo fornito dai fotopixel, è accompagnato dall’introduzione di sorgenti di rumore tipiche <strong>della</strong><br />

componentistica attiva a semiconduttore.<br />

Il funzionamento è del tutto analogo a quello del PMT normale, con l’eccezione del sistema di raccolta delle<br />

cariche in prossimit{ dell’anodo: gli elettroni, arrivati nei pressi di x3, vengono raccolti da una matrice quadrata<br />

di microcelle (fotodiodi a semiconduttore, di cui parleremo in seguito) montate in parallelo, polarizzate<br />

inversamente. All’interno di ciascuna delle microcelle si verifica un fenomeno di “breakdown a valanga” che<br />

porta alla generazione di un elevatissimo numero di cariche. Queste, in ciascuna microcella, formano una<br />

corrente j dovuta al fatto che la microcella in questione ha ricevuto uno o più elettroni dal tubo. La somma di<br />

tutte le correnti j dà origine alla corrente J, legata all’entit{ <strong>della</strong> luce incidente <strong>su</strong>l catodo. Nel HPD equipaggiato<br />

con dinodi il guadagno, che è maggiore di quello del PMT classico, è affidato sia ai campi dinodici all’interno del<br />

tubo, sia ai fenomeni di moltiplicazione interni alle microcelle dell’anodo pixellato. La QE per un buon HPD<br />

commerciale è sempre, circa, del 25%. Il voltaggio anodo – catodo tipico è di 15kV.<br />

A fronte di un incremento del guadagno, dovuto al contributo moltiplicativo dell’anodo “speciale”, si ha<br />

un’accentuazione del rumore che affligge la mi<strong>su</strong>ra di corrente J. Oltre alla corrente di buio prima citata, si<br />

aggiungono, ora, tutte le fluttuazioni statistiche ineliminabili:<br />

1) il “rumore termico” (gaussiano bianco), ovvero la fluttuazione termica statistica degli elettroni che comporta<br />

variazioni non deterministiche (non prevedibili) del modulo e <strong>della</strong> polarità del campo, relativo alla presenza<br />

degli elettroni termici “liberi” all’interno del reticolo cristallino;<br />

2) il “rumore shot” (anche questo gaussiano bianco), cioè il rumore di attraversamento di barriera di potenziale;<br />

3) il “rumore flicker” (detto anche “rumore rosa”), ossia la variazione stocastica nel tempo, in un punto del<br />

cristallo, di una qualche popolazione di portatori di carica.<br />

Questi rumori condizionano pesantemente le prestazioni di una microcella fatta a giunzione pn. Inoltre l’anodo<br />

pixellato soffre <strong>della</strong> deriva delle caratteristiche, rispetto alla variazione <strong>della</strong> temperatura e all’invecchiamento<br />

del dispositivo, che è tipica di tutta la componentistica attiva: ciò causa un ulteriore scostamento dalla situazione<br />

ideale. In un HPD in cui il guadagno è affidato unicamente ai pixels dell’anodo, cioè in un HPD privo dei dinodi<br />

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