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Tecnologia della fotorivelazione basata su dispositivi a ... - Matematica

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4.4.2) Un caso particolare di interazione fra luce e silicio<br />

I fotoni possono interagire con il silicio all’interno <strong>della</strong> zds* <strong>della</strong> giunzione pn polarizzata inversamente; nella<br />

zds*, come è noto, lo svuotamento (completo) di portatori di carica mobili comporta, in assenza di radiazione<br />

luminosa incidente e a temperature ordinarie, la mancanza di elettroni in BC e di lacune in BV. I fotoni possono<br />

così rilasciare tutta la loro energia E = ђω agli elettroni atomici del silicio, nella zds*, provocando pertanto la<br />

generazione di coppie elettrone/lacuna (cariche primarie fotogenerate), come mostrato in figura 28.<br />

Fig. 28<br />

Sulla sinistra è riportata una porzione del diagramma E – k del silicio monocristallino a temperatura ambiente: si tratta <strong>della</strong> regione di E(k)<br />

di maggiore interesse per applicazioni fotoniche. Sulla destra è mostrato un ingrandimento <strong>della</strong> parte del diagramma a bande del silicio<br />

circondata dall’ellisse rossa. Tale ingrandimento è finalizzato alla trattazione del problema a tre corpi, ovvero fotone, elettrone e fonone, che<br />

consente di spiegare l’assorbimento ottico, da parte del silicio, di lunghezze d’onda infrarosse prossime ai 1150 nm, ovvero di energie<br />

fotoniche prossime a quella di gap ( 1.08 eV, gap <strong>della</strong> valle X).<br />

Va tuttavia puntualizzato il ruolo importante che possono as<strong>su</strong>mere le vibrazioni termiche, dette “fononi”, del<br />

reticolo cristallino del silicio, ovvero le vibrazioni termiche di ciascun atomo del cristallo intorno alla propria<br />

posizione di equilibrio, cioè di minima energia. Supponiamo che arrivino, nella zds*, dei fotoni “trasversali” (da<br />

non confondere con i fotoni “virtuali” che consentono molte interazioni fra particelle e decadimenti delle stesse),<br />

ovvero fotoni costituenti un segnale ottico monocromatico (da rivelare) caratterizzato da una polarizzazione<br />

(lineare, circolare, ellittica ecc…) perpendicolare rispetto alla direzione di propagazione <strong>della</strong> perturbazione<br />

elettromagnetica. Supponiamo che i fotoni abbiano lunghezza d’onda λγ pari a circa 1150 nm, cioè che<br />

appartengano al range NIR (“near infra red” – “luce infrarossa vicina”), cioè al range ottico le cui lunghezze<br />

d’onda non sono molto <strong>su</strong>periori ai 700 nm, i quali approssimativamente corrispondono alla luce rossa.<br />

Supponiamo che la generazione di una coppia e/h sia imputabile unicamente ad un singolo fotone incidente γ. Il<br />

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