Tecnologia della fotorivelazione basata su dispositivi a ... - Matematica
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Anche l’energia di gap Egap di un semiconduttore può <strong>su</strong>bire fluttuazioni dovute a molteplici fattori, come ad<br />
esempio la concentrazione di impurezze ca<strong>su</strong>almente distribuite nel reticolo cristallino, che abbiamo appena<br />
discusso, oppure la temperatura e la concentrazione di portatori di carica mobile. Se la temperatura varia anche<br />
la geometria cristallina del semiconduttore <strong>su</strong>bisce dei cambiamenti, seppur poco significativi: ciò comporta la<br />
variazione delle caratteristiche geometriche, e di conseguenza di quelle elettriche, le quali parametrizzano il<br />
sistema di quattro equazioni (differenziali) a quattro incognite derivante dall’utilizzo del noto modello analitico<br />
di Kronig – Penney. Di conseguenza anche la funzione F(E) dell’energia totale E degli elettroni, che deve<br />
soddisfare la condizione –1 < F(E) < 1 per poter localizzare livelli energetici E permessi (cioè stati permessi),<br />
varia con la temperatura, comportando fluttuazioni termiche sia del gap che <strong>della</strong> forma E(k) delle bande. Invece<br />
se la temperatura del semiconduttore è molto elevata oppure nel caso in cui il segnale ottico incidente <strong>su</strong> un<br />
fotorivelatore a semiconduttore è molto intenso (alta potenza ottica da rivelare), la concentrazione di portatori<br />
di carica mobile, ovvero di elettroni in BC (n) e di lacune in BV (p), può diventare grande, alterando leggermente<br />
la forma del diagramma a bande e lo spessore del gap. Infatti se per qualsivoglia causa n è elevata, un singolo<br />
elettrone in BC non può più essere visto come una particella quasi classica (approssimazione <strong>della</strong> statistica di<br />
Fermi – Dirac con quella di Boltzmann), ipotesi consentita se n è bassa, ovvero come una particella di fatto libera,<br />
quindi altamente delocalizzata nello spazio reale delle coordinate e altamente localizzata all’interno dello spazio<br />
reciproco dei vettori d’onda. A causa delle molte interazioni con gli altri elettroni in BC, abbiamo che l’elettrone<br />
preso in considerazione ri<strong>su</strong>lta altamente localizzato nello spazio reale delle coordinate e altamente<br />
delocalizzato all’interno dello spazio reciproco dei vettori d’onda; in altre parole non è più distinguibile dagli altri<br />
elettroni che si trovano in BC. L’intero insieme di N elettroni in BC deve essere descritto dalla seguente funzione<br />
d’onda antisimmetrica:<br />
ψantisim(r, k) =<br />
det<br />
Nella prima riga del ben noto “determinante di Slater” sono allocate tutte e sole le funzioni ψ1, nella seconda riga<br />
sono allocate tutte e sole le funzioni ψ2, nella terza riga tutte e sole le funzioni ψ3 e così via. Nella prima colonna<br />
del determinante di Slater sono allocati tutti e soli gli insiemi di numeri quantici α1, nella seconda colonna sono<br />
allocati tutti e soli gli insiemi di numeri quantici α2, nella terza colonna tutti e soli gli α3 e così via.<br />
Nell’espressione <strong>della</strong> funzione d’onda antisimmetrica gli i [1, N] rappresentano le funzioni d’onda degli<br />
N elettroni (in BC) del sistema considerati distinguibili, non interagenti, cioè trattabili classicamente, mentre gli<br />
i [1, N] rappresentano gli N insiemi di numeri quantici n, l, m, s (αi = ni, li, mi, si). In accordo con il<br />
principio di esclusione di Pauli, il determinante di Slater vale zero nel caso in cui due elettroni qualsiasi<br />
appartenenti al sistema (sistema = BC) condividano tutti e quattro i numeri quantici (ad esempio se α1 fosse<br />
uguale ad α2 le prime due righe sarebbero uguali), rendendo così nulla la funzione d’onda antisimmetrica che<br />
descrive il sistema (nonché la <strong>su</strong>a densità di probabilità), dunque rendendo impossibile una simile eventualità.<br />
Maggiore è la concentrazione n di elettroni in BC, maggiore è la schermatura che questi esercitano <strong>su</strong>l potenziale<br />
prodotto dagli atomi (=ioni positivi) del cristallo, minore è l’interazione coulombiana tra ciascuno degli N<br />
elettroni e gli atomi del semiconduttore, minore è l’energia potenziale di ciascuno degli N elettroni e quindi<br />
minore è l’energia totale E degli stessi. Un ragionamento analogo può essere fatto per un sistema di lacune in BV.<br />
Pertanto abbiamo un decremento di EC ed un incremento di EV, e quindi un decremento di Egap. Per il silicio<br />
drogato n la relazione empirica che consente di calcolare il decremento dell’energia di gap dovuto sia alle<br />
fluttuazioni termiche che al livello di drogaggio, ovvero alla concentrazione n di elettroni in BC, è la seguente:<br />
ΔEgap = – 22.5<br />
Per il GaAs (tipo bulk) è stata trovata la seguente relazione empirica per calcolare il decremento di Egap dovuto<br />
alla concentrazione n di elettroni in BC e a quella p di lacune in BV (e indirettamente alle fluttuazioni termiche):<br />
Egap = Egap0 – 1.6x<br />
dove Egap0 è il valore dell’energia di gap per il GaAs (tipo bulk), che è di circa 1.51 eV a T = 0 K e di circa 1.43 eV a<br />
T = 300 K.<br />
meV<br />
eV<br />
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