27.05.2013 Views

2) Dai Longobardi all'Unità d'Italia - Comune di San Bartolomeo in ...

2) Dai Longobardi all'Unità d'Italia - Comune di San Bartolomeo in ...

2) Dai Longobardi all'Unità d'Italia - Comune di San Bartolomeo in ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

vendere all’<strong>in</strong>grosso o al m<strong>in</strong>uto f<strong>in</strong>o all’ora della Nona (4 del pomeriggio), ma solo nel<br />

luogo stabilito; chi avesse permesso loro <strong>di</strong> vendere nella sua casa o nella sua bottega<br />

fuori dal luogo fissato, avrebbe dovuto corrispondere una pena, sia pur leggera (grana<br />

10).<br />

Norma 79) Il giorno 18 <strong>di</strong> ottobre del 1531 donazione, da parte del patriarca Carafa<br />

all’Università, <strong>di</strong> tutti i territori denom<strong>in</strong>ati “Valloncelli” (un grosso latifondo, ndr)<br />

perché rimanessero quale terra demaniale <strong>di</strong> pascolo «per la como<strong>di</strong>tà de le bestiame de<br />

detta terra» con assoluto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> coltivazione e con il consequenziale annullamento <strong>di</strong><br />

ogni eventuale <strong>di</strong>versa normativa precedente, dal momento che la giustizia permetteva,<br />

«che la utilità generale sempre se deva perponere alla particolare».<br />

Anno 1446 La prima tassa <strong>di</strong> famiglia Sotto il regno <strong>di</strong> Alfonso I d’Aragona, re <strong>di</strong><br />

Napoli, <strong>San</strong>ctus Bartholomeus de Gaudo pagava <strong>di</strong> “focatico” 322 ducati per 322<br />

“foci”. Con questo term<strong>in</strong>e si <strong>in</strong><strong>di</strong>cavano i nuclei familiari <strong>di</strong> una comunità. Ogni<br />

nucleo rappresentava un focus. Se per ogni nucleo familiare calcoliamo quattro<br />

persone , il paese con i suoi 322 fuochi avrebbe contato all’<strong>in</strong>circa 1.288 abitanti: non<br />

male a poco più <strong>di</strong> un secolo <strong>di</strong> vita.<br />

Il “focatico” (che oggi potremmo chiamare tassa <strong>di</strong> famiglia), fu istituito dal re il 28<br />

febbraio 1443 quale imposta unica <strong>in</strong> sostituzione dei vari tributi f<strong>in</strong> allora pagati e<br />

colpiva tutte le famiglie <strong>in</strong> ragione <strong>di</strong> un ducato o <strong>di</strong>eci carl<strong>in</strong>i a nucleo familiare. Era<br />

detto anche “testatico” per il fatto che si basava sul numero delle teste, cioè delle<br />

persone fisiche. Si pagava <strong>in</strong> tre rate: a Natale, a Pasqua e <strong>in</strong> agosto. Veniva corrisposto<br />

all’Università, la quale naturalmente raccoglieva i fon<strong>di</strong> necessari con imposte <strong>in</strong><strong>di</strong>rette<br />

sui citta<strong>di</strong>ni. Il re, dal canto suo, <strong>in</strong> cambio del ducato <strong>di</strong> focatico corrispondeva un<br />

tomolo <strong>di</strong> sale a ciascuna famiglia. Tutto questo è riportato da Mario Del Treppo,<br />

professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia me<strong>di</strong>oevale dell’Università Federico II <strong>di</strong> Napoli, nel libro<br />

I mercanti catalani (ed., Napoli, 1968, p. 139).<br />

Anno 1456 Terremoto con successiva ricostruzione Nella notte del 4 <strong>di</strong>cembre una<br />

tremenda scossa <strong>di</strong> terremoto sconvolse quasi tutto il regno <strong>di</strong> Napoli, compresa la<br />

Valfortore. Ecco quel che si legge nel Necrologio del monastero del Gualdo: «Nell’anno<br />

del Signore 1456 il giorno 4 <strong>di</strong>cembre durante la notte tra la un<strong>di</strong>cesima e la do<strong>di</strong>cesima<br />

ora vi fu un grande terremoto (fuit magnus tyerremotus); fu <strong>di</strong>strutta la chiesa col<br />

campanile e l’abitazione ed anche tutta la patria». Il terremoto fece sentire le sue<br />

conseguenze anche sull’assetto sociale dei beni <strong>di</strong> Mazzocca, per cui nei due anni<br />

successivi l’abate Domenico <strong>di</strong> Lagonissa si adoperò moltissimo per risollevare le<br />

con<strong>di</strong>zioni materiali dell’abazia e delle terre da essa <strong>di</strong>pendenti. «Consacrò 12 monaci,<br />

ricostruì tutte le abitazioni e il monastero, fece coltivare ciò che era <strong>di</strong>sabitato, <strong>di</strong>rupo e<br />

boscoso».<br />

Successivamente, a seguito <strong>di</strong> altri capitoli concessi nel 1463 da Odono de Odonibus da<br />

Toffia (governatore generale del monastero nonché vescovo <strong>di</strong> Boiano) la popolazione<br />

del paese si accrebbe <strong>di</strong> molto e migliorò sempre <strong>di</strong> più per l’afflusso degli abitanti <strong>di</strong><br />

Castelmagno, Ripa e <strong>San</strong>t’ Angelo <strong>in</strong> Vico, territori <strong>in</strong> forte crisi a causa <strong>di</strong> guerre e<br />

terremoti. Il centro, dotato <strong>di</strong> una identità potente nelle mani abaziali, concedeva <strong>in</strong><br />

cont<strong>in</strong>uazione nuovi capitoli degli statuti tanto che nel 1498 le terre dei menzionati<br />

casali furono annesse a quelle <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> <strong>in</strong> Galdo dall’allora vescovo <strong>di</strong><br />

Volturara, il foggiano Giacomo de Turris. In merito, nel 1731 fra’ Arcangelo da<br />

Montesarchio scrisse: «Vi concorse ad abitare tanta gente che sebbene nell’anno 1456<br />

fosse stata desolata dal tremuoto pure <strong>in</strong> poco tempo fu restaurata e fè mostra una assai<br />

bella e popolosa terra. Si comprende nella prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Capitanata <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Volturara e<br />

vi fa cont<strong>in</strong>ua residenza il vescovo». Agli ultimi scorci del XV secolo, <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong><br />

11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!