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2) Dai Longobardi all'Unità d'Italia - Comune di San Bartolomeo in ...

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grano, i greggi che calavano <strong>in</strong> Puglia o ne ritornavano, i viaggiatori che dall’alto<br />

<strong>San</strong>nio si recavano nel Tavoliere e molti, molti altri ancora (Fiorangelo Morrone, op.<br />

cit., p.24).<br />

Anno 1337 Anno <strong>di</strong> autenticazione da parte del notaio Cantarello del precedente atto<br />

del notaio Raone (del 1331). Uno stralcio del documento: «Il giorno 21 del mese <strong>di</strong><br />

settembre presso il castro <strong>di</strong> S. <strong>Bartolomeo</strong> del Gualdo <strong>in</strong> Mazzocca, noi Nicola <strong>di</strong><br />

Tommaso, giu<strong>di</strong>ce, Riccardo Cantarello <strong>di</strong> Foiano, pubblico notaio, ren<strong>di</strong>amo ed<br />

attestiamo che <strong>in</strong> nostra presenza si sono costituiti il venerabile padre e signore <strong>in</strong> Cristo<br />

fra Nicola abate del monastero <strong>di</strong> S. Maria del Gualdo, nonché fra Stefano <strong>di</strong> Riccia,<br />

monaco e procuratore della comunità del detto monastero dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> S. Benedetto<br />

della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Benevento e hanno mostrato e presentato un pubblico strumento, <strong>in</strong> cui<br />

sono contenute certe immunità, franchigie e libertà concesse dai predetti signor abate e<br />

procuratore del detto monastero agli uom<strong>in</strong>i che abitano o che <strong>in</strong>tendono venire ad<br />

abitare nel detto castro <strong>di</strong> S. <strong>Bartolomeo</strong>. Il predetto abate e il procuratore volevano che<br />

tale strumento fosse autenticato e redatto <strong>in</strong> forma pubblica, per cui il presente pubblico<br />

strumento <strong>di</strong> autentificazione è stato qu<strong>in</strong><strong>di</strong> redatto per mano <strong>di</strong> me notaio suddetto,<br />

segnato con il mio solito segno, roborato dalla sottoscrizione <strong>di</strong> me predetto giu<strong>di</strong>ce<br />

illetterato e dalle sottoscrizioni e sottosegnature e dei sottoscritti testimoni letterati e<br />

illetterati. Atto che ho scritto io predetto Riccardo Cantarello <strong>di</strong> Foiano, per pubblica e<br />

regia autorità notaio, poiché richiesto sono stato presente a tutte le cose predette e ho<br />

segnato con il mio solito segno».<br />

Anno 1360 Non sappiamo quanti abitanti avesse <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> trent’anni dopo la<br />

concessione delle “immunità franchigie e libertà” da parte dell’abate Nicola da<br />

Ferrazzano nel 1331. Nei loro casali <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e, certamente feu<strong>di</strong> antichi, dovevano<br />

essere <strong>in</strong> vigore usi, costumi e consuetu<strong>di</strong>ni secolari. Pertanto dovette ben presto sentirsi<br />

la necessità <strong>di</strong> mettere per iscritto le consuetu<strong>di</strong>ni che regolano la vita quoti<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong><br />

aggiungere altre norme relative ai privilegi ottenuti trent’anni prima, onde evitare<br />

<strong>in</strong>certezze, dubbi, abusi e soprattutto per determ<strong>in</strong>are meglio i rapporti tra vassalli e<br />

abate feudatario. Questo avvenne il giorno primo novembre quando il nuovo abate del<br />

monastero <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Maria del Gualdo, Nicola da Cerce (già procuratore del monastero<br />

nel 1331), concesse agli abitanti <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> del Gualdo <strong>in</strong> Mazzocca propri<br />

capitula, cioè salutari statuti con esenzioni, libertà e franchigie, redatti da lui e dagli<br />

uom<strong>in</strong>i dell’Università (con il term<strong>in</strong>e università si <strong>in</strong>tendeva tutti gli abitanti – universi<br />

cives – <strong>di</strong> un feudo, ndr), riservandosi la facoltà <strong>di</strong> correggere, accrescere, <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire,<br />

abrogare, togliere e cambiare a loro piacimento le predette norme quante volte e<br />

quando ad essi sarebbe sembrato opportuno. Il tutto raggruppato <strong>in</strong> un unico<br />

documento composto da 70 capitoli (o articoli) <strong>in</strong> or<strong>di</strong>ne progressivo più il capitolo 75<br />

per un totale <strong>di</strong> 71 norme <strong>di</strong> vita comunitaria , riguardanti rapporti <strong>di</strong> civile convivenza e<br />

<strong>di</strong> lavoro promulgate a <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> terre, boschi, orti, con l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione delle pene previste<br />

per contravvenzioni quasi sempre identiche.<br />

Alcuni capitoli mettono <strong>in</strong> risalto una preoccupazione per la protezione delle donne<br />

(sposate o nubili o vedove) da qualsiasi tipo <strong>di</strong> violenza verbale, manuale o carnale.<br />

Norme relative al possesso e alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> beni immobili; alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> carni normali<br />

o <strong>di</strong> carni mortic<strong>in</strong>e; alla nettezza e igiene della strada pubblica; ai guasti alle vie; ai<br />

danni arrecati al mul<strong>in</strong>o della ba<strong>di</strong>a, al selciato della strada, alle case e ai pagliai siti<br />

nelle campagne; sulla "credenza" che potevano fare i tavernai (non superiore a 10<br />

grana). Norme riguardanti il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> acquisto <strong>di</strong> frutta dai forestieri prima dell’ora<br />

della Nona (dalle 3 alle 4 del pomeriggio), il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> giochi d’azzardo; l’esattezza <strong>di</strong><br />

pesi e misure. E poi ancora norme <strong>di</strong> vita civile riguardanti l’omici<strong>di</strong>o; l’obbligo della<br />

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