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2) Dai Longobardi all'Unità d'Italia - Comune di San Bartolomeo in ...

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<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> nuove coccarde assicurarono che presto sarebbero giunti i Francesi e<br />

guai se non avessero trovato il paese democratizzato.<br />

In attesa del fati<strong>di</strong>co arrivo, furono <strong>in</strong>viati corrieri a destra e a manca. Il 7 giugno furono<br />

<strong>in</strong>viati <strong>in</strong> Puglia Arcangelo de Nigris e Filippo Spallone ad accertarsi se per caso non<br />

stessero tornando le truppe borboniche, al comando del car<strong>di</strong>nale Ruffo, per «recidere<br />

all’istante l’albore della libertà». Il 13 giugno il car<strong>di</strong>nale Fabrizio Ruffo <strong>di</strong> Bagnara,<br />

nom<strong>in</strong>ato dal re Fer<strong>di</strong>nando IV vicario generale con il compito <strong>di</strong> riconquistare i terreni<br />

occupati dai francesi, entrò a Napoli con un s<strong>in</strong>golare esercito della “<strong>San</strong>ta Fede”,<br />

composto da gente <strong>di</strong> ogni genere: conta<strong>di</strong>ni, avventurieri, sbandati, pers<strong>in</strong>o briganti. Fu<br />

la f<strong>in</strong>e del breve sogno rivoluzionario. E <strong>in</strong>sieme alla gloriosa fiammata della<br />

Repubblica Partenopea, si spensero gli entusiasmi libertari <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> <strong>in</strong> Galdo<br />

e <strong>di</strong> tutti i comuni della Valfortore.<br />

Anno 1821 La rivolta <strong>in</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> <strong>in</strong> Galdo Rientrati a Napoli nel maggio<br />

1815, i Borboni vollero restaurare l’or<strong>di</strong>ne e i pr<strong>in</strong>cipi vigenti prima della Rivoluzione<br />

Francese, mostrandosi <strong>in</strong>tolleranti della libera espressione delle idee, per cui gli<br />

oppositori si organizzarono <strong>in</strong> società segrete. Nell’Italia meri<strong>di</strong>onale prese piede la<br />

“Carboneria”, che aveva come programma l’<strong>in</strong><strong>di</strong>pendenza dallo straniero e un regime<br />

costituzionale. Ed ebbero <strong>in</strong>izio i primi movimenti rivoluzionari. Il 6 luglio 1820 fu<br />

concessa dal re Fer<strong>di</strong>nando I la costituzione nel regno <strong>di</strong> Napoli e si formò un nuovo<br />

governo che però cadde pochi mesi dopo, il 23 marzo 1821, a seguito dell’<strong>in</strong>tervento<br />

dell’esercito austriaco richiesto dal re stesso. A <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> <strong>in</strong> Galdo il 15 aprile<br />

1821 ci fu una sommossa capeggiata da Antonio De Nigris contro il governo borbonico.<br />

Il moto fu subito sedato con l’arresto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi rivoltosi (tranne il De Nigris che riuscì a<br />

fuggire). Un anno dopo, il 17 agosto 1822, si riunì a Foggia la corte marziale<br />

permanente <strong>in</strong> Capitanata per deliberare contro 24 citta<strong>di</strong>ni liberali <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong><br />

accusati <strong>di</strong> essere complici del De Nigris. La corte emise le seguenti sentenze:<br />

1) Nicolangelo Fiorilli e Francesco D’Antuono furono condannati alla pena <strong>di</strong> morte per<br />

il misfatto <strong>di</strong> “lesa maestà”: armati <strong>di</strong> tutto punto e con coccarde tricolori, si erano recati<br />

a Roseto per <strong>in</strong>citare i citta<strong>di</strong>ni alla rivolta contro il re, erano stati colti <strong>in</strong> flagranza e<br />

arrestati.<br />

2) Michele Brita, Giuseppe de Iura ed altri do<strong>di</strong>ci compagni (Giuseppe Capobianco,<br />

Giuseppe Casamassa, Pasquale Rega, <strong>Bartolomeo</strong> Capobianco, Antonio Carullo,<br />

Gioacch<strong>in</strong>o Riccio, Francesco Vadurro, Antonio Coccella, Giovanni Apicella, Filippo<br />

<strong>San</strong>pietro, Michele Gallo e Ciriaco delle Gatte) furono condannati al “4° grado <strong>di</strong> ferri<br />

<strong>in</strong> anni ventic<strong>in</strong>que” perché colpevoli <strong>di</strong> complicità alla rivolta: avevano seguito lo<br />

stesso De Nigris con le armi girando per l’abitato del paese.<br />

Gli altri accusati (V<strong>in</strong>cenzo d’Ariano, Pasquale <strong>di</strong> Tirro, Francesco Iannantuono,<br />

Lorenzo Vadurro, Domenico Agost<strong>in</strong>elli, Antonio Manzol<strong>in</strong>o e Antonio Rampone)<br />

furono rimessi tutti <strong>in</strong> libertà, mentre il canonico D. Michele Fiorilli fu messo sotto<br />

sorveglianza per essere cug<strong>in</strong>o del "fuoriban<strong>di</strong>to" De Nigris.<br />

Anno 1829 Topografia <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> E’ questo il titolo con cui un anonimo<br />

estensore dà <strong>in</strong>izio a una s<strong>in</strong>tetica descrizione datata (<strong>San</strong> <strong>Bartolomeo</strong> <strong>in</strong> Galdo 9<br />

febbraio 1829) del più importante centro fortor<strong>in</strong>o. La fotocopia del testo manoscritto è<br />

<strong>in</strong> possesso del sig. Augusto Colucci. Questi <strong>in</strong> data 4 ottobre 2005 ha affidato al sito<br />

<strong>San</strong>bartolomeo.Info un articolo da cui estraggo questa lunga citazione della Topografia:<br />

«Sambartolomeo (sic) <strong>in</strong> Galdo <strong>Comune</strong>, che attualmente contiene 6..abitanti appartiene<br />

alla Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> Capitanata, alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 18 miglia da Lucera. Giace sull’Appenn<strong>in</strong>o,<br />

e propriamente nel dorso <strong>di</strong> un’amena coll<strong>in</strong>a, che quasi <strong>in</strong> forma <strong>di</strong> Penisola partendo<br />

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