Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani
Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani
Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
inter<strong>di</strong>pendenza e stimolazione reciproca tra i sensi che<br />
sono alla base dei processi sinestesici 4 .<br />
La tavola imban<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> bevande e pietanze è un’architettura<br />
del gusto in cui i sensi si concatenano in modo preciso<br />
secondo i gesti inquadrati dalla macchina da presa. In un<br />
lavoro de<strong>di</strong>cato al coinvolgimento sensoriale e alle forme<br />
<strong>di</strong> manifestazione del senso in cucina e attorno alla tavola,<br />
Gianfranco Marrone scrive:<br />
Il senso della cucina passa da una cucina del senso. Ma è la tavola<br />
a costituire sempre e comunque il luogo – fisico e simbolico<br />
al contempo – in cui il corpo <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi, senza perdere<br />
le proprie specifiche istanze, si fa essere sociale, elemento costitutivo<br />
<strong>di</strong> una qualche forma <strong>di</strong> intersoggettività: i nostri processi<br />
sensoriali, superando le anguste vie del bisogno alimentare, accedono<br />
senza soluzione <strong>di</strong> continuità verso i più ampi li<strong>di</strong> del<br />
piacere del palato e della multiforme patina <strong>di</strong> significazione che,<br />
fondandolo, ne deriva. Dai sensi si accede così al senso, ai valori<br />
sociali e culturali, in un via vai ininterrotto dove la <strong>di</strong>mensione<br />
somatica e quella collettiva finiscono per rivelare la loro comune<br />
derivazione semiotica e, perciò, il loro essere un’unica, troppo<br />
umana realtà (MARRONE – GIANNITRAPANI 2012: 8).<br />
Allo stesso modo, anche la degustazione del vino si svolge<br />
seguendo una precisa concatenazione <strong>di</strong> gesti che prende<br />
in considerazione le caratteristiche della bevanda, da quelle<br />
cromatiche a quelle gustative, e si relaziona ai sensi del<br />
degustatore, la vista, poi l’olfatto e infine il gusto.<br />
La descrizione dell’aspetto visivo del vino è, secondo tra<strong>di</strong>zione,<br />
la prima ad essere svolta, seguita da quella della <strong>di</strong>mensione<br />
olfattiva, per concludersi con quella del gusto vero e proprio<br />
e, infine, del retrogusto. Questo or<strong>di</strong>ne assume una <strong>di</strong>mensione<br />
rituale, in quanto non è mai messo in <strong>di</strong>scussione e rispecchia<br />
una gerarchia degli or<strong>di</strong>ni sensoriali che sono <strong>di</strong>sposti in strati<br />
<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà a seconda della <strong>di</strong>stanza che separa il soggetto<br />
Il cinema italiano<br />
racconta il vino<br />
25<br />
nomenologico ai temi del<br />
gusto e della sinestesia. Il<br />
secondo capitolo è invece<br />
de<strong>di</strong>cato alle strategie<br />
che il cinema adotta per<br />
chiamare in causa ed<br />
evocare l’intero apparato<br />
sensoriale dello spettatore<br />
(BIANCIARDI<br />
2011).<br />
4. Fisiologia del gusto <strong>di</strong><br />
Jean Anthelme Brillat-<br />
Savarin, pubblicato per<br />
la prima volta nel 1825,<br />
è uno dei testi classici sul<br />
tema. Il lavoro <strong>di</strong> Brillat-<br />
Savarin ha avuto <strong>di</strong>verse<br />
riletture, tra cui quella<br />
<strong>di</strong> Barthes (1984) e <strong>di</strong><br />
Gianfranco Marrone<br />
(2000) che hanno rilevato<br />
il “funzionamento”<br />
semiotico del gusto e il<br />
suo rapporto con gli altri<br />
sensi e, più in generale,<br />
con la corporeità.