Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani
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50<br />
Il cinema italiano<br />
racconta il vino<br />
10. Per un’introduzione<br />
al concetto <strong>di</strong> “mutazione<br />
antropologica” e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sfacimento del mondo<br />
conta<strong>di</strong>no si vedano<br />
gli articoli <strong>di</strong> Pier Paolo<br />
Pasolini raccolti in Scritti<br />
corsari. In particolare<br />
gli articoli “Stu<strong>di</strong>o sulla<br />
rivoluzione antropologia<br />
in Italia”, “Limitatezza<br />
della storia e immensità<br />
del mondo conta<strong>di</strong>no” e<br />
“Ampliamento del «bozzetto»<br />
sulla rivoluzione<br />
antropologica in Italia”<br />
(PASOLINI 1975: 46-<br />
52, 60-65, 66-77).<br />
11. Per il narratologo<br />
Gérard Genette, lo<br />
statuto del narratore<br />
è definito me<strong>di</strong>ante il<br />
suo livello narrativo – la<br />
prospettiva, il punto <strong>di</strong><br />
vista dal quale vengono<br />
esposti i fatti (narratore<br />
extra<strong>di</strong>egetico o intra<strong>di</strong>egetico)<br />
e si determinano<br />
i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasmissione<br />
dell’informazione da<br />
parte del racconto (racconto<br />
non focalizzato, a<br />
focalizzazione esterna o<br />
interna) – e in relazione<br />
alla sua <strong>di</strong>stanza rispetto<br />
alla storia – in questo<br />
caso, un narratore può<br />
essere assente dalla storia<br />
(etero<strong>di</strong>egetico) oppure<br />
presente in essa (omo<strong>di</strong>egetico)<br />
(GENETTE<br />
1972: 208-258 tr. it.).<br />
delle varietà, dei microsistemi legati al mondo conta<strong>di</strong>no 10 .<br />
Il regista che, nel 1941, aveva portato sugli schermi cinematografici<br />
il romanzo <strong>di</strong> Antonio Fogazzaro Piccolo mondo<br />
antico, scritto sul finire dell’Ottocento, appartiene a questa<br />
schiera da <strong>di</strong>versi anni: nelle sue nostalgiche evocazioni<br />
del passato, nella sua tenace <strong>di</strong>fesa e riscoperta <strong>di</strong> quegli<br />
oggetti culturali e anche alimentari legati alle tra<strong>di</strong>zioni<br />
conta<strong>di</strong>ne, Soldati esprime le sue riserve nei confronti del<br />
processo <strong>di</strong> industrializzazione e <strong>di</strong> conseguente massificazione<br />
dei beni <strong>di</strong> consumo alimentari e, in particolare, verso<br />
l’omogeneizzazione del sapore del vino che i gran<strong>di</strong> produttori<br />
e consumatori moderni, a <strong>di</strong>fferenza degli amatori<br />
del vino e delle sue genuinità, vogliono stabile e immutabile<br />
(SOLDATI 2006: 477). Al contrario, il vino resta qualcosa<br />
che, al pari <strong>di</strong> un’opera d’arte o <strong>di</strong> artigianato (sono<br />
similitu<strong>di</strong>ni utilizzate da Soldati), deve preservare la sua singolarità:<br />
l’etichetta è solo una garanzia parziale della qualità<br />
<strong>di</strong> una bottiglia <strong>di</strong> vino, la bontà del suo contenuto varia a<br />
seconda delle annate, dei vitigni e dei viticoltori, ecc. A ciò<br />
si aggiungono le particolari sensazioni e i ricor<strong>di</strong> che quel<br />
bicchiere <strong>di</strong> vino ha prodotto nel suo assaggiatore: sapori<br />
che non si possono scindere dai luoghi e dalle persone che<br />
hanno reso possibile quell’assaggio.<br />
In ogni pagina <strong>di</strong> <strong>Vino</strong> al vino il narratore è onnipresente:<br />
un “io” che, istallandosi nelle maglie del racconto, <strong>di</strong>chiara<br />
<strong>di</strong> aver visitato i poderi e le cantine descritte, <strong>di</strong> aver<br />
assaggiato tutti i vini nominati, <strong>di</strong> aver conosciuto tutte le<br />
persone a proposito delle quali sono riportati aneddoti e<br />
abitu<strong>di</strong>ni alimentari 11 . Questa presenza costante è la marca<br />
stilistica, la strategia testuale, con la quale l’io narrante si<br />
pone a garanzia dell’autenticità del racconto, istituendo un<br />
patto fiduciario con il lettore che si lascia guidare tra le<br />
province italiane e si adegua ai gusti enogastronomici del<br />
narratore “onniesperiente” (SOLDATI 2006: XV). Il resoconto<br />
dei viaggi è un’autobiografia scan<strong>di</strong>ta dai vini e dai<br />
paesi d’Italia: evitato consapevolmente il linguaggio tecnico