Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani
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Agenore Incrocci e Furio Scarpelli, che in coppia hanno<br />
firmato molti dei copioni del cinema italiano a partire dalla<br />
fine degli anni Quaranta, gli attori – tra i quali bisogna aggiungere<br />
anche Aldo Fabrizi – hanno costruito, attraverso<br />
i loro volti, le maschere della comme<strong>di</strong>a nazionale e infine<br />
la costruzione dei personaggi, una galleria dei “tipi”, delle<br />
caricature e degli atteggiamenti esasperati <strong>di</strong> questo genere<br />
cinematografico, che ben presto si sono cristallizzati nell’immaginario<br />
degli spettatori.<br />
Ecco come Maurizio Grande, semiologo dello spettacolo<br />
che ha de<strong>di</strong>cato <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> teorici al cinema italiano e alle<br />
sue trasformazioni, definisce le capacità <strong>di</strong> rappresentazione<br />
e <strong>di</strong> costruzione della società da parte della comme<strong>di</strong>a e<br />
dei suoi personaggi:<br />
La comme<strong>di</strong>a come “trama comica” (e farsesca e grottesca) del<br />
banale-quoti<strong>di</strong>ano “anonimo” e “qualunque” si esprime nel piccolo<br />
costante conflitto fra le attese del soggetto e la pressione<br />
sociale, la quale ha il compito <strong>di</strong> “istruire” l’ingresso del soggetto<br />
nella società e <strong>di</strong> “manovrare” le <strong>di</strong>namiche del suo adattamento.<br />
In questo senso, la comme<strong>di</strong>a espone la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> personaggi<br />
costretti alla flessibilità psicologica, morale, comportamentale;<br />
personaggi mai definitivamente “compiuti” e costretti <strong>di</strong> continuo<br />
a mutare parametri <strong>di</strong> valutazione e “maschere <strong>di</strong> prestazione”<br />
per trovare una collocazione nella società, per aderire il più possibile<br />
ad una società che detta le norme della vita collettiva<br />
(GRANDE 2003: 41) 6 .<br />
Il continuo rimando alla messa in forma della realtà e alle<br />
capacità <strong>di</strong> interpretare le trasformazioni sociali da parte<br />
del cinema è una consapevolezza che non appartiene solo<br />
alla critica. Infatti, sono gli stessi registi e sceneggiatori che,<br />
attraverso le capacità costruttive del loro mezzo espressivo,<br />
colgono gli umori, i <strong>di</strong>ssapori e le trasformazioni in atto.<br />
Nel fare un bilancio della sua attività e del legame <strong>di</strong><br />
quest’ultima con la comme<strong>di</strong>a all’italiana, Scola scrive:<br />
Il cinema italiano<br />
racconta il vino<br />
33<br />
6. Nelle pagine successive,<br />
lo stu<strong>di</strong>oso italiano<br />
esplicita i caratteri della<br />
comme<strong>di</strong>a all’italiana<br />
(GRANDE 2003: 42-<br />
46).