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Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani

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può generarsi, tendono a confondersi e a sovrapporsi, il<br />

teorico e critico del cinema André Bazin scrive a proposito<br />

del capolavoro <strong>di</strong> De Sica:<br />

Alla scomparsa della nozione <strong>di</strong> attore, nella trasparenza <strong>di</strong> una<br />

perfezione apparentemente naturale come la vita stessa, risponde<br />

la scomparsa della messa in scena. […]. Come la scomparsa<br />

dell’attore è il risultato <strong>di</strong> un superamento dello stile dell’interpretazione,<br />

la scomparsa della messa in scena è ugualmente il<br />

frutto <strong>di</strong> un progresso <strong>di</strong>alettico nello stile del racconto. Se l’avvenimento<br />

basta a se stesso senza che il regista abbia bisogno<br />

<strong>di</strong> rischiararlo per mezzo delle angolazioni della macchina da<br />

presa, è perché è appunto arrivato a quella perfetta luminosità<br />

che consente all’arte <strong>di</strong> smascherare una natura che finalmente le<br />

somiglia. Per questo l’impressione che ci lascia Ladri <strong>di</strong> biciclette<br />

è costante quella della verità (BAZIN 1958-1962: 314-315 tr. it.).<br />

Sulla scia delle riflessioni <strong>di</strong> Bazin, anche Gilles Deleuze,<br />

sostiene la centralità delle innovazioni formali, piuttosto che<br />

contenutistiche, introdotte dal neorealismo:<br />

Contro coloro che definivano il neorealismo italiano a partire<br />

dal suo contenuto sociale, Bazin invocava la necessità <strong>di</strong> criteri<br />

formali estetici. […] Il reale non è più rappresentato o riprodotto,<br />

ma “mostrato”. Invece <strong>di</strong> mostrare un reale già decifrato,<br />

il neorealismo mostrava un reale ancora da decifrare, ambiguo<br />

(DELEUZE 1985: 11 tr. it.).<br />

Per il filosofo francese, il cinema neorealista costruisce e riflette<br />

su una realtà <strong>di</strong>spersiva, ellittica, errabonda, che opera<br />

per blocchi, con eventi fluttuanti, situazioni spesso prive<br />

<strong>di</strong> una finalità narrativa e in cui i legami senso-motori che<br />

connettono il personaggio all’azione sono deliberatamente<br />

deboli. I personaggi non agiscono in base a degli scopi,<br />

non reagiscono in base a situazioni. Il personaggio <strong>di</strong>venta<br />

una specie <strong>di</strong> spettatore:<br />

Il cinema italiano<br />

racconta il vino<br />

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