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Foglio di Bacco n° 6 (pdf 855Kb) - Vino e Giovani

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1.2 Una passeggiata nel neorealismo:<br />

Ladri <strong>di</strong> biciclette <strong>di</strong> Vittorio De Sica<br />

Un uomo in cerca della sua bicicletta si aggira per le strade<br />

in compagnia <strong>di</strong> suo figlio, un ragazzino che, a <strong>di</strong>spetto<br />

della giovane età, già lavora come garzone in una pompa<br />

<strong>di</strong> benzina. La madre in pena li attende a casa, speranzosa<br />

che i due ritornino con l’oggetto rubato, da cui <strong>di</strong>pende<br />

il sostentamento dell’intera famiglia. La macchina da presa<br />

pe<strong>di</strong>na padre e figlio, li accompagna e li insegue per le vie<br />

e i quartieri <strong>di</strong> Roma, affannandosi a mostrare, ogni volta<br />

che si apre una possibile soluzione al dramma della per<strong>di</strong>ta,<br />

il gioco <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> attese, desideri e <strong>di</strong>sillusioni che i due<br />

intrattengono. Il girovagare domenicale <strong>di</strong> padre e figlio,<br />

seppur motivato da un obiettivo, si realizza nell’incapacità<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una destinazione, nell’impossibilità <strong>di</strong> definire<br />

un tragitto che porti i due protagonisti della storia a risollevare<br />

le loro sorti.<br />

In Ladri <strong>di</strong> biciclette (1948) <strong>di</strong> Vittorio De Sica si ripete<br />

il movimento meccanico, spesso privo <strong>di</strong> scopi, che lega<br />

l’esistenza e le possibilità lavorative del borgataro romano<br />

Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) alla sua bicicletta:<br />

prima data in pegno per racimolare del denaro, poi “riconquistata”<br />

perché necessaria per compiere il suo lavoro<br />

<strong>di</strong> attacchinaggio e infine rubata. La ricerca della bicicletta<br />

porterà lui e suo figlio Bruno (Enzo Staiola) ad attraversare<br />

la capitale: dai mercati <strong>di</strong> strada, tra i ricettatori, alle case <strong>di</strong><br />

ospitalità per i poveri, dai quartieri <strong>di</strong> periferia alle rive del<br />

Tevere. Tragico destino quello che accompagna i due protagonisti:<br />

la loro erranza è spinta dalla ricerca <strong>di</strong> un mezzo<br />

<strong>di</strong> locomozione. Bruno trotterella accanto al padre, a volte,<br />

per stargli <strong>di</strong>etro, inciampa e cade, bagnandosi e sporcandosi<br />

i vestiti; altre volte è al suo fianco, mano nella mano,<br />

con lo sguardo alla ricerca del volto paterno. Nella scena<br />

finale, il padre, che aveva tentato <strong>di</strong> rubare a sua volta una<br />

Il cinema italiano<br />

racconta il vino<br />

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