Dispensa Storia dell.. - Dipartimento di Scienze del Mondo Antico
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Esiste la «Religione» oppure esistono le religioni?<br />
Poiché ormai il passo nella <strong>di</strong>rezione <strong><strong>del</strong>l</strong>a storia e <strong><strong>del</strong>l</strong>a comparazione è stato<br />
compiuto, prima <strong>di</strong> decidere cosa siano le religioni, è decisivo determinare se esse, nella<br />
loro molteplicità e <strong>di</strong>ffusione sul globo terrestre, siano dei semplici fenomeni secondari,<br />
cioè <strong><strong>del</strong>l</strong>e manifestazioni, <strong>di</strong> una «Religione» collocata al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> tempo e <strong><strong>del</strong>l</strong>o spazio<br />
umano, metastorica dunque, e perciò rigorosamente con la «R» maiuscola, pensata e<br />
voluta da uno o più esseri, situati in un altro tempo e in un altro spazio, oppure se esse<br />
siano formazioni e costruzioni storiche che rispondono a specifiche esigenze <strong><strong>del</strong>l</strong>’uomo.<br />
La scelta <strong><strong>del</strong>l</strong>'una o <strong><strong>del</strong>l</strong>'altra prospettiva con<strong>di</strong>zionerà inevitabilmente le forme e i mo<strong>di</strong><br />
con cui ci si accosterà ai <strong>di</strong>versi fenomeni religiosi, nonché le conclusioni che ne<br />
verranno tratte.<br />
Se per ipotesi si ritiene che le <strong>di</strong>verse religioni derivino da una «Religione»<br />
metastorica, il rischio più grave è quello <strong>di</strong> costruire una gerarchia tra le molte e varie<br />
forme religiose, tra quelle ritenute più vicine a una vera o presunta essenza <strong><strong>del</strong>l</strong>a<br />
«Religione», oppure a una qualche rivelazione primor<strong>di</strong>ale, e quelle più lontane, frutto<br />
<strong>di</strong> involuzione o <strong>di</strong> incapacità <strong><strong>del</strong>l</strong>'uomo <strong>di</strong> cogliere il messaggio profondo, l'essenza o<br />
sostanza <strong><strong>del</strong>l</strong>a «Religione». Secondo questa prospettiva la «Religione», in ogni caso<br />
assolutamente estranea alla storia umana e alla cultura <strong>di</strong> un popolo, sarebbe la sintesi <strong>di</strong><br />
un processo, che muove dalla manifestazione <strong>di</strong> un oggetto che esiste, ma sta nascosto,<br />
al quale possiamo dare per semplicità il nome <strong>di</strong> <strong>di</strong>o, che si manifesta, si mostra<br />
gradualmente, fino a rendersi quasi trasparante. L'uomo fa esperienza <strong>di</strong> questa<br />
manifestazione, la comprende, la fa propria, e ne fornisce testimonianza. L'oggetto <strong><strong>del</strong>l</strong>a<br />
«Religione» consiste allora nella stessa realtà <strong>di</strong>vina, oggettiva e al <strong>di</strong> là <strong><strong>del</strong>l</strong>'uomo. È un<br />
oggetto misterioso, terribile, ma in grado <strong>di</strong> incantare, che può manifestarsi e rivelarsi: è<br />
cioè il <strong>di</strong>o che si rivela. Oppure questa realtà può restare nascosta: è il <strong>di</strong>o che rimane<br />
celato, come il <strong>di</strong>o dei seguaci <strong><strong>del</strong>l</strong>'ermetismo e, poi, <strong><strong>del</strong>l</strong>a mistica cristiana. Alla fine<br />
l'essenza <strong><strong>del</strong>l</strong>a «Religione» consiste nella comunione <strong><strong>del</strong>l</strong>'uomo con questo oggetto che<br />
altro non è che <strong>di</strong>o, una comunione che ha il fine ultimo <strong>di</strong> condurre l'umanità alla<br />
beatitu<strong>di</strong>ne. Il presupposto <strong>di</strong> questo orientamento è che il fatto religioso sia universale<br />
e che esso si esprima attraverso forme tipiche e riconoscibili.