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Dispense sulla disuguaglianza triangolare, le rette parallele e i ...

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D TXHVWLRQH GHOOH SDUDOOHOH<br />

( 3ˆ<br />

% = 34ˆ<br />

' (ipotesi, costruzione della copia di un angolo)<br />

7HVL : 3% e 4' sono paral<strong>le</strong><strong>le</strong> (criterio diretto di paral<strong>le</strong>lismo, 1)<br />

34ˆ<br />

' + 4 ˆ%3<br />

= π (1)<br />

43ˆ<br />

% ′ < 43ˆ<br />

% (VIII nozione comune, ipotesi)<br />

34ˆ<br />

' + 4 ˆ%3<br />

′ < π (IV nozione comune, 3, 4)<br />

7HVL <strong>le</strong> <strong>rette</strong> 4' e 3 % ′ non sono paral<strong>le</strong><strong>le</strong> (ipotesi, 5)<br />

'DOOXQLFLWj GHOOH SDUDOOHOH DO TXLQWR SRVWXODWR<br />

Passiamo ora a dimostrare che l’unicità della paral<strong>le</strong>la a una retta data passante per un punto esterno<br />

ad essa implica il quinto postulato nella forma in cui esso è enunciato negli (OHPHQWL. Sempre con<br />

riferimento alla Figura 6, costruiamo la retta 3% ta<strong>le</strong> che ( 3ˆ<br />

% = 34ˆ<br />

' e tracciamo la retta 3 % ′ ta<strong>le</strong><br />

che 34ˆ<br />

' + 4 ˆ%3<br />

′ < π . Supponiamo per assurdo che <strong>le</strong> <strong>rette</strong> 4' e 3 % ′ siano paral<strong>le</strong><strong>le</strong>. Ora, anche<br />

3% è paral<strong>le</strong>la a 4' in base al criterio diretto di paral<strong>le</strong>lismo; avremmo dunque due paral<strong>le</strong><strong>le</strong><br />

distinte (3% e 3 % ′ ) per lo stesso punto 3 alla medesima retta 4', in contraddizione con il postulato<br />

dell’unicità della paral<strong>le</strong>la che è la nostra ipotesi.<br />

Formalizziamo i passaggi della seconda parte della dimostrazione:<br />

,SRWHVL: GDWD XQD UHWWD H XQ SXQWR HVWHUQR DG HVVD HVLVWH XQD H XQD VROD UHWWD SDVVDQWH SHU WDOH<br />

SXQWR H SDUDOOHOD DOOD UHWWD GDWD, la costruzione di Figura 6.<br />

( 3ˆ<br />

% = 34ˆ<br />

' (ipotesi, costruzione della copia di un angolo)<br />

3% e 4' sono paral<strong>le</strong><strong>le</strong> (criterio diretto di paral<strong>le</strong>lismo, 1)<br />

<strong>le</strong> <strong>rette</strong> 4' e 3 % ′ siano paral<strong>le</strong><strong>le</strong> (tesi negata)<br />

3% e 3 % ′ sono due <strong>rette</strong> paral<strong>le</strong><strong>le</strong> a 4' entrambe passanti per 3 (2, 3)<br />

contraddizione (ipotesi, 4)<br />

7HVL: 4' e 3 % ′ non sono paral<strong>le</strong><strong>le</strong> (5)<br />

, WHQWDWLYL GL GLPRVWUD]LRQH GHO FULWHULR LQYHUVR GL SDUDOOHOLVPR<br />

È chiaro che la scelta di “imporre” il criterio inverso di paral<strong>le</strong>lismo attraverso un postulato DG<br />

KRF non è molto soddisfacente dal punto di vista logico. Inoltre, questo teorema possiede anche un<br />

innegabi<strong>le</strong> carattere intuitivo: sembra davvero ovvio che si possa sempre tracciare una retta (e non<br />

più di una) paral<strong>le</strong>la a una retta data per un punto esterno. Infine, molti altri importanti teoremi (ad<br />

esempio il teorema di Pitagora) seguono dal criterio inverso di paral<strong>le</strong>lismo. Per questo motivo fin<br />

dai tempi di Euclide e per molti secoli a seguire i matematici prima greci, poi arabi e infine europei,<br />

si cimentarono col prob<strong>le</strong>ma di trovare una dimostrazione per il criterio inverso di paral<strong>le</strong>lismo (o<br />

per quinto postulato, che è lo stesso). Questi tentativi sembrano a prima vista corretti, ma in realtà<br />

non possono essere accettati perché “nascondono” tra <strong>le</strong> ipotesi ciò che vogliono dimostrare. Molte<br />

del<strong>le</strong> prove del quinto postulato assumono infatti “<strong>rette</strong> paral<strong>le</strong><strong>le</strong>” siano <strong>rette</strong> che corrono a un<br />

distanza costante l’una dall’altra. Tuttavia la definizione di paral<strong>le</strong><strong>le</strong> non parla di distanza reciproca,<br />

ma solo di <strong>rette</strong> che non si incontrano. Anche se può sembrare impossibi<strong>le</strong> che due <strong>rette</strong> che non<br />

mantengono una distanza costante l’una dall’altra possano non incontrarsi, da un punto di vista<br />

logico si tratta di due proprietà diverse. È possibi<strong>le</strong> dimostrare che il paral<strong>le</strong>lismo di due <strong>rette</strong><br />

implica che esse corrano a distanza costante, ma in ta<strong>le</strong> dimostrazione entra il criterio inverso,<br />

pertanto non si può utilizzare ta<strong>le</strong> proprietà per dimostrare il quinto postulato.<br />

L’ultimo importante tentativo di dimostrazione del quinto postulato è quello dell’italiano<br />

Gerolamo Saccheri, nella prima metà del XVIII secolo, il qua<strong>le</strong> adottò una linea diversa da quella<br />

dei suoi predecessori. Pensava infatti Saccheri: invece di tentare una dimostrazione diretta del<br />

quinto postulato, proviamo a negarlo ed esploriamo <strong>le</strong> conseguenze di questa riformulazione del<strong>le</strong><br />

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